Il mio grosso, grasso matrimonio Weasley
Parte 3
Draco constatò che dormire
con Potter non era stata la cosa peggiore che gli fosse capitata dopotutto. Una
volta superato il primo impatto di vedere spuntare dal letto di fianco al suo
un ciuffo si capelli ribelli, più alcuni grugniti tutt'altro che rassicuranti,
avrebbe anche potuto passare una serata tranquilla, se non che tutto quello che
aveva mangiato e bevuto la sera precedente, fosse come una bomba in procinto di
esplodere nel suo stomaco. A volte udiva dei gorgoglii così profondi che
si trovava a pensare se mai avesse un'immensa grotta nella pancia.
Si mise
seduto nel letto e cercò di rilassarsi un attimo affinché i dolori
allo stomaco si placassero, mentre attorno a lui le decine di sguardi dei poster
dei giocatori di Quidditch gli lanciavano occhiate furtive.
Sentì di
avere un improvviso bisogno di bere.
Nonostante fosse piuttosto riluttante
nel pensare di dover scendere le scale scricchiolanti della casa, e tornare in
quella cucina che sapeva di cibo e di fritto più di un mercato cinese,
inforcò silenziosamente la porta e si trascinò giù per le
scale, scendendo a velocità ridotta per evitare sgradevoli scricchiolii.
Svegliare Molly e rischiare di farsi trovare mezzo nudo per i corridoi della sua
casa non era la sua massima aspirazione, tanto più che ancora era convinto
non lo avesse perdonato per quella faccenda del sesso prematrimoniale.
Una
volta al piano terra si rilassò. Fortunatamente la luna piena illuminava
la casa e c'era una visibilità sufficiente a non doversi schiantare contro
qualsiasi mobile.
Un grugnito potente e improvviso colse la sua attenzione,
facendolo sobbalzare.
Il suo sguardo si andò a posare sul divano poco
distante. Ron dormiva profondamente, pancia all'aria, con un braccio buttato all'indietro
al di sopra della testa e una lunga gamba nuda che usciva dalla coperta e toccava
il pavimento. Un corpo evidentemente troppo ingombrante per essere ospitato da
un divano così minuscolo. Grattastinchi gli dormiva sullo stomaco, in preda
a furiose fusa, evidentemente a suo agio.
Draco evitò di avvicinarsi
troppo. Uno spettacolo simile ad una tale ora del mattino non era il miglior modo
per concludere la degna giornata.
Quatto quatto si avvicinò al frigorifero
e lo spalancò, mentre la sua luce lo inondava e il suo ronzio si faceva
più potente.
"Succo di zucca… succo di zucca e ancora succo
di zucca…" commentò a mezza voce, osservando la quantità
industriale di bottiglie di succo presenti "Ma non bevono altro in questa
famiglia?"
Improvvisamente si sentì osservato e voltò la
testa quel tanto che bastava per vedere una figura imponente alle sue spalle,
a pochi passi di distanza da lui.
"Fermo dove sei…" sibilò
la voce di Ronald Weasley, mentre nella sua mano si illuminava una bacchetta.
Ci mancava solo la dimostrazione da Auror.
Draco represse un'imprecazione e
si voltò molto lentamente, posando una mano sulla sua bacchetta, assicurata
nei boxer. La aveva portata per farsi luce, non avrebbe mai pensato gli sarebbe
servita per evitare un attacco dal lenticchioso gorilla Weasley.
"Guarda
che sono io…" disse Draco atono, quasi annoiato.
Ron pareva non averlo
nemmeno sentito.
"Ho detto fermo e metti giù la bacchetta!"
disse mantenendo il suo tono di voce più fermo e distaccato possibile.
"Weasley,
per favore, evitiamo questi stupidi giochetti alle tre di notte!"
"Ti
ho detto di parlare? Non mi pare! Posa la bacchetta!" ribadì Ron determinato
a non lasciarsi incantare.
"Ma sei scemo? Ti ho detto che sono io! Draco!
Stai dormendo ancora?" gli ringhiò contro il biondo, senza esitare
ad estrarre finalmente la sua bacchetta e puntarla sul suo presunto avversario.
Ron
represse uno sbuffo ma si mantenne fermo come una roccia.
"Lo so che sei
tu! Che ci fai in piedi? Non mi sei mai stato simpatico, e sapevo che prima o
poi avresti fatto una mossa falsa, che credi di fare eh?"
Draco si sentì
sciogliere le ginocchia. Lenticchia era proprio un deficiente! L'essere cresciuto
non gli aveva certo portato un po' più di maturità, tutt'altro.
"Avevo
sete, sono venuto a cercare un po' d'acqua!" affermò Draco con stizza.
Doversi giustificare con il fratello scemo era proprio il colmo!
"Se avevi
sete potevi usare l'acqua del bagno!"
Draco non ci aveva proprio pensato,
ma vista la precedente esperienza, quella stanza preferiva evitarla per un po'.
"Volevo
dell'acqua fresca…" disse dunque, ormai stufo di quella diatriba.
"Non
mi incanti Malfoy…" sibilò Ron con gli occhi dardeggianti, mentre
alzava la bacchetta minacciosamente.
Degli scricchiolii distanti colsero l'attenzione
di entrambi fino a che una testa rossa non fece capolino nel salotto, arruffata
e gonfia di sonno.
"Che state facendo voi due?" esclamò Ginny
realizzando in quel momento la scena di fronte ai suoi occhi.
Draco e Ron entrambi
in boxer e maglietta si puntavano addosso a pochi metri di distanza le rispettive
bacchette. Entrambi spettinati, entrambi furiosi.
"Il tuo fidanzato si
è tradito!" esclamò Ron senza smettere di squadrarlo con rabbia.
"Tuo
fratello è malato di mente!" ribatté Draco non meno attento
al suo avversario.
Ginny si passò una mano tra i capelli scotendo la
testa.
"Se uno di voi non fosse mio fratello e il mio fidanzato non portasse
i calzini tirati su fino a mezza gamba, molto probabilmente troverei molto sexy
e virile una scena del genere… ma dato che sono anche molto assonnata bè,
finitela che non siete un bello spettacolo e andatevene a letto!" e così
dicendo si portò al frigorifero, scansando Draco, estraendo una bottiglia
di acqua fresca.
"Ma dov'era? Io non l'ho trovata prima!" si lasciò
sfuggire Malfoy abbassando di poco la guardia.
Ginny fece spallucce versando
un po' d'acqua per lei e per i due contendenti.
"Sedetevi sul divano…"
ordinò con voce imperiosa che somigliava in maniera impressionante a quella
della signora Weasley.
Draco per un attimo si fece pervadere da un brivido
terrore.
"Mi spiegate cosa stavate facendo? Insomma ormai non siete più
dei ragazzini! I tempi delle stupide discussioni sono finite. Siete o non siete
uomini adulti? Perciò comportatevi come tali. Io voglio… anzi pretendo
che prima del mio matrimonio tra voi due non ci sia più alcuna questione
irrisolta, per cui, se avete qualcosa da dirvi vedete bene di chiarirvi questa
sera, altrimenti saranno grossi guai… per entrambi!" e lanciando un'occhiata
esplicativa ad ognuno di loro si allontanò di nuovo su per le scale.
Draco
e Ron si lanciarono un'occhiata in tralice e poi tornarono a guardare dritto di
fronte a loro cercando di ignorarsi in qualche modo.
"D'accordo…"
cominciò Draco incrociando le braccia "Chiedimi scusa e concludiamo
la faccenda."
Ron represse una risatina divertita.
"Io chiedere
scusa a te? Per cosa? Semmai sei tu quello che mi deve chiedere scusa!"
"Io?
Io non ho nulla per cui chiedere scusa!"
Ron si volse con ferocia.
"Come
no? Hai tutto da farti perdonare, a partire dal fatto che ti sei fidanzato con
mia sorella!"
Draco alzò le braccia al cielo con stizza. Cominciare
una discussione proprio su quell'argomento non era proprio il caso.
"Senti…
non ho intenzione di chiedere scusa per una cosa che voglio fare! Io e tua sorella
ci siamo messi insieme perché ci vogliamo bene, se ci sposiamo non lo facciamo
per divertimento, siamo grandi e vaccinati, entrambi consapevoli delle nostre
scelte! Io non so che problema hai ancora con me, ma vediamo davvero di chiarirlo,
perché francamente sono stufo di dovermi giustificare per qualsiasi cosa!
E sono stufo di vedere Ginny sempre in agitazione per questo!"
Ron osservò
il ragazzo senza mutare la sua espressione, anche se il monologo di Draco sembrava
in qualche modo averlo messo nelle condizioni di farlo riflettere. Forse aver
tirato in ballo i sentimenti di Ginny non era stata una mossa sbagliata. Forse
avrebbero potuto cominciare a discutere in maniera un po' più matura. Ron
incrociò le lunge gambe sul divano e guardò il soffitto.
"Vuoi
sapere che problemi ho con te? Non mi piaci! Non mi sei mai piaciuto!"
"Guarda
che la cosa è reciproca…" commentò Draco a mezza voce.
"Io
non so cosa Ginny abbia trovato in uno come te. Francamente ho sempre pensato
meritasse qualcosa di meglio, di molto meglio!"
"Qualcuno come Potter,
per esempio?" domandò Draco non nascondendo il disgusto nelle sue
parole.
"Sempre meglio lui, di un ex Serpeverde, sbruffone e stronzo come
lo eri tu ai tempi della scuola!"
"Sì, non mi sono fatto mancare
nulla ad Hogwarts!" esclamò Malfoy con un sorrisetto ironico stampato
in viso.
Ron sospirò a fondo coprendosi le gambe con la coperta.
"Ginny
dice che sei cambiato…" sussurrò forse un po' rassegnato "Io
il cambiamento non l'ho visto… ma sei lei mi assicura una cosa, tendo a crederle.
Il fatto che però tu non mi piaccia resta. Questo non posso cambiarlo."
Draco
fece una smorfia e si strinse nelle spalle.
"Idem. Ti assicuro che non
starei nemmeno tentando di fare un dialogo civile con te se non fosse per Ginny…"
Ron
gli scoccò un'occhiata strana.
"Le vuoi bene davvero?" chiese
quasi sussurrando, tanto che Draco dovette formulare mentalmente la domanda un
paio di volte prima di rispondere.
"Bè… se non fosse così,
questa sera non sarei nemmeno venuto qui!" ammise, senza credere di poter
fare una confessione simile proprio a Ron. "Insomma, io non so a cosa siete
abituati voi, ma questa riunione di famiglia mi ha steso! Letteralmente!"
Ron
finalmente si lasciò andare ad una risata rilassata.
"Le famose
cene Weasley! Sono un test decisamente efficace…" disse strofinandosi
gli occhi, soddisfatto "Se superi questa prova, sei della famiglia!"
"Un
test?" domandò Draco spiazzato.
"Certo, un test. La mamma
non lo sa, ma la tradizione è nata praticamente da quando Bill portava
le sue fidanzate a casa! Non hai idea di quante ne abbiamo fatte scappare…
Penelope invece, la moglie di Percy, ha resistito…"
"Ma siete
dei sadici!" sussultò Draco scioccato.
"Non fraintendere…
non tutto ciò che facciamo nasce da un calcolo… però diciamo
che stasera ci abbiamo messo più impegno del solito. Conoscendoti…"
"Grazie…"
"Non
c'è di che…" mormorò Ron "Comunque il test mi pare
tu lo abbia passato, più che brillantemente anche… ed è questo
che mi fa incazzare da matti."
"Spiacente." Disse Draco sarcastico
"Questo spero non voglia dire che ora faccio parte della famiglia."
Ron
fece una smorfia piuttosto eloquente.
"Ne facevi già parte dal
giorno in cui ti sei messo con Ginny… accetti lei, accetti anche noi. Il
problema sta nel fatto se noi riusciremo ad accettare te. Ma data la situazione…"
Draco
tossicchiò nervosamente, la situazione era leggermente surreale, mai e
poi mai nella sua vita avrebbe pensato di dialogare così amabilmente con
il migliore amico del suo peggior nemico.
Improvvisamente Grattastinchi, sceso
dal divano per sgranchirsi le gambe, spiccò un balzo finendo dritto dritto
sulle ginocchia di Ron, accoccolandosi tra le sue gambe, appagato.
"Gattaccio…"
fecero i due in simultanea, lanciandosi uno sguardo preoccupato.
"E' il
gatto più orrendo che abbia mai visto…" commentò Draco
allontanandosi leggermente.
"E lo dici a me?"
"Mi spieghi
allora perché te ne prendi cura?" domandò Draco cominciando
al alzarsi. Forse era arrivato il momento di tornare a letto.
"Hermione…"
mormorò il rosso tristemente, cercando di spostare il gatto affinché
non gli gravasse sullo stomaco come un grottesco piumino di pelo.
"Zerbino…"
commentò Draco allontanandosi.
"Ha parlato…" esclamò
Ron cercando di spolverare la coperta per rimettersi a dormire "Oh Malfoy!"
lo richiamò poi, alzando la testa quel tanto che bastava per farsi vedere
dal biondo "Se fai soffrire mia sorella… ti taglio le palle, siamo intesi?"
Draco
non dovette guardare il gesto più che esplicito delle dita di Ron e il
suo sguardo crudele per capire che lo avrebbe fatto davvero.
Svegliarsi
al mattino guardando il viso della persona amata, è forse il modo migliore
per cominciare la giornata. Svegliarsi al mattino guardando il viso della persona
che più si detesta al mondo, è forse il modo peggiore per cominciare
la giornata. Se poi si aggiungono i postumi per una sbornia colossale il quadro
è perfetto.
Draco si mise a sedere, arricciando le labbra in una smorfia,
osservando il ragazzo che ancora dormiva nel letto di fianco al suo. In quel momento
Harry emise un grugnito inarticolato, mentre un filo di bava gli scendeva dall'angolo
della bocca.
Draco raccattò i suoi vestiti e li indossò rapidamente.
Puzzavano di fritto e di birra. Avrebbe dovuto portarli in tintoria e concedersi
lui stesso un lungo bagno per lavar via quell'odore opprimente. Scese di sotto
silenziosamente, o almeno ci provò dato che le scale scricchiolavano rumorosamente
a ogni suo passo.
Dalla cucina proveniva un buon profumo di caffè. Bene.
Non
appena entrò si accorse che era presente solo Ginny. Anche il divano dove
aveva dormito Ron era vuoto. Decisamente meglio.
"Buongiorno" lo
salutò la ragazza, sollevandosi sulle punte dei piedi e baciandolo sulle
labbra.
"'giorno" rispose Draco, avvolgendole la vita con le braccia.
"Volevo
scusarmi con te per il comportamento dei miei fratelli... non so cosa gli sia
preso..." mormorò Ginny a bassa voce.
"Non importa"
"Cosa?"
ribattè la ragazza con tono incredulo, spalancando gli occhi.
"Ho
detto che non importa" rispose Draco, stringendosi nelle spalle.
"Sei
davvero il fidanzato migliore del mondo" esclamò Ginny, baciandolo
ancora.
Draco si staccò da lei di malavoglia, passandosi una mano tra
i capelli ancora spettinati.
"Devo andare. Devo passare da casa e cambiarmi.
Ho un pranzo di lavoro... anche se non so ancora come farò a mangiare.
Ieri sera credo di aver immagazzinato scorte alimentari per un mese!"
"D'accordo.
Ci sentiamo più tardi?"
"Certo" rispose Draco, deponendole
un ultimo, frettoloso bacio sulle labbra.
"Ti amo" aggiunse Ginny
prima che lui si smaterializzasse.
Si materializzò nel suo salotto e
si abbandonò sul divano con uno sbuffo. Lasciò il suo sguardo vagare
sui suoi mobili moderni, sulle pareti, tappezzate da quadri dall'enorme valore
artistico, sui tendaggi bianchi e a un tratto si sentì solo.
Solo nel
suo bel appartamento ordinato e dall'odore non ben definito. Era tutto un pò
asettico e impersonale, come la camera di un albergo.
Draco prese un foglio
e vi scrisse sopra solo poche parole:
Ginny,
questo pomeriggio posso venire a prendere il tè a casa tua?
Draco
La
porta scivolò silenziosamente sui cardini, rivelando la figura sorridente
della signora Weasley.
"Draco, caro!" lo accolse, abbracciandolo
come se non si vedessero da molto tempo, invece che dalla sera precedente.
"Buongiorno,
signora" rispose al saluto Draco, rigido come un paletto, mentre la donna
lo liberava dalla sua stretta.
"Quante volte ti ho ripetuto di chiamarmi
mamma! O almeno Molly!" lo rimproverò, sventolandogli un indice davanti
al naso "Vieni con me! Ginny arriva subito" gli disse scortandolo in
cucina, dove un altro ragazzo era seduto al tavolo intento a mangiare una fetta
di crostata.
"Potter! Ma non ce l'hai una casa tua?" ringhiò
Draco schifato.
"Su bambini non litigate, mentre vado di sopra
a controllare a che punto è Ginny" disse Molly, sparendo su dalle
scale.
Draco guardò nuovamente ora Harry ora la crostata. Doveva ammettere
che aveva un aspetto invitante. Si sedette di fronte al ragazzo e si tagliò
una fetta di torta, addentandola con gusto.
Poco dopo arrivò anche
Ron. Si bloccò sulla soglia, con la fronte aggrottata in un'espressione
di disappunto, notando Draco nella cucina.
L'ex Serpeverde gli rivolse un cenno
di saluto con il capo.
Ron rispose allo stesso modo, accomodandosi di fianco
al suo migliore amico e servendosi un pò di crostata.
"Chi l'avrebbe
mai detto?" borbottò Harry dopo qualche minuto, innaffiando la torta
con un pò di limonata.
"Cosa?" ringhiò di rimando Draco,
senza smettere di mangiare.
"Avresti mai creduto possibile... questo.
Noi tre, seduti allo stesso tavolo, a mangiare una fetta di torta?" spiegò
il mago con gli occhiali.
"Se lo avessi creduto possibile, mi sarei gettato
nel lago con una pietra legata al collo" rispose Draco, ingurgitando l'ultimo
boccone di torta.
"E io ti avrei aiutato a cercare una pietra abbastanza
grande per tenerti sott'acqua." aggiunse Ron con la bocca piena.
Harry
gli scoccò un'occhiata indecifrabile.
"Un'altra fetta?" gli
chiese.
"Taglia" rispose Draco "Sia chiaro, però, che
voi due continuate a non piacermi." aggiunse secco.
"Non c'era nemmeno
bisogno di specificarlo! Neanche tu mi vai a genio!" ribattè Ron.
"Concordo."
aggiunse Harry.
E tutti e tre si rimisero a mangiare la torta di mamma Weasley,
inconsapevoli di essere spiati da una sorridente Ginny.
Fine? No, certo che no, siete tutti invitati al matrimonio... ovviamente pregati di prendere posto in chiesa dalla parte dello sposo!
***
E la storia finisce qui... per ora, come avete letto dall'ultima frase, ma non è detto che non ci faremo risentire ancora. Per adesso però non ci resta che salutare tutti e ringraziare tutti, ma proprio tutti quelli che ci hanno recensito e trasmesso il loro entusiasmo per questa ff. Lo ribadiamo siete MITICI! Ma non vi abbandoniamo oh no, ci faremo sentire nuovamente!