Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Ryta Holmes    01/05/2008    7 recensioni
Una storia piena di avventura, di suspance e di amore... è diversa dalle solite!
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran, Sakura, Sakura Kinomoto, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 7

ABBAGLI

Sakura era ferma in lacrime. Shaoran, davanti a lei la fissava con sguardo vuoto, pronto ad un nuovo attacco. La ragazza avvertiva la lama gelida contro la sua spalla, mentre un rivolo di sangue le scendeva lungo il braccio.
Possibile che fosse successo quello che mai si sarebbe aspettata? Possibile che la persona che amava e da cui credeva di essere ricambiata, la condannava a morte in quel modo? Non era possibile, non poteva essere vero! Eppure…
Poi una voce lontana la fece sobbalzare. “Non sono io!” diceva, “Non sono io che ti sto attaccando!”. La voce di Shaoran rimbombava nelle sue orecchie. Aprì gli occhi di scatto per rivedere il suo viso. No, non era lui che parlava, almeno non quello che aveva davanti. Ma quando abbassò lo sguardo, allora una piccola scintilla le aprì gli occhi.
“La spada…” mormorò notando che non era quella che il ragazzo aveva sempre utilizzato, era quella della sua carta The Sword.
Ricercando nel suo cuore tutte le forze, schivò velocemente un altro tentativo di attacco e corse verso il cortile, fuori di casa.
Doveva combattere e aveva bisogno di uno spazio aperto. Sentì già la presenza di Shaoran alle spalle, quando richiamò con la formula magica il suo scettro.
“Accidenti, come faccio ora a combattere contro di lui?” esclamò preoccupata, mentre cercava di schivare un altro attacco da parte del ragazzo. Le venne in mente di quando aveva salvato la sua amica Rika dal potere della stessa carta, ma quella volta aveva utilizzato The Illusion, mostrandole la persona a cui era più affezionata, per poterla distrarre; e adesso, come avrebbe fatto? Non le rimaneva altro da fare che cercare il sigillo che rendeva così malvagia la sua carta. Richiamò The Jump per poter evitare gli attacchi con la spada più velocemente e nel frattempo cercare il sigillo. Era difficile con tutto quel movimento, e lo divenne ancora di più quando si rese conto che un cerchietto nero cingeva il polso di Shaoran.
“Non posso colpirlo! Devo cercare una soluzione!” si disse, mentre saltava di nuovo per non farsi prendere dalla lama tagliente della spada.
“Wathery! Acqua!” urlò poi decidendosi “Wathery, colpiscilo con un’ondata in modo da stordirlo solamente!” ordinò alla carta. Questa creò davanti a sé una colonna di acqua e la scagliò contro il ragazzo, il quale, colpito in pieno, cadde per terra frastornato. Sakura non perse tempo, saltò ancora una volta e recitò la formula magica, mentre la stella dello scettro cambiava posizione e andava a colpire il polso di Shaoran. Il sigillo si ruppe e svanì e il ragazzo riacquistò espressione. Era ancora svenuto, quando Sakura tornò a terra.
“Ce l’ho fatta!” esclamò trionfante, ma una risata le impedì di avvicinarsi al ragazzo inerme. Si voltò di scatto mentre una strana sensazione di ansia si impadroniva di lei. Di chi era quella risata così cattiva e diabolicamente contenta? Era di una donna, una ragazza forse, il viso coperto da una maschera cinese e la figura scura seduta comodamente sul muricciolo del cortile.
“Ti ringrazio di avermelo reso indifeso, ora non avrò più problemi a catturarlo!” fece la donna contenta, mentre con un gesto della mano, creava una sfera magica nel quale rinchiuse Shaoran. Sakura fece per opporsi e avvicinarsi al ragazzo, ma qualcosa le impedì di muoversi: era una radice.
“Bene, mentre la catturacarte è impegnata a combattere contro la carta della Terra, io penso che me ne andrò con quello che cercavo! Addio Sakura!” esclamò prendendo il volo e portandosi dietro il corpo ancora svenuto di Shaoran.
“No Shaoran!” urlò la ragazza mentre cercava di liberarsi dalla morsa della carta The Earthy, ma veniva sempre più bloccata dalle radici “Shaoran!!!”
Non riusciva a muoversi, avrebbe voluto inseguirli, cercare di far qualcosa, ma la consapevolezza che quello a cui più era legata se ne stava andando via, la annientava.
“Shaoraaaaaaaaaaaaaan!!”
Prima che potesse far qualcosa, qualcosa al di sotto dei suoi piedi prese ad ingigantirsi. La radice che le bloccava il piede era minuscola in confronto al gigantesco tronco che si stava formando dal terreno.
“Sakura, sono due le carte!” sentì Kero-chan che doveva essersi risvegliato, lontanissimo, solo un’eco mentre tutto attorno tremava e la strada si distruggeva sempre di più.
La ragazza serrò le labbra con forza. Non poteva fare altro, adesso doveva adempiere al suo ruolo di cattura carte.
Lo scettro in mano, era tornato normale, ma pronto non appena avrebbe trovato dove si nascondevano i sigilli.
“The Earthy e The Wood!” gridò, rendendosi conto del fatto che le due carte avevano deciso di collaborare per sconfiggerla. Dovette scartare da un lato, quando alcuni rami appuntiti le vennero incontro spaventosamente veloci, ma uno di questi riuscì a colpirla, ferendola ad un braccio.
Strinse i denti, trattenendo un gemito per il dolore e continuò a ripetersi di non darsi per vinta.
“Devo farcela, devo…”
Richiamò The Jump e di nuovo cercò in tutti i modi di schivare quegli attacchi così feroci e tanto impensabili per delle carte così pacifiche.
“Dove sei…. Dove ti-“ allargò gli occhi, interrompendo il flusso dei propri pensieri. Si era infatti, accorta che una fascia nera, piuttosto spessa, circondava la base dell’enorme tronco: così presa dal cercare tra i rami, non si era accorta di quello che c’era sotto.
“Sakura, attenta!!” urlò Kero-chan spaventato, quando la padrona prese a correre sul tronco senza fermarsi e rischiando più di una volta di inciampare e cadere. La vide gridare di dolore, quando delle foglie taglienti, la trapassarono diverse volte e restò sbalordito da tanto coraggio.
“SAKURA CARD, SPEZZA L’INFLUENZA DEL SIGILLO, E RITORNA AL TUO VERO ASPETTO!!” l’infrangersi dello scettro contro la fascia nera, fece un gran frastuono… era come se non volesse rompersi.
“Cosa… cosa succede!” riuscì a dire, nonostante lo sforzo. Era come quando aveva dovuto distruggere i sigilli delle carte di Luce e Oscurità, solo che questa volta era da sola. Non c’era Shaoran a sostenerla, non c’era lui a infonderle coraggio. Shaoran era nelle grinfie del nemico, chissà a cosa era destinato... lo avrebbe rivisto più?
Fu questo, unito alla stanchezza, che decretò la fine di quel combattimento. Le carte, accortesi della debolezza della loro vecchia padrona, ebbero la meglio. La punta dello scettro esplose, catapultandola all’indietro, mentre il tronco enorme svaniva e si formavano nel polverone due figure.
Sakura riuscì a riconoscerle, prima di chiudere gli occhi e svenire. The Earthy e The Wood, lanciarono un ultimo sguardo di odio verso la ragazza e poi presero il volo, fuggendo via.
“Sakuraaaaaa! Sakuraaaaaaaa!!”
Era tutto lontano, come se provenisse da un altro pianeta. Aveva perso i sensi? Era morta? E quelle voci, di chi erano?
“Sakura, rispondi, ti prego!”
“Guarda cosa è successo, Sakuraaa!”
Kero-chan? Touya? E poi chi altro c’era?
“Presto, portiamola in casa! Vado subito a chiamare Eriol!”
Ebbe la sensazione che qualcuno la prendesse in braccio. Braccia forti e solide, rassicuranti. Poi l’incoscienza prese maggiormente il sopravvento e non capì più nulla…


La bolla contente Shaoran e la donna con la maschera cinese, entrarono attraverso una delle grandi finestre della vecchia villa dei Reed.
Lei era al settimo cielo, sorrideva dietro la maschera e di tanto in tanto lanciava occhiate alla sua preda, non tanto per paura che scappasse, quanto per compiacersi di quella caccia.
“Lo hai con te?” una voce impaziente, catturò la sua attenzione di colpo. Si voltò scorgendo l’ombra del vecchio discendente dei Reed sulla soglia della stanza. Vecchio solo sulla carta poi, considerato che grazie alle energie accumulate negli ultimi mesi, era come ringiovanito ed era diventato forte come prima che Clow Reed, lo sconfiggesse e lo relegasse alla forma ignobile di un vecchio senza speranza.
“E’ stato un osso duro. Ma alla fine l’ho avuta vinta io.” Mei-ling si tolse la maschera, dietro la quale era celato un ghigno trionfante. Nemmeno l’inquietudine causata dalla presenza di Reed, poteva adesso rovinarle quel momento.
L’essere ormai ringiovanito, non si scompose più di tanto, lanciò delle brevi occhiate verso la bolla, girandoci intorno. “C’era da aspettarselo comunque… avevi ragione.” Rivolse finalmente l’attenzione alla ragazza. “Adesso sai cosa farne.”
Mei-ling rabbrividì allo sguardo che le lanciò, ma annuì cercando di non darlo a vedere. “Sarà fatto.” Si allontanò, riportando l’oscurità nelle sale delle stanze al primo piano.
Reed sorrise nel buio, di pura malignità.
“Cara Catturacarte. Avrai una bella sorpresa, adesso.”


Sakura sbattè le palpebre più volte, quando l’incoscienza cedette il posto alla lucidità e lei si ritrovò nuovamente nella sua stanza. I mobili erano stati ricomposti, mentre quello che era stato rovinato, era stato portato via.
Probabilmente era stato suo fratello ad avere quell’accortezza. Aveva pensato forse che sarebbe stato più doloroso per lei, risvegliarsi in mezzo al caos che prima Shaoran aveva fatto.
Strinse la coperta con forza, mentre i ricordi le ritornarono alla mente.
Shaoran, la carta Sword e poi The Earthy e the Wood che la attaccavano e infine….
“Il mio scettro…” soffiò quelle parole, con angoscia, mentre una morsa al centro del petto si impadroniva di lei. Si portò una mano sul cuore, chiudendola a pugno e alcune lacrime le sfuggirono dagli occhi.
“Il mio scettro…” ripetè con rabbia, stringendo i denti e lasciandosi andare al pianto.
Si abbandonò a quel momento di disperazione per alcuni lunghi minuti, fino a che non sentì il bisogno di smettere.
A cosa serviva piangere in quel modo?
Avrebbe riportato lì Shaoran?
Avrebbe ricomposto il suo scettro?
Si alzò, lanciando in aria le coperte, mentre una rabbia che non era mai stata sua, si era impossessata del suo animo. Si asciugò il viso, sciacquandolo e poi scese al piano di sotto, in cerca di qualcuno.
Come si aspettava, trovò Touya, Yue e Kero-chan, assieme alla signorina Mizuki e a Tmoyo. Non appena raggiunse gli ultimi gradini, tutti si voltarono nella sua direzione, come se si fossero scottati.
“Qual è la situazione?” domandò e si stupì della durezza della sua voce.
Kero-chan volò verso di lei, per abbracciarla, ma parve quasi esitare, quando incrociò i suoi occhi.
“Sakura! Come ti senti?”
“Sto bene… io sto bene. Ma lo scettro? Che cosa è successo?!”
Forse fu la sua domanda appassionata a zittire tutti, forse il fatto che – e questo lo temeva – le notizie fossero terribili. Ma tutti si zittirono e chinarono il capo. Tutti eccetto Touya e la signorina Mizuki.
“Sakura, ancora non lo sappiamo. Eriol ci sta lavorano su, per cercare di ripararlo.” Kaho rispose prontamente, mantenendo il suo temperamento tranquillo in qualsiasi situazione. Si alzò facendo segno alla ragazza di avvicinarsi.
“Vieni a sederti, piccola. Stiamo parlando della situazione ed è giusto che partecipi anche tu.”
Sakura annuì silenziosamente, avanzando con passi veloci. Si sedette accanto alla donna, non accorgendosi che suo fratello la fissava ancora insistentemente.
“Spiegatemi cosa è accaduto… io non ne sono sicura, ma quel sigillo… e poi quella donna che si è portata via Shaoran…”
“Non sappiamo niente di quella donna.” Questa volta fu Yue a rispondere. “Ma quando sono venuto in tuo soccorso, ho avvertito chiaramente un forte potere.”
“Ciò significa che abbiamo a che fare con magia dell’Oscurità.” Finì per lui Kero-chan. “Ti ricordi? Tutte le volte che non riuscivo a sentire che eri un pericolo, al contrario di Yue. La mia magia non riesce ad avvertire il nemico, perché è della Luce.”
Sakura ascoltava in silenzio, annuendo e lanciando occhiate veloci verso tutti i presenti. Fu allora che finalmente si accorse di Touya. Ma non riusciva a reggere il suo sguardo e finì per scostarlo più volte.
“Il sigillo invece, era troppo potente e troppo grande per il tuo scettro. Erano due carte assieme ad essere sigillate.”
“Ma con le carte Dark e Light ci sono riuscita!” ribattè la ragazza frustrata.
“Ma non da sola.” Replicò Kaho, serafica. Ancora una fitta di dolore, nel ripensare all’aiuto ricevuto da Shaoran. La signorina Mizuki le posò una mano sulla spalla, intuendo la sua sofferenza e le sorrise amichevolmente.
“Questa volta non solo eri provata dai precedenti combattimenti, ma anche il tuo animo era turbato per quello che è successo a Li. Di conseguenza la tua magia ne ha risentito.”
Sakura chinò il capo, sentendo nuovamente la rabbia invaderla. “Quindi è colpa mia.”
“Ma cosa dici, Sakura!” si lamentò Kero-chan, esplodendo. E assieme a lui, si unì anche Tomoyo. Il peluche continuò appassionato. “Lo sai bene che non è colpa tua, quello che è successo! Nessuno sarebbe in grado di mantenere il sangue freddo in una situazione del genere!”
“Questo lo dici tu!” a sorpresa, Sakura si alzò in piedi, inveendo contro l’amico. Tutti sobbalzarono, osservandola con aria sorpresa.
“Io sono la Catturacarte! Ho delle responsabilità!” si battè una mano sul petto. “E invece ho lasciato che altre due carte, sfuggissero al mio controllo e ho persino distrutto l’unica arma che mi permetteva di liberarle dai sigilli!! E per cosa?! Perché sono solo una stupida ragazzina che si lascia prendere dalle emozioni! E che non è capace di fare nulla, senza l’aiuto di qualcuno!”
Nessuno riuscì a ribattere a quelle parole. Perciò approfittando del silenzio, lasciò il tavolo, diretta nella sua stanza. Non voleva più vedere nessuno.
“Per me la riunione finisce qui.” Concluse gelida, sparendo su per le scale.
Il resto dei presenti, restò ammutolito. Nessuno aveva mai visto Sakura Kinomoto reagire in quel modo.


Touya aveva aspettato pazientemente che tutti decidessero di andare. Aveva salutato Yue e aveva chiesto a Kero-chan di lasciare Sakura per un po’, così il peluche aveva deciso di andare da Tomoyo, per quella notte, forse anche un po’ più sollevato.
Era forse quello che era rimasto peggio dalla reazione di Sakura, perciò era evidente quanto fosse giù di morale. Sperava forse che staccando almeno per una notte, la spina, si sarebbe sentito meglio.
Così Touya era finalmente rimasto solo, aveva perciò preparato la cena e poi era salito con un vassoio al piano di sopra e aveva bussato alla porta della stanza di Sakura.
“Non ci sono.”
La risposta apatica della ragazza, era risuonata dietro l’uscio, ma non aveva scoraggiato il fratello, che aveva aperto poco elegantemente la porta, blaterando un finto “Permesso!”
Sakura era sobbalzata e aveva rivolto a Touya uno sguardo torvo, ma poi aveva di nuovo incrociato i suoi occhi e non era riuscita ancora una volta, a reggere lo sguardo.
Touya aveva intuito la situazione, dopotutto sapeva quanto non ci fossero segreti tra loro due e sapeva che per lui, Sakura era come uno specchio.
Posò il vassoio sulla scrivania e si sedette accanto a lei, sul letto.
“Ti ho portato la cena.”
“Non ho fame.” Sakura si era girata di spalle, nel vano tentativo che lui si arrendesse e la lasciasse sola.
“Invece devi mangiare. Devi essere in forze per il prossimo combattimento.”
“Non è detto nemmeno che combatterò.”
Touya restò tranquillamente ad osservarle la schiena, senza perdersi d’animo. “Kaho dice che Eriol potrebbe sistemare lo scettro.”
“Me ne faccio molto, del potrebbe.”
“A me sembra invece, che sia tu, quella che non vuole combattere.”
Forse Touya aveva usato volutamente quelle parole per provocarla, perché avevano fatto breccia nel suo cuore, come un ferro arroventato. E lei era esplosa nuovamente, come poche ore prima in cucina.
“Non dire idiozie! Shaoran è chissà dove e tutte quelle carte disperse! Come diavolo puoi credere che io non voglia combattere?!”
“Non sei te stessa. Non è così la cattura carte, che noi conosciamo.”
Sakura esitò un attimo, ma poi tornò velocemente alla carica. “E come mi vuoi, Touya? Felice e sorridente, per quello che è successo?! Guardami, sono una Pasqua!”
Il fratello non diede peso al suo sarcasmo. Continuava a fissarla con assoluta serenità e sicurezza. E questo a Sakura non piaceva per niente.
“Io mi ricordo di una ragazza che non si è mai arresa, nemmeno quando quel Li diceva di non amarla più. E mi ricordo che per un attimo non ha mai pensato, che uno come Eriol potesse fallire o che i suoi amici non potessero aiutarla. Mi ricordo di una ragazzina testarda che non avrebbe mollato, nemmeno con lo scettro in mille pezzi, ma si sarebbe scervellata per trovare una soluzione.”
Regnò il silenzio, dopo quelle parole. La ragazza lo fissò interdetta, mentre sentiva le lacrime premerle gli occhi.
“Cosa… cosa devo fare…” mugolò piano, mesta.
Fu allora che Touya le sorrise e senza attendere oltre la attirò a sé per abbracciarla. “Devi solo essere te stessa. Verrà tutto da solo, pian piano. Ma non devi arrenderti e smettere di credere in quello che sei. La mamma non ne sarebbe felice, lo sai.”
Forse fu quel caldo abbraccio, forse il pensiero di sua madre, forse un po’ tutte le cose. Alla fine Sakura lasciò andare quelle lacrime e si sfogò tenendosi stretta a suo fratello, aggrappandosi alle sue braccia e singhiozzando tutto il dolore che sentiva dentro e che ancora non era riuscita a manifestare.


Continua…

Nuovo capitolo, dopo una vita. Finalmente mi sono decisa a riprendere in mano questa storia. Avete ragione, non può restare qui incompiuta ^^ e grazie a Lady Maryon che ha premuto tanto affinché mi tornasse la voglia di concluderla.
Per ora le cose sono addirittura peggiorate (immagino linciaggio collettivo per essersi ritrovati sto capitolo dopo anni di attesa…), ma non è detto che non migliorino… o che non peggiorino ancora di più ^^
Per ora sappiate che le sorprese non sono ancora finite.
A breve, il prossimo capitolo, del quale non ho ancora deciso il titolo, sorry.
Un grazie a tutti quelli che vogliono ancora sapere come finire questa fic e non se ne sono ancora stancati :*
Ryta

   
 
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