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Autore: brendy    21/12/2013    5 recensioni
“Aspetti qualcuno?”
“Cosa?”
“Ti ho chiesto se stai aspettando qualcuno” ripete, cercando di cogliere qualcosa nel suo sguardo.
“Diciamo di si”
Harry allora annuisce, infila le mani nella tasca della giacca e inizia a dondolarsi sulle sue scarpe, sentendosi decisamente fuori posto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jet Lag
Epilogo.
 
 
 
 L’aria di Novembre è fredda,  la macchina di Louis è senza riscaldamento e loro sono bloccati nel traffico di Londra.
Liam è piuttosto agitato —e lo è da più di tre settimane, ma Harry continua a fingere di non essersene accorto.
Louis, attento alla strada, canticchia allegro la canzone di qualche pubblicità che gli è rimasta impressa da quella mattina; Harry ha notato che anche lui è strano dalla sera al Nubes, ma non gli piace essere invadente quindi, rimane in silenzio e smette di farsi domande.
L’inverno sta iniziando nuovamente e il tabacchino di Tom —non è riuscito a non entrarci più, ha ancora lo stesso odore di tabacco e cicche alla menta e lui si sente ancora a casa, sente sulla pelle quella sensazione di sentirsi vivo, che gli è mancata.
I mesi adesso sono 19, le lettere sono moltiplicate, le cartoline diminuite e il pacchetto di Lucky Strike si sta quasi consumando.
“Sicuro di non voler venire a scuola?”
La voce di Liam è bassa, a causa del raffreddore che ha avuto nel week-end ed Harry annuisce, si sistema meglio il cappellino arancione e saluta i due ragazzi, dicendo che li avrebbe chiamati nel pomeriggio.
Entra nel piccolo negozio e dopo aver pagato il nuovo commesso, si avvia verso Pandenus; deve finire la relazione di ‘Looking for Alaska’, prendere una lattina di coca e tornare a casa, leggere qualche fumetto e poi crollare sfinito sul divano, per recuperare qualche ora di sonno.
Ha imparato a dormire di notte, a sprecare tempo per sogni di cui l’indomani, non ricorda nemmeno i primi cinque minuti e ha Riley in testa, forse perché è Novembre, perché il tabacchino di Tom non sa più di carta da giornali che lei amava sfogliare e tagliare o semplicemente perché è Riley, ed è costantemente nella sua mente, anche se continua a fingere che non sia così.
I muri di Pandenus sono stati verniciati da poco e pian piano, riempiti nuovamente con i vecchi e nuovi messaggi; Greg fischietta dalla cucina e ha appena tolto il cartello per cercare un aiutante.
Si siede al tavolo 5, che considera ancora il miglior posto di tutto il locale e ordina il solito, parlando a bassa voce e con lo sguardo puntato alla sedia vuota, di fronte a lui.
La immagina mentre ride, gli racconta la sua mattinata e le sclerate di Zayn, quando Niall non riordina le sue cose e si comporta come un bambino.
Mentre cammina per strada e conta i suoi passi in Do Minore e quando si morde il labbro, rotea gli occhi e si tortura le mani perché è in imbarazzo.
Gli piacerebbe essere in grado di fermare il tempo, in modo da poter tenere quei ricordi costantemente con lui, da riuscire a trattenere con se quell’immagine e quei suoni che stanno iniziando a sbiadire, così come la scritta sul pacchetto vuoto di sigarette che ha ancora in camera.
Ma le lascia andare, si maledice per averci pensato e torna a sorseggiare la sua coca leggermente sgasata perché rimasta aperta per troppo.
Dentro di se, ha la sua immagine che non parla, ce l’ha rinchiusa nella testa e dietro le palpebre degli occhi quando li chiude ma non vuole rovinarla troppo, perché con il tempo che passa ha il terrore di dimenticarsi di lei.
Il telefono squilla, facendolo sobbalzare dalla sedia e poi automaticamente, stringersi nelle spalle.
Risponde velocemente, senza guardare chi lo sta chiamando.
“…”
“Pronto?”
“…”
“Pronto?!”
In sottofondo si sente una risata nervosa e diversi colpi di tosse imbarazzati; c’è rumore di padelle e di qualche canzone di cui non riesce a capirne le parole.
Aspetta altri minuti poi la chiamata si interrompe e sbuffa spazientito, odiando maggiormente gli stupidissimi scherzi telefonici mal riusciti.
Guarda l’orologio e si affretta ad estrarre una banconota da dieci e lasciarla sul tavolo, sistemarsi lo zaino in spalla e incamminarsi fuori dal locale; è in ritardo e Louis tra meno di dieci minuti sarà fuori da casa sua.
Sente la campanella del Pandenus suonare nuovamente ma ha troppa fretta di raggiungere la fermata della metro, per voltarsi a guardare.
Scende le scalinate grigie e ancora bagnate dalla pioggia di qualche oretta fa, timbra il biglietto e si affretta a salire al volo nella cabina, prima che le porte si chiudano e la metro riparte.
Riprende a respirare e si siede nel primo posto libero che trova; non c’è molta gente intorno a lui e questo è un buon motivo per cui sentirsi sollevato, pensa.
Mancano ancora tre fermate, ha già scritto un messaggio di scuse a Louis che gli ha risposto con uno smile, che lo ha fatto sentire meglio.
“Certe abitudini non cambiano, vero?”
Cos-?
Alza gli occhi in direzione della voce, perché è impossibile, perché non ci sono probabilità che qualcuno abbia lo stesso Mi Alto e il timbro argentino come il suo.
“Il resto Harry, dovresti sempre prenderlo”
Riley è davanti a lui, la mano con le monete tesa davanti ai suoi occhi e i guanti scoloriti che le scoprono metà delle dita.
Indossa una maglietta grigia con delle scritte laterali in cinese, una sciarpa pesante e un giacchettino nero, dello stesso colore degli anfibi, che spiccano dopo le esili gambe fasciate dai collant rovinati.
Ha le labbra screpolate e inumidite da poco, gli occhi sono sempre gli stessi e il viso è uguale, forse leggermente più magro.
Non è truccata e ha le guance arrossate per il freddo.
È bellissima ed Harry non crede sia vera; non può esserlo.
“E che cosa ti avevo detto riguardo al camminare con lo sguardo basso? Non ti si addice, dovresti camminare guardandoti intorno, osservando tutti i dettagli possibili, altrimenti come fai a riconoscermi tra le vie di questa città?”
Ha il cuore in gola e questa volta crede davvero di morire.
Si è appena seduta al suo fianco e l’odore di fumo e muschio bianco gli arriva dritto alle narici, fino ad entrargli nei polmoni.
Cosa dirle adesso?
Ha preparato milioni di discorsi davanti allo specchio del suo bagno, sui banchi di scuola e mentre faceva la spesa.
Una volta l’ha persino scritto al posto del compito di scienze, tanto non aveva studiato e almeno non ha consegnato in bianco il foglio ma adesso è diverso, lei è li, in carne ed ossa e gli sta sorridendo e lui si sente come a casa.
“Mi sei mancata”
Scontato. Banale.
Riley annuisce e abbassa lo sguardo, mordendosi l’interno guancia e giocando nervosamente con le monetine che non gli ha ancora dato.
“Sei felice Harry?”
Lui ci pensa alcuni secondi, senza mai distogliere lo sguardo dal profilo di Riley.
“Adesso si”
“Mi dispiace”
“Anche a me” dice frettolosamente “Ho così —io ancora non ci posso credere che tu sia —dovrei chiederti così tante cose e dirti tante cose, solo che non-”
Si Bemolle nell’aria, mentre le porte si chiudono e la metro parte di nuovo.
Sta ridendo.
“La prossima è la tua fermata”
“Lo so”
“Sono passati 19 mesi e tu non sei cambiato affatto. Forse qualche tatuaggio in più e le occhiaia in evidenza”
Ma sei bello comunque, sei bello sempre Harry.
Aggiunge nella mente, guardando come le labbra del ragazzo si aprano lasciando che parole silenziose escano senza che lei riesca a capirle, perché le ritira indietro subito, stringendole in una linea chiusa.
“Resterai?”
“Sei sempre così curioso”
“Cosa?”
“Dimmi cosa vuoi adesso Harry, in questo momento”
Resterà.
L’ha appena confermato il sorriso che non è riuscita a trattenere nella prima risposta, il modo in cui il colore delle sue labbra sia diventato più acceso per via dei morsi.
Resterà e la metropolitana ci mette troppo poco per raggiungere le sue fermate.
Un leggero fischio si sente attraverso i vetri chiusi, prima che la cabina si fermi completamente.
“Voglio offrirti un caffè e sentirti parlare di questi mesi. Voglio sapere quello che mi sono perso in questo tempo”
Le porte si aprono ed entrambi si affrettano ad alzarsi.
Sono uno di fronte all’altro; lei dentro la cabina e lui fuori, oltre la linea gialla di sicurezza.
“Che altro?”
“Voglio avere la certezza che sei reale, perché ho passato troppo tempo a convincermi che mi fossi abituato alla tua assenza. Voglio anche che tu mi avessi parlato al telefono, poco fa ma direi che averti qui, davanti a me, è molto meglio”
Riley alza gli occhi al cielo e conta i secondi che restano, prima che le porte si chiudano.
126 secondi, coraggio Harry.
“Voglio anche sentirmi a casa, con te e voglio scusarmi”
“Per cosa esattamente?”
“Perché sto per complicare tutto nuovamente”
Riley non fa in tempo a rispondergli perché Harry afferra la sua mano, la trascina fuori da quella cabina prima che il fischio risuoni nella galleria e le porte si chiudano.
Oltrepassano la linea gialla e si guardano per alcuni secondi, si contemplano ed Harry sente il calore della pelle del suo viso, sotto le sue dita.
“Sto per baciarti Riley”
Lei ridacchia e si stringe nelle spalle: “Sicuramente non ti respingerò”
Le loro labbra si incontrano nuovamente, dopo troppo tempo e si assaporano, mentre il bacio diventa più intenso.
Harry chiede il permesso di approfondire quel contatto, di poter sfiorare la sua lingua e di morderle il labbro poco più tardi, quando senza fiato si allontana da lei.
Adesso è a casa, con lei stretta tra le sue braccia.
“Riley?”
“Mmmh?” bofonchia sulle sue labbra.
“Se devi andartene, questa volta verrò con te”
“Per le vacanze estive c’è ancora tempo Harry e Niall mi ammazza se non ti saluta entro dodici ore”
“Ti amo”
Riley sgrana gli occhi, si irrigidisce lentamente e appena le labbra di Harry tornano ad appropriarsi delle sue, si rilassa, felice di non averlo perso.
“Nonostante ti abbia fatto aspettare 19 mesi?”
“Potevano essere anche 4 anni, non sarebbe cambiato niente”
“Ci sono dentro Harry”
“Anch’io”
E quelli sono i tiamotiamotiamo migliori che Riley possa mai dirgli. È il suo modo di esprimersi, sono le sue parole che Harry ha imparato a conoscere e a classificare.
“Louis mi ucciderà se non  lo raggiungiamo”
“Dubito, è al Nubes”
“Come? Lui sapeva che-?”
“Anche Liam”
“Stronzi”
Riley sorride sulle sue labbra e intreccia le loro mani, mentre il cielo freddo di Novembre si fa più scuro e il sole, lascia il suo posto alla luna.
Dopotutto non importa quanto tempo abbiano aspettato per incontrasi di nuovo, adesso che sono nuovamente insieme, tutto andrà bene.
Si, hai ragione Lou, andrà tutto bene.
Pensa Harry, mentre porta Riley nel loro appartamento, contento che si siano ritrovati davvero in quella città.





 
Okay.. BONJOOOUR!
dopo un po' -tanto- di tempo, sono tornata con l'epilogo di Jet lag.
Non so davvero che cosa dire al momento, se non che questa storia è davvero finita e che non dovrò più aggiornarla e che mi mancherà terribilmente.
((spero che mancherà anche a voi che l'avete seguita fin qui))
L'epilogo è forse stata la parte che più mi è venuta facile, anche perchè me l'ero progettata nella mente un pomeriggio del cazzo, mentre mi stavo terribilmente annoiando al parchetto e boooom, ecco l'idea.
mi dispiace un sacco pubblicarlo, ma non potevo farvi aspettare tanto perciò.. eccolo qui!
prendetelo come il mio regalo di Natale, yeah?
Spero davvero che vi sia piaciuto, che non vi aspettavate una fine diversa -nel caso fosse così, voglio davvero saperla, sono curiosissima!
Ringrazio tutte le meravigliose persone che hanno seguito questa storia dall'inizio, chi l'ha scoperta per caso, chi l'ha letta e chi l'ha recensita.
GRAZIE DI CUORE! :))
sono felicissima di sapere che sono riuscita a farvi emozionare e ritrovare nei miei personaggi.
Non vedo l'ora di sapere che cosa ne pensate, per questo vi chiedo di lasciarmi una recensione (regalo di natale anche per me??) così da poter capire cosa vi passa per la testa mentre leggete ciò che scrivo.
maaaa, dato che amo troppo scrivere e dato che questo fandom lo intaso, non vi abbandono -anzi, ho appena pubblicato una mini-long, più sotto troverete il link nel caso voleste passare a leggerla **
vi mando un bacio enorme,
auguri a tutti voi!
brendy
<3
<3
<3


 
dusk
((la nuova mini-long))

un bacione, ancora!
grazie per avermi dato un po' del vostro tempo leggendomi
(?)



  
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