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Autore: Charlotte Elizabeth Moon    29/01/2014    4 recensioni
In una notte di luna piena, in cima ad una collina coperta da un manto d'erba umida, se ne stava seduta una ragazza dai lunghi capelli neri, lo sguardo volto al paesaggio notturno. L'aria era fresca e smossa da una leggera brezza che soffiando faceva danzare i fili d'erba e le foglie dei pochi alberi presenti. Nemmeno il bubolare dei gufi turbava la mistica quiete di quel luogo.
Non ricordava esattamente da quanto tempo si trovasse lì né perché vi si fosse recata. Del resto, quello era il posto migliore per pensare.
Senza distogliere lo sguardo dal panorama, strappò un fiore dal terreno e iniziò a giocherellarci distrattamente.
Finalmente, dopo tanti anni di addestramento, erano quasi pronti . Si sarebbe presa la sua deliziosa rivincita. Perchè, si sa, la vendetta è un piatto che va servito freddo e la sua si era già raffreddata abbastanza.
Sogghignò impercettibilmente, prima di gettare lontano il fiore distrutto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo uno





<< C harlotte, per favore, mi prenderesti quel barattolo là in alto? >>



<< Certo >>



Charlie si domandò come mai lo stesse chiedendo a lei, dato che Tom era molto più alto, ma non fece commenti e si avviò verso la polverosa mensola ed il rispettivo barattolo indicato dal vecchio.



Era un giorno come tanti e, come d'abitudine, si era alzata presto per andare a lavorare alla farmacia del nonno di Tom.

Erano mesi, ormai, che lavorava in quel posto. Era un mestiere interessante, poichè si imparavano un mucchio di cose sulle erbe, magiche e non, ed era divertente andare con Tom a cercarle nel bosco vicino al villaggio. L'unica pecca era la farmacia stessa. Era composta da due stanze, il negozio vero e proprio e il magazzino sul retro. Era un edificio molto vecchio. Il legno era ormai marcio, molti angoli erano pieni di ragnatele e le travi sembrava potessero cedere da un momento all'altro. In compenso, però, la merce era disposta sugli scaffali in modo preciso e ordinato. E, per rendere il tutto un po' più piacevole, il nonno di Tom aveva appeso alla parete diversi disegni colorati di draghi, sirene e folletti.



Charlie raggiunse la mensola e si allungò verso di essa per prendere il contenitore di vetro. Con sua grande sorpresa riuscì a raggiungerlo. Lo afferrò con la punta delle dita e ... crash. Il barattolo cadde con un gran fragore, seminando per la stanza le erbe profumate che erano conservate al suo interno.



Non fu tanto pulire, la cose fastidiosa, ma la risata di Tom che sembrava non finire mai.



<< La vuoi smettere, idiota? >> disse Charlie, cercando di sembrare arrabbiata, con scarso successo. Dopotutto, quella situazione divertiva anche lei.



<< Sei troppo bassa >> disse Tom, sghignazzando ancora.



<< Non sono bassa! Sei tu che raggiungi quasi i due metri! >> controbattè lei, fulminandolo con lo sguardo. E non stava affatto scherzando. Tom era un ragazzo molto alto, con braccia muscolose e spalle larghe. Non per nulla, metà della popolazione femminile al villaggio era cotta di lui.



<< Va bene va bene, ma fa ridere lo stesso >> concluse Tom, per poi prendere le erbe dalle mani della ragazza e portarle al nonno.



Charlie appoggiò la schiena al muro, sospirando. La mattina era iniziata da poco e lei era già stanca.

Il suo sguardo corse alla finestra, dalla quale si poteva scorgere il grande castello del Re. Si ergeva in cima ad una collina poco fuori il villaggio di Moowana, dove viveva Charlie. All'interno alloggiava tutta la famiglia del Re, la grande casata dei Wilson, e tutti i loro servitori.

Molti stranieri andavano e venivano spesso da Moowana, andavano al castello, si fermavano qualche giorno e poi ripartivano. Non c'era persona, nel regno, che non conoscesse quel villaggio.



Charlie non aveva mai visto quasi nessun componente della famiglia reale. Le era capitato di vedere la carrozza del Re un paio di volte, ma non era mai riuscita a scorgere nemmeno la sua corona.

Solo Hailee, la figlia del Re, di tanto in tanto scendeva al villaggio a farsi una passeggiata.



<< Charlie, smetti di poltrire e vieni qui a darci una mano >> urlò Tom, dal magazzino.



Charlie sospirò. Sarebbe stata una lunga giornata.





⇜ ⇝





Concentrazione.



Ecco cosa le serviva. Ma come concentrarsi, se si ha addosso la paura di fallire? Si spostò un poco più a destra e prese bene la mira. Sapeva che lui la stava guardando, non poteva sbagliare. Tese l'orecchio per percepire un eventuale soffio del vento, ma sembrava quasi che il tempo si fosse fermato. Nessun rumore proveniva dal fitto bosco e non c'era nemmeno un alito di vento a smuovere le foglie leggere dei rami.



Non c'era bisogno di essere così preoccupati. Dopotutto, non era nulla di importante. Ma lo sguardo di lui le metteva ansia. Era tesa come la corda del suo arco.

Fece un sospiro e scoccò la freccia.



Bersaglio centrato. La mela rossa cadde con un tonfo dall'albero e Charlie sorrise, trionfante. Lei e Tom si sedettero sotto il melo, degustando il bottino di lei.



Era bello, starsene lì tranquilli. Il tempo aveva ricominciato a scorrere: una brezza fresca si insinuava tra gli alberi del bosco, facendoli frusciare, mentre gli uccellini cinquettavano allegri. Sembrava quasi una melodia segreta di un mondo perduto.

Il profumo dell'erba fresca e delle foglie si univa alla dolce odore dei fiori, infondendo un senso di tranquillità ai due che se ne stavano lì a riposare.



<< Potrei rimanere qua per sempre, sai, Tom? >> disse Charlie d'un tratto, fissando il cielo azzurro schizzato di bianco.



Tom rise piano.



<< Ne sono felice, anche perchè dovrai tornarci presto. Domattina tocca a te andare a cercare le erbe, Cha >>



Charlie sbuffò. Odiava andare nel bosco da sola. Il bosco non era un posto sicuro per nessuno, figuriamoci per lei.



Purtroppo, però, Tom aveva da fare in farmacia. E lei non aveva altri amici all'infuori di lui, al villaggio. Sin da piccola non aveva mai condiviso i modi di giocare dei suoi compagni: giochi di guerra, morti, finti matrimoni. No, lei preferiva starsene a casa a leggere libri di favole o inventare storie di draghi e principesse, per quanto banale possa sembrare.

Tutt'ora i suoi coetanei usavano passare il tempo alla taverna del villaggio, la Bocca di Drago, ad ubriacarsi e fare le ore piccole. Lei era troppo impegnata per cose del genere. Passava tutto il giorno in farmacia o con Tom e poi correva a dormire, esausta com'era.



<< Dobbiamo andare, nonno ci starà aspettando >> la avvertì Tom alzandosi e tendendole la mano per aiutarla a fare lo stesso.



La magia si spezzò. Charlie guardò un punto lontano alla destra del suo amico. Poi si girò verso di lui e sorrise.



<< Andiamo >> disse, per poi afferrargli la mano.





⇜ ⇝





<< Quindi, proprio per il loro bisogno di prole, i draghi acquatici possono deporre più di un uovo >> stava dicendo il nonno di Tom, Rogan, ai due ragazzi tornati dal bosco.



Era il momento della lezione e Charlie non vedeva l'ora. Lavorando in una farmacia in cui veniva maneggiata prevalentemente merce proveniente dal mondo dei draghi era ovvio che servisse un minimo di istruzione in merito ad essi . Poi, a dirla tutta, queste "lezioni gratuite" a Charlie non dispiacevano affatto poiché i libri sull'argomento erano davvero molto costosi.

D'altronde, i draghi erano sempre state le sue creature preferite. Sin da bambina adorava leggere storie colme di queste creature valorose e cavalieri impavidi. Si immergeva nelle pagine, circondandosi di sogni e di speranze che la vita reale non sapeva fornirgli, trasformando le emozioni astratte in parole scritte. Era il suo modo di vedere la "magia" e i draghi rispecchiavano il concetto in modo perfetto.



<< Sono l'unica specie, giusto? >> chiese Tom << Tutte le altre depongono solo un uovo durante la loro vita, no? >>



Rogan interruppe il suo discorso e si voltò a guardare il nipote. Non sarebbe sembrato poi così vecchio se non fosse stato per le piccole rughe sparse sul suo volto, cicatrici indelebili dei segni del tempo. I capelli non erano grigi, come quelli di qualunque altro uomo della sua età, ma color mogano, così come i suoi occhi.



<< Esatto, ragazzo. Ma, come abbiamo detto, solo uno sopravvive alla prima settimana, in quanto ... >>



<< Sisi, va bene, abbiamo capito >> lo interruppe nuovamente Tom, scrivendo appunti sulla sua pergamena. Charlie si voltò a guardarlo e sorrise alla sua espressione concentrata. Gli era talmente familiare che quella fronte corrucciata e quegli occhi stretti a fessure sembravano gridarle "questa è casa". Dopotutto, quel ragazzo era la sua famiglia. Le era stato sempre accanto, da quando sua madre era morta.



La lezione continuò, finché, espresso l'ultimo concetto sulla vita dei draghi acquatici, il nonno non li congedò.

Tom, come ogni sera, decise di accompagnare Charlie prima ti tornare a casa. Certo, avrebbe allungato la strada, e anche di parecchio, ma non gli importava. Era bello spendere gli ultimi momenti della giornata con lei.



Gli ultimi raggi del sole illuminavano la strada di ghiaia, come per indicare ai due quale fosse la via. Il rumore dei grilli e delle cicale faceva da sottofondo, sostituendo quello degli uccelli. L'aria fresca li avvolse ed entrambi inspirarono profondamente.



<< Giornata pesante, vero? >> chiese Tom, sorridendo e passandosi le mani tra i capelli. Erano dello stesso colore di quelli del nonno, ma molto più morbidi e lisci.



<< Si, molto >> rispose Charlie, sbadigliando. Non vedeva l'ora di tornare a casa. Il suo libro nuovo e una tisana calda la stavano aspettando e a lei dispiaceva parecchio farli attendere.



<< Dai, guarda il lato positivo, domani ti attende il bosco >> disse ghignando. Sapeva che lei odiava andare nel bosco da sola, ma stuzzicarla era il suo passatempo preferito.



La ragazza non rispose. Il suo sguardo si posò sul tanto amato quanto evitato bosco. Adorava il colore verde brillante delle chiome e il tappeto di foglie secche sul terreno, ma sapeva perfettamente cosa si nascondeva nei meandri di quel posto incantato: unicorni carnivori, draghi spaventosi e lupi famelici.
Solitamente questi animali non si avvicinavano ai confini del bosco, dove sarebbe andata lei, ma la paura che qualche essere coraggioso ci provasse, proprio mentre lei era lì, era tanta.



Arrivarono alla modesta e trasandata casa di lei. Charlie bussò alla porta in legno, scheggiata e cigolante. Si udirono dei passi pesanti, poi lo scricchiolio della porta. Comparve sulla soglia il padre della ragazza che li salutò con un secco << Ciao >>.



<< Ciao, papà, saluto Tom ed entro >> rispose lei, facendo cenno verso il suo amico.



Il padre annuì prima di rientrare e lasciarli soli.



<< Allora a domani, Tom >> sussurrò, prima di lasciargli un bacio sulla guancia.



Tom sorrise.



<< A domani Charlie >> rispose lui, prima di voltarsi e dirigersi verso la sua casa. Charlie rimase qualche istante sulla soglia, fissando la figura del suo amico allontanarsi. Poi, sospirando, chiuse la porta, e il silenzio calò sulla strada ormai buia.









    * Lumos *

Ecco qua un nuovo capitolo. Sono leggermente in ritardo con la tabella di marcia, lo so, lo so, ma purtroppo la scuola mi porta via moltissimo tempo e mi è difficile riuscire a scrivere sempre. Allora, cosa ne pensate di questo capitolo?:) Vi piace? Avete critiche da muovermi? Sono molto ben accette, come al solito!



Ringrazio di cuore Lisa_stell , Svampi , BlueEyes__ , Infected Heart , _Orchidea , shyale , vampyria che hanno recensito lo scorso capitolo :)



A questo proposito vorrei consigliarvi la storia di Orchidea : Piccolo aereo, come ti invidio.

In ogni caso, se volete spiegazioni, chiarimenti o volete solo darmi un parere su twitter sono @charliemoon_ Su facebook, invece, potete trovarmi cliccando qui.

Bene, detto questo, vi lascio :)

A presto!



* Nox *







   
 
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