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Autore: thera    01/02/2014    4 recensioni
Se Minato fosse sopravvissuto all'attacco della volpe, che in questa if non è mai avvenuto, che cosa sarebbe successo quando gli Uchiha volevano fare il colpo di stato? Il clan Uchiha è pronto a sostenere questa ambizione? Come reagirà Konoha? E le altre nazioni?
Obito scosse più volte la testa per allontanare quei pensieri, ma sembrava che tutti i suoi sforzi andassero a vuoto, se riusciva ad allontanare quelle immagini, dopo qualche secondo, tornavano, inesorabilmente, indietro. L'imponente sagoma dell'ospedale servì insieme a rassicurarlo e metterlo ancora più in ansia, che cosa avrebbe fatto se lei fosse morta? Iniziò a correre più veloce, ma quello che vide riuscì solo a gelargli il sangue nelle vene, c'erano molti cadaveri e ancora più sangue, sul pavimento, sulle pareti e perfino sul soffitto. Come diavolo poteva finire del sangue sul soffitto? C'erano delle urla e lui si diresse istintivamente verso la loro fonte. Ma più avanzava più sembrava rallentato, tutti quei corpi stremati per terra lo distraevano, guardava tutti i loro volti, uno per uno, per accertarsi che non fossero lei. I suoi occhi lo ingannavano, ogni singola ragazza dai capelli castani assumeva inspiegabilmente le sue sembianze
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Minato Namikaze, Un po' tutti | Coppie: Minato/Kushina, Obito/Rin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Capitolo 2



Traditori e acquisizioni

Giorno 1 - notte


Itachi e Fugaku percorsero in silenzio la strada verso casa. Stava per scoppiare una guerra.

Itachi odiava la guerra, non portava altro che morte, desolazione e ancora morte.

Questa, poi, sarebbe stata inutile, anzi, non questa in particolare, tutta la guerra in generale era inutile, era solo il modo migliore per peggiorare le cose. Lui non avrebbe mai voluto che scoppiasse e per questo aveva aiutato gli Hokage.

Casa arrivò prima di quanto si aspettasse ed, appena si chiuse la porta alle spalle, suo padre gli disse:

Ultimamente la tua condotta mi ha molto deluso, ma esigo che tu non lo faccia adesso.”

Io non combatterò, padre.” gli rispose deciso il figlio. Non avrebbe voluto che quella guerra scoppiasse, figuriamoci combatterla. Non poteva uccidere persone che fino a qualche giorno prima erano stati compagni e amici, persone che sorridevano, scherzavano e avevano una famiglia a cui volevano bene.

Che cosa vorrebbe dire che non combatterai?! Io sono tuo padre e tu fai quello che ti dico io!” gli rispose Fugaku, furente. Suo figlio si stava rivelando una delusione, non aveva il benché minimo orgoglio e non capiva che il colpo di stato era legittimo.

"Tutto questo è sbagliato, come tutta la guerra del resto, e, oltre tutto, non ci porterà a nulla! Hai mai pensato a quante persone innocenti perderebbero la vita in una guerra che non è la loro?!” gli chiese il figlio fremendo di rabbia, riuscendo tuttavia a mantenere un tono di voce controllato.

Ma che cosa stai dicendo?! Come fai a non capire che è giusto? Il nostro glorioso clan è stato oppresso e a te non interessa nulla! Non sei degno di chiamarti Uchiha. Pongo più speranze in tuo fratello. Lui si che ci aiuterà.”

Itachi faticò un po' a comprendere quello che suo padre gli aveva appena detto. Non poteva lasciar combattere un bambino di sette anni! E se si fosse fatto male? Se fosse... No, Itachi non poteva contemplare quest'ultima opzione, non riusciva nemmeno a pensarlo! Sasuke non poteva vedere ciò che quella cosa comportava, era ancora troppo piccolo per affrontare la morte di qualcuno. Itachi sentì gli occhi bruciargli e per un attimo gli si annebbiò la vista, ma rispose al padre perdendo del tutto la calma:

Sasuke è solo un bambino! Come puoi solo pensare che possa combattere? Gli stai negando un futuro già con questa guerra, ed ora vuoi anche farlo combattere? I bambini hanno bisogno di un futuro e i bambini morti non ne hanno uno.”

Tu non capisci. Lo sto facendo per il suo futuro. Se proprio vuoi che non combatta, fallo tu al suo posto.”

La scelta si presentò davanti a Itachi come una luce nel buio. Non ci pensò su nemmeno un istante, sarebbe andato contro i suoi principi, sarebbe andato a combattere, sarebbe andato anche incontro alla morte se significava salvare Sasuke. Lui non avrebbe visto tutto questo. Quando suo padre ebbe la sua risposta, gli girò le spalle incamminandosi verso l'altra stanza e, quando fu sulla soglia, gli disse:
“È proprio ingiusto che tu che non sei degno di portare il nome degli Uchiha abbia acquisito questo dono.”


***

Giorno 2 - mattina


Quella mattina era particolarmente bella, non una singola nuvola turbava il perfetto cielo azzurro, tuttavia a Konoha la quiete stava proprio per essere rotta.

La prigione era buia e sporca, ma questo non era poi tanto strano. La cosa strana era invece che tutte le celle erano vuote, e, cosa ancora più strana, non c'era nessuna guardia che cercava di riacciuffare i prigionieri, anzi, erano state proprio loro a farli fuggire.

Obito stava correggendo il rapporto riguardo l'ultima missione quando suo fratello Shisui irruppe nella stanza. Sembrava preoccupato e Obito intuì che quello che volesse dirgli riguardava la guerra.

È iniziata.” Queste due sole parole produssero un profondo turbamento nell'animo di Obito. Non poteva essere iniziata, non ancora...

Hanno deciso ieri i dettagli. Evidentemente non si fidano di te, ti ritengono troppo vicino all'Hokage. Il loro obbiettivo è l'ospedale. Vogliono uccidere i medici.”

L'ospedale? No, non era possibile, non poteva essere possibile, Rin era un medico e soprattutto, Rin era all'ospedale! Obito cercò di controllarsi per non andare nel panico più totale, non era più un tredicenne a cui tremavano le gambe al primo attacco nemico, il suo autocontrollo non era più solo a parole. Doveva fare qualcosa, ma...

Guardò il fratello esitante per un attimo.

Che cosa ci fai ancora qui?” gli rispose semplicemente Shisui. Obito gli sorrise e gli disse un grazie prima di correre via.

La strada per l'ospedale non gli sembrò mai così lunga come quella volta, non riusciva a non pensare mille modi diversi in cui Rin avrebbe potuto perdere la vita. Nella sua testa la vedeva immersa in un lago di sangue, trafitta alla schiena, o allo stomaco o al cuore. Poteva avere la testa mozzata, o peggio, il suo corpo poteva essere stato smembrato, oppure poteva essere rimasta intrappolata sotto qualche detrito, o …

Obito scosse più volte la testa per allontanare quei pensieri, ma sembrava che tutti i suoi sforzi andassero a vuoto, se riusciva ad allontanare quelle immagini, dopo qualche secondo, tornavano, inesorabilmente, indietro. L'imponente sagoma dell'ospedale servì insieme a rassicurarlo e metterlo ancora più in ansia, che cosa avrebbe fatto se lei fosse morta? Iniziò a correre più veloce, ma quello che vide riuscì solo a gelargli il sangue nelle vene, c'erano molti cadaveri e ancora più sangue, sul pavimento, sulle pareti e perfino sul soffitto. Come diavolo poteva finire del sangue sul soffitto? C'erano delle urla e lui si diresse istintivamente verso la loro fonte. Ma più avanzava più sembrava rallentato, tutti quei corpi stremati per terra lo distraevano, guardava tutti i loro volti, uno per uno, per accertarsi che non fossero lei. I suoi occhi lo ingannavano, ogni singola ragazza dai capelli castani assumeva inspiegabilmente le sue sembianze. Quando finalmente la vide, viva, il suo cuore mancò un battito, ma non ebbe nemmeno il tempo di rallegrarsi. Un nemico, un Uchiha, stava per ucciderla. Gli si buttò contro istintivamente e con una forza sconosciuta lo uccise. Rin stava appoggiata al muro tremante e un istante dopo lo abbracciò. Obito, nonostante la strage che lo circondava, non poté non sentirsi elettrizzato. Rin, la sua Rin, lo stava abbracciando! Ma si scostò poco dopo affermando che dovevano salvare gli altri medici. Obito ci rimase un po' deluso, il suo momento di gloria era finito troppo presto.

Io, potrei curare quelli che non sono ancora morti...”

Obito smise di ascoltarla nel momento in cui capì che lei aveva intenzione di restare là dentro. Rin non poteva restare all'ospedale, era troppo pericoloso per i suoi gusti.

Io credo che abbiamo bisogno di aiuto... Si, è meglio cercare aiuto.” disse lui frettolosamente e, senza lasciarle il tempo di replicare, l'afferrò per un polso e si diresse verso l'uscita. Appena uscì tirò un sospiro di sollievo, l'aveva portata fuori.

Si accorse che i pressi dell'ospedale erano deserti, non ci aveva fatto caso all'andata, ma si sentivano dei rumori in lontananza.

Obito capì che il suo clan aveva creato un diversivo. Certo, pensò disgustato, volevano uccidere più persone possibili.

Molto probabilmente la maggior parte dei ninja si trovava lì, quindi doveva andare in quella direzione.

Rin, dovresti andare a casa. Non posso rischiare che tu venga ferita” disse Obito, poi quando si accorse d'aver usato il singolare si corresse “Non possiamo rischiare che tu venga ferita.”

Obito, ma che cosa stai dicendo? Anche io sono una ninja e vengo con te.” disse incamminandosi verso il rumore. Obito le si affiancò immediatamente auto rimproverandosi internamente perla sua scarsa capacità di persuasione. Lo scenario che gli si presentò davanti era peggio di quello che si aspettava. I ninja di Konoha stavano combattendo contro altri ninja che inizialmente non gli ricordarono niente. Solo quandosi fermò ad analizzarne uno capì che veniva dalle prigioni. Era proprio questo il diversivo del suo clan, avevano fatto scappare i criminali che erano rinchiusi nelle prigioni.

Obito, vuoi continuare a stare lì ed ammirare il mio lavoro per tutto il tempo?”gli disse una voce canzonante alle sue spalle. Stupido Kakashemo. Obito aveva già pronta la risposta da dare al suo irritante amico, ma Rin intervenne prima e disse:

Kakashi! Abbiamo bisogno di aiuto. Gli Uchiha stanno attaccando l'ospedale!”

Kakashi guardò Obito confuso per un attimo e gli chiese:

"Allora perché tu stai dalla nostra parte?"

Obito si gratto la nuca e gli rispose:

"Noi siamo una squadra." Quindi loro sguardo di Kakashi passò sulla figura di Rin, poi di nuovo su Obito.

"Capisco."

In breve racimolarono altri ninja e andarono verso l'ospedale. La situazione non era molto diversa da come l'avevano lasciata, ma mentre si inoltravano nella struttura la calma che prima faceva parte di loro, lasciava il posto ad un consueto disgusto e una vecchia paura. Tutto stava ritornando come quando erano bambini e nessuno di loro voleva vedere di nuovo gli orrori della guerra. Ogni stanza li spaventava inconsciamente, la loro mente aveva il terrore di quello che avrebbero potuto rivedere. Rin controllava tutti i corpi dei suoi colleghi, voleva salvarne il più possibile e Obito, nel frattempo, non sapeva chi ringraziare per essere arrivato in tempo, non sapeva che cosa avrebbe fatto se l'avesse trovata morta...

Scosse violentemente la testa, lei stava bene e niente altro importava.

Quando si trovarono di fronte i nemici, i suoi parenti, Obito ebbe un attimo di smarrimento, ma gli bastò guardare i suoi amici per farlo passare: come avrebbe potuto abbandonare la sua Rin? Lei era sempre dolce e gentile e aveva un sorriso bellissimo che gli faceva mancare un battito ogni singola volta che lo vedeva, c'era anche Kakashi, il suo migliore amico, che non era tanto male come sembrava , Minato-sensei, che aveva cercato sempre di incoraggiarlo e poi c'erano tutti gli altri. Come aveva già detto anni prima: chi abbandona i propri compagni è spazzatura. Certo, c'era anche suo fratello d'altra parte, ma sapeva che Shisui era in grado di guardarsi le spalle anche meglio di sé. Neanche lui voleva tutto questo ma, come gli aveva detto qualche sera prima, si sentiva in dovere di proteggere quelli che non c'entravano nulla dall'altra parte. La guerra stava dividendo di nuovo una famiglia.

***

La confusione che si era creata in quei pochi minuti era surreale. C'erano già diversi corpi a terra, dei detriti e, inoltre, c'era del sangue a imbrattare un po' tutto.

La battaglia ormai si era spostata tra le strade di Konoha e purtroppo ci stavano finendo di mezzo anche civili che non c'entravano nulla. Questa stupida guerra stava già mietendo le sue prime vittime e il fatto che fossero innocenti non faceva altro che appesantire il cuore del giovane Itachi.

Shisui, accanto a lui, si voltò a guardarlo, quel giorno non avevano fatto altro che guardarsi le spalle a vicenda, ma adesso, approfittando dell'attimo di "calma", gli chiese riguardo quella cosa con sguardo triste:

"Com'è successo?"

Itachi sorrise amaramente. La sera prima aveva creduto che quel bruciore d'occhi fosse sintomo di lacrime, ma le parole di suo padre gli avevano suggerito l'opzione giusta: il Mangekyou.

***

Sasuke stava 'rinchiuso' a casa sua. Itachi e suo padre erano fuori e fuori era pericoloso.

Lui non era stupido, aveva capito già da prima che c'era qualcosa che non andava, ma non si sarebbe mai aspettato che sarebbe scoppiata una guerra. Lui non ne aveva mai vista una, ma l'estrema serietà di Itachi lo preoccupava, il suo nii-san era sempre calmo, qualunque guaio il suo otouto combinasse.

Quella mattina era uscito presto, prima che lui si svegliasse, l'aveva fatto apposta per evitarlo.

Sasuke voleva aiutarlo, non riusciva a stare a casa sapendo che il suo nii-san era in pericolo.

Quindi s'arrampicò sul bordo della finestra, la mamma si sarebbe preoccupata troppo se lo avesse saputo, quindi aveva deciso che sarebbe uscito da lì, e una volta fuori sarebbe andato ad aiutare il suo nii-san.

***

Oramai Konoha si era accorta di tutto. Loro erano nettamente in svantaggio numerico, ma suo padre aveva già provveduto a separare le loro forze, inoltre erano in stradine anguste, quindi poco importava il loro numero. Itachi trovava tutto ancor più disgustoso di quanto ricordava e, ogni minuto, il suo schifo non faceva che crescere. Su consiglio del cugino aveva deciso di non attivare il Mangekyou se non in caso di assoluta necessità. Aveva combattuto con diverse persone quella mattinata, e per fortuna, era riuscito ad non ucciderne nessuna, ma temeva il momento in cui sarebbe stato costretto. Nonostante i suoi cupi pensieri riuscì comunque a notare un grosso particolare fuori posto.

No, lui non doveva essere lì. Sasuke non doveva essere sul campo di battaglia. Ma non fu questo ad atterrirlo di più. Un kunai stava proprio per finirgli addosso. Itachi scattò immediatamente verso di lui, ma sapeva già che non sarebbe riuscito ad arrivare in tempo, era troppo lontano, ma non si fermò. Quel kunai poteva essere letale per Sasuke e lui non poteva immaginare che si facesse male, non poteva sopportare di perdere suo fratello; ma il tempo era così poco e la distanza così tanta...

***

Sasuke si guardò intorno con aria smarrita, non credeva che trovare suo fratello fosse così difficile, distingueva solo le scintille del katon, l'aria era diventata di un caldo color arancio e gli veniva difficile distinguere i visi di quelli che combattevano. Come avrebbe fatto a riconoscere il suo nii-san?

All'improvviso una cosa arancione lo avvolse e sentì un suono di qualcosa di metallico cadere a terra poco lontano da lui. Un kunai. Solo allora si accorse che quella cosa, in realtà, era un pugno, un pugno che l'aveva protetto.

***

Itachi si rese conto che Sasuke stava bene. Aveva creduto d'averlo perso per sempre e invece l'aveva protetto, in un attimo di disperazione il suo corpo aveva agito da solo, aveva attivato il Mangekyou e evocato Susano; ma il come non gli importava, si diresse verso il suo otouto e gli disse:

"Che cosa ci fai qui?"

Sasuke si pentì del suo gesto, vedere Itachi con quello sguardo così preoccupato negli occhi gli aveva fatto capire che aveva sbagliato. Si sentiva così mortificato che scoppiò a piangere.

"Mi dispiace... io ti volevo aiutare... mi dispiace nii-san!" fu tutto quello che riuscì a balbettare tra le lacrime. Itachi lo strinse a sé in un abbraccio. Ora andava tutto bene.






Angolo d'autrice

Eccomi qui con un nuovo capitolo. Vi è piaciuto? Che cosa ne pensate? Perché non lasciate un parere?

Vorrei precisare che Fugaku non avrebbe mai mandato in guerra Sasuke, era una frase detta sul momento e poi sfruttata. Per quanto riguarda il fluff finale, invece è stato messo nella storia per spezzare la tensione, ci saranno dopo ancora pezzi di questo genere. Poi volevo dire due parole su Obito. Inizialmente non volevo neppure metterlo nella storia, ma è saltato fuori peggio d'un fungo e si è inserito a forza. Lo so, sono pessima! Un ultimo avviso, in tutta la storia, come qui, ci saranno delle notazioni temporali per aiutarvi a capire meglio. Si ho smesso di delirare!

Alla prossima

thera

   
 
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