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Autore: imthebeststar    05/02/2014    26 recensioni
Continuo di 'Si può che due persone che si odiano si innamorano?'.
[...] «Allie guarda.» disse Maya, indicandomi la vetrina di un negozio, mi avvicinai cauta ma ciò che vidi mi fece scoppiare il cuore.
‘Zayn Malik coppia fissa con Perrie Edwards’
‘Zayn Malik dei One Direction fidanzato’
‘Zayn Malik…’
Lo vedevo ovunque. Lui era ovunque, anche se non era presente. Sapere che lui si era rifatto una vita, senza di me, faceva male. Mi sentivo una stupida perché nonostante tutto lo amo ancora, sono ancora innamorata di quello stronzo senza cuore. [...]
[...] Provavo a vedermi con i ragazzi, ma ogni volta che li guardano negli occhi cercavo il suo sguardo; quello di cui ero innamorata. [...]
 
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Again'
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Quarantaduesimo capitolo.
Narratore esterno.

 

«No, non so dove sia! Va bene?» Harry più agitato che mai, si alzò dalla sedia, facendola cadere sul pavimento della cucina. Non erano ancora scoccate le otto ed Harry Styles impiombò nella sua vecchia casa, in cui condivideva con gli amici. Liam, Louis e Niall, ancora mezzi addormentati, lo fecero entrare vedendo il suo stato. Mai lo videro così ansioso, neppure quando scoprii di diventare padre. Si vedeva il terrore nei suoi occhi.
Niall si mise il foulard attorno al collo, facendo si che il suo braccio infortunato non rimanesse a penzoloni, solo allora parlò «Quindi ricapitolando: ti sei svegliato e lei non c'era?» Il suo amico annuii, freneticamente «E hai questa sensazione, paranormale, in cui pensi che le sia successo qualcosa?» Il biondo cercò di non ridere in faccia all'amico, ma gli riusciva alquanto difficile trattenersi. Poiché per lui era tutta una sciocchezza.

Harry, frustato, gli lanciò un occhiataccia «Non sei diverte, Niall!» Sbottò il ragazzo, iniziando a camminare per la stanza.
Liam girò lo zucchero nella tazzina da caffè e leccò il cucchiaino, lasciandolo sul piattino «Quello che non capisco è, perché uscire in piena notte se n'è andata se non è successo nulla tra voi?!» Sorseggiò appena, leccandosi le labbra «Sicuro di non aver discusso con lei?».
Harry si chiedeva se davvero lo ritenessero talmente stupido da non capire di aver litigato o meno, si schiaffeggiò la fronte e ringhiò «Abbiamo scopato stanotte, quindi no! Non ho litigato con lei, a meno che un mio gemello l'abbia fatto al posto mio!» Non era incazzato era solo preoccupato. Saper che la sua ragazza incinta, durante la notte, se ne andò per chissà dove non lo rendeva sereno.
«Haz, calmati e siediti. Non risolvi le cose alzando la voce e prendendotela con noi.» Louis cercò di farlo ragionare e incrociò le braccia al petto «Maya non è stupida e non è una ragazza che prende e scappa. Quindi dò ragione a Harry, è successo qualcosa.» L'amico esultò internamente, dopo le parole del castano. Gli aveva dato ragione e non lo stava prendendo in giro come Niall. «Adesso dobbiamo capire cos'è successo.» Liam annuii e finii il suo caffè, si girò e parlò verso Louis.
«Se il tuo pensiero è giusto, non abbiamo molte opzioni da seguire, a me viene in mente...».
Ma non fu abbastanza veloce, poiché Niall lo anticipò «Perminchia!» Urlò, facendo saltare sul posto Louis che stava seduto al suo fianco, quest'ultimo portò una mano sul petto e guardo male l'amico. Ma Niall non lo calcolò più di tanto «Dai ragazzi, è Perrie! Siamo stati tutti minacciati e stanotte deve essere successo altro!» Harry si allarmò così tanto che iniziò a sentire il cuore accelerare con battiti a dismisura; si domandò se potesse uscirgli dalla cassa toracica.
«Niall, ma lei è già stata minaccia. Caso mai, Harry manca!» Liam era contrariato al discorso del biondo, lui non credeva minimamente che Maya avesse a che fare con Perrie Edwards. La prima cercò qualsiasi modo per tenersi lontana dalla bionda, non voleva entrarci in questa storia e stava cercando di far di tutto, pur di non fare entrare anche il suo ragazzo, Harry.
«No, è vero Liam. Ma non è così idiota da andare da sola a far chissà cosa.» Si passò violentemente una mano tra i capelli e tirò su la sedia, sedendosi «Non penso che c'entro io o lei. Dai ragazzi è incinta e non rischierebbe.» Louis gli diede ancora ragione, annuendo. Si alzò e prese una confezione di biscotti al cioccolato dalla dispensa, si sedette e l'aprii. I suoi amici lo guardarono perplessi, ma il ragazzo non li diede retta e iniziò a mangiare. Quando ne finii uno e bevve del caffè, lasciato a raffreddare sul tavolo, parlò.
«Okay. Volete sapere quello che penso, ve lo dirò.» Li guardò uno a uno e sorrise «Stanotte, Maya, ha...» Ma fu interrotto dal suono insistente del citofono.

Zayn Malik si svegliò con un senso di nausea che lo travolgeva. Capii di essersi scolato un'intera bottiglia di liquore, quando la vide ai piedi del divano. Strizzò gli occhi e fece mente locale. Si ricordò di aver alzato la voce con la sua fidanzata e di averla lasciata sola con se stessa. Ma si insultò soltanto dopo essersi ricordato di averla lasciata piangere da sola, senza essere confortata. Era incazzato per quelle bugie continue, ma sapeva che Allison lo fece solo per lui e il suo benessere. Cercò di proteggerlo nel modo sbagliato, ma Zayn al posto di esserne grato, se la prese come non mai.

Non si perdonava per il suo comportamento, anche lui in passato sbagliò più e più volte, ma fu perdonato sempre. Allison, dal canto suo, non era una casinista e cercava sempre di fare la cosa giusta, Zayn questo lo sapeva. Così si ritrovò a cercarla per casa come fosse un pazzo; gridando il suo nome invano. Iniziò ad allarmarsi e corse al piano di sopra, dai suoi amici, sperando che loro potessero sapere qualcosa.
«Zayn che fai qui? Hai una faccia...» Liam lo guardò un po' schifato, ma l'odore di alcool arrivò dritto nelle sue narici «Hai bevuto?» Sbottò, ma il ragazzo non gli diede retta ed entrò in casa, urlando.

«Allison, sei qui? Lo so che sono un coglione, ma ti prego esci fuori!» Harry a quelle parole disperate dell'amico, perse un battito e uscii dalla cucina, andandogli incontro.
«È sparita anche lei?» Zayn rimase perplesso per quella domanda posta e chiese spiegazioni, «Maya è scomparsa stanotte, non... Non ho sue notizie e tu arrivi dicendo che Allison è scomparsa?!» La voce del riccio diventò più acuta e agitata, si vedeva lontano un miglio quanto avesse paura.
I ragazzi, uno a uno, raggiunsero il soggiorno, non riuscendo a credere alle parole del moro. Entrambe le ragazze erano sparite e nessuno sapeva dove fossero finite. Arrivarono alla conclusione che le ragazze uscirono insieme alla stessa ora, non poteva essere andato altrimenti. Non credevano nelle coincidenze, specialmente con Perrie Edwards alle calcagna.
«Ho litigato violentemente con Allie, è tutta colpa mia.» Zayn si lasciò cadere sul divano e portò le mani sul viso. Si sentiva così colpevole da star male, aveva il timore che fosse successo qualcosa alla ragione del suo sorriso e mai si sarebbe perdonato se si fosse fatta male.
«Esattamente... perché avete litigato?» Il moro spiegò l'intera serata, o almeno quello che la sua mente ricordava. La sbornia gli offuscava la mente e anche il giudizio, continuava a pensare al peggio e poi si insulta dicendo di stare esagerando. Stava impazzendo. «Dirle che non sa cavarsela da sola, non è stata una mossa intelligente.».
«Era incazzato, Liam.» Harry corse in aiuto di Zayn, sospirando. «Quindi sono uscire insieme, no?» Niall si morse il labbro e li guardò attentamente, pensò che forse Allison voleva cavarsela da sola e ha chiesto aiuto alla sua migliore amica, ma scosse la testa capendo che il suo pensiero non avesse senso. Se voleva riuscirci da sola, non avrebbe mai chiesto aiuto a nessuno.
«No, ragazzi.» Espone il suo pensiero «Se Allie voleva cavarsela da sola, non avrebbe chiamato Maya chiedendo aiuto.» Louis annuii e così fece anche Liam «Quindi siamo punto a capo.» Ma, invece, quei cinque ragazzi erano davvero vicini alla soluzione. A distogliere tutti dai loro pensieri, fu il telefono di Zayn che suonò. Sullo schermo uscii il nome 'Amore' e la foto della sua fidanzata sorridente. Tirò un sospiro sollievo, si sentiva decisamente meglio.
«Piccola, scusa per stanotte io...».
Il paramedico, appena sentii la voce del ragazzo, lo interruppe «Lei è il signor Malik?» Zayn rispose in modo affermativo e iniziò ad allarmarsi «Salve, la chiamo dal The Princess Grace Hospital, stanotte c'è stato un incidente grave. Uno dei ragazzi colpiti, non è sopravvissuto. La prego di venire qui il prima possibile, abbiamo chiamato lei dopo aver visto le numerose chiamate a questo numero.» E Zayn sentii qualcosa rompersi, era il suo cuore e gli faceva così male da non sopportare il dolore. E cancellò tutto dalla mente, la litigata con Allison, le minacce, il bere, il lavoro, la fama, la famiglia, gli amici... Cancellò tutto, perché nella sua mente pensò solo alla sua amata e alle parole del ragazzo. Non poteva essere morta.

 

***

 

Qualche ora prima.
Pov. Allison

La testa iniziò a girarmi e sentii le gambe cedermi. Le urla di Maya mi rimbombarono nella testa e lei capii che fosse troppo tardi per spostarci. Ed eccola la mia fine, un auto. Chi l'avrebbe mai detto? Immaginavo la mia morte tra molti anni, magari dopo aver avuto tanti nipoti e averli visti crescere i primi anni di vita. Immaginavo di sposarmi e di passare la mia vita con Zayn, ma non è finita così. Ho distrutto tutto quello che con fatica costruii. Una buona istruzione, una famiglia, una vita accettabile, tutto per colpa mia si stava distruggendo. Guardai con la coda dell'occhio, Maya, lei non doveva essere qui con me, non dovevo permettere che tutto ciò accadesse. Lei non aveva colpa. Maya la ragazza con il sorriso costante sulle labbra, quella ragazza che aspettava un bambino dall'amore della sua vita, quella ragazza che pur di aiutarmi eccola li a morire per una come me. No, non me lo meritavo. Non meritavo di essere salvata. Agii di impulso e senza rendermene conto distrussi molte vite, non solo la mia. Le parole di Perrie mi rimbombarono nella testa “Fai schifo, sei un rifiuto della natura. Pensi di fare la dura” ed era così che mi sentivo: un rifiuto della natura, uno sbaglio. Un completo sbaglio e non meritavo di vivere, non dopo tutto ciò. Giocai una battaglia persa in partenza, non ero forte e mai lo sarei diventata.
Dovevo ascoltare Zayn, si.

Dovevo ascoltare Maya, ovviamente.
I sensi di colpa si fecero sempre più forte e l'intensità delle luci della macchina mi accecarono quasi. Rimasi ferma inerme. Ed era così che si moriva? Nè un saluto, nè un avvertenza. E non serviva piangere, non cambiava la mia sorte.
«No!» Distinsi quell'urlo, una voce maschile. Una voce disperata e conosciuta. «Loro, no!» Sentii qualcosa toccarmi e subito dopo l'asfalto. Rotolai senza sosta e mi sbattei la testa contro quello che mi sembrò il marciapiede. Le forze mi abbandonarono. Sentivo male in ogni parte del corpo, tentai di urlare e di muovermi, ma non ci riuscii. Qualcosa iniziò a colarmi dalla fronte e solo quando arrivò alla bocca, capii che fosse del sangue. Guardai alla mia destra e vidi Maya seduta per terra, apparente sembrava inerme al l'incidente. Le sue mani era poste tra i capelli e le sue grida fecero svegliare il vicinato. Poco a poco le case iniziarono a illuminarsi e la gente iniziò a uscire da esse. Inclinai leggermente la testa e trovai qualcuno disteso a terra, fermo immobile. Sbattei le palpebre, ma non riuscii a capire chi fosse e come potesse trovarsi li.
«Josh!» Maya urlò, alzandosi a fatica e corse verso suo fratello. Chiusi gli occhi appena vidi il viso del ragazzo, una maschera di sangue. «Josh, ti prego. Rispondimi!» Maya urlava disperata, cercando di svegliare suo fratello.
Ma percepii un sussurro, «Perdonami.» Fu tutto ciò che sentii, prima di perdere i sensi.
 

«Signorina, sa dirmi come si chiama?» Sbattei le palpebre e mi guardai in giro. «Sa che giorno è oggi?» Non riuscii a capire il perché di quelle domande. Tentai di alzarmi, ma l'uomo mi bloccò, dicendomi che non era possibile per colpa del trauma alla testa. Guardai la sua divisa e su essa trovai scritto 'Medical' cioè, medico.
«Cos'ho sul braccio?» Parlai piano, sentendo i polmoni sforzarti di buttare fuori aria.

«Riesce a parlare!» Dichiarò l'uomo, tornando a tartassarmi di domande. Cos'era successo? Perché non ricordavo nulla? «Signorina, il suo nome!».
Socchiusi gli occhi «Allison...» Mormorai a un'altezza di voce pari a zero. Il medico annuii e scrisse su una cartellina.
«Apparentemente ha solo un trauma cranico e la spalla sinistra slogata.» Mi ignorarono e strinsero il collarino posto sul mio collo. «Si ricorda cos'è successo?» Negai e l'uomo continuò a parlare «È stata quasi investita da un pirata della strada, lei e la sua amica state bene!» Sorrisi lievemente, pensando che Maya stesse meglio. Sperai con tutto il cuore che lei si trovasse in condizioni migliori delle mie e che non abbia riportato alcuna complicazione per la gravidanza.
«La polizia verrà a interrogarla appena sarà possibile, nel frattempo lei cerchi di non affaticarsi.» L'ambulanza si fermò e la sirena finii di fischiare, in pochi secondi mi ritrovai spinta sulla barella nei corridoi dell'ospedale.
«Josh?» Mi ricordai del suo corpo steso sull'asfalto e l'immagine del suo viso era impressa nella mia mente «Dov'è Josh?» Ripetei, ma nessuno seppe darmi una risposta.

 

***

 

Cinque ore dopo.
Pov. Maya

 

Mi fasciarono per bene la mano e mi lasciarono uscire dalla stanza. Non ebbi nessuna notizia su Allison o Josh, nessuno diceva nulla e mi sentivo abbastanza frustata. Andai a sedermi sulla sedia della sala d'attesa e chiusi gli occhi.
In parte ero felice, non avevo perso il bambino. Sorrisi e toccai possessivamente la mia pancia, sospirando di tanto in tanto. Alzai lo sguardo e vidi un uomo avvicinarsi «Maya Devine?» Si avvicinò, calmo e mi sorrise. Annuii e capii che fosse l'agente di polizia «Signorina, avrei bisogno di farle qualche domanda.».

In ambulanza mi avvertirono di questo incontro, ma non mi sarei mai aspettata che avvenisse così presto, «Certo, mi dica tutta.» Ero stanca e avrei detto di tutto. Allison voleva finirla con questa storia, ma io in primis voleva chiuderla «Le dirò tutto quello che vuole sapere.».
L'agente annuii e si sedette al mio fianco «Mi dica perché lei e la signorina Evans, stanotte, eravate in giro per strada.» Iniziò a domandarmi e ricominciò a parlare «Abbiamo arrestato, stamani, il pirata della strada e lui dichiara di esser stato pagato per investire la signorina Evans. Abbiamo pensato che fosse un chiarimento per droga.» Sgranai gli occhi e scossi la testa, bloccandolo. Potevano pensare a tutto, ma non a questo.
«Allison e io non siamo delle tossico dipendenti e penso che lo vedrete dagli esami del sangue che hanno eseguito i medici.» Presi fiato «Allison voleva parlare con una persona, siccome questa le rende la vita impossibile. Ha minacciato me e altri nostri amici. Solo che Allison pensava di cavarsela.».
Egli iniziò a segnare sul foglio e annuire «La sua amica aveva paura a denunciare?».
«In un certo senso si, ma stanotte lo avrebbe fatto.».
«Mi può dire il perché?» Agitò la mano, incitandomi a parlare. Annuii e continuai.
«Stanotte la persona con cui Allison doveva parlare, l'ha picchiata violentemente.» Mi domandò per quale motivo e chi fosse stato, senza distogliere lo sguardo dal foglio «L'ha fatto per pazzia ed è stata Perrie Edwards.» Dire quel nome alla polizia, mi fece perdere un peso enorme dal petto. Si, ora mi sentivo decisamente meglio.
L'uomo alzò lo sguardo e mi guardo incredulo «La cantante?» Si leggeva nei suoi occhi incertenza e stupore per la mia risposta.
«Si, proprio lei. È la mandante di tutto questo. Ha iniziato a minacciare Allison, poiché il suo fidanzato, prima, stava con Perrie.».
«Il suo nome?».
«Zayn Malik.» Ripresi da dove fui interrotta «Zayn ha sempre amato Allison e quando si sono ritrovati, ha lasciato Perrie per lei. Ovviamente alla seconda non è piaciuto questo gesto e ha dettato "guerra" verso ognuno di noi.» Mimai con le dita le virgolette e sospirai «Dopo ciò ha iniziato a minacciarci. Chiedete anche a Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson e infine a Niall Horan. Quest'ultimo è stato anche picchiato da qualche amico della Edwards.» Giocai con una ciocca dei miei capelli e guardai di fronte a me.
«Interrogherò chi ha citato. In fine se chi abbiamo arrestato, darà la stessa versione, nel senso che è stato ingaggiato da Perrie Edwards, lei verrà arrestata e portata a giudizio davanti a una corte, in cui potrete testimoniare contro di lei.» Quanto avrei voluto vedere Perrie dietro a delle sbarre dopo tutto quello che aveva fatto era il minimo. Non le auguravo il peggio, perché non mi abbasserei mai ai suoi livelli, ma questo era il minimo che le potesse capitare «Se avrò bisogno di altro, la contatterò.» Annuii e gli strinsi la mano, lasciandogli il numero di telefono, come richiesto da lui.
«Maya, amore!» Mi girai e vidi Harry correre verso di me, seguito dai ragazzi «Dimmi che stai bene, dimmelo.» Iniziò a scrutarmi attentamente e mi abbracciò.
«Sto bene, solo male alla mano.» Sorrisi «Il bambino sta bene, ho già fatto i controlli.» Lo anticipai e lo vidi sospirare e annuire. Lo abbracciai, stringendolo al mio corpo. «Agente, loro sono i ragazzi di cui le ho parlato durante la testimonianza.».
L'agente annui «Ragazzi, ho bisogno di parlare con voi.» e iniziò a interrogarli. Mi misi in disparte e ascoltai distrattamente le domande dell'agente.
«Signorina Devine, le devo parlare.» Un medico mi venne incontro «Suo fratello ha riportato delle gravi lesioni in quasi tutto il corpo. Abbiamo fatto il possibile, ma...» Chiusi gli occhi, non volendo né vedere l'espressione e né sentire le parole del medico. Ma quelle fatidiche parole vennero a galla comunque, anche se non ero pronta «È vivo soltanto grazie a delle macchine. Non potremmo tenerlo in vita a lungo.» Le lacrime iniziarono a uscire da sole dagli occhi. Iniziai a respirare faticosamente e mi appoggiai al muro, non poteva essere vero. Non riuscivo a crederci, metabolizzare quelle parole erano troppo per me. Non ero pronta per tutto questo ed ero sola. Per quanto lo volessi, questa era la realtà. «È sveglio e vuole vederla, prima di andarsene.» Sentii un groppo in gola e non riuscii a parlare. Avrei voluto gridare, spaccare la prima cosa che mi capitasse sotto mano, mi balenò opzione di uccidere la persona che lo investii, quella stessa persona che stava per farlo con me. «Venga con me.» Pensai di non riuscire a muovermi, a rimanere immobile nello stesso punto, invece seguii il medico e mi ritrovai nella stanza. In quella stanza in cui non avrai mai voluto metterci piede, non così presto almeno. Avrei voluto scappare lontano senza fermarmi.

Guardai mio fratello, era sveglio, ma il colorito pallido quasi tendente al bianco faceva capire che era al limite; era stanco e voleva finirla, lo leggevo nei suoi occhi aperti per sforzo. Il suo sorriso riempiva la stanza. Come poteva sorridere in un momento del genere? Come riusciva a mostrarsi forte, sapendo di non tornare più a casa con me?
Cercai di nascondente le lacrime, mentre mi sedetti sul letto e lo abbracciai, ma non ce la feci. Affondai il viso sul suo collo e diedi libero sfogo alle mie lacrime di uscire, senza più trattenerle. Potevo mostrarmi forte da tutti, ma anche i “forti” cedono prima o poi, ed io non stavo cedendo, stavo morendo. Le mie mani tremanoro e ogni singhiozzo si fece sempre più doloroso.

«P-Perdonami... N-Non volevo questo.» La sua voce bassa si fece sentire e mi morsi il labbro, soffocando i singhiozzi «N-Non ti ho mai t-tradito. E-Ero obbligato. Ti avrebbe fatto male se n-non avessi fatto come l-lei voleva.» E con quel poco di lucidità, capii che Josh, anche se non lo dimostrava, mi proteggeva da questa 'guerra' impossibile. Tutto ciò che fece, lo fece per me. Per sua sorella, non aveva tradito nessuno, aveva soltanto salvato sua sorella in tutti i sensi «T-Ti amo e t-ti amerò s-sempre...».
«N-Non a-andartene... H-Ho b-bisogno d-di t-te.».
Sorrise, stringendomi a fatica la mano «H-Ho fatto il p-possibile per p-proteggerti. D-Dì a Harry di p-perdonarmi...».
«Signorina, è ora.» Scossi la testa e mi strinsi a mio fratello, ma mi fu impedito. Mi presero di peso, allontanandomi dalla stanza. Mi portarono via da lui e le mie urla non li fermarono e solo allora, dallo oblò della porta, vidi Josh sorridermi e chiudere gli occhi lentamente. Me l'avevano portato via.

 

***

 

Pov. Allison

 

Sentii una pressione sulla fronte e aprii lentamente gli occhi, trovando al mio fianco Zayn, «Non sono un miraggio.» Possibile che sappia leggermi la mente? «Mi sono spaventato, non immagini quanto.» Girai leggermente la testa e lo fissai «Ho sbagliato e non dovevo comportarmi in quel modo. Sai come sono da arrabbiato, non ragiono e dico stronzate. Stamattina quando mi sono svegliato e non ti ho trovato, sono andato fuori testa. Ma quando...» Si bloccò quando la sua voce tremò «Quando mi chiamarono dall'ospedale, li, mi sono sentito male.».
«Non volevo spaventarti.» Sorrisi rassicurandolo e mi sedetti, sentendo fastidio al collo per via del collarino.

«Hai bisogno di tre settimane di riposo, sarai come nuova.» Annuii e cercai la sua mano, stringendola «Sei la mia principessa e non ti ho protetta.». Nei suoi occhi c'era tristezza verso se stesso, lui per più una volta mi disse che la sua ragione di vita era rendermi felice e proteggermi, e con gli ultimi avvenimenti era deluso da se stesso.
«Si che lo hai fatto!».
Sorrise amaramente «No, ma... Non capiterà mai più. Ti amo piccola e non penso minimamente a tutto ciò che ho detto ieri sera, perdonami.» Si avvicinò, sedendosi sul letto, poggiando le mani ai lati dei miei fianchi, mordendosi freneticamente il labbro inferiore. E come potevo non perdonarlo?Allungai, goffamente e lentamente, il mio viso al suo, baciandolo appena «Lo prendo come un si.» Ridacchiò sulle mie labbra, baciandomi dolcemente; e solo a quella vicinanza notai i suoi occhi rossi e gonfi.
«Hai pianto?» Lo guardai attentamente, accarezzando la sua guancia. «Per me?».
«Anche, ma devo raccontarti delle cose.» La sua faccia si fece seria e cupa. Annuii e rimasi in silenzio, ascoltando le sue parole. Non lo interruppi e ascoltai fino alla fine. Raccontò ogni singola cosa accaduta.
Mi abbracciò quando iniziai a piangere e a incolparmi.
Mi abbracciò sussurrandomi che andava tutto bene.
Mi abbracciò dicendomi che non era colpa.
Baciò la mia testa e mi strinse maggiormente tra le sue braccia, quando urlai. Strinsi la mano sulla sua maglia, mentre singhiozzai all'altezza del suo collo. Ma nonostante ciò arrivai a una conclusione: la vincità valeva questo prezzo?
 

Continua...

Buon pomeriggio a tutti, sono tornata.
Come avete ben letto non è successo nulla nè a Maya nè a Allison, ma bensì a Josh.

Questo capitolo è stato abbastanza difficile da scrivere, specialmente il punto di vista di Maya. Se devo essere sincera fin dall'inizio la vittima doveva essere Maya e il suo bambino, ma ho voluto cambiare totalmente perché non sarei mai riuscita a scrivere la morte di un personaggio quasi principale. Spero di non aver deluso nessuno con questo colpo di scena e spero che la storia vi piaccia nonostante questo capitolo.
Adesso non so dirvi se manca UN capitolo o DUE alla fine (ESCLUDENDO l'epilogo che sarà un capitolo a parte). Vedrò bene come gestirmi il prossimo capitolo, potrebbe essere l'ultimo. Smetto di parlarne se no piango.
 

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Si può che due persone che si odiano si innamorano?
Moment, in time.
And who am I that's a secret I'll never tell you.
Innamorarsi di te? Non era previsto.
L'amore vive oltre il corpo e l'anima. 
Non cambierai mai, vero?
The bad boy.

Ringrazio ogni persona che legge la mia storia, senza di voi non sarei nulla.
Vi prego di farmi sapere come vi è sembrato questo capitolo, spendete due minuti del vostro tempo e fatemi sapere ogni impressione.
Un bacio e alla prossima, Vale.

  
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