Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Segui la storia  |       
Autore: nainai    12/03/2014    5 recensioni
-Non è tutta mia la responsabilità.
-Forse no.- gli concede Brian, annuendo – Ma a questo punto, non m’interessa. Stavolta sono io ad avere troppo da perdere, Matthew.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Muse, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Mascherine'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Love
 
Los Angeles, California.
Ottobre 2014
 
-Bing, tesoro, alla mamma viene un esaurimento nervoso se non stai fermo due minuti.
Il bambino ride, ancora correndo in tondo, nonostante il rimprovero e nonostante l’abitino blu e grigio, in stile “piccolo Lord”, sia tutt’altro che comodo per rocambolesche manifestazioni di entusiasmo infantile. La sua baby-sitter ha provato a domare la cascata di ciocche bionde, disordinate, che ha sulla testolina e quelle, fino a pochi momenti prima, sembravano intenzionate a rispettare i suoi pazienti sacrifici. Adesso sono ridotte ad un groviglio senza senso che Kate giudica criticamente con uno sguardo sofferto, riconducendolo ad una delle mille cose sbagliate che il figlio ha preso dal padre.
Rinuncia a richiamare ulteriormente l’attenzione di Bingham – quel bambino è totalmente refrattario a qualsiasi forma di rimprovero, assolutamente viziato e terribilmente egocentrico. Oltretutto, non ha idea del significato della parola “fermo” – e si volta con un sospiro pesante allo specchio oblungo, grandissimo, che la fronteggia. Jaclyn e Kelly la stanno aiutando ad indossare il velo sopra la complicata acconciatura di boccoli che il parrucchiere ha terminato solo qualche minuto prima; Kate sorride, soddisfatta, dimenticando per un attimo gli strilli eccitati di Bing in sottofondo, e liscia con il palmo delle mani la gonna dritta dell’abito nuziale, godendosi la consistenza della seta pesante a contatto con la pelle.
-Sei bellissima!- esclama estasiata Emma, guardandola con uno sguardo brillante che la fa sentire davvero così, davvero bellissima.
-Grazie.- mormora leggermente imbarazzata, rispondendole attraverso il riflesso nello specchio.
Emma ride. Le va incontro in uno gesto istintivo, abbracciandola mentre Kate si volta verso di loro. Anche Jaclyn e Kelly l’abbracciano, in un piccolo circolo tutto al femminile, fatto di solidarietà ed affetto espresso con un’accettazione calda e comprensiva.
E’ felice di non aver perso la sua splendida famiglia.
-Anche io braccio mamma!- strilla Bing dopo averle osservate per un istante.
Caracolla verso di loro velocemente, afferrando lo strascico del vestito della madre tra le manine e tirando per attirare la loro attenzione.
-Anche tu, certo.- interviene subito Kelly, prendendolo in braccio per impedirgli di fare danno, mentre Jaclyn ed Emma aiutano Kate a finire di prepararsi.- Ma dopo. Quando la mamma potrà infilarsi qualcosa di meno delicato di un vestito tutto bianco.- ridacchia Kelly, stampando un bacio sonoro sulla guancia del bambino e cancellando subito dopo, con i polpastrelli, la traccia appiccicosa che il rossetto lascia sulla pelle arrossata.
Bing la osserva con serietà inusuale, battendo le palpebre un paio di volte ed assumendo un’espressione concentrata che lo fa somigliare ad un cricetino paffuto e che strappa alla donna un’altra risata.
-Io porto fuori questa peste prima che combini qualche disastro.- annuncia Kelly, avviandosi in direzione della porta.
-Vengo con te.- si accoda Jaclyn, recuperando nel passare la propria borsa da una poltroncina imbottita.
Kate manda un bacio al figlio in punta di dita e lui ride. Il battente si chiude sulla voce serena di Jaclyn lasciandola da sola con Emma all’interno della stanza.
-Sono nervosa.- sfiata a quel punto Kate, voltandosi ancora a cercare nel proprio riflesso conferme che non sente di poter trovare in se stessa.
-E perché, scusa?!- sbuffa Emma.
Kate scuote la testa. Il velo ondeggia leggermente, restando ancorato alle sue spalle. Stringe le mani tra loro, torturandosi le dita su cui spicca l’anello di fidanzamento ricevuto appena tre mesi prima.
-Due fallimenti importanti sono difficili da mandare giù.- sorride tristemente, continuando a guardarla solo attraverso il filtro rassicurante dello specchio.- E la fretta con cui io e tuo fratello ci siamo imbarcati in questa avventura, mi fa credere che avremmo dovuto pensarci meglio.
-Beh, direi che due fallimenti sono anche abbastanza.- sorride dolcemente Emma, sminuendo volutamente il discorso ed ignorandone apposta la parte più spinosa.- Adesso, facciamo che iniziamo una serie positiva!- scherza con una risata leggera.
Kate ride anche lei, emozionata. Si accorge distrattamente delle lacrime che le rigano le guance e si lascia scappare un alto sbuffo risentito, asciugandosi con le mani mentre Emma, frettolosa, cerca ansiosamente un fazzoletto nel marasma che regna nella camera.
-Rovinerò tutto il trucco!- esclama Kate, continuando, nonostante quella consapevolezza, a ridere e piangere tutto assieme.
-Oh, per l’amor del Cielo, smettila!- la abbraccia Emma di slancio. Le caccia in mano un fazzoletto di stoffa ricamato con iniziali color pastello.- Smettila! Oggi è il giorno del tuo matrimonio.- sorride, guardandola dritta negli occhi.- Che razza di sposa è quella che piange pensando alle cose brutte della propria vita? Oggi puoi piangere solo per quelle belle.- la rimprovera dolcemente.
Kate annuisce. Prova a renderle il fazzoletto, gli occhi ancora lucidi, ma si accorge da sola delle macchie nere di mascara e s’imbarazza, ridendo stupidamente un’altra volta.
-Oddio, che disastro che ho fatto!
-Poco male.- si stringe nelle spalle Emma, mostrandole poi le iniziali sull’angolo.- E’ di mio fratello.
Ridono entrambe, scrollando via quella sensazione spiacevole di attesa. Emma l’aiuta a sistemare il velo e poi il bouquet di orchidee e rose bianche. Kate si guarda allo specchio per l’ultima volta. Sorride al riflesso e si volta.
 
Matthew bussa alla porta con leggerezza. Da dentro la risposta di Dominic somiglia più ad un ruggito che ad un disponibile “avanti”. Aggrotta la fronte e socchiude il battente per sbirciare all’interno della camera.
-Tutto a posto?- s’informa da quella distanza prudenziale.
Il batterista ringhia ancora qualcosa, incomprensibile, e Matt si sporge completamente all’interno della camera, individuandolo qualche metro più in là impegnato a litigare con una serie praticamente infinita di bottoni di madreperla che chiudono il raffinato panciotto grigio che indossa. Matthew ride.
-Cristo santo!- sfiata Dominic, inusualmente blasfemo, lasciando perdere di colpo i propri tentativi di venire a capo dell’indumento e voltandosi bruscamente nella sua direzione.
Matt entra, chiudendosi la porta alle spalle.
-Qualcuno qui è nervoso…- osserva divertito, rivolgendogli un sorriso impertinente.
-Non sono nervoso!- protesta Dom.- Sono…isterico!- sfiata subito dopo, rilasciando di colpo fiato e spalle ed afflosciandosi come una bambola davanti agli occhi dell’altro.- Matt, io scappo.- annuncia sollevando uno sguardo genuinamente terrorizzato su di lui.
-Non credo proprio.- storce il naso Matthew, senza dargli troppo peso.
Gli arriva di fronte, scostando malamente le sue mani quando prova nuovamente ad abbottonare il panciotto e sostituendolo in quel compito, cui si dedica con la necessaria calma ed abilità.
-E’ uno strumento di tortura.- afferma Dom osservando le dita lunghe dell’altro avere rapidamente la meglio dei bottoni.
-Quando lo dicevo io, mi davi dello zotico.- ritorce Matthew.
-Tu sei uno zotico. Mi chiedo ancora cosa Brian ci trovi in te.
-Sono talentuoso, intelligente, affascinante…
-Modesto…
-Modesto, certo.- conviene il cantante, annuendo.- Dovresti sentire lui descrivere se stesso.
Dom ride. Matthew gli sorride di rimando, contento di essere riuscito ad allentare per un momento la tensione dell’altro.
-Mi vendicherò al tuo matrimonio, sappilo.- annuncia Dominic all’improvviso.
-Improbabile. – scocca Matt, allontanandosi di un passo per dare modo all’altro di voltarsi verso lo specchio - Punto primo, - elenca, mani dietro la schiena ed atteggiamento insolitamente composto - Brian mi ammazzerebbe anche solo per averlo pensato. Punto secondo, non ti ci invito, al mio matrimonio.
-Io ti faccio fare da testimone e tu mi lasci a casa?!- esclama Dom, fingendosi ferito.
Matthew ridacchia, aiutandolo ad infilare e sistemare sulle spalle la giacca dell’abito.
-Io ho Paul.- gli rammenta crudelmente.- Voltati.- ordina poi, recuperando da un tavolino l’orchidea bianca da appuntare all’occhiello della giacca.
-Matt.- lo chiama Dominic. Matthew, concentrato, si limita ad un mugugno che attesti che gli sta prestando attenzione.- Sei sicuro di essere d’accordo?
-Ti tiro un pugno sul naso fregandomene che ti macchi il vestito di sangue.
-Insomma, è la madre di tuo figlio ed io…io sto per diventare il padre di tuo figlio?
-Se lo dici un’altra volta, ti strangolo, butto il tuo cadavere nella spazzatura, poi vado di là e dico a tutti che sei scappato con una delle cameriere.
-Ti scoprirebbero subito.
-Questo è poco ma sicuro.
Nuovo passo indietro. Stavolta, prima di girarsi verso lo specchio, Dom aspetta pazientemente che Matthew contempli “l’opera finita” ed annuisca soddisfatto, dando la sua approvazione. A quel punto si limita ad una sbirciata veloce al riflesso e torna a voltarsi verso l’altro.
-Grazie.
-Sono io che devo ringraziare voi.- borbotta Matt.- Per essere stati tanto tolleranti con me e tutte le cazzate che ho combinato. Tu più di tutti, ma Kate si è beccata la cazzata più grossa.
Dom ride ancora, scuotendo la testa per allontanare quel pensiero da loro. Non è la giornata adatta a ricordare cose spiacevoli. Mentre lo pensa, si rende conto anche di non avere più così tanta paura e che un po’ dipende dal fatto che Matt gli stia di fronte, aspettando di accompagnarlo a fare il passo più importante della sua vita.
-…veramente non mi faresti fare da testimone al tuo matrimonio?- si acciglia all’improvviso.
Matthew sorride sghembo.
-Veramente Brian mi ammazzerebbe se gli proponessi di sposarci!
 
Un tendone leopardato.
Brian, seduto a braccia conserte in prima fila su una delle ordinate sedie ricoperte di raso bianco panna che fronteggiano il gazebo dove si svolgerà la cerimonia, sbatte le palpebre un paio di volte.
Però il tendone è ancora lì.
Inclina leggermente la testa di lato, assottigliando lo sguardo per osservare con interesse autentico le macchioline scure che coprono il tessuto che riveste la parte alta del gazebo, riparando dalla luce eccessiva e fastidiosa del sole un attempato ufficiale civile, in abito formale, in attesa di celebrare il matrimonio.
E’ un bel leopardato, riflette, una cosa che, in altre circostanze, sarebbe quasi elegante. Discreto, si sposa bene con quelle grosse rose bianche o con le orchidee color champagne che compongono le decorazioni floreali ai lati del gazebo e lungo la passerella della sposa.
…ma…cielo, è un matrimonio!
Non si accorge della presenza dei due uomini finché non gli si siedono di fianco, uno per lato, con uno schianto minaccioso a sottolineare le loro espressioni torve.
Brian sbatte nuovamente le palpebre, stupito, e si volta a scrutare prima Tom - alla propria destra - e poi Chris - seduto sulla sinistra.
-Ciao, Molko.- esordisce Tom con un sorrisetto sbilenco.
-Sì, ciao.- ribadisce Chris, cupamente.
-…a voi…- replica Brian senza riuscire a nascondere completamente la propria perplessità riguardo quel loro atteggiamento da mafiosi di quart’ordine.
-E così, il tour è quasi finito.- inizia Chris colloquiale.
-…e questo cosa...?
-Quindi, adesso sarete liberi da altri impegni, no?- sottolinea Tom, interrompendolo.
Brian non prova nemmeno ad assentire, tanto, gli pare di capire, a quei due non importa davvero.
-Ragazzi, non ho capito cosa…- sospira ancora. Inutilmente.
E’ sempre Tom a riprendere, in modo serrato.
-Hai una vaga idea di quanto sia stato utile per i Muse avere un frontman in giro per il mondo per quasi quattro dannatissimi mesi?!
-E adesso che sei tornato, Matthew finirà per ricominciare a fluttuare nel suo colorato mondo di unicorni gay!- insiste Chris, sottolineando quell’asserzione con significativi assensi del capo.
Brian spalanca gli occhi.
-Unic...?!
-E questo non va bene, Molko. Proprio no!- afferma perentorio Tom.
-Già! Visto che Matt continua a tenerti fuori da tutto quello che riguarda il nostro gruppo, finisce che noi lo vediamo nei ritagli di tempo, mentre tu te lo becchi per tutto il tempo che vuoi!- continua Chris, stizzito.- Noi non siamo mai stati separati per più di dieci giorni di fila!
-…terribile!- rabbrividisce Brian, fissandolo ad occhi sgranati.
-Per cui ne abbiamo parlato ed abbiamo preso una decisione.- attacca Tom, incrociando le braccia al petto.
-E riteniamo che sia la soluzione più accettabile.- annuisce Chris, assumendo una posizione speculare.
-…ma siete seri?
-Verrai in tour con noi.- ordina Chris, perentorio.
Brian apre la bocca per ribattere.
-E prima di quello, ti toccheranno le cene a casa di mia madre, a casa della madre di Dom, a casa di quella di Matt…- lo precede Tom.
-Il compleanno dei miei ragazzi.- prosegue Chris.- E credimi, sono tanti. Il compleanno di Bing, quello di Ryder. Le feste delle nostre sorelle e dei nostri fratelli, mogli, zii, nipoti. Le vacanze di Natale tutti assieme! Andiamo a sciare, quest’anno.- lo informa.
-Siete patetici.- cattedratico.
-Ah, e non dimenticare le splendide cene del venerdì sera, Chris!
-Come potrei dimenticarle! E il calcetto alla domenica mattina.
-Certo. Le partite di football in tv…
-Il barbecue di Kelly il giorno di Pasqua!
-Troppo amore, potrei sentirmi a disagio.- piatto.
-Per non parlare del fatto che ci vorranno secoli perché Matt riesca davvero a tirare fuori un album decente e che lo soddisfi. Ti toccherà venire in studio…- osserva Chris meditabondo.
-O ritirarmi in convento.
-Già, già. Senza contare che potrebbe avere qualche altra idea malsana per cui ci toccherebbe andare a registrare sperduti in qualche landa deserta…- mormora Tom.
-Ok, time out.- scocca Brian con un sospiro pesante, accompagnando alla richiesta un gesto eloquente. Li fissa alternativamente, assicurandosi che siano in attesa della sua prossima richiesta.- Trattiamo.
-Niente fughe d’amore senza avvisarci.- è l’esordio di Tom.
-E niente più sotterfugi e segretucci del cavolo che finiscono solo per farci pensare che Matt sia in un mare di casini.- rincara Chris.
-E niente evitarci come la peste. A parte gli scherzi, siamo davvero un’unica famiglia.
-E niente sentirsi in imbarazzo per questo!
-Finito?- Chris e Tom si scambiano un’occhiata tra di loro, annuendo subito dopo, all’unisono. Brian fa fatica a trattenere una risata.- Bene. Allora, niente segretucci avete detto?- indaga maliziosamente non appena è certo di avere l’attenzione di entrambi su di sé. Un altro cenno del capo, meno sicuro…- Dunque, mi tocca raccontarvi di certe cosette che io e Matt abbiamo fatto mentre eravamo via. Sapete, per sano cameratismo tra maschi!- esclama con convinzione.
Lo sguardo che Chris e Tom si scambiano, a quel punto, è più che altro allarmato.
-Non intendevamo questo…- deglutisce Tom, strozzato.
-Nono!- si affretta a rincarare Chris, terrorizzato.- Insomma, non ci permetteremmo mai di mettere becco nella vostra…intimità…
Brian è quasi certo che quella parola gli sia costata dieci anni di vita.  Sgrana gli occhioni, fingendosi stupito.
-Andiamo! Non posso credere che tra di voi non vi raccontiate mai certe prodezze! Sarebbe imperdonabile da parte mia non dimostrarvi quanto ci tenga a fare parte del gruppo facendo il riservato.
-Brian, sul serio!- strilla Tom, scattando in piedi.- Un’altra volta, magari!- ride nervosamente.
-Sìsì!- afferma Chris, imitandolo nel prendere fisicamente le distanze.- Un’altra volta! Magari davanti ad una birra.
-…trenta birre.- suggerisce Tom grattandosi la nuca.
Brian li osserva caracollare rapidi in direzione dei propri posti a sedere e sghignazza, incrociando nuovamente le braccia al petto e borbottando a mezza voce, stizzosamente, “colorati unicorni gay”.
Non si accorge che Matt lo ha raggiunto finché l’altro non gli si siede accanto.
-Che volevano Tom e Chris?- indaga.
-Oh, sapere com’è andato il tour.- mente Brian disinvoltamente.- Ma pare che dovrò raccontargli un’altra volta di quella bambina che ha riconosciuto te e Dom all’after-show a Parigi. Ora avevano fretta.
Matt lo scruta perplesso. Brian gli sorride serenamente, ignorando a bella posta l’espressione affatto convinta che il compagno sfoggia.
-Vado a prendere posto vicino a Dom prima che tenti di suicidarsi mangiando un mazzo di rose.- sospira alla fine il cantante dei Muse, alzandosi nuovamente in piedi ed additando l’amico, già pronto sotto il gazebo, di fronte all’ufficiale di stato civile.
-Ah, sì. Digli che adoro le decorazioni.- sbuffa Brian con un sorriso cattivo.
-…sei serio?!- scatta Matt, allargando le braccia in un gesto sconsolato.- E’ un fottuto tendone leopardato, quello!
 
“Loud Like Love”
MEM 2013

Nota di fine capitolo della Nai:

 
E la conclusione arriva…in ritardo fotonico!!!
Perdonatemi, ma la mia vita al momento è fatta di lavoro, scuole di scherma medievale, lavoro, feste in maschera, lavoro, Rocky Horror Picture Show, lavoro, organizzazione di eventi, lavoro, amiche che fanno figli, lavoro, familiari che decidono di sposarsi, lavoooooro…!
Insomma…un bordello.
Spero che vi siate divertite, che i due piccioncini vi manchino almeno un pochino (poco poco!) e che tutto questo sia valso il tempo che “ci avete perso” a leggerlo. <3
Grazie di cuore a tutte. Grazie infinite per ogni secondo, giorno, mese, anno di questo lunghissimo viaggio. Per ogni risata, per ogni lacrima, per ogni bestemmia, per le volte che avete strillato e quelle in cui avete sorriso. Grazie infinite. E grazie ai Placebo e ai Muse, ai loro entourage, alla pazienza che hanno con i fan - anche quelli pazzi - al fatto che grazie a loro ci siamo trovati e che grazie a loro abbiamo iniziato a “fare due chiacchiere” e poi siamo diventate amiche.
Grazie. E’ tutta per voi!
MEM
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: nainai