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Autore: Strawbana    08/04/2014    2 recensioni
Atsuko Endou e Reiji Kageyama possono sembrare come il giorno e la notte, uno l'opposto dell'altro. Eppure qualcosa li accomuna: entrambi hanno perso i loro padri, a cui erano terribilmente legati. Questa perdita ha portato i due ad odiare il calcio, sport tanto amato dai loro genitori e percorrere due strade diverse: Atsuko ha vissuto alla luce del sole, tentando di costruirsi una vita felice con le persone che amava mentre Reiji veniva inghiottito sempre di più nell'oscurità, alla continua ricerca di vendetta.
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Una raccolta di storie che descrivono il rapporto di Atsuko e Reiji con i loro rispettivi genitori ed alcuni episodi della loro vita. Buona lettura!
-Bana part~
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Endou Daisuke, Kageyama Reiji
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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4-Notebook

 

Per circa una settimana la piccola Atsuko fu sfrattata dalla sua stanza: suo padre aveva bisogno di una scrivania e, essendo quella in camera della bimba l’unica presente in casa Endou, Daisuke si era appropriato non solo di quella, ma anche dell’intera stanza. Né Atsuko né sua madre sapevano cosa facesse Daisuke lì dentro: passava la maggior parte della giornata chiuso nella camera, intento a scrivere qualcosa su un quaderno mentre borbottava parole incomprensibili. Atsuko era decisamente preoccupata per suo padre: era abituata a vederlo fare cose strane, ma di solito erano cose strane e divertenti, non inquietanti come in quel caso. La preoccupazione della bimba salì alle stelle quando il genitore ignorò una partita di calcio per rimanere a scrivere. Nei giorni seguenti a quell’episodio, la piccola Endou si mise a spiare il padre nel tentativo di comprendere le sue azioni. Arrivò anche ad entrare nella camera e a sedersi sul suo letto, tanto Daisuke sembrava non avvertire la sua presenza. Verso sera l’uomo scattò in piedi urlando “Finito!”, spaventando non poco la figlia, che sobbalzò per la sorpresa. Però, con quel movimento involontario, Atsuko catturò finalmente l’attenzione del genitore che le sorrise raggiante, come al solito.

-Ehi principessa, cosa ci fai qui?

La bimba, un po’ intimorita da quel cambiamento improvviso, esitò un attimo prima di rispondere.

-Ero curiosa… Volevo capire cosa stavi facendo…

A quell’affermazione Daisuke sembrò cascare dalle nuvole e prese il quaderno che aveva lasciato sulla scrivania, mostrandolo poi alla figlia.

-Guarda tesoro, questo è il mio primo quaderno di allenamento speciale! Mi ci sono impegnato tantissimo e finalmente è pronto! Dentro sono descritte tutte le hissatsu che ho creato negli anni!

Timidamente, Atsuko prese in mano il quaderno ed iniziò a sfogliarlo, ma le uniche cose che riuscì a vedere furono una lunga serie di scarabocchi e di scritte incomprensibili che nemmeno il più pasticcione dei suoi compagni di scuola sarebbe riuscito a creare.

-P-Papà…

-È stupendo, vero?

Vedendo il padre tanto fiero del suo lavoro ed essendo troppo sollevata nel vederlo comportarsi di nuovo in modo normale, la bimba decise di non dire ciò che pensava davvero.

-M-Mh, sì papà, è bellissimo!

Daisuke gongolò, felice di avere l’approvazione di sua figlia, poi la prese per mano.

-Forza, andiamo a mostrarlo anche alla mamma e facciamoci una bella merenda!

Atsuko sospirò e scese dal letto, seguendo il padre in cucina: era stata costretta a dire una bugia a Daisuke, ma almeno riaveva di nuovo la sua stanza e, soprattutto, il suo papà allegro, solare ed esuberante di sempre.

 

Molti anni dopo Atsuko, ormai adulta e sposata, si tormentava mentre cercava la soluzione ad un problema sorto quel pomeriggio: suo figlio Mamoru aveva trovato i vecchi oggetti del nonno ed ora si era deciso di voler giocare a calcio. Atsuko aveva paura, non voleva lasciarlo giocare a calcio. E se gli fosse accaduto qualcosa di male? In fondo non aveva ancora superato la morte di suo padre. La donna osservò il pallone da calcio ed il quaderno, soffermandosi in particolar modo su quest’ultimo: le ricordava qualcosa, così, spinta dalla curiosità, iniziò a sfogliarlo. Le bastò sfogliare poche pagine per riportarle alla mente tutti i ricordi relativi alla creazione di quel quaderno. Atsuko sospirò, pensando a quanto fosse infantile suo padre e quanto scarse fossero le sue abilità nel disegno, ma allo stesso tempo quegli scarabocchi senza senso la convinsero a lasciar provare a Mamoru il calcio: dopotutto quello per lui sarebbe solo stato un passatempo passeggero, dopo un mese si sarebbe interessato a qualche altra cosa, e non sarebbe mica diventato il campione del mondo grazie a quel quaderno. Il solo pensiero fece ridere Atsuko, che chiuse il quaderno e si alzò per andare a letto: non poteva ancora immaginare cosa avrebbero scatenato suo figlio e quel quaderno una decina di anni più tardi.

 

Angolino rotondo

Io che pubblico ad un orario decente ahahahahahahah che storia. Ho mille idee per questa raccolta, ma sono pigra e lenta e pubblico ogni morte di papa.  Però visto che ora mi sto mettendo d’impegno in tutto ed ho una postazione computer decisamente più decente sarò più attiva (questa volta sul serio, lo giuro). Infatti stanno per arrivare due aggiornamenti nuovi nuovi a breve, stay tuned!

A presto,

 

-Lau ° 3 °

   
 
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