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Autore: SynesthesiA    07/05/2014    3 recensioni
Syr è impulsiva e ribelle e le regole le stanno strette.
Ginger è troppo intelligente per non porsi domande.
Sniper vorrebbe solo che suo padre lo lasciasse libero.
Trevor porta sulle spalle il peso di un'eredità antica.
Quattro ragazzi che vengono da quattro mondi differenti, legati solo da un eterno conflitto. Quando l'equilibrio viene stravolto da inspiegabili eventi, la scelta è solo una.
Cercare chi è il vero Nemico.
Genere: Azione, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Ginger~
Pioggia, birra e berretti rossi

Non è tanto l'acqua che cade lentamente, fievolmente, forse stancamente dal cielo grigio scuro, né l'aria fredda e umida, statica, inerte, né le pozzanghere che coprono i marciapiedi e i lati della strada; non sono i rari passanti che si aggirano sotto ombrelli grigi o neri, non sono le automobili ferme imbottigliate in mezzo alle strade cittadine i cui tergicristalli si muovono lenti con ritmi tutti diversi l'uno dall'altro, e i cui motori ribollono in attesa di spingersi mezzo metro in avanti attraverso il traffico impaludato. Non sono le gocce che scivolano lungo le vetrine appannate dei negozi, lungo le finestre dei piani superiori, sulle pensiline delle fermate, sui segnali stradali, sui cartelloni pubblicitari. Non è nulla di tutto ciò a renderla tanto triste quanto la luce, questa luce in sordina, soffocata, soffocante, luce grigia che si nutre dei colori già scarsi della città e li impasta in un unico squallido grigiore bagnato. Quella luce che ha il potere di farla diventare completamente apatica e depressa, di farla rimuginare sul passato, rassegnarsi per il futuro, e odiare ciò che sta accadendo ora. Persino lei che è sempre in grado di controllare le emozioni, che nonostante tutto ciò che le passa per la testa riesce ad apparire allegra e sorridente, nei momenti come questo perde la propria maschera e non può che mostrarsi per ciò che è, senza edulcorazioni.

*

Dling dling. La ragazza apre una porta a vetri e ci si infila dentro con lo sguardo basso.
«Ehy, Ginger!»
«No, non oggi Dan»
Dietro il bancone del bar un omone con i capelli crespi castano chiaro e una barba da boscaiolo non perde un grammo del proprio entusiasmo nonostante la risposta così lapidaria.
«Uff, che noia, cosa ti piglia?»
«Dai Dan, non è giornata» La ragazza, di solito così serena e socievole, attraversa il piccolo locale in silenzio e va ad appollaiarsi in cima a un alto sgabello davanti a un tavolino nell'angolo più distante dalla porta. Appoggia i gomiti sul tavolo, e il mento sulle palme delle mani, e da questa posizione osserva tutto ciò che le sta intorno.
Il bancone in legno occupa tre quarti della parete di destra, ritagliando la stanza rettangolare in una sorta di L. Di fronte al bancone stanno quattro o cinque tavolini identici ricavati da vecchie botti, con sgabelli altissimi e paraventi in legno e vetro smerigliato con il logo di Jack Daniel's tra l'uno e l'altro. Sul braccio corto della L, vicino alla ragazza, si trova il frigo delle bibite, che con la sua luce azzurra al neon stona con l'ambiente come un'astronave in un film western. Alle pareti in legno sono appesi a intervalli regolari degli specchi con stampe di vecchi volantini pubblicitari di superalcolici, mentre dietro al bancone su quattro mensole sovrapposte fanno mostra di sé bottiglie e fiasche di ogni misura e forma, oltre a due piccole botti di legno e una spina per le birre. Perfettamente in sintonia con l'ambiente è il barista, il perennemente sorridente Dan. Con la camicia sformata di flanella a quadroni e la traversa bianchiccia macchiata qui e là con chissà che superalcolico, è il perfetto cliché del barman, di quelli con la risata fragorosa e una parola gentile o una battuta spiritosa per qualsiasi occasione.
«Hai davvero intenzione di startene là seduta da sola senza farmi un po' di compagnia?» Dentro al pub non c'è nessun'altro, e Dan non può stare tutto quel tempo in silenzio per conto suo con un'altra persona nella stessa stanza.
«Oggi davvero non sono in vena…»
«Ehi? Chi sei, e che ne hai fatto di Allyson Doyle?» Domanda Dan, sporgendosi dal banco in direzione della ragazza con una faccia teatralmente perplessa, come se stesse studiando un forestiero. Sul volto della ragazza si insinua una sorta di ombra di sorriso.
«Dai, lo sai che con questo tempo divento insopportabile.. E non chiamarmi Allyson, che mi suona stranissimo»
«Bah. E sai cosa facciamo a questo tempo?» Chiede l'omone girandole le spalle e mettendosi a frugare in basso, sotto alle mensole con le bottiglie.
«Sinceramente no». Dan riemerge dalla sua ricerca impugnando un cavo jack che infila nel suo Ipod.
«Che hai in testa, Dan?»
«Non in testa, in mano ormai.» Un paio di attimi in cui rovista nella libreria musicale del lettore, e dalle casse agli angoli del soffitto parte una melodia di cornamusa e piano, all'inizio molto tranquilla. Ginger solleva un poco la testa, spalancando gli occhi, poi torna nella sua posizione con l'espressione da cane bastonato.
«L'ho visto che hai drizzato le orecchie, sai?»
«Macché, è stata una tua impressione»
«Sei abbastanza ridicola quando fai la sostenuta in questo modo» Dice con un sogghigno, mentre la melodia si è appena trasformata in una battaglia di chitarre elettriche e batteria. Involontariamente Ginger comincia a scuotere, in maniera quasi impercettibile, la testa al ritmo della musica. Dan scoppia in una risata profonda e sincera. «Guardala la depressa meteoropatica!»
«Tu giochi sporco, però»
«Come vuoi, intanto stai sorridendo»
«Uffa, sei insopportabile»
«Ho capito, una bionda col limone» Dicendolo, avvicina al rubinetto della spina la pinta che stava asciugando con la traversa.
«Ahahah, sai che stai offrendo tu, vero?»
«Ovvio che offro io, che domande!»
«"And through it all, and through it all your spirit's alive"» canticchia la ragazza dal proprio tavolino seguendo la canzone.
«Come va con Jenny?» domanda il barman, sedendosi al tavolo di Ginger con due pinte in mano, una bionda con limone e una Guinness per sé.
«Non nominarla nemmeno, per favore»
«Così male?»
«L'ho vista al Lincoln, ieri»
«Beh, che c'è di terribile?»
«Con un ragazzo»
«Ah. Beh, potrebbe non essere così...»
«Si stavano baciando»
«Oddio»
«Lasciamo stare, ok?» taglia corto Ginger, dando un sorso alla birra.
«Già, forse è meglio di sì. Comunque, poco prima che arrivassi tu è passata una ragazza niente male, proprio per nulla. Avrà la tua età, forse un qualcosa di più…»
«Ho scoperto da nemmeno ventiquattr'ore che la mia ragazza si stava baciando con un maschio e tu già mi costruisci appuntamenti al buio?» Sogghigna Ginger.
«Ma chi ha parlato di appuntamenti!» Esclama Dan, grattandosi la nuca con il palmo della mano e esibendo tutta la dentatura con un sorriso innocente e teatrale. «E poi era accompagnata, era venuta con un ragazzo»
«Ah ecco, infatti»
«Però ho notato che la tipa aveva un berretto di lana e una felpa rossi, e tu di solito mi chiedi di avvertirti quando vedo...»
«Rosso? Aveva simboli disegnati da qualche parte?» Lo interrompe preoccupata la ragazza.
«Uh, non mi pare. O forse sì, una specie di spirale sulla maglietta, con delle punte in cima... Non ho visto bene, aveva la felpa che copriva»
«E lui?»
«Nulla, lui aveva un giubbotto militare, niente di strano»
«Ah.» si stropiccia la fronte con la mano. «Cazzo. Perché continuano a venire per di qua?»
«Cosa? Non ho sentito…»
«Nulla, parlavo tra me e me»
«Oh, come vuoi»
«Hai detto che erano qua poco prima che arrivassi io?»
«Sì, saranno passati dieci minuti, o un quarto d'ora...»
«Non hai visto dove andavano quando sono usciti, vero?»
«Non spio i miei clienti di solito.» Di nuovo l'espressione innocente con la mano in mezzo alle scapole.
«Accidenti. Beh, grazie della birra.. E della musica.» Fa per smontare dallo sgabello.
«Vuoi già andartene?» Chiede Dan, il sorriso sul suo volto sembra sgonfiarsi, affievolirsi.
«Scusami, ma devo scappare»
«Ah.. Beh, ok. Ci vediamo, allora»
«D'accordo, magari passo domani e resto qua di più, va bene?»
«Ottimo, la prendo come una promessa!»
«Ahahah, come vuoi.» Infila una mano nella tasca dei jeans, estrae un paio di monete e le lancia sul bancone mentre attraversa il locale.
«Ti avevo offerto io, porta sfiga rifiutare quando qualcuno ti offre da bere!»
«E io ti offro la Guinness, ok?»
«Ma non…»
«Ehy, porta sfiga»
«Uffa, hai vinto tu»
«Lo so!» La ragazza apre la porta, e un refolo d'aria fresca si spande nel pub.
«Ginger, lo vuoi un ombrello?»
«Macché»
«Come vuoi»

*

Guardandola uscire dal pub, Dan si alza e torna al suo posto dietro il bancone per sistemare le due pinte. Attraverso le stampe sulla vetrina la osserva andarsene con il suo passo precipitoso e ondeggiante, non propriamente aggraziato. È una ragazza davvero carina, anche se è così poco femminile. I suoi capelli ramati, ovviamente tagliati corti, sono perennemente pieni di una quantità industriale di lacca, sparati verso l'alto in pieno stile scossa elettrica. Gli occhi sono grandi e tondi, quasi come se fossero stati disegnati da un mangaka giapponese, e il loro colore è una mezza via indefinibile tra il verde e il marrone. La pelle chiara, cosparsa sul viso di lentiggini non marcate, il naso piccolo e appuntito, la bocca sottile e rossa. Porta sempre magliette aderenti, per evidenziare il seno non così pronunciato come vorrebbe, e anche adesso che comincia il primo freddo gira con la felpa tutta aperta. È davvero un peccato che una ragazza con un carattere così solare debba vivere tutto ciò che ha vissuto lei, pensa il barman con amarezza, davvero un peccato. Eppure, in un modo o nell'altro riesce sempre a sfoggiare uno dei sorrisi più allegri del quartiere, ed è sempre pronta ad accogliere una battuta con una risata cristallina o a dare risposte spiritose alle stupidaggini che le dice quando capita per il suo bar.

*

Dling. Il campanello appeso sullo stipite della porta distrae Dan da questi pensieri, riportandolo alla realtà.
«Uno Scotch, per favore» esordisce burbero un uomo alto e muscoloso con gli avambracci coperti di tatuaggi e i capelli a spazzola.
«Oh, buongiorno anche a lei». Quanto odia le persone che non salutano.

 

*******

Ave. Io sono Matrix, ovverosia il cromosoma Y della situazione. Sono una persona seria, precisa, ordinata, coerente, ineccepibile, fantasiosa, di bell'aspetto, gentile, generosa, abile, ma soprattutto modesta, e questo fa di me la parte mona della squadra. Beh, come era già stato detto io ho i capitoli pari, tanto perché sappiate chi bastonare per aver rubato il vostro tempo a leggere deliri oppure a chi spedire la proposta formale di matrimonio in caso di estasi mistica.
Per parte mia, mi sento in dovere di ringraziare Take a breath (the chosens) per aver dato, se non un'ispirazione, almeno un input iniziale all'idea di base.
 - Appello ai gentili lettori - 
(penso di parlare a nome di entrambi ^^ ).. Insomma sì, a noi fanno piacere le visualizzazioni e tutto, ed è anche vero che non si scriviamo per il riscontro ma perché ci piace.. Però ogni tanto saremmo lieti di sapere il vostro giudizio, come dire ^^' EFP ci donò le recensioni, perché sprecare questo dono? U.U
Ultima cosa (dopo vi lascio andare a leggere manga, promesso) ..un paio di disegni di Allyson-Ginger, giusto per rendere l'idea ;)


  
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