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Autore: Artemisia89    30/07/2008    3 recensioni
<< Clara, mi stai ascoltando? >>
<< Certo Marguerite, si. >>
<< Guarda laggiù allora. >>
Per un attimo Clara pensò con una risata che non avrebbe nemmeno dovuto assaggiare lo champagne. Lei non reggeva l’alcool: non le piaceva, le faceva venire il mal di testa. E ora anche le allucinazioni uditive. Le scarpe non parlano, Clara. Le scarpe non…
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiara

 

[ To love you

love you

love you

  love you.]

 

 

 

Tre di notte. A Clara sembrò di aver vissuto tremila notti, tutte quante in quelle poche ore.  Con il solito ma finalmente non represso impulso infantile decise di stringersi il lenzuolo bianchissimo addosso, come avrebbero fatto le eroine moderne dei suoi romanzi. Fiere della loro perdizione, del loro urlo di libertà. Ma non c’erano state urla di alcun genere quella notte.

Clara lo guardò, addormentato, nella luce che, tenue, entrava dalle finestre. Aveva lasciato tutto aperto. Nessuno di loro temeva il freddo, non quello fisico almeno. Non aveva mai visto un uomo nudo prima di allora, non nella realtà almeno. E ora davanti aveva il corpo perfetto di un amatore. Perché François era semplicemente questo, un amatore. Lui amava, nient’altro.

La luce sfiorava solo qualche ricciolo, poi abbandonava il volto e inondava il petto, il ventre, giù fino all’incavo prima delle gambe.  Clara aveva amato quel corpo. Si chiese se davvero, si poteva amare solo il corpo di un uomo senza apparire blasfemi.

Ma era vero, pensò, scivolando giù dal grande letto, insieme al lenzuolo. Aveva amato quel corpo. Lei amava il corpo di François, e lo avrebbe amato sempre. Lo aveva deciso.

Percorrendo la camera da letto, giunse alla sala attigua. Non si stupì di vedere che il balcone di ferro battuto era piccolo come quello del quadro: aprì la portafinestra e si affacciò.

Roma le venne incontro con un gran sciabordio di vita, troppo simile a quello del mare. No, c’est l’océane, Mlle. Giusto, c’est l’océane. Ma non era buio. Clara lasciò che un sorriso enorme, inusuale, e anche un po’ ebete – infantile, la parola giusta era infantile – le si distendesse sul viso. 

Quella distesa nera, compatta, immensa come l’oceano le apparve quella notte popolata – finalmente – da centinaia, migliaia di barche.

 

  
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