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Autore: suzako    13/08/2008    3 recensioni
[ The need to hold still ]
<< Avanti, Sakura-chan, Vieni fuori. Ehi, ci sei? Andiamo, stronza, lo sai che devo farti a pezzi >>
[ Sasuke x Ino ] [ Naruto x Sakura ]
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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The Cruellesth Month

 

 

[ The need to hold still ]

 

 

 

Ricordava molto bene la morte di Orochimaru, o meglio, ricordava bene ciò che aveva significato per loro.
Lei non c’era stata, nessuno di loro ne era stato partecipe in alcun modo. La notizia era giunta tramite l’Hokage, una mattina come tante altre, mentre erano nel suo ufficio. Come l’avrà ucciso, come avrà fatto? Dev’essere diventato molto forte, Sasuke-kun, non è vero Naruto? Sì, è vero. Ma non ti preoccupare. No, no, certo. Preoccuparsi? E pensare che lei era una sciocca, e per un attimo, quando Jiraya aveva dato loro la notizia, una piccola parte della sua mente aveva pensato con immediata logica, quindi tornerà?
Si era sentita sciocca per quel secondo di distrazione.

Erano stati necessari due mesi di ricerche, fratture multiple, escoriazioni e tre buchi all’addome per riportarlo a casa.

Sakura ricordava comunque molto bene gli occhi di Orochimaru: quegli occhi, che gli avevano portato via Sasuke, erano dorati e fissi, febbrili e inquietanti. Ed erano ancora stampati a fuoco nella sua mente, nel momento in cui riprese coscienza.

E’ stato un sogno. Un’allucinazione causata dal panico.

Si rialzò lentamente, ancora stordita. La foresta era fitta, gli alberi s’innalzavano a coprire il cielo senza lasciarne aperto neanche uno spiraglio. Sakura sentì un sudore gelido bagnarle la schiena.

No, non un’allucinazione. Una visione, forse. Arti magiche.

Strinse i pugni, cercando conforto in sé stessa. La verità era che praticamente mai aveva dovuto affrontare situazioni di simile urgenza senza il supporto di almeno un membro del suo team. Ma poteva farcela, lo sapeva. Doveva solo sforzarsi e mantenere la calma. Per prima cosa doveva cercare di localizzare uno dei suoi compagni. Prima che sia troppo tardi, pensò inconsciamente. Si concentrò intensamente per alcuni lunghi minuti.

Cercò.

Cercò la sensazione pungente, quasi analogo a una lama di metallo, del chakra di Sasuke.
Cercò l’impercettibile, nascosta vibrazione dell’aura di Kakashi-sensei, senza successo.
Cercò il sentimento familiare del chakra ruvido e prepotente di Naruto.
Ma non si aspettava certo di trovare quello.

Le sembrò di bruciare. Era come stare chiusa in uno spazio stretto e soffocante, senza riuscire a liberarvisi. Come un peso sul cuore, sulla mente, sull’addome, qualcosa che ti schiaccia al suolo e non ti permette di reagire.

Era la volpe a nove code.

 

* * *

 

Doveva essere lì.
Sasuke non sapeva da quanto stesse correndo, e neanche gli interessava. Tutto ciò che poteva concepire, tutto ciò che gli interessava vedere in quel momento, era Itachi Uchiha. E lo voleva morto, voleva staccargli la testa dal corpo e bruciarlo, e guardare la pira estinguersi lentamente.

Lo aveva ucciso una volta. Poteva farlo di nuovo.

<< Sasuke-kun… >>

La prima cosa che aveva visto, quando
le sue pupille si erano adattate alla luce,
erano stati i contorni sfocati del volto di Sakura.

Naruto, subito dopo. Lui però non aveva detto nulla.

Non ricordava molto di quel momento. L’ospedale, la testa bendata
E il 15% in meno del sangue in circolazione…

Forse aveva voluto dimenticare.

Ma ricordava bene quali erano state le sue prime parole,
e per quanto sapesse di aver sbagliato, non avrebbe mai fatto altrimenti.

Non c’era traccia di quel chakra per il momento, ma non aveva fretta. L’aveva cacciato per anni e sapeva che avrebbe voluto mostrarsi al momento per lui opportuno. Ma non avrebbe giocato secondo le sue regole. Non quel giorno.

Poi lo sentì. Qualcosa, alle sue spalle. Tre kunai schizzarono velocissimi verso la fonte della vibrazione. Un altro movimento. Questa volta scagliò un esplosivo. Sentiva l’adrenalina montargli nelle vene, sapeva che era lui, doveva essere lui. Vieni fuori, bastardo. Con lo sharingan non fu difficile vedere attraverso la spessa cortina di fumo. E ciò che Sasuke vide furono due occhi rossi.

Estrasse la katana, scagliandosi di peso contro l’avversario. Voleva coglierlo di sorpresa e costringerlo al suolo. Un secondo più tardi si maledì per un’azione tanto avventata: Itachi non possedeva forse lo stesso sharingan? Sicuramente l’avrebbe visto, e Sasuke si sarebbe trovato completamente scoperto. Ma era troppo tardi.
Sasuke si preparò a parare un colpo che non arrivò mai. L’avversario si limitò a bloccare la lama, ed entrambi atterrarono al suolo con un suono secco di foglie calpestate. Non c’era fumo lì, e quando Sasuke alzò il volto per guardarlo negli occhi, trasalì.

Era Kakashi.

Per qualche istante il ninja più anziano non disse nulla, limitandosi ad alzarsi in posizione eretta, e spazzolarsi dell’immaginaria polvere dall’uniforme. Neanche Sasuke disse nulla, senza però smettere di fissarlo. C'era qualcosa di meccanico e forzato nelle loro azioni, qualcosa che non andava.

<< Credo che tu ti stia agitando un po’ troppo, Sasuke >>

…Perché gli occhi che aveva visto, erano due. L’Uchiha non rispose, ma Kakashi non vi badò.

<< Adesso, priorità è ritrovare Naruto e Sakura, e uscire da questa foresta, prima che l’assurda casino in cui tu, in tutta la tua intelligenza, ci hai cacciati, non abbia conseguenze sgra-

Il kunai lo colpì esattamente in mezzo alla fronte. Il clone si dissolse in una scia di fumo.

<< A che gioco stiamo giocando, sensei?>>

L’accento ironico che Sasuke aveva usato era troppo marcato per poterlo ignorare.

Kakashi comparve alle sue spalle, camminando lentamente verso di lui.

<< Non lo so, Sasuke, vuoi dirmelo tu? Uccidere me non avrà alcun effetto sui tuoi occhi, temo>>

Sasuke non smise di sorridere.

<< Tanto vale provare, no?>>

Ammesso che tu sia chi dici di essere.

<< Non c’è tempo per i giochi. Dobbiamo trovare Naruto, prima che-

<< Vuoi che ti conduca da lui? Speri ti aiuti a catturarlo con le mie stesse mani? Non sono così ingenuo… >>, il ragazzo assunse posizione d’attacco. I suoi occhi erano lucidi e febbrili, ed era molto tempo che non brillavano di quella luce sinistra.

<< Tu sei-

Il jounin non ebbe tempo di finire la frase, nel momento in cui i primi lampi fecero tremare il terreno.

 

* * *

 

Gocciola, gocciola, gocciola.

Le pareti della cella era infinite e alte, prive di confini di spazio reali.Anche il tempo pareva privo di significato, lì, poiché ogni secondo di prigionia sembrava stirarsi e dilatarsi infinitamente.

Era sempre stato buio, di un’oscurità densa e priva di spiragli. Fino a quel giorno.
Un muro era crollato, e finalmente, l’aria aveva incominciato a filtrare negli anfratti stantii di quella prigione. Era stato poco pi di uno spiraglio, quasi invisibile da principio. Ma un essere millenario conosce il valore del tempo, e aveva saputo attendere: aveva corroso, consumato quello spiraglio, fino a spaccarlo e renderlo un passaggio praticabile.

Gocciola, gocciola, gocc-

E finalmente, la Volpe aveva potuto lasciare la propria prigione.

 

* * *

Si stava avvicinando sempre di più.
Sakura stava correndo da quasi un’ora, e l’orribile sensazione di prima si faceva sempre più acuta, sempre più invadente. Sapeva che ad ogni passo lui si faceva più vicino, e correva col viso fisso al suolo, perché aveva paura di ciò che avrebbe visto.
Non scappare. Non essere codarda. Hai promesso che non lo saresti più stata.
Si era ripromessa di non lasciare più che la propria debolezza interferisse con le sue azioni.
L’avrebbe affrontato, e l’avrebbe fatto a testa alta.
Alzò gli occhi, senza smettere di correre. E seppe di essere vicina, ancora pochi passi, mancava pochissimo, lo sentiva, doveva essere lì. Uno, due, tre, e dopo l’ultima fila di alberi, una radura.

Ma non fu la volpe, ciò che vide.

<< …Naruto?! >>

Il ragazzo si voltò lentamente.

<< Oi, Sakura-chan! Sei tu! >>, la salutò con un sorriso quasi sollevato.

<< Certo che sono io, baka! Ma tu… Va tutto bene?>>

<< Io? Certo che sto bene, che domande! >>

Sakura sbuffò: << Hai idea di quanto fossi preoccupata? Presto, dobbiamo cercare Kakashi-sensei e Sasuke! >>, era già pronta a correre nella direzione opposta, quando si bloccò.

<< Ah, davvero?>>

La sua voce era fredda.

<< Che razza di domande fai? >>, ribatté la ragazza, gli occhi stretti a due fessure.

Naruto riprese a sorridere, ma questa volta c’era uno strano luccichio nelle sue pupille. Fece qualche passo in avanti.

<< Niente di che. Semplicemente, mi preoccupo per te. Sei sicura di essere a posto…? >>, la sua voce si era fatta più bassa, e improvvisamente era vicino, molto vicino.

<< Naruto?>>

Si chinò su di lei.

 

* * *

 

Gocciola, gocciola, gocciola.

 

* * *

 

<< Stai bene? >>, domandò di nuovo, in un sussurro. Sakura sentì il calore salirle alle guance, ma si impose di rimanere calma. La parte razionale della sua mente aveva già compreso che c’era qualcosa che non andava. Come potevano i suoi occhi negare ciò che vedeva? Eppure quel chakra era più forte che mai, e di quello non poteva sbagliarsi.

Un ninja deve saper vedere oltre la superficie.

<< Chi sei tu?>>

Per un attimo, il ragazzo sembrò confuso. Aggrottò le sopracciglia, inclinando la testa di lato.

<< Che vuoi dire, Sakura-chan? >>

<< Se speri di fregarmi così facilmente… >>, di nuovo, il sangue gli ribollì nelle vene, ma questa volta era per la rabbia.

Naruto le posò una mano sulla spalla, sorridendo.

<< Che peccato. Mi sarebbe piaciuto divertirmi ancora un po’ con te >>

Il sorriso divenne un ghigno. E improvvisamente la stretta amichevole divenne una morsa, e Sakura riuscì a sottrarsi alla presa di quegli artigli un attimo primo che il braccio le fosse troncato di netto. Naruto non aveva fretta: la guardò cadere sgraziatamente al suolo, aspettando che si riprendesse dal terrore e dalla sorpresa.

<< Naruto! Naruto, ti prego, se riesci a sentirmi, non-

<< Se, se, ti sento benissimo! Mi prendi per idiota? Qua comando io, mica la volpe!>>

Una frazione di secondo: sorrise e le si scagliò contro. Sakura non ebbe tempo di ribattere, l’unico pensiero che riuscì a formulare fu non è il Kyuubi, è Naruto che sta facendo questo. Ma non poteva crederlo, non poteva pensare che fosse davvero così. Lui non l’avrebbe mai fatto.

Riuscì ad evitare un pugno che aprì un cratere nel terreno. Ogni suo tentativo d’offesa lo faceva letteralmente ridere. Era cosciente di non star utilizzando alcuna strategia: si limitava a tentare colpi, ma così non sarebbe andata avanti per molto.

<< Così non va affatto, Sakura-chan. Continuando così, finisce che muori >>, dichiarò solennemente lui, senza smettere di ghignare.

Sakura cercò di approfittare del momento di pausa. Doveva farcela. Doveva trovare un modo di…

E’ Naruto! E’ mio compagno, come posso…?

Dio mio, dio mio __________________________ Com’è potuto succedere?

_______Dev’essere il Kyuubi, lui non potrebbe, non potrebbe mai!________________Ho paura

___________E’ colpa nostra ____________________ Ho paura

Dio mio… Che cosa ci sta succedendo?

Ho paura.
Ho così tanta paura.

C.o.m.b.a.t.t.e.r.e.

In quanto ninja, il nostro dovere è combattere.
E’ questo ciò per cui siamo nati, è questo ciò per cui moriamo.
Non è importante chi sia. Non ora. E’ solo un avversario come tutti gli altri.
Rifletti. Pensa a come sfruttare i tuoi punti deboli. Non perdere la testa. Rifletti.
Devi semplicemente fare quello che hai sempre fatto.

Combatti.

<< Beh, ti sei addormentata?>>

Lei non rispose. Aveva il respiro pesante, e la testa bassa. I capelli le coprivano gli occhi.

<< …Che noia, già non ce la fai più? Va bene, finiamola… >>

<< Gen…>>

Il chakra si stava già accumulando nella sua mano destra. Il rasengan.

<< Cos…?>>

Solo in quel momento si accorse degli ideogrammi che lei aveva tracciato sul suolo fino a un momento prima.

<< Arte della terra n°24: Doryuum Shin!>>

Naruto ebbe appena il tempo di notarlo, con la coda dell’occhio, perché dovette focalizzare tutta la propria attenzione sul cerchio di fuoco che gli stava per piombare addosso.

<< Oh, cazzo… >>

 

* * *

La katana si abbassò nuovamente su di lui. Questa volta, Kakashi non fece nulla per schivarla: aveva bisogno di bloccarlo, anche solo per un istante. La lama gli ferì il palmo della mano, ma lui non sentì nemmeno il dolore. Sasuke non mostrò alcuna emozione al suo gesto: il suo volto era una maschera di freddezza e imperturbabilità.

Ancora prima di tentare, il Jounin capì che non avrebbe avuto senso.

<< Con te non si può proprio ragionare, eh…?>>

Si sottrasse al colpo prima che questo potesse spedirgli una scossa elettrica in bocca.
Fino a quel momento aveva continuato a schivare, parare i colpi, evitando lo scontro diretto. Non aveva nessuna intenzione di combattere seriamente contro il proprio ex-alunno, ma doveva capire cosa gli stava succedendo. Era lui, su questo non poteva avere alcun dubbio; per quanto la cosa inizialmente non fosse affatto scontata. Non attaccava, anche per risparmiare chakra, ma sapeva che potevano andare così all’infinito.
C’era qualcosa di strano, in quella foresta.
Il chakra del kyuubi si faceva sempre più intenso. Dove poteva essere Sakura?
Per quanto si sforzasse, riusciva solo a pensare al peggio.

<< Sasuke, fermati. So che puoi sentire perfettamente il chakra del Kyuubi, se non lo fermiamo adesso… >>

<< Sta’ zitto, assassino. La pagherai, giuro che la pagherai!>>

I suoi occhi rossi brillarono d’un sadico piacere, e tornò ad attaccare con ancora più ferocia. Un kunai passò così vicino da sfiorarlo, incidendogli una guancia.

Doveva utilizzare quello, per quanto rischioso sarebbe stato.

Ma aveva bisogno di tempo. Avrebbe dovuto fuggire, e nel mentre, trovare un modo di immobilizzarlo per almeno quindici secondi.

<< Tecnica proibita: Kage bushin!>>

 

* * *

 

<< Molto, molto divertente Sakura-chan. Adesso però esci fuori e lascia che ti spacchi la faccia, che ne dici?>>

Il fumo si era appena diradato, ma riusciva comunque a vedere abbastanza chiaramente… Ma lei non c’era. Non riusciva a percepirne neanche il debole chakra. Fino a un secondo prima era solo nervoso. Adesso era decisamente incazzato.

<< Vieni fuori, stronza… Ti faccio a pezzi…>>

Doveva essere nascosta lì da qualche, ne era sicuro, non poteva essere lontana. Per un istante, riuscì a catturare la traccia di un’ombra olfattiva. Quell’odore dolciastro, e solo vagamente salato. Fece una smorfia, incominciando ad addentrarsi nel bosco.

<< Non hai voglia di giocare, nh, Sakura-chan?>>

Poi, lo sentì chiaramente. Per quanto debole, era il suo chakra. Affrettò il passo, senza far rumore. La traccia si fece più evidente, sempre più evidente, era vicina, vicinissima, quasi poteva sentire già il sapore metallico del sangue in bocca…
Il chakra sparì completamente, di botto. Era come se fosse stato reciso.
Colto di sorpresa, non si accorse immediatamente che adesso l’odore era forte e facilmente rintracciabile. Qualsiasi trucco fosse riuscita a inventarsi, non aveva funzionato.

<< Sei finita! Fi-ni-ta! >>, cantilenò a voce alta.

Per di più, per lui era molto più facile seguire l’olfatto: lasciandosi guidare dall’istinto, non impiegò molto a localizzarla. Non fece nulla per nascondere un sorriso di trionfo, quando intravide la sua forma.

Il suo corpo pendeva esanime dal ramo di un albero, il collo piegato in un angolo innaturale, il volto contratto in una smorfia di dolore.

Una corda le cingeva il collo, e il cadavere ondeggiava leggermente, come privo di peso.

 

* * *

 

Sasuke piegò le labbra in una smorfia. Probabilmente avrebbe dovuto essere un sorriso di scherno, venuto decisamente male a causa del poco allenamento.

<< Andiamo, sensei. Quella tecnica neanche Naruto la usa quasi più>>

I cloni non si dettero pena. di rispondere. Attaccarono. Per Sasuke non fu difficile sconfiggerli uno ad uno, senza fretta.

<< Puoi anche piantarla con quest’assurda scena! So chi sei! Hai capito? So chi sei!>>

Kakashi per un attimo contemplò l’idea di andare a chiedergli, davvero, e chi sarei? ma sapeva quanto la risposta fosse dolorosamente ovvia.

Sakura piangeva silenziosamente, abbandonata
su una sedia. Naruto era in piedi, al suo fianco.

<< Non tornerà… Non tornerà più… >>

Mormorava sommessamente, il volto tra le mani.

<< Tutto inutile, l’abbiamo perso… inutile… >>

Naruto, vedendolo arrivare, alzò lo sguardo.

<< A cosa è servito, sensei? Non è cambiato niente… Anzi >>,
aggiunse con una smorfia.

<< Si riprenderà>>

Sakura si era lasciata sfuggire una risata strozzata, ed era uscita
dalla stanza.

Non l’aveva detto come frase di circostanza. Aveva detto quelle parole
perché ci credeva.

E credeva ancora.

Ma non aveva senso. Non in quel momento. Aveva sperato che non sarebbe mai più successo, aveva sperato che le cose, per un volta, sarebbe potuto andare bene. Vivere e morire senza soffocare, annaspando, tra l’una e l’altra.

Era quasi pronto.

I sigilli posti dai cloni entrarono in funzione esattamente in quel momento.

<< Cos…?>>

Sasuke si trovò immobilizzato, inglobato per tutto il torso dalla cortezza dell’albero.

<< Cosa significa? E’ un’altra illusione delle tue?>>

<< Nessuna illusione, non ancora>>

Si materializzò esattamente davanti a lui. I suoi occhi rossi vorticavano, impazziti, e tutto il suo corpo era teso nel tentativo di liberarsi. Entro non poco tempo ci sarebbe riuscito. Doveva fare il più in fretta possibile.

<< Fatti vedere in faccia, fatti vedere come sei realmente!>>

Ignorandolo, Kakashi si sollevò il coprifronte, rivelando lo sharingan potenziato. Non diede a Sasuke il tempo di dire nulla.

<< Sharingan: shinyomi>>

 

* * *

 

Era una notte calda, rinfrescata solo da una leggera brezza. La terrazza era isolata, proiettata fuori dalla fortezza di difesa di Sunakagure: sarebbe stato facile immaginare di trovarsi un mondo a parte, fuori dallo spazio e dal tempo e dalle battaglie…
L’ultima brace della sigaretta si spense, e Shikamaru la gettò a terra, schiacciandola col tacco.

<< E’ il momento che io torni all’ospedale. Potrebbero aver bisogno di me >>

Il ragazzo inspirò profondamente l’aria della notte.

<< Sì. Torniamo >>

Percorse i lunghi corridoi in silenzio, camminando lentamente. Ogni passo era pesante sul pavimento in pietra. Imparerò a sopportare. Sarò forte. Poi, un secondo prima di ripiombare nel caos straziato dell’ospedale, Shikamaru posò la mano sulla maniglia della porta, ed esitò. Alzò il volt, guardandola dritta negli occhi.

<< Ino, io…>>

Ho sprecato tutti questi anni, vero? Le cose non vanno mai come dovrebbero andare. Cose che avrei dovuto dirti, ma adesso non c’è più tempo. Sai cos’ho pensato? Ho pensato che alla fine noi due non siamo mai stati niente. Ho pensato che proprio nel momento in cui più avremmo dovuto aiutarci, ci siamo messi da parte, naturale, come fosse la cosa più naturale del mondo. Non poteva finire altro che così. Non è divertente? Ho sbagliato, le cose sono andate esattamente come dovevano andare. Non avrei voluto rivederti, ma ora ho capito. Sono stato egoista. Me ne sono andato, ma non ho lasciato andare te. Adesso… Adesso è davvero la fine, non è così? Adesso, è davvero addio… Adesso…

<< Volevo augurarti buona fortuna>>

...Adesso…

<< Anche a te >>, e sorrise.

Aprì la porta, e la penombra dei corridoi poco illuminati fu squarciata dal bianco accecante della luce dell’ospedale.
C’era confusione, e urla. I corpi che giacevano esanimi sulle barelle sfilavano in una lugubre e confusionaria parata, affiancata dalle schiere di medic-nin che come api affamate affollavano l’intera sala. Ino fu subito sopraffatta dall’angoscia e dall’impotenza.

Posso farcela. No, non aveva scelta. Doveva, semplicemente.

Si voltò un’ultima volta verso di lui.

<< Grazie di tutto, Shika>>

Lui sorrise di uno dei suoi sorrisi impercettibili, senza dire nulla. Con un ultimo cenno, si voltò, e Ino lo vide allontanarsi, perdersi fra la folla-

<< Yamanaka Ino>>

La voce proveniva dalle sue spalle, ed era stranamente familiare. Si girò.

<< Il mio nome è Yamato: ex-ambu, e, come te, ninja della foglia. Vorrei che tu mi seguissi per una faccenda della massima importanza. Per adesso, posso dirti solo che ne va della vita dei tuoi compagni… Haruno Sakura, Uzumaki Naruto, e Uchiha Sasuke>>

 

 

*

 

Sono un mostro.
Questo capitolo andava postato un mese e mezzo fa.
Non credo ci sarebbero scuse che potrebbero tenere una pausa così lunga, quindi, non ne farò nessuna. Vi chiederei comunque un parere, per coloro che leggeranno. Grazie.

saluti,

 

suzako

 

  
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