Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Miss One Direction    20/06/2014    20 recensioni
- Ehi, andrà tutto bene. Non sei sola, ci sono io qui -
- Lo so ma ho bisogno di mia madre, di Lena e, nonostante mi abbia abbandonata, ho bisogno di sentirmi amata da qualcuno come mi faceva sentire Dave – risposi tra le lacrime
- Io non potrò mai sostituire l'amore di queste persone, visto che ci conosciamo da poco ma prometto che non ti abbandonerò come loro, ti starò vicino e ti aiuterò con la gravidanza. È una promessa – disse mettendosi una mano sul cuore e guardandomi negli occhi
Annuii e lo abbracciai per smettere completamente di piangere. Ecco era quello di cui avevo più bisogno.
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=dYXZ4dXlruk
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







Il 6 gennaio. Sola. Sul divano. Che bella cosa eh? Ormai ero arrivata (finalmente) all'ultima settimana di gravidanza e quasi non mi sembrava vero, sarebbero potuti nascere da un giorno all'altro... ancora non riuscivo nemmeno a realizzare l'idea. Liam mi chiamava ogni giorno, sembrava quasi che fosse incollato al cellulare. Sentire la sua voce per telefono però non era lontanamente paragonabile al sentirla dal vivo, mi mancava da morire e la cosa peggiore era che non potevo dirglielo: si sarebbe fatto mille complessi e avrebbe di sicuro preso il primo aereo per precipitarsi qui e così rinunciare alla sua carriera. No, non potevo permetterlo.
Avevo passato Natale e Capodanno con i miei genitori, la famiglia di Lena, Mandy e suo marito e la famiglia del dottor Johnson. A quanto pare la tavola di casa Johnson era stata fatta per sopportare un esercito ma, nonostante fossimo una ventina se non pure di più, mi ero divertita come poche volte in vita mia. La notte di Capodanno soprattutto: a mezzanotte spaccata avevamo brindato tutti insieme il nuovo anno e si sentiva nell'aria l'unione delle varie famiglie. Ero ancora più felice per il fatto che i miei genitori fossero tornati quelli di un tempo: i miei adorati eroi che non pensavano sempre e solo al lavoro e si dedicavano alle cose davvero importanti nella vita. Nonostante abbia comunque passato bellissimi momenti con le persone che mi volevano più bene... la mancanza di Liam si era fatta sentire e anche parecchio. Avere una nostra foto come sfondo del cellulare non aveva di certo aiutato... Dovevo però pensare che lui era felice, quindi dovevo esserlo anche io per lui. Il regalo migliore che potesse farmi era stato di certo la chiamata a mezzanotte precisa per augurarmi “Buon Anno”, mi aveva fatta sentire speciale e i pensieri tristi erano stati sostituiti per un po' con il suo “Ti amo” finale che ancora mi rimbombava nelle orecchie.
Mandy e il dottor Johnson erano già tornati a lavorare in ospedale e Lena era impegnata con gli ultimi compiti da fare, visto che il giorno dopo sarebbe dovuta tornare a scuola. Non che la invidiassi... però stare in casa 24 ore su 24 non era proprio un bel programmino. I miei genitori cercavano di farmi pesare il meno possibile la noia stando con me, aiutandomi con gli ultimi acquisti e standomi vicina ma rimanevo comunque molto tempo da sola. Per fortuna che c'era Rio. Chi è Rio? Il mio shitzu che avevo da quando ero piccola. Mi era sempre stato vicino, mi aveva sempre fatto compagnia e le mie giornate ormai le passavo facendogli le coccole.
In quel momento ero sul divano, con una ciotola di orsetti Haribo accanto a me, impegnata a giocare con Rio. I miei genitori erano andati a lavoro, come sempre del resto, e ormai avevo già svuotato tutta la quantità industriale di film presenti in camera mia...
Girai lo sguardo verso il mio cagnolino e mi scappò un sorriso davanti al suo musetto curioso, in attesa di ricevere un altro orsetto alla frutta. Era incredibile come riuscisse a farmi tornare il buon umore con una sola occhiata. Gli lanciai al volo una caramella e lui, con un piccolo salto, la prese al volo meritandosi così un piccolo applauso da parte mia. All'improvviso squillò il telefono di casa e, facendo più attenzione possibile, andai a rispondere.


- Pronto? -
- Amore mio! - sentii Liam dall'altra parte
- Amore! - esultai con un sorriso sincero
- Come stai? Tutto a posto? I bambini? - iniziò a domandare a raffica facendomi ridere
- Si tut... - iniziai a dire prima di bloccarmi di colpo

Una fitta incredibile alla pancia mi fece piegare in due e il respiro iniziò a diventare irregolare. Oddio no...

- Liam? Liam aiuto – lo chiamai reggendomi al mobiletto e con voce tremante
- Amore? Amore?! Emma sta calma, ti prego – cercò di tranquillizzarmi anche se, di sicuro, era pure più agitato di me
- Liam – sussurrai quasi disperata – Liam ti prego vieni qua -

La paura si era impossessata di me in un attimo e sentivo perfettamente il sudore scendermi lungo la fronte. Non ero pronta, non mi sentivo pronta e mi tremavano le gambe. Oltre al dolore alla pancia, la schiena mi tirava in un modo tremendo. Avevo bisogno di lui.

- Amore non... -
- Liam! I bambini hanno bisogno di te. IO ho bisogno di te! - alzai la voce sedendomi per terra quasi esausta

Seguì un breve silenzio e in quei momenti mi sentii quasi morire. Lo avevo posto davanti a una scelta e lì, oltre al dolore fisico, ci si stava mettendo anche il senso di colpa.

- Amore respira. Respira profondamente e chiama subito un'ambulanza. Oddio, sto per diventare padre... - esclamò ad alta voce sul punto di piangere

Il fatto che li considerasse come figli suoi mi strappò un misero sorriso in quegli attimi strazianti, che si ampliò quando lo sentii correre in cerca di un taxi. Stava tornando... da me. Cercai di respirare profondamente, come mi aveva detto lui, ma a un certo punto persi del tutto la calma: la linea era caduta. Merda. Non avevo la forza nemmeno di raggiungere il cellulare per chiamare qualcuno e sapevo che urlare non sarebbe servito a niente. Avevo bisogno di un'ospedale e subito.
Rio, capendo forse la situazione, corse fuori dalla porticina fatta apposta per lui, e iniziò ad abbaiare ininterrottamente. Apprezzavo molto il gesto ma con un dolore simile non riuscivo a pensare ad altro che ai miei bambini: l'incubo di ogni mamma è il dover far nascere i propri figli in casa e in quel momento come non mai capii perfettamente quella maledetta sensazione. Le gambe mi tremavano, ero un bagno di sudore, il respiro irregolare e mi scappò in più di un'occasione qualche urlo straziante. Il mio cagnolino fuori sembrava quasi indemoniato ma sapevo che non sarebbe servito a molto, chi mai ci sarebbe potuto essere di lunedì mattina? Ero nel panico, non sapevo cosa fare, non volevo che i miei figli nascessero nel corridoio di casa mia...
Solo dopo aver sentito dei passi sul vialetto di casa iniziai a sperare di nuovo, forse Rio aveva ottenuto l'attenzione di qualcuno o, meglio ancora, i miei genitori erano tornati prima.


- Emma! - sentii urlare mia madre, presa dal panico anche lei – James chiama un'ambulanza, ora! -

Mi si avvicinò subito, stringendomi a lei e dicendomi di continuare a respirare. Anche se il terrore non mi aveva ancora abbandonata, ero sollevata del fatto che ci fosse lei con me. Tante volte avevo sperato che mi fosse stata accanto e in quel momento c'era davvero, ad aiutarmi nel modo migliore e preoccupandosi per me come non aveva mai fatto.
Il tempo in cui aspettammo l'ambulanza fu di certo il più lungo della mia vita, quegli attimi sembravano non passare mai e provavo ogni secondo più dolore. Fu un urlo strozzato di mio padre che mi fece riaprire gli occhi e per poco non svenni: un liquido mi stava scendendo lungo le gambe... mi si erano appena rotte le acque. Cazzo.
Solo quando sentii la sirena dell'ambulanza mi sentii davvero sicura, anche se il dolore e il terrore mi stavano ancora accompagnando.


- Amore, andrà tutto bene. Guardami – mi sussurrò mia madre prima che mi mettessero sulla barella – andrà tutto bene. Io sono qui. -

Annuii flebilmente e il tragitto verso l'ospedale fu anche peggio, un dolore che sembrava uccidermi lentamente e che mi faceva a mala pena respirare. Cazzo, avevo bisogno di Liam. Pregai in tutti i modi che arrivasse il prima possibile ma la mano di mia madre mi stava trasmettendo più sicurezza di quanto avessi mai potuto immaginare. L'ambulanza sfrecciava tra le vie di Wolverhampton e sperai davvero che Lena venisse a darmi conforto, cosa molto improbabile visto che casa sua era dall'altra parte della città... L'infermiera mi consigliò come fare per respirare nel modo giusto e cercai di darle ascolto anche se ormai il panico si era impossessato completamente di me, avevo paura. Una paura tremenda, soprattutto perché non mi sentivo pronta e perché l'amore della mia vita non era lì con me.

- Mamma... - sussurrai quasi disperata
- Si amore, sono qui -
- Ho bisogno di Liam, voglio lui. Ti prego – la supplicai stringendole ancora di più la mano

Mia madre, ovviamente, mi guardò un po' perplessa ma continuò ad accarezzarmi i capelli ormai fradici. Non mi accorsi nemmeno di essere arrivati, lo capii solo quando aprirono di scatto le porte dell'ambulanza e ci avviammo all'interno dell'ospedale. Mandy, vedendomi, lasciò tutti i documenti che stava consultando e si precipitò da me. Cercò di tranquillizzarmi nel miglior modo possibile ma ormai ero quasi incosciente delle mie azioni, il dolore peggiorava sempre di più e ormai le urla mi salivano in gola da sole. Fu solo quando vidi accorrere il dottor Johnson tirai un mezzo sospiro di sollievo, ci avrebbe pensato lui e tutto sarebbe andato perfettamente... più che una certezza somigliava a un pensiero per essere positiva e non perdere la calma.

- Emma... - mi disse emozionato

Avrei voluto ricordargli che ero io quella in travaglio e non lui ma preferii stare zitta e cercare di calmarmi. Mi portarono subito in sala operatoria e feci esattamente tutto quello che mi ordinò il dottore: respiro quasi regolare ma profondo, spinte quando me lo diceva lui... Qualsiasi cosa mi ordinasse io obbedivo senza discutere.
Quando mi ritrovai in braccio quei piccoli fagottini rosa, con quei corpicini così delicati, con quelle manine praticamente minuscole... scoppiai a piangere. Ero diventata mamma. Non me ne fregava niente se la gente avrebbe avuto da ridire sulla mia età, io quei bambini li avevo voluti e non potevo essere più felice di così. Per i nomi ero quasi a posto: il maschietto si sarebbe chiamato Josh Woody mentre la femminuccia... avrebbe dovuto deciderlo Liam. Preferii aspettare che arrivasse per poterle dare il nome e, con un sospiro di sollievo, restituii i neonati alle infermiere.
Mia madre, Mandy e il dottore si trattennero dal piangere insieme a me e li ringraziai uno dopo l'altro con un sorriso sincero, in fondo era merito loro se era andato tutto bene. Mi condussero in una stanza finalmente, con i bambini sotto osservazione, e mi lasciarono riposare. Ero la ragazza più felice dell'universo e, per questo motivo, dormii finalmente sonni tranquilli.




                                                                                                            *****



Mi svegliai dopo non so quanto tempo con un sorriso stampato in faccia e mi stiracchiai per bene nel letto, avevo sognato Liam e subito ero tornata spensierata. Mi ricordai tutto l'accaduto in pochi secondi e subito mi guardai in giro, in cerca dei miei figli.
Faceva strano doverli chiamare “miei figli”... in fondo ero solo una quasi 17enne eppure ero già diventata mamma... e di due gemellini poi!
Rimasi quasi senza parole quando vidi il mio ragazzo girovagare per la stanza con Josh in braccio... Era davvero lì?


- Ehi dormigliona! - mi salutò entusiasta avvicinandosi – Josh hai visto che bella la vostra mamma? -

Sorrisi come non mai e subito mi allungai per lasciargli un bacino a stampo, solo salutandolo mi accorsi anche della “bambina senza nome” accanto al letto, nella culla. Guardai entrambe quelle piccole creature come le cose più preziose della mia vita, cosa che erano veramente, e infine rivolsi uno sguardo pieno d'amore a Liam. Eravamo diventati una famiglia a tutti gli effetti e finalmente sarei potuta essere felice anch'io.

- Ho deciso che la piccola impertinente la chiameremo... Jessica Daisy Payne. Ti piace? - mi propose sempre con il suo solito sorriso mentre mi lasciava Josh tra le braccia e prendeva Jessica
- è perfetto... - sussurrai entusiasta, giocando con quelle piccole manine - … come te del resto -

Mi guardò con gli occhi lucidi e mi sussurrò un "ti amo" quasi impercettibile, che però scaricò in me brividi di tutti i generi. Quasi non mi sembrava vero... Liam, un ragazzo che avevo conosciuto per caso e che non centrava niente con me, era lì. Era lì per me, per stare con me. I bambini poi resero il tutto ancora più magico: ci guardarono nello stesso momento, con quegli occhi azzurri uguali ai miei e sembravano quasi analizzarci. 

- Eh già, amori miei. Noi siamo la vostra mamma e il vostro papà - mi lasciai sfuggire strofinando leggermente il naso contro la guancia di Josh

Liam fece altrettanto e e subito dopo mi lasciò un bacino in testa. Niente, niente e sottolineo niente avrebbe potuto spiegare quanto lo amassi.
Dopo non molto si aggiunsero a noi anche Mandy e tutti gli altri. Insistetti per avere una foto insieme e subito ci scattarono milioni di fotografie con Liam accanto a me, Josh tra le mie braccia e Jessica tra le sue. In quel momento si che la mia vita poteva ritenersi completa.






                                                                                                      My life is complete.




Ultimo spazio autrice: hello girls! Eccoci qua con l'ultimo capitolo e spero mi perdoniate per questa cacchetta di Kevin XD no sul serio: questo capitolo l'ho scritto in un giorno e mezzo e non stupirei se faccese schifo. Ci tenevo a fare questo ultimo spazio autrice per varie ragioni... questa storia ha significato parecchio per me, mi ha aiutata a crescere pur non avendo una trama molto semplice da sviluppare. Ha rappresentato un pezzo della mia vita che... sotto certi aspetti vorrei persino dimenticare. All'inizio doveva essere una cosa a due ma poi, per motivi che nemmeno io ho compreso, mi sono ritrovata da sola in una storia più grande di me. Sono davvero felice che qualcuno mi dica che scrivo bene, che il capitolo emoziona ecc. perché significa che questa storia non è stata un vero e totale fallimento. L'unica cosa che vi posso dire è: GRAZIE. Di averla messa tra le preferite/seguite/ricordate, di aver recensito ogni capitolo e vi ringrazio anche delle critiche perché mi hanno fatta riflettere molto. Non so davvero che altro dire o rischierei davvero di scoppiare a piangere. Spero che vi sia piaciuto anche quest'ultimo capitolo e che la Fan Fiction in generale vi abbia fatto emozionare :') Ci rivedremo di sicuro ;) e se non volete perdermi di vista potete seguire anche l'altra mia storia "Amore, odio... e un paio di Converse". Grazie ancora di tutto <3 Peace and Love
Xx Manuela

 
   
 
Leggi le 20 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Miss One Direction