Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: The Mad Tinhatter    11/08/2014    2 recensioni
"Si trattava di un modello particolare di Pensatoio: mentre normalmente l'unica cosa permessa era di osservare i ricordi da un punto di vista esterno, quell'esemplare, assieme ad altri che erano stati prodotti negli anni, permetteva di rivivere i propri ricordi in prima persona e con la coscienza del momento, pur conservando ogni sensazione provata anche una volta tornati alla realtà. E quello era esattamente ciò che la giovane donna voleva fare."
[Questa storia partecipa al contest "OC mania!" indetto da ColeiCheDanzaConIlFuoco]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap. 3: Surprise

Era seduta dentro la tenda, e stava leggendo un pesante tomo. “Numerologia e Grammatica”. Il modo in cui l'aveva ottenuto era stato alquanto curioso. L'aveva trovato sul pavimento, davanti alla porta di camera sua. Era incartato, e assieme ad esso c'era un biglietto. Il messaggio non era nulla di particolare, un semplice “Per Elizabeth”; la cosa strana era che, a giudicare dalla grafia, quel regalo arrivava da suo fratello.

Il suo rapporto con Edgar, come c'era da aspettarsi, era cambiato parecchio da quando lei era arrivata ad Hogwarts. Rendendosi conto che i suoi sforzi per tentare di recuperare il loro legame erano stati vani, Elizabeth aveva deciso di appoggiarsi soltanto ai suoi nuovi amici, e lasciar perdere un fratello che non voleva più saperne niente di lei. Ovviamente la cosa le faceva male, ma non poteva certo piangerci su per sempre.

Tuttavia, nel corso degli ultimi due anni, aveva notato qualcosa. A volte, durante le cene, le capitava di lanciare uno sguardo verso il tavolo dei Serpeverde. Spesso e volentieri scopriva suo fratello ad osservarla, quasi come se, pur da molto lontano, la stesse controllando. Non aveva paura di lui, ma sperava che, se davvero non si trattava soltanto di una coincidenza, le sue intenzioni fossero buone. Magari non era così disgustato da lei come voleva far credere.

Il regalo sembrava una conferma delle sue teorie. La sua passione per la matematica non era mai svanita, e quando dovette scegliere le materie da seguire durante il terzo anno Aritmanzia fu la prima che inserì nell'elenco. Regalarle il libro di testo era stata una manifestazione di attenzione.

Naturalmente, Elizabeth aveva cercato di parlarne con lui, ma lui aveva negato tutto. Era strano: se quello era un modo per farle vedere che in qualche modo teneva ancora a lei, perché non mostrarlo apertamente?

- Ehi! - esclamò Megan, entrando nella tenda. - Perché non metti giù quel librone? Tra poco si mangia, e poi dobbiamo iniziare ad andare verso lo stadio!

Elizabeth rise. Megan era così eccitata per quella finale... adorava il Quidditch, e per tutta l'estate non aveva fatto altro che parlare di come, una volta rientrate a scuola, avrebbe fatto i provini per entrare nella squadra. Quanto a lei, lo sport le era abbastanza indifferente, ma come poteva resistere alla sua migliore amica che le faceva gli occhi dolci? Da qualche parte nell'accampamento c'era anche la sua famiglia, ma lei si era trasferita nella tenda di Megan alla prima occasione. Era una comunissima tenda babbana, ma era comoda e, nonostante fossero ancora confusi da tutta la situazione, i genitori di Megan avevano fatto di tutto affinché lei fosse a suo agio.

- Perché è interessante! - disse lei, mostrandole la pagina sulla Tabella Pitagorica. Era affascinante sapere che anche le formule magiche potevano essere ricondotte a dei numeri, ma Megan non condivideva il suo entusiasmo.

- A proposito di interessante... - fece Megan, cambiando tono di voce - c'è un ragazzo, qua fuori, che ti sta cercando... se è chi penso io, direi che ti conviene proprio staccarti da quel mattone!

Un ragazzo? pensò Elizabeth, uscendo dalla tenda. Ma chi può... oh.

Impiegò qualche secondo a registrare chi si trovasse davanti a lei. Un ragazzo alto, dai capelli neri e gli occhi azzurri, che le stava sorridendo con calore. Era cambiato parecchio, in quei due anni in cui non si erano visti. E, cavoli, era diventato proprio un bel ragazzo.

- Jules! - esclamò Elizabeth, correndogli incontro.
- Liz – fece lui, abbracciandola. Poi, la baciò sulle guance, come era solito fare in Francia. Elizabeth si sentì arrossire.
- Non mi avevi detto che saresti venuto qui! – fece Elizabeth. Il cuore le batteva forte.
- Beh, la finale della Coppa del Mondo di Quidditch è un evento importante... nonché un'ottima occasione per fare una sorpresa alla mia migliore amica!

Elizabeth sorrise, continuando ad abbracciarlo. Era come se volesse recuperare il tempo in cui erano stati lontani.

- Sono così felice che tu sia qui!
- Ahem – fece Megan, che era dietro di loro. - Io sono ancora qui, eh!
- Oh, scusa – disse Elizabeth, sciogliendo l'abbraccio. - Julian, lei è Megan, la mia migliore amica.

I due si strinsero le mani. Elizabeth era così felice di vedere due delle persone più importanti della sua vita fare conoscenza.

- Ora vi lascio soli, devo aiutare mamma con la cena. A dopo! - disse Megan, facendo loro l'occhiolino. Elizabeth scosse la testa.

- Come stai? - le chiese Julian. Era più una domanda di cortesia, dato che non avevano mai smesso di sentirsi, almeno via lettera.
- Ora sto di sicuro bene – rispose lei. - Sono in buona compagnia! E tu?

Julian fece uno dei suoi sorrisi calorosi, ed Elizabeth sentì una strana sensazione allo stomaco. Le farfalle. Ecco di cosa si tratta. Arrossì, e scacciò via quel pensiero. Lui era il suo migliore amico, del resto. Un migliore amico figo, ma pur sempre amico.

- Sono qui, pronto a guardare una bella partita di Quidditch con la ragazza che preferisco di più al mondo. Posso chiedere di più?

La ragazza che preferisco di più al mondo”... beh, era un inizio.

Parlarono come se non si fossero mai separati, camminando a braccetto. Julian le raccontò di come passasse le sue serate assieme al padre, andando in un osservatorio astronomico ad imparare quanto più potesse sulle stelle e sullo spazio.

- Sarai un asso in Astronomia – disse Elizabeth.
- È la mia materia preferita – rispose lui. - Se non fosse stato per la magia, credo che mi sarebbe piaciuto molto diventare un astronauta.
- Uno di quei Babbani che volano per lo spazio, giusto?
Julian rise, probabilmente a causa della sua definizione molto limitata di “astronauta”. - Sì, uno di loro.
- Non so che carriere babbane prevedano l'utilizzo della matematica, ma io ho deciso di seguire Aritmanzia, quest'anno – disse Elizabeth, con orgoglio. - Ed è stato tutto grazie a te e al primo libro che mi hai prestato.
- Oh, davvero? Ne sono molto felice – rispose lui, poi la trascinò verso la tenda dei suoi genitori.

I signori Beaumont furono molto felici di vederla. La prima cosa che la madre di Julian fece, ovviamente dopo averla abbracciata, fu darle un regalo.

- Spero di aver scelto bene – disse la donna, mentre lei apriva il pacchetto. Dentro c'era un bel cerchietto per i capelli, con sopra attaccato un piccolo fiocco di colore blu.
- L'ha fatto a mano – disse Julian, alzando gli occhi al cielo. - Voleva che si intonasse ai tuoi begli occhi, così, visto che il colore è simile a quello dei miei, me l'ha fatto provare un sacco di volte finché non era soddisfatta dalla tonalità.

Elizabeth scoppiò a ridere. Immaginare Julian con un cerchietto in testa era estremamente divertente.

- Beh, per fortuna non devo solo immaginare la scena! - disse la ragazza, posando a tradimento il cerchietto sulla testa del ragazzo. - Grazie, signora Beaumont! - disse, mentre Julian si lamentava.
- Te l'ho già detto, tesoro, puoi chiamarmi Marie – disse la donna, con affetto. - Richard! - urlò, rivolta verso il retro della tenda. - Elizabeth è appena arrivata! Ovviamente – tornò a rivolgersi verso la ragazza – cenerai con noi, prima della partita, vero?
- Non lo so – fece Elizabeth – insomma, c'è anche Megan....
- Vai a chiamarla – disse Julian. - Siete entrambe invitate.

Mangiare assieme ai Beaumont e a Megan fu stupendo. Il padre di Julian e Megan avevano qualcosa in comune: la passione per i film di fantascienza. Ne parlarono durante tutta la cena, e furono decisamente scioccati quando Elizabeth disse loro di non avere alcuna idea di cosa Star Wars fosse. Ovviamente, Megan si offrì volontaria per guardare con lei tutta la serie, e lei accettò, perché era proprio curiosa di sapere che cosa ci fosse di così entusiasmante.

Dopo cena, si diressero tutti assieme verso lo stadio. Nonostante lo sport non fosse proprio la sua passione, l'entusiasmo di Megan (la quale non faceva altro che saltellare da una parte all'altra con aria eccitata) era contagioso, ed Elizabeth non vedeva l'ora di godersi la serata....

*

Erano sedute sui loro sacchi a pelo, dentro la tenda. Megan era sotto l'effetto dell'euforia post-partita, e se solo ci fosse stato abbastanza spazio, probabilmente si sarebbe messa a ballare. Invece, si stava accontentando di canticchiare.

- L'Irlanda ha vin-to! E Lizzie ha un ragaz-zo! - fece l'amica, ridendo.
- Oh, smettila! - disse Elizabeth, tirando un piccolo pugno all'amica. Stava diventando bordeaux. - Jules non è il mio ragazzo, è solo il mio migliore amico!
- Certo. Anche se appena l'hai visto ti sono venuti gli occhi a cuoricino? Avanti, non dirmi bugie!

Era ovvio che Megan si fosse accorta del suo repentino cambio di espressione non appena aveva visto Julian. Persino lei era rimasta scioccata. L'ultima volta in cui si erano visti, entrambi erano ancora dei bambini, e adesso... beh, lui era sicuramente cambiato, e decisamente in meglio. Due anni prima, di certo non si sarebbe mai soffermata a contemplare la profondità dei suoi occhi, o il suo sorriso... per non parlare del fatto che, anche caratterialmente parlando, era un ragazzo d'oro. Forse si stava davvero beccando una bella cotta per lui....

- Insomma, è molto carino, però....

Furono interrotte da delle urla.

- Cosa succede? - chiese Megan, spaventata.
- Non lo so, ma restiamo qui – fece Elizabeth.

Sentirono una serie di passi, come se un sacco di gente stesse correndo accanto a loro. Ad un tratto, la tenda si aprì, e una figura fece capolino.

- M-mamma? - mormorò Elizabeth, stupita.
- Uscite fuori, subito – disse la donna. - Megan, i tuoi genitori sono qui con me.

Corsero entrambe fuori, senza nemmeno cambiarsi. Si mossero tra le tende, mentre le urla e il rumore degli incantesimi risuonavano attorno a loro. Poco più avanti stava succedendo qualcosa, e quando Elizabeth si rese conto di che cosa si trattasse, si bloccò.

Vi erano una serie di figure nere incappucciate, che tenevano in alto le bacchette. Elizabeth, pur non avendoli mai visti, li riconobbe subito per ciò che erano. Mangiamorte. Con le loro bacchette stavano facendo levitare alcune persone, trattandoli come burattini. Si trattava della famiglia che gestiva il campeggio. Babbani.

- Elizabeth, non fermarti! - gridò sua madre, trascinandola per un braccio.

Continuarono a correre finché non raggiunsero la foresta. Anche Julian e la sua famiglia erano lì con loro. Non appena si fermarono, Elizabeth scoppiò a piangere tra le braccia della madre. Vedere quei Mangiamorte l'aveva spaventata.

Sua madre le accarezzò i capelli, mentre lei riprendeva coscienza di ciò che la circondava. Attorno a lei c'erano Julian e Megan, con le rispettive famiglie; c'erano sua madre ed Edgar, oltre ad un altro gruppo di persone. Mancava qualcuno.

- Mamma, dov'è papà? - domandò.
Sua madre continuò ad accarezzarle i capelli. Sembrava quasi che non volesse risponderle. - Tesoro....

Poi, Elizabeth ricordò qualcosa. Durante la prima guerra magica, prima che lei nascesse, la sua famiglia aveva avuto a che fare con Colui-che-non-deve-essere-nominato, tanto che suo nonno era morto in battaglia. Suo padre non aveva mai menzionato nulla riguardo un suo eventuale coinvolgimento, ma Elizabeth era sempre stata sicura che, nonostante tutto, lui di trovasse dalla parte degli innocenti.

Alzò gli occhi, ed incontrò lo sguardo triste di sua madre. Questo bastò a far crollare ogni sua certezza.

*

Davanti al Pensatoio, Elizabeth ricordò la delusione che aveva provato in quel momento. Suo padre aveva sempre avuto delle opinioni sul mondo che non le erano sembrate giuste. Aveva cercato di inculcare quegli ideali anche nei suoi figli, ma con lei non ci era riuscito. Tuttavia, mai aveva potuto immaginare che avrebbe agito di conseguenza.

Alla fine del suo terzo anno di scuola aveva visto Harry Potter uscire fuori dal labirinto usato per la terza prova del Torneo Tremaghi, portandosi dietro il corpo di Cedric Diggory. Potter aveva detto che Colui-che-non-deve-essere-nominato era tornato.

Elizabeth, almeno inizialmente, era indecisa se credergli o meno. Quello che era certo era che quell'estate suo padre aveva passato molto tempo fuori casa, e non per lavoro. Una parte di lei avrebbe voluto scappare via assieme a sua madre; il problema era che dipendevano completamente da suo padre dal punto di vista economico, e lei era soltanto una quattordicenne impaurita da ciò che suo padre avrebbe potuto fare se avesse scoperto la loro fuga. Così entrambe, madre e figlia, rimasero in quella casa.

Elizabeth si tuffò in un altro ricordo.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: The Mad Tinhatter