Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lucy Light    22/09/2008    7 recensioni
“Dottore, io non riesco a levarmelo dalla testa.”
"Capisco"
“No, lei non può capire. Voglio dire, ero a tanto così dall’essere nominata scrittrice dell’anno. A tanto così” dissi, unendo pollice e indice “a un niente. E lui cosa fa? Cosa fa?”
“Salva l’intero mondo magico da una feroce dittatura basata su violenza, terrore e distruzione.”
“Precisamente.” risposi abbandonandomi di schianto sul lettino “E’ inconcepibile. Inammissibile. Insopportabile.”
“Signorina...”
“Io non capisco dove ho sbagliato. Un giorno occupavo le prime pagine dei giornali e il giorno dopo questo ragazzino, questo pivello con manie di grandezza mi frega ogni dannata colonna disponibile.”
La fronte del dottore si corrugò in tante rughe d’espressione. “Io credo che lei dovrebbe fare una vacanza. Schiarirsi le idee. Ecco, che ne dice di Bali? Un mio paziente c’è andato per una settimana e ne è tornato come nuovo. Allora? Che le pare?” chiese, ansioso di togliersi la sottoscrita dalle scatole.
Lo squadrai con sufficienza “Quelle rughe le diventeranno un problema fra qualche anno, sa?”
Mai dimenticarsi di Rita Skeeter.
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Rita Skeeter
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E il peggio fu assorbire il colpo. Avevo davanti la possibilità di tornare alla ribalta in grande stile. A modo mio, intervistando un  personaggio di rilievo con un passato burrascoso e interessante al fianco dell’eroe mondiale. Ma il personaggio era proprio lei... voglio dire... lei! La pazza! Miss Perfettini Granger!
Sembrava la presa in giro del secolo, ancora non capivo come fosse possibile. Rimuginavo piani diabolici per mandare qualcun altro al posto mio, o per darmi malata quel giorno, massacrandomi le povere tempie nel tentativo di trovare una via di fuga. Ma non ce n’erano. Era terribilmente semplice: o andavo o rimanevo a scrivere di ortaggi. Lux, pur con molti “Capisco” e “Cara” e “ovviamente”, aveva lasciato a intendere che quello era la mia grande occasione.
Il martedì seguente ero lì, al Ministero. Arrabbiata, quasi spettinata, ringhiante, ma ero lì. Con la mia fedele penna nella borsetta e una benedetta pergamena intonsa di cui la sera prima, disperata, avevo scritto l’intestazione, vestita il più sobrio possibile (vestito verde lime con piume e decollete in pendant).
Fu uno shock rivedere il Ministero dopo l’arrivo di Salvatore Potter.
Oltre che organizzatore del mondo, capitano della nazionale di Quidditch, fidanzato di Piattola Weasley, capo Auror, patrono degli orfani, Ministro temporaneo della Magia  e benefattore dei maghi del Kenya era diventato pure arredatore e architetto: e il Ministero ne subiva le conseguenze. La fontana dei Magici Fratelli era stata sostituita con una di Albus Silente che osservava lezioso i visitatori.
E poi.
Potter alle pareti, Potter sul quadrante dell’orologio, Potter sui camini, Potter sulle porte degli uffici, Potter perfino sulle indicazioni per il wc. Poster di Potter ovunque! Una scena da incubo, sconvolgente, che mi tolse il fiato e parte degli anni che avevo ancora da vivere.
RIcordo che deglutii forte prima di fare un passo. Ecco, era così... così... terrificante. Volevo uscire, di corsa, ma mi ricordai del mio psicanalista.
“Respiri. Espiri. E ce la farà... a meno che non spunti Potter da un angolo, e speriamo di no...”
“Ha bisogno d’aiuto?” chiese una voce maschile profonda.
Mi girai. Capelli ribelli. Occhi verdi. Cicatrice.
Ecco, ora potevo svenire.
“NO! Conosco questo posto... come le mie tasche, sì!” gridai con voce stridula. Mi voltai velocemente cercando di non farmi prendere dal panico o da una raptus omicida, sperando che qualcuno lo chiamasse. Possibile che Potter non avesse di niente di meglio da fare? Che so, Mezzosangue infelici, Mangiamorte redivivi, teiere assassine... qualsiasi cosa!
“Si... si sente bene?” Più lui si avvicinava , più io indietreggiavo terrorizzata, facendo di no con la testa.
“Sono a posto! A meraviglia! Mai stata...” gridai “MEGLIO!” risi follemente, fuori controllo.
A ricordarlo adesso mi viene in mente che deve aver pensato che fossi una pazza, o in alternativa, un’ ex torturata da Cruciatus.
“Sta cercando qualcuno?”
“Sì! Ecco. Io...” con uno sforzo incredibile mi ricomposi... più o meno “Sto... ehm... sono qui per un’intervista.” Ancora qualche secondo e avrei provato a ucciderlo. Questo qui l’istinto di sopravvivenza se l’era scordato a undici anni, dopotutto...
“Oh. Capisco. E... a chi?” si muoveva lentamente, come per non spaventarmi, scandendo le parole.
“Hermionegranger.”
MI fissò perplesso. “Non credo di avere capito...”
Inspirai, espirai. Ma perchè non massacrarlo a suon di tacchi a spillo? “Hermione. Granger.”
“Ah!”
Coraggio, ragazzo. Puoi fare di meglio Pensai.
“La conosco.”
Ma dai. Non ci credo quasi!
“E’ sul al terzo piano, scala b ufficio 178. Credo. Non è che ci capisca molto, di uffici.” sorrise con imbarazzo ”Ma sono sicuro che la troverà.”

Salvatore del mondo e tutto quello che volete, ma di sicuro non guida scout. Dopo quaranta minuti ancora giravo per il Ministero, ripassando per le stesse stanze anche tre volte. Ero arrivata al punto di mormorare un convinto “Finalmente ho finito!” ogni cinque minuti per evitare che i dipendenti pensassero che fossi pazza; dell’ufficio neanche l’ombra.
Il fatto era che le gigantografie non si fermavano all’atrio, macchè! Monsieur Modestia aveva tappezzato l‘ edificio, e io cominciavo a dar fondo alle mie riserve d’ossigeno. Alla fine arrivai a quel dannato ufficio, aprii la porta trepidante ma...
Era vuoto. Non c’era nessuno. Neanche la minima traccia, di madame. Mi sentii tremare d’indignazione. Ma insomma, mocciosetta!
“Questo  il colmo! La maleducazione di questa ragazzina è intollerabile! Io mi uccido sui tacchi per lei, rischio l’esaurimento nervoso con Potter, rmi gioco i miei neuroni e subisco il sadismo congenito del mio direttore per... per cosa?! Per intervistare quella piccola, schifosa, saccente e insopportabile Mezz... Carissima Hermione!”
“Buongiorno.”
Una ragazza mi stava fissando con aria glaciale, ritta sulla porta e talmente carica di fogli da farmi pensare che pesassero più di lei. E volete saperla tutta? Ce ne voleva parecchio...
“Dunque!  Perchè non ci sediamo e ci mettiamo comode?”  cinguettai.
“Fino a prova contraria questo è il mio ufficio, non è il caso che sia lei a fare gli onori di casa... si sieda pure.”
Simpatica come la ricordavo, la signorina Perfettini. Un vero fiorellino.
Nonostante questo, mi accomodai sulla poltroncina con un orribile copri sedile a cerchi, rombi, quadrati, ottagoni e qualcos’ altro di non definito. “Carinissimo! L’hai fatto tu?”  chiesi, entusiasta. Sii gentile, gentile!  mi ricordai.
“No. E’ un regalo di un’ elfa domestica di Hogwarts. Allora, che vuole sapere?”
Aprii la borsetta di colpo per far uscire la mia fidata penna lime e la pergamena, mentre guardicchiavo intorno a me.
Tanta praticità da parte sua me l’aspettavo. Ma i pre intervista era dei momenti di confidenza per poi poter passare all’attacco... che gusto c’era se non potevo chiaccherare neppure un po’?
Gettai uno sguardo prospettico alla stanza dove mi trovavo. Pareti coperte di carta da parati azzurra, una scrivania del secolo scorso e tre poltroncine standard. Zero foto, nessun articolo incorniciato su di lei o i suoi amici, niente, nisba, nada! Una cella di monastero sarebbe stata più accogliente, e di sicuro meglio arredata.
Anche lei non aveva tratti distintivi: era vestita nel modo più conformista del mondo, poteva sembrare una zappatrice come un Ministro.
Il mio abito verde acido piumato sembrava un residuo da circo.
Insomma, la signorina voleva far risaltare al massimo le nostre differenze, e allora le avrei dato guerra. Fuoco alle polveri!
“Dunque dunque, Hermione... hai suscitato un grande interesse con la tua corsa al Ministero. Sei davvero molto giovane per i tuoi successi. Complimenti.” attaccai senza preavviso.
“Grazie.”
“Ci si chiede sempre, in questi casi, a cosa sia dovuta tanta... rapidità” le feci l’occhiolino. Mi piaceva fare interviste. Era come essere un gatto che giocava con un topo.
“Alla mia preparazione, credo. E al fatto che mi sono sempre impegnata al massimo in quello che faccio.” La vidi talmente padrona di sè da farmi dubitare su chi fosse il topo.
“Ammirevole, tesoro. Davvero... e ci sei arrivata tutta da sola?”
“In che senso?”
Sorrisi affabilmente. Sicurezza vacillante assicurata! “Oh bè, non è mica proibito, ecco... ricevere una spintarella, di tanto in tanto.”
“Continuo a non seguirla” aggrottò le sopracciglia, ma un guizzo le passò per gli occhi. Oh, mi seguiva eccome.
“Bè, mia cara, sbaglio o sei stata compagna di classe di Harry Potter?”
“Certamente, ma...”
“E” inclinai la testa per osservarla meglio e cogliere le sue reazioni “su, non è mica un segreto che tu fossi una sua intima... amica.”
“L’unica che ne era convinta era lei, signora Skeeter.” disse attorcigliandosi dei capelli attorno a un dito. Perfetto.
“Ma io alludevo semplicemente al tuo contributo nella sua ultima impresa contro Colui-che-non-deve-essere-nominato!” dissi fingendomi stupita. Che bello! Me la stavo godendo un mondo a girare intorno alla qustione.
Il suo viso divenne più colorito, e mormorò “Bè, certo... non ho mai avuto paura di seguirlo, ovunque andasse.” Una crepa, finalmente.
“Il coraggio è una grande dote... e dimmi, come è stare al fianco di una persona così straordinaria? Deve farti apparire la vita ora così banale! E anche le persone, dopotutto. Io stessa devo sembrarti così scialba, al confronto!” risi, cercando di non mangiarmi i colpi.
“No, non è così. Anzi. Avevo voglia di pace. So che per i giornalisti invece... mi scusi, per alcuni... è stato un buon periodo. Dev’essere così scialba la pace, al confronto!”
“Sì, certo” acconsentii ridendo. Dannata piccola... appena uscita alla scuola e già presuntuosa, eh? All’improvviso avevo voglia di umiliarla, di vederla balbettante o imbarazzata. Strinsi il mio blocco e continuai. “Ma voglio dire... non dev’essere facile, per esempio confrontare qualsiasi uomo con lui...” insinuai.
Ok, ero dichiaratamente fuori tema, fuori intervista e fuori di testa. Ma avete presente cosa fa un masso giù per una scarpata? Ebbene sì, rotola e continua a rotolare. E io, senza spinte, caracollavo allegramente verso alla rovina.
“Assolutamente no! Sono fidanzata da anni... e cosa c’entra questo con la sua intervista?”
“C’entra, c’entra eccome! Le giovani lettrici vogliono sapere se si può arrivare così in alto in così poco tempo e cosa comporta tutto questo!” risposi enfaticamente. Sapevo che parlare di lei come di un modello da seguire l’avrebbe lusingata, si sarebbe fidata e sarebbe caduta nelle mie mani... Era solo questione di aspettare un poco. La vidi pensare, attorcigliandosi di nuovo i capelli. Un tic nevrotico, eh? Segno evidente di stress. La mia penna colse il mio sguardo.
Una donna rovinata dal lavoro e in conflitto amoroso. Niente male, niente male davvero!
“Vada avanti.” si arrese. La mia penna fece un balletto di gioia a mezz’aria.
“Benone! Vediamo un po’... dici di essere fidanzata da tempo. I miei complimenti. Al tuo ragazzo, ovviamente. Dev’essere molto forte per sopportare un confronto con il Salvatore del Mondo.”
“Io non...”
“E dimmi, credi che prima o poi si accorgerà di essere secondo a Harry Potter? Voglio dire, non deve essere facile nascondere un affetto così grande...” incalzai
“Cosa diavolo...”
“Non essere timida, cara. Di me... ti puoi fidare. Sono abituata ad ascoltare la gente.”
Inclinai la testa di nuovo, serena. Due  a uno!
Lei mi guardò, esitò un attimo, e sibilò “Non osi...! Ron è un ragazzo stupendo di cui lei non deve neanche permettersi di parlare! Harry e Ron sono amici, e se amo Ron e voglio bene a Harry o viceversa a lei e al suo giornale non deve interessare! Faccia domande pertinenti o la caccio fuori a calci!”
Si fermò ansante mentre io pensavo già a come riportare quello scoppio di confidenza. “La confessione di un cuore diviso”? “I due lati della mia vita, segreti di Hermione Granger”?
Il problema era che la mia impertinenza era un’arma a doppio taglio: stavo mandando in malora l’intervista di cui avevo disperatamente bisogno, e ne ero cosciente. Ma chi voleva fermarsi? Inoltre la testa mi girava sempre di più, non mi sentivo affatto bene. Le immagini si sfilacciavano e poi tornavano insieme, il mio vestito era, ahimè, sudato e i miei meravigliosi ricci flosci. L’unica cosa che non mi faceva accasciare al suolo era la determinazione.
Lanciai la mia bomba a fatica “Un’altra curiosità... si sa che l’hanno scorso, durante la vostra impresa, siete rimasti unicamente tu e Potter per un certo periodo. Vorrei sapere le tue impressioni, perchè dev’essere stato terribile... da sola per il mondo con Harry Potter...” la mia voce scivolò in basso, suadente “oh, sì, davvero terribile...” Ghignai leggermente, vedendola diventare scarlatta.
“Lei... lei... bugiarda, diffamatrice...” sembrava incapace di mettere più di due parole di fila, poveretta.
“Non neghi, eh?”
E cosa fece, quella pazza? Provate a immaginare.
No, non mi uccise nè mi buttò fuori a calci come predetto. Tirò fuori la bacchetta e me la puntò contro. Materializzò uno stormo di volatili.
“Cosa pensi di fare, ragazzina?” chiesi confusa.
“Oppugno.”
L’ultima cosa che vidi fu uno stormo di falchi che mi arrivava contro a velocità folle. E poi, il buio.

***
Ebbene, sì. Uno stormo di falchi, che ci crediate o meno. Adesso capite? Quella donna è folle. Fuori controllo.
E io la fermerò.

Un grazie sentito a Sophonisba, Skarabbokkio e Gemellina Dolly. Vi devo la mia sanità mentale.
La scribacchina
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lucy Light