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Autore: sihu    04/10/2008    9 recensioni
la ciurma di cappello di paglia trova il mitico tesoro ed entra nella storia dei pirati. che succede dopo? a raccontarcelo sarà Zoro mettendo in evidenza il rapporto con le persone a cui tiene di più, quindi i suoi compagni, la donna che ama e il suo migliore amico.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 1
I nostri sogni non si possono fermare qui

Ho scritto la nostra storia sulla spiaggia di ogni isola dove sono stato con i miei compagni. Nel vento che gonfiava le vele e guidava la nostra nave, facendo sventolare fiera la nostra bandiera. Nella spuma delle onde che si rincorrevano. Nello sguardo di ogni nemico che ho vinto. Mi sembra così strano pensare ad un prima. Non ricordo quasi la vita che facevo prima di incontrare l’uragano Rufy. Ricordo solo il mio sogno e la mia determinazione. Battere l’uomo dagli occhi di falco e diventare io lo spadaccino più forte del mondo. Sogno ambizioso, vero? Avevo fatto una promessa a una cara amica di infanzia e non l’avrei infranta per nulla al mondo. Era tutto quello che mi rimaneva di lei, l’unico modo per ricordarla nel modo che meritava.
Sorrido ancora ripensando anche a un’altra certezza della mia vecchia vita ormai infranta: non sarei diventato un pirata. Odiavo i pirati con tutto me stesso, davo loro la caccia per sopravvivere e di sicuro non volevo diventare uno di loro. Ma si sa, Rufy ottiene sempre quello che vuole. Se decide una cosa insiste fin che non la ottiene. È insieme il suo miglior pregio e il suo peggior difetto. Dipende da come si vede la cosa. Se si è suoi compagni o suoi nemici. Io preferisco decisamente la prima. Non c’è altra persona che avrei seguito come capitano o dalla quale potrei prendere ordini. Ripenso a questi ultimi anni insieme. Ho affrontato nemici a non finire, difendendo gli ideali più strani sempre con lo stesso fine, restituire il sorriso e la serenità ad un amico. Non so più nemmeno io quante volte ho rischiato di morire e quante ferire sono rimaste sul mio corpo. Non tengo più nemmeno il conto di quante volte ho visto il mio capitano o quello stupido cuoco feriti e quasi morti rialzarsi e ricominciare a combattere con la forza della disperazione e della determinazione. Questo ci accomuna, tutto il nostro equipaggio. La voglia di non arrendersi. Abbiamo un obiettivo da raggiungere. O meglio, ognuno di noi ha un suo obiettivo da raggiungere e sa che solo insieme agli altri riuscirà a realizzarlo. Non ci fermeremo fino a quel momento. Anche gli altri la pensano così. Nessuno di noi si è mai tirati indietro davanti a un nemico. Beh, quasi mai. Diciamo che Usup qualche volta ha rappresentato l’eccezione fuggendo di fronte al nemico ma è poi sempre tornato indietro per battersi in modo fiero.
Quante persone abbiamo incontrato in questo nostro lungo viaggio. Alcune di loro mi hanno aiutato e difeso, molti altri mi hanno tradito e si sono presi gioco di me.
Tra poco in nostro viaggio giungerà alla fine. I nostri sogni sono vicini all’essere realizzati. Che ne sarà di noi dopo che i nostri sogni saranno realtà? La paura che tutto possa finire è tanta. La paura di non vedere più il suo viso, la sua grinta. La paura di non poter più litigare con lei e sentirla ridere come una bambina.
***
Il  capitano era sdraiato sulla polena, pensieroso. Ormai quello era il suo posto da giorni. Tutti noi eravamo silenziosi e aspettavamo che lui iniziasse il discorso. La tensione era nell’aria, tutti la percepivano. Finiva dunque così la nostra avventura? Tutti noi abbiamo raggiunto quel che ci eravamo prefissati. Ogni nostro sogno era realtà. Rimaneva da capire che cosa sarebbe successo ora. Spettava al capitano darci delle spiegazioni. Dentro di me speravo mi chiedesse di rimanere. Che lo chiedesse a tutti. Ormai quella nave era la mia casa e la mia famiglia, ed ero sicuro fosse lo stesso per gli altri. In nessun posto mi sarei sentito più a mio agio che lì. In nessun posto nel mondo avrei potuto trovare persone migliori con cui dividere la mia vita di quelle che avevo al mio fianco. Tutti, dal primo all’ultimo erano i miei fratelli e le mie sorelle. Non riuscivo nemmeno ad immaginare a non averli intorno, per quanto a volte fossero fastidiosi.
“Ragazzi”
Cominciò il capitano infine con il capello di paglia che gli copriva gli occhi. Ogni volta che doveva dire qualcosa di serio o di importante quel cappello gli copriva sempre gli occhi. Come a voler sottolineare la solennità del momento. Chissà se ero l’unico ad averlo notato.
“Abbiamo raggiunto tutti i nostri sogni e vissuto grandi imprese. Sconfitto spadaccini, trovato il cuore dei mari, realizzato una mappa del mondo, trovato il grande tesoro. Siamo cambiati, siamo cresciuti. Siamo diversi eppure sempre gli stessi. In molti ci avevano detto che eravamo solo degli illusi e dei sognatori e invece guardate un po’ dove siamo arrivati insieme. E ora? Possiamo tornare nel mare orientale e ognuno di voi sarà libero di andare, oppure possiamo continuare. Non vi impongo nulla, vi faccio solo una domanda. Mi seguirete ancora? Ci sono ancora tanti mari da scoprire e tante avventure che possiamo affrontare insieme. Da adesso non ci saranno più sogni ambiziosi ma solo la nostra amicizia a tenerci uniti. Per me non è poco e nemmeno per voi, lo so. Siamo pirati, ognuno di noi lo è diventato malgrado tutti. I pirati non sono fatti per stare a terra e i pirati non tradiscono mai la propria bandiera. Che rispondete quindi?”
Era sceso dalla polena ed era di fronte a noi. Ci fissava. Voleva vedere le nostre reazioni.
Improvvisamente tutti eravamo più allegri. Continuare questo nostro grande viaggio insieme, era questo il nostro tesoro più prezioso, altro che quello di Gold Roger. Questo viaggio mi aveva insegnato che non sono i tesori materiali a rendere ricco un uomo se non hai persone con cui condividerli. Un forziere pieno d’oro non è in grado di sostituire nessuno dei miei compagni. Ne ora ne mai.
Le sue parole però mi hanno sorpreso. Il nostro capitano è cresciuto. Me ne sono reso onto all’improvviso. Non è più il ragazzino irresponsabile ed egoista che aveva iniziato questo viaggio pieno di sogni. O meglio, lo era ancora ma in modo diverso. Era il Re dei Pirati ora. Tutti noi eravamo così fieri di lui. Certo, combinava ancora un sacco di guai ma noi gli volevamo bene anche per questo. Nel momento del bisogno sapeva diventare una guida, un condottiero, una roccia a cui ognuno di noi si aggrappava per andare avanti. Diciamo che era diventato anche più responsabile nelle sue scelte e nei suoi atteggiamenti. Assomigliava moltissimo ad Ace. La stessa Nami aveva riconosciuto che ora si che sembrano fratelli. Quando lo avevamo conosciuto erano molto diversi. Ognuno di noi si è aggrappato almeno una volta a lui nel corso di questa grande avventura per mare e lui non ha mai deluso le nostre aspettative. Ha sopportato dolori incredibili e ha rischiato di rimetterci la pelle un sacco di volte per noi, ma non lo ha mai fatto pesare. Anzi, ogni volta appena si riprendeva aveva il suo solito sorriso e senza badare alla sue ferite ricominciava a pensare alla prossima meta.
Dopo che ha pronunciato quelle parole di colpo tutti ci siamo sentiti più leggeri. Non c’era bisogno che nessuno di noi parlasse. Ognuno di noi sapeva bene cosa avrebbero deciso gli altri senza bisogno di parole. Alcuni lo chiamano sesto senso, per me è solo conoscere così bene le persone che hai al tuo fianco da capire quel che pensano dai loro gesti.
“Vado a preparare la cena. È meglio partire verso l’ignoto con la pancia piena.” dice Sanji accendendosi una sigaretta. Non lo stavo guardando in faccia ma sapevo per certo che stava sorridendo. Anche lui era cresciuto da quando ha lasciato quello strano ristorante galleggiante in cui lavorava. È diventato molto più deciso e sicuro di sé. Non ha mai smesso di correre dietro a una bella donna ed era sempre il solito damerino. Ma il fondo è bello vedere come le persone cambino senza mai smettere completamente di essere quel che erano prima. Sarebbe così strano vedere Rufy completamente responsabile e serio, Sanji che non adula nessuna donna, Usup senza paura e senza le sue bugie. Oppure Nami meno tirchia. Alla fine li preferisco come sono. Ecco, ci sono ricascato. Non sono riuscito ad evitare di pensare a lei. Il legame tra noi è sempre stato forte, nonostante le battute acide e le litigate. In fondo era così solo perché la conoscevo da molto tempo. Io e lei siamo stati i primi a seguire Rufy. Che scemo che sono. Che stavo dicendo? Avrei dovuto smetterla di mentire anche a me stesso. Non è per quello che Nami occupava un posto speciale nel mio cuore. Forse sarei dovuto andare da lei e dirle che ero felice di poter navigare ancora con lei. Felice di poterla vedere ancora addormentata sulla sua scrivania la mattina dopo una notte a disegnare carte, con i capelli sparsi sul tavolo e una tazza di caffè ormai finito. Sospirai guardandola andare verso i suoi mandarini con Nico Robin. Non ero riuscito a dirle nulla nemmeno quella volta. La verità è che mi mancava la forza, o forse il coraggio di aprirle il mio cuore. Ebbene si, il prode Zoro, lo spadaccino più forte del mondo è in grado di sterminare qualunque nemico intralci il suo cammino ma non di mostrare i suoi sentimenti a Nami. Alla sua Nami.
Tutti hanno lasciato il ponte e sono tornati a occuparsi dei fatti loro. Il capitano sembrava felice. Sul ponte eravamo rimasti soli ma non abbiamo parlato. Lui guardava l’orizzonte e io riflettevo guardando anche io il mare. Non sono mai serviti grandi discorsi tra noi per intenderci. Nonostante siano molte le differenze tra noi ci sono anche molte somiglianze e punti in comune. È come se una forza più grande di noi ci accomunasse. È l’unico che mi comprende quando tutti mi prendono per folle e vice versa. Ha molta fiducia il me e riesce a capirmi al volo, senza bisogno di sciocchi discorsi. È il mio migliore amico. Sono convinto che il nostro incontro non sia stato un caso. È stato il destino a volere che proprio un tipo strano come lui mi salvasse la vita e mi convincesse a seguirlo. Penso che nessun altro a parte Rufy ci sarebbe riuscito.
Ripenso a questi anni insieme e sorrido da solo guardando l’orizzonte. La nostra storia è cominciata anni fa, quando eravamo tante persone con tanti sogni diversi, uniti per realizzarli. Persone così diverse da sembrare destinate a fallire nei loro intenti. Ora quel confine è sfumato in un unico essere che ha deciso di partire verso l’ignoto, verso l’avventura. Non siamo nove siamo un solo essere che va verso l’ignoto, verso l’avventura. Ancora una volta, insieme. Saremo la ciurma di cappello di paglia fino alla morte. Senza bisogno che nessuno lo dica ad alta voce. Sarà così e basta. Sempre pronti a litigare per ogni sciocchezza ma uniti nel momento del bisogno. Pronti a difenderci l’un l’altro per poi riderne insieme e bere come delle spugne. Ma di che vi stupite, siamo o non siamo pirati?
***
Oltre l’orizzonte si vedeva un isola. Nami ci aveva avvertito che tra poche ora l’avremmo raggiunta. Era così bella. Nami, non l’isola è ovvio. Il mio pensiero vagava oltre la realtà. Come la vorrei vicina a me, sentire le sue dita sfiorare la cicatrice che mi attraversa il torace. Il ponte si  era animato di canti, urli di gioia e scherzi. Dovevo riscuotermi da quei pensieri. L’avventura ci attendeva. Sul ponte si poteva avvertire l’eccitazione e la trepidazione di tutti. Attenzione a voi, la ciurma di Rufy cappello di paglia, il Re dei Pirati era quasi pronta per sbarcare.

angolo dell'autrice:
l'idea di questa storia è nata da alcune frasi buttate giù quest'estate al mare. ci ho lavorato parecchio su e alla fine ho deciso che sarà Zoro l'unico narratore. ho deciso di vedere il mondo con i suoi occhi perchè mi ha sempre attirato come personaggio. non parla mai molto ma è nello stesso tempo molto profondo. la storia quindi si base sugli affetti più importanti per lui, quindi i suoi compagni, specialmente Nami e Rufy.
ho pensato a lungo se lasciarla così o andare avanti. ho anche fatto una bozza per il seguito ma prima di decidere se finirlo e pubblicarlo voglio vedere che ne pensate dell'inizio.
grazie se siete arrivati a leggere fino a questo punto, vi chiedo solo un ultimo favore. datemi un vostro parere, sia positivo che negativo. 


  
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