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Autore: myki    29/10/2008    7 recensioni
Scritta per raccontare la mia Hermione. Ma soprattutto per raccontare quello che successe dopo il suo primo bacio. Perchè dopotutto quello fu solo l'inizio.
CAPITOLO 10: IL TEMPO CHE RESTA
Ginny mi fissò incrociando le braccia al petto e portando il peso su di una gamba sola.
“Sei ancora bagnata”
“Già…” –pigolai.
“E sei nuda” –puntualizzò Harry.
Vidi Ron al mio fianco arrossire completamente, come prendendo consapevolezza di qualcosa.
“Ho un asciugamano” –borbottai tenendomelo stretto al petto.
“A mamma non basterà come scusa”
...Perchè se servono 7 anni per capire di amarsi non si può risolvere tutto con un bacio
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fin' amour

Probabilmente avrei dovuto aspettare a postare questa storia… ma volevo festeggiare il mio primo anno su EFP… mamma mia! Giuro che non sembra così tanto ^o^

Questa è l’ispirazione dell’Estate, ed è una storia praticamente conclusa.

Scritta per mostrare la mia Hermione. Ma soprattutto, per raccontare quello che successe dopo il suo primo bacio. Perché dopotutto… quello fu solo l’inizio.

MEMORIES AND SWEET KISSES

CAPITOLO 1: LA FINE DEI GIOCHI

Era tutto finito. La guerra.. ma anche la vita.

Niente sarebbe stato più come prima. E benché molte cose sarebbero migliorate, non avremmo mai smesso di rimpiangere ciò che era stato. Adesso, sulle macerie del vecchio mondo, cercavamo di ricostruirne uno nuovo. A partire da quella che era stata la nostra casa, Hogwarts. Le sue mura ci avevano visto combattere per il mondo magico, e salvarlo. Ma avevano anche seguito la nostra crescita, tra balli, interrogazioni e primi baci. Adesso, vedendo le mura distrutte, la polvere, il sangue, con ancora nelle orecchie le grida di quella notte.. non posso trattenere le lacrime. Non ci provo nemmeno: copiose, incessanti, mi solcano lentamente il viso. C’è odore di morte, nell’aria, odore di ricordi.

"Hermione..?"

Finalmente mi volto. Lui è lì. Vorrebbe avvicinarsi, lo so. Vorrei anch’io che mi stringesse forte, sussurrandomi che andrà tutto bene. Ma sappiamo entrambi che sarebbe mentire.

Ron.

Vorrei poter pronunciare il suo nome, ma non ce la faccio. Sarebbe troppo doloroso, ed è troppo presto. So che dovremo parlare, prima o poi. E vorrei davvero farlo, ma non posso. Chiarire i nostri sentimenti.. vorrebbe dire pensare al futuro. Un futuro concreto, che ora non esiste. Spazzato via insieme a coloro che non torneranno mai più. Perché abbiamo vinto la guerra, è vero, ma nessuno di noi si sente un vincitore. Vedo Harry che si avvicina a noi, gli occhi velati e freddi. Vorrei dirgli che adesso ho capito. Che so come doveva sentirsi, come si sente ancora adesso, quando tutti lo acclamano come un eroe. Come se ogni fibra del corpo bruciasse di rabbia, e di un meschino orgoglio che lentamente ti divora dall’interno. Volgiamo tutti lo sguardo nella stessa direzione. Al centro del prato si sta svolgendo una cerimonia in ricordo di coloro che sono caduti in questa guerra. La professoressa McGranitt scandisce i loro nomi uno ad uno, facendo scorrere gli occhi su una lunga lista che tiene tra le mani. Le tremano, ma questo è l’unico segno di cedimento che dimostra. Non so come faccia. La invidio per la sua forza, per il suo autocontrollo, che ho sempre cercato di imitare. Capisco di non esserci riuscita, mentre mi asciugo distrattamente le ultime salate lacrime. Mentre la ascolto, mi guardo attorno, facendo però in modo che lo sguardo non si posi su nessuno. Non voglio che vengano qua a chiedermi come sto. Non voglio ingannarli dicendo che sto bene. Si è rotto qualcosa, dentro di me.

Quando pensavo che Harry fosse morto.

Quando ho visto i cadaveri dei miei compagni.

Quando ho pensato che non avrei mai potuto dire a Ron quanto lo amo.

Seduti sulle sedie bianche ci sono i signori Weasley, ma non sembrano nemmeno loro. Non c’è allegria sui loro volti, e sembra che non vi si possa posare più un sorriso. Vicini ci sono i Lovegood, i Jordan, gli Abbott e la nonna di Neville. Vicino al Platano Picchiatore, miracolosamente ancora in piedi, Hagrid e Madame Maxime. E poi tanti, forse tutti gli studenti di Hogwarts. Più lontano, seminascosti, vedo Draco e sua madre. Lucius è stato arrestato, non pensavo sarebbero venuti. Sento qualcosa di strano, stupore, meraviglia forse. Ma dura solo un attimo. Il mio corpo si rifiuta di provare qualsiasi cosa. La professoressa smette di leggere, e invita chiunque voglia parlare a salire sul palco di legno. Nessuno si muove. Sembra che perfino l’aria si sia fermata. E poi, vedo Harry avvicinarsi alle scale, e raggiungere il palco. È per questo che è sempre stato un eroe. Non perché abbia vinto Voldemort ogni volta che lo ha incontrato. Ma perché ha sempre trovato il coraggio di battersi.

"Remus Lupin era uno dei migliori amici di mio padre. L’ho conosciuto, rispettato e amato anche prima di sapere questo. Era un lupo mannaro. Già.. questo era il suo segreto. Il suo.. piccolo problema peloso – il suo volto si piegò spontaneamente in un sorriso mentre lo disse- Per questo suo male, credeva di dover restare solo tutta la vita, ma alla fine aveva permesso che qualcuno lo amasse. Tonks.. bè. Anche lei era speciale. Sapeva far ridere, e c’era riuscita anche con lui. Voldemort.. ha spezzato le loro vite. È riuscito a distruggere un amore che non sarebbe cessato se non con la morte, proprio come già aveva fatto con i miei genitori. Vi chiedo solo una cosa. Di non aver più paura di pronunciare il suo nome. Voldemort era più forte quando la paura era maggiore. Non rifate lo stesso errore. Smettete di aver paura, chiamate le cose col loro nome, non arrendetevi mai più al vostro nemico. Remus e Tonks hanno combattuto per dare un mondo migliore al loro figlio, senza temere le conseguenze, e io li ammirerò sempre per questo"

Quando la sua voce si spense si sentirono mormorii confusi e sussurri. Ron osservava la sua famiglia. Ognuno di loro pensava di doversi alzare, per raccontare qualcosa di Fred, ma nessuno trovava la forza di farlo. Il dolore era ancora troppo. Proprio mentre la sedia di George si spostava vidi Ron attraversare lo spazio che lo separava dal palco. Non pensavo che l’avrebbe fatto.. pensavo che si vergognasse a parlare di fronte a tutti, ma sbagliavo. Era cresciuto. Si poteva notare anche dal volto, se lo si osservava attentamente. Era più duro, più scuro. Non aveva niente della sua infantile serenità. Solo gli occhi si erano salvati, ancora azzurri e innocenti, come se il sangue non li avesse macchiati.

"Non sono qui per raccontare che mio fratello era un santo.. perché non lo era. Lui.. era un uragano. I suoi scherzi hanno sempre creato più confusione che altro, sia in casa che fuori. Non ha mai preso qualcosa sul serio.. neanche la vita. Ma Fred era così, libero, felice, nel suo mondo di sogni e fuochi d’artificio. Voleva aprire un negozio di scherzi, un posto dove poter unire il cervello, che a scuola usava poco, e il cuore. E ce l’aveva fatta. Adesso.. non so che fine farà il negozio senza di lui. Ma so che fino a che starà in piedi, fino a che la gente avrà voglia di ridere, Fred non morirà mai del tutto. "

Respirai forte, e mi guardai di nuovo attorno. Harry e Ron avevano osato. Ed avevano spinto il resto di noi ad avere coraggio. Dopo di loro parlarono Luna, Angelina, Vitious e la Sprite. I genitori di Cedric Diggory.. e Neville. Io avevo i piedi attaccati al terreno. Mi sentivo vigliacca, sporca e inutile. Era questo che Harry e Ron stavano pensando di me? Cercai di incrociare i loro sguardi, ma loro continuavano a guardare dritto davanti a sé. Poi accadde qualcosa che non mi aspettavo. Ron mi prese per mano incrociando le dita con le mie. Non c’erano richieste in quel gesto, né speranze. La sua mano fredda mi trasmetteva la forza di cui avevo bisogno per non cadere a terra.

"Non sei obbligata a farlo"

Le sue parole mi giunsero lontanissime, ma capii quello che intendeva. Aveva capito che io non me la sentivo di parlare. Non avevo neanche la forza per rispondere a lui. Mi sembrava di aver perso la capacità di parlare.. come se le urla di quella notte mi avessero consumato la voce. Per sempre? Non lo sapevo. Mi limitai a stringere più forte quella mano che mi teneva in piedi. Dopotutto era quello che Ron aveva sempre fatto.. mantenermi viva. Anche quando era tutto perduto. Rimasi lì, immobile, fino a che giunse il momento di tornare a casa. Mi spinsero via senza che reagissi minimamente. Non mi voltai per vedere nuovamente le macerie di quello che era stato. Non avevo bisogno di rivederle per mantenerne il ricordo. Quella stessa distruzione si trovava nel mio cuore.. e l’unico modo per lasciarmi tutto alle spalle era andare avanti. Fortunatamente, non ero sola. Al mio fianco c’erano Harry e Ginny, lontani l’uno dall’altra come non pensavo potessero stare in quel momento. E dall’altra parte c’era Ron. Che non aveva mai lasciato la mia mano.

 

Fine!!! Non sapete quanto è stata difficile la scelta del narratore. Ron o Hermione? Questo era il dilemma. Alla fine ho scelto lei. Per una questione pratica, diciamo… credo di esser più capace a descrivere i sentimenti di una femmina!

Grazie 1000, in anticipo, per tutto. Per esser stati con me in questo anno, e per avermi accompagnato con le vostre storie.

  
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