Dov’eravamo
rimasti?
CAPITOLO
44 – POW EDWARD
“E’
arrivata tua sorella, Rose.”
Lei
si girò, alzando la mano per farsi notare tra la gente.
Bella,
notandoci, s’incamminò verso di noi.
“Ma
scusate.. chi è il tizio che la segue? Non era andata a
Seattle con Jacob?”
“Si,
Lucinda. Ma purtroppo Jack ha avuto un contrattempo e Bella ha trovato
un
passaggio.”
“Oh
cazzo..” sentii sussurrare da mio fratello.
Immediatamente
il sangue del mio corpo si gelò, non appena riconobbi il
tizio che stava
scortando Bella al nostro tavolo come una vera e propria guardia del
corpo.
Caius
Volturi.
Il
solo e unico.
Buona
lettura, ci vediamo al
fondo.
CAPITOLO
45
Camminavo
verso la direzione in cui erano seduti mia sorella, Emmett, Edward e
tutti gli
altri nostri amici con la netta sensazione di star andando al patibolo.
Sentivo
alle mie spalle i passi di Caius e vedevo l’espressione di
puro orrore sulla
faccia di Edward.
Mi
limitai a sospirare e a metter su il miglior sorriso sfoderabile in un
momento
come quello, un tremendo sesto senso mi suggeriva che quella serata
sarebbe
stata a dir poco una serata da dimenticare.
“Bella!”
urlò mia sorella abbracciandomi.
“Tutto
bene?”
“Si,
tutto bene.. Rose? Ti presento Caius Volturi. Caius.. Lei è
la mia gemella
Rosalie.”
Lui,
con un sorriso da infarto, afferrò la mano di Rose.
“E’
un vero piacere conoscerti, Rosalie.”
“Il
piacere è..è mio. Chiamami pure..
Rose.” Balbettò in imbarazzo.
Mia
sorella in imbarazzo? Questa era davvero da scrivere da qualche parte.
Vidi
l’espressione di Emmett incupirsi, prima di affiancare Rose e
presentarsi a
Caius.
“Io
sono Emmett Cullen.”
“Caius”.
Daniel
si alzò e mi strinse in un abbraccio, sussurrandomi
nell’orecchio:
“Tu
sei pazza. Hai idea di quanto ora Edward voglia sfondare la faccia a
questo
qui?”
Non
riuscii a rispondergli, perché Lucinda si buttò
completamente addosso a noi
due, come se non fosse già abbastanza problematica la
situazione, arrivò anche
Tanya.
“CAIUS..
ma che ci fai qui?”
Pigolò,
mezza sconvolta.
“Ciao
cugina! Anche a me fa molto piacere vederti.. come stai?”
Sentii
le persone intorno a me cominciare a parlottare tra loro, erano in
pochi a
sapere della parentela.
“Bene..
perché non vieni a sederti al mio tavolo? Ti presento
qualche mia amica..”
“No,
grazie. Preferisco stare qui con Bella..” per poco la
mandibola non mi cadde a
terra.
Voleva
stare con me?
Con
la coda dell’occhio notai lo sguardo di Edward passare
dall’arrabbiato al molto
arrabbiato.
Questa
situazione mi metteva sempre più a disagio.
Per
fortuna a salvarmi fu mia sorella:
“Bella?
Perché non presenti Caius ai nonni e a Jasper. Non credo che
ti abbiano ancora
vista.. sono sicura che vorranno accertarsi che sei arrivata a casa
sana e
salva..”
Colsi
al volo l’opportunità e, afferrando il braccio di
Caius lo condussi tra le file
di tavoli, mantenendo gli occhi fissi su un punto, senza vedere
così gli
sguardi che mi lanciavano le persone.
La
prima ad accorgersi della mia presenza fu Alice, ci scambiammo un
veloce
sguardo d’intesa. Anche se ero ancora profondamente
arrabbiata con lei per ciò
che era successo, non potevo ammettere che il suo piano non era stato
geniale.
Divinamente geniale.
“Oh
Bella! Sei arrivata!” esclamò mia nonna contenta.
In
un attimo, tutta l’attenzione del tavolo si
concentrò su di me e il mio
accompagnatore.
“Si..
sono arrivata. Lasciate che vi presenti Caius Volturi. E’
merito suo e della
sua gentilezza se sono qui..”
Ok,
forse era un po’ troppo una sviolinata, ma dal sorriso di
Alice, capii che
avevo fatto goal.
Mio
fratello si alzò in piedi, per stringere la mano a Caius.
“Grazie
mille per aver accompagnato Bella fino a qui e non averla lasciata
andare con i
mezzi pubblici.”
“E’
stato un piacere.. Quando Bella ha ricevuto la telefonata di Jacob che
la
informava di non poter accompagnarla a Forks, eravamo
insieme.”
Insieme.
Alzai
gli occhi e incontrai quelli incuriositi di Esme.
“Bella
ma che sbadata che sei!” s’intromise Alice,
“non ci presenti?”
Alzai
gli occhi al cielo.
“Non
so se Caius ha molta voglia di conoscere proprio te.” la
presi in giro, prima
di aggiungere:
“Caius,
lei è Alice, la fidanzata di mio fratello Jasper, lei
è mia nonna Sarah, mio
nonno Billy, i genitori di Alice, James e Nora Brandon e i genitori di
Emmett
ed Edward, Carlisle ed Esme Cullen.”
Da
vero gentiluomo strinse la mano a tutti sempre con il sorriso sulle
labbra.
“Scusate.
Vorrei andare a salutare i miei zii.. Bella ci vediamo dopo?”
“Certo..
io vado al tavolo con gli altri.”
Salutò
ancora una volta tutti, prima di girarsi e andare verso il tavolo dove
vedevo
seduti i signori Denali.
“E’
proprio un caro ragazzo. Isabella ha un posto dove passare la
notte?”
Per
poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.
“Si..
si. Ha detto che i suoi zii sarebbero stati felici di ospitarlo. Era
parecchio
tempo che non li vedeva.”
Mia
nonna annuì contenta.
“Tuo
padre sta bene? L’hai avvisato che sei arrivata?”
“Si,
nonno, l’ho avvisato. E sta bene.. questa sera lui e Sue
avevano una cena
importante.”
“E
la mamma?” chiese invece Jasper.
“Lei
e Phil dovrebbero quasi essere atterrati a Seattle. Jacob mi ha
promesso che mi
avrebbero avvisata subito.”
“Arriva
tua mamma, Bella?”
Guardai
Esme Cullen con un sorriso gentile.
“Si.
E non vedo l’ora di riabbracciarla.”
Chiacchierammo
ancora per qualche minuto del più e del meno, la mamma di
Alice, Nora, mi
chiese qualche mia impressione sulla serata precedente.
Ovviamente
evitai di raccontare loro qualche particolare.
Ad
esempio la camminata in giardino con Caius.
“E
oggi che ci facevi insieme a supermegafusto?” chiese Alice,
guardandomi con un
sorriso sornione.
“Beh..
diciamo che ero seduta ad uno Starbucks a Downtown, quando me lo sono
trovata
davanti, ci siamo messi a chiacchierare e nel mentre Jacob mi ha
chiamato e mi
ha dato la lieta notizia.”
“Coincidenze
fortunate.” Esclamò Alice facendomi un occhiolino.
Scossi
la testa esasperata, era proprio la peggior amica che mi fosse mai
potuta
capitare.
Decisi
che era il caso di svignarmela.
“Sapete
mica dov’è Jullian?”
“Ho
visto i suoi genitori”, disse mia nonna, “ma lui
dovrebbe essere al tavolo
laggiù in fondo, dove ci sono i bambini
dell’orfanotrofio.”
Alzai
la testa, ma oltre un marasma generale di bambini non notai il mio
amico. Che
fosse stato sommerso?
Ringraziai
e salutai ancora tutti e con un sorriso m’incamminai verso il
punto che mi
aveva indicato mia nonna.
Notai
che Caius stava ancora chiacchierando con i genitori di Tanya e che mia
sorella
e gli altri stavano ridendo e scherzando.
Solo
due occhi verdi seguivano con discrezione i miei spostamenti.
Quando
raggiunsi il tavolo dei bambini, un ciclone dai capelli biondi si
catapultò
completamente su di me.
“Bellaaa!”
“Ciao
pulcina! Ti stai divertendo?”
Kate
mi guardò con un grosso sorrisone.
“Si,
tantissimissimo. Jull è stato fantastico!”
“Jull
è fantastico.” Dissi di rimando.
“Grazie.”
Alzai
il viso e me lo ritrovai davanti, aveva uno strano sguardo che sul
momento non
riuscii ad interpretare.
Kate
si sciolse dal mio abbraccio per afferrare la mano di Jullian.
“Ciao.”
“Ciao.”
Risposi con uno strano imbarazzo addosso.
“Non
vi abbracciate?” chiese quella furbetta di Kate con un
sorriso insolente.
Spesso,
nell’ultimo periodo io e Jull eravamo andati
all’orfanotrofio a trovare e
giocare con tutti i bambini, in particolare con Kate che si era
praticamente
innamorata di lui.
Jullian
senza lasciarmi alcun motivo di replica mi strinse in un abbraccio
tutto
muscoli; automaticamente le mie mani si aggrapparono alla sua maglietta.
“Mi
sei mancata tigre.”
“Jull?
Tutto bene?” chiesi in pensiero. Mi sembrava davvero molto
strano, come se gli
fosse successo qualcosa.
Provai
a staccarmi dal suo abbraccio, ma non me lo permise.
“Aspetta
ancora un attimo.. c’è il tuo nuovo amico Caius
che ci sta guardando e anche il
nostro amico di lunga data Cullen.”
Ridacchiai
contro il suo petto.
“Ehi!”
esclamò Kate indignata perché nessuno dei due le
dava molta attenzione.
“Scusami
principessa.. hai ragione non dovrei dare confidenza ad
un’altra principessa,
soprattutto se è meno bella di te.”
Lo
guardai con finta aria imbronciata.
“Io
e Bella siamo belle uguali. Ma lei ha già il suo principe,
Edward.”
Ecco.
La
rottura tra me ed Edward non era stata particolarmente chiara alla
bambina,
tanto che tutte le volte in cui l’andavo a trovare mi
chiedeva di lui.
Per
fortuna riuscivo sempre a distogliere la sua attenzione.
“Grazie
Kate. Che ne dici di tornare dai tuoi amici? Io adesso vado a mangiare
perché
ho molta fame.”
La
piccola mi stampò un veloce bacio sulla guancia e corse a
sedersi sulla sedia
vicino alla sua migliore amica Sasha.
“Vieni
con me?” chiesi a Jullian.
“No,
vengo poi a mangiare il dolce semmai.. sono con i miei genitori e la
mamma di
Evelyn.”
“Ah
si? Dove sono?”
M’indicò
un punto non molto lontano dal tavolo dei bambini, c’erano i
suoi genitori, che
già conoscevo, infatti la mamma mi rivolse un saluto con la
mano. E, colei che
immaginai essere la mamma di Evelyn: una bella signora distinta, ma con
un
sorriso genuino in volto.
“Non
vive a Vancouver con il fratello di Evelyn?”
“Si,
ma ogni tanto viene a trovarmi e a trovare i vecchi amici che ha
qui.”
Lo
vidi esitare un attimo quasi a disagio.
“Jullian?
E’ successo qualcosa ad Evelyn?” chiesi preoccupata.
“No.
Tranquilla. Però.. Bella c’è qualcosa
che devi dirmi?”
Lo
guardai per un attimo infinito negli occhi, non capendo il fine della
sua
domanda.
Aveva
forse scoperto ciò che la fidanzata mi aveva scritto nella
lettera? No, era
impossibile. Anche perché solo io ero a conoscenza del suo
ritorno, non ne
avevo praticamente fatto parola con nessuno.
Forse
voleva sapere qualcosa di Caius.
Ma
perché fare una domanda tanto diretta e con quel tono tanto
serio?
“No,
Jullian. Perché?”
Il
suo volto rimase ancora un attimo impassibile, prima di sorridermi a
trentadue
denti.
“Nulla
di che.. Ci vediamo dopo al dolce. Fai la bravo e vedi di presentare
Edward a
Caius. Non voglio assolutamente perdermi la scena!”
Ritornai
al tavolo dei miei amici con un po’ di agitazione addosso. Il
breve scambio di
battute che avevo avuto con Jullian non mi era per nulla piaciuto.
“Hai
finito di disturbare le altre persone?” mi chiese Emmett
ridendo.
La
mia risposta matura fu una semplice linguaccia.
Rosalie
mi aveva tenuto due posti uno vicino a lei e l’altro tra
Emmett ed Edward.
La
guardia con un enorme punto di domanda in faccia.
Ma
che cavolo le passava per la testa?
Lei,
dal canto suo ricambiò la mia occhiataccia con un sorriso
malizioso.
“Dove
mi posso sedere?” chiese Caius.
In
un attimo il mio cervello per fortuna trovò la soluzione.
“Guarda..
siediti pure qui vicino a Rose. Io vado dall’altra
parte.”
Senza
notare gli sguardi un po’ sorpresi di Daniel e Lucinda, mi
andai a sedere tra i
due gemelli Cullen.
Ovviamente,
in quel momento la mia del tutto inopportuna sbadataggine comparve e
per poco
non inciampai nelle mie stesse gambe, rischiando di finire seduta su
Edward.
Per
fortuna il suo braccio afferrò saldamente la mia vita.
Il
mio volto, appena mi resi conto della situazione, si tinse di rosso
pomodoro
maturo.
Immaginai,
alle mie spalle, Jullian farsi tante risate.
Il
tocco di Edward era forte, ma allo stesso tempo dolce e protettivo.
“Gr..grazie.”
balbettai in imbarazzo prima di sedermi.
Vidi
Caius alzare le sopracciglia in un chiaro segno di
curiosità, mentre Emmett e
Daniel ridevano come due cretini.
“Bella
sei sempre la solita!”
“Gne,
gne, gne.” Dissi tra me e me, consapevole che mi ero appena
fatta una gran
figura di cacchina.
Non
permisi alla mia testa di pensare alla mano di Edward su di me, se no,
non
sarei più riuscita ad uscire da pensieri viziosi.
“Non
ci siamo ancora presentati.. Io sono Caius. Caius Volturi.”
disse il mio nuovo
amico, porgendo la mano sul tavolo al mio vicino di posto.
“Edward.
Edward Cullen.” Rispose dopo un attimo di esitazione.
Si
strinsero le mani e notai che le nocche erano bianche.
Caius
girò l’occhio per un istante nella mia direzione
per poi riportarlo su Daniel
che molto furbamente stava presentando lui, Lucinda e il resto della
squadra.
“Come
stai?”
A
seguito di quella domanda, per poco non mi strozzai con il pezzo di
carne che
stavo mangiando.
“Bene.
E tu?”
Mi
voltai verso Edward, non prima di aver dato un’occhiata alle
persone che erano
intorno a noi.
Caius,
Emmett e Rosalie stavano chiacchierando tra loro, mentre gli altri
badavano a
tutto tranne che a noi.
“Bene..
eri bellissima ieri sera.”
Per
un attimo rimasi senza fiato.
Ciò
che più mi sconvolse della sua frase non furono le parole,
ma il modo con cui
lo disse: con tenerezza e amore.
I
nostri occhi si legarono e mi fu praticamente impossibile nascondere
ermeticamente tutti i miei sentimenti, quindi, a costo di sembrare
patetica
afferrai la sua mano sotto il tavolo e la strinsi lievemente.
“Grazie.”
E
dentro a quel grazie, non c’era solo un banale ringraziamento
per il
complimento che mi aveva appena rivolto, c’era anche un
grazie per ciò che
stava facendo per me in quel periodo.
Lui
si era completamente sacrificato per proteggermi e, anche se ancora non
era il
momento di dirgli ciò che sapevo, volevo comunque lasciargli
un qualcosa di me.
E
io, ovviamene, volevo un qualcosa di lui.
Il
calore della sua mano, ad esempio, o la piccola fiamma di
felicità nei suoi
occhi.
“Bella
io..”
Stava
per continuare la frase quando sentii la mano di qualcuno sulla mia
spalla e
quasi come se la sua pelle fosse fuoco vivo, lasciai andare la presa
ustionata.
“Vi
posso rubare un attimo la star? Prima le ho promesso di farle vedere
una
cosa..”
Chi
mai poteva essere se non Jullian?
Dopo
l’avrei preso a sberle. Come minimo.
“Ah!
Tu devi essere Jullian..” disse Caius, “Bella mi ha
parlato molto di te.”
Jull
appoggiò una mano vicino al mio piatto e si sporse verso
Caius, stringendogli
la mano, era praticamente sdraiato su di me.
“Piacere.
Grazie per avermela riportata a casa.”
Per
poco non imprecai. Che diavolo stava facendo?
Se
fino ad un attimo prima l’atmosfera tra me ed Edward era, non
proprio
romantica, ma almeno calda, ora l’unica cosa che si poteva
chiaramente vedere
erano i ghiaccioli.
Senza
dare nell’occhio, pizzicai il fianco di Jull.
“Di
nulla.”
Caius
aveva uno strano sorriso in volto. Probabilmente stava iniziando a
capire
qualcosa dal comportamento mio, di Rose e di Jullian. Era ora di
telare. E di
corsa.
Per
evitare altro inutile imbarazzo, mi alzai di colpo e afferrai il gomito
del mio
caro amico.
“Allora..
andiamo?”
Lui,
si girò verso mezzo tavolo e con il suo peggior sorriso
malizioso esclamò:
“Cavolo..
è sempre così impaziente!?”
A
quel punto la mia mano partì automaticamente sulla sua nuca.
“Ahia!
Bella, come sei suscettibile!”
Alzai
gli occhi al cielo, mentre tutti i presenti, ad eccezione di uno,
scoppiavano a
ridere del nostro siparietto.
“Andiamo
per favore.” Dissi per l’ultima volta.
Lui,
dopo aver rivolto agli altri un’ammiccata, mi
seguì verso l’esterno del
tendone.
Una
volta fuori esplosi.
“No
ma dico.. che ti dice il cervello?”
Lui
sbuffò, scuotendo la testa.
“Non
hai visto che io ed Edward stavamo finalmente parlando
civilmente?”
“Più
che parlare civilmente mi sembrava che da un momento
all’altro vi sareste..
saltati addosso.”
Incrociai
le braccia, guardandolo malamente.
“Vieni..
e non fare quella faccia. E’ la verità!”
Mi
accompagnò fino al punto dov’erano posteggiati
tutti i carri che quel
pomeriggio avevano sfilato per Forks, in particolare ne notai uno che
rispetto
a tutti gli altri era in assoluto il più bello.
“E’questo
quello che hai fatto tu per l’orfanotrofio?”
Annuì
con un sorriso.
“Beh..
Rose mi ha mandato due foto ma non ne facevano sicuramente giustizia.
E’
bellissimo, Jull. Non voglio immaginare quante ore di lavoro hai
impiegato per
ultimarlo. Complimenti!”
“Grazie.
Poi, la vera decorazione non erano i fiori.. ma i bambini! Dovevi
vedere
com’erano felici. In particolare la piccola Kate. Lo sai che
l’ho nominata capo
dei lavori? Era il mio secondo in carica.”
Sorrisi,
immaginandomi la scena.
Jullian
ci sapeva davvero fare con i bambini.
Tolse
una rosa bianca dalla grossa sfera e me la
porse, l’afferrai e subito annusai il buonissimo odore che
emanava.
“Cosa
vi stavate dicendo tu ed Edward prima?”
“Quando
ci hai interrotti?” chiesi con finto
rimprovero.
Era
come Alice, per quanto mi sforzavo non
riuscivo a rimanere arrabbiata più di un battito di ciglia.
“Mi
ha chiesto come stavo e mi ha detto che ieri
sera ero bellissima.” Dissi con una faccia sicuramente
trasognata, “poi stava
per rivelarmi qualcosa ma tu sei piombato come un avvoltoio alle nostre
spalle
e l’hai interrotto.”
“Chiedo
scusa, non era mia intenzione
interrompervi.. in fondo se è qualcosa di così
importante può sempre rivelartelo
in un altro momento, no?”
Annuii,
anche se non del tutto convinta.
Quello
era stato un momento
perfetto, difficilmente ce ne sarebbero stati degli altri.
“Ci
sediamo un attimo?”
Assecondai
la sua richiesta, sedendomi affianco
a lui su una panchina lì vicino.
Per
qualche attimo rimanemmo in silenzio, ognuno
nei proprio pensieri.
Io,
guardavo il cielo stranamente stellato e
pensavo ad Edward.
“Sai..”
iniziò con un strano tono di voce.
“Anche
io credevo che quello di prima, mentre
eravamo con Kate, fosse un buon momento per dirmi qualcosa,
Bella.”
“Sei
arrabbiato.” La mia era e voleva essere
un’affermazione.
“Perché?
Che è successo?”
“Pensavo
che io e te ci dicessimo tutto,
invece..” scosse la testa, prima di guardarmi intensamente
negli occhi.
“Invece
cosa? Jullian sputa il rospo.”
Questa
attesa non mi piaceva per niente.
“Questa
mattina, quando ho rivisto la mamma di
Evelyn, mentre ci salutavamo e chiacchieravamo un po’, mi ha
detto testuali
parole: non vedo l’ora che Evelyn torni.”
“Subito
non ho dato molto peso alle sue parole,
perché già altre volte mi aveva detto qualcosa di
simile. Di simile però.
Sicuramente non aveva mai usato le parole non vedo l’ora. Ed
è stato ripensando
a quelle parole che mi è sorto il dubbio.. Poi mi
è venuta in mente la lettera
che un po’ di tempo fa Evelyn ti ha inviato. E ho capito.
Bella.. come hai
potuto non dirmi una cosa del genere?”
Lo
guardai in apnea.
E
ora cosa gli dicevo? La verità.
“Evelyn
mi ha pregato di non dirti nulla del suo
ritorno, doveva essere una sorpresa. Non sai quanto ho pensato se
dirtelo o
meno.. mi dispiace.”
“Una
sorpresa. Certo.”
“Jullian..
Mi dispiace.”
“Perché
non me l’hai detto, Bella? Prima mi hai
mentito guardandomi negli occhi.”
Si
alzò di colpo e imprecò qualcosa
d’indefinito, colpendo con il piede un sassolino.
“Pensavo
di fare la cosa giusta.”
Era
la verità. Io credevo di fare del bene,
pensavo che quando l’avesse vista scendere da uno stupido
aereo tutto sarebbe
andato a posto. E invece, stavamo litigando.
Non
riuscivo ad accettarlo.
“La
cosa giusta. Davvero? E se lei non
ritornerà, perché anche se ogni giorno cerco di
non pensarci.. c’è una
possibilità che lei non torni. Come saresti riuscita a dirmi
della lettera al
suo funerale?”
Il
tono e l’entità delle sue parole mi
procurarono un dolore allo stomaco. Rischiai quasi di vomitare la cena.
“Jullian..
Ma lei tornerà.”
“Si.
Tornerà e poi se ne andrà un’altra
volta e
io dovrò di nuovo raccogliere tutti i cocci. Da
solo.”
Non
avevo capito nulla.
Tornai
al tavolo con le lacrime che spingevano prepotenti dai miei occhi. Non
volevo
crollare, ma ero molto vicina.
Mai
e poi mai avrei pensato di litigare con Jullian, invece era successo e
ora, nel
più profondo di me, sentivo qualcosa di rotto, probabilmente
d’irreparabile.
Nel
parcheggio avevamo ancora discusso parecchio, ero perfino arrivata a
supplicarlo di perdonarmi, ma non c’era stata ragione da
parte sua. Probabilmente
era troppo sconvolto da ciò che aveva scoperto e da
ciò che aveva sofferto in
passato per riuscire a concepire l’idea che presto avrebbe
riabbracciato l’amore
della sua vita.
Mia
sorella, ovviamente, fu la prima ad accorgersi del mio disagio.
Presi
un grosso respiro e mi sedetti vicino ad Edward.
“Che
fine avevi fatto?” chiese Caius con curiosità.
Alzai
lo sguardo su di lui, cercando di darmi un contegno e di non far capire
il mio
vero stato d’animo.
“Jullian
mi ha fatto vedere il carro dell’orfanotrofio.”
Dissi, alzando la rosa bianca
come giustificazione, per poi appoggiarla vicino al mio piatto.
Come
se non fosse abbastanza difficile la situazione, per la seconda volta
in una
serata, arrivò Tanya.
“Ciao
a tutti!” cinguettò con la sua faccia da schiaffi.
Nessuno
rispose ai suoi saluti.
“Posso
rubarvi un attimo mio cugino? Vorrei presentargli le mie
amiche.”
La
guardai meglio in faccia, nella sua voce c’era nervosismo.
Strano.
Molto strano.
“Devo
proprio Tanya? A me piace stare qui con loro.”
“Dai!
E’ questione di pochi minuti.”
Caius
con un sospiro esasperato si alzò, seguendo a passo marziale
la cugina, quando
li vidi prendere verso l’uscita e non verso i tavoli, capii
che i due avrebbero
sicuramente litigato.
“Rosalie?
Andiamo un attimo dai miei?”
Mia
sorella annuì e mano nella mano con Emmett camminarono tra i
tavoli.
Sospirai
sconsolata.
“Tieni..
ti ho lasciato un pezzo di torta. La vuoi?”
Edward
mi spostò il piattino con una generosa porzione di torta con
la panna e il
cioccolato davanti ai miei occhi.
Rimasi
per qualche istante come incantata a guardarla.
Mi
aveva tenuto un pezzo di torta, anzi, probabilmente non
l’aveva neanche
mangiata per me.
Dio.
Quanto mi mancava.
Alzai
lo sguardo, consapevole di avere gli occhi velati di lacrime e per la
seconda
volta nella serata lo ringraziai, come se quei mesi senza stare insieme
non ci
fossero mai stati.
Lui
sembrò rimanere di sasso, o per il tono della mia voce o per
il fatto che una
piccola e traditrice lacrima scivolò sulla mia guancia.
Automaticamente sentii
le sue calde dita sulla mia pelle.
Chiusi
gli occhi emozionata dal contatto.
“Hai
litigato con Jullian?”
Gli
aprii di scatto, annuendo, incapace di pronunciare nulla.
Mi
sorrise tristemente, indugiando ancora qualche attimo con le dita
leggere sulla
mia guancia, per poi abbassare la mano e unirla alla mia, appoggiata
sui miei
jeans.
“Mangia.”
Scorsi
ancora per un istante le emozioni sul suo volto, prima di prendere il
cucchiaino
con la mano sinistra e assaggiare un boccone di quella prelibatezza.
Mi
sentii subito meglio.
Finii
di mangiare il mio pezzo di torta con i suoi occhi colmi
d’amore su di me e le
nostre mani intrecciate sotto il tavolo.
Avevo
completamente dimenticato cosa significava passare
dall’inferno al paradiso in
pochi istanti. Solo lui ci riusciva ogni dannata volta.
“Grazie
per la serata. Mi sono davvero divertito.”
Scossi
la testa con un lieve sorriso sulle labbra; anche se ero ancora molto
turbata
da ciò che io e Jull c’eravamo detti, una piccola
parte di me fluttuava nel cielo
spensierata e innamorata.
“Grazie
a te per avermi accompagnata in questo piccolo posto
sperduto!”
“E’
stato un piacere, Bella. Ci sentiamo?”
“Certo.
Chiamami quando vuoi.”
Caius
inaspettatamente mi abbracciò e io, anche se un
po’ frastornata, ricambiai.
Fu
lui però ad interrompere il contatto.
“Buonanotte!”
“Anche
a te. E buona fortuna.. dormirai sotto lo stesso tetto di Tanya. Da
brividi.”
Scoppiò
a ridere, prima di sedersi in macchina.
“Non
ricordarmelo, Bella. Ho paura che avrò gli incubi.”
Ridacchiai
anche io alla sua battuta; ci scambiammo ancora qualche frase di
circostanza
prima che partisse.
A
quel punto, una volta sola, spostai il borsone verso la macchina dei
nonni.
“Ti
serve una mano?”
Annuii
alla richiesta di mio fratello che molto premurosamente mi
aiutò a mettere nel
baule il pesante borsone mentre un’Alice particolarmente su
di giri blaterava
cose senza senso.
“Ehi
Jullian!” La sentii urlare ad un certo punto ed
immediatamente mi voltai.
Lui
stava camminando a pochi metri da noi, probabilmente per raggiungere la
sua
amata moto, guardò unicamente Alice, senza rivolgermi il
più minimo sguardo.
“Alice
devo.. andare.. devo ancora passare all’orfanotrofio a
prendere degli attrezzi
che mi servono domani.”
Chiunque
avrebbe potuto capire che qualcosa non andava.
Ma
nel chiunque, ovviamente, non era compresa Alice.
“Ok.
Ma dopo passa fino da casa.. Facciamo una piccola riunione per
aggiornarci.”
Rimasi
con il fiato sospeso.
“No.
Devo andare a casa, buonanotte.”
Detto
questo, si girò e continuò per la sua strada.
“Che
cavolo gli prende?” chiese spaesata la mia amica.
“Abbiamo
litigato. Non vuole più parlarmi.” Affermai con le
lacrime che scendevano già
prepotenti dai miei occhi. Jasper mi abbracciò protettivo,
sussurrandomi nell’orecchio:
“Vedrai
che gli passerà. Ti vuole troppo bene per avercela con
te.”
E
io, per quanto bene gli volessi, non ero stata capace di dirgli una
cosa così
importante per la sua vita.
Ero
una persona orribile.
Caius
era a Forks.
Edward
mi amava ancora e quella sera più volte era riuscito a
dimostrarmelo.
Aro
Volturi e il suo stupido piano avevano le ore contate.
Erano
delle notizie fantastiche. Ma io non avevo più un vero amico
con cui
condividerle.
-
L’angolo
di Nihal –
SCUSATE,
SCUSATE,
SCUSATE il mio imperdonabile ritardo.
Non
voglio stare qui
a rubarvi tempo per dirvi mille scuse più o meno valide,
semplicemente non
riuscivo più a trovare tempo e voglia per scrivere,
continuavo a scrivere il
capitolo ed a cancellarlo poco dopo arrabbiata del risultato.
Vi
ringrazio
calorosamente per le mail che mi avete inviato che chiedevano,
giustamente, mie
notizie.
In
settimana cercherò
di rispondere anche alle vostre stupende recensioni.
Bella
e Jullian hanno
litigato. Lo so. Sono cattiva, ma abbiate fede, le cose si sistemeranno.
I
momenti Bella ed
Edward sono stati troppo sdolcinati? Voglio sapere il vostro parere.
Grazie
e scusate
ancora.
Spero
di riuscire a
postare la prossima domenica.
Un
bacione, Anna.