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Autore: Annette85    02/01/2015    1 recensioni
Una piccola raccolta di storie per una coppia insolita per me e basate sui prompt dal 51 al 55 del The One Hundred Prompt Project:
» Caos
» Anarchia
» Disordine
» Ordine
» Libertà
(Le storie non saranno in ordine di prompt, ma di ispirazione)
Ordine: Entrò silenziosa nella stanza del Signore Oscuro. Scrutò l’ombra per qualche istante e poi lo vide, accanto alla finestra mentre osservava impassibile la nebbia che avvolgeva tutto.[...]
Caos: Comparve nella Foresta per prima. Qualche lampo si scorgeva qui e là alle sue spalle: gli altri Mangiamorte stavano lanciando gli ultimi incantesimi, nonostante il Signore Oscuro avesse detto di ritirarsi e lasciare il campo di battaglia.
Si voltò verso il castello e vide alcune fiamme lambire una stanza e rise. [...]
(Storia partecipante al "E in quella frazione di secondo, il mondo andò in pezzi - La battaglia di Hogwarts Contest")
Libertà: [...] «Bellatrix» sussurrò Voldemort scandendo ogni sillaba del suo nome e rivolgendole uno sguardo penetrante.
La strega ricambiò lo sguardo e si sentì avvampare, le sembrava di essere un’adolescente alla prima cotta, mentre il Marchio Nero sul braccio le formicolava. [...]
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nota: Per prima cosa voglio fare i miei migliori auguri per un 2015 ricco di... storie e soddisfazioni =D
Passando alla storia, non ricordo da quanto tempo non aggiorno, ieri sera stavo spulciando un po' i prompt che devo ancora sviluppare per questa o quella tabella e l'occhio mi è caduto sui cinque che comporrebbero questa raccolta.
Il tema per questa ff è
Libertà e l'ho usato per sviluppare un missing moment del quinto libro, più precisamente quando Bellatrix e gli altri Mangiamorte vengono fatti evadere da Azkaban. Ovviamente i protagonisti principali sono Bellatrix, Voldemort e il loro rapporto... devo essere sincera, non so se sono riuscita a sviluppare al meglio la mia idea, spero che si capisca quale fosse l'intento e chiedo venia fin da ora se non c'è tutto quel romanticismo che ci si può aspettare in una Voldemort/Bellatrix, ma certe smancerie io non ce le vedo per questi due.
Spero vi piaccia, è da un po' che non scrivo di loro e probabilmente sarò arrugginita =D
Ancora auguri,
Buona lettura^^


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Alla nostra libertà


L’aria fredda e pungente della sera le sferzò il viso. Era bello respirare a pieni polmoni dopo aver passato fin troppi anni rinchiusa in una cella angusta, come una criminale comune. Poco importava se l’aria fosse pungente, le bastava assaporare il dolce profumo della libertà.

Aveva resistito più e più volte a lasciarsi andare tra le braccia di qualche Dissennatore, perché voleva strenuamente soltanto due cose: essere di nuovo libera e rivedere il suo Signore Oscuro.

Sapeva che prima o poi sarebbe tornato e che quattordici anni prima non era stato ucciso da un piccolo e insignificante moccioso. E lei non vedeva l’ora di essere di nuovo al fianco del mago più potente che il mondo avesse mai visto.

Una risata argentina si librò dalle sue labbra e si propagò nell’oscurità: vorticare nella notte, lontano da Azkaban, non era mai stato così bello.

Quando finalmente lei e gli altri evasi atterrarono in una radura tra gli alberi si guardò intorno, ad attenderli una figura incappucciata che quasi si confondeva con l’oscurità. Il sorriso sulle labbra di Bellatrix si allargò a dismisura, felice di essere nuovamente al cospetto di Lord Voldemort.

«Ben arrivati» sibilò. «Spero abbiate fatto buon viaggio e che la fuga non vi abbia spossati, dobbiamo subito metterci al lavoro. Non c’è un minuto da perdere».

«È bello rivederti, Padrone» disse Bellatrix emozionata inchinandosi davanti al mago.


Le era mancato sentire la voce tagliente del suo Signore; le era mancato il modo in cui lui le rivolgeva la parola e le ordinava di fare qualcosa. Ora che era di nuovo libera voleva stargli accanto, servirlo e ubbidirlo come non era riuscita a fare durante gli anni passati ad Azkaban.

«Bellatrix» sussurrò Voldemort scandendo ogni sillaba del suo nome e rivolgendole uno sguardo penetrante.

La strega ricambiò lo sguardo e si sentì avvampare, le sembrava di essere un’adolescente alla prima cotta, mentre il Marchio Nero sul braccio le formicolava piacevolmente.

Il gruppo di maghi seguì la propria guida fino a una villetta poco distante dalla radura. Entrarono nella casa illuminata soltanto da fiaccole e attesero che il Signore Oscuro parlasse loro.

La riunione durò il tempo necessario a distribuire i vari compiti che Lord Voldemort aveva messo a punto per ognuno di loro. Bellatrix fece per seguire gli altri, quando il mago la richiamò.

«Mio Padrone» bisbigliò la strega avvicinandosi a Voldemort, che fissava le fiamme lambire un pezzo di legno nel camino.

Il mago fece apparire due calici di vino ambrato e ne porse uno a Bellatrix. «La tua fedeltà mi ha colpito» disse guardandola negli occhi. «Quando non ero altro che un surrogato dell’aria che respiriamo ho sentito la tua passione e la perseveranza nel cercarmi».

«Avrei voluto fare di più» ammise Bellatrix. «Ma gli Auror ci hanno sbattuti ad Azkaban senza darmi la possibilità di riunirmi a voi».

Voldemort alzò il calice come a voler fare un brindisi. «Faremo di più, adesso» disse. «Alla nostra libertà».

La strega, come in stato di trance, copiò i movimenti del suo Padrone e alzò il proprio calice facendolo tintinnare al gemello.

La luce che si diffondeva dal camino, notò Bellatrix, rendeva Voldemort ancora più affascinante, maestoso, e accentuava il colore delle sue iridi scarlatte. Le sembrava che in quella casa ci fossero soltanto loro e quella semplice e nuda stanza.

Tutto quello che stava vivendo era molto più di quanto avesse mai sognato in quegli anni: ritrovarsi al cospetto del Signore Oscuro, brindare con lui e riunirsi nella battaglia la rendevano più viva che mai.

Quella volta niente e nessuno le avrebbero tolto tutto ciò. Quella volta avrebbero vinto e sarebbe stato per sempre.


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