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Autore: 9Pepe4    30/11/2008    4 recensioni
La gravidanza sembrava procedere per il meglio, ma...
Una prova dura per entrambi i genitori... Riusciranno ad andare avanti, insieme?
Poi, di colpo, mi scivolò lo sguardo e vidi il sangue. Sbarrai gli occhi, sgomenta, con l’acqua che mi scorreva sulla schiena. ‘Cos’è?’ mi chiesi, disperata. ‘Cos’è?!’
PARING: GOTENxVALESE (ho notato che è molto poco frequente, allora mi è balenata in mente l'idea di scrivere 'sta roba... nonostante non sia la mia coppia preferita XD La depressione gioca dei brutti tiri U.ù)
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Valese
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Io ci sarò

Capitolo 1 – Pura e semplice felicità

Mi posai le mani sul ventre, carezzandolo piano.
Alzai il viso, mandando indietro i capelli castani. Mi voltai, dietro di me era arrivato Goten. Sorrisi. Lui ricambiò.
“Come sta la futura madre di mio figlio?” domandò, allegro.
“Stava meglio quando non era insieme a quello sconsiderato del padre di suo figlio” ribattei.
“Eddai, Valese, non è molto gentile da dire!” esclamò Goten ridendo. Poi tornò serio. Mi osservò con i suoi intensi occhi d’ebano che tanto amavo. “Tu pensi sia un maschio o una femmina?” mi domandò.
“Non so” risposi, “ma speriamo che se sarà maschio non erediti la sconsideratezza del padre”.
“E se sarà femmina speriamo che non sia acida come sua madre” ribatté Goten. Mi finsi indispettita, allungandogli uno schiaffo sulla mano. Lui mi fissò col labbro che tremava. Tentai di mantenere la compostezza, ma vedendo la sua espressione alla fine non ce la feci più e scoppiai a ridere, e lui con me.
Quella sera, una volta una accanto all’altro nel letto matrimoniale, Goten mi fece le coccole come solo lui sapeva. Mi crogiolai nella gioia nel sentirlo così vicino. “Saremo genitori” sussurrai, assaporando ogni singola parola.
Lui annuì. “Sì, amore”.
Posai nuovamente le mani sul ventre, avvertendo come non mai la presenza di quel bambino, nonostante al momento fosse appena più grande di un mignolo. Mio figlio. Il figlio mio e di Goten. Nostro figlio.
Girai quelle parole a lungo nella mia mente, sino a che, affondando il viso nel petto di Goten, sentendo il suo calore, il suo profumo, mi addormentai.
Quando mi risvegliai mi accorsi di essere sola nel letto. No, non sola, mi corressi mentalmente. Con mio figlio. Sorrisi e scesi in cucina, dove constatai con stupore che il giovane che amavo aveva preparato la tavola per la colazione.
Presi un barattolo di marmellata di fragole. “Sul serio ti mangi quella?” chiese Goten, allibito. In effetti non mi era mai piaciuta tale confettura, avevamo in frigo quel barattolo solo perché era un regalo di Chichi, la madre di Goten.
“Sì” bofonchiai a bocca piena di pane e marmellata di fragole. Deglutii. “Non c’è problema, no?”
Lui scosse la testa, poi alzò le spalle. “Contenta tu”.
A quelle parole gli saltai addosso, abbracciandolo. “Sì. Sono contenta! Sono felicissima, Goten!” Lui rise, poi mi invitò a staccarmi. “Ops” affermai, allontanandomi.
Goten afferrò le chiavi sulla mensola, poi si avviò verso l’uscita. “Il lavoro mi chiama, Val, vedi di non distruggere la casa mentre sono via!”
Sbuffai in modo plateale, poi gli schioccai un bacio sulla guancia, scherzando: “Farò del mio meglio, ma non prometto nulla!”
Lui rise ed uscì.
Rimasta sola, mi sdraiai sul divano a sfogliare alcune riviste. Ogni volta che trovavo la pubblicità di corredini da neonato fissavo quelle magliette, le calzine, le giacche. Mi posavo la mano sul ventre e pensavo alla piccola creatura che stava crescendo dentro di me, e allora il cuore mi si riempiva di gioia.
Nonostante fossi ancora solo all’inizio della mia gravidanza, mi sentivo già cambiata. Ero diventata più seria, e se pensavo alla ragazza svampita di poco tempo prima le rivolgevo pensieri di indulgenza e lieve biasimo.
Mi alzai e andai a preparare il pranzo. Mentre cercavo di dosare gli ingredienti in modo giusto feci una smorfia. In cucina ero ancora un disastro, l’unica cosa che riuscivo a preparare era la colazione.
Fino a quel momento io e Goten avevamo vissuto di salti in pizzeria, toast e del cibo che ci preparava generosamente Chichi. Ora però sarei diventata presto madre, e dovevo imparare a cucinare per mio figlio… e sì, anche per Goten.
Mi passai la lingua sulle labbra mentre mescolavo alcuni ingredienti. Poi, improvvisamente, sentii una voglia irresistibile di gelato. Frugai nel freezer, ma constatai delusa che Goten doveva esserselo mangiato tutto. Gemetti, poi afferrai alcuni zeny e mi precipitai al negozio di fronte a casa.
Poco dopo rientrai in cucina, soddisfatta. Misi un po’ di gelato in una coppetta e ne raccolsi un po’ con il cucchiaio. Lo gustai lentamente. Bacio e crema, perfetto! Lo assaporai, lasciandolo sciogliere dal palato.
Mi chiesi da dove venisse quella sensazione di pace…
Il gelato? No, non era quello. Era solamente pura e semplice felicità.


Che ne dite?
Scusate, ma sono depressa ç__ç però sono certa che alcune recensioni mi consoleranno XD sempre che qualcuno voglia recensire questa cosa >_>
L’ispirazione mi arrivata di colpo, non so ancora perfettamente cosa ne salterà fuori^^
Bacioni
  
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