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Autore: Supreme Yameta    17/04/2015    3 recensioni
Naruto e Hinata sono riusciti a costruire le basi per una famiglia, ma ci sono ancora molte avversità che devono affrontare. Il nemico che si troveranno di fronte, va aldilà di una mera figura da combattere, esso si chiama "vita familiare". Naruto e Hinata si confronteranno con gli amici, i figli, gli estranei, ma soprattutto loro stessi.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Salve a tutti, ragazze e ragazzi e bentornati a questo nuovo capitolo della storia. Ho visto che i precedenti capitoli sono piaciuti veramente tanto e di questo ne sono contento, spero di riuscire sempre a mantenere l’interesse in voi. Non ho altro da dire, miei cari, quindi vi lascio alla lettura.


Hiashi Hyuga era sempre stato un uomo dal carattere autoritario ed era in grado di conservare la calma anche nelle situazioni più disperate, proprio perché era stato abituato a usare la sua razionalità per risolvere qualunque problema gli si parasse davanti. Tuttavia, questo ragionamento non poteva essere applicato all’avversità in questione, poiché coinvolgeva le sue figlie e alle loro vicende sociali.

Anche Hiashi aveva appreso la notizia della gravidanza della figlia, quando il genero si era messo a urlare come un forsennato nel corso della notte. Questa notizia, diede molto a cui pensare al capo degli Hyuga, il quale si era privato persino del sonno per il resto della notte, tanto che la servitù aveva più volte chiesto consiglio ad Hanabi, pur di risolvere il misterioso disagio del capo clan.

Quel mattino, Hiashi aveva mandato un messaggio alla figlia, chiedendo che venisse a fare visita alla magione del clan Hyuga, poiché il padre aveva intenzione di parlare con la giovane coppia. Tuttavia, l’impazienza dell’uomo dovette scontrarsi dapprima con la figlia minore, Hanabi, con la quale aveva discusso animatamente il mattino, perché Hiashi voleva tenere Hinata segregata in casa, durante tutto il periodo di gravidanza. Hanabi fu abbastanza convincente dal farlo desistere e dal non farlo tornare sull’argomento, anche quando Hinata era giunta alla magione, dopo essere tornata dalla magione dell’Hokage.

Durante il pranzo, Hiashi non poteva fare a meno di osservare con attenzione la figlia, mentre questa discuteva con passione con la sorella a proposito delle azioni di intraprendere in vista dell’arrivo del dono che stava crescendo dentro di lei. Hiashi osservava con attenzione la figlia, alla ricerca di eventuali cambiamenti nel suo fisico ed era molto preoccupato che le potesse venire un qualunque malessere; ciò era da evitare.

Allo stesso tempo, Hiashi non stava ascoltando la discussione fra le sue figlie, in realtà stava riflettendo su alcuni dubbi che erano balenati nella sua mente a proposito dell’assenza di suo genero.

Hiashi reputò fondamentale indagare a tal proposito.

«Dov’è tuo marito?»

La discussione fra le due sorelle si arrestò e quest’ultime spostarono lo sguardo verso l’accigliato genitore.

Hiashi non capì il motivo, ma aveva appena ricevuto un’occhiataccia da parte della sua figlia minore, la quale si erse a difesa del cognato.

«Papà non hai sentito quello che ha detto prima la sorellona? - domandò lei laconica. Naruto è con il Sesto Hokage a lavorare.»

Hiashi sospirò amareggiato, perché non ricordava affatto di avere sentito una cosa del genere. Nonostante ciò, i dubbi nella sua mente non si attanagliarono nemmeno un poco e si premurò di continuare le indagini.

«E ti ha lasciato andare in giro da sola nelle tue condizioni? Che sconsiderato!» sbottò l’uomo.

A seguito di quel commento, Hanabi roteò gli occhi e sospirò amareggiata, pronta a controbattere in maniera consona.

«Papà....»

Invece, fu Hinata a prendere la parola per prima.

«Non dovete preoccuparvi, padre. Sono capace di badare a me stessa, inoltre sono ancora a poche settimane di gravidanza. - replicò la donna. Naruto era molto impegnato con l’Hokage, ma ha detto che ci raggiungerà più tardi.»

Hiashi non doveva sapere che Naruto era rimasto con l’Hokage, perché non era in grado di stilare un rapporto di missione decente, perché altrimenti sarebbe andato su tutte le furie, asserendo che Naruto fosse un tipo tutto muscoli e che fosse ancora un bambino poco cresciuto, di conseguenza avrebbe continuato, asserendo che lo avrebbe evirato, se avrebbe continuato con un atteggiamento infantile.

«Dico solo che sua moglie dovrebbe essere la priorità!» ribatté l’uomo.

Bisognava cambiare subito argomento di conversazione, poiché a Hinata non andava proprio di affrontare quell’argomento, anche perché lei sapeva benissimo che suo padre rispettava molto Naruto come persona e come shinobi, ma certe volte si lasciava sopraffare dal suo vizio di volere tenere tutto sotto controllo.

Hinata aveva deciso di rispondere al padre con la sua tipica gentilezza, volendo tuttavia sottolineare le sue idee in merito dei suoi brontolii.

«Padre dovremmo pur lavorare, non credete?» domandò lei con un sorriso ironico.

Hiashi ingoiò il boccone che stava masticando e si rivolse alla figlia.

«Sono assolutamente d’accordo. Di questi tempi, il lavoro dei ninja non va proprio bene, per questo è necessario che vi applichiate molto nel vostro lavoro. - disse il capo degli Hyuga. Tuttavia, vorrei rammentarti che hai anche la tua parte di eredità da usare.»

«Ho già ribadito che non voglio quel denaro, padre. Anche Naruto ha ricevuto l’eredità dei suoi genitori, ma abbiamo deciso di volercela cavare con le nostre sole forze.» replicò Hinata.

Hiashi sospirò per l’ennesima volta; con il tempo, le sue figlie si erano veramente trasformate. Hanabi era un tempo molto ubbidiente, adesso era in mezzo alla sua fase di ribellione e lo stava facendo impazzire con i suoi modi così irriverenti per nulla consoni al futuro capo del clan Hyuga. Invece, Hinata non aveva mai perso i suoi modi di fare gentili e impacciati, ma con il tempo era divenuta molto testarda, proprio come lui.

Hiashi doveva impiegare molte delle sue forze per tentare di tenere testa alle sue figlie: le liti erano all’ordine del giorno.

«Avrai uno spirito molto gentile, ma anche una testaccia veramente dura. Come se io permettessi che mia figlia viva in una catapecchia!»

«Catapecchia?!» strillò Hanabi con sarcasmo.

Hiashi spostò il suo sguardo verso la figlia minore e la stette a sentire.

«Ma sei mai stato a casa loro, papà? È bellissima!»

A quel commento, Hiashi si lasciò scappare un gesto di sufficienza.

«Non è abbastanza. Nelle tue attuali condizioni, avrai bisogno di strutture consone per il tuo stato. Una donna incinta ha bisogno di una casa per tutte le sue esigenze!»

Le due sorelle si scambiarono uno sguardo reciproco, dopodiché scoppiarono a ridere sotto lo sguardo interrogativo del padre.

«Che cosa ci sarebbe di così divertente?!» sbottò Hiashi.

«Scusa, padre, ma avete proprio un’espressione buffa.» disse Hinata.

«Proprio così! - aggiunse Hanabi. Non ti ho mai visto così preso da una questione, manco fossero quelle vitali per il clan!»

Hiashi non ne seppe il motivo, ma si ritrovò in evidente disagio in quella situazione e anche impreparato a controbattere. Di conseguenza, essendo stato messo alle strette, l’uomo si apprestò a schiarirsi la voce e passare a un argomento differente.

«Allora, sapete già il sesso del neonato?» domandò Hiashi.

A causa di quella domanda, Hinata venne colta da un improvviso desiderio di accarezzare il proprio ventre con dolcezza, come se stesse realmente coccolando il suo bebè. Hinata si ritrovò a pensare per la prima volta al sesso del suo bambino, chissà se era un maschietto o una femminuccia e da chi avrebbe presto?

«È ancora troppo presto, padre.» rispose la futura mamma.

«Io spero che sia una femminuccia!» s’intromise Hanabi.

La ragazza aveva gli occhi sognanti, in preda all’immensa dolcezza che stava circondando la sua vita, a seguito della splendida notizia di stare di diventare zia.

«Davvero?» domandò Hinata.

«Immagina, sorellona. - squittì Hanabi. Una bella bambina con il colore della tua pelle e gli occhi azzurri del fratellone Naruto. Non sarebbe bellissima?»

Hinata si fermò a pensare a un accostamento del genere, in effetti sarebbe uscita fuori una bellissima bambina. Hinata immaginava la bambina che le correva contro per mostrale un disegno della loro famiglia; le si scioglieva il cuore solo a immaginarsela con quei bei occhioni azzurri.

Hinata era partita per il mondo dei sogni e sospirava per la maestosità di quello che stava immaginando.

«I bei occhioni di Naruto...» sospirò la donna.

A quel punto, Hiashi s’intromise nella discussione, ostentando il suo sdegno per tutta quella dolcezza concentrata.

«E perché mai non dovrebbe possedere un byakugan?!» domandò scontroso.

«Papà non puoi negare che abbiamo uno sguardo inquietante con questi occhi tutti bianchi! Gli occhi di Naruto sono molto più belli!» ribatté Hanabi.

«Sciocchezze! - sbottò Hiashi. E poi, perché mai l’infante non sia un maschio?»

Hanabi si mise a sghignazzare con evidente soddisfazione.

«Sapevo che avresti detto una cosa del genere! Ti pare che tu non voglia un maschio! Una femmina è molto meglio!»

Hanabi si voltò verso la sorella maggiore alla ricerca di un’alleata per la conversazione.

«Dico bene, Hinata?»

La neo mamma invece ribaltò la situazione.

«Beh, sarebbe bello anche un maschietto. L’importante che il piccolo o la piccola siano sani, per il resto mi va bene chiunque.» rispose Hinata.

Sebbene i due familiari concordassero con lei su questo punto, Hanabi si trovò in netto disaccordo con la sorella per non essere stata di sostegno contro il padre.

«Non è questo il punto! Dillo anche tu che ti piacerebbe avere una femmina!» sbottò la ragazza.

Tuttavia, questa volta Hinata non fu d’aiuto alla sorella, dato che ci teneva a ribadire un concetto importante, essendo una futura mamma, pronta a destinare tutto il suo amore alla creatura all’interno del suo grembo.

«Qualunque sia il suo sesso, io lo amerò con tutto il mio cuore.» annunciò Hinata.

Hiashi fu molto contento di udire quelle parole, poiché la sua bambina aveva dato prova che sarebbe stata una splendida madre, proprio come lo era stata sua moglie per il breve tempo che era viva.

Hanabi invece era concentrata sulla questione più superficiale, perché non voleva proprio dare la soddisfazione della vittoria al genitore.

«Che palle però...» si lamentò lei con la sorella.

Quindi Hinata si premurò a rincuorarla come meglio poteva.

«Quando diventerai anche tu madre, allora capirai che cosa voglio dire. Per ora, cerca di essere paziente.»

Hanabi lanciò un rapido sorriso alla sorella e si accoccolò sul suo capezzale, incuriosita dalla piccola creatura che stava crescendo sul ventre della sorella. Successivamente, Hanabi si mise ad accarezzare il loco dove stava crescendo il futuro nato.

«Per ora mi accontento di fare la zia!» dichiarò lei tutta contenta.

«Tempo a tempo.» aggiunse Hinata.

Dopodiché l’attenzione delle sue sorelle si spostò sul padre, intanto che questi stava sorseggiando del the, dopo che i tre avevano ultimato il pranzo. Hiashi si accorse solo dopo di avere lo sguardo delle figlie su di sé e, per qualche ragione a lui sconosciuta, sentì un forte senso di disagio montargli addosso.

«Che c’è?» domandò l’uomo.

Fu Hanabi a prendere la parola.

«Non hai ancora detto nulla sul fatto di stare per diventare nonno. Come mai?»

A seguito della domanda, Hiashi ebbe un blocco. In effetti, non si era molto soffermato sul fatto che, dato che sua figlia avrebbe dato alla luce un bambino, lui di conseguenza sarebbe diventato nonno. In quell’istante, Hiashi si chiese se sarebbe stato all’altezza del ruolo o se sarebbe stato un pessimo nonno, proprio come era stato pessimo come rude padre per le sue figlie. Inoltre, c’era un altro dettaglio su cui la sua mente si soffermò: lui non aveva ancora l’età per diventare nonno, era proprio necessario diventarlo?

Quei pensieri stavano attanagliando la mente di Hiashi a tal punto che si era alienato da tutto ciò che lo circondava. Hiashi non si era accorto dei richiami delle figlie, nemmeno quando Naruto li aveva raggiunti e aveva ricoperto la magione degli Hyuga con la sua voce squillante.

«Allora, come va, paparino?» sbottò Naruto.

Solo quando il genero si sedette accanto al suocero, quest’ultimo era tornato alla realtà e si era finalmente accorto di ciò che si era perso fin da quel momento.

«Ah, sei qui, Naruto. - sbottò l’uomo arcigno. Non ti ho già detto che non devi rivolgerti in questo modo? Per te sono il signor Hyuga, vedi di ricordartelo per l’ennesima volta!»

Naruto prese questo commento molto alla leggera e ci rise su. Ciò dette molto fastidio a Hiashi Hyuga che non esitò nemmeno per un istante a fulminare il genero con il suo sguardo glaciale.

Naruto si allontanò rapidamente dal suocero per andarsi a rifugiare accanto alla moglie; lì sarebbe stato al sicuro dalle perfide grinfie di Hiashi.

«Accidenti! Qualcuno si è alzato con il piede sbagliato stamattina.» commentò Naruto.

Il commento non sfuggì alle orecchie di Hiashi, il quale non si tirò indietro per controbattere in maniera propria a quanto udito.

«Che cos’hai detto, ragazzo?!» tuonò Hiashi.

Naruto comprese subito del periodo che stava correndo e non perse tempo a rifugiarsi dalla sua dolce moglie.

«Aiuto, tesoro!» squittì il giovane uomo.

Hinata si mise a ridere; ogni volta suo marito e suo padre davano vita a vere e proprio gang che erano veramente divertenti per i presenti, dato che da quando Hinata aveva comunicato di uscire con Naruto Uzumaki, Hiashi era divenuto il padre più geloso del mondo e quindi teneva sempre sott’occhio il compagno della figliola.

«Suvvia, Naruto. Non fare arrabbiare papà che oggi è nervoso.» commentò l’uomo.

Nel mentre, Hiashi donò uno sguardo di pura pena nei confronti del padre di suo nipote.

«Ma guardalo. Grande e grosso e si fa difendere da una donna incinta. Altro che eroe della guerra!»

«Lei mi incute timore certe volte! Non ho mai dimenticato quella volta della katana!» ribatté Naruto.

Durante il primo appuntamento fra Naruto e Hinata, i due giovani innamorati avevano trascorso una splendida serata assieme, avevano passeggiato lungo le strade baciate dal tramonto, dopodiché avevano cenato assieme, infine Naruto aveva accompagnato la sua dama presso casa. In quell’occasione, prima di andare via, Naruto aveva provato a dare un bacio in bocca a Hinata, la quale stava accogliendo con trasporto la sua richiesta; proprio in quel momento, Hiashi Hyuga era comparso dal nulla, armato di un’affilata katana, con la quale aveva immediatamente minacciato il pretendente della figlia, iniziando a corrergli contro con la minaccia di evirarlo: quella era stato sicuramente l’appuntamento che aveva segnato di più Naruto.

Anche Hiashi ricordava benissimo quell’episodio, anche perché si trattò della prima e ultima volta che aveva potuto minacciare il genero. Le sue figlie lo avevano pregato di astenersi da un comportamento del genere, facendo leva appunto sul suo animo orgoglioso; dopotutto, il capo del clan Hyuga non poteva mica abbassarsi a pratiche del genere.

«Stai ancora pensando a quell’episodio? Oramai è acqua passata!» ribatté Hiashi.

Il padre aveva inoltre promesso di riporre la sua katana in un posto sicuro e di non agire più in maniera così sconsiderata; Hiashi Hyuga rispetta sempre le promesse, ma non aveva per nulla smesso di tenere sotto controllo gli appuntamenti della figlia con Naruto.

Naruto non aveva dimenticato nessuno dei suoi appuntamenti ufficiali, nei quali non fosse presente un perentorio messaggio inquietante da parte del suocero.

«Acqua passata lei dice?» fece Naruto sospettoso.

Alla discussione si intromise nuovamente la saccente Hanabi, la quale non si sottrò dall’elencare le innumerevoli volte in cui Hiashi si era intromesso nella vita privata della figlia maggiore, anche quelli di cui nessuno dei due membri della coppia fosse a conoscenza.

«Certo, come no! - proruppe Hanabi. Perché ricordare quella volta al fast food, quell’altra alla festa dei fiori, quell’altra all’anniversario della guerra, l’appuntamento a mare, il viaggio per il villaggio della Sabbia e le innumerevoli volte in cui controllavi le tasche di Naruto alla ricerca di preservativi, droga e alcolici!»

Naruto e Hinata erano sbigottiti; davvero Hiashi aveva li aveva tenuti d’occhio in quella maniera tanto morbosa? Hanabi aveva appena elencato tutti i momenti più belli del loro periodo di fidanzamento, quelli che detenevano i ricordi più intimi e piccanti: gli inconfessabili.

«Padre?! Avete fatto veramente tutto questo?!» domandò Hinata sconvolta.

Hiashi lanciò un’occhiata di rimprovero contro la figlia minore, promettendosi di escogitare la più truce delle punizioni per averlo messo in una situazione tanto scomoda. In seguito, Hiashi spostò lo sguardo sul genero e la figlia, i quali avevano avuto delle reazioni piuttosto comprensibili, considerando quanto avevano scoperto.

Hiashi guardò la figlia. Hinata guardò il padre; era arrabbiata, questo era chiaro. Hiashi poteva giurare di sentirsi a disagio per la prima volta in vita sua.

Era necessario cercare di dare qualche giustificazione, al fine di salvare la faccia e ottenere la comprensione della magnanima figlia e del bell’imbusto di suo marito.

Hiashi dovette tirare fuori tutta la sua magistrale bravura retorica; si schiarì la voce e parlò con la sua tipica calma.

«Ebbene… - iniziò Hiashi. Ciò che ha detto Hanabi è vero. Vi ho tenuti d’occhio, soprattutto Naruto. Dovevo accertarmi che non facesse nulla di poco consono nei confronti di una giovane donna.»

«Ed entrava in casa mia a rovistare nelle mie cose?!» sbottò Naruto.

«Naruto ha ragione. - aggiunse Hinata. Quello che avete fatto ha dell’incredibile! Non avrei mai pensato che possiate spingervi fino a tanto. Sono veramente delusa.»

Hiashi si sentì il sangue gelare. Hinata lo odiava? No, non era certo qualcosa che poteva sopportare, non dopo avere risanato i legami di famiglia, dopo tanta fatica. In quel momento, Hiashi si sentì veramente male, la dura scorza del fiero capo clan stava lentamente crollando, per dare spazio a un uomo con dei profondi sentimenti d’affetto nei confronti delle sue figlie.

«Ecco… Io l’ho fatto perché avevo paura che ti fosse successo qualcosa.» sussurrò Hiashi.

«Con me? Impossibile! Io proteggerò sempre la mia Hinata!» s’intromise Naruto.

A Hinata venne l’istinto naturale di abbracciare il marito con tanto affetto; c’erano cose che non sarebbero mai cambiate, nemmeno per colpa del tempo o degli impegni della gente.

«Non mi riferisco a questo! - sbraitò Hiashi. So che per queste cose ci si può fidare di te, ma io parlo di altre che invece mi fanno dubitare e mi riferisco alla tua mente perversa.»

«La mia cosa?!» sbottò Naruto, sgranando gli occhi.

Il byakugan di Hiashi si attivò.

«Pensi che non lo sappia? Neji mi aveva avvertito che eri solito sbirciare le donne, durante il bagno termale. Non negarlo!» dichiarò Hiashi.

Naruto maledisse mentalmente la buon anima di Neji per essere stato così incorretto, ma sicuramente quello da maledire di più era proprio Hiashi, proprio perché aveva detto delle cose del genere di fronte a Hinata.

«Ma non è vero! Io non faccio queste cose, da quando esco con sua figlia! Ora guardo solo lei!» ribatté l’Uzumaki.

Quel commento poteva anche essere frainteso dai presenti. A delle orecchie più pudiche, ciò significava che Naruto era follemente innamorato della propria moglie, così tanto che i suoi istinti animali si erano cancellati e non guardava nessun’altra donna. Alle orecchie di Hiashi, invece, il commento dava a significare che tutta la perversione del genero era diretta sulla sua preziosa figliola.

Hiashi non ce la fece più e afferrò Naruto per il bavero della maglia, iniziando a strattonarlo con forza; l’uomo era furioso come un toro e la vittima era completamente inerme al suo potere.

«Cos’è che fai a mia figlia, maledetto?!»

Hinata intervenne prontamente in difesa del povero marito, cercando di staccarlo dalle grinfie del furente genitore.

«Per favore, padre. Calmatevi!» squittì Hinata.

«Col cavolo che mi calmo! Questo sciagurato ha osato deflorare la purezza di mia figlia!» tuonò Hiashi furente.

Alche Hinata non ne poté più e decise di tirare fuori gli artigli, pur di mettere fine alla delirante scena.

«Se dovete punire Naruto, allora dovrete punire anche me! Non sarei incinta, se entrambi non fossimo stati coscienti di quello che facevamo e non mi pento di nulla!»

Con quelle parole, Hinata aveva appena assestato un colpo mortale a suo padre, il quale era rimasto talmente scioccato da quanto udito che si era congelato all’istante, senza emettere una singola espressione per tutto il tempo che Naruto impiegò a staccarsi dalle sue mani.

«Mamma mia! Per un attimo ho temuto di non farcela!» sbottò Naruto sollevato.

«Stai bene, tesoro?» chiese Hinata.

«Io sì. È tuo padre ad avere bisogno di aiuto.» disse Naruto.

Hiashi impiegò diversi minuti, prima di riprendersi. Ciò che aveva udito lo aveva talmente segnato che si era lasciato cogliere da un profondo senso di sonnolenza, dovuto evidentemente al desiderio della sua psiche che ciò che stesse vivendo fosse tutto frutto di un incubo. Purtroppo non era così: Hinata era cresciuta, si era innamorata e stava per dare alla luce un bambino; il tempo passava e le cose cambiavano, mentre l’unico che ancora non lo aveva fatto era solo lui.

Hiashi impiegò molto tempo per elaborare l’epifania a cui era giunto, ma non appena ci riuscì, si ricompose e si sedette in maniera composta di fronte ai tre familiari.

«Ho capito, Hinata. - esordì il capo degli Hyuga. Sono veramente colpito dalla determinazione che hai sfoggiato in questo momento. Sei veramente cresciuta. Inoltre voglio scusarmi con te e con Naruto per il mio comportamento indegno, spero che possiate soprassedere a questo mio comportamento, dato dall’apprensione di un padre per le sorti di una figlia.»

La verità era che Hiashi non era pronto ad affrontare tutte queste fasi così delicate dell’essere genitore ed essendo lui l’unica figura di riferimento per la coppia, si era sempre sentito addosso un peso che non pensava di avere. Quanto avrebbe desiderato che sua moglie fosse stata assieme a lui in quel momento; in quella situazione, lei gli avrebbe preso la mano, gli avrebbe sorriso e poi fatto coraggio per affrontare la situazione: proprio come fece Hinata in quel preciso momento.

«Oh, padre. Non dovete preoccuparvi per me, non posso essere più felice, ve lo assicuro. Io sto per diventare mamma e la cosa non potrebbe rendermi più felice.» rispose Hinata.

Hiashi arrossì; la somiglianza fra sua moglie e sua figlia era talmente stupefacente che l’uomo si sentì a disagio e tentò di mantenere una certa distanza dalla figlia, al fine di mascherare le sue emozioni.

Hiashi però non poteva prevedere la domanda che gli pose la figlia in quel momento.

«Padre, ma voi non siete felice di stare per diventare nonno?» domandò Hinata.

Era stato messo all’angolo, obbligato a dare una risposta più che sincera, manifestando allo stesso tempo tutta la sua felicità per una notizia del genere.

«Certo che lo sono!» rispose Hiashi.

«Allora perché siete così nervoso?» continuò Hinata.

Hiashi doveva vuotare il sacco; era giunto il momento.

«Penso che tu sia troppo giovane per diventare madre e che tuo marito sia ancora troppo immaturo per fare il padre! Avete accelerato i tempi, senza pensare alle conseguenze e temo che non siate ancora in grado di fare i genitori.»

Naruto e Hinata rimasero spiazzati da quanto udirono e si ritrovarono impreparati a dare una risposta del genere.

Naruto si limitò a grattarsi la nuca con fare imbarazzato, poi si mise a ridere con nervosismo.

«Perché è una giornata che mi sento dire la stessa cosa anche dal maestro Iruka e dal maestro Kakashi? Sembra che vi siate messi d’accordo.»

«Non c’è nulla da ridere, Naruto!» sbottò Hiashi arcigno.

Il capo del clan Hyuga fissò i due ragazzi, entrambi lo ascoltavano con silenzio e trasporto, considerando quanto fosse importante quello di cui discutevano; persino Hanabi se ne stava zitta in un angolino ad ascoltare.

«Capisci quello che voglio dire? - disse Hiashi. Stai per diventare padre e avrai una responsabilità enorme, molto più gravosa di tutti i compiti che hai svolto prima. Altro che fare l’Hokage!»

Naruto si fece serio; sapeva che cosa dire per convincere Hiashi delle sue buone intenzioni a diventare una persona molto più matura. Kakashi aveva già fatto un ragionamento simile e Naruto aveva già iniziato a ponderare su un cambiamento nei suoi modi, dati i cambiamenti che si sarebbero susseguiti nei tempi successivi.

«Lei ha ragione a dire che sono ancora immaturo e mi sto impegnando per diventare una persona più responsabile, ma non smetterò mai di essere me stesso, nemmeno con mio figlio. Io non ho avuto un padre accanto e non so come comportarmi con un figlio, però ce la metterò tutta per essere il padre migliore del mondo!»

Naruto afferrò la mano della moglie per cercare un supporto che trovò immediatamente, quest’ultima era fiera di lui per quello che aveva detto.

Hiashi rimaneva ancora un poco scettico a tal proposito, sebbene fosse lieto di sentire un tale ragionamento provenire dallo scapestrato genero.

«E come pensi di fare?» investigò Hiashi.

«Questo ancora non lo so! -  rispose Naruto. Ma sono certo che troverò un modo, non appena si presenterà il problema. Sono certo che anche lei mi potrà essere d’aiuto. Dopotutto ha tirato su due splendide figlie e voglio sottolineare splendide soprattutto su una delle due.»

Entrambe le sorelle Hyuga divennero rosso paonazze non appena udirono il complimento e si misero a sorridere estasiate.

Anche Hiashi era rimasto sorpreso; Naruto aveva fiducia in lui per aiutarlo a diventare un ottimo padre, per tanto sia Naruto che Hinata lo reputavano un grande esempio da seguire: Hiashi non poteva essere più contento.

«Bene, allora ti aiuterò. Basta solo che tu me lo chieda.» dichiarò Hiashi.

«Grazie mille, signor Hyuga.» replicò Naruto.

Tutta la discussione si era portata via l’intero pomeriggio e il villaggio della Foglia stava per farsi sommergere dai colori del tramonto, segnalando così agli abitanti che era quasi ora di rientrare nelle proprie case. Anche per i due coniugi Uzumaki si erano resi conto che era quasi ora di tornare a casa propria e stavano quasi per congedarsi, quando Hiashi fece loro l’ennesima domanda che percosse interamente il loro animo.

«Ditemi un po’. Avete già pensato da un nome per il piccolo o per la piccola?»

Per Naruto e Hinata fu il buio più totale.


L’angolo dell’autore

Capitolo concluso! C’è voluto molto tempo per completarlo e spero che sia stato di vostro gradimento. Sto già riflettendo sul prossimo capitolo che inizierò immediatamente a scrivere, così da stare pari passo con questa storia e con l’altra. A voi larga sentenza.

Ciao!

   
 
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