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Autore: antigone7    16/06/2015    4 recensioni
Ci sono incontri che, per quanto casuali e assurdi, un po’ la vita te la cambiano.
Zoe è una ragazza tutto sommato pragmatica: non crede nel Fato, nel Destino, nella Predestinazione, e tutto il resto. Pensa che le cose che le succedono siano perlopiù volute da lei, ma che la restante parte ce la metta la casualità pura e semplice. Nessuna volontà divina.
Per questo, quando una mattina sul treno incontra Giacomo, ragazzo spigliato nonché cantante di un gruppo poco famoso, Zoe decide che è troppo complicato, che... no, non è interessata a lui. Ma c’è una cosa che non ha calcolato: le sue scelte possono non coincidere con quelle delle altre persone e, in questo caso, chi l’avrà vinta?
Una storia che parla d’amicizia, d’affetto, d’amore, ma anche di errori, di silenzi e di scelte sbagliate. Perché a volte bisogna sbattere ripetutamente contro un muro, prima di capire da che parte andare.
"E la verità è che sono stata una codarda."
"Ma non avevi tutti i torti. Non sappiamo come potrebbe andare. Siamo diversi."
"L'unica vera differenza che vedo ora tra me e te è che tu almeno sei riuscito ad accettare di essere innamorato di me."
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Epilogo (o ZOE 5)



Entro nel locale e vedo subito Giacomo che parla con un ragazzo, probabilmente un tecnico del suono. Lui è girato, non mi ha ancora vista. Niccolò è preso a strimpellare la chitarra e ci sono un paio di ragazze già appostate su un tavolo vicino al palco che lo guardano adoranti; Giorgio invece non si vede in giro.
So che i Jam sono piuttosto agitati, perché è la loro prima data a Milano da molto tempo, perciò non mi va di disturbarli durante il soundcheck. A malincuore vado a sedermi in fondo al locale, vicina all’entrata ma lontana dal piccolo palco allestito per l’evento: spero che a breve saranno liberi e che potrò finalmente salutare Giacomo. Stiamo insieme da quasi tre mesi, ormai, ma negli ultimi venti giorni non ci siamo mai visti, lui in Salento per gli impegni con il gruppo e io troppo presa dal vortice della vita universitaria per poterlo raggiungere.
Avevo ragione a pensare che non fosse facile vivere un rapporto a distanza con un musicista, e i dubbi sulla nostra relazione, a volte, continuano ad attanagliarmi. Poi scendo dal treno che ho preso per raggiungerlo, o apro la porta di casa sapendo di trovarlo lì, e lo vedo, e a quel punto il mio cuore comincia a fare gli straordinari e Giacomo mi sorride e basta quello a far sorridere anche me e a far sparire tutte le domande che mi sono posta fino a cinque minuti prima. Perché in quel momento capisco che è inutile, che sono irrimediabilmente innamorata di lui e che, anche se non gliel’ho ancora detto, lui lo sa già.
In più c’è mia sorella Viola che un giorno sì e un giorno no mi ripete quanto sono stupida e quanto sono fortunata, ché ho avuto per mesi un ragazzo stupendo che mi sbavava dietro e che se avessi seguito i suoi consigli avrei approfittato di lui subito, evitando di perdere tempo prezioso. Aurora è sostanzialmente d’accordo con lei e, anche se non si esprime allo stesso modo, presumo anche Ginevra. Pure io sono abbastanza d’accordo, a dire il vero.
I parenti di Giacomo invece hanno fatto un festino quando hanno saputo che stiamo insieme. Ho persino dovuto parlare al telefono con nonno Nicola per assicurargli che era tutto vero perché temeva che suo nipote si fosse inventato la storia solo per tenerlo buono. Credo di essere innamorata del nonno quasi quanto del nipote, è un uomo meraviglioso e pieno di vita, e più lo conosco più capisco da chi abbia preso Giacomo il suo sconfinato entusiasmo. Ho promesso che andrò a trovarlo a Lecce appena riesco, ma credo mi sarà possibile solo durante le vacanze di Natale.
Mentre rimugino su queste cose, due ragazze entrano nel bar. Una emette uno squittio eccitato appena individua il palco, prende la sua amica per mano e corre verso il lato dove si trova Giacomo, poi attira la sua attenzione chiamandolo e chiedendogli di fare una foto con loro. Alla faccia, meno male che io ho pensato di non disturbarlo. E io, vorrei sottolineare, sono la sua ragazza, quindi avrei tutto il diritto di disturbarlo, mentre loro sono solo…
Ok, stop. Sto ragionando da fidanzata gelosa e non è il caso. Mi fido di Giacomo, so che avrà sempre delle ragazze intorno, ma so anche che lui non ha occhi che per me. Almeno credo. Spero.
Dalla porta accanto a me entra Giorgio e mi vede subito. Gli faccio un cenno con la mano e lui mi si avvicina sorridendo.
“Ehi bella, come va? Hai già salutato Pioggia?”
Scuoto la testa e guardo Giacomo, ancora intento a chiacchierare con le due fan di prima, cordiale e sorridente come sempre.
“Perché no?”
“Aspettavo finiste il soundcheck.”
Non appena apro bocca, Giacomo, come se in qualche modo avesse sentito la mia voce anche a distanza, alza la testa, mi individua con lo sguardo e sorride in quel modo che riesce sempre a farmi dimenticare tutti i dubbi, compresi quelli di poco fa. Saluta veloce le due ragazze con un cenno della mano, scende dal palchetto e mi raggiunge in pochi passi.
“Mi sa che Romeo non è d’accordo sull’aspettare,” commenta divertito Giorgio, mentre Giacomo arriva, mi fa alzare dalla sedia su cui mi ero piazzata e mi stringe in uno dei suoi abbracci stritola-ossa.
“Zò, da quanto sei qui?” mi domanda dopo avermi dato anche un bacio svelto sulle labbra.
“Poco,” rispondo allontanandomi di un passo da lui: sento addosso gli occhi delle ragazze di prima e non so se essere imbarazzata o meno per la situazione, non sono abituata a essere squadrata così attentamente, io.
“Dovevi venire subito a salutarmi. Posso baciarti?”
“L’hai già fatto, Pioggia.”
“Quello non era un bacio vero, ragazzina. Voglio baciarti sul serio.”
Resto letteralmente a bocca aperta, poi mi rendo conto di quanto mi sia mancato stare tra le braccia di Giacomo e capisco che non ha assolutamente senso vergognarmi di farmi vedere con lui. Abbozzo una risata e mi alzo in punta di piedi appoggiandomi a lui; il bacio che arriva è breve ma è un bacio vero, che mi fa correre qualche brivido lungo la schiena.
Quando ci stacchiamo Giacomo mi prende la mano e mi trascina verso gli strumenti. “Vieni a sederti lì davanti, tra poco finiamo le prove e andiamo a mangiare qualcosa.”
Mi abbandona vicino a un tavolo e mi schiocca un bacio sulla testa prima di tornare al microfono. Le due ragazze di poco fa stanno dicendo qualcosa a Niccolò, appena mi avvicino si girano a lanciarmi un’occhiataccia, salutano il chitarrista ed escono dal locale.
Faccio una smorfia allarmata. “Giaco, mi sa che il tuo amico ti ha appena rubato due fan.”
Giacomo fa spallucce, Niccolò mi guarda ridacchiando.
“C’è abituato, sono molto più bello di lui!” commenta quest’ultimo svagato.
“Comunque stasera al concerto non voglio scenette di questo tipo,” ribadisco incrociando le braccia.
“Che scenette?” fa Giacomo oltraggiato.
“Smancerie.”
“Era solo un bacio e non ti vedo da quasi tre settimane!”
“Lo so,” rispondo combattuta. “Ma le altre ragazze poi mi odiano! Non voglio diventare un’emarginata sociale.”
Niccolò scoppia a ridere di gusto. “Ti ci dovrai abituare, Zoe cara, sei la ragazza di una rockstar adesso.”
Sto per ribattere che loro non sono esattamente già delle star, ma il mio sguardo s’imbatte di nuovo in quello di Giacomo, che mi sorride e pare promettermi mille cose senza dire una parola, e allora penso che sì, in effetti, mi ci dovrò proprio abituare.












Patience, Guns N’ Roses:
https://www.youtube.com/watch?v=ErvgV4P6Fzc
È la canzone da cui viene il titolo della storia, mi sembrava giusto dirlo almeno qui.
Aspetto i vostri ultimi commenti, sniff.
Molto probabilmente presto pubblicherò qualcos’altro, magari ci vediamo là! :)
Grazie a chi ha sempre commentato, un bacio.
  
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