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Autore: LadySissi    13/10/2015    4 recensioni
Dal capitolo 1:
"Non avrebbe mai e poi mai alzato lo sguardo, ma si costrinse a farlo. Da dentro lo scompartimento, i due gemelli di prima, un ragazzo bruno con le treccine, una bella ragazza di colore e due graziose ragazze bionde la guardavano increduli. Era evidente che stavano trattenendosi dallo scoppiare a ridere.
Non doveva stare lontana da quei due? Beh, complimenti, ci stava proprio riuscendo!"
Una storia su Hermione e Fred. Come sarebbe potuta andare.
Perché c'era più di un motivo per sperare in loro.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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4 settembre 1999, Diagon Alley, 93, appartamento B, ore 8.40


 

Pansy Parkinson, a differenza di quel dormiglione del suo fidanzato, tendeva ad essere una persona molto attiva durante le ore mattutine.
 

Quel giorno, però, era ben consapevole che, nonostante fosse sabato, la attendeva una giornata – e, ahimé, una serata - piuttosto difficile. Per questo motivo, visto l'orario sulla sveglia, aveva deciso di rigirarsi ancora un po' nel letto. Era stata però grande la sua sorpresa nel rendersi conto che il lato di George era vuoto.
 

In quei primi mesi di burrascosa convivenza, le certezze di Pansy erano state fatte a pezzi l'una dopo l'altra, travolte dall'entusiasmo, dal disordine e dalle continue sorprese di George. Su una cosa, però, la ragazza era convinta che non si sarebbe mai sbagliata: di sabato, il suo ragazzo non si sarebbe mai alzato dal letto, se non su suo “gentile” invito. Che cosa stava mai succedendo?
 

Girovagando a piedi nudi nel suo pigiama blu, la ragazza passò in rapida rassegna l'appartamento. Come si aspettava, George non aveva lasciato biglietti – l'aveva mai fatto? -, ma il segno del suo passaggio era testimoniato dall'inequivocabile macchia di caffè sul manoscritto che Pansy aveva incautamente lasciato sul tavolo della cucina la sera prima. Non avrebbe dovuto portarsi a casa il lavoro, pensò sconsolata. Il capo della casa editrice dove lavorava le aveva chiesto di correggere le bozze di quello che si preannunciava essere il fenomeno di letteratura erotica dell'anno, e Pansy, trovandolo noioso da morire, aveva pensato di utilizzarlo per addormentarsi.
“Se stai con George Weasley, persino l'erotismo tradizionale finisce per annoiarti” pensò reprimendo una risata.
 

Fu in quel momento che udì la serratura scattare e la voce di George esclamare “Sono tornato!” con un tono, come sempre, un po' troppo alto per i suoi gusti.

“Shh! Che bisogno c'è di urlare? Vuoi farti sentire anche da Fred ed Hermione di là?”

“Ma figurati” rispose George scrollando le spalle “Fred non si sveglierebbe nemmeno con una Caccabomba in testa, ed Hermione sarà già sveglia da due ore. E comunque, Pansyna, dovresti ringraziarmi. Ti ho portato la colazione e qualcosa di davvero fondamentale per stasera.”

Al suono della magica parola colazione, Pansy si mise a sbirciare tra i sacchetti di carta che George aveva posato sul tavolo. Tra ciambelle al cioccolato e brioche di zucca, però, trovò una scatoletta di qualcosa che non si sarebbe aspettato.

“Una Pozione Rilassante? Sei sicuro che ti serva, George?” Pansy ne dubitava. Il suo fidanzato tendeva a ronfare come un sasso tre secondi dopo aver sfiorato il letto.

“Ma quella non è per me” rispose George come se si trattasse di una cosa ovvia “è per te! Ho pensato che ti sarebbe servito un aiuto extra per stasera...”

Già, quella sera che Pansy aveva tanto temuto era purtroppo arrivata. Da quando lei e George avevano passato il Natale alla Tana, ella aveva cercato di ridurre al minimo i contatti con la famiglia di lui. Non che Molly, Arthur o qualcun altro fossero stati meno che gentili con lei; era lei, semplicemente, a sentirsi sempre un po' fuori posto.
Quella sera, però, per il compleanno di Molly, si sarebbe ritrovata davanti la famiglia Weasley al gran completo, corredata di fidanzati ed amici. Non era sicura che avrebbe retto.
In più, ogni tanto si sentiva addosso lo sguardo della suocera. Sperava davvero che il vestito nero con un disegno di margherite bianche che aveva scelto per quella sera – un abito davvero da brava ragazza – le sarebbe piaciuto.

“Dai, Pansyna” disse George, consapevole dei pensieri della sua ragazza. “Sai che mamma ti vuole bene. Un po' come a Fleur all'inizio. Scherzavo! Posa quella teiera, scherzavo!”


 

4 settembre 1999, Diagon Alley, 62, ore 10.30

 

“Tesoro, è torta di mele, quella?”

Lavanda sbuffò prima ancora di alzare lo sguardo. Ron aveva lei come cuoca e pasticcera personale ogni singolo giorno, e, ciò nonostante, nel weekend continuava a fare capatine nel suo bar solo per abbuffarsi.

“Sì, Ron. Torta di mele, proprio come quella che fa tua mamma.”

“Miseriaccia! Mamma!” si riscosse Ron come se avesse ricordato qualcosa all'improvviso. “La sua torta di compleanno di stasera! Papà aveva chiesto se potevamo pensarci noi!”

“Non ti preoccupare” rispose Lavanda rassicurante “Io e Hannah l'abbiamo ultimata stamattina”.
Una torta di dimensioni ciclopiche, ornata da panna montata e glassa rossa, stava infatti riposando in quel momento in frigorifero.

“Adesso siediti pure al tuo solito tavolo” aggiunse la ragazza con un sorriso. “Io vado un attimo dietro in cucina a sistemare.”

“Ti aiuto, Lavanda” disse Ron con quella che sembrava solo sollecitudine.
Lavanda trasalì. Non sarebbe tornato sull'argomento proprio in quel momento, di sabato, con il bar pieno di gente ed una riunione di famiglia alle porte?

Il suo ragazzo, però, com'era noto, non era mai stato un campione di tempismo. Così, mentre finiva di ripulire il banco della cucina e Lavanda tirava fuori dei muffin dal forno, le chiese: “Hai deciso se almeno penserai a quello che abbiamo detto ieri sera?”

Lavanda si bloccò con la placca da forno tra le mani. La verità era che ci aveva pensato per buona parte della notte.
In un primo momento aveva scacciato l'idea, quasi, nelle sue condizioni, si trattasse di un sogno impossibile. Quando quella mattina si era svegliata, però, aveva iniziato a considerare la proposta da un altro punto di vista.
Si sarebbe trattato di una fantastica avventura, anche se aveva ancora troppa paura di se stessa.

“Sai che non ci sarebbero problemi” continuò Ron cauto, vedendo che Lavanda aveva poggiato i muffin senza voltarsi.
“Ormai conviviamo da quando io e Harry abbiamo finito l'Accademia e lavoriamo in Dipartimento Auror. Siamo una coppia a tutti gli effetti.”

“Ma non pensi che io possa essere un pericolo, Ron?” chiese Lavanda sull'orlo delle lacrime.
“Che cosa potrebbe succedere se io mi legassi così tanto ad un'altra persona? Sono un pericolo per me stessa e per gli altri!”

“Sai che non è così” disse Ron carezzandole la guancia. “Tutti i Medimagi sono stati d'accordo nel dire che la Pozione Antilupo funziona benissimo, ricordi? E poi, so che è quello che desideri di più. E anche io.”

“Ma la tua famiglia...” protestò Lavanda debolmente.

“La mia famiglia si è già allargata moltissimo. Una persona in più non farà differenza.”

“Lo immaginavo, Ron. Ma adottare un orfano di guerra...”

“è l'unico modo per esaudire il nostro desiderio di essere genitori e per farti stare serena allo stesso tempo. Tu giustamente non vuoi rischiare una gravidanza, ed hai visto quanti piccoli stanno riempiendo gli Istituti.”

Lavanda lo sapeva bene. Erano mesi che il pensiero di quei visini dolci e speranzosi la tormentava. Almeno quanto l'aveva straziata la consapevolezza che non avrebbe mai potuto – o voluto – portare in grembo il bambino che lei e Ron desideravano tanto.

“Settimana prossima andiamo a parlare con il Direttore dell'Istituto e chiediamo come si possano avviare le pratiche.”
La voce le era uscita da sola. Nel momento in cui pronunciò quelle parole, capì che era quello che desiderava. Voleva una famiglia, e la possibilità di una vita normale, al di là della terribile maledizione che l'aveva colpita.

Ron la stritolò in un abbraccio. “Andrà tutto bene, vedrai.”


 

4 settembre 1999, Holyhead Harpies' stadium, ore 13

 

 

“Giornata dura, eh, Gin?” fu il commento con cui l'accolse il gestore del ristorante.

“Il nostro nuovo allenatore è un pazzo!” boccheggiò Ginny, senza più fiato. Posò il borsone sulla sedia di fianco alla sua, sfilò la felpa e si sedette al tavolo apparecchiato per due. La breve distanza dallo stadio al ristorante dove spesso pranzava le era sembrata lunghissima da coprire quel giorno.
“Farci allenare di sabato mattina, ed a quel modo! Davvero non riesco a capire che cosa...”

“...gli sia saltato in testa?” terminò per lei una voce conosciuta. “Un po' come me stamattina, quando ho risposto alla telefonata della tua cara mamma?”

Ginny si voltò verso Harry, d'un tratto raggiante. “Qual è il problema della festeggiata?”

“Prova ad indovinare” rispose il ragazzo, sedendosi di fronte a lei.
“Non ho fatto nemmeno in tempo ad augurarle buon compleanno, e lei è partita in quarta chiedendomi di ripensarci, di non avere fretta, di aspettare l'arrivo dell'estate. Ha detto che avrebbe costretto tuo padre a piantare Girasoli incantati e che le foto sarebbero venute meglio con la luce calda.”

“Tipico di mamma” replicò Ginny. “Mai una volta che non decida di dire la sua...”

Questa volta, tuttavia, il desiderio di Molly non sarebbe stato esaudito. Ginny si era innamorata di un abito avorio con scollo e manicotti di finta pelliccia, e la Capitana della sua Squadra le aveva mostrato un negozio in cui fabbricavano splendide sculture e decorazioni in ghiaccio. Anche Harry non aveva avuto nulla in contrario, perché le estati gli richiamavano alla mente le settimane di prigionia presso i Dursley, mentre aveva solo meravigliosi ricordi delle feste invernali a casa Weasley. Per questo motivo Ginny ed Harry si sarebbero sposati la Vigilia di Natale.

“Almeno stasera non se la prenderà con noi, comunque. Avrà altri componenti della famiglia Weasley con cui sfogarsi” rispose Harry prendendo in mano un boccale di Burrobirra.

“Ti riferisci a Charlie, che è tornato dalla Romania da single per l'ennesima volta?” chiese Ginny maliziosa.

“In verità, no. Mi riferisco al nostro Percy, che, a quanto pare, arriverà accompagnato da qualcuno.

Ginny per un attimo non si strozzò con la sua bibita. “Ne sei certo?”

“Beh, Ron lo era. Non so quanto possa essere affidabile, ma credo proprio che stasera avremo una grossa sorpresa.”


 

4 settembre 1999, Il Paiolo Magico, ore 15


 

“Ecco la tua ricevuta, cara” disse Tom, il barista, allungando uno scontrino alla bionda ragazza dall'altra parte del bancone.

“Grazie, Tom. Dovresti proprio spostare la cassa un po' più a destra, sai? Vedo una colonia di Nargilli che si sta avvicinando da sinistra.”

E, voltatasi su se stessa, la ragazza uscì dal locale, lasciando un attonito barista e parecchi avventori a chiedersi che diavolo fossero mai i Nargilli.

Mentre osservava una vetrina, lei si ritrovò a riflettere sul fatto che, forse, nessun'altra ragazza avrebbe aspettato il pomeriggio stesso prima di una sera di festa per comprarsi un abito adatto.
Ma lei era Luna Lovegood, non era certamente una ragazza qualunque e, soprattutto, non era stata colpa sua se suo padre aveva lasciato con noncuranza un frammento di Ricciocorno sulla sedia dove lei aveva appoggiato il suo abito da sera preferito. Esso era ovviamente esploso e del vestito era rimasta solo la cenere. Mentre si avviava verso una vetrina dai toni particolarmente sgargianti, si sentì chiamare.

“Luna! Ehi, Luna!”

Dietro di lei, reggendo quello che sembrava un involucro per un abito da cerimonia, Neville la salutava sorridente.

“Ciao!” disse la ragazza, ricambiando l'amico con entusiasmo.
“Non hai per niente una bella cera, sai?” aggiunse poi, con la sua solita propensione per la verità.

“Speravo che non si notasse” disse Neville mesto, stropicciandosi le occhiaie. “Ed è solo la prima settimana di scuola! Come potrò tirare giugno?”
Il passaggio del ragazzo dall'altra parte della cattedra era stata per lui una botta fortissima. Sentirsi chiamare Professore, dover gestire delle lezioni ed insegnare la sua passione di una vita, l'Erbologia, lo aveva eccitato e reso felice come forse mai nella sua vita, ma lo aveva anche posto dinnanzi a nuove responsabilità, e non si sentiva ancora del tutto sicuro della fiducia che gli era stata accordata.

“Sono certa che ce la farai, Neville” disse Luna con la sua usuale serenità. “Se non sei portato tu per l'insegnamento, chi potrebbe esserlo, allora?”

Neville sorrise riconoscente alla ragazza. Conoscendola, era proprio quello che pensava. Decisamente ci sarebbero volute più persone come lei al mondo.

“Tu, invece? Il tuo grande romanzo va avanti, amica scrittrice?” le chiese poi, curioso.

“Oh, va piuttosto bene, sai” rispose la ragazza, sognante. “Il mio editore era felice dei primi capitoli. Dice che potremmo superare il successo dei miei racconti. Oggi però è un giorno di pausa. Mi preparo per la festa.”

“Già, la festa. Ho qui il vestito. In effetti ora devo andare a fare... a preparare...a vedere...” balbettò il ragazzo, tentennando.

“Neville” disse Luna, con voce insolitamente ferma. “Ti devi incontrare con una ragazza? La porterai alla festa?”

“Ehm, ne parliamo stasera” rispose l'amico, nervoso. “Scusa, ci vediamo dopo!”

Luna rimase ad osservare pensosa Neville che si infilava nel bar pasticceria del numero 62 di Diagon Alley. Aveva un'idea piuttosto precisa sulla ragazza che l'amico avrebbe dovuto incontrare.

D'un tratto, qualcosa nella vetrina attirò la sua attenzione. Oh, quello sì che era un abito adatto a lei!


 

4 settembre 1999, La Tana, ore 20

 

“Ginny, il trucco è perfetto! Non credo che dovresti ritoccarlo” osservò Hermione, fissando lei e l'amica nello specchio.

“Mah, non ne sono sicura” rispose l'altra, intenta a frugare in una pochette. “Non vuoi un altro po' di blush sulle guance?”

“No, per carità” rispose Hermione, facendosi aria con una mano. “Sono già abbastanza rossa. È un Settembre tremendamente caldo. Tu, piuttosto, sei splendida! Fai già le prove generali per il matrimonio?”

Hermione non si sbagliava. Ginny, con una splendida tunica pantalone scollata e candida, dal tessuto morbido e leggero, sembrava già una sposa.

“Oh, ma figurati! Tu, piuttosto, dovresti indossare l'acquamarina più spesso!”

Hermione si strinse nelle spalle. Era stata la madre a suggerirle quel vestito, e lei non ne era stata così convinta, perché le sembrava troppo elegante e caro per i suoi standard. Nel momento in cui se l'era provato, però, aveva capito che non avrebbe potuto separarsene.

“Come va al lavoro?” riprese Ginny.

Dopo aver conseguito i M.A.G.O., Hermione aveva iniziato a lavorare al Ministero, occupandosi dei diritti delle creature magiche, in modo particolare degli Elfi. Le era sembrato strano non partire per Hogwarts a Settembre, ma il lavoro, per quanto difficile, le stava piacendo.

“Bene” rispose all'amica “a parte i giorni in cui sono del tutto isterica! Per fortuna che Fred non è al lavoro con me, altrimenti mi manderebbe al diavolo!”

“Beh, il mio ragazzo è il mio capo” s'intromise una voce alla loro destra “e devo dire che mandarlo al diavolo fa parte della nostra routine amorosa, ormai.”

A parlare era stata una ragazza che si stava ripassando il mascara. Aveva un caschetto di lisci capelli castani, penetranti occhi azzurri, un abito grigio perla e, probabilmente, qualche anno in più di loro. Hermione e Ginny non avevano fatto caso a lei, dal momento che sapevano che Bill e Charlie si erano presi la libertà di invitare degli amici alla festa. Ora che la stava guardando meglio, però, ad Hermione parve di riconoscere una delle segretarie del Primo Piano del Ministero.

“Tu sei qui con il tuo ragazzo?” domandò gentilmente alla ragazza.

“Oh, sì. O meglio, lo spero. Mi ha scaricato qui dicendo che gli si era formata un'inaccettabile piega sui pantaloni e che sarebbe andato ad Evocare un ferro da stiro. Ma dico io...” concluse ridendo.

“Un tipo precisino, il tuo ragazzo” osservò Hermione con un sorriso.

“Beh, non che non me lo aspettassi” proseguì la ragazza. “In fondo, ci siamo conosciuti perché gli si sono rotti gli occhiali ed è andato a cercare frammenti di vetro fin sotto la mia scrivania. Così, alla cieca!

“Scusa se te lo dico” disse Ginny con il solito tatto “ma non hai l'impressione che a volte il tuo ragazzo sia un po'... esagerato? Io lo avrei preso in giro mille volte!”

“Sono sicura che l'hai fatto” replicò la ragazza senza scomporsi. “Io sono Audrey, comunque. La ragazza di Percy.”

 

Qualche ora dopo, il tardo pomeriggio di Settembre aveva lasciato posto ad una calda sera, e molte piccole luci erano state accese intorno al giardino della Tana. Ai tavoli, gli ospiti, sazi e soddisfatti, chiacchieravano piacevolmente. Molly, la festeggiata, aveva appena spento le candeline ed aperto i regali.
Hermione, sorseggiando – in via del tutto eccezionale – una piccola Acquaviola, si ritrovava, come la sera del matrimonio di Bill e Fleur, ad osservare gli invitati. Quante cose erano cambiate da quella sera lontana! Ora gli ex-sposini avevano con sé una piccola culla, nella quale avevano deposto la figlioletta, Victoire, che dormiva incurante della confusione.

I loro cari amici Remus e Tonks li avevano lasciati per sempre, e, al loro posto, il piccolo Teddy, di un anno e mezzo, saltellava sulle ginocchia della nonna Andromeda, come sempre composta ed elegante. Harry, a fianco, tirava per scherzo i piedini del figlioccio, ridendo.

Percy zoppicava ancora, aiutandosi con il bastone, e lo avrebbe sempre fatto. Fred aveva incontrato molte difficoltà, all'inizio, nel vivere praticamente con un occhio solo, ma si stava abituando.

Molly aveva accolto con garbo Audrey, ed aveva cercato in tutti i modi di essere gentile con Pansy, che tendeva a tenerla un po' a distanza. Tuttavia, non aveva proprio potuto mascherare il suo stupore alla vista dell'abito di Luna, interamente fatto di paillettes, con una composizione di colori che andava dal giallo uovo al fuxia e che la faceva sembrare un tramonto umano.

Nessuno si era stupito, invece, di vedere Neville accompagnato da un'intimidita Hannah Abbott, che si lisciava nervosamente le pieghe della camicetta e della gonna. I due avevano cercato il più possibile di essere discreti, ma, loro malgrado, la macchina del gossip si era avviata.

 

Alcune cose, comunque, non sarebbero cambiate mai.

Come la sua amicizia con Harry e Ron – entrambi felici sia del loro lavoro che con le loro compagne -, che sarebbe rimasta eterna.

E come il suo amore per Fred, che anche quella sera le era accanto, dopo mesi di convivenza che erano andati meglio di quanto Hermione avrebbe mai osato sperare.

“Che ti prende, Hermione?” le chiese il ragazzo, facendole l'occhiolino. “Sei un po' stanca? Vuoi andare a casa?”

“Ma no, Fred” rispose lei. “Aspettiamo la fine della festa. Penso solo che sono felice.”

 

5 settembre 1999, Diagon Alley, 93, appartamento A, ore 2.30

 

“Ammettilo, Hermione. Sei diventata un animale notturno. Avevi detto che avresti bevuto solo una Acquaviola! Dammi le chiavi, per favore. Sei un po' imbarazzante in questo momento.” Fred prese le chiavi ad una ridacchiante Hermione, le infilò nella serratura ed aprì il loro appartamento.

“Oh, andiamo!” rispose la ragazza, scalciando via le scarpe col tacco.
“Lavoro soltanto da due settimane, è il primo sabato di festa... ed ho quasi vent'anni, so badare a me stessa!” aggiunse, inciampando sul tappeto e finendo carponi.

“Sì, lo vedo, Caposcuola Granger” replicò Fred, aiutandola a sollevarsi.

“Forse un po' la testa mi gira” ammise infine la ragazza. “Dai, andiamo a letto.”

I due attraversarono, stanchi ed un po' brilli, il loro appartamento. Esso aveva un aspetto un po' stravagante, a causa dell'ordine perfetto di Hermione che contrastava con il caos totale di Fred, e la stranezza raggiungeva il suo culmine nella loro camera da letto, suddivisa nella classica “metà ordinata” e “metà disordinata”.

Nel momento in cui Hermione vide il letto, però, la sbornia le passò immediatamente. Su di esso troneggiava un grosso pacco, con la scritta “per Hermione”.

“Pensavo che il compleanno fosse di Molly! Che cos'è, Fred? Un regalo per me?”

“Apri, apri!” disse il ragazzo col migliore dei suoi sorrisi malandrini.

Hermione, conoscendo Fred, temeva che il pacco le sarebbe esploso in faccia, ma decise di fidarsi: si sedette sul letto, tolse il fiocco, svolse la carta, aprì la scatola e si ritrovò davanti... due Caccabombe, una scatola più piccola ed un biglietto bianco. Aprì quest'ultimo, confusa, e lesse: Tieni conto che ci saranno molte di queste...

“Non capisco, Fred” disse in direzione del ragazzo. Che poteva significare?

“Certo che non capisci, è solo l'inizio! Su, apri la scatola!”

Hermione aprì nuovamente e vide tre Torroni Sanguinolenti, una scatola ancora più piccola ed un biglietto che recitava Sicuramente a volte ci saranno anche questi....

Capendo il gioco, la ragazza tolse il coperchio anche alla terza scatola. Per poco non fece un salto: vi era dentro il petardo di un Fuoco Forsennato Weasley! Fortunatamente era spento. Il consueto biglietto, accanto all'ennesima scatola, riportava scritto: Sì, rassegnati, ci saranno anche questi...

La scatola rimasta era piuttosto piccola, ed Hermione sperava sarebbe stata l'ultima. Si sbagliava. All'interno vi era una minuscola scatolina ed uno dei soliti biglietti. La scritta era molto strana, sembrava tronca: Ma, nonostante tutto ciò...

“...Nonostante tutto ciò?!?” Hermione alzò lo sguardo verso Fred.

“Non ho proprio intenzione di dirtelo” disse quest'ultimo, che sembrava parecchio divertito. “Devi scoprirlo da sola. Dai, apri l'ultima scatola.”

Certo che il suo ragazzo architettava scherzi sempre più complicati!

Hermione, senza più esitazioni, guardò all'interno dell'ultima scatolina. Non c'erano strambi oggetti. E nemmeno un bigliettino bianco. C'era un cartoncino rosso cupo, con una scritta fosforescente. Per un attimo, la ragazza pensò di aver letto male. Ma no, non c'era modo di sbagliarsi: era chiaramente riportato Mi vuoi sposare?

 

Nessuno dei due rideva più.

“Non...non è uno scherzo, vero, Fred?” chiese Hermione cautamente.

“Io non scherzo mai, Hermione, dovresti saperlo Mai con te, insomma” aggiunse poi osservando l'espressione della ragazza.
“Allora, Granger, che ne dici? È una proposta abbastanza avventurosa per il tuo cuore impavido?!?”

“Vuoi sapere che ti rispondo, Weasley?” rispose Hermione, con un sorriso che si allargava sempre più. “Che avrei dovuto dirti di sì già il giorno in cui sono inciampata davanti a te sull'Espresso per Hogwarts!”


 

FINE




NOTA AUTORE: sigh sigh... che tristezza! Non vorrei mai mettere la parola "fine" ad una storia, ma prima o poi...  si arriva al dunque!
In questo epilogo ho voluto inserire molti più personaggi, presentando, in un solo giorno, le loro situazioni post-guerra. Spero tanto che l'idea vi sia piaciuta! Che ne pensate del finale riservato a Fred ed Hermione? Come vedete, l'happy ending ha prevalso!
Fatemi sapere anche che cosa ne pensate di quello che ho immaginato per gli altri personaggi, dalle situazioni più canon (come quella di Harry e Ginny) a quelle inventate (come la storia di Lavanda e Ron). Soprattutto, ditemi se questa storia ha contribuito a "convertirvi" alla Fred-Hermione, coppia che io, personalmente, adoro!!

Giunti alla fine, non posso che RINGRAZIARE, ad uno ad uno, tutti voi!!
- Grazie a tutti i lettori silenziosi: è una gioia vedere le visualizzazioni che aumentano sempre più! Ricordatevi che siete sempre in tempo a lasciare un commento!!
- Grazie ai recensori: le vostre parole sono bellissime e mi danno la forza di andare avanti a pubblicare. Siete stati fin troppo generosi con i complimenti, mi avete sorpreso!! Spero tanto di risentirvi presto!
- Grazie a chi ha aggiunto la storia tra le preferite:
AlexisVictorie
ClaryWeasley
fredisalive
Kicchan7
MyPatronusisStitch
Nynev
piccola folletta
_apefrizzola_
- Grazie a chi ha aggiunto la storia tra le ricordate:
ariablack
Dany_skywalker
Eleehdb
LetiziaWeasley
Madame_Padfoot93
my_life_are_book
- Grazie a chi ha aggiunto la storia tra le seguite:
AceDPortogas
alegrifondorosini
Aleswim
Alyssa Malfoy
aspire89
Bianchina07
Bridget92
CaptainSwan_05
crivevale
Dany_skywalker
Dram3Frem
Eli_99
Ester greevclaw
harpiano18
luciaasc
Mary Evans
Notteinfinita
Rosenrot Osbourne
Roxy_HP
Sam12
SiverRose
vivi120
Weasley_
_lesbianquinn

Spero che ci risentiremo presto! Ho in cantiere un paio di one-shot a tema Harry Potter, ma, per ora, nulla di più. Temo che sarò un po' occupata, principalmente perché sto lavorando come insegnante precaria (più stressata di Neville) e l'autunno è (per fortuna!) un momento in cui si riesce a lavorare. Comunque cercherò di tornare prestissimo!! Nel frattempo faccio un po' di pubblicità ad altre mie storie:

HARRY POTTER:
- Il cielo ha una porta sola (per chi vuole saperne di più su George e Pansy)
- Soldier side (One-shot su Narcissa Black Malfoy)
- I sette peccati capitali (Raccolta riguardante diversi personaggi)

ALTRO:
- Tutte le storie portano scritto: più in là (le mie poesie)
- Because Taylor inspires life (racconti su amicizia, amore, famiglia ispirati ai testi delle canzoni di Taylor Swift)
- Io ricomincerei (one-shot a tema amicizia)
- Storyline (la storia di Taylor Swift tramite gli occhi di un amico e collega)

Credo che questo sia tutto! Grazie ancora ed a presto! :-)
Anche Fred ed Hermione vi salutano. <3


 

  
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