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Autore: fede_rica19    19/12/2015    4 recensioni
FanFiction sulla nuova generazione! Un TEEN DRAMA! Amori,tradimenti,amicizie e feste da sogno...ma soprattutto il ritorno del TORNEO TRE MAGHI AD HOGWARTS!
Dal primo capitolo:James Sirius Potter, alto e muscoloso, occhi nocciola e con capelli lunghi e corvini che ricadevano morbidi e scomposti sul collo, quasi fino alle spalle. Sorriso malandrino ed un caratterino troppo strafottente per essere davvero il figlio del Salvatore del Mondo Magico. Oppure forse la celebrità e la ricchezza nelle quali sin da piccolo era stato avvolto, lo rendevano così sprezzante, menefreghista ed arrogante. Sapeva di essere una celebrità appena ebbe messo piede sull’Espresso di Hogwarts, sei anni fa ormai.
Una ff sulla new generation con personaggi di mia fantasia e reali! Dimenticate la Hogwarts diligente e seriosa... fate spazio ad incontri lussuriosi, feste clandestine, a sentimenti non espressi, ed ad amicizie vere!
Vi va di seguirmi in questa avventura? Spero di vincere questa sfida con me stessa e scrivere una bella storia sulla nuova generazione!
Coppie: James Sirius/nuovo personaggio; Rose/Scorpius e tante altre...
Nuovi personaggi: Bart Mclaggen, Octo Thomas, Florinda Jordan e Calliope Rosier (cognomi importanti)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Orgoglio&Pregiudizio'
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Capitolo 28
“Non devi fare ciò che ci inorgoglisce e dopo esser triste quando noi non ci siamo.”
 
Quella sera, prima che lo zio Charlie ripartisse, Teddy aveva detto che avrebbe fatto un annuncio a tutta la famiglia dopo cena e nell’aria si respirava trepidazione. Per tutta la cena qualcuno aveva tentato di estorcere qualche indizio ma in tutta risposta il ragazzo si era scambiato sguardi eccitati con Victorie. Lily sentiva che avrebbe vomitato da un momento all’altro e si maledì di non aver invitato anche Lysander quella sera, almeno avrebbe avuto qualcuno con cui sfogarsi e per fumarsi una sigaretta sul retro. E invece era stata costretta a sorbirsi quel siparietto da futuri sposini. Immaginava che la grande notiziona che avrebbero dato centrasse qualcosa con il matrimonio, magari volevano ufficializzare una data. Li odiava. Anzi odiava lui, non lei. Victorie poteva essere un pò snob e spocchiosa, ma non era colpa sua se lui la amava. Ma poi come biasimarla per la sua presunzione dato che era bellissima e che la sua carriera da giornalista di cronaca rosa ormai stava decollando? Difatti in Francia era molto conosciuta ed apprezzata. Odiava lui perché non aveva niente a che fare con lei eppure stavano insieme. Lui era un testone, chiacchierone, amante dei tatuaggi come lei, che preferiva fare una partita a quidditch mentre pioveva e sporcarsi di fango piuttosto che sorseggiare thé e parlare di quali tazzine scegliere per la nuova casa. Un ragazzo che per anni aveva preferito piercing e capelli verdi a mò di cresta che parlare di progetti familiari. Dov’era finito quel Teddy di cui si era innamorata?! Dopo quei mesi in Francia come tirocinante era diventato così insipido, così rigido…

TIN TIN TIN

Il tintinnio di un bicchiere di cristallo la destò da quei pensieri, nemmeno si era accorta di aver stretto tanto la forchetta da farsi male. Vide prima il viso solare e sorridente di sua cugina ed i suoi occhi così cerulei, da sembrare un pezzo di cielo, posati sul suo futuro marito. Così Lily sollevò i suoi di occhi su Teddy. Sentì una fitta allo stomaco quando vide lo stesso sorriso felice dipinto anche sul volto del ragazzo. Possibile che dopo due anni ancora lei non riusciva a capire che sua cugina e il suo Teddy erano fatti l’uno per l’altra?! Possibile che nemmeno avere nove anni in meno di lui l’avevano mai fermata dall’amarlo così incondizionatamente? Perché non riusciva ad essere una ragazza di diciassette anni come tutte altre?

-Come vi avevo accennato ho un importantissima notizia da darvi che spero vi renda orgogliosi di me e felici come lo siamo io e Victorie!- altra fitta allo stomaco. Dov’era Lysander quando aveva bisogno di lui?! –Come sapete mi è rimasto l’ultimo anno di tirocinio e finalmente concluderò i miei studi di Scienze della Magiformazione…- Lily si guardò attorno, tutti i suoi zii e cugini pendevano dalle labbra di Teddy Lupin, guardandolo con ammirazione. Chissà se qualcuno aveva mai notato che lei lo guardava con amore. -…ebbene mi è stata offerta la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure ad Hogwarts, appena prenderò la mia pergamena di Specializzazione!- BOOM. La testa di Lily stava per esplodere. Teddy aveva appena lanciato una bomba atomica e nemmeno se ne era reso conto. E certo come poteva?! Lui non sapeva nulla dei suoi sentimenti, delle sue paure, della sua sofferenza. Mentre gli altri a tavola applaudivano e Victorie si era alzata per abbracciare il suo fidanzato perfetto, lei si alzò di scatto, facendo quasi rovesciare la sedia a terra e a grandi falcate lasciò la cucina di zio Bill. Sperò che nel frastuono delle acclamazioni e delle congratulazioni nessuno si fosse accorto di lei. Cacciò un ringhio frustrato, chiusa in bagno, e diede un calcio allo stipetto dei Sali da bagno di zia Fleur. Ricacciò indietro le lacrime. Lei era forte. Lei non piangeva, non più. Si sedette sulla tavola del water chiusa e si prese la testa fra le mani, puntellando con i gomiti sulle ginocchia. Si continuava a chiedere cosa ancora le facesse sperare che le cose sarebbero cambiate.
-Lils?- la voce di Teddy la fece trasalire.
-Và via Ted…sono in bagno…- ruggì lei.
-Davvero?!- chiese ironico –apri dai!- la esortò con tono infastidito.
-Và via!- ripeté Lily e si sentì patetica. Che scusa poteva arrecare per il suo strano comportamento? Lo sentì armeggiare con la bacchetta e poco dopo il rumore della toppa che scattava. Pian piano la porta cigolò e si aprì ed infine lui entrò. Lily sbuffò avvilita roteando gli occhi al cielo e alzandosi dal water gli diede le spalle raggiungendo la finestra. Da lì si poteva vedere l’oceano e la luna piena frastagliarsi arrogante sulla sua superficie.

-> https://youtu.be/zTkj312mr3c
-Perché hai avuto quella reazione? Pensavo che tu più di tutti saresti stata felice di avermi di nuovo qui in Inghilterra l’anno prossimo…- lei ridacchiò in maniera grottesca ed ironica. Scosse il capo e la rabbia le salì ancora più al cervello. Perché? Perché lui non capiva? Come poteva non capire cosa ribolliva in lei?! Si vantava sempre di come fossero così bravi a comprendersi con uno sguardo, –Dì qualcosa, qualunque cosa…- poi lo sentì camminare, quasi sbattendo i piedi sulle mattonelle lillà del bagno e poi si sentì prendere bruscamente per le spalle e si dovette voltare.

*E mi sto sentendo così piccolo…Era oltre quello che immaginavo…
Non ho più certezze.*


-Non ho voglia di parlare con te! Lo capisci questo professorino del cazzo?!- non si rese conto di averlo detto né di aver usato tutta quella rabbia e sputato quel veleno. Non pensava di averne tanto in corpo né di essere capace di esternarglielo così di impeto. Non al suo Teddy. Lui mollò la presa come se si fosse appena scottato. La guardò ma sembrò non riconoscerla. –Ti avevo detto di andar via…perché sei entrato?- aggiunse lei con un groppa in gola e a mò di rimprovero, ma non avrebbe pianto. Specialmente non davanti a lui. Non era più una ragazzina piagnucolosa. Era cresciuta.
-Perché ero preoccupato per te, perché credevo di fare la cosa giusta, ma con te ultimamente sembra che non ci riesca mai…era tutto così semplice prima che…-
-Prima che… cosa? Che crescessi? Che non fossi più una bambina a cui raccontare storie o a cui comprare le cioccorane? Si cresce Ted, ed io l’ho fatto…sono una donna adesso e non puoi comprarmi facendomi ridere cambiando colore dei capelli…- lo interruppe vomitandogli ancora addosso rancore e rabbia.
-Perché ti comporti così? Perché sei così arrabbiata con me Lils? Da dove viene fuori questo odio? Pensavo che mi volessi bene! Che noi fossimo come fratello e sorella!-
Colpita e affondata. Nulla poteva fare più male di quello che aveva appena sentito.
-NON SIAMO FRATELLO E SORELLA! NON LO SIAMO MAI STATI! JAMES È MIO FRATELLO, ALBUS LO È! TU NON LO SEI! TU NON SEI NEMMENO UN MIO PARENTE! TU NON SEI NIENTE ORMAI!- urlò quelle cose e si sentì avvampare e voleva essere pentita per quello che gli era appena uscito dalla bocca ma non fu così. Si sentì leggera e sincera per la prima volta da quando aveva capito di amarlo. Le sembrò di sentire il cuore di Teddy frantumarsi e vide gli occhi del ragazzo inumidirsi. Poi lui voltò il capo brusco, per non guardarla. Stava raccogliendo le idee mentre i suoi capelli diventavano da rosso rabbia a grigio. Grigi non li aveva mai visti. Nemmeno lei riusciva più a decifrare quel ragazzo che un tempo conosceva come le sue tasche. Con cui era cresciuta, di cui si era innamorata da adolescente.

*Ed io inciamperò e cadrò…
Sto ancora imparando ad amare semplicemente iniziando a gattonare.*


-Sono…sono senza parole…credo che me ne andrò via adesso!- farfugliò confuso e saettando con i suoi occhi color paglia da un punto all’altro del pavimento, ancora scosso e confuso. Lei era ancora ansante per le urla e paonazza di rabbia e vergogna. Non sarebbe mai riuscita a spiegargli perché aveva detto quelle cose e non voleva farlo probabilmente. Voleva perderlo, per sempre. Ecco perché aveva fatto tanto male sapere che tra un anno lo avrebbe avuto sempre tra i piedi, sotto gli occhi. Averlo in Francia, per tutto quel tempo, l’aveva aiutata. Come si dice? Lontano dagli occhi lontano dal cuore. Sapeva bene che una volta sposati sarebbero andati a vivere in Francia. Perché avevano cambiato idea? E perché lo aveva appreso come tutti gli altri e nello stesso istante? Perché Teddy non glielo aveva detto prima? Magari anche via gufo. Non era pronta. Saperlo felice a Parigi non era come vederlo ogni giorno. Non voleva sbattuta in faccia la felicità di sua cugina giorno per giorno con l’uomo che amava lei. Anche se lo aveva detto Teddy restò ancora lì impalato e Lily fu tentata di confessare tutto, di liberarsi delle sue paure, emozioni e sentimenti. Poi lui si mordicchiò il labbro come combattuto ma alla fine scelse. Le voltò le spalle ed uscì dalla stanza.

*E ingoierò il mio orgoglio. Tu sei la persona che amo e ti sto dicendo addio…
Di qualcosa, sto rinunciando a te. (Say Something; Christina Aguilera/Jasmine Thompson)*


Quella sera stranamente i suoi genitori decisero di non restare a Villa Conchiglia a dormire, ma che sarebbero ritornati a Godric’s Hollow un giorno prima. Dopo la cena (e probabilmente dopo la sfuriata di Lily che tutti avevano sentito dal piano di sotto) si era respirata un’aria tesa e per lo più si era chiacchierato del nulla, senza cercare che saltasse fuori l’argomento “Teddy e Victorie tra un anno torneranno ad abitare in Inghilterra”. Lei aveva fatto appello a tutta la sua pazienza, e cercando di non sprofondare dalla vergogna, era riscesa dopo qualche minuto che l’aveva fatto Teddy e si era seduta sul divano in salotto a leggere una delle riviste di moda che Dominique lasciava sempre in giro. Tutti gli altri suoi cugini ed i suoi fratelli erano rimasti in cucina, forse per lasciarle il suo spazio o forse perché non volevano avere affatto avere a che fare con lei che ultimamente più del solito era irascibile e scontrosa. Quando la voce più severa del solito di suo padre la risvegliò capì di essersi appisolata sul divano degli zii e seguì a testa bassa i suoi familiari fuori dalla casa, lì dove una passaporta era stata preparata un’oretta prima. Si sentì agganciare per l’ombelico e un vortice la avvolse caoticamente e dopo i suoi piedi toccarono terra. Traballò leggermente e poi tornò in equilibrio, mettendo così a fuoco il salottino di casa sua. Casa dolce casa.

-Signorinella!- aveva tirato un sospiro di sollievo troppo in fretta a quanto pareva. Si girò con espressione sottomessa verso sua madre che era spalleggiata da suo padre. Entrambi avevano un cipiglio a dir poco infuriato. Sua madre aveva persino le mani sui fianchi e suo padre era più pallido del solito. Come biasimarli? Loro volevano un mondo di bene al loro figlioccio Teddy. Per loro era come un figlio, lo era sempre stato. Ovvio che a parer loro per Lily Teddy doveva essere come un fratello. Non sapevano però che lei lo amava immensamente e cosa stava nascondendo a tutti quanti. Tranne a Lysander
-Per favore…non potreste semplicemente restare fuori da questa storia?!- cominciò a protestare. Suo padre gli lanciò un’occhiataccia e decise che per il momento era meglio tacere e vedere cosa avevano da dirle.
-Come ti sei permessa di dire quelle scempiaggini a Ted? Perché mai sei stata così cattiva con lui anziché gioire come tutti gli altri della sua vittoria in campo lavorativo?- le domandò sua madre mentre agitata svolazzava i capelli lunghi e rossi come fiamme, proprio come i suoi. Restò zitta. Cosa poteva inventarsi? Non trovava nulla di buono da dire perciò restò a fronteggiare i suoi genitori con gli occhi ardenti di rabbia. Sentiva i suoi fratelli agitarsi dietro di lei. Forse volevano venirle in soccorso ma lei doveva sbrigarsela da sola. Forse loro avevano capito cosa c’era sotto, chissà…
-Rispondi a tua madre! È questa l’educazione che ti abbiamo insegnato? Se hai avuto “una giornata no” non hai il diritto di prendertela così spassionatamente con un tuo caro, lo capisci questo Lilian?- la rimbrottò suo padre minaccioso. Non potevano capire. Come potevano immaginarsi cosa c’era dietro. Anzi non dovevano nemmeno immaginarlo. Probabilmente sarebbero rimasti disgustati. Come poteva essersi innamorata del ragazzino che le aveva anche cambiato il pannolino anni addietro? Si sarebbero vergognati della loro figlia immatura e viziata e forse un pò perversa.
-Fatti miei!- sibilò cattiva. Per poco sua madre non svenne per così tanta insolenza. Era sempre stata la pecorella nera della famiglia Potter, un pò troppo svampita, un pò troppo frivola, incurante delle regole e dalle amicizie discutibili ma con loro era sempre stata gentile ed educata.
-Fila in camera tua, sei in punizione fino a quando questo tuo atteggiamento insolente non avrà fine!- fu la risposta secca di suo padre. Eccolo l’Auror che veniva fuori in casa propria.
-Ma…ma…ho diciassette anni, come puoi ancora mettermi in castigo?!- protestò sbattendo i piedi ed agitando la sua chioma cremisi come il fuoco, mentre i suoi grandi occhioni verdi ardevano di rabbia. L’unica risposta che ottenne fu un’altra occhiataccia ammonitrice e il dito minaccioso di suo padre che le indicava le scale verso la sua camera. Sbuffò talmente forte che quasi sembrò ringhiare e a passi pesanti come a voler rompere i gradini, salì diretta nella sua cameretta. Si sbatté la porta alle spalle e chiuse il mondo fuori.
*

TOC TOC

Il tocco leggero di suo padre la destò dai suoi pensieri. Era rimasta per la terza volta in piedi come una stoccafisso a fissare l’armadio semivuoto, mentre ultimava il baule e la valigia che si sarebbe portata dietro nel suo viaggio in Grecia.
-Avanti…- disse trasalendo appena. Suo padre entrò e si guardò attorno, quel disordine in effetti non le si addiceva ma era pur sempre in fase di preparativi, doveva concederglielo un pò di sano e femminile caos.
-Come procedono i preparativi per la vacanza? Pronta per domattina?- le chiese curioso. Calliope sorrise a suo padre che si dimostrava sempre rigido ma che lei sapeva essere in realtà buono come il pane. Almeno con lei.
-Oh beh spero di non dimenticare nulla…stavo facendo un ultimo resoconto, ma credo che io abbia preso tutto l’occorrente!- lo informò raggiungendolo e abbracciandolo. –Grazie per avermi dato il permesso!- aggiunse poggiando la sua guancia sul petto robusto del padre. Voleva tornare bambina e lasciarsi cullare, perché non poteva tornare bambina? Non avrebbe avuto quelle paure, quei rimpianti e quelle sofferenze.
-Figurati tesoro mio, tutto pur di farti felice!- rispose suo padre ma Callie sembrò cogliere nel tono di voce del padre una nota stonata. Si staccò da lui giusto per aver modo di alzare lo sguardo sugli occhi castani del padre e lo trovò pensieroso.
-Che c’è papà?- gli domandò curiosa senza sciogliere l’abbraccio ma inclinando in capo. –Qualcosa non va? Ci hai ripensato sulla vacanza senza genitori?- domandò perplessa. Suo padre scosse il capo lasciandosi andare ad un risolino composto.
-No tesoro…ecco io però proprio non riesco a vederti felice! Ti guardo e mi sembri sempre persa nei tuoi pensieri, turbata oserei dire!- fu lui a sciogliere l’abbraccio e a sedersi sulla sedia dello scrittoio, per guardarla con attenzione, quasi studiandola. Callie arrossì appena ma si voltò per non fare in modo che suo padre lo notasse.
-Papà davvero non c’è nulla che non va…- provò lei in un mormorio sommesso.
-Calliope…- l’ammonì –sono tuo padre, capisco quando qualcosa non va in mia figlia, sono mesi che ho questa sensazione ed ora che sei qui per le vacanze estive e posso passare più tempo con te ne ho avuto la conferma!- fece un sospiro e poi parlò ancora –voltati tesoro e dimmi cos’è che ti rende triste!- lei obbedì e non poté fare a meno di avere gli occhi colmi di lacrime ed un groppo in gola. Era sempre stata fragile e un pò piagnucolona ma doveva tentare di resistere davanti a suo padre.
-Io…io vi voglio bene e voglio rendervi orgogliosi di me, ti basta questo papà? Prometto di essere felice e riconoscente!-
-Ma tesoro!- e lì suo padre balzò in piedi corrucciato in viso –non devi fare ciò che ci inorgoglisce e poi essere triste quando noi non ci siamo!- e non poté fare a meno di piangere. Le lacrime scesero copiose senza che nemmeno si accorse di aver cominciato a piangere. Suo padre l’avvolse in un abbraccio e le accarezzò i capelli lisci e corvini dolcemente.
-Ma mamma…- miagolò tra le lacrime.
-Mamma capirà…- e li Callie comprese che suo padre aveva sempre saputo. Che aveva capito perfettamente cosa lei aveva nascosto per tutti quei mesi, indossando una maschera di finta gioia per quel matrimoni ocombinato. –Ci vorrà un pò perché lei è molto all’antica, più di me a quanto pare, e ci tiene ai rapporti con la famiglia Nott, ma prima o poi capirà!- aggiunse per rassicurarla ma esser al contempo sincero. Callie si liberò delicatamente dall’abbraccio per guardare in viso suo padre.
-Grazie…- sussurrò. Lui le asciugò le lacrime con i pollici e poi le sorrise. Poco dopo si ritrovò nuovamente sola nella sua stanza ma con un’idea che le frullava per la mente.
 
*

-> https://www.youtube.com/watch?v=KRKzcxJVjEc

*Siediti con me, coprimi, coccolami, stenditi insieme a me
e stringimi tra le tue braccia…*


Avvolse un ricciolo castano al dito mentre lei aveva cominciato a baciargli il collo lasciandogli baci bollenti. Si stava eccitando ma allo stesso tempo non poteva fare a meno di guardarla. Era così bella. Non gli era mai successo, ma con Florinda riusciva a non pensare al sesso nonostante lei fosse in babydoll color blu notte, a cavalcioni su di lui e lo stesse riempiendo di baci umidi sul collo e poi sui lobi delle orecchie. Ma era splendido poterla abbracciare e odorare la sua pelle color cioccolato.
-Ti amo lo sai?- le soffiò dolcemente sulle labbra tumide quando lei prese a baciarlo sulle sue.
-anch’io!- rispose sorridendogli e specchiandosi nei suoi occhi color del cielo. Il ragazzo si sollevò adagiando lei al suo fianco. La sovrastò e la baciò con ardore, insinuando la sua lingua nella bocca di Florinda e quando incontrò la sua. Poi le sfilò prima una e poi l’altra spallina del babydoll e scoprì i suoi seni floridi e prosperosi. Li annusò poi ne baciò ogni centimetro e quando arrivo ai capezzoli li tormentò di baci, li succhiò e baciò ancora fino a sentirla gemere e allora la liberò totalmente del babydoll lasciandola in mutandine.
Lei sollevò il capo ed iniziò ad accarezzargli la schiena con le unghia tracciando ghirigori, mentre lui le toglieva anche quelle. E poi si liberò dei suoi boxe. Si sorrisero emozionati consci che stavano per fare l’amore per la prima volta. Octo sentì il cuore ruggire mentre pensava che quello non era sesso. No non sarebbe stato più solo sesso. La baciò mentre entrava in lei ed i loro corpi si fusero. Sotto i suoi colpi di reni udì i gemiti di piacere di Florinda e quando arrivò al culmine del piacere la baciò ancora e le passò una mano tra i riccioli sudati. Perché non riusciva a smettere di sorridere come un idiota!? Si distese accanto a lei, senza mai scioglierla dal suo abbraccio. Non poteva permettere che quello fosse un sogno. Non avrebbe lasciato più che qualcosa o qualcuno gliela portasse via di nuovo.

*Il tuo cuore è contro il mio petto, le labbra premute sul mio collo.
Mi sto innamorando dei tuoi occhi…ora sono innamorato.*


-Non scappo mica…- scherzò lei voltandosi così che i loro nasi si toccassero.
-E chi me lo dice?!-
-il mio amore per te! Sono innamorata di te Octavius Thomas e a meno che tu un giorno non ti stancherai di me io sarò sempre tua!- lo rassicurò per poi baciarlo dolcemente sulle labbra carnose color caramello.
-Come potrei?! Come potrei stancarmi di questa sensazione di essere finalmente nel posto giusto con la persona giusta?!- a quelle parole Florinda si accoccolò ancora di più avvolta nel suo abbraccio e sospirò beatamente. Si era proprio tutto così dannatamente e meravigliosamente giusto adesso.
 
*

*Sistemati con me e sarò la tua salvezza. Sarai la mia signora…
Sono stato creato per tenere caldo il tuo corpo ma ho freddo mentre il vento soffia
perciò stringimi tra le tue braccia…*

 
-Muovi il culo Jamie, altrimenti perderemo la passaporta del mio collega Jonathan, si attiverà a mezzogiorno in punto!!- gli urlò suo zio mentre tentava di non rompersi il collo mentre scendeva il baule proprio di quest’ultimo dalle scale tortuose della Tana. Suo zio Charlie aveva fatto tappa dai genitori e una sera gli aveva proposto quella vacanza in Romania. Cosa c’era di meglio di un safari tra i draghi per liberare la mente e dimenticare quell’anno del cazzo, continuava a ripetersi?! Stava lasciando i suoi genitori e sua sorella litigati, Albus stava partendo con gli altri cugini per Malta e lui aveva deciso di tagliare la corda e allontanarsi da tutto e tutti. Da qualunque cosa che poteva ricordargli lei.
-Eccomi zio!- disse con il fiatone appena entrato nella cucina dei nonni. Nonna Molly al solito era in lacrime perché non solo suo figlio Charlie stava ripartendo ma stavolta si portava via per tre mesi il suo nipotino Jamie.
-Oh bene sei pronto!- lo accolse con il suo solito tono rude lo zio. Quando lo guardava pensava sempre “come avere settant’anni e non sentirli!”. –ehi ma chi è quella morettina che corre sgraziata per fuggire dai nostri gnomi?-
“eh?” fu tutto quello che il cervello di Sirius poté formulare. Suo zio doveva essere uscito di testa a furia di avere a che fare solo con bestione sputa fuoco. Quella frase non aveva alcun senso. Lo zio, con i suoi soliti modi gentili, gli prese la testa fra le mani e gliela voltò bruscamente verso la finestra. La scenetta sarebbe stata esilarante se non fosse stato che quella pazza che correva ed urlava nel giardino della Tana non fosse stata proprio la ragazza che gli aveva spezzato il cuore e che lo stava costringendo a partire per cambiare aria. Sgranò gli occhi e liberatosi dalla presa dello zio che borbottò qualcosa sul non ritardare altrimenti sarebbe partito senza di lui, corse via verso Calliope.

-> https://www.youtube.com/watch?v=KRKzcxJVjEc
*Sì, sto provando tutto dall’odio all’amore, dall’amore alla lussuria, dalla lussuria alla verità.
Credo che questo sia quanto ti conosco,
perciò ti stringo vicina a me per aiutarti a lasciarti andare…*


-AIUTO! AIUTO! CACCIALI! CACCIALI VIA!!!- urlò lei appena lo vide arrivare. Sirius prese un forcone lì vicino e minacciò i piccoli esserini. Quelli lo mandarono al diavolo e si sparpagliarono, scappando via verso lo stagno. Si voltò verso Calliope piegata in due dal fiatone e con le gambe nivee, lasciate scoperte dal prendisole color smeraldo, sporche di terra ed erba.
-Che ci fai qui?- le domandò gettando via il forcone e raggiungendola.
-Avevo voglia di fare un pò di Jogging con gli gnomi selvatici dei tuoi nonni, non è ovvio?!- rispose lei ironicamente. Sirius si corrucciò. Erano tornati ragazzini e si stavano battibeccando nei corridoi di Hogwarts?!
-Sul serio Calliope, non dovresti essere già in viaggio?-
-E tu?- chiese di rimando la ragazza ritrovando il giusto ritmo del respiro. La vide scrollarsi di dosso la terra e staccarsi i fili d’erba appiccicati ai suoi polpacci e poi finalmente tornò a guardarlo.
-Calliope?!- la rimproverò, perché il tempo dei giochi era finito.
-Mi chiedevo…se per quel viaggio in Romania, c’è un posto anche per me…- dire che lo aveva spiazzato era poco. Lei gli stava sorridendo e le tremavano le mani. Solo allora si accorse che qualche metro più in là c’erano un baule ed una valigia.
-Dici sul serio? E la Grecia? E Pierre? E i tuoi genitori?- lui si sentiva una ragazzina isterica ma non ce ne stava capendo più un fico secco.
-Che vadano al diavolo tutti! Basta scappare, basta paura, basta rimpianti, basta dolore! Portami via con te! Adesso!- Sirius non sapeva se continuare con il terzo grado o andarle incontro e baciarla. Ma ci pensò lei a fargli prendere la decisione giusta. Calliope prendendo una rincorsa gli saltò addosso abbracciandolo. Le gambe della ragazza si avvolsero attorno al suo bacino e le sue braccia attorno al suo collo. Lo stava quasi stritolando ma non gli importava, era da troppo tempo che gli mancava il corpo di Callie contro il suo. –Allora… mi porti via con te?- gli chiese ancora con gli occhioni blu colmi di speranza.
-Certo!- le soffiò sulle labbra mentre un sorriso splendente si dipingeva sulle labbra di entrambi e poi lei lo baciò. Gli erano mancate anche le sue labbra morbide che, non si spiegava come, sapevano sempre di fragola. La strinse sempre più a sé così che i loro corpi caldi potessero aderire e diventare un tutt’uno.

*Baciami come se volessi essere amata…sembra proprio un sentimento d'amore.
Ci stiamo innamorando!*


-EHI PICCIONCINI LA PASSAPORTA SI È ATTIVATA! SI PARTE O NO?!- la voce di suo zio Charlie li raggiunse. Callie scoppiò a ridere.
-Beh direi che possiamo andare!- scherzò lui. Sospirò felice e la mise a terra. –solo una cosa…- però le domandò prima di raggiungere la Tana.
-Dimmi!- cinguettò lei divertita immaginando quello che le avrebbe chiesto.
-Non ti sposi più vero?!- Calliope rise di gusto. Scosse il capo in senso di diniego cercando di tornare seria.
-No sono libera!- e gli mostrò che al dito non portava più la fedina.
-Ma che libera?! Sei la mia ragazza!- protestò lui fingendosi offeso e puntando i piedi a terra.
-Mmh… suona bene però: Calliope la fidanzata di Potter il galletto!- lo prese in giro abbracciandolo forte forte.
-Abbastanza!- e la strinse a sé. –Ora andiamo prima che mio zio ci lasci qui!- si incamminarono stretti l’uno all’altra, fianco a fianco.
-Ma non ci saranno davvero i draghi, vero?!- mise le mani avanti a lei.
-Ceeeerto che no…- rispose lui poco convincente beccandosi un’occhiata spaventata. –Ehi ci sarò io a proteggerti!-
-Me lo prometti?- miagolò lei senza sciogliere l’abbraccio, mentre camminavano verso la Tana.
-Ti proteggerò per sempre!- le disse improvvisamente serio e ancorando i suoi occhi nocciola in quelli blu oceano di Calliope. Lei gli sorrise e per la prima volta in tutta la sua vita capì cosa significava quella parola tanto decantata in miliardi di canzoni e poesi… L’Amore. L’amore era quello. Era specchiarsi negli occhi di una persona e sentirsi bene, sentirsi a casa.
-Ti amo!- gli disse Calliope e Sirius seppe che anche lei stava pensando le stesse cose che aveva pensato lui.
-Ti amo anch’io!- rispose avvolgendo il suo viso tra le sua mani e baciandola con passione.
 

 
FINE.
 
Che dire?! GRAZIE! Grazie per aver seguito la mia teendrama fanfiction, SCUSATE se in questo più o meno lungo periodo ho aggiornato in maniera altalenante e se avete trovato qualche errore di battitura qua e là =P ... Ancora GRAZIE a coloro che hanno voluto lasciare una traccia del loro passaggio lasciando una recensione (risponderò oggi stesso a quelle del capitolo precedente e GRAZIE anche a chi in silenzio ha messo tra le seguite, preferite e da ricordare la mia storia! ^.^ Ma passiamo al mio ultimo commento su Orgolio&Pregiudizio... Mi sono permessa di terminare parlando della coppia protagonista che ha dato vita a tutto questo e nei toni più spensierati e dolci che li hanno contraddistinti fin dall'inizio...eh si parlo proprio di Callie e Sirius! xD era giusto, a parer mio, dare loro un finale con tanto di battibecchi e battuttine, del resto è così che la loro storia è iniziata ed era così che doveva finire! ;) Non poteva mancare il lieto fine anche per la ragazza della porta accanto, la ricciolina Florinda ed il suo principe azzurro inaspettato ovvero Octo! Spero che anche loro due abbiano fatto breccia nei vostri cuori ed infine un' ultima nota d'autore...no non sono pazza che proprio nell'ultimo capitolo ho parlato di Lily e Teddy...vi ho parlato di loro qua e là in questi 28 capitoli e questo perchè in testa ho un progetto su loro due, Lysander e il fratellino di mezzo, eh si proprio Albus Potter! Ancora di nero su bianco non c'è nulla, ma solo qualche ideuzza! intanto ho gettato le basi e come si suol dire CHI MI AMA MI SEGUA!!! con questo è tutto lettori, vi auguro un sereno e felice Natale! Buone vacanze e alla prossima! baci e a presto, rory! <3
 
 

 
  
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