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Autore: Yellow Canadair    13/01/2016    4 recensioni
La ciurma di Cappello di Paglia si cerca confusa tra le onde. Franky piange senza ritegno davanti ai pochi rottami della sua creatura inghiottita dall'oceano. Hanno i vestiti strappati, sono stati travolti da travi e da onde, stringono i pochi oggetti scampati alla tragedia su un relitto che galleggia con loro. I ragazzi si fanno coraggio tra i flutti, cercano senza fortuna due dispersi. La notte morde con il suo freddo, il giorno bacia con la sua lingua rovente. Il sale spacca la pelle, la fame urla fra le viscere.
Stremati, approdano su una terra che esala umidi sospiri, le luci dell'ultima casa brillavano sul colle buio. E mentre i pirati dipanano il mistero di una Marine impazzita, un suono di cornamusa riempie l'aria...
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciurma di Shanks, Monkey D. Rufy, Mugiwara, Nuovo personaggio, Shanks il rosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Contro Shanks il Rosso



Gli uomini di Shanks il Rosso avanzavano in fila per uno, procedendo spediti nel sottobosco nebbioso e freddo dell’isola. Si facevano strada abbattendo i rovi e gli sterpi a colpi di katane e spade perché, anche se quella stessa strada era stata da alcuni percorsa solo un giorno prima, la vegetazione aveva già cominciato a riprendersi il suo territorio, strisciando e prosperando sulla terra umida.

Cominciò a piovigginare. Benn volse lo sguardo al cielo, pensando che erano giorni che minacciava, ma le nuvole parevano trattenere il fiato.

Intanto, nella casa del Profilo del Poeta, dove fino a pochi giorni prima abitavano solo il vecchio Yama con la stranita Pipe, i pirati di Cappello di Paglia erano precipitati nel caos più totale: prima era scomparso Franky, poi Chopper aveva alzato un urlo micidiale che era riecheggiato in tutta la casa, e infine Rufy era ritornato al maniero chiedendo notizie di Zoro, che era uscito con lui in cerca di Franky.

I superstiti erano riuniti nella sala da pranzo, dove il grandissimo camino era acceso d’un fuoco troppo piccolo per scaldare tutto l’ambiente, così per trovare un po’ di calore tutti i pirati erano nei pressi delle modeste fiamme.

– Sono stati gli spiriti, sono stati gli spiriti!! – pianse Usopp inginocchiandosi in un angolo e cominciando a pregare, mentre agitava una croce di legno con una mano, e una corona di aglio con l’altra.

– Mi rifiuto di credere una cosa simile! – s’infuriò Sanji.

– Zoro non è qui? Sicuro? Non è che è passato e non l’hai visto, vecchio? – chiedeva intanto Rufy a Yama.

– Può essersi perso anche da solo, indipendentemente da Chopper e Franky. – intervenne Nico Robin, pensierosa. Gli amici convennero.

– Sì, ma bisogna fare qualcosa! – si lamentò Nami, innervosendosi. – Non possiamo cominciare a sparire tutti quanti!!

– È colpa della casa… – mormorò Usopp – È maledetta! –

– Tornerei nella casa della foresta se non fosse così malridotta! – disse la navigatrice tossendo. – Almeno non sembrava maledetta, ed era anche vicino all’acqua! –

Yama si incuriosì, a quella frase. – Quale casa nella foresta, giovane Nami? – interloquì.

– Che ne so… – rispose Nami, dando poca importanza alla cosa. – Io e Usopp, dopo essere naufragati qui, ci siamo riparati in un rudere nella foresta, una vecchia rimessa di contadini, credo. – poi s’illuminò. – E se anche Zoro ci fosse arrivato? In che direzione siete andati? –

– Di là. – indicò Rufy puntando un indice verso quello che, riconobbe Nami, era Ponente.

– Allora quell’idiota sarà dall’altra parte. – sbuffò Sanji. Che voglia di accendere una sigaretta! Una sola, solo una! Ma sapeva benissimo che a disposizione ne aveva nove, e gli sarebbero dovute bastare forse per un mese. Sarebbe diventato pazzo.

– Visto che non è qui, torno a cercarlo! – annunciò il capitano.

– Tu non vai da nessuna parte!! – dichiarò iraconda Nami atterrando il ragazzo con un sonoro pugno che lo piantò nel pavimento fino alle reni. – Nessuno si muoverà da questo salone finché non avremo capito che accidenti sta succedendo, sono stata chiara? – esclamò.

– Nami dolcissima, amo quando prendi il comando! –

– Io… io credo di non sentirmi troppo bene… – rantolò Yama. Pipe, allarmatissima, lo sostenne e con il suo potere gli avvicinò una sedia, depositandolo su aiutata da Brook.

– Che succede? – si informò lo scheletro.

– Sembra un calo di pressione. – intuì Sanji portandosi vicino al vecchio e tastandogli il polso. – Vado a prendere acqua e zucchero. –

Nami tossì e si accasciò contro il muro, assistita da Robin.

– Portiamo Yama in camera sua! – decise Brook. – Sul suo letto. –

Rufy e Brook accompagnarono il padrone di casa al primo piano, nella sua stanza da letto, scortati da Pipe che faceva galleggiare un candelabro a mezz’aria. Arrivati nella sua stanza, che era la prima all’inizio di un lungo corridoio, la ragazza con un cenno del capo socchiuse le pesanti tende che ornavano le vetrate della camera affinché la luce del giorno, anche se fioca a causa delle nuvole, non infastidisse l’anziano. Subito dopo, mentre Rufy, Brook e Yama attraversavano la stanza, con il suo potere divelse le coperte perché Yama ci si potesse stendere sotto.

– Grazie mille, ragazzi. – sussurrò l’uomo. – Tornate giù dai vostri amici, non lasciateli soli… è un’isola difficile questa, credevo che… credevo che con tutte queste persone in giro gli spiriti non si facessero vivi ma… – sembrò mancargli il fiato e Pipe sollecita gli fu accanto.

– Torniamo giù. – decise il capitano, lasciando ai padroni di casa la loro privacy.

Al pianterreno era tutto tranquillo, a parte l’isteria di Usopp. Nami era seduta su una sedia, e continuava a riposare con la testa sul tavolo, avvolta in una coperta, e Nico Robin era vicino a lei. Usopp era seduti per terra, a poca distanza dalle due. Sanji sembrava un cane da pastore attorno al gregge, attizzava il fuoco e controllava a vista che nessuno si allontanasse. Tutti erano vicini al grande camino acceso.

– Vado a cercare gli altri – decise Rufy.

– Fermi. – Nico Robin si era immobilizzata. Sembrava una statua di sale seduta sulla sedia, e fissava il vuoto davanti a sé; era concentratissima, e mormorò: – Oreja Fleur –

Stava origliando. Gli amici trattennero il fiato; molto spesso si dimenticavano che lei, per anni, era stata in una compagnia di agenti segreti, e carpire le informazioni era un settore in cui lei aveva vasta esperienza. Stare al servizio di Crocodile era stato duro ma, come tutte le esperienze difficili, l’aveva forgiata, dandole un metodo di lavoro che non avrebbe dimenticato mai più.

«Pipe, cara, porta qui il lumacofono.» diceva la voce di Yama, con rinnovata vitalità. «Oh, bene.» il rumore metallico della piccola ruota della bestiola che girava per comporre il numero. Il silenzio di un’attesa. «Robot? Sei tu? Sì, lo so.» Nico Robin non esitò nel riconoscere Franky in quel “robot”. La voce di Yama riprese: «Seguite il corso del torrente salendo verso la montagna. Troverete una vecchia costruzione diroccata sul lato sinistro.» ancora silenzio, poi l’uomo continuò: «Oh.» una pausa. «L’avevo sospettato. Uccideteli tutti.»

Il suono del ricevitore che veniva rimesso al suo posto, sul lumacofono, sancì la fine della telefonata, ma Yama non aveva ancora finito. «Presto, Pipe. Va’ a prendere la renna e portala qui.» ordinò Yama.

Ojos Fleur – sussurrò Nico Robin.

Yama era seduto sul letto, vitale e arzillo. Pipe era in mezzo alla stanza, in piedi, stringeva la sua cornamusa come un prezioso tesoro e, con una mano, stringeva anche un lembo della lunga gonna.

«Ma lui… lui si decompone, Yama, io non posso… non posso… »

«Lo so, mia cara, ma basta prenderlo in braccio. Non è pesante, l’ho trasportato io stesso.»

– Rufy. – Nico Robin non si spaventava mai, ma nella sua voce c’era una nota di preoccupazione. – È stato Yama. C’è lui dietro le sparizioni. Sta mandando Franky e Zoro a uccidere qualcuno nella foresta, ad una vecchia costruzione diroccata sulla riva di un torrente. – elencò in fretta. – E Chopper è morto. È già in avanzato stato di decomposizione. – aggiunse atona, come se avesse appena ordinato mezz’etto di prosciutto dal salumiere.

– C-come, morto?!? – si disperò Usopp.

– Chopper è morto?! – esclamò Rufy a occhi sgranati.

– In effetti non capisco com’è possibile che si stia già decomponendo. – ragionò l’archeologa. – Il clima dell’isola è freddo, e l’algor mortis deve aver avuto un lungo decorso, e solo dopo comincerebbe l’autolisi e la putrefazione… forse è stato sciolto in acidi… o forse è a causa dell’umidità dell’isola… Usopp, hai notato se il terreno qui è acido o basico?

– La smetti di dire cose così terrificanti?!? – pianse l’interpellato.

– Usopp! – esclamò Nami, cercando di mantenere bassa la voce. – Vogliono uccidere gli uomini di Shanks! –

– Zoro e Franky vogliono attaccare Shanks?!? – si scandalizzò Rufy prima di essere zittito da Nico Robin, che gli tappò immediatamente la bocca con decine di mani.

– Non qui. – decise all’istante Sanji. – Nella dispensa! –

I pirati si spostarono in gruppo nella dispensa, da cui si accedeva tramite una porta sul fondo della cucina. Sanji fece entrare tutto il branco nella modesta stanzetta e chiuse la porta dietro di sé.

– Accendiamo la luce! – si lamentò Nami, ancora avvolta nel piumone. – Sanji! – si lamentò. – Non mi sento bene, perché proprio qui dentro? –

– Per evitare che ci sentano. – rispose l’archeologa per il cuoco. – State tranquilli, se scendono dal primo piano lo sapremo subito disse incrociando le mani sul petto, come faceva sempre quando usava i suoi poteri.

– Appoggiati a me, Nami. – si offrì Sanji. – Aspetta, ti faccio sedere. –

Alla luce fioca dell’anima di Brook, parzialmente fuori dal suo scheletro, Sanji issò Nami a sedere su un modesto tavolino all’interno della dispensa, facendola poi appoggiare sulla sua spalla. La sua dolcissima Nami era sempre stata brava ad ammalarsi per bene, e in quel momento un’emergenza del genere non ci voleva proprio. Ma che poteva farci? Era comunque adorabile!

Rufy, giunto in dispensa, non potè che notare che le uniche scorte della casa erano composte da… scatolette.

– “Solo Puffin ti darà forza e grinta a volontà” – lesse su una lattina. – Ehi Sanji! Credi che potresti…

– POSALO. È merda. – lo fermò all’istante il cuoco. – Nami, Zoro e Franky attaccheranno Shanks? –

Il capitano gettò via la scatoletta. – Bisogna fermarli! –

– Nami – disse Nico Robin – Come sai che stanno per attaccare il Rosso? –

– Perché… uff, ve l’avrei detto subito, ma non ho avuto un attimo di calma… su quest’isola c’è un tesoro!! –

– COSA?! –

– L’ho scoperto sulla Red Force. – spiegò la navigatrice sottovoce con un ghigno, appoggiandosi meglio su Sanji (che era al settimo cielo, Nami avrebbe anche potuto parlare delle suole del Marimo, ma sarebbe stato comunque un prezzo ragionevole per sentire le sue candide braccia stringerlo per non cadere dal precario trespolo). – Loro hanno cercato di tenermelo nascosto ma… –

Ma Nami era una ladra, era abituata a mettere le mani in giro, a fare la carina con gli uomini per estorcere loro piccoli dettagli o grandi segreti. Shanks e i suoi erano riusciti a mantenere il segreto abbastanza bene, però con le parole di Nico Robin Nami aveva fatto due più due.

– A bordo c’erano attrezzi da scavo usati da poco, e nella cabina del capitano le carte dell’isola mostravano luoghi perlustrati e altri ancora inesplorati. Ho capito che erano alla ricerca di qualcosa. – spiegò. – Ma gli unici presenti sull’isola siamo noi e loro! Se Zoro e Franky uccideranno qualcuno, e non siamo noi, per esclusione…

– …stanno per scontrarsi con Shanks e gli altri!! – concluse Rufy. – Devo andare a fermarli! –

– Aspetta, accidenti!! – ringhiò Sanji bloccando la porta della dispensa con un piede. – Anche noi siamo in pericolo, ricordi? Non sappiamo come cazzo abbia fatto Yama a convincere Franky e l’idiota ad attaccare Shanks, ma di sicuro c’è qualcosa sotto, magari un Frutto del Diavolo. Neanche noi siamo al sicuro!! –

– Se Zoro e Franky attaccano Shanks – gridò Rufy. – Saranno morti nel giro di un minuto!

– E la tua promessa di non vedere Sha…? – avversò Nami.

– FANCULO LA PROMESSA!! – urlò Cappello di Paglia. – NON SI TRATTA DI VEDERE O NON VEDERE SHANKS… SI TRATTA DEI MIEI AMICI!!

Sfondò la porta con un pugno e corse verso l’ingresso della villa.

– Merda… – sospirò il cuoco, affacciandosi con tutti gli altri al salone e guardando il portone principale lasciato aperto da Rufy. – Non sa neanche dove andare! –

Il cecchino si apprestò ad attraversare il salone per raggiungere Rufy, ma i battenti si chiusero di scatto davanti a lui e una voce rimbombò nell’atrio: – Non andrete da nessuna parte, pirati. –

Usopp, svelto come una lepre, saltò di lato e si arrampicò su una delle finestre.

– Fermalo, Pipe! – ordinò Yama, ma la ragazza non sembrò ascoltarlo e il pirata, lesto, se ne andò a correr dietro al suo capitano.

 

~

 

– Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto. – disse con rammarico Benn Beckman – Non così presto, almeno. –

– Roronoa Zoro, è l’ultimo avvertimento. – tuonò Shanks avvicinandosi. L’aria scanzonata da ragazzo era scomparsa, il volto dell’imperatore si mostrava al Cacciatore di Pirati in tutta la sua gravità. – Ritiratevi. Non è ancora il momento di uno scontro tra le nostre ciurme. –

I pirati di Shanks il Rosso erano tornati alla vecchia costruzione dove avevano ritrovato Nami e Usopp; in realtà, come avevano compreso in un secondo momento, quella non era una semplice stalla in rovina, ma una cella campanaria, unico naufrago di un paesino sepolto proprio sotto i loro piedi.

Stavano scavando all’interno della cella, per cercare di arrivare al livelli dell’antico paese scendendo attraverso il vecchio campanile, quando all’improvviso erano stati attaccati da Zoro e da un altro individuo dai capelli azzurri che non avevano mai visto e che, a quanto pareva, aveva mangiato un Frutto del Diavolo che lo rendeva quasi del tutto meccanico.

Il primo attacco dei due, sferrato all’improvviso per cercare di sfruttare l’effetto sorpresa, era stato vano: i colpi di Zoro erano stati deviati con maestria dalla spada di Ftoros, medico di bordo, mentre Vanja aveva respinto l’offensiva di Franky senza fatica.

La ciurma di Shanks si trovava adesso nella radura davanti alla cella campanaria, schierata in cauta difesa. Gli stivali degli uomini affondavano nell’erba alta dell’isola, attorno a loro gli alberi spogli ondeggiavano cupamente al vento e il ruscello che scorreva a pochi passi rumoreggiava tra le foglie e gli sterpi, correndo verso il mare grigio e freddo.

Shanks non era preoccupato per l’incolumità dei suoi uomini, tutt’altro: era sospettoso più che mai per quell’attacco improvviso, e un’occhiata del suo Vice bastò per confermare i suoi dubbi. 
Perché mai due sottoposti di Rufy, per di più isolati, li stavano attaccando? Per il tesoro? Forse Nami era riuscita a scoprire i loro piani, ma allora perché decidere di attaccare così sconsideratamente? Tanto più che loro, i pirati di Rufy, al momento erano poco più che dei derelitti, sarebbe stato molto meglio aspettare che il tesoro fosse stato allo scoperto, e solo allora attaccare. Ma sarebbero stati davvero così pazzi da attaccare un imperatore? A freddo, senza un pretesto, senza una provocazione? E infine… Rufy non avrebbe mai ordinato a nessuno di attaccare lui, Shanks! Se proprio avesse voluto farlo, sarebbe venuto di persona.

– Vi uccideremo tutti, maledetti razziatori. – gridò Franky.

Notte insonne del Demone…

– Non così in fretta, ragazzino. –  

Taglio dell’Orco –

Benn Beckman sospirò. Non gli piaceva quella situazione.

 

~

 

– Non andrete da nessuna parte. – disse Yama. Non aveva l’aspetto di un malato, adesso.

Dalle scale che conducevano al piano superiore scese Chopper, in un minaccioso Heavy Point.

Pipe comparve dietro di lui e, con il pensiero, chiuse tutte le porte del salone.

Il vecchio si girò verso la renna. – Uccidili. –

Chopper si voltò verso Nami, che era la più vicina, e corse verso di lei a testa bassa, ma Sanji l’afferrò per le spalle spostandola dalla traiettoria dell’animale e portandola sulla destra del caminetto. La renna, delusa per aver fallito il primo colpo, si girò, decisa ad aggredire di nuovo la ragazza.

Fleur!

– Brava Robin! – esultò Nami. Chopper era costretto in una rete di braccia che non riusciva a spezzare, mentre l’archeologa, sorridendo lieve, lo bloccava senza fargli male. Il dottore, fuori di sé, cominciò a trascinarsi con violenza contro il muro, ma Nico Robin teneva duro e non lo lasciava andare.

– Maledetto stronzo… – ringhiò Sanji, che non osava allontanarsi da Nami.

– Ho aspettato troppo per togliervi di mezzo. – tuonò Yama, davanti alla porta chiusa delle scale. – Sonda.

Yama protese le mani davanti a sé, e dai palmi scaturirono due fasci di luce fioca e pallida che, velocissimi e senza esitazione, puntarono verso Nico Robin.

– Padron Yama, nooo!! – urlò Pipe.

– Robin! –

– Robiiin! –

Yama era a sinistra del grande camino, minaccioso e letale: aveva appena svelato di essere in possesso di un Frutto del Diavolo, un Paramisha con il potere della manipolazione mentale.

Chopper ancora si divincolava nella rete di mani alla destra del camino.

Nami era accucciata per terra, poco distante da Chopper, e Sanji era davanti a lei.

Nico Robin era a pochi passi da loro, con le braccia a croce sul petto che manteneva salda la rete che avvinceva la renna.

Dietro di lei c’era Pipe, immobile e singhiozzante, con centrini e sottobicchieri che le vorticavano attorno, sollevati dalla sua telecinesi.

Brook era davanti a lei, in ginocchio, rigido, con la spada sguainata e i due fasci di luce di Yama dritti dentro alle orbite.  

Il pavimento si coprì di ghiaccio, il fuoco si spense, il gelo invase la stanza e negli animi di tutti risuonò un grido d’Oltretomba.

Lo scheletro cadde per terra, le articolazioni si piegarono in maniera innaturale, la lama risuonò sul ghiaccio nel silenzio; quando smise di rotolare, non rimase altro suono che il pianto di Pipe.

 

~

 

La bocca del lungo fucile di Benn Beckman fumava come il suo padrone. – Va bene, è una bella tecnica. – riconobbe lui. – Ma si può ancora perfezionare, ragazzo. –

Zoro atterrò pochi metri alle spalle di Beckman, i suoi pugni non stringevano altro che aria e sangue. La spada di Kuina era ancora stretta tra i suoi denti, ma le altre due lame giacevano nell’erba alle sue spalle. Livido di rabbia, serrò i denti e si voltò verso il suo avversario, che a rigor di logica doveva essere a terra in un lago di sangue.

La Shusui e la Sandai Kitetsu furono lanciate poco rispettosamente ai piedi di Roronoa, mentre Benn Beckman era totalmente illeso, fumava tranquillo e sembrava non avesse faticato nemmeno un po’ a schivare il colpo della spada bianca e a disarmare, con due colpi di fucile, uno spadaccino del calibro di Zoro.

– Ti pentirai di avermele restituite – ruggì lo spadaccino chinandosi a raccogliere le lame.

Benn Beckman esplose un altro colpo, che colpì la terra a un pelo dalle spade e fermò il gesto di Zoro.

– Ti pentirai di averle raccolte, se mi attacchi di nuovo. E ti avverto: mirerò alla spada che hai in bocca. – disse gelido il pistolero tenendo Zoro sotto tiro.

– Come andiamo laggiù, Vanja? – gridò Shanks.

Il colossale navigatore dei pirati del Rosso era intento a respingere attacchi di ogni tipo provenienti da Franky.

Franky Cannon

Vanja indietreggiò al colpo, prese fra le mani l’enorme proiettile scagliatogli contro e lo deviò, mandandolo ad esplodere a pochi metri dalla cella campanaria.

– VANJAAA!! – gridò la voce di Curtis: lui e Yasopp erano dentro, a scavare.

Roccia, la scimmia di Vanja, cominciò a urlare e a fare gesti con le braccia pelose in direzione dei due uomini.

– Va bene, va bene. No! Non ci provare! – rispose Curtis, deponendo il badile.

Franky Rocket Laucher

Vanja deviò il primo e il secondo razzo, ma il terzo deflagrò ai suoi piedi e l’uomo fu costretto a un improvviso salto sulla destra.

Franky Radical Beam

Un’esplosione devastante fece tremare la terra.

– Cazzo! – Yasopp caricò il proprio fucile. – Sta’ buono! –

– Yasopp! – tuonò Shanks.

“Sì, sì” pensò il cecchino. “Non ucciderlo. Lo so”.

Una raffica esplose tra le gambe di Franky, e un ultimo proiettile ostruì magistralmente il cannone della spalla destra.

– Franky Fireball –

– Shanks. – gridò Benn. – Non si ferma! –

– Maledetti razziatori… – ruggì Zoro. – 1080 Passioni Demoniache della Fenice

Shanks estrasse la spada, Beckman puntò il fucile verso lo spadaccino mentre dietro di loro la cella campanaria saltava in aria in un gigantesco fuoco d’artificio.

Una figuretta uscì di corsa dalla boscaglia.

– ZORO! FRANKY!!! FERMATEVI!!!!! –




Dietro le quinte...

Solo Puffin vi darà forza e grinta a volontà.



ps. Credit: la scena di Benn che disarma Zoro è di mlegasy

  
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