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Autore: eppy    29/01/2016    9 recensioni
' Cinque giorni' è il titolo del libro che Carlotta Laurenti, subito dopo essersi liberata dagli impegni universitari e aver conseguito una dignitosa laurea nel settore del giornalismo, decide di scrivere e pubblicare, coronando il sogno di una vita. Le trecentocinquantadue pagine scritte di suo pugno raccontano nei minimi dettagli la storia d'amore di Erica e Marco, sbocciata e appassita come ogni fiore che si rispetti, durante un'estate non ancora troppo lontana. E fin qui tutto regolare, se non fosse che la trama di 'Cinque giorni' rispecchi un po' troppo la sua personalissima e travolgente avventura estiva con Andrea.
E se il libro finesse nelle mani del vero protagonista maschile? E se Andrea, che si è costruito una vita altrove e con qualcun'altro, ricoscesse lo sfrontato ragazzino che è sempre stato, in quelle pagine apparentemente anonime? Cambierebbe qualcosa?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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EPILOGO


Come ogni notte da un paio di mesi a quella parte, alle tre in punto mi svegliai. O meglio, qualcuno mi svegliò.
Senza nemmeno aprire gli occhi, accennai un sorriso nel sonno e con una mano scossi Andrea che dormiva al mio fianco. Lui mugolò qualcosa, poi lo sentii poggiare le labbra sulla mia fronte.
" A chi tocca questa volta?" domandò sottovoce, mentre io lentamente ritornavo nel mondo reale
" A te" dissi divertita, ma lui stava già indossando il pantalone del pigiama, per poi avviarsi verso la cameretta dei bambini
" Ok,  ma mi devi una colazione a letto" e così dicendo, tutto assonnato, mi puntò un dito contro prima di sparire dalla mia vista
" Sbrigati! Prima che si svegli anche Vale" sussurai ridendo, e pensando che mio marito fosse proprio un papà modello.
Sì, mio marito. Eravamo sposati ormai da sette anni; Valentina, la nostra primogenita, ne aveva da poco compiuti sei, e il piccolo Luca aveva appena tre mesi.
Quella era diventata la nostra routine quotidiana, o meglio, notturna. L'orologio biologico di Luca faceva sì che il piccolo si svegliasse sempre alle tre del mattino, e io e Andrea facevamo i turni nell'alzarci e preparargli il latte. Quella notte toccava a lui, dato che la precedente ero stata io a cullare nostro figlio fino a quando non si era addormentato di nuovo.
Stava crescendo il piccoletto, ogni giorno mi sembrava più vispo, e letteralmente più grande, e tutti coloro che ci conoscevano ci dicevano che ben presto avrebbe smesso di svegliarsi nel pieno della notte per la consueta poppata. Sinceramente, io e Andrea ci eravamo abituati a quel ritmo ormai, ed eravamo addirittura arrivati al punto di svegliarci spontaneamente a quell'ora per niente felice, nel caso in cui Luca tardasse di dieci minuti.
Era in qualche modo rassicurante sentirlo, per me significava che andasse tutto bene.
Luca era nato un po' prematuro, e nelle sue prime settimane di vita, avevamo temuto tutti per la sua salute. Lo avevano tenuto nell'incubatrice prima di permetterci di portalo a casa, e durante quei giorni che per me e Andrea erano stati infiniti, era stato difficile continuare a condurre la nostra solita vita. Eravamo nervosi e preoccupati, al punto tale da decidere di affidare Valentina ai nonni per un po', pur di non farle respirare quell'aria che si era creata in casa.
Lui si era gettato a capofitto nel lavoro, e io mi ero praticamente trasferita in ospedale...era stato difficile, difficilissimo, continuare a essere quelli di sempre, e avevamo persino litigato, per poi renderci conto subito dopo che l'unica ragione che ci spingeva ad essere sempre nervosi e intrattabili, era il bene che ci legava a nostro figlio. Da quel momento in poi avevamo capito che dovevamo essere forti, per la nostra famiglia, per ciò che stavamo costruendo insieme passo dopo passo come avevamo sempre sognato, e alla fine, i medici ci avevano detto che Luca aveva recuperato il suo peso forma e poteva tornare a casa con noi.
Andrea era corso a casa dei suoi per dare la bella notizia e prendere Vale, e poi, tutti e quattro, eravamo tornati a casa come una normalissima, incasinata e felice famiglia.
" Si è riaddormentato?" domandai, notando la figura di mio marito avanzare nella nostra stanza da letto
" Sì, tutto a posto" mi rassicurò lui, infilandosi di nuovo sotto le coperte
" Vale? Si era svegliata anche lei?" domadai a quel punto, accoccolandomi a lui
" No...per fortuna quella bambina ha un sonno più profondo di un ghiro" rise, sbadigliando subito dopo
" E menomale" aggiunse un attimo dopo, al che io sorrisi guardandolo in modo inequivocabile
" Dai, sarebbe stato un problema altrimenti" disse, stringendomi di più a sè
" Si...poverina! Luca l'avrebbe svegliata ogni notte" concordai, pur sapendo bene che non era a nostro figlio che Andrea si stesse riferendo
" Anche quello. Ma soprattutto, non avrei potuto fare certe cose con la sua mamma" sussurrò, le labbra tra i miei capelli
" Sei un egoista" e così dicendo, gli tirai un leggero pugno sul petto
" Dovreseti pensare prima al bene dei tuoi figli" continuai, rilassandomi sempre di più contro il suo corpo
" Ma voi donne non vi accontentate mai.." mormorò in un lamento, posando subito dopo le labbra sulla mia fronte
" Volete che ci alziamo di notte per cullare i nostri figli, ma poi vi lamentate se la sera dopo siamo stanchi e vi trascuriamo" aggiunse, apparentemente serio
" Non si è mai verificata una situazione simile" ammisi, carezzandogli il torace con le dita
" Questo perchè io sono un papà e un marito speciale. E perchè fare l'amore con te è diventato per me più naturale e spontaneo del respirare" 
Ma quanto potevo amarlo io? 
In momenti come quello me lo chiedevo, e non sapevo darmi risposta. Andrea era il mio tutto, i miei sentimenti per lui non erano quantificabili, numerabili, contabili..non lo erano mai stati dopotutto.
" Ma tu lo sai che non tutte le coppie continuano ad avere quel tipo di privacy dopo la nascita dei figli?" 
" Lo so benissimo, e sono felice che noi siamo un'eccezione" rispose prontamente, poi sbadigliò di nuovo, al che io lo seguii
Capitava spesso che chiacchierassimo in piena notte, dopo la poppata di Luca, così, abbracciati stretti e morti di sonno, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
" Grazie per tutto quello che fai amore mio. Per i bambini, e per me" sussurrai, un attimo prima che lui mi baciasse sulle labbra
" Ma sai di latte!" mi lamentai a quel punto, per poi scoppiare a ridere il momento successivo
" Dovevo assicurarmi che fosse buono" si giustificò lui, provando a baciarmi di nuovo.
Glielo permisi ovviamente, ma quando le nostre labbra si separarono, tornai alla carica.
" Dimmi la verità..ne dai almeno un po' a Luca, o lo bevi tutto tu? Mi devo preoccupare?" scherzai divertita.
Non so per quale strano motivo, ma mio marito andava pazzo per i latte dei bambini, e per gli omogenizzati anche. Lo avevo scoperto quando Valentina era piccina piccina, ed era lei ad aver bisogno delle attenzioni che ora dedicavamo a Luca. Un sabato pomeriggio avevo accompagnato Laura, mia cognata, a scegliere un vestito per la sua allora imminente festa di laurea; era una delle prime volte che lasciavo Vale con Andrea...all'inizio era stato un papà inbranatissimo, ma voleva talmente tanto bene alla piccolina, che si era impegnato con tutto se stesso, e dovevo ammettere che aveva imparato piuttosto in fretta a relazionarsi con  nostra figlia. Poi lei lo adorava, diceva a tutti che il suo papà fosse il suo principe. Anche io lo avevo fatto con il mio, da piccola.
Comunque, quando io e Laura eravamo tornate a casa con il vestito per la cerimonia (non vi dico lo shock della sorella minore di Andrea quando aveva scoperto la nostra storia e quando si era resa conto che era stato proprio grazie a lei, indirettamente, che ci eravamo ritrovati...era stata felicissima!) avevamo trovato il barattolo del latte in polvere vuoto per metà, e a meno che Valentina non si fosse trasformata in un lupo e avesse preso ben il triplo della sua dose quotidiana, voleva dire che qualcun'altro l'avesse bevuto.
Presi in giro Andrea per giorni per quella storia, ma le cose peggiorarono quando cominciai a riempire la dispensa di omogenizzati...una sera costrinse anche me a mangiarne uno, ce lo dividemmo, e nonostante tutto, fui costretta ad ammettere che non fosse proprio male.  Io invece continuo ad avere una fissa per i biscotti 'Plasmon', e di tanto in tanto ne rubo qualcuno dallo scatolo di mia figlia, con l'unica differenza che Vale se ne accorge quasi sempre e mi prende bellamente in giro insieme al papà.
" Amore? Dormi?"  fu la sua voce a riportarmi alla realtà
" No..stavo pensando" dissi, riprendendo a disegnare cerchi concentrici sul suo petto
" A cosa?" si incuriosì lui
" Alla nostra famiglia" sorrisi. Ciò che eravamo era esattamente ciò che avevo sempre sognato.
Lui mi baciò un'altra volta, dolcemente. " Pronta per domani?" domandò subito dopo
" Prevedo una giornata molto impegnativa, ma sì.  Sono felice di presentare Luca ad Alice, Edo, Erika, Marco, Lisa, Vittorio, Nico e Matilde. E poi Vale non vede l'ora di giocare con Giovanni e Aurora"
" Mia madre si è offerta di tenere lei tutti i bambini nel pomeriggio, così noi possiamo trascorrere una giornata tutti insieme come ai vecchi tempi" 
" E' un'ottima idea!" sorrisi.
" Stessa cosa vale per sabato...quando usciremo con Matteo, Giulia, Eleonora e Romeo" aggiunse subito dopo lui
" Tua madre è un angelo...non potevo beccare una suocera migliore" ed ero sincera.
" Io invece sto ancora aspettando le lasegne di tua madre" scherzò Andrea
" A Pasqua le preparerà sicuramente" lo rassicurai, iniziando a far fatica a tenere gli occhi ancora aperti
" Domani la chiamo e le dico di farne una teglia solo per me" "Esagerato" risi,  e lui mi seguì a ruota.
Sì, effettivamente erano cambiate un po' di cose durante quegli anni..diciamo logistiche. Andrea mi aveva chiesto di sposarlo il Natale successivo al matrimonio di Erika e Marco, nel frattempo io avevo cominciato a cercare lavoro a Torino, e l'estate successiva, appena tornati dal viaggio di nozze in Norvegia, mi ero trasferita anche io in città. Inizialmente, avevamo vissuto insieme nel monolocale che lui aveva affittato qualche anno prima, poi, mettendo qualcosa da parte  giorno dopo giorno, ci eravamo decisi a chiedere un prestito per acquistare una casa tutta nostra. Non era e non è tutt'oggi un palazzo signorile,  è semplicemente un bilocale poco distante dal centro città, giusto giusto per noi quattro, sempre sottosopra e traboccante di giocattoli, tricicli , biberon, culle, passeggini...e aria di casa.
Ma è il nostro nido, e non lo scambieremmo nemmeno per la Venaria Reale. 
All'interno di quella mura è praticamente successo di tutto: ci hanno visto entrare da sposini innamorati, per poi sederci al tavolo e decidere dove mettere quel divano, quel televisore, e quale quadro fosse più adatto al nostro salotto; ci hanno visto battibeccare per scegliere il colore delle pareti della cucina e montare le mensole del mobile nel bagno come si trattasse di un'impresa impossibile; ci hanno visto imparare lentamente a vivere sotto lo stesso tetto, prima a sopportare e poi addirittura ad apprazzare i difetti dell'altro, e trovare un compromesso che andasse bene a entrambi, perchè in fondo un matrimonio vero è fatto di questo: di compromessi. Ma quelle mura ci hanno visto anche creare una nuova vita, anzi, due nuove vite, a distanza di qualche anno. E ci hanno visto discutere per sciocchezze, risponderci male, e poi fare pace  con un sorriso; ci hanno sentito ridere, piangere, sussurrare, urlare, cantare e stare in silenzio a seconda delle occasioni, ma più di ogni altra cosa, ci hanno visto crescere insieme, diventare una meravigliosa famiglia.
Stavo bene a Torino, ma non perchè si trattasse di quella città nello specifico, ma semplicemente perchè lì c'era Andrea, e per me qualunque posto al mondo dove ci fosse lui, poteva essere casa.
A volte sentivo la mancanza di Vitte, dell'aria di mare che aveva condito le mie giornate da studentessa universitaria, ma a mancarmi di più erano ovviamente le persone con le quali avevo legato durante quegli anni, e che molto presto avrei rivisto.
Erika aveva dato alla luce uno bimbo e una bimba, Giovanni e Aurora, e lei, Marco e i bambini continuavano a vivere a Vitte.
Alice e Edoardo si erano sposati qualche mese prima, e ora la mia amica era in dolce attesa. Tuttavia, avevano lasciato Vitte per trasferirsi nel paese di lei.
Lisa e Vittorio avrebbero tanto voluto avere dei figli, ma per il momento la cicogna non era arrivata a casa loro...comunque ero certa che presto sarebbe accaduto.
Persino Nico aveva messo la testa a posto con Matilde, anche se aveva impiegato un annetto buono. Non avevano però alcuna intenzione di sposarsi, nè di avere figli, almeno in quel frangente....volevano ancora godersi la vita da fidanzatini felici.
L'indomani sarebbero venuti tutti a casa nostra per una rimpatriata di gruppo. Non vedevo l'ora di rivederli tutti, e pure Andrea era entusiasta della cosa.
Dal canto mio, strano ma vero, un pomeriggio che avevo deciso di accompagnare Valentina al parco, avevo conosciuto la mamma di un'altra bambina, due anni più piccola di mia figlia. Avevamo chiacchierato del più o del meno durante quelle ore, mentre le piccole giocavano insieme, e soltanto quando avevo raccontato tutto ad Andrea, avevo realizzato di aver trascorso un intero pomeriggio in compagnia della sua ex...e avevo addirittura apprezzato la sua compagnia!
A quel punto lui mi aveva raccontato che aveva saputo da Matteo e Giulia, che nel frattempo erano diventati anche amici miei, che Eleonora avesse sposato un tizio di nome Romeo e avessero avuto una bambina anche loro. Mi ricapitò di incontrarla qualche giorno dopo, sempre al parco, ma quella volta ero in compagnia di Andrea, e in quell'occasione anche lei collegò i pezzi.
Si salutarono quasi amichevolmente, dandomi la conferma che non si vedessero, nè sentissero da anni; poi arrivò suo marito e ce lo presentò. In quel momento capii che non ci sarebbe stato nulla di male se ogni tanto ci fossimo incontrate al parco e avremmo chiacchierato un po', dopotutto anche le bambine si erano legate e non me la sentivo affatto di impedire a Valentina di giocare con un'amica solo perchè si trattava della figlia della ex di mio marito. Non aveva il minimo senso, dato che ogni cosa era stata chiarita tra loro molti anni prima.
Qualche settimana dopo Eleonora e Romeo ci invitarono a prendere un caffè da loro, e quel pomeriggio io e la ex fidanzata di mio marito, ridemmo a crepapelle ricordando quella telefonata che aveva fatto perdere le staffe a tutte due, e aveva messo Andrea in mare di guai.
E' così strana la vita....mai avrei pensato di ricordare un momento del genere ridendo con quella che era allora la mia rivale in amore.

Il tutto per la goia e il sollievo di Matteo e Giulia, anche loro genitori della piccola Sofia, che durante quegli anni si erano equamente divisi tra le due coppie....qualche mese dopo avevamo cominciato ad uscire regolarmente insieme, tutti e sei, affidando i bambini a una coppia di nonni tra quelli di Andrea, quelli di Matteo, quelli di Giulia e quelli di Ele.
I miei genitori (e anche quelli di Romeo) non vivevano a Torino, motivo per il quale io e Andrea avevamo promesso di raggiungerli per festeggiare la Pasqua insieme.
Visto che praticamente trascorrevamo tutte le domeniche in compagnia dei miei suoceri, ci pareva giusto passare le feste in compagnia dei miei.
Fortunatamente avevo instaurato un bel rapporto con i genitori di Andrea: quando lui mi aveva portata a casa sua per la prima volta, sua madre mi aveva chiaramente fatto capire di non essere contenta del fatto che il figlio, a un passo dalle nozze, avesse lasciato Eleonora per me. Ma come mi aveva confidato poco più tardi, gli era bastato guardarci apparecchiare la tavola insieme, prenderci in giro per i nostri rispettivi difetti, e persino scontrarci su qualcosa, per capire che eravamo fatti l'uno per l'altro.
Era stata lei stessa a notare che ciò che c'era tra noi, non c'era mai stato tra Andrea ad Eleonora. Diceva che le ricordavamo tanto lei e suo marito, che quando litigavano, sapevano sempre che non fosse nulla di così disastroso e definitivo. Non c'era nemmeno bisogno di chiarire, il più delle volte, perchè dieci minuti dopo erano di nuovo lì a chiacchierare tranquillamente, come se nulla fosse successo.
Noi due effettivamente ci comportavamo allo stesso modo,e forse era quello uno dei tanti motivi per i quali il nostro matrimonio non si era mai incrinato seriamente, e speravo con tutta me stessa che mai lo avrebbe fatto.
Non per essere presuntuosa, ma ne ero quasi certa: io e Andrea avevano trovato il nostro equilibrio, e avevamo imparato a ballarci sopra, senza più alcun timore di cadere.
Ci dicevamo tutto, anche le cose che sapevamo avrebbero potuto in qualche modo infastidirci, ma la cosa più importante di tutte, era che finivamo sempre e comunque per capirci, per comprenderci, e rifugiarci l'uno tra le braccia delll'altra.
" Non hai ascoltato una parola di quello che ho detto, vero?"
Ops. Come sempre aveva ragione.
" Mi perdoni se ti dico che stavo pensando a quanto sono felice con te, i bambini, i loro nonni, l'arrivo degli amici lontani,e i progetti con quelli vicini?"
" Ti sembra il momento di pensarci?" mi prese in giro lui, il suo respiro sul mio viso
" Che ore sono?" domandai a quel punto
" Quasi le quattro del mattino, e faremmo meglio a liberarci dall'abitudine di parlare così tanto a notte fonda, se non vogliamo che i nostri figli pensino di avere degli zombie per genitori, e gli adulti interpretino male il nostro non aver dormito per tutta la notte"
" Ma è così rassicurante condividere questi momenti, solo io e te" ammisi, lottando contro un altro sbadiglio
" Lo so, anche a me piace tanto" disse lui, ribaltando le nostre posizioni, e sdraiandosi sopra di me
" Che fai? Non dovevamo dormire?" domandai a quel punto, le sue labbra già mi stavano torturando il collo
" Un'ora in più o un'ora in meno non farà la differenza...ormai" argomentò, senza smettere di baciarmi, e intrufolando contemporaneamente le mani sotto la maglietta del mio pigiama, scangiando il reggiseno che prontamente si perse nel groviglio di lenzuola
" Sei incorregibile, lo sai?" lo provocai a quel punto, lasciandolo tuttavia fare del mio corpo qualunque cosa volesse
Di tutta risposta lui rise, aiutandomi a liberarlo del proprio pigiama. 
" Cos'è che stavi dicendo..quando non ti stavo ascoltando?" mi incuriosii, pur facendo fatica a pensare a qualcosa di diverso dalle sue mani e dalle sue labbra che lasciavano baci ardenti su di me
" Parlavo della pagella di Vale" disse, tra un bacio e l'altro
" E' stata bravissima, dovremmo farle un regalo" proposi
" La bambola che ha visto in tv e le piace tanto?" e volarono via pure i pantaloni
" Sì, Sbrodolina...lunedì andiamo a compargliela. E' la sua prima pagella scolastica, ed è stata un successone, se la merita" decretai.
Lui non rispose, troppo impegnato a baciarmi dappetutto, e anche io, l'attimo successivo accantonai completamente l'argomento, distratta dal nostro modo di fare l'amore.
" Sbrodolina? Ma che razza di nome è?" lo sentii obiettare poco dopo, dal nulla.
Lo amavo, amavo ogni piccola cosa di lui.

Non mi diede il tempo di articolare una risposta, perchè le sue labbra tornarono a congiungersi con le mie; baci lenti, intensi, roventi, passionali, traboccanti di tutto l'amore e la complicità che ci legava.
E per un po', dimenticammo bambini, genitori, parenti, amici...eravamo noi due e basta, io e Andrea, ancora una volta chiusi nella nostra magica bolla.
 
Ricascarci, il giorno del matrimonio di Erika e Marco, permettere a quegli occhi verdi di leggere tra le righe del mio cuore, a conti fatti, era stata la miglior scelta che avessi  potuto fare.






BUONALVEEEEEEEE!!!!
Ora è finita davvero. Ieri sera ho letto le vostre recensioni nelle quali mi avete fatto capire di voler sapere qualcosa in più sul futuro di Carlotta e Andrea...e non potevo assolutamente sopportare di avervi in qualche modo deluso sul finale, perciò ho impiegato tutta la mattinata per scrivere questo epilogo, che spero con tutto il cuore abbia colmato i vostri dubbi e soddisfatto le vostre curiosità ;)
Non era assolutamente in programma, anzi..pensavo di scrivere il primo vero capitolo della nuova storia stamattina, ma ho preferito accontentarvi..prendetela come un grazie per tutto il supporto che mi date e le belle parole che mi scrivete sempre.  Queste storie non sono solo mie, ma anche vostre, perciò ecco l'ultimissimo capitolo, tutto per voi <3
Forse Carlotta e Andrea meritavano qualche pagina in più, ma con gli esami che mi hanno costretta ad abbandonare tutto per un po', e la nuova storia in testa, alla fine ho deciso di chiuderla qui. Spero tanto che abbiate apprezzato questo epilogo, grazie ancora di tutto, e a prestoooooooooooo <3<3<3<3













  
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