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Autore: _Nimphadora_    22/05/2016    6 recensioni
||Crossover HP/Game of Thrones
Westeros è diviso in due.
A Nord regna la famiglia Stark di Grande Inverno, a Sud la famiglia Baratheon ad Approdo del Re.
Dopo anni di convivenza pacifica i Baratheon infrangono ogni patto per conquistare il potere anche oltre la barriera.
In seguito al tradimento di alcuni cavalieri la dimora degli Stark viene messa a ferro e fuoco, saranno molti a morire ma una dei giovani nobili riuscirà a fuggire.
Iryn Stark, principessa del Nord, ferita gravemente ma ancora viva si allontana muovendosi nella neve dal suo castello in fiamme.
Eppure non sarà sola a lungo, il nome degli Stark deve essere vendicato.
In molti l'accompagneranno e le giureranno fedeltà.
Iryn è di diritto la regina del Nord, ma nasconde un terribile segreto...
Amori peccaminosi. Morti. Intrighi. Battaglie.
Nessuno è al sicuro.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Incompiuta, Triangolo | Contesto: Altro contesto, Più contesti
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Quando Ser Flangan si svegliò sentì il corpo intorpidito per via del freddo e le ossa dolergli.
Sembrava non avesse dormito affatto, in verità.
Profonde occhiaie gli solcavano gli occhi e il colorito era pallido e smunto.
Quando lasciò la tenda poté vedere le luci di un freddo ma splendido tramonto illuminare la neve e gli alberi bianchi ma in poco vide una macchia nera cozzare con la visione rosa e arancio intorno a se'.
Gli ci volle poco per riconoscerla, lady Iryn.
Era distante, seduta su una roccia scura e avvolta da un cappa di lana grezza, da contadina, color bianco sporco.
Chissà da quanto era già sveglia.
Si chiese se fosse più appropriato lasciarla sola o raggiungerla.
Non era sicuro che lei si muovesse senza alcuna scorta ma era comprensibile che cercasse un po' di pace, di solitudine. Probabilmente anche lui al suo posto ne avrebbe bisogno.
Ad ogni modo fu proprio la lady a toglierlo dall'impaccio.
Aveva udito il suono ovattato dei suoi stivali affondare nella neve e si era voltata verso di lui.
Gli sembrò incredibilmente stanca, provata, eppure allo stesso tempo gli diede un'idea di resistenza, di forza.
Continuava a strisciare nella neve ma andava avanti, senza fermarsi, proprio come una giovane lupa.
Gli fece cenno di avvicinarsi e lui, da fedele cavaliere, obbedì.
Rimase stupito dal vedere che la Signora indossava una giubba maschile sotto la cappa e calzoni neri, ai piedi stivali di cuoio simili ai suoi ma più lunghi visto che le arrivavano fin sotto le ginocchia e stretti da grossi lacci marroni.
Era abbigliata da uomo, o forse da guerriera.
«Vi sentite meglio, milady?»
Chiese poi, osservandola da una giusta distanza.
Iryn tenne lo sguardo fisso nel suo, sforzò un sorriso stanco.
«Mi sentirò meglio quando vedrò i miei fratelli al mio fianco, ma sì, le ferite stanno migliorando»
Flangan annuì appena.
«La guaritrice sembra molto sicura di se' al riguardo»
A quel punto, si fosse trovata in altre situazioni, avrebbe ridacchiato.
Adesso invece persino gli angoli della bocca le dolevano.
«Ha talento, di questo sono certa»
Poi il silenzio, attutito dalla morbidezza della neve.
Solo in quel momento Flangan si ricordò di non aver indossato l'armatura, d'improvviso si sentì nudo.
«Posso chiedevi una cosa, Flangan?»
«Ma certo, mia Signora»
«Chiamami anche solo Iryn, se preferisci. In questo momento sono la Signora del niente. Potrai chiamarmi lady una volta che avrò riconquistato tutto questo...»
Flangan si sporse appena verso di lei, avrebbe voluto confortarla ma poi capì che non era tanto commiserazione la sua quanto determinazione.
La ammirò per questo, eppure sentì che qualcosa di lei gli sfuggiva.
Era come altrove, presente solo in parte.
«Continuerò a riferirmi a voi come Principessa del Nord perché è questo che siete, un gruppo di usurpatori non può cambiarlo. Ad ogni modo, cosa volevate chiedermi?»
Iryn alzò lo sguardo verso verso il cielo aranciato.
«Perché siete venuto a cercarmi? Potevate passare dalla parte del vincitore, per voi sarebbe stato di certo più facile»
Christopher Flangan sospirò, per poi soffermarsi anche lui su quello spettacolo fatto di giochi di luce.
«Devo a vostro padre la vita, ora che è morto la devo a voi. Credo nell'onore lady Stark, più che in qualsiasi altra cosa. Non tradirei mai»
«Perché dite che dovete la vita a mio padre? Sapete, non ho mai conosciuto la storia per intera. Sono a conoscenza della vostra... reale natura e che nonostante tutto mio padre vi abbia accettato nella guardia reale ma questo è tutto»
Flangan fu colto di sorpresa, non si aspettava una domanda tanto diretta ma comprendeva la curiosità della lady. Dopotutto quasi nessuno conosceva la sua storia.
«Quando ero solo un ragazzo, forse poco più che un bambino, lavoravo nelle cucine di Grande Inverno, potete crederci? Ero piuttosto mingherlino all'epoca, mio padre era uno dei cuochi. La mia famiglia in quegli anni preferiva nascondere la mia licantropia, potrete ben intuire il perché. Ero piccolo e riuscivano a gestirla abbastanza bene. Conobbi vostro padre quando già era un giovane uomo, ma mi prese a cuore. Ricordo che un giorno gli chiesi addirittura di permettermi di allenarmi alla spada con lui, lui rise ma accettò. Si stupì quando si accorse che ero bravo, che avevo un talento naturale. Devi mettere su peso mi diceva, e poi sembrerai proprio un cavaliere»
Iryn lo guardava avida di informazioni, parlare di suo padre, ricordarlo, immaginarlo allenarsi con la sua fedele spada... le scaldava il cuore.
Al cavaliere quasi sembrò una bambina.
I suoi occhi, che contenevano sia il verde che la terra della foresta, erano però privi di innocenza.
Non era una bambina, non era nemmeno ingenua, però sapeva sembrarlo.
«E poi?»
«E poi le gambe mi si sono allungate, e le spalle mi sono diventate più grosse e tenermi buono nelle notti di luna piena diventò più difficile. Alla Città dell'Inverno si diffuse la voce che un grosso lupo una notte al mese si recasse al villaggio per uccidere giovani vergini. Sciocchezze, ovviamente. Non avevo mai ucciso nessuno, non finché...»
E la voce gli si bloccò in gola, quasi come se non riuscisse più ad emettere alcun suono.
Non si aspettava che quella ferita potesse fargli ancora male.
Ad Iryn si mozzò il fiato.
Non fu pena, ma pura curiosità.
«Non ne ho memoria, devo essere sincero. Non ricordo nemmeno la sua età, o il colore dei suoi capelli, so solo che la sua vita si è fermata e a causa mia. La ragazzina fu trovata morta sul ciglio di una stradina sterrata. La testa era attaccata al collo per miracolo e il braccio era stato staccato dal corpo.
Le voci non erano più solo voci. Tentai di continuare a vivere una vita tranquilla, come continuai ad allenarmi con vostro padre ma non potevo proseguire in quel modo in eterno. In poco tutta la città sospettò di me, due ragazzini mi videro trasformarmi. Volevano uccidermi, tutti. Probabilmente ci sarebbero riusciti, se Eddard Stark non lo avesse impedito»
«E come? Nemmeno il Re del Nord può impedire la furia del suo popolo contro...»
«Un mostro come me? Be', lui non mi ha mai visto in questo modo e mi ha sempre dissuaso dal pensarlo di me stesso»
Flangan sorrise appena, amaro.
Erano passati più di dodici anni ma ricordava tutto alla perfezione, come impresso nella sua mente.
«Cyreen Griève, è anche grazie a lei se sono qui, dopotutto. La madre della guaritrice, Riona, anche allora viveva nei boschi. Era una strega molto potente, Il Re vostro padre dovette pagare molto per poter ottenere i suoi servigi. Attese la notte di luna piena del mese seguente e radunò tutto il villaggio nella piazza del mercato. La vecchia mi aveva fatto bere una strana pozione la notte prima, di un sapore terribile. Ero terrorizzato, non sapevo cosa aspettarmi quando il Re ordinò di farmi legare a uno dei pali della piazza in mezzo alla folla, ma quando la luce della luna mi illuminò la pelle nuda non accadde niente. Quella notte non mi trasformai, fu incredibile»
La lady sgranò gli occhi, immaginando la scena.
«Cosa conteneva la pozione?»
Il cavaliere scosse la testa.
«Non ne ho idea, la strega non ha mai voluto rivelarlo. L'intruglio funzionò solo per quella notte ma bastò a far perdere interesse al volgo nei mei confronti. Iniziai a recarmi nella foresta ogni qualvolta la mia natura lo richiedeva, per non farmi notare. Ha funzionato. Poi quando fui abbastanza grande Re Eddard mi nominò cavaliere del Nord, ma questo penso che lo ricordiate. Ha sempre pensato che io avessi del talento»
Iryn si alzò dalla roccia e gli poggiò una mano sulla spalla, per Flangan fu difficile interpretare quel suo gesto.
«Be', aveva ragione. Aveva di certo ragione»
Flangan annuì appena, incerto.
«Lo spero»
La lady lo guardò negli occhi, intensamente, come se volesse suggerirgli qualcosa.
«Forse però è meglio tenere questa storia per noi due soli. Non voglio alimentare altre ansie e gli altri non devono per forza sapere...»
«Sapere cosa?»
La voce di Sophia alle loro spalle li fece sobbalzare entrambi. 
Non si aspettavano di vedere nessuno eppure con un po' di più intenzione in lontananza si poteva notare la guaritrice intenta ad accendere un fuoco e il giovane Sterling osservarla a debita distanza.
Erano stati i primi a svegliarsi ma non erano più i soli.
«Sapere quanto sarà difficile entrare a Grande Inverno. Non volevamo scoraggiarvi prima del tempo»
Sophia alzò le sopracciglia in un gesto diffidente, ma poi annuì leggermente.
«Be', di certo nessuno era convinto del contrario»
Iryn rise, ostentando una sicurezza che non aveva.
«Sei una ragazzina sveglia, Sophia Sterling»
 
Era calato il sole quando Riona richiamò gli altri accanto al fuoco, aveva preparato buona parte delle provviste che aveva portato con se'.
Il giorno dopo avrebbero attuato il loro piano, minuziosamente preparato per tutto il pomeriggio, ed era necessario fossero abbastanza in forze per l'impresa.
Ser Flangan aveva suggerito di agire con il favore delle tenebre e loro si erano fidati.
Iryn, il cavaliere, Riona e Jace sarebbero entrati attraverso la porta del cacciatore, un'entrata meno in vista rispetto a quella principale e più vicina alla foresta, poi una volta entrati avrebbero usato dei vecchi passaggi segreti che dall'armeria conducevano alla cripta degli Stark, da lì avrebbero raggiunto velocemente le segrete.
Ovviamente si aspettavano di trovare guardie e cavalieri a guardia sia della porta che dell'armeria ma riguardo a questo si affidavano completamente a Riona, il suo compito era schiantarne il più possibile.
Niente combattimenti e niente spada, sarebbe stato troppo rumoroso.
Ad ogni modo la zona che avevano scelto per riuscire a intrufolarsi a palazzo non doveva essere molto sorvegliata  poiché veniva usata solamente  nella stagione di caccia.
Sophia e Nafeesa invece sarebbero rimaste fuori e la giovane strega aveva il compito di scagliare scintille rosse nel cielo dalla punta della sua bacchetta per avvisare il resto del gruppo nel caso Iryn fosse seguita o attaccata, oppure nel caso la guardia reale si accorgesse degli intrusi.
Non era di certo un obiettivo facile da raggiungere il loro ma non avevano intenzione di arrendersi.
Ci erano ormai troppo vicini.
«Siete nervosa?»
Sussurrò Nafeesa alla giovane lady, che si strinse nelle spalle.
Aveva dato via la sua ciotola di zuppa, sentiva lo stomaco chiudersi ogni volta che rivolgeva il pensiero alle segrete di Grande Inverno.
«Sono ansiosa di rivedere i miei fratelli»
Mentì.
Aveva paura, una paura matta che a stento riusciva a controllare.
Ma Iryn era una lady, doveva essere stoica nel suo dolore.
Una fanciulla fatta di porcellana e ghiaccio.
Si era già esposta più del dovuto.
Nafeesa intuì il malumore della sua Signora ma non indagò oltre.
La conosceva, sapeva che non era mai cosa buona forzarla ad aprirsi.
«Vi comprendo milady, ma dovete mangiare. Vi siete appena ripresa dalle ferite, non vi conviene sfidare la sorte»
Questa volta fu Jace a parlare, ma con meno trasporto del solito.
Iryn per il suo carattere difficile iniziava a perdere fascino per il ragazzo.
Aveva tentato di parlarle per tutta la giornata ma lei non aveva fatto che ignorarlo.
Jace aveva un animo buono ma a tutto c'è un limite.
La lady però sembrò accorgersene e corse ai ripari.
«Ho già detto a tutti voi di chiamarmi semplicemente Iryn, perché adesso non sono né più né meno di voi. Comunque ti ringrazio, ma non devi preoccuparti per me. Sei così buono Jace... perdona le mie maniere. Questo non è un bel momento per me»
Il tono di Iryn era dolce come il
miele e la voce appena sussurrata all'orecchio dello Sterling che le stava al fianco.
Lo scoppiettio del fuoco copriva bene le sue parole ma Nafeesa era alla destra della sua signora.
Udì tutto.
Si chiese ancora una volta a quale scopo Iryn stesse cercando di sedurlo, poi l'ancella notò lo sguardo furbo di Riona e si sentì terribilmente invidiosa.
Sapeva di certo qualcosa che lei non sapeva, o comunque l'aveva intuito.
In disparte Sophia invece era tesa come una corda di violino.
Si sentiva come nel centro di una tana di vipere.
Per la prima volta Jace fu restio nei confronti della lady.
«Essere cortese con la principessa del Nord è un mio dovere. Sarei un bruto se non lo fossi»
Iryn celò il suo fastidio con modi affettati e sorrisi melliflui.
Se l'indomani avrebbe rivisto Robb non aveva quasi più tempo per attuare il suo piano.
Jace... le serviva, la sua infatuazione le serviva.
«Mi accompagnereste a fare una passeggiata? Sapete, mi aiuta a calmarmi ma ho paura per la mia incolumità a muovermi da sola per questi boschi. Con voi mi sentirei al sicuro»
Aveva fatto centro, Jace non poté che sentirsi lusingato.
A quelle parole Ser Flangan stava per aggiungere la sua volontà di seguirli, per sicurezza, ma Nafeesa lo zittì con un colpo secco al braccio.
«Ma cosa ti prende, ancella?!»
Disse lamentoso il cavaliere. Nafeesa scosse la testa, incredula.
«Hai l'intuito di un ratto, Christopher»
 
La neve nelle ore più buie si era solidificata, rendendo il terreno meno fangoso è più facile da percorrere.
Iryn e Jace camminavano fianco a fianco, senza sfiorarsi ma scambiandosi sguardi furtivi.
«Vi state pentendo di avermi seguita, Jace? Non ne sembrate più tanto convinto»
Il ragazzo scosse la testa, i suoi capelli color grano alla fioca luce della luna sembravamo fili d'argento.
Non era bello come Robb o Jon, aveva una bellezza diversa, particolare.
Magari non sarebbe nemmeno stato così difficile...
«Non mi pento, statene certa, ma devo ammettere che il mio umore è turbato»
Iryn si voltò verso di lui, impedendogli di camminare oltre.
Sorrise furba, gli occhi nocciola le scintillavano nella notte.
Jace non poté non pensare fosse bellissima, ma la sua era una bellezza sinistra e priva di promesse.
La sua era la bellezza della luna, dolce e amara allo stesso tempo.
«E cos'è che lo turba?»
Il tono suadente, lei fece un passo avanti.
Sapeva come provocare un uomo.
Con gli anni, con lui, ha dovuto imparare.
E poi esitò, una stretta al cuore.
Lui, non doveva pensarci o non sarebbe riuscita più a fare niente.
«Voi, lady Iryn»
Sussurrò Jace sulle sue labbra rosse, prendendo coraggio.
La lady poteva sentire il battito affannato del suo cuore.
Stava per perdere il controllo.
«Io? Allora permettetemi di fare ammenda, Jace Sterling»
Disse e poi si impadronì delle labbra del giovane.
Lo strinse a se', sentì il suo calore.
Non fu come se lo era immaginato, non la ripugnò.
Non aveva mai baciato qualcuno che non fosse Robb, si era sempre costretta a essergli fedele eppure per la prima volta si sentì libera.
Non doveva nascondersi, Jace non le era proibito.
Non la faceva tremare, o fremere, ma nemmeno le appesantì il cuore.
Poi il ragazzo le afferrò i fianchi e se la issò addosso, facendo aderire la schiena della lady a uno degli alberi dalla corteccia ruvida che li circondava.
Iryn gli allacciò le gambe in vita e sentì la sua eccitazione premergli contro la coscia.
Sorrise consapevole.
Jace era caduto nella sua trappola.
Di colpo si accorse di esserne sia dispiaciuta che soddisfatta.
Quel ragazzo non meritava inganni ma la sua famiglia... la sua famiglia veniva prima di qualsiasi cosa.
«P-Posso?»
Gemette lo Sterling contro il collo niveo di Iryn e lei nascose la mano fra le loro gambe fino a trovare l'intimità del ragazzo.
Jace sgranò gli occhi e preso dalla foga le morse il collo, per poi succhiarlo avidamente.
Le sbottonò le braghe dopo aver fatto lo stesso con le sue e la penetrò in fretta, facendola gemere.
La lady aveva la testa piegata all'indietro e gli occhi annebbiati dal piacere.
Non durò molto, Iryn era stata la sua prima donna.
Jace glielo confessò fra i gemiti.
«Un uomo vergine? Esistono ancora in queste terre?»
Rispose lei amara, dopo che il tutto fu finito.
Jace provò ad abbracciarla, a stringerla a se' ma lei non si mosse.
Aveva gli occhi aperti, stanchi ma pieni di una malinconia profonda.
Non erano più annebbiati dal piacere.
Jace temette di non essere riuscito a soddisfarla ma non ebbe l'ardore di chiedere.
 
Presto il ventre di Iryn sarebbe cresciuto, non era un bene che si venisse a sapere che era incinta di due eredi Stark.
La gente non doveva crederlo, non ancora.
Nel vederla l'avrebbero derisa e additata ma era il prezzo da pagare per tenere i suoi bambini al sicuro.
Jace le sarebbe stato accanto credendo i gemelli figli suoi, come lo avrebbero creduto i loro nemici.
I figli di un contadino, dei bastardi nati fuori dal matrimonio, non incutevano terrore.
Iryn aveva dovuto sedurre Jace per i suoi scopi e adesso si sentiva impura, sporca.
Non si era aspettata neppure questo.
«Perdonami»
Sussurrò, e non seppe se quelle scuse appena pronunciate fossero dedicare al padre dei suoi figli o all'uomo che la stringeva per coprirla dal freddo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: ECCOMI! Vi ho fatto aspettare, lo so! Mi dispiace ma sono sommersa dalle interrogazioni e non ho potuto fare altrimenti! Purtroppo anche per il prossimo capitolo dovrete aspettare più del dovuto ma abbiate pazienza. Dopo la prima settimana di giugno tornerò a postare con la solita velocità.
Comunque, cosa avete pensato di questo capitolo? La storia di Flangan vi ha convinto? E quello che è successo fra Jace e Iryn ve lo aspettavate?
Baci,
-Nimph


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