Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: David89    13/04/2009    1 recensioni
...Era lì. Potevo ucciderlo, fargli saltare il cranio. Premere il grilletto. Si, era lontano, ma in Russia addestrano anche i migliori cecchini del pianeta. Dicono. Cosa, cosa m'ha spinto a non ucciderlo? La croce del mio M40 con la sua bella faccia in mezzo. Vento leggermente da Ovest. Stavo mirando alla donna a fianco a lui, sapendo che tanto avrei colpito la sua fronte, un buco in testa. PUM! Un lavoro pulito. Sarei ora in qualche isola del Pacifico. Sole, caldo, soldi e donne. Cosa potevo desiderare di più?...
Genere: Thriller, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo 15.




Arrivammo a Berlino verso le sei del mattino. L'aeroporto era stranamente affollato. Berlino-Tempelhof se non andavo errato. Il nome l'avevo visto di sfuggita.
Tedeschi mattinieri, pensai, mentre mi dirigevo verso un bar vicino all'uscita con Martin, per fare colazione.
Caffè nero e brioche. Sana colazione che amavo fare da molto tempo. Ovunque andassi cercavo sempre un bar che servisse brioche e caffè, nero. Tranne quella volta lì in America; tramezzino. Ma era necessario ai fini della missione. Se mi avessero trovato perché avevo preso una brioche, avrei capito; ma non era quello il caso. Un tramezzino e caffè. Andava bene togliermi la brioche, ma non il caffè, cazzo.
-Hans sarà qui a momenti. Ci porterà all'Agenzia. Lì saremo al sicuro per un po'.-
Martin mi aveva parlato bene di Hans, durante la nostra breve traversata con l'aereo.
Era esperto di demolizioni. Aveva lavorato per la polizia per alcuni anni, poi aveva lasciato e aveva preferito ritirarsi per una vita più "tranquilla". In effetti lui aveva il culo parato. Forniva e fabbricava esplosivi d'ogni tipo, ma il suo contributo finiva lì. Chi maneggiava la sua roba erano cazzi suoi. Potevi chiedergli di mettere una bomba su una macchina, ma questa gliela dovevi portare nel suo garage, e assicurarti che nessuno ti avesse seguito nel tragitto. Frustrante forse, ma se fossi stato al suo posto, avrei preteso la stessa cosa.
Hans era il perfetto, classico, stereotipo di tedesco. Grosso, guancia paffute e pancia sporgente da qualche birretta di troppo. Martin ci aveva lavorato per diverso tempo, quando dovevano supportare alcune missioni di 47, uno tra gli agenti più bravi all'Agenzia.
Quando poi potei vedere Hans con i miei occhi, trattenni a stento una risata. Era proprio come me l'aveva descritto Martin. L'omino Michelin. Pacioccone e molto alla mano.
-Martin! George!- stava sventolando la mano come se avessimo vinto il gran Premio. Pensai che forse quella troppa vitalità avrebbe attirato l'attenzione di qualche poliziotto in incognito. Ma erano solo seghe mentali. Eravamo in Germania, e avevamo superato il Check-in dell'aeroporto senza alcun problema. Ormai la Francia era solo un brutto ricordo.
-Eccolo... Hans con tutti i suoi centodieci chili di peso...- sembrava quasi che Martin fosse tornato a casa. Mentre sull'aereo stavamo sorseggiando un succo di frutta, mi aveva parlato che la Germania era diventata la sua seconda casa. Lui ed Hans erano diventati ormai amici, e si erano assicurati protezione l'un l'altro. In caso di problemi a Berlino, Hans sarebbe venuto da Martin; in caso contrario Martin sarebbe venuto da Hans. Proprio come questa volta. Ma forse l'agente 27 non sarebbe tornato più a Parigi. Il che mi dispiaceva molto. La situazione era degenerata in un modo che nessuno aveva previsto. La polizia ci aveva subito trovati. Certo, l'omicidio del figlio dell'ambasciatore non poteva che essere un nostro lavoro, ma non avevano prove, e Jack si era ucciso prima che la polizia potesse interrogarlo. O almeno questo era quello che mi aveva detto Martin.
-Martin! Mio buon amico! - Hans lo aveva abbracciato calorosamente quasi fino a strangolarlo.
-Hans, vecchio ciccione! Come stai? Hai messo su ancora qualche chilo eh?- il francese era riuscito a strapparsi dalla sua morsa.
-Ah, vaffanculo Martin! Ogni volta che ti vedo, non pensi altro che alla mia pancia. E non mi chiedi mai come va con la salute, con le donne...-
-Forse perchè so che va sempre male?- Martin era scoppiato in una risata sarcastica. Io mi ero limitato a sorridere, non sapendo come Hans avrebbe reagito.
-E qui ti sbagli, francesino delle mie palle! Sto frequentando una bella gnoccolona che ho conosciuto in un bar vicino a casa mia... E' veramente dolce, una vera...
-...puttana!- non gli aveva lasciato neanche il tempo di finire la frase, ed era scoppiato subito a ridere.
-Fottiti Martin! - gli aveva dato scherzosamente un pugno sulla spalla -Per una volta che riesco con una donna, tu a spalar merda come un francese del cazzo! Non abbiamo troie che battono i viali degli Champs Elysees. E non sono tutte belle come tua moglie!-
Martin era sposato?
-Sei... - ero rimasto di stucco - Non lo sapevo... - Non pensavo che Martin avesse già famiglia.
-In effetti sarebbe stato difficile per te scoprirlo, se non fosse per la lingua lunga di questo ciccione... - Martin si era girato verso Hans, probabilmente accennando un occhiolino – Non porto la fede, come vedi. E lo faccio per sicurezza mia e per quella di mia moglie. Meno gente sa e meglio è...-
-Hai ragione...- anch'io non avevo niente di Sarah, e forse neanche Martin sapeva della mia relazione con lei.
-Tu sei George se non sbaglio... Benvenuto a Berlino! - il tedesco mi aveva dato una pacca sulla spalla, cogliendomi quasi di sorpresa. - Martin mi ha parlato di te... Abbiamo sentito anche di Emily... Bastardi... C'è dispiaciuto un sacco...-
-Già... - fissai per terra. Sarah...
-Ormai non possiamo farci niente purtroppo. Dai, venite che vi porto nella vostra nuova casetta...-
Hans aveva girato i tacchi, e con le chiavi della macchina che faceva roteare sull'indice della mano, ci stava indicando di seguirlo.
Presi le due valigie che mi ero portato dietro. Martin aveva solo un leggero trolley. Forse qualche giacca, e forse anche il suo notebook. La mia Glock era dentro la valigia grande, e non vedevo l'ora di tirarla fuori e mettermela in tasca.
Mi ero quasi scordato che stesse piovendo. L'acqua cadeva abbastanza fitta, e il cielo era grigio, tutto interamente coperto da nuvoloni color catrame. Nonostante tutto, era comunque piacevole. Ero stato solo una volta a Berlino, circa dieci anni prima. Era una situazione puramente temporanea. Una tappa intermedia, diciamo così.
Ma non sarei rimasto lo stesso tanto lì a Berlino. Al momento opportuno, avrei chiesto all'Agenzia un via libera per tornare là dove Sarah era stata uccisa. A costo di finire nella tana del lupo.
Parcheggiata davanti all'ingresso, una Bmw serie 3 nera. Un gioiello di macchina.
-Bella macchina, amico... - avevo commentato, sincero di fronte a una bellezza simile.
-Grazie... Beh, in effetti è proprio bella... E non hai visto gli interni!- era quasi diventato un bambino, con l'allegria di chi ti fa vedere il proprio giocattolo curato e tenuto benissimo.
Aprì la portiera del guidatore. Colore beige, e le finiture di un grigio lucido. Veramente bella.
-Adesso ti chiederà di... - Martin non fece neanche in tempo di finire la frase – Guarda il motore! -
Hans aveva aperto con un pulsante il cofano della macchina. Dentro una meraviglia per gli occhi.
-Motore Diesel a 6 cilindri... Quasi 3000 cc di Cilindrata. Da zero a cento in sei secondi netti... Poi non parliamo dei consumi, in città faccio i...-
-Dai cazzo Hans! Metti in moto e andiamo! - Martin era già seduto nei sedili posteriori, affacciatosi buffamente dal finestrino.
-Si si va bene...- rispose con un far comico. Nonostante tutto, se ne intendeva di macchine molto più di me. A me non interessavano tanto le prestazioni. Bastava che fosse veloce ed agile.
Mi accomodai sul sedile anteriore, quasi magari evitando di sporcare un gioiello così tenuto a lucido.
-Vai tranquillo George. Tanto devo dargli una pulitina sotto i sedili e lì sul cruscotto. - aveva già messo in moto, e con un rumore roboante si era lanciato quasi follemente nella strada che portava fuori dall'aeroporto.
Mi misi le cinture, mentre si stava dirigendo verso l'autostrada a tutta velocità.
-Dove ci porti Hans?-
-Dove abito io... Kleinmachnow. Un piccolo comune completamente immerso nella vegetazione. Ti piacerà George... Ha un che di quartiere americano. Tutte villette o piccoli appartamenti. L'unica differenza è che qui si fanno tutti i cazzi loro! - aveva attaccato la radio, prima di scoppiare in una risata. Musica rock tedesca... Niente di esilarante.
-Ich schau dich an und du bist unbeschreiblich schoen... Ich koennte ewig hier sitzen und dich einfach nur ansehe... Doch ploetzlich stehst du auf und du bist geh’n… - Hans si era messo a cantarla, anche se in ritardo di parecchio rispetto alla canzone. Capivo diverse parole, ma non era una lingua che conoscevo benissimo.
-Chi sono questi idioti? - Martin si era proteso in avanti, leggermente infastidito dalla musica che stavamo ascoltando.
-Sono i Die Ärzte! Non li conosci? Sono popolarissimi qui in Germania! Weil ich sonst ganz bestimmt ueberhaupt gar nichts sagen kann! Woo-hoo! Woo-hoo! -
-
No... Mi dispiace... Magari se abbassi un po' è anche meglio! - Martin non si faceva scrupoli. Io sapevo adattarmi. Al massimo mi sarei messo su di un fianco e avrei cercato di dormire.
-Woo-hoo! Woo-hoo!- gli aveva risposto a tono Hans, seguendo il testo della canzone. Poi si era messo a ridere, ma aveva abbassato di qualche tacca il volume.
-Tra quanto arriveremo?- mi ero girato verso Martin, sperando che sapesse qualcosa circa il tragitto. E poi non volevo disturbare il tedesco.
-Credo che in mezz'ora dovremmo farcela, sai George? Dipende dal traffico. Dalle fottute lumache che ogni volta mi si mettono tra le palle... - Hans mi aveva sentito, e aveva anticipato Martin.
-Dai cazzo, muoviti a sorpassare! Allora?? Su su... Dai, adesso spostati dai coglioni e fa passare chi sa guidare... Bravo bene... Macchina francese delle mie palle...- stavo osservando tutta la scena. Una Peugeot Coupe bianca che stava sorpassando un camion. Alla guida un uomo elegantemente vestito.
Hans da dietro il volante gliene stava dicendo a bizzeffe.
-Guarda... La vedi la scritta sul mio cofano? B-M-W... Altro che macchinine di merda francesi, che le prendi e appena uscito dal concessionario ti rimane lo sportello in mano! Senza offesa per i francesi, eh Martin!-era veramente esilarante. Mano mano che sbraitava, si faceva sempre più rosso, e sembrava quasi stesse sul punto di scoppiare.
-Vai tranquillo Hans, tanto sai che odio le macchine francesi.- Martin lo assecondava, divertito.
-Ah ecco... Perchè se c'è una cosa.. Ma vaffanculo! Spostati! Idiota! - un colpo assordante di clacson. Quasi mi prese un colpo. - Guarda George... Adesso dimmi se quello alla guida non è un paralitico di un vecchietto ultraottantenne... Dai dai... Guarda! Guarda! Ma si può?? Comunque, se c'è una cosa che non sopporto sono le macchine francesi. Ho sempre preso Bmw, da quando sono nato! Anche quando ero bambino. C'è una foto dove ho un modellino di Cabrio bellissimo. Una meraviglia. Altro che cacche francesi, attaccate con la merda!-
Era una situazione pazzesca. Ero appena arrivato in Germania, e già mi stavano simpatici i tedeschi.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: David89