Il sole splendeva in quella
tiepida giornata di Maggio. C’era una leggerissima brezza che
muoveva le foglie
degli alberi presenti in quel grande giardino. C’erano una
decina di file di
sedie bianche posizionate sull’erba davanti ad un gazebo
coperto da rami e rami
di rose in fiore. All’interno della villa, davanti ad una
finestra che dava sul
giardino c’era una ragazza, avvolta nel suo abito da sposa,
che non poteva
ancora credere a quello che stava succedendo.
Johanna Johnson sorrise
vedendo la gente che iniziava ad accomodarsi, voleva dire che mancava
poco,
davvero poco al suo matrimonio. Lei che non aveva mai creduto troppo ai
lieti
fine stava per avere il suo.
Un bussare alla porta la
ridestò dai suoi pensieri.
“Posso?” chiese Sebastian
affacciandosi con la testa.
“Entra” lo invitò la
ragazza. Il ragazzo entrò nella stanza e rimirò
la propria migliore amica da
capo a piedi. Era davvero splendida nel suo abito bianco, stretto sulla
vita e
con la gonna che si allargava piano piano.
“Sei splendida” commentò
afferrandole entrambe le mani.
“Grazie…Seb, devo chiederti
una cosa” disse Jo conducendo lui verso il divano.
Una volta seduti Sebastian
replicò “Dimmi…”
Per una volta Johanna
sembrava veramente imbarazzata, come se si vergognasse a parlare.
“Io…ho bisogno
di qualcuno che mi accompagni all’altare” disse
tutto d’un fiato.
Lui le strinse le mani più
forte “Ne sarei onorato” e la abbracciò.
“Sono così agitata che
potrei anche cadere lungo il percorso” commentò
lei, dopo che si furono
staccati.
“Ci sono io a sostenerti”
sorrise lui.
La giovane si alzò e si
rimise seduta davanti la toeletta per finire di truccarsi mentre
l’amico se ne
stava in piedi davanti alla finestra.
“Oh guarda, stanno
arrivando Freya e May…e sembrano due vecchiette! Ti dispiace
se vado in loro
aiuto? Torno subito.”
“Vai pure” gli sorrise
radiosa guardandolo da sopra una spalla.
Nel grande giardino May e
Freya stavano camminando a braccetto nel tentativo piuttosto vano di
non
affondare con i tacchi nel terreno.
“Maledetto prato e maledetti
tacchi!” imprecava la nuova giovane Capo del Reparto Ferite
da Creature
Magiche.
“Dai, siamo quasi arrivate”
la incoraggiò l’amica.
Quando arrivarono in vista
del gazebo rimasero entrambe senza parole dalla bellezza del luogo.
“Però…non ce la facevo Jo
così romantica” commentò May
“Anche se penso che la sorella di Edward ci abbia
messo lo zampino.”
Freya ridacchiò “In effetti
non ce la facevo Jo una tipa da matrimonio”
“Signore, avete intenzione
di abbagliare qualcuno con cotanta bellezza?”
La voce precedette l’arrivo
di un sorridente Sebastian Lennox.
“Scemo” commentò Freya
prima di staccarsi dall’amica per andare a baciare il suo
fidanzato.
“Posso accompagnarvi ai
vostri posti?” chiese alle due donne.
May lo ringraziò
mentalmente prima che prendesse entrambe sotto braccio e le scortasse
ad una
delle prime file di sedie bianche.
“Mi fermerei volentieri qui
con voi ma la sposa ha ancora bisogno di me” e
salutò le due ragazze prima di
tornare verso la villa.
In quel momento in piedi
nel patio della villa c’era una giovane donna che controllava
con gli occhi
acquamarina l’evolversi della situazione e poi
abbassò lo sguardo per rimirare
se stessa.
“Tutto ok?” chiese Francis
avvicinandosi a lei.
“Va tutto alla grande”
rispose Victoria “Eccetto per il fatto che mi sento una
specie di meringa”
disse riferendosi all’abito di chiffon rosa pesca che
indossava.
“No, non una meringa…direi
più una meravigliosa torta alla panna”
Notando l’occhiataccia che
sua moglie gli riservò Francis si sbrigò a
correggere il tiro. “Scherzavo…sei
assolutamente meravigliosa, siete meravigliose, tutte e tre”
aggiunse
accarezzando la pancia arrotondata della donna.
“Ruffiano” fece Victoria
assottigliando gli occhi.
Un attimo dopo entrò nel
suo campo visivo Elaine e si sbrigò, per quanto le fosse
possibile, a
raggiungerla.
“E’ pronta Kayla?”
L’altra sbuffò scacciandosi
una ciocca di capelli da davanti agli occhi. “Non uccidermi
ti prego ma si è
rovesciata addosso il succo di zucca. Sono appena andata a recuperare
la
bacchetta.”
“Sbrigatevi, mancano solo
quindici minuti” si raccomandò.
“Sì capo” rispose l’altra
portandosi una mano tesa all’altezza della fronte.
Elaine salì in fretta le
scale per il piano superiore ed entrò nella stanza dove si
erano cambiate lei e
la piccola Kayla.
Trovò la bambina che
saltava sul letto.
“Scusa, non sono riuscito a
fermarla” fece William alzando le mani in segno di resa.
Elaine alzò gli occhi
al cielo a sentire le parole dell’amico. Alla fine era quello
che si era
rivelato William Traynor, un amico fidato e un sostegno per lei e la
bambina.
Ci avevano provato a far funzionare le cose per un periodo ma per una
serie di
cause avevano visto che non erano destinati a stare insieme. Ma a lei
andava
bene così, stava bene da sola, finalmente poteva godersi un
po’ di quella libertà
che aveva bramato per anni.
Will scese le scale per
tornare in giardino mentre si sistemava la cravatta. Quello era il
secondo
matrimonio a cui partecipava nel giro di un mese. Soltanto qualche
settimana si
erano sposati Angela e Luke. Se solo glielo avessero detto cinque anni
prima
non ci avrebbe mai creduto e invece ora i due erano in viaggio di
nozze. Non
erano cambiati poi molto, battibeccavano spesso…come quando
avevano discusso di
chi dovesse avere William come testimone. William aveva scelto di
essere il
testimone di Luke, con grande disappunto da parte della sua migliore
amica che,
alla fine, aveva avuto un testimone d’eccezione: suo fratello.
Elaine e Kayla uscirono
dalla camera qualche minuto più tardi per andare da Edward.
La sorella lo trovò a
misurare la stanza con grandi falcate e a torturarsi le mani in preda
all’ansia.
“Smettila…” gli disse
Elaine.
“Sicura che è ancora di là,
che non è scappata?” chiese l’uomo
“Si”
“E abbiamo ringraziato
Francis e Victoria per averci prestato casa?”
“Ovviamente”
“Gli ospiti sono arrivati?”
“Per l’ennesima volta si”
“Le fedi le hai prese?”
“Oh merda, le fedi!”
esclamò portandosi una mano sulla fronte.
Edward impallidì e guardò
la sorella con gli occhi spalancati.
“Scherzavo!”
“Non è divertente…la mia
principessa è pronta?” chiese poi lui rivolto alla
nipotina.
“Pronta” rispose la bambina
tutta allegra.
Le due si diressero verso
la stanza dove si trovava Johanna, mentre Edward aspettava la sorella
lungo il
corridoio.
“Edward ha paura che tu
scappi” disse Elaine dopo essere entrata nella stanza.
“Edward è un’idiota”
bofonchiò Johanna.
“Che pensiero carino sul
tuo quasi marito” ridacchiò l’altra, poi
si abbassò a livello di sua figlia per
le ultime raccomandazioni “Allora, hai capito cosa devi fare:
cammini davanti
la zia Jo e ad ogni passo getti a terra una piccola manciata di
petali.”
Kayla annuì.
“Ok, io vado di sotto con
Edward”
Dieci minuti più tardi
Edward Burke era in piedi sotto al gazebo e guardava sua moglie, o
meglio la
sua quasi moglie, camminare verso di lui, bella ed emozionata come non
mai e
capì che quello era in assoluto il giorno più
bello della sua vita.
Siamo arrivati proprio alla
fine di questa storia… dire che non mi dispiace sarebbe
mentire perché bene o
male mi sono affezionata a tutti i personaggi.
Non avrei mai pensato di
scrivere un’interattiva, figuratevi concludere la
seconda…e visto che la
maggior parte delle interattive non vanno in porto, lo considero un
piccolo
trionfo personale!
A questo punto non posso
non ringraziare chi ha messo le basi per questa storia, fornendomi
degli OC
splendidi e anche chi ha provato, ma non è riuscito a
partecipare.
Un grazie speciale alle 2
persone che hanno messo la storia tra le preferite e alle 8 che
l’hanno messa
tra le seguite, a chi ha recensito e anche a chi ha solo letto.
Non vi libererete
facilmente di me!
H.