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Autore: eleanor89    11/05/2009    4 recensioni
Raccolta di oneshot (romantiche e anti-romantiche) dedicate a diverse amiche, brevi storie che ruotano attorno ad una cena due giorni dopo un Capodanno a Konoha. Cena a base di cosa, il titolo può suggerirlo. Consigliata in particolare a chi ha apprezzato “Pensieri”.
Capitolo I: prologo -SasukevsRavioli-
Capitolo II: SasuSaku [a Recchan]
Capitolo III: GaaraNaru [a Recchan]
Capitolo IV: ShikaIno [a Lee]
Capitolo V: SuiKa [a Hipatya]
Sasuke deglutisce, pallido. Non il solito pallore sexy che le ragazze che gli vanno dietro adorano, piuttosto un biancore verdolino dovuto al fatto che probabilmente rimetterà l’anima a breve, dovendo mandar giù qualcosa di più pericoloso dei veleni con cui ha avuto a che fare nella sua breve vita.
L’unico esponente ancora in vita -in vita ancora per poco, gli suggerisce il raviolo- della casata Uchiha prende saldamente in mano la forchetta e prova a spostare la cena con un colpetto.
Ora ha la sensazione che lo fissi.
Se fosse del pesce o la testa di qualche animale sarebbe comprensibile, ma si suppone che della semplice pasta priva di occhi non debba dare quell’impressione. Forse poi il fatto che un singolo raviolo sia grande quanto un piatto non aiuta a classificarlo nei non viventi. E Naruto sarebbe capace di averci messo sopra qualcosa di allucinogeno, a ben pensare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Parte III GaaNaru. [Recchan]




Naruto si è ricordato un po’ troppo tardi due cose: una è che il suo naso è veramente rotto, Ino è una persona malvagia, malvagia e malvagia e lui rimarrà sfregiato a vita, l’altra è che casa di Sasuke è enorme e lui non ha la più pallida idea di dove Shino abbia portato Hinata.

Vorrebbe tornare in sala da pranzo a chiedere, ma tutti noterebbero che Sasuke non è con lui e forse qualcuno, qualcuno con i capelli rossi e la coda oppure qualcuno con i capelli neri a scodella e vestito di un improbabile verde, andrebbero a dar loro fastidio, e Naruto non è poi così insensibile come sembra, non più, e vuole che stiano da soli a parlare sperando che l’atmosfera aiuti.

Per pura fortuna incontra Shino, e fa un salto indietro. «Oh! Shino! Dove hai portato Hinata?»

«In camera di Sasuke.» risponde lui atono. Shino fa impressione. Non è qualcosa a che vedere con gli insetti, è qualcosa a che vedere col fatto che al buio non è praticamente visibile niente di lui, e alla luce poco di più, e non parla, neanche sembra respirare, e poi vengono anche gli insetti. Però si offende, se gli fai notare anche solo che è difficile riconoscerlo dopo tanto tempo e sotto strati di vestiti lui si offende, e Naruto se lo ricorda bene, quindi cerca di non fare rumore mentre deglutisce nervosamente e si sposta di lato.

«Allora… io vado…» accenna.

«Naruto.» dice Shino, e la sua voce sembra venire da una bara adesso. Naruto deglutisce di nuovo a vuoto.

«Sì?» domanda, con un leggero tic ad un angolo della bocca.

«Cosa vuoi da Hinata?» domanda, il tono leggermente accusatorio. Naruto avrebbe diverse risposte in servo, da un educato “fatti miei” a cose più sgarbate, ma quello è Shino e tutti hanno paura di Shino, specie in un corridoio buio e silenzioso.

«Io… ehm… dire… cose, sai. Parlare.» si sente dire, e sì che non ha mai avuto problemi di lingua.

«Capisco… Si sta riprendendo, non esagerare con lei.» lo ammonisce Shino, e lui si ricorda che sono compagni di squadra e che lui e Kiba le vogliono bene a dispetto delle apparenze, e si addolcisce.

«Certo! Scherzi? Io so sempre quando fermarmi!» esclama, e lo supera, felice di lasciarselo alle spalle.

«Ah, Naruto.»

«Si?»

«Non sai cucinare.»

Abbastanza seccato e offeso Naruto si dirige verso camera di Sasuke. Ci è già andato con Sakura una volta, a mettere una foto di loro tre dato che l’altra è finita in polvere come il villaggio stesso. Una foto scattata a tradimento da Sai mentre passavano per strada, ricompensato poi ad insaputa di Sasuke da Sakura, che li ritraeva assieme e persino quasi in posa. Sasuke comunque non l’avrebbe mai presa, quindi loro due si erano introdotti e avevano fatto i loro comodi, com’era giusto che fosse.

Hinata è distesa sopra le coperte di Sasuke, e fissa il soffitto. Stavolta non ha rischiato di svenire per l’imbarazzo ma per una testata involontaria, quindi non può rimproverarsi molto. Va bene, era anche l’imbarazzo dopo, per poco non si baciavano, quindi avrebbe ancora di che recriminarsi.

Bussano piano alla porta, e lei si mette a sedere subito. «A-avanti.» dice, e prega che non sia Sasuke, perché sprofonderebbe.

È Naruto, il che, in qualche modo contorto, è peggio.

«Stai bene ora?» chiede lui, e suona preoccupato.

«Io s-sì. E tu?» domanda lei gentilmente. In effetti lui sembra troppo su di giri per stare male.

«Benissimo! È solo un… osso rotto, ecco.» risponde, e poi ridacchia. Non riesce a stare fermo, quindi gironzola per la stanza, sfiorando libri e armadi.

«Na… Naruto-kun?» chiama Hinata dubbiosa.

«Quel bastardo mi ha detto… mi ha detto che parlare con te sarebbe stata una cosa buona.» bofonchia Naruto, e non è esattamente l’incipit che voleva per il suo discorso. Hinata lo guarda stralunata. «Ecco.» esita, «Si tratta di un problema strano e molto imbarazzante, e ho pensato di parlarne con te perché tu sei buona e accetti sempre tutto e tutti, e poi sei una ragazza, ma non come Ino e Karin, cioè, cavolo, sei esattamente una ragazza come Ino e Karin, anzi, fisicamente sei proprio… voglio dire, non era un… il contrario di un complimento, né un complimento, non era niente, quindi dimentica quello che ho detto finora e ascoltami. Ho un problema.»

Naruto sente il suo cervello urlargli: zitto, ti prego, zitto! Va e mangia del ramen, anzi, affogati nella ciotola, e gli dà ragione, ma ormai è in gioco.

«Va bene.» dice soltanto Hinata, che ha gli occhi spalancati e la bocca aperta, e cerca di riprendere un contegno subito dopo.

«Tu lo sai che il mese scorso… beh, pochi giorni fa, ero a Suna, no?» Hinata annuisce e lui continua, «E’ successa una cosa stranissima con Gaara, ed è veramente… imbarazzante.»

Il sospetto non è qualcosa che striscia di soppiatto dentro la tua mente, arrampicandosi lentamente e sussurrandoti malignità all’orecchio. Il sospetto è qualcosa che ti salta alle spalle ed urla isterico,e in questo caso Hinata quasi sobbalza, ed inizia ad immaginare cosa mai ci potrà essere di così imbarazzante che non si può dire ad altri ragazzi, e che fa arrossire Naruto mentre nomina Gaara. Deve scartare diverse opzioni urlate dal sospetto, ma alla fine tutte portano ad un'unica conclusione.

«Parla.» dice lei, con voce alta e chiara, e si chiede perché non sta per morire di crepacuore. Dovrebbe andare così. Naruto che si innamora prima o poi, e lei che gli languisce alle spalle. Ma dov’è il dolore? Si sente solo un po’ stupida e molto molto più imbarazzata, ma ancora nessuna fitta lancinante.

«Sai che Gaara è un po’ inesperto quando si tratta di relazioni umane, ma io ci sono abituato, accidenti, Sasuke è l’essere più lontano dalle relazioni del mondo… però il giorno in cui sono partito lui mi ha guardato storto e mi ha detto che si sarebbe sentita la mia mancanza, in tutto quel silenzio. Ha detto qualcosa come senza le tue urla insopportabili sarà quasi noioso. Una cosa così. E…» la voce di Naruto si abbassa, in un sussurro tetro e cospiratorio, «Ed allora è successo.»

Hinata ha paura di chiedergli cosa, non vorrebbe cadere in particolari assolutamente non richiesti che la farebbero svenire, però allo stesso tempo è molto incuriosita. E non dovrebbe. Sta ancora aspettando una fitta al cuore.

«Mi sono sentito… lo stomaco… gli sfarfallii, hai presente? Li sentivo anche per Sakura, prima... No, non è uno sfarfallio, è la pesantezza come quando mangi un casino di ramen e poi ti danno un pugno di quelli ben dati.» alla parola pugno gli torna in mente Ino, ed il suo naso pulsa. «Eravamo solo noi due, lì, e ho sentito tipo l’impulso di… non lo so…» sembra troppo imbarazzato per continuare, poi fa un respiro profondo, «Abbracciarlo, sai, quelle cose lì…euhm. Detto così non è poi male, eh.» considera. «Sai, è un po’ come dire “amicizia” e “ehi, è bello averti come amico”. Anche con Sasuke a volte capita, e con Sakura, e con tutti gli amici. È una cosa normale voler abbracciare gli amici, vero?» chiede conferma, ed Hinata annuisce, ipnotizzata dalla velocità con cui parla e le pause che risultano più lunghe del tempo che usa per dire ogni parola. Sembra perplesso e cerca incoraggiamenti per ogni singola frase che dice, o reazioni di repulsione da parte di Hinata, che proprio non arrivano.

«Naruto-kun… hai solo pensato di abbracciarlo?» si sforza di chiedere lei.

«Sì.» risponde lui. «Nessun abbraccio. A dire il vero non so perché ma quando sono con lui… No, nessun abbraccio.»

«Quando sei con lui cosa?» non è nella sua natura insistere, ma ha la sensazione che sia ciò di cui Naruto ha bisogno.

«Beh, quando l’abbiamo salvato dall’Akatsuki… riportato in vita, per meglio dire, lui voleva stringermi la mano, ed anche allora non riuscivo a muovermi. Io non ho problemi a toccare i maschi.» si difende da un’accusa che non c’è, «Non ho problemi con i miei soliti amici, solo che con lui… è diverso.»

«E… il problema qual è, Naruto-kun?» chiede lei, incontrandone lo sguardo. Non ne parleresti con me se fosse soltanto questo, gli suggerisce con gli occhi.

«Nooo, è che, ehm, io, uhm… forse non è proprio solo abbracciarlo, ecco. L’ho detto. Secondo te io sono… è possibile che a me piaccia… se anche prima mi piaceva Sakura, e poi non… mi fa strano toccarlo, ecco, però lo vorrei, solo che quando lo faccio per sbaglio non mi staccherei però quando poi mi stacco mi voglio allontanare di duemila metri e… Sasuke mi sfotterà per sempre.» conclude, sconsolato.

Hinata ridacchia, non può farne a meno. È uno dei discorsi più impossibili che abbia mai sentito, eppure ha capito. «Potrebbe essere che in effetti sei…» dice, e volutamente non usa la parola, «E ti vergogni e ti sembra strano, e per questo senti tutto il resto. E nessuno ti prenderà in giro per questo.» assicura gentile.

Naruto la guarda come se fosse pazza. «E cosa dovrei fare?»

«Non lo so, lui… come ti sembra la pensi?» chiede lei incerta.

Naruto ci pensa, e arrossisce. «Non ne ho idea. Penso che… non ne ho idea.»

Hinata sorride, e si alza in piedi. «Allora la prossima volta chiediglielo, Naruto-kun.»

E a Naruto improvvisamente sembra la cosa più immediata e intelligente, e guarda Hinata con gratitudine. Sasuke per una volta aveva ragione, parlare con lei è stata una grande idea, anche se lei non ha poi detto molto. Ha ragione, ed era semplice arrivarci, solo che lui da solo non poteva. Tutto qui. «Grazie, Hinata.» dice sincero, e mai grazie è stato più sentito. Ora ha di nuovo il peso allo stomaco, ma sa che se lo toglierà presto. Va da lei a grandi passi, abbracciandola, e le schiocca un bacio rumoroso sulla guancia, «Sei fantastica! Ti faccio sapere!» avvisa, divertito dal colore rosso carminio sbocciatole sulle guance come un fiore. Quasi prende la porta di faccia, prima di ricordarsi di aprirla, e vola fuori.

Hinata si lascia cadere sul letto, con la mano sulla guancia baciata. E inaspettatamente sorride ancora.

In corridoio, oltre la porta e nella direzione opposta alla scheggia che era Naruto e che si è volatilizzata, Kiba sta poggiato al muro e aspetta.

E in giardino, fortunatamente dalla parte opposta rispetto a quella di Sasuke e Sakura, o non se lo sarebbe mai perdonato, Naruto sta già correndo diretto a casa sua, dove prende zaino e armi, e poi di nuovo verso il palazzo dell’Hokage, dove entra con il portamento di un tornado.

Ignora il fatto che i suoi passi, lungi dall’essere felpati, rimbombano per tutto il palazzo addormentato, dato che la loro cena era una cena di mezzanotte, e arriva fino alla porta dietro cui dovrebbe dormire Tsunade, se non è uscita ad ubriacarsi. Comincia a bussare come un forsennato per accertarsene, finché non sente un ringhio che somiglia ad un “Un attimo” e si ferma col fiatone.

La porta si apre.

Tsunade guarda Naruto come se fosse idiota, riuscendo a sembrare minacciosa anche con un pigiama verde acqua e le pantofole ai piedi. Ha le occhiaie, è pallida, e potrebbe farlo in tanti minuscoli pezzettini al sapore di ramen, ma lui non può fermarsi.

«Devo andare a Suna.» esordisce, e raggiunge la consapevolezza che probabilmente odora di alcol, dato che Kiba gliene ha versato in testa neanche un’ora prima.

L’Hokage lo guarda improvvisamente allarmata. «E’ successo qualcosa?»

«Sì. No. Sì. No, senti, devo andare a Suna per fatti miei.» dice, mangiandosi le parole per la fretta.

Le sopracciglia di lei scattano verso l’alto. Naruto può sentire la vena che sicuramente ha sulla fronte pulsare più forte e veloce, mentre carica il chakra in un pugno. «Prego?»

«Davvero. Devo andare, Tsunade-sama. » non l’ha mai chiamata così rispettosamente, non ce la vede proprio con quel suffisso, ma è disperato. «Posso avere il permesso?» domanda supplice.

«Ma perché?» sillaba lei, infastidita, e anche gratificata da quel “sama” in un modo in cui solo i vecchi possono essere, secondo Naruto.

«Amore.» risponde lui di getto, e poi arrossisce. Il cervello si spegne dopo un ultimo rantolo, in realtà gli capita spesso, e si ritrova da solo, sotto una tempesta di neve con la donna che può decidere della sua vita, e guarda caso è la stessa donna che chiama nonna o vecchia di solito. Destino di merda.

«Amore?» ripete lei, e adesso la sua voce si è sollevata di qualche ottava. Vorrebbe ridere, ma l’espressione di Naruto è così mortificata che riesce a contenersi, anche se gli angoli delle labbra vanno verso l’alto. «E non puoi aspettare a domattina, dovevi venire ora qui’, a quest’ora?»

«Sto impazzendo, non ce la faccio più.» confessa Naruto, sentendosi male man mano che lo dice. Gli manca l’allegro ciarlare del suo cervello, spera non sia morto per sempre. «Ho bisogno di vederlo, la prego Tsunade-sama. Devo chiarire una situazione in sospeso.»

Tsunade ora decisamente non sorride più. Questo non è Naruto, è qualcuno che deve essere ricoverato d’urgenza per un emorragia cerebrale, oppure un nemico che ha preso l’aspetto di Naruto. Poi il suo cervello, che non è morto, le fa notare un particolare perso. «Veder-LO?» domanda, e non può nascondere che la cosa la sciocchi.

Naruto arrossisce e farfuglia qualcosa senza senso, che suona come un iononndddvfrse. Molto rappresentativo, anche lei la pensa così. «Vai.» mormora. «Vai. Sparisci, peste.» dice, anche se peste non è molto appropriato per un ragazzo della sua età che comunque è un disastro più che una peste, e gli chiude la porta in faccia.

Gli prende il naso.

Naruto, dopo aver passato la successiva mezz’ora a farsi curare il naso rotto, due volte, da lei, finalmente può partire. Gli passa per la mente che potrebbe avvertire gli amici, e poi secondariamente che l’ultima volta che ha lasciato Konoha questa è stata rasa al suolo per cercare proprio lui, ma poi fa un’alzata di spalle e se ne frega.


Ci vogliono tre giorni per arrivare a Suna da Konoha, senza deviazioni. Naruto ce ne mette due, perché ha fatto fare il viaggio ad un rospo gigante e lui ci ha dormito sopra. Il rospo ci ha messo un giorno e mezzo in realtà, poi avendo capito che quella non era una situazione di pericolo l’ha mollato nel deserto, e l’altra metà di giornata se l’è fatta di corsa.

Le guardie lo fanno entrare senza troppi problemi, ormai è famoso Naruto, e incontra per primo Kankuro. Per primo dopo un incursione in bagno per bagnarsi la testa con acqua gelida.

«E tu che ci fai qui?» sbotta ridendo Kankuro. «Ti vuoi trasferire definitivamente?»

«No. Sì. Non lo so. Dov’è Gaara? Ciao Kankuro.» dice Naruto, consapevole che c’è qualcosa di sbagliato nel modo in cui parla da qualche giorno a quella parte, e che il responsabile è proprio Gaara.

«Gaara è in ufficio, ma è successo qualcosa?» chiede lui, facendosi serio.

«No, niente. Tranquillo.» lo rassicura Naruto, superandolo ansante. Sta per morire per la stanchezza e per tutto quel turbinio che sente dentro, il cervello è miracolosamente tornato in vita appositamente per sfotterlo e per farlo sentire più strano e stupido di quello che è, ma se proprio deve tirare l’ultimo respiro vuole farlo senza segreti sulla coscienza.

Gaara non c’è.

È un po’ duro da accettare, quando il sole ti ha squagliato gli organi interni e tu hai fatto parecchie miglia solo per lui, ma non c’è.

Si guarda intorno meglio, nel caso si sia nascosto, ovviamente è una speranza vana, e valuta la possibilità di fare a pezzi il palazzo intero. Poi si ricorda che c’è un terrazzo e ci va, un po’ barcollante.

Gaara è lì. Si gira di scatto e sorride sorpreso appena lo riconosce. Si stava annoiando parecchio, e non si aspettava di trovare Naruto lì. In realtà avrebbe voluto Naruto lì dal momento in cui se n’è andato, ma sapendo che certe cose sembrano sconvolgere Temari più dei suoi tentati omicidi, ha iniziato a pensare che non è una cosa carina volerlo sempre lì. A pensarci bene però sua sorella sembrava sconvolta solo all’inizio, poi ha iniziato ad invitare Naruto a più non posso, quindi forse è una cosa carina dopotutto. È confuso, e non è abituato a sentirsi emozionato, quindi sorride e si appoggia di spalle al muretto, cercando di scacciare la nausea che gli dà quella mancata abitudine.

Naruto pensa solo “Gaara è bello. Oh.” Poi il cervello va in black out di nuovo. Gaara ha sorriso come prima reazione appena l’ha visto, è felice che sia lì. Non sorride quasi mai, ma è quasi sempre per lui. Gaara è bello, Oh, non rende molto l’idea ma ci va vicino, perché si sente davvero bene con lui e non se n’era mai accorto, e fanculo a chi pensa che sia strano e che ai ragazzi piacciono le ragazze e cose così, perché anche se le ragazze sono belle loro non hanno il modo che ha Gaara di sorridere solo per lui, non capiscono il suo passato e ciò che sentiva e non hanno diviso con lui sangue e speranze. E fanculo a Sasuke se lo sfotterà per questo, tanto resterà sempre suo fratello.

Naruto viene avanti, ed è serio ed impacciato al tempo stesso. È sicuro di quello che vuole, ma tutto il resto è un incognita. «Zitto ora.» inizia, ed è inutile perché non è che Gaara sia logorroico, quello è lui, ma ottiene l’effetto di turbarlo e fargli aggrottare le sopracciglia, e lui realizza che è veramente bello, e fanculo, fanculo, fanculo, si avvicina di nuovo, gli appoggia le mani sulle spalle e lo guarda.

No. Avrebbe dovuto baciarlo.

Però appena gli ha messo le mani sulle spalle l’ha colpito già con qualcosa che sembra elettricità, ed i suoi occhi ancora più turbati sono finiti nei suoi, e poi dentro. Ha lasciato che lo toccasse senza chiamare la sabbia, si fida ciecamente di lui. O si fidava, magari adesso sabbia ce n’è. Naruto si chiede se lo stia prendendo definitivamente per pazzo, ma la risposta è di nuovo fanculo.

«C’è… hai l’armatura di sabbia ora?» chiede con voce che è diventata preoccupantemente roca. È un ragazzo, diamine, che Gaara sia una femmina o un maschio è quello che Naruto vuole, ed i suoi ormoni lo sanno.

Gaara fa cenno di no con la testa, e lo guarda come a dire “non ci arrivi? Se mi stai toccando senza sentirne…”. «Posso parlare ora?» chiede sarcastico, ed è bello anche quando fa il sarcastico, e se lo trova bello anche quando è come Sasuke nei momenti più fastidiosi in cui lo ucciderebbe, fratello o meno, Naruto capisce che lo troverà bello sempre.

«No.» risponde, leccandosi per un secondo le labbra secche, e poi lo bacia.

Gaara si impietrisce, ma poi, complici anni di insegnamenti su “cos’è giusto e cosa è sbagliato” in meno rispetto agli altri, non si fa troppi problemi ed evita di ucciderlo con un blocco di sabbia come lui temeva.

Naruto ha in bocca un sapore di frutta che non capisce, dovuto al fatto che prima di incontrare Kankuro si è ficcato nel primo bagno libero del palazzo, quello di Temari, e prima di mettere la testa sotto il rubinetto, armato del proprio spazzolino e del dentifricio della sorella, si è spazzolato i denti fino a quasi farli cadere. È un buon sapore fresco, tutto sommato, e a Gaara piace, quindi ricambia, semplicemente. A lui non hanno inculcato l’idea di normale in testa, per ovvi motivi, quindi non c’è particolare esitazione. Conosce il contesto in cui due si baciano, e gli sta bene. Questo è abbastanza per Naruto, che sente finalmente il peso sullo stomaco volare via, sostituito da un bisogno pressante di approfondire quel bacio in ogni modo possibile e farlo durare il più a lungo.

«Gaara?» chiama Temari, ed il bacio finisce lì.

Naruto prende finalmente il respiro, mai dimenticarsi di respirare se si vuole far durare un bacio in apnea, e lo guarda con la faccia che ha un tocco di viola in più e i capelli appiccicati alla testa. Nel complesso sembra che stia ancora aspettando di essere ucciso, e Gaara sorride di nuovo.

«E adesso, posso parlare?»

«Sì.» risponde Naruto, che inizia a sentire i brividi. Si chiede se l’amore faccia venire la febbre. Si chiede se quando andrà via Temari potrà baciarlo di nuovo o se è stato un colpo di fortuna e verrà ucciso. Si chiede se Gaara abbia sentito il sapore di frutta e abbia riconosciuto il dentifricio di Temari e gli farà domande anche su quello.

«Devo finire di firmare carte.» dichiara Gaara.

«Carte.» ripete Naruto. Non è proprio il commento post bacio che ci si aspetta tutti i giorni, ma è comprensibile.

«E mandare via Temari prima.»

«Temari.» ripete di nuovo Naruto.

«Sembri un cane che scodinzola. Hai la stessa faccia.» osserva Gaara, inclinando appena la testa.

«Oh.» commenta Naruto, poi capisce e fa una faccia offesa, «Io non sono come un cane.»

«Sì che lo sei. Aspetti qui che finisca le carte? Temari potrebbe decidere di rapirti e farti fare un giro per il palazzo.»

«No che non lo… Eh? Ah, sì. Qui? Perché?» si stupisce Naruto. Fa caldo in quel terrazzo. Ma a Suna fa caldo ovunque quindi va bene anche restarci.

«Perché poi…» dice Gaara, col tono di ovvietà che Naruto ama e odia, «Io tornerò qui.»

Naruto sbatte le palpebre un paio di volte. Un rivolo di acqua gli scivola giù per il viso. Poi si illumina, malizioso e anche rosso. «Oh. Beh, certo. È un bel terrazzo.»

«Solo quando non ci si annoia.» ribatte Gaara, abbandonandolo da solo. Il suo viso non ha preso neanche un po’ di colore, sicuramente non ci vede nulla di imbarazzante in quello che è successo, e Naruto ha una voglia così violenta di baciarlo e di fargli qualunque cosa possa sconvolgerlo solo per vederlo arrossire, che si deve tenere ancorato al muro con le mani.

«Non ci annoieremo.» promette a voce alta, ed un sorriso malizioso assicura che farà di tutto perché sia così.

Gaara non lo vede quel sorriso. Se lo vedesse forse ci leggerebbe tutte le promesse che ci sono dietro e allora sì che arrossirebbe. Per il momento sente solo le sue parole e, molto meno distaccato di quanto Naruto pensa che sia, si affretta a prendere le carte che Temari gli porta per firmarle, fosse anche con una X.

Gli piace l’idea di rendere il terrazzo un bel terrazzo. E anche il sapore della frutta fresca.






Bene, eccomi qui. Hipatya, sappiamo tutti che non è tanto normale [Tya, we love you!] si è esaltata particolarmente per la scena in cui uccido il romanticismo specificando che tutto quel sapore di frutta che Gaara sentiva era per via del dentifricio. Tra l'altro appartenente alla sorella. Ma insomma! A parte che l'igiene orale è importante, ma non si può pretendere che un ragazzo profumi di boschi e campi e Heidi e robe varie, specialmente dopo tre giorni di corsa!

Avrete notato che Ino è una persona malvagiamalvagia e che Naruto non perde tempo quando decide di fare qualcosa XD Tanto per specificare poi qualcosa che non possiamo sapere perché Gaara non lo capisce ed era dal suo punto di vista, Temari all'inizio era un pochino stupita, usando un eufemismo, dell'interesse di Gaara per Naruto. Poi ha capito, e ha deciso che se finalmente Gaara riusciva ad amare qualcuno, maschio o femmina che fosse, andava bene lo stesso. Brava sorella! [io ero quella che odia Temari, ma non per questo non posso farla essere una brava sorella XD]



Risposte alle recensioni:


Recchan: uhm, beh... ho aggiornato? XD Suvvia, che ne sapevo che avresti seguito, idiota... e non dire perché è dedicata a te, non c'entra niente. Ecco il capitolo che tanto ti mancava... ma gli altri che devono arrivare li hai già letti? Non ricordo affatto XD Io NON so e NON voglio sapere a cosa tu stessi pensando alla fine della tua recensione, sullo yaoi e su chissà quali aberrazioni della natura dotate di attributi maschili tu voglia unire. E sì, Sasuke si è altamente fregato da solo un paio di volte e Sakura, che è più intelligente, non poteva farselo sfuggire. Taro e Tofu, o perlomeno Tofu, riappariranno in futuro, sappilo. Penso che potrei farli diventare una presenza fissa delle mie storie. Ad esempio una angst su Tofu che deve raggiungere la sua fidanzata prima che il sole la sciolga, e magari finisce per sciogliere entrambi... okay, giuro che avevo iniziato questa frase per scherzo, ma ora mi sta convincendo. Bene. Alla prossima XD


Francy: Ma tu compari proprio a caso allora?! XD Sasuke lo vedi così da innamorato? Io lo vedo molto più cattivo sempre e comunque XD E sì, grazie a Tofu il Pupazzo ora sanno di amarsi ancora... [perché, c'erano dubbi?]. E mi fa piacere che il primo capitolo ti abbia fatto ridere, visto che abbiamo passato dieci minuti a Capodanno a parlare dei ravioli dopo che ce li avevano messi sul piatto, con battute da spanciarsi XD


Tya: Sasuke non era mica tanto mentalmente sereno, per un attimo ho pensato io stessa che si sarebbe lasciato andare a menate mentali sulla sua infanzia, ricordando la famiglia e deprimendosi da qualche parte, col risultato di maltrattare Sakura che ci passa sempre. Sempre. Con la differenza che poi magari Sakura l'avrebbe ingoiato vivo a urla e parolacce. Come mai hai usato il paragone col mojito? Ecco, sei un alcolizzata come Recchan, complimenti. Sono circondata. Comunque, tornando alla recensione, se è tanto spontanea e immediata la storia è perché anche l'autrice solitamente è così XD Oh, sì, hai notato che Sasuke trova gli occhi di Sakura non verdi ma “molto verdi” e qualunque cosa significhi porta comunque all'idea che si senta un attimino distratto dal suo sguardo, lo “scappa” di Sakura poteva finire molto male, e poi Mikoto in lei °_° Secondo me Sasuke potrebbe essere diviso tra il volerla coi capelli lunghi perché gliela ricorda e perché è bella (due cose strettamente collegate, causa l'una dell'altra) o coi capelli corti per lo stesso motivo. “Ti si adattano” ha risolto l'inghippo di Sasuke XD E oh, che bellissima frase la tua citazione! *O*

"I primi discorsi di chi si ama non dicono niente, tanto è di altro che si parla" su questa bisogna scriverci proprio sopra XD La versione di Sasuke anche, dovrebbe usarla Sakura per sfotterlo. E ho trovato anche io che il loro maltrattare Naruto assieme fosse anche una forma di comunicazione indiretta, visto che Qualcuno è incapace di farne una diretta. E beh, la smetto qui perché altrimenti resto fino a domani a scrivere XD L'icona di Taro va fatta, sì. Mi servirebbe photoshop XD

Dubhe93: Anche io adoro Sasuke imbarazzato, specialmente perché uno come lui non potrebbe mai accettare di esserlo e risulterebbe ancora più carino XD


kri333: grazie! E sì, il ghiacciolo inizia ad essere più umano... piano piano... MOLTO piano XD


hachi92: IC con Sasuke sarebbe un bel sogno, lo sarebbe stato forse se appena uscito da Sakura le avesse risposto qualcosa come “tch” e se ne fosse andato XD Oh, Akito e Sana, li amo *_* questo mi suggerisce come salvare Tofu tra l'altro XD Eccoti la GaaNaru, e sì, la prossima è ShikaIno!


Faby Hale: Penso che Sasuke l'avrebbe prima guardata come se fosse scema, poi viaa, lontano da Konoha e dai suoi pazzi XD però, dopotutto, è tornato a Konoha da due anni e tutto, quindi sarà un po' cambiato, dopo le insistenze di Naruto e le rotture varie... mentalmente. Esteriormente per loro in questa storia il cambiamento visibile è avvenuto solo agli occhi di Sakura quando si è messo a fare il pupazzo con lei, perché a tutti sembrava il solito gelido XD E lui penso fosse ormai troppo provato dalla serataccia e abbia accolto il pupazzo come un'ancora di salvezza. Pensa te com'era messo male XD


Celiane: sì, la frase sul matrimonio era tipicamente da Sakura. O da me. Insomma, quale prova di amore eterno maggiore? XDD e vorrei avere la tua stessa voglia e forza di recensire tutto, ormai a malapena riesco a scrivere tra una cosa e l'altra... ne sanno qualcosa i cento motivi! Però almeno scrivo e pubblico altro, va bene lo stesso (per ora) XD


Hika_chan: Taro e Tofu fan club ormai XD Sì, Sasuke non è mai stato adolescente e ha smesso troppo presto di essere bambino, povero... tanto vale lasciarglielo fare qui! Kishimoto li maltratta troppo questi personaggi, si capisce che uno che ha vissuto tutto ciò che ha vissuto lui non potrà mai essere normale... speriamo che non continui a maltrattarlo!




Bene, al prossimo capitolo!

   
 
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