Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: momoallaseconda    29/07/2017    3 recensioni
Zoro scosse il capo. “Il sesso risolve qualsiasi problema! Un atto fisico puro e semplice senza complicazioni fa stare subito meglio! Pensi che se mi si presenti l'occasione io non la colga? Diavolo Sanji, ho visto dozzine di ragazze farti il filo negli anni, palesemente interessate anche solo ad una botta e via, ma tu lasciarle sempre perdere solo perché già impegnato o perché il tuo manuale da gentleman ti impone di portare una donna fuori a cena almeno tre volte prima di fartela! Se una mi si presenta davanti visibilmente interessata ad accompagnarmi sul tetto, sarei un idiota a non approfittare della cosa, ti pare?”
Sanji si appoggiò alla parete sbuffando piano. “Già mi stupisco che tu riesca a trovare la strada verso il letto di una ragazza, con il senso dell'orientamento che ti ritrovi... ma il sesso non risolve sempre tutto!”
Zoro ghignò sadico. “Si vede che non ne fai abbastanza...”
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Alle dieci in punto di un preciso venerdì sera di luglio, Sanji Vinsmoke salì sul sedile posteriore della vecchia Duna della famiglia Monkey con un sospiro pesante che poteva dire molto sul suo stato d'animo. Lanciò una fugace occhiata agli altri due occupanti del veicolo, notando subito le loro occhiate stranite.
Rufy, alla guida, lo guardava poco convinto dallo specchietto, mentre Zoro non si era fatto troppi problemi a voltarsi completamente col busto per poterlo squadrare meglio, un sopracciglio sollevato a sottolineare la sua muta domanda.
Sanji sbuffò. “Anche se è una festa da Hermeppo, non voglio presentarmi vestito da barbone!” esclamò irritato. Non solo ci stava andando controvoglia quando avrebbe solo voluto sprofondare nel cuscino e non doversi rialzare mai più, ma doveva pure sorbirsi le loro solite paturnie circa l'abbigliamento che aveva scelto per la serata, ossia sempre quello che riservava alle grandi occasioni come le festività religiose, gli appuntamenti galanti, le lezioni all'università, la spesa al supermercato, lavare l'auto...
Zoro lo squadrò con aria di scherno raddrizzandosi di nuovo sul sedile. “Ti pare normale andare ad una festa in piscina in giacca e cravatta??” chiese a Rufy.
Quello ridacchiò e Sanji rinunciò a guardarli male, tanto non lo avrebbero visto.
Si chiese ancora come diavolo aveva fatto a farsi convincere, non era assolutamente dell'umore adatto per una festa e men che meno di mettere in pratica il consiglio di Zoro sui chiodi!
Si allentò la cravatta dalla gola, un gesto consueto su un accessorio messo più per abitudine personale che per secondo fine. Non si sentiva per nulla bene, il cuore batteva forte contro la cassa toracica e aveva ancora una gran voglia di piangere anche se si era ripromesso di non farlo più. La testa ormai pulsava, Dio se faceva caldo in quel catorcio gli mancava quasi l'aria. Era il luglio più afoso degli ultimi anni diceva il Tg e lui non poteva che essere d'accordo.
Cercò a tentoni e col buio il pulsante per abbassare il finestrino, bestemmiando sottovoce dopo svariati tentativi a vuoto.
Rufy lo guardò dallo specchietto. “Il bottone automatico non c'è, devi girare la manovella.” precisò indicando verso il basso con il suo indice.
Sanji borbottò un 'grazie' prima di mettere la testa fuori dal finestrino per qualche secondo, sentendo l'aria fresca della notte sferzarlo sul viso e riuscire a calmarlo, fortunatamente la strada da fare era poca. Sentì Zoro chiedere a Rufy perché non avessero preso la sua auto invece che quella mezza scassata della madre.
“Perchè ce l'ha mia sorella.” fu la semplice risposta del moro. “Le avevo detto che poteva venire con noi, ma doveva passare a prendere le sue amiche e quindi viene più tardi.”
Zoro si girò di colpo verso di lui, gli occhi fuori dalle orbite. “Cos... stasera ci sarà anche tua sorella??”
Rufy annuì per nulla turbato dall'espressione omicida dell'amico. Sanji si frappose tra i due sedili anteriori, guardandolo sornione. “Problemi con una dolce donzella per caso, Roronoa?”
“Affatto.” digrignò i denti Zoro, guardando ovunque tranne che verso di lui. Sanji sogghignò con fare saccente e tornò a sedersi composto.
Forse dopotutto ci sarebbe stato da divertirsi anche per lui quella sera.
 
*
 
Le feste da Hermeppo avevano la fantastica particolarità di iniziare sempre alla stessa ora ma di non sapere mai quando sarebbero volte al termine, a volte sembravano poter durare in eterno e mantenerti giovane e prestante per sempre.
Iniziavano alle cinque, quando i coniugi Morgan partivano per le loro solite gite settimanali e lasciavano casa libera al loro unico figlio per due giorni. Da quel momento, con sfide mortali a colpi di Play Station e dispense riempite di ogni ben di Dio fino a scoppiare, i primi fedelissimi e volenterosi compagni di corso iniziavano a preparare l'ambiente per l'arrivo certo di almeno un centinaio di persone con tavoli imbanditi di alcool e postazioni da deejay in ogni angolo della villa, del parco e vicino alla piscina olimpionica.
Alle cinque e cinquantacinque Hermeppo chiudeva la porta del garage, dove il padre teneva le sue preziose auto sportive, con una chiave minuscola che veniva puntualmente rubata da Ace e Sabo in pochi secondi.
Dalle sei scattava l'ora X. La fiumana di universitari esaltati si faceva largo a gruppetti dai cancelli per immergersi in una notte di follia e completo disprezzo delle inibizioni e di ogni sacra moralità.
Per le sette e mezza qualcosa come cinquanta persone avevano già esaurito tutti i salatini, le torte e i vari snack, buttandosi feroci sul ragazzo delle consegne che aveva portato le pizze.
Alle sette e quarantacinque Kidd e Killer si erano stufati di sentir starnazzare Hermeppo per i solchi nel prato e lo avevano imbavagliato e legato ad una colonna del portico, tornando poi tranquilli a godersi la gara tra Porsche improvvisata da Sabo, Ace e Bonnie dietro la villa.
Per le otto e un quarto c'era già chi vomitava l'anima negli angoli più remoti e chi mostrava succhiotti e occhi neri.
Verso le nove e mezza l'oscurità era calata completamente ma veniva contrastata da fari intermittenti al neon dai colori sgargianti, posizionati nei punti strategici del parco e bene o male tutti venivano trascinati a ballare dal ritmo risonante delle casse che si spandeva nella notte. La festa cominciava a scaldarsi sul serio e le prime ragazze ad apparire sempre più ubriache e sempre meno vestite mentre ballavano a bordo piscina, ridendo isteriche per le risse idiote dei soliti esagitati della pallamano che avevano iniziato una partita acquatica scoordinata, priva di regole e di qualsiasi indumento sotto la superficie.
Zoro, Rufy e Sanji fecero la loro comparsa alle dieci e quattordici già certi di capitare in una bolgia umana ai limiti dell'ubriachezza molesta.
Si imbatterono subito in Ace mentre ronfava alla grande su un divanetto dell'ingresso, con tanto di bava alla bocca e bollicina al naso, attaccato al formoso sedere di Bonnie, che a sua volta dormiva abbarbicata alle gambe di Killer fin tanto che quest'ultimo si beveva indisturbato la sua birra guardando il porno trasmesso dal proiettore installato in salotto. Loro lo fissarono neutri e lui li salutò affabile con un cenno del capo, tornando a guardare tranquillo lo schermo.
Rufy si fermò un istante a guardare suo cugino dormire e sembrò intenzionato a dire qualcosa ma Zoro lo prese per la collottola trascinandolo via con loro.
Seguirono la musica perentoria che arrivava dal giardino sul retro passando per la cucina, somigliante di più ad un campo di battaglia che al regno della signora Morgan, e si ritrovarono sotto al portico ad ammirare la moltitudine di corpi nudi, vestiti, sudati, ubriachi che ballavano a ritmo delle canzoni del momento sotto luci psichedeliche e qualche rara stella.
Rufy adocchiò immediatamente il buffet con gli avanzi di pizza e ci si gettò a pesce noncurante di abbandonare gli altri. Zoro non se ne accorse quasi, troppo impegnato a divorare con gli occhi l'angolo degli alcolici che sembrava chiamarlo come una sirena tentatrice.
Sanji gli lanciò un'occhiata ammonitrice che poteva significare tranquillamente 'mollami da solo e te ne pentirai amaramente!' non servì nemmeno dirlo a voce alta, stranamente Zoro intuì.
“Razzasci!! Sieuteu arrivati!!! Hic!”
Si voltarono in simultanea al sentire quella voce. Il tenero e sempre affabile Coby da ubriaco era uno spettacolo unico. Lo guardarono divertiti fare i tre scalini che lo separavano da loro a quattro zampe, troppo complicato rimanere su due. “Sciete arriv-hic-ati al momento iiiiusto! Sciapete?”
Sanji ridacchiò, aiutandolo ad alzarsi e sostenendolo per un braccio. “Ah, si? E come mai?”
Coby si avvicinò pericolosamente al suo viso con fare cospiratore, gli occhi lucidi e l'alito che puzzava di vodka. “Perchèèèè... hic... perché sto ando la cacciiiia a un leonie!!”
Zoro alzò un sopracciglio. “Un leone... ma pensa...” commentò asciutto guardando Sanji e cercando di non ridere.
Coby annuì convinto e rischiò di baciare il pavimento per la foga con cui si agitava. “Andescio devo andare che il leogne mi ascipietta! Hic!”
Riuscì a fare due passi e poi senza poterlo fermare si schiantò al suolo, addormentandosi di botto dentro al vaso dei gerani, apparentemente illeso.
Dei mugugni isterici verso destra distolsero la loro rassegnata attenzione da lui, accorgendosi all'improvviso di avere il padrone di casa legato ad una colonna a pochi centimetri da loro.
Zoro lo salutò con una amichevole pacca sulla spalla complimentandosi per la festa, mentre Hermeppo lanciava segnali di aiuto con gli occhi cercando di sbracciarsi, senza successo.
Sanji si accese la prima sigaretta della serata cercando con gli occhi l'amico che li aveva portati fin lì, inquadrandolo seduto a gambe aperte direttamente sopra il tavolo mentre si sbafava ogni cosa vagamente commestibile riuscisse a trovare. Fece cenno a Zoro di seguirlo e questi mollò senza problemi Coby svenuto e il povero Hermeppo con i suoi incomprensibili mugugni.
Facendosi largo tra la folla, Sanji individuò con poca fatica una capigliatura conosciuta che ballava animosamente insieme al suo proprietario su uno dei cubi di metallo a bordo piscina. Cambiò repentinamente strada confondendo Zoro. Lo dovette recuperare parecchi passi più in là ma lo fece con piacere, tutto era preferibile piuttosto di incrociare e sopportare suo fratello Yonji anche lì. Con il volume alto della musica e l'aggroviglio di persone attorno era difficile instaurare una conversazione, ma Sanji ci provò lo stesso. “Sono ancora convinto che sarei dovuto rimanere a casa!” urlò serio all'orecchio dell'amico.
Zoro ghignò e alzò la voce per sovrastare il rumore. “Vedrai che ti sentirai meglio dopo i primi due bicchierini! Guarda com'era felice Coby!” Sanji lo guardò male.
Tre minuti e due cambi di rotta dopo per riprendere nuovamente Zoro, riuscirono a raggiungere il tavolo del buffet e Rufy li salutò entusiasta sventolando un pezzo di pizza.
Finalmente lontani dalla piscina e dalla ressa, con la musica ad un volume accettabile, Sanji si guardò attorno. Erano pochi i ragazzi ancora relativamente sobri che giravano per il parco e per lo più erano impegnati in attività tutt'altro che caste, complice anche l'oscurità e la perdita totale delle inibizioni che quelle feste generavano. Il genere di cose adatte da avere intorno a sé dopo essere stato piantato su due piedi. Magari se si impegnava sarebbe riuscito almeno ad ignorare tutti i mugugni e i gemiti che arrivavano alle sue orecchie dai cespugli disseminati lì attorno.
Scansò per un soffio una scarpa da ginnastica, lanciata casualmente verso di lui da due sagome nascoste nell'ombra dietro un albero. Incrociò le braccia nervoso schiacciando la sigaretta tra i denti. Ma chi gliel'aveva fatto fare di farsi convincere? Lui non ci voleva stare lì! Soprattutto circondato da gatti in calore che non facevano altro che ricordargli come fosse disastrosa la sua vita sentimentale e sessuale al momento! Lanciò un'occhiata a Zoro che stava cercando con le buone di convincere Rufy a scendere dal tavolo. Una festa da Hermeppo, certo. Il modo migliore per combattere le pene d'amore, come no.
Sanji sospirò piano gettando la sigaretta in un bicchiere abbandonato e lasciando vagare lo sguardo. C'erano ragazze bellissime e mezze nude che ballavano a pochi passi da lui ma si sentiva talmente a terra da non riuscire nemmeno a prenderle in considerazione. Pudding gli mancava. Lo aveva lasciato per sempre aveva detto ma in cuor suo avrebbe solo voluto un'altra occasione. Si sentiva terribilmente patetico a sperarci, eppure era davvero convinto che lei fosse quella giusta. Condividevano la passione per la cucina, soprattutto per i dolci, entrambi amavano Jane Austen e i Pink Floyd. Insieme avevano passato giornate meravigliose e notti anche più belle. Amava svegliarla al mattino con un bacio sulla fronte e adorava quando teneva il broncio per un esame andato male. Gli mancava terribilmente. Ma più di ogni altra cosa gli mancava sentirla ridere, avere il suo corpo addosso, la sua voce pregarlo di continuare e di non smettere mai di baciarla e farla sua. Sanji si appoggiò affranto con la schiena al tavolo del buffet, passandosi una mano sulla nuca.
Da sempre si dava anima e corpo per far star bene la donna che amava e con Pudding non aveva fatto eccezioni, eppure anche lei lo aveva lasciato.
Come era possibile che non lo volesse più? Le aveva dato tutto l'amore possibile, la trattava come una principessa, lei era sempre venuta prima di chiunque altro per lui! Dove sbagliava? Perché non riusciva mai a trovare una ragazza che volesse condividere la vita con lui? Era lui in errore se ne cercava una sola, solo una, che volesse stare con lui per sempre?
“Non vorrai ricominciare a piangerti addosso, vero?”
Sanji sollevò mestamente lo sguardo, ma al posto della faccia di Zoro si ritrovò a fissare due colme e ondeggianti bottiglie di tequila.
Alzò un sopracciglio scettico quando una finì in mano sua. “Cosa dovrebbe essere?”
Zoro gli scoccò un'occhiata di compatimento. “Non è ovvio? Il rimedio ad ogni tuo male!” esclamò, aprendo la sua e mandando giù due generose sorsate, soddisfatto. “Ottima qualità! Il padre di Hermeppo sa il fatto suo...”
Sanji scosse piano la testa, avrebbe preferito rimanere un altro po' a deprimersi in solitudine, non aveva alcuna voglia di bere, non quella sera, e il verde non faticò ad accorgersene.
Sbuffò contrariato spostando lo sguardo verso la piscina dove era in corso un'orgia saffica a cielo aperto tra ragazze bellissime e disinibite ormai del tutto fuori controllo e riportò l'attenzione sugli occhi depressi del suo amico. Non era affatto normale per Sanji rimanere insofferente di fronte a tanto ben di Dio, soprattutto se gli veniva servito su un piatto d'argento.
Stava davvero male e lui, come amico, si sentiva in dovere di fare qualcosa.
Con un gesto secco gli stappò la bottiglia senza togliergliela dalle mani e ci avvicinò la sua facendole cozzare malamente tra loro, fissandolo serio.
“Sanji...” esordì obbligandolo a guardarlo. “Che tu ci creda o no, mi dispiace se stai male. Ti ho costretto a seguirci perché speravo di vedere una qualche reazione da parte tua e magari farti stare meglio, ma evidentemente mi sbagliavo...”
Sanji lo guardò dubbioso, da quando Zoro 'infallibilità' Roronoa ammetteva un suo errore?
“...a quanto pare, l'uomo che conoscevo io non esiste più! Devo prendere atto che ormai tu sia diventato a tutti gli effetti una mammoletta apatica che non riesce più a distinguere una bella donna disponibile da una pianta grassa e non sa approfittare di una situazione favorevole come questa serata... è brutto, davvero, ma me ne farò una ragione! Quindi alziamo le bottiglie e festeggiamo questa tua nuova versione priva di qualsivoglia virilità!” concluse ghignando apertamente e innalzando in aria la bottiglia per brindare alla sua salute.
Un'aura nera di incommensurabile ira circondò completamente il corpo e soprattutto le mani chiuse a pugno di Sanji. Prima che Zoro potesse aggiungere alcunché, un calcio di immane potenza si abbatté sul suo cranio verde, appiattendolo al suolo.
“Cosa stai cercando di insinuare maledetto marimo?? Che non sono più un uomo??” sbraitò sovrastandolo dall'alto, pronto ad un nuovo attacco se avesse osato dire una parola di più.
Zoro a terra si massaggiò il bernoccolo ridacchiando. Finalmente una reazione normale!
Si alzò guardandolo negli occhi con ironia. “Hai centrato il punto torcigliolo! Non s'è mai visto uno più imbranato di te con l'altro sesso!”
“Senti da che pulpito! Mi permetto di dissentire.”
Sanji e Zoro si voltarono di scatto verso la fonte di quella voce che avrebbero riconosciuto tra mille.
Nel biondo si riaccese un barlume d'interesse negli occhi, ogni traccia d'ira svanita nel nulla.
Pungente e bellissima come sempre, davanti a loro si stagliava l'unica donna capace di mandarti in ospedale con un solo pugno e riuscire a convincerti pure a pagarle le cure mediche per la mano contusa.
Zoro grugnì tetro guardando Monkey C. Nami avvicinarsi a loro. Capelli rossi liberi sulle spalle, uno striminzito vestitino blu a fasciarla nei punti giusti, un bel sorriso in volto e le sue due migliori amiche al seguito che li salutarono con un cenno.
“Come va, ragazzi?” esordì lei tranquilla prendendo dei bicchiere di plastica e servendo un po' di vino per sé e Monet e dell'acqua per Nojiko che era astemia.
La domanda venne del tutto ignorata da Zoro ma non da Sanji che aveva ritrovato l'entusiasmo alla vista delle tre ragazze e puntò sicuro verso la gemella del suo migliore amico, felicissimo di renderla partecipe della sua vita e magari di farsi consolare con un caloroso abbraccio. “Oh, mia adorata!! Ora che sei arrivata tu la mia serata può solo migliorare!!”
Lei scansò con facilità il tentativo di affondo del biondo, facendolo finire spiaccicato a terra davanti a Nojiko che lo soccorse immediatamente preoccupata. Allibito per la faccia tosta del compare Zoro si passò una mano sul viso attirando l'interesse della rossa su di lui.
“Che succede, Roronoa?” lo sfidò son un sorrisetto “Hai bevuto troppo e ti è venuto mal di testa?”
Lui la squadrò assottigliando gli occhi. “Può darsi, ma è più probabile che me lo abbia fatto venire tu con la tua voce gracchiante da strega!”
Nami alzò un sopracciglio voltandogli le spalle e rivolgendosi alle sue amiche. “Avevo ragione io, come al solito... Sanji non è il più imbranato con le donne, qui...” mormorò atona.
Zoro l'avrebbe volentieri strangolata. Cosa avrebbe dovuto essere una battuta? Che ne sapeva lei di come si comportava lui con le donne?? Se era venuta alla festa solo per attaccar briga, poteva restarsene a casa! Già doveva sopportarla quando andava da Rufy con quei suoi commenti fuori luogo e le battutine da padrona del mondo! Pure qui veniva a dargli fastidio?
Sanji lo affiancò, guardandolo divertito fumare dalle orecchie. “Ora chi è che ride, marimo??”
“Nami, sei arrivata!” Rufy arrivò di corsa con con una gran sorriso, fermandosi accanto alla gemella e travolgendo quasi le sue amiche.
Lei mandò giù d'un fiato il contenuto del suo bicchiere come fosse stata acqua e si servì ancora prima di rispondere. “Si, ci ho messo più del previsto. Monet non riusciva a decidere il reggiseno da mettere!” mormorò fissando di sbieco l'amica.
Lei per tutta risposta ridacchiò eterea. “Sono cose importanti mia cara! Non si può mai sapere cosa ti capiterà ad una festa da Hermeppo...” sussurrò in tono volutamente suadente.
Rufy ammiccò nella sua direzione. “Beh, direi che hai scelto molto bene alla fine...” esclamò malizioso scorgendo del fine pizzo rosso sotto la sua camicetta. Lei gli sorrise compiaciuta.
Nami alzò gli occhi al cielo allontanandosi dai due di qualche passo e focalizzandosi invece su Sanji e Zoro che chiacchieravano con Nojiko.
“Avete scelto di sostare nell'unica zona dove vengono fatte dimostrazioni pratiche di Kamasutra...” stava dicendo divertita la sua amica.
Nami aguzzò l'orecchio sentendo chiaramente i gemiti soffocati di più persone darci dentro tra i cespugli, strano non se ne fosse accorta prima con tutto il casino che facevano.
Sanji fece una risatina, mostrandosi vagamente imbarazzato, al contrario del suo amico che ghignava senza ritegno. “In realtà abbiamo seguito Rufy. Là c'era un tavolo adibito al buffet prima che lui decidesse di mangiarsi anche quello...”
“...e poi torcigliolo ha deciso di far diventare questo posto la tomba della sua virilità...”
Sanji lo guardò in cagnesco facendo sorridere malinconicamente Nojiko e accigliare Nami per la sua totale mancanza di sensibilità.
“Sei proprio una scimmia senza cervello, tu!” proruppe guardando male il verde che le scoccò un'occhiata annoiata. “Il tuo amico sta male per colpa di una stronza e tu che fai?” gli chiese agitando le braccia. “Prima cerchi di spingerlo verso altre donne e adesso lo insulti! Ma hai una vaga idea di cosa siano i sentimenti??”
Sanji e Nojiko la fissarono con la bocca leggermente aperta.
Era solo una battuta quella di Zoro, lo avevano capito tutti, impossibile che Nami l'avesse presa sul serio. Il biondo si fece avanti con un sorriso cercando di ovviare il malinteso. “Nami cara, non ti devi preoccupare per me, non è un probl...”
“Nessuno ti ha chiesto niente! Non ho certo bisogno di venire da te per imparare come trattare i miei amici!” Zoro assottigliò lo sguardo fissandola a braccia incrociate e interrompendo Sanji.
Lei lo guardò furente. “Io credo che tu abbia bisogno di qualche lezione di tatto, invece!”
Zoro si infervorò. “Senti, ragazzina isterica, sei appena arrivata e già sono stanco di averti intorno! È meglio per te se mi stai lontana stasera o potrei non rispondere delle mie azioni!”
Nami strinse le mani a pugno. “Ma davvero? Mi lanci questa minaccia a vuoto da quando siamo piccoli perché non ci provi finalmente e vediamo?? Abbiamo la stessa età, posso essere forte quanto e più di te!”
Negli occhi di Zoro passò un pericoloso lampo d'ira che Sanji sperò essere stato l'unico a notare. Con prontezza poggiò una mano sulle spalle di entrambi e si affrettò a separarli. “Bene signorine. Ora potete anche smetterla di lottare per l'amore del sottoscritto!” esclamò nervoso cercando di sembrare divertente.
Zoro scansò con un gesto secco la sua mano continuando a fissare iroso Nami oltre le spalle del suo amico. “Vado a prendere da bere. Qui le cose buone sono finite!” concluse asciutto, avviandosi in gran carriera verso la piscina e la folla che ancora ballava ad un ritmo sostenuto.
Sanji lo guardò stupito allontanarsi stranamente senza sbagliare strada e batté gli occhi confuso. Non c'aveva capito nulla, che diavolo era appena successo?
Nami respirava affannosamente cercando di non guardare in faccia nessuno, Nojiko le si avvicinò. “Tutto bene, tesoro?” mormorò dolce. Lei annuì, tirando su col naso, girandosi poi verso il biondo. “Scusa, Sanji. Le nostre diatribe non dovrebbero mai coinvolgere i problemi di altre persone, bastiamo già noi a incasinarci la vita da soli. Non so davvero come scusarmi, sai bene che non... non riusciamo a respirare la stessa aria troppo a lungo... Comunque mi dispiace molto per aver offeso Pudding prima...” mormorò sinceramente mortificata.
Sanji, che in quel momento a tutto pensava tranne che ai suoi problemi sentimentali, al sentire il nome della sua ormai quasi del tutto certamente probabile ex, abbozzò un sorrisetto contrito.
“Non preoccuparti, Nami-san.” la rassicurò. “Non mi ha dato fastidio e ormai me ne sto facendo una ragione...” Bugia, ma da quando in qua lui era fautore della tristezza di una donna, specie se si trattava di una sua cara amica? “Vorrei solo capire perché ogni volta vi vedete scoppia letteralmente la terza guerra mondiale...”
Nami alzò le spalle senza rispondere, lasciando vagare lo sguardo in giro. Rufy e Monet erano spariti da parecchio, non avrebbe saputo dire se insieme o separatamente e preferì non indagare oltre. Conosceva suo fratello come pure la sua amica e se fossero finiti insieme in uno dei cespugli parlanti del parco non ne sarebbe stata sorpresa. Lanciò un'occhiata a Noijko, silenziosa al suo fianco dall'inizio.
“Devo andare in bagno, vieni con me?” le chiese seria. Lei sembrò intuire che aveva bisogno di cambiare aria ed annuì, affrettandosi a salutare Sanji con un bacio sulla guancia che riuscì a strappargli un sorriso, avviandosi per prima.
Nami abbracciò il ragazzo con affetto. “A dopo, Sanji! Vedrai che passerà anche questa!”
Lui le guardò allontanarsi verso la villa bene attente a girare al largo dalla piscina.
Sospirò mesto, cercando nella tasca interna della giacca il pacchetto ancora mezzo pieno che sapeva di avere. Ne sfilò una e la accese piano, lasciandosi assuefare per un attimo da quel sapore amaro che amava così tanto. Le sue sigarette erano probabilmente le uniche che non lo avrebbero mai tradito, fedeli compagne da una vita e di certo lo avrebbero accompagnato anche alla tomba.
Rimasto solo, nel buio della notte e circondato da cespugli mugugnanti, si ritrovò a pensare a come fosse strana la vita. Solo quella mattina era l'uomo più felice del mondo ed ora non riusciva a togliersi dalla testa la schiena dell'ennesima donna che si allontanava inesorabilmente da lui.
Per non parlare del fatto che non aveva la più pallida idea di cosa fosse preso a Zoro! L'aveva visto bene il lampo omicida che era passato attraverso i suoi occhi. Non osò nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto succedere se non li avesse separati... Avrebbe dovuto fare un bel discorsetto a quella crapa verde su come andavano trattate le donne! Anche se doveva ammettere che Zoro solitamente era irreprensibile con tutte. Mai lo aveva visto diventare nemmeno lontanamente furioso come accadeva quando Nami era nei paraggi e quella sera era stato pure peggio del solito. Avrebbe dato un braccio, anzi una gamba (ci teneva di più alle sue braccia), per sapere perché quei due non riuscivano ad avere un rapporto che fosse almeno civile. Scosse la testa, erano anni che tentava di approfondire il discorso prima con uno poi con l'altra e non c'aveva mai cavato un ragno dal buco. Forse doveva semplicemente prendere atto che una persona poteva odiarne un'altra anche senza motivo apparente. Forse erano solo incompatibili, valutò spegnendo la sigaretta sotto il tacco della scarpa elegante e ridacchiando tra sé e sé per ciò che quel gesto riesumava.
Pudding odiava quando lo faceva, diceva che poi l'odore rimaneva sulla scarpa e le appestava l'ingresso di casa. Non si era mai fermato a pensare a quanto fosse assurdo come ragionamento.
Si appoggiò al tavolo degli alcolici, abbastanza vicino ad un cespuglio particolarmente grande immerso nell'oscurità da cui arrivavano chiari dei gemiti ai quali non diede credito, perso com'era nei ricordi della sua ex ragazza.
“Si... si, non fermarti... ah...”
Sanji si accigliò lievemente sentendo quella soffocata voce di donna invocare, preda della passione più sfrenata. Ci davano dentro parecchio quei due... alzò il bicchiere di gin in loro onore con un sorrisino triste, bevendo alla loro salute.
“Si... continua...”
Anche Pudding era una che parlava parecchio, rifletté sospirando pesantemente.
Nami aveva ragione, passava, passava tutto prima o poi, ma purtroppo mai in tempi rapidi e lui era ancora infinitamente triste al pensiero di non poter più avere la sua ragazza con sé...
“...Ah, si... ancora...”
...per ricoprirle il collo di baci, respirare il profumo dei suoi capelli...
“...non fermarti...”
...sentirla pronunciare quel nomignolo dolce che gli riservava solo mentre facevano l'amore...
“...continua... ah continua... mio profiteroles...”
…............
“Si, si, siiiii... aaaah!”
…....un attimo.......
Sanji sbarrò gli occhi, orripilato. Aveva sentito bene??
Si allontanò di scatto dal tavolo e fece rapido il giro del cespuglio.
Non era possibile, non ci credeva... non poteva essere vero!
“Pu-Pudding-chan...?” esalò sconvolto.
Nell'oscurità parziale un verso strozzato si levò dall'intreccio dei corpi che aveva davanti.
“Me-merda! Sanji?? Che cosa fai tu qui??”
Le due sagome si separarono velocemente cercando di coprire ciascuno le proprie nudità.
Sanji rimase a bocca spalancata per tutto il tempo che ci volle alla sua -ormai definitivamente- ex per rivestirsi e rendersi un minimo presentabile agli occhi dell'uomo che aveva scaricato appena quella mattina. Pudding si alzò con calma sfoderando un sorriso nervoso mentre il tizio dietro di lei finiva di allacciarsi i pantaloni.
“Ciao, Sanji...” mormorò avanzando verso di lui con i capelli arruffati venendo illuminata da un fascio di luce artificiale che gli permise di notare un vistoso succhiotto all'altezza del seno destro, lasciato intravedere dalla vertiginosa scollatura dell'abito.
“Come... come va?” chiese con malcelata calma stringendosi nelle braccia mentre anche il tizio che era con lei usciva dall'ombra e Sanji riusciva a dare un nome ed un volto allo stronzo che si stava scopando la sua donna dietro un cespuglio. Non che la sagoma inconfondibile gli avesse dato qualche dubbio in merito ma vederselo bene davanti rendeva tutto dannatamente più squallido.
Pudding, la sua Pudding, si era portata a letto Drake 'Rex' Barrels.
Anzi no, non aveva nemmeno aspettato di trovarlo, un letto. Si era tranquillamente lasciata condurre dietro un cespuglio dal peggior puttaniere avesse mai attraversato la facoltà di economia dai tempi d'oro dell'inaugurazione quarant'anni prima, e non sembrava nemmeno ubriaca.
E lo sapeva, Pudding sapeva perfettamente chi fosse l'idiota che ora fissava atono la zona della piscina senza sembrare nemmeno vagamente contrito per essere stato beccato a metà di un atto sessuale in piena regola. Tanto, si disse Sanji digrignando i denti, lui era Drake Barrels, ne  avrebbe trovata un'altra entro mezz'ora per quale motivo avrebbe dovuto essere in pena? Drake non era come lui... oh, no... Drake non era un fesso che donava anima e cuore ad una singola donna, trattandola come una principessa, ricoprendola di premure e finendo sempre costantemente col ricevere una batosta colossale tra capo e collo! Drake non era come lui che aveva idolatrato, protetto e amato la ragazza che ora gli stava di fronte mezza nuda, con un succhiotto indecente e l'orgasmo che ancora scorreva nelle vene.
In quel momento Sanji passò al microscopio tutta la sua vita e ne rimase scioccato.
A quanto pareva sbagliava da una vita, per suscitare interesse avrebbe dovuto essere stronzo e menefreghista come Drake! Una rivelazione tutt'altro che piacevole.
Anche Pudding parve accorgersi di un mutamento nei suoi occhi. “Sa-Sanji? Se-senti... io...”
“Lascia perdere Pudding...” niente chan e lei sussultò. “...tanto ci siamo già lasciati, no? Ti auguro tutto il meglio dalla vita, buonanotte.”
E la lasciò lì impalata avviandosi verso la piscina e la folla, il cuore in frantumi che acquisiva sempre maggiore forza e sicurezza man mano che si allontanava da lei, come fosse solo la rabbia a tenerlo insieme. Agguantò la prima bottiglia che vide non sapendo nemmeno di che alcolico si trattasse e vi si attaccò avidamente, sentendo la gola bruciare e l'animo acquisire nuovo vigore.
Inquadrò Rufy sottobraccio con Monet mentre uscivano dalla villa, visibilmente accaldati e felici.
Giù un'altra sorsata.
Kidd e Killer che ricoprivano la faccia di Koby di disegni osceni mentre dormiva.
Si pulì la bocca con la manica della giacca elegante.
Nami e Nojiko ridere per una probabile battuta di Sabo poco lontano.
Arrivò a metà bottiglia senza nemmeno accorgersene.
E Zoro? Ah, eccolo. Ci stava provando con una tizia bionda in corso con lui. Gran belle gambe, doveva ammetterlo.
Oh-oh. La vodka era finita sul più bello. Passò al Martini. E poi al rhum.
Zoro aveva proprio ragione, l'alcool era il rimedio, un fantastico rimedio, ma non glielo avrebbe mai detto.
Non ci mise molto a finire anche la terza bottiglia, come non ci mise molto a notare lo schianto che aveva alla sua destra e a provarci spudoratamente, ricevendo qualcosa di non ben definito in testa. Ci mise di più a focalizzare la faccia del marimo che lo chiamava, strattonandolo per il colletto perché si riprendesse. Ma lui non voleva. Lui era felice e libero così, senza pensieri né donne stronze che potevano farlo soffrire. Lui stava bene con la vodka e il Martini e il rhum e anche Zoro lo avrebbe capito, come lo avrebbero capito Pudding, Drake e pure l'asfalto, che sembrava corrergli incontro a velocità supersonica senza poterlo fermare.
 
*
 
Una sensazione pesante all'altezza del bacino lo risvegliò di soprassalto.
Ci mise qualche secondo per capire che quello su cui era appoggiato era un cuscino e non uno qualunque. Con la vista del tutto annebbiata dall'alcool che ancora aveva in corpo, Sanji mise a fuoco con fatica le pareti della sua camera da letto con le veneziane abbassate, non riuscendo a capire che ora potesse essere e perché fosse nella sua stanza invece che alla festa di Hermeppo a gettarsi sulle fanciulle a bordo piscina. Era di certo ancora piena notte e ricordava quasi tutto della serata, ma non come fosse arrivato fin lì.
Si mise seduto, la testa che vorticava violentemente e i sensi ancora parecchio offuscati. Da quella posizione capì immediatamente cosa fosse quel peso opprimente sul bacino e si alzò di corsa per raggiungere barcollante il bagno adiacente e svuotare la vescica.
Ci mise più tempo di quanto avrebbe mai ammesso, ma riuscì a tornare in camera. Stava per buttarsi nuovamente tra le braccia di Morfeo quando una lucina intermittente dalla scrivania attirò la sua attenzione. Era arrivata una nuova mail.
Con gli occhi semichiusi e la stabilità mentale dimenticata alla festa sopra qualche tavolo, Sanji aprì la bustina bianca chiusa al centro dello schermo e lesse velocemente il testo. Corrugò le sopracciglia confuso un paio di volte, non certo di sapere che lingua fosse, ma sembrava spagnolo a prima vista ...Ah si, il suo amico di penna! Che voleva a... le quattro e mezza del mattino?? ...beh, poco male, sarebbe tornato a letto subito e ci sarebbe rimasto per il resto della sua triste e miserabile vita... che stava facendo...? ah, si, lo spagnolo... cos'è che voleva?
“Un..... cita.....” mormorò assorto. “Vuole che ci diamo un cita... Che diavolo vuol dire cita?” allungò pesantemente una mano per prendere il dizionario accanto al portatile e trovò la risposta con non poca fatica. “....appuntamento... cita vuol dire... appuntamento...”
Strinse gli occhi per cercare di concentrarsi e capire meglio, ma i sensi annebbiati non aiutavano.
Allora... il suo amico di penna spagnolo era triste per la sua rottura con Pudding e chiedeva di incontrarsi finalmente per.... un appuntamento... ora che era tornato single... e quindi senza legami amorosi con qualcun altro...
….............
Ci volle ben più di un minuto per fargli realizzare come potesse venire interpretata una frase del genere se detta da un uomo ad un altro uomo e Sanji inorridì non appena il pensiero si formò nella sua testa.
“Oddio... il marimo aveva ragione... questi sono tutti pazzi!” Terrorizzato, ricordò cosa era successo a Zoro e si rese conto subito di non tenerci affatto a vivere la stessa situazione.
In pochi secondi aveva digitato una risposta frettolosa sui suoi genitali e su cosa avrebbe fatto a quello spagnolo maniaco se si fosse ancora azzardato a proporre una cosa del genere! E lui che lo credeva una persona per bene, invece si era rilevato uno squilibrato pronto ad approfittare di lui e del suo stato!
Inviò subito il messaggio senza nemmeno rileggere, ben deciso a mettere più distanza possibile tra lui e quel pazzo. Poi, per essere sicuro di non averci più nulla a che fare, con l'ultimo barlume di veglia Sanji lo bloccò.
Soddisfatto, mezzo consapevole di aver schivato un proiettile e mezzo convinto di essere un unicorno, si alzò dalla sedia, fece tre passi e cadde al suolo addormentato con la faccia nel cesto dei panni sporchi.
Col senno di poi, avrebbe preferito non riemergerci mai più.






Angolo Autore:

Forse qualcuno avrà notato che la storia somiglia ad un certo film, non è una sua impressione! Ticket for Love è ispirata proprio ad un film, anche se solo per determinati capitoli. 
Qualcuno ha già capito qual è dal primo capitolo (brava Effy!!!), ma forse da questo si capisce ancora meglio! Per ora non svelerò il nome, vediamo se qualcuno lo riconosce!
Alla prossima!!

Momoallaseconda

   
 
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