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Autore: JeremyGender    17/11/2017    1 recensioni
Crocifissa è una ragazza di 16 anni che dalla vita tranquilla del paese si è ritrovata catapultata nel mondo magico.
Ma le cose diventano ancora più difficili quando ritrova in uno dei bagni della scuola di Kairawan, l'Arcaica Scuola Siciliana di Magia e Stregoneria, una ragazza ricoperta di sangue e un libro tanto antico quanto misterioso.
Chi è la Dama del Lignaggio e perché tra tutte ha scelto proprio lei?
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Nuova generazione
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Capitolo 8. Dove nelle cucine fai incontri che non ti aspetti
 
Crocefissa aveva passato tutta la mattinata a pregare chiusa nella sua stanza, quando però il suo stomaco aveva iniziato a brontolare e la sua riserva di cioccolata era finita, si era convinta ad uscire per recarsi verso la cucina, alla ricerca di qualcosa da mangiare.
‘Che Santa Rosalia mi aiuti!’ aveva pregato rivolta al cielo prima di uscire nel corridoio.
In pochi metri Crocifissa aveva già visto quasi tutti i fantasmi che abitavano nel castello, intenti a festeggiare (ex)parenti ed (ex)amici che erano tornati dal mondo dei morti a trovarli. Crocifissa accelerò il passo terrorizzata.
Camminava così veloce e con la testa bassa, per non vedere tutti quei fantasmi, che, svoltato l’angolo, si scontrò inevitabilmente con una ragazza intenta a parlare con un amico.
Crocifissa, che aveva un ottimo equilibrio, restò in piedi, mentre la ragazza ruzzolò rovinosamente a terra trascinandosi quasi il ragazzo che l’accompagnava. Solo quando la montagna di riccioli neri si spostarono Crocifissa riconobbe Popoola Okoye, la ragazza che lavorava a La Spezieria. Il ragazzo che era con lei, che Crocifissa riconobbe come Herman Spiro, con la sua mano d’oro, l’aiutò a rialzarsi.
‘Hey Crocefissa. Tutto bene tu?’ domandò Herman una volta accertato che la sua amica stesse bene.
‘Stai lontano dalla mia stanza!’ disse puntandogli un dito contro ‘Lo so che qualche volta riesci a intrufolarti per fare sconcezze con quella li,’ disse intendendo Anita, la sua fidanzata, ‘ma ricordati che Santa Rosalia vi guarda e soprattutto Lui’ disse indicando il cielo ‘vi guarda! E tu stai più attenta.’ disse infine rivolta a Popoola prima di continuare la sua corsa nel corridoio lasciando la coppia di amici senza parole.
 
Crocifissa scese rapidamente le scale per andare al primo piano. Attraversò un lungo corridoio, si fermò vicino l’aula di Arte davanti un’imponente quadro intitolato ‘Ientaculum’ dove alcuni patrizi romani erano intenti a consumare un’infinita colazione.
‘Cosa vuoi tu?’ chiese uno di loro.
‘Vorrei un lauto pasto.’ rispose Crocifissa contenendosi dal rispondere male.
A queste parole, con disappunto dei commensali, il quadro si spostò e Crocifissa lo attraverso.
‘Donna Gina, siete qui?’ chiese Crocifissa avvicinandosi al frigo.
‘Cassata? Ragù?’
In realtà era vietato l’accesso alle cucine, la posizione stessa della cucina era segreta alla maggior parte degli studenti, ma Crocifissa aveva scoperto come arrivarci al primo anno, origliando, per caso chiaramente, una discussione tra L’Emiro Von Grable e Donna Gina, la donna dall’aspetto corpulento e il volto sorridente, che insieme ai suoi due elfi domestici, si occupava di preparare i pasti per Kairawan.
I furti, anzi prestiti, di Crocifissa, riguardavano soprattutto la cioccolata, che veniva continuamente spostata. Ma dopo 5 anni di saccheggi Crocifissa conosceva ormai tutti i possibili posti quindi, pochi minuti dopo, con la sua cioccolata in mano, era pronta ad abbandonare le cucine, quando…
‘Vorrei un lauto pasto.’
‘Oh Gesù!’ penso Crocifissa.
Doveva nascondersi.
Corse, cercando di evitare di far rumore con i tacchi, fino a dietro una pila di sacchi di patate. Non era il massimo ma non le era venuto in mente nascondiglio migliore.
‘Lophostrix te lo dico. Per me è una cattiva idea. Donna Gina sarà qui a momenti, potrebbe vederci.’ disse una voce maschile.
‘Tranquillo Asio. Faremo in fretta; Accio libro!’ disse la voce di una donna seguito da un suono flebile nell'aria.
‘Accio libro… Che ideona!’ disse sarcastica un’altra voce di donna. ‘Quello è un libro antico, non verrà saltellando da noi. Hai visto come ci è sfuggito l’ultima volta… Proporrei di tornare stanotte. Ci aspetterà una lunga notte in ogni caso.’
‘Non siete dell’umore vedo, colpa di quella. Adiamo allora, sarà meglio riposare.’ e detto questo uscirono dalle cucine.
‘Per tutti i Santi!’ disse Crocifissa quando fu sicura di essere sola.
Quelli erano gli scagnozzi de La Bugiarda. E stavano cercando un libro. Possibile che il libro fosse Dama del Lignaggio. Incantesimi per una vera Gentilstrega? Doveva correre in camera sua.
I corridoi adesso pullulavano di fantasmi ma a nessuno sembrava infastidire la cosa.
Crocifissa, che già era molto veloce, accelerò ulteriormente il passo vedendo il fantasma di Zefania Endora che fu, insieme alla gemella Marnita Endora, insegnante di Kairawan.
Insegnante di Negromanzia e Psicomanzia l’una, e di Malocchi e Fatture, l’altra, le gemelle Endora erano ottime insegnanti ed avevano un rapporto di totale simbiosi ma, l’arrivo di un nuovo professore di Trasfigurazione, che rubò il cuore a entrambe, ruppe questa simbiosi e le mise contro. Fu una maledizione lanciata da Marnita a uccidere Zeferia che per vendicarsi tornò come fantasma per tormentarla.
Molti la ritenevano una storia avvincente, a Crocifissa metteva solo molta paura.
Quando arrivò in camera sua ed entrò nella stanza vide una cosa che di certo non si aspettava: Anita Malachi. Inginocchiata davanti il suo letto. Con la testa infilata dentro il suo baule.
‘Che. Cosa. Stai. Facendo?’ disse Crocifissa furiosa scandendo ogni parola e impugnando la borsetta.
Anita sussultò.
‘Oh ciao Crocifissa. Scusa se mi sono permessa…’
‘Allontanati subito dalla mia parte di stanza.’ la interruppe Crocifissa tenendola sotto tiro di borsetta.
Quando Anita, cauta, si allontanò, Crocifissa sentì un rumore che proveniva da dentro il baule.
‘Ecco vedi. Penso che Pallina sia entrata nel tuo baule.’ si giustificò Anita.
‘Spero per quello stupido gatto che ti sbagli.’ disse Crocifissa avvicinandosi al baule.
Spostò i vestiti e vide che a muoversi non era lo smunto micio di Anita ma il diario della Dama.
‘Non c’è niente qui. Ma nei corridoi ho incontrato Herman, voleva vederti. Mi ha chiesto di chiamarti.’ mentì Crocifissa.
‘Ma come? Ci siamo visti prim…’
‘Non discutere, vai da quel babbeo prima che ti lascia per mettersi con quell’altra.’
‘Ma chi?’
‘Vai vai.’ disse Crocifissa spingendola, letteralmente, fuori dalla stanza.
Una volta assicurata di essere sola Crocifissa prese il libro che si aprì di botto e si iniziò a sfogliarsi solo.
Si blocco in una pagina che a Crocifissa pareva non aver letto, o che forse prima non era proprio scritta, allora la iniziò a leggere:
 
‘Era da poco iniziato il raccolto e nella Magione c’era un gran fermento.
Tutti erano riuniti nel campo quando una macchina si avvicinò alla villa. Era ancora una novità a Palermo, solo Giovanni e pochi altri ne possedevano una.
‘Mia Signora, una dama chiede la Sua udienza.’ mi venne ad avvisare Horacio, il mio fedele servitore mentre io mi dilettavo con l’aritmanzia, mia grande passione.
Mi sembrò strano il fatto che una donna viaggiasse sola con l’autista e senza neanche un’accompagnatrice.
Era una donna molto bella, con neri capelli neri intrecciati e incastrati in un’elegante cappello e occhi neri come rondini.
‘Tutta Palermo parla di Lei. Io sono Donna Rosa.’ disse porgendomi la mano guantata.
Io le dissi il mio nome.
Mi spiegò che si era appena trasferita da Messina e che avrebbe abitato nel terreno accanto al mio.
‘Diventeremo sicuramente amiche’ pensai.
   
 
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