Una coperta buttata sulle gambe, che celava un arto stretto da un apparecchio ortopedico, per raddrizzarlo, camminavo male, a fatica, mi dovevano sostenere e mi aggrappavo ai mobili, alle pareti, ogni mossa un affanno. E l’apparecchio era un arnese di tortura, lo tolleravo come i bagni di fango eccetera per far tornare dritta la gamba, era il retaggio di Spala.
Lo sbuffo divertito di mia sorella Olga, si mise a parlare degli dei greci e romani.
E poi “Il Dio del Regno dei Morti era Ade, giusto?”
“Giusto, Alessio.”
“Allora, Zeus governava la terra, Poseidone il mare e Ade gli inferi.”
“Per la mitologia sì. “ ti avevo anche chiesto di riferire che, ove fossi morto, che costruissero un monumento di pietre nella foresta per ricordarmi.
“E come divisero le cose? Ci fu una guerra o se la giocarono, tipo con le monete o..”
“Una guerra, la lotta tra i Titani. “
“Che tristezza, erano tutti fratelli e esclusero l’ultimo.”
“Sono vecchie storie, Alessio, lo sai.”
“ Ade era il dio più potente, che il suo era l’ultimo regno. E lui non aveva paura. Mi piace, cosa credi, lui era forte e coraggioso come Achille. Io sono come Achille.. Credimi.”
“Ci credo.”
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1916. Osservai le foto, Alexei compariva in uniforme in varie attività, dal saluto militare ad essere in trincea, con o senza suo padre, le mostrine dell’uniforme con le sue iniziali A. N. iniziate a N. A., usanza russa, un legame tra generazioni, gli appellativi di padre e figlio si legavano tra loro. O con il suo spaniel, Joy, mentre studiava, con vari ufficiali, o in pose scherzose con le sorelle, in automobile, peraltro ferma, con lui al volante, o vicino a un cannone, un aereo“ .. mangio il pane nero e la zuppa dei soldati, marcio e mi alleno e.. Sono un soldato io pure.”
“Lo so, a fighter prince”
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Aleksej Romanov.
In principio era l’erede, atamano di tutti i cosacchi, viziato e coccolato, poi fu prigioniero, figlio di un uomo senza nessun titolo, lui che un tempo aveva regnato su circa un sesto del globo, .. tranne che Colonnello Romanov, la madre una tedesca, una meretrice senza onore.
Quel ragazzino aveva il coraggio di un leone..
Sapeva che poteva morire, e non ne aveva timore, la sua paura riguardava quello che potevano fargli in prigionia, a lui e ai suoi..
In quella notte del luglio 1918, mentre il buio lo sommergeva, Alessio si trovò d’un tratto sopra un baio, a cavalcare il vento,un antico guerriero,, la brezza portava il rombo delle onde, diede di sprone e il suo ultimo sospiro fu lieve come il mare quando muore a riva.
I dialoghi sono tra Alexei e la sua amata principessa Catherine.