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Autore: elisa nico    08/04/2019    0 recensioni
Emma è sempre stata sotto il controllo dei genitori. Tutto cambia quando nel villaggio vacanza dove si trova con la famiglia conosce Sahir un semplice cameriere. L'amore che provano l'uno per l'altra lì porterà contro tutto e tutti pur di stare insieme.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Finalmente era arrivata sera, per paura di giungere tardi Sahir era uscito di casa prestissimo, con cautela era arrivato in spiaggia, sali sopra il pontile s’incamminò fino alla fine e si sedette aspettando, mancavano ancora venti minuti alle nove, non rimaneva che attenderla.

Era teso e nervoso come mai prima, Emma era diversa da tutte le ragazze che aveva frequentato fino ad ora, non sapeva come comportarsi di cosa parlare, erano così diversi.

Meglio non pensarci adesso, si disse, era meglio vedere come andavano le cose tra loro comportandosi normalmente, era la cosa migliore da fare.

Anche Emma era nervosa, dopo la giornata spensierata in spiaggia l’ansia era salita tutta insieme, era stata davanti al suo armadio per mezz’ora prima di decidere cosa indossare la scelta del vestito era stata molto complicata, non aveva molto chiaro se fosse un appuntamento o no.

Era in ritardo pauroso, non ce l’avrebbe mai fatta a essere puntuale all’appuntamento con Sahir, sperava solo che lui la aspettasse.

Dopo cena sua madre aveva insistito per andare insieme a bere un caffè, aveva finto un mal di testa per liberarsi di lei e correre alla spiaggia.

Quando Sahir aveva ormai perso le speranze la vide arrivare.

-Perdonami per il ritardo, liberarmi di mia madre non è stato facile.

-Mi avevi avvertito che potevi fare tardi non preoccuparti. Sono felice che tu sia venuta.

-Pensavi che ti dessi buca?

-No ma ora che sei qui sono più tranquillo. Qualcuno ti ha visto venire?

-No sono stata molto attenta.

-Brava se dovessero beccarci passeremo un sacco di guai.

-Che hai fatto oggi nel tuo giorno libero?

-Niente di che. Sono andato in spiaggia. Tu?

-Anch’io sono stata in spiaggia, mi sono divertita un sacco e ho conosciuto tante persone.

-Si, ti ho visto.

Rispose Sahir seccato.

-Eri lì anche tu? Perché non sei venuto a salutarmi.

-Io non sono in vacanza qui come te!

-Scusami io …

-La discoteca, i giochi in spiaggia, io non posso fare queste cose, sono solo un cameriere.

Sahir aveva sbagliato tutto, aveva pensato che tra loro potesse nascere qualcosa tra loro ma erano troppo diversi.

-Non ci ho pensato, non farne una tragedia.

-Non ci hai pensato, per voi è normale. Venite qui e volete farci credere che siamo uguali ma non siamo uguali.

-Ma di che parli?

Le parole di Hamid erano tornate prepotentemente nella sua testa.

-Abbiamo sbagliato a vederci. Credo sia meglio che tu vada via.

-Sahir ma perché? Non capisco.

-Vattene. Vai dai tuoi amici. È meglio per tutti e due.

Emma corse via piangendo, non aveva capito di cosa parlasse Sahir né perché fosse così arrabbiato con lei, oggi si era divertita e aveva fatto amicizia con diverse persone ma perché gliene faceva una colpa?

Era tutto il giorno che aspettava sera per vederlo e lui l’aveva trattata malissimo.

Corse in camera sua ancora in lacrime.

Ma che diavolo gli era preso pensava Sahir, non appena l’aveva vista scappare piangendo si era pentito di quello che gli era uscito dalla bocca.

Voleva che fosse una serata tranquilla per conoscerla meglio e aveva rovinato tutto, era stato un idiota.

Tornando verso casa aveva provato a cercarla in giro per scusarsi ma di lei non c’era traccia da nessuna parte.

Arrabbiato con se stesso andò a dormire, domattina doveva assolutamente scusarsi.

La mattina seguente Sahir teneva sotto controllo tutto il ristorante nella speranza di vederla arrivare ma nulla, infatti, Emma aveva ordinato la colazione in camera, non se la sentiva di uscire né tantomeno di vederlo.

Riflettendo con calma in camera sua aveva capito il perché della sua rabbia ma non si spiegava quella reazione esagerata.

Rimase tutto il giorno chiusa in camera, a sua madre aveva detto di non sentirsi ancora bene, poco prima di cena arrivò suo padre e sapeva di dover uscire e andare a cena con loro anche se non aveva voglia di incontrare Sahir dopo ieri sera.

Sahir stava letteralmente impazzendo, per tutto il giorno non aveva fatto altro che cercare Emma ovunque ma di lei non c’era traccia da nessuna parte.

Quando ormai aveva perso le speranze la vide entrare, parlava con un uomo molto più grande di lei, sicuramente suo padre, doveva tenerla d’occhio e cogliere l’occasione giusta per scusarsi.

Entrando Emma lo notò subito ma fece finta di non averlo visto e andò a sedersi con i suoi genitori a un tavolo, Sahir si presentò immediatamente a chiedere le loro ordinazioni, Emma non alzò neppure lo sguardo.

Durante la cena Sahir aveva più volte provato ad avvicinarsi a Emma ma non era mai da sola, doveva trovare una soluzione e alla svelta, stava uscendo e lui non aveva idea di dove andare a cercarla quando fosse uscita.

La fortuna girò dalla sua parte, mentre i genitori di Emma si erano fermati a parlare con una coppia di persone lei si diresse verso il bagno, ora o mai più la raggiunse e la fermò lungo il corridoio gli afferrò un braccio e la trascinò nel magazzino del bar che a quell’ora era deserto.

-Ehi che fai lasciami Sahir. Come ti permetti.

-Scusa ma volevo parlarti e non sapevo come fare.

-Ah adesso vuoi parlare, dimmi? Sono tutt’orecchi! Non ti è bastato quello che mi hai detto ieri.

-Perdonami.

-Sahir …

-Ti prego perdonami. Non so cosa mi sia preso, o meglio lo so ma non dovevo prendermela con te.

-Mi hai trattato da schifo, ci sono stata male, ci sto ancora male e non so il perché.

-Ieri ti ho visto con quei ragazzi, avrei voluto essere lì con te. Invidiavo i ragazzi che ridevano e scherzano insieme con te. Ero geloso.

-Non capisco.

-Mi piaci ok. Mi piaci da impazzire. Da quando ci siamo scontrati non faccio che pensare a te. Ora lo sai a te non importerà nulla ma io sto meglio, mi sono tolto un peso dallo stomaco.

Emma era senza parole.

-Non preoccuparti capisco, sono un idiota, mi stavo illudendo inutilmente. Ieri sera parlando mi sono chiarite le idee ma questo non giustifica il mio comportamento. Ti chiedo ancora scusa. Adesso è meglio che tu vada prima che ci scoprono.

Emma ancora non era riuscita adire una parola, la confessione di Sahir l’aveva sorpresa, erano usciti dal magazzino e lui stava per andarsene.

-Aspetta.

-Dimmi.

-Anche tu mi piaci.

Imbarazzatissima scappò via.

 

  
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