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Autore: Eli87    22/07/2009    17 recensioni
Dimenticatevi la solita timida Isabella Swan. Isa è una ragazza irriverente e sfacciata che se ne frega del giudizio degli altri ma incontrerà un misterioso ragazzo che le darà molto filo da torcere…seguire per credere.
< avete presente Brad Pitt? Ecco uniteci un pizzico di Johnny Depp e di Chad Michael Murray e mischiate il tutto > pendevano dalle mie labbra < poi aggiungete ancora un pizzico dell’ingrediente “bellezza” e il gioco è fatto! > dissi ripensando al suo viso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Avrei voluto aspettare e postarla dopo le vacanze ma non sono riuscita a trattenermi

 

Avrei voluto aspettare e postarla dopo le vacanze ma non sono riuscita a trattenermi.

Fic nata durante una notte insonne (le lettrici si chiedono: perché non prendi dei sonniferi anziché propinarci le tue pazzie?).

Vi lascio alla lettura, giudicate voi…

Dimenticavo, la fic non è betata, la scrittrice si scusa per eventuali errori ortografici/di battitura.

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Bad Girl

[Isabella Swan]

 

Cap. One – Charlie’s Angels

 

 

< come sto ? > chiesi scoccando le labbra davanti allo specchio per uniformare il rossetto rosso.

 

< sembri una troia > disse Jessica interrompendo per un istante di specchiarsi

 

< perfetto > la baciai lasciandole l’impronta di rossetto su una guancia.

 

Mi guardò male e cercò inutilmente di levarsi quello schifo dalla guancia con le mani, peggiorando solo la situazione.

 

Io e Angela ci scambiammo un occhiata di intesa. Lei rise sommessamente mentre cercava di mettere un po’ di mascara sulle ciglia troppo poco folte.

 

< dammi qua > le tolsi il pennellino dalle mani < guarda su > le indicai il soffitto con l’indice. Obbedì.

 

< Isa non esagerare > disse ma scoppiò a ridere da sola dopo questa affermazione macchiandosi rovinosamente la palpebra di nero.

 

Io ero esattamente tutto ciò di più esagerato e impertinente esistesse a questo maledettissimo mondo. Dirmi di non esagerare equivaleva a dire una blasfemia.

 

< visto cosa hai combinato ? > dissi mentre cercavo di ripulirla utilizzando la saliva

 

Loro erano le mie migliori amiche. Talvolta ci definivamo scherzosamente le “Charlie’s Angels” per via del colore dei nostri capelli. La bionda Jess, la mora Angie e la rossa io.

 

I miei capelli avevano naturali riflessi rossi ma avevo deciso di tingerli di un rosso più acceso: non mi piaceva passare innovata. No che a questo paese, e in tanti altri paesi della contea, non sapessero già perfettamente chi fossi ma, in ogni caso, mi piaceva distinguermi dalla massa. Adoravo passare in mezzo a una folla e vedere, uno dopo l’altro, gli sguardi attratti degli uomini, ancor di più godevo a vedere lo sguardo di disprezzo di quelle che io definivo carinamente “ZPSC – Zitelle Perennemente Senza … , beh il resto lo potete immaginare da voi”.

 

Angie e Jess erano diametralmente l’opposto. Se Jess era, in un certo senso, il mio “diavoletto” che mi spingeva a fare tutto ciò di più perverso mi passasse per la testa, senza ombra di dubbio Angie era il mio “angioletto” che cercava sempre in qualche modo di farmi riflettere prima di fare una qualsiasi puttanata.

 

Eravamo in complesso così diverse ma riuscivamo comunque a convivere pacificamente, o quasi.

 

< prima di uscire sistemate questo macello ! > disse Jess con la sua solita voce da oca indicando la miriade di trucchi sparsi per il bagno.

 

Stasera, come quasi ogni sera, uscivamo. Andavamo in un nuovo localino a Port Angeles. Avevamo utilizzato la solita giustificazione, che assurdamente faceva abboccare tutti i genitori: io teoricamente stanotte avrei dormito da Jess, lei avrebbe dormito da Angie e quest’ultima da me. Ma possibile che i genitori fossero così terribilmente stupidi e ingenui ?

 

< metteremo apposto domani > disse Angie anticipandomi. Ovviamente non l’avremmo fatto.

 

< e adesso andiamo > presi la borsetta e mi avviai all’uscita infilandomi una sigaretta in bocca.

 

Jess me la tolse < qui non si fuma ! > mi intimò con sguardo assassino.

 

< okay > sbuffai riprendendomi la mia sigaretta e avviandomi all’uscita frettolosamente < che palle > sbuffai piano e non mi sentì.

 

Salimmo sull’Audi del padre di Jess e partimmo sgommando.

 

< allora Charlie’s, stasera nessun limite > mi riferì in particolare a Angie che mi sorrise.

 

Accesi finalmente la Malboro.

 

< sicura che con questi documenti non ci siano problemi ? > chiese Jess riferendosi alle patenti che mi ero fatta falsificare da Jake per poter bere alcolici.

 

< malfidente > sbuffai una nuvola di fumo fuori dal finestrino < ti dico che sono perfette ! >

 

< mi permetto di obiettare > si intromise Angela, la fulminai con lo sguardo ma lei proseguì < nella foto Jess ha i baffi ed è un uomo > disse studiando la foto del documento destinato alla Stanley.

 

< cosa ? > sbraitò

 

< Jess, senza offesa, un po’ di baffi li hai. Giuro che non si accorgeranno della differenza > dissi ridendo, Angie mi seguì e Jess finse da prima, di mettere il broncio e poi anche lei scoppiò in una risata fragorosa.

 

Per tutta la strada cantammo a squarciagola insieme alla radio, stonando a più riprese e ridendo come delle pazze. O meglio, probabilmente lo eravamo, pazze.

 

Arrivammo finalmente davanti a questo locale, cominciavo ad avere nausea dell’odore di mentolo e di arbre magic della Jessy-car.

 

“Cambusa”, questo era il nome della discoteca. Ricordava l’interno di una nave.

 

Appena entrata mi catapultai al bancone seguita a ruota dalle mie socie. La musica era talmente alta che le pareti sembravano tremare.

 

< bello, eh? > disse Angie cercando di battere a ritmo una gamba

 

< si, bella merda > risposi, ma dubito mi avesse sentito perché si limitò a sorridermi come un ebete.

 

Mi voltai per cercare Jess ma non c’era più.

 

Jess, come al solito, era sparita. Aveva appena stabilito un nuovo record. Quella ragazza aveva la capacità di imboscarsi immediatamente con qualsiasi esemplare di sesso maschile. A volte mi chiedevo se non pianificasse preventivamente degli incontri, o peggio, se si nascondesse dentro un ripostiglio per poi vantarsi di avere cuccato.

 

< Jess dov’è? > chiesi ad Angie.

 

< credo abbia incontrato Mike > rispose mordendosi un labbro continuando a seguire il ritmo.

 

Dio, Mike. Ancora lui. Era peggio di un herpes vaginale: fastidioso, sgradevole ma soprattutto asessuato. Perseverava. E quel che è peggio è che Jess gli dava ancora corda. A quanto sapessi Mike aveva fatto cilecca con lei una volta, clamorosamente anche. Credo che quella stessa volta abbia stabilito un primato mondiale perché Jess non si era nemmeno del tutto svestita…

 

< la cosa più forte che hai > dissi al barman vestito da “marinaio forzuto” che mi fissava come se fossi un oggetto prezioso in saldo.

 

< due > fece cenno Angela

 

Bene, mi piaceva. Brava bimba lasciati andare almeno una volta.

 

Il barman ci porse due bicchierini poco capienti con dentro un liquido marroncino non propriamente definito.

 

Lo bevvi tutto d’un fiato ma mi pentì immediatamente di averlo fatto.

 

< cazzo > dovetti chiudere gli occhi che iniziarono involontariamente a lacrimare e sentì un fuoco invadere il mio esofago.

 

< Angie, credimi non berlo > le intimai, ma mi lanciò uno sguardo di sfida e lo ingurgitò anche lei.

 

La sua faccia era un misto tra quella di chi ha appena mangiato quindici limoni contemporaneamente e chi soffre di dissenteria.

 

Risi picchiando un pugno sul bancone facendo tintinnare i bicchieri ormai vuoti.

 

< posso offrirvi qualcosa ? > un soggetto non identificato si avvicinò, avevo serie difficoltà a scorgere i tratti del suo viso tanti erano i brufoli e i punti neri che aveva.

 

< Eric ! > esclamò Angie sorpresa

 

Tracciai mentalmente una doppia linea sul nome del locale escludendolo a vita dalle mie possibili scelte. A quanto pare tutti gli sfigati morti di figa venivano qui.

 

< Isa, noi andiamo a ballare, vieni ? > mi invitò Angie.

 

Sperai che stesse scherzando e che volesse fare dell’umorismo chiedendomelo.

 

Non le risposi ma la mia occhiataccia bastò per farle capire le mie intenzioni e si allontanò con quell’ominide di nome Eric.

 

Ero sola.

 

Ordinai altri tre intrugli marroncini bevendoli sempre alla goccia per non sentire il loro sapore orrendo. Poi immaginai il mio fegato ridotto a pochi brandelli chiedere pietà e mi alzai un po’ barcollante con grande disappunto del barman-marinaio.

 

Serata noiosa in complesso.

 

Poi finalmente vidi qualcosa, o meglio, qualcuno, di molto ma molto interessante capace di riaccendere la serata…

 

 

 

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Eccomi! Dopo aver concluso Top Secret mi butto su questa nuova storia! Spero che vi abbia intrigato. Fatemi sapere se è il caso di continuare a scrivere o se è meglio cancellarla e darmi all’ippica.

 

Avrete certamente notato il linguaggio utilizzato in questa ff, chiedo scusa se qualcuno si fosse sentito offeso in qualche maniera e sono disposta ad aumentare ulteriormente il rating (a rosso).

 

Premetto che i personaggi saranno quelli della Meyer ma non sarà proprio tutto uguale (avvertimento OOC).

 

Per lasciarvi un motivo in più per seguire vi lascio anche un piccolo spoilerino, spero apprezziate:

 

 

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Spoiler:

 

Per quanto mi sembrasse stupido e poco responsabile non riuscì a pentirmi minimamente di averlo fatto. Avrei accettato altre mille volte se fossi tornata indietro.

 

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Vi sarei profondamente grata se mi lasciaste un commento/una recensione (anche una critica) al capitolo.

 

Nel caso di eventuale vostro interessamento a questa ff, vi avviso che posterò i capitoli ogni mercoledì (tenete presente che il 5 agosto vado in vacanza! Avverto che non è certo che io riesca a postare anche da lì (prometto che ci provo)!!! Da fine agosto garantisco puntualità)

 

Fatemi sapere numerosissime

 

Baci

 

Eli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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