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Autore: Utrem    18/05/2019    1 recensioni
Merope decide di partorire all'Ospedale di San Mungo.
Cosa cambierà? O meglio, cosa non cambierà?
Scopriamolo attraverso un romanzo di formazione con protagonista Laurie Langton, Prefetto di Corvonero nel 1944, quando di Prefetti ne nominavano ancora tre per Casa e non sei. Grindelwald ha appena finito di attraversare l'Europa e la Gran Bretagna sente l'eco dei suoi discorsi: così riferisce il suo amico Cecil. A questi complotti però Laurie preferisce di gran lunga trascorrere tempo spensierato insieme a Lucille Dean, ovvero Lucy, la sua ragazza e, perché no? Studiare. Tom Riddle è diventato Caposcuola, ovviamente; insieme ad Allie, pedante e perfezionista oltre ogni dire, strappando il posto, secondo molti, proprio a Lucy.
Intanto, Merope, che è stata licenziata dall'Ospedale quello stesso maggio, ha fatto domanda per lavorare come Custode della Scuola, approfittando del posto vacante. Vivrà l'anno intero a Hogwarts, la scuola che non ha mai frequentato, molto vicina al figlio, che non è mai riuscita ad educare. Forse?
DISCLAIMER: nel corso della storia sceglierò a mia discrezione di adottare o non adottare dettagli, sottotrame o dati contenuti nei film della saga di "Animali Fantastici".
Genere: Avventura, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'La sua scelta '
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"Su, entra!"
La Sala Comune di Serpeverde era come la ricordava: il legno intarsiato delle librerie,  poltrone e divani verdi in ogni dove e la luce rigorosamente verde.
Lucy era appesa delicatamente allo schienale di una sedia: aspettò che fosse lui ad avvicinarsi per parlargli piano:
"Sono andata a controllare: non è mai tornato al dormitorio. Come è entrato, è uscito..."
"Cosa avrà avuto da dire a Lumacorno?"
"Chi lo sa... niente di buono, secondo me."
Laurie continuò a guardarsi in giro, pensoso... quando s'accorse che il fuoco faceva molto rumore.
Lucy si voltò insieme a lui e si avvicinò, per vedere meglio.
A quel punto lo spense, per osservare la cenere.
"Che vedi?"
"Niente. Però... l'aspetto di quel fuoco non era normale."  
"Cosa possiamo provare?"
"Non lo so... è che non abbiamo molto tempo... potrebbe tornare da un momento all'altro, Laurie!"
"Aspetta, forse... è rimasto qualcosa, qui. Incastrato."
Laurie estrasse un cartoccio nero agli angoli, del tutto illeggibile.
"Ha bruciato qualcosa. Una lettera? Un foglio? Una pagina? Un libro?"
"Non lo so... non si legge. Aspetta... deve aver usato un qualche Incantesimo, ma forse possiamo romperlo."
Lucy puntò la Bacchetta sul cartoccio.
"Revelio."
Non successe nulla.
"Troppo semplice. Dobbiamo sbrigarci: se lo portiamo via, se ne accorgerà."
Laurie cercò di darlo a Lucy, ma si accorse presto che le sue dita erano rimaste incollate alla carta.
"Liberare!"
Il tentativo di Lucy fallì.
Provò di nuovo, parlando più forte: il risultato fu che le dita di Laurie assunsero il colore della carta a cui erano attaccate.
"Oh, no... Laurie..."
Lo guardò con desolazione.
Non gli ci volle molto per capire che intendesse.
"E' l'Incantesimo di Adesione Permanente, vero? Quello per cui non esiste un Contro Incantesimo e che dura decenni dopo che è stato lanciato?"
Lucy continuava a guardargli le dita, preoccupata.
"Come facciamo? Siamo stato così ingenui..."
"O mi taglio le dita, o lo diciamo a qualcuno. Che sia un Professore, o il Preside... non ha più senso tacere, ormai. Tanto, anche se accendiamo il fuoco e rimettiamo le cose a posto, lui lo saprà comunque."
"Già..."
"Avrà messo un qualche allarme che abbiamo già fatto scattare. Ne sono sicuro.  Andiamo, Lucy."
Così uscirono, usando un primitivo Incantesimo di Illusione per nascondere almeno i loro passi e le ombre.
"Cosa diciamo, però? A chi lo diciamo?" gli chiese, mentre salivano di fretta.
"A Silente" si risolse lui, nascondendo in tasca la mano che aderiva al pezzo di carta "E' più probabile che ci creda."
"Cosa diciamo?"
"... non lo so."
Arrivarono di soppiatto al suo ufficio, quando si accorsero che era già occupato.

 
   
 
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