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Autore: riccardoIII    16/06/2019    6 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, aveva temuto la vendetta.

-Quindi va bene se Lily viene a cena stasera?-
Sirius non si prese nemmeno il disturbo di sollevare la testa dal Profeta.
-Prongs, quando mai è stato necessario chiedere il permesso?-
La risposta di James fu decisamente non-verbale, ma questo non impedì a Sirius di capire.
-Puoi invitare Lily a cena stasera, James. Io sarò fuori, comunque. Tutta la notte-
La risatina di quello che avrebbe dovuto essere il suo migliore amico riuscì a distoglierlo dall’articolo sulla crisi politica. Gli lanciò un’occhiataccia mentre prendeva un sorso di caffè.
-Sono di turno, Frank ha un problema e mi ha chiesto di sostituirlo. Starò tutta la notte a sorvegliare la casa di Kingsley con Elphias e il suo stupido cappello giallo-
Il ghigno sul viso di James non sparì.
-Peccato. Sarebbe stato divertente se ci fossi stato anche tu, Lily non fa due chiacchiere con te da un sacco di tempo. Dice che si sente esclusa dalla tua vita, ed è sicura che si sia persa qualcosa di importante nell’ultimo mese-
-Va’ a farti fottere, Prongs-
James gli sputò il caffè in faccia quando cominciò a ridere.
 
Per essere un lunedì di fine agosto la temperatura era ancora piuttosto calda per le vie affollate di Londra. Sirius camminava tranquillamente per raggiungere la sua meta, ricordando con un sorriso nostalgico quando aveva avuto bisogno di una mappa per raccapezzarsi.
Quella volta non ci sarebbe stato nessuno a fargli da guida, non ne aveva più bisogno dopotutto.
Raggiunse il vecchio portone di ferro con un senso di déjà-vu: aveva pensato che non sarebbe mai tornato in quel posto, a cui era in un certo senso affezionato, ed essere di nuovo lì gli metteva addosso una strana sensazione.
Se era stato assalito dai ricordi all’esterno, una volta che ebbe messo piede dietro le quinte del vecchio teatro di Wardour Street fu solo peggio. L’ultima volta che era stato lì Dorea era ancora viva, era lì con lui. Lì si era allenato, lì Moody per la prima volta si era mostrato un po’ orgoglioso di lui. Lì James e Remus si erano affrontati come i peggiori nemici, e sempre lì James aveva rischiato di perdere la sua capacità riproduttiva.
Quello era un posto pieno di bei ricordi.
Il grosso tavolo di legno era tornato a occupare gran parte della stanza e attorno a esso già si affollavano alcuni membri dell’Ordine. Charlus era impegnato in una fitta discussione con Moody, quindi decise di non disturbarlo; fece un cenno a Hagrid, accomodato come al solito su una sedia formato gigante, che agitò la sua grossa mano in risposta senza smettere di parlottare con una Cora Fawley vagamente preoccupata. Chissà in quali guai si era ficcato il guardiacaccia questa volta a causa della sua insana passione per le Creature proibite.
-Salve professoressa-
La McGranitt gli rivolse quello che poteva vagamente somigliare a un sorriso.
-Signor Black, è un piacere vederla ora che non sono più tenuta a punirla. Come mai qui tutto solo?-
Sirius sorrise.
-Ho sempre adorato il suo sarcasmo pungente, gliel’ho mai detto? Remus e Peter dovrebbero essere ancora a lavoro, James è andato a prendere Elijah e Chase visto che non conoscono il posto. Lily e la nuova…-
Non aveva ancora finito la frase quando la porta dietro di lui si aprì.
-“Un calderone pieno di forte amor bollente”?!-
-Questa scena l’ho già vista- ridacchiò Gideon dando di gomito a Dorcas, accomodata tra lui e suo fratello Fabian. Lei stirò il suo solito ghigno e Sirius si affrettò a voltarsi per accogliere la loro nuova ospite.
-Benarrivata, Sarah-
La loro ex compagna di scuola era troppo impegnata a guardarsi intorno per degnarlo di una risposta; sembrava estasiata dall’essere lì, tanto da guardare perfino la professoressa di Trasfigurazione con occhi nuovi.
-Questo è… Fantastico!-
Lily, che l’aveva scortata fin lì, alzò gli occhi al cielo.
-È da quando le ho parlato dell’Ordine che è così entusiasta, secondo te l’ha capito che combattiamo una guerra, sì?-
-La signorina Evans ha ragione, Caldwell. C’è poco da stare allegri. Qui rischiamo tutti la vita e…-
-Ma è proprio questo il punto, no? Rischiamo la vita, facciamo qualcosa! Ci opponiamo!-
Gli occhi di Sarah erano ardenti di passione mentre pronunciava quelle parole, tanto che tutti nella sala si voltarono verso di lei; perfino Charlus e Moody interruppero il loro discorso concitato. Nonostante tutti quegli sguardi sconosciuti puntati su di lei, però, non si fermò: l’eccitazione doveva essere più forte perfino della timidezza. La sua veemenza riportò alla mente di Sirius quella volta in cui la ragazza aveva terrorizzato Caroline, in Sala Comune, coi suoi discorsi sulle scelte e le responsabilità.
-Ho sempre voluto fare qualcosa, da quando ho capito che questa storia della guerra si stava facendo seria. Tutto quello che sta succedendo è del tutto ingiusto, e pericoloso, non possiamo lasciare che accada e basta! Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo agire, o ci sveglieremo un giorno e loro avranno vinto e a quel punto cosa faremo?-
-Ehi, guarda che non devi convincere noi. Noi siamo già qui per lottare- scherzò Sturgis Podmore, guardandola con aria divertita. Le guance della ragazza erano rosate ma Sirius non avrebbe saputo dire se per la foga o per la vergogna di aver quasi urlato in faccia alla sua vecchia vicepreside.
-Oh. Sì, certo. Be’, sono davvero felice di essere qui e farò del mio meglio, lo giuro-
Moody, che aveva studiato Sarah con molta attenzione per tutto il tempo del suo sproloquio, fece una cosa che Sirius gli aveva visto fare solo poche volte: sorrise. L’impassibilità con cui Sarah fronteggiò la smorfia sul viso segnato di Moody fu un evidente segno del suo coraggio.
-Allenamento, domani sera, qui. Vediamo di valutare a che livello sei, Caldwell-
Lei deglutì.
-Sissignore-
Moody annuì e voltò le spalle al gruppetto, tornando al suo solito posto accanto a tavolo; quando il suo capo fu sufficientemente lontano Charlus strizzò l’occhio alla ragazza, avvicinandosi.
-Penso proprio che tu gli piaccia, ed è una cosa rara. Posso darti del tu, Sarah?-
Lei gli rivolse un sorriso, anche se i suoi occhi erano un po’ tristi.
-Ma certo, signor Potter. È davvero un piacere rivederla-
Sirius, così come Charlus, era ben cosciente di cosa era accaduto nell’unica occasione in cui i due si erano incontrati precedentemente; fortunatamente la porta dietro Sarah si aprì concedendo l’accesso a Frank e Alice, il cui arrivo catturò tutta la loro attenzione e fece provvidenzialmente cadere il discorso.
 
-Bene. Ora che ci siamo tutti, direi che possiamo cominciare. Come prima cosa, vorrei scusarmi per non essere stato molto presente nell’ultimo periodo; a mia discolpa posso dirvi che ero impegnato a raccogliere importanti informazioni per la nostra causa-
Silente si fermò, come se volesse dar loro modo di assorbire ciò che aveva detto; dopo l’attacco a Brighton non c’erano più state riunioni fino a quella sera perché, come Charlus aveva spiegato loro, volevano essere più che certi di non essere seguiti o controllati prima di tornare ad incontrarsi. Ma Silente era stato assente da prima di Brighton: in effetti, Sirius non lo vedeva da quando aveva lasciato la scuola.
Più volte si era domandato dove il preside si fosse cacciato; considerando che c’erano state un paio di situazioni critiche di cui occuparsi, la sua latitanza prolungata era sembrata quantomeno strana. Lui e James avevano chiesto lumi a Charlus, ma l’Auror aveva detto loro di non sapere dove fosse finito Silente e che quella era una cosa che capitava spesso, quando avevi a che fare con un uomo come lui. Quando quella sera il preside era entrato nel nuovo, o meglio vecchio, quartier generale quasi tutti erano rimasti piuttosto stupiti.
-Credo che sia doveroso dare il nostro benvenuto a Sarah Caldwell, la nostra giovanissima ed entusiasta recluta. Sono sicuro che sarà un piacere lavorare con lei, signorina Caldwell-
Sarah fece un piccolo cenno di ringraziamento col capo e sorrise; Sirius notò che aveva di nuovo le guance rosse, ma se fosse per l’imbarazzo o per l’essere seduta accanto a Remus non avrebbe saputo dirlo.
-Ora, per venire a questioni meno piacevoli ma altrettanto importanti, vorrei ringraziare tutti voi per il lavoro che avete svolto nell’ultimo periodo. La battaglia di Brighton e le conseguenze che ha avuto sulla vita di ciascuno di voi non sono state semplici da affrontare, eppure siamo riusciti ad andare avanti perseguendo i nostri obiettivi e questo lo dobbiamo soltanto alla perseveranza di ognuno di voi. Avete fatto un ottimo lavoro-
Silente fece un’altra pausa, abbracciando tutti con lo sguardo e rivolgendo loro lo stesso sorriso che dedicava ai suoi studenti durante il discorso d’apertura dell’anno scolastico; Sirius sentì una piccola fitta di tristezza quando si rese conto che di lì a pochi giorni il preside avrebbe accolto con quella stessa espressione paterna i suoi allievi, e lui non sarebbe stato tra loro. Ogni volta che si trovava a pensare a Hogwarts, negli ultimi tempi, provava quella sensazione di straniamento.
-Sono certo che alcuni di voi siano stati stupiti dalla convocazione della riunione in questo luogo; dopo che il nostro infiltrato è stato catturato non era più sicuro per noi rimanere a Bayswater, anche se lui in effetti non conosceva l’ubicazione del nostro quartier generale. Comunque, per maggiore prudenza e dopo aver verificato che questo posto non fosse stato rintracciato da nessuno, abbiamo deciso che la soluzione migliore sarebbe stata tornare qui almeno per questa volta. Stiamo valutando la possibilità di non avere più un ritrovo fisso, ma di variarlo a ogni incontro; comprendo che questa non sia la soluzione più pratica ma potrebbe essere la migliore per proteggerci. In ogni caso stiamo cercando di individuare nuovi posti sicuri in cui incontrarci, dunque non meravigliatevi se la prossima volta sarete convocati in un luogo diverso da questo-
Silente fece l’ennesima pausa, ma questa volta non c’era alcun sorriso sul suo volto: sembrava più vecchio e stanco che mai.
-Non abbiamo alcuna notizia della nostra spia, come potete ben immaginare; per il Ministero Amias Shacklebolt resta un traditore, dunque nessuno si sta dando troppa pena per trovarlo. Noi, per quanto possiamo sforzarci, siamo del tutto inermi in questa situazione. Non siamo mai riusciti a individuare il luogo di ritrovo dei Mangiamorte né abbiamo idea di dove si nasconda Voldemort, e io sono piuttosto convinto che Shacklebolt sia stato portato esattamente dove l’uomo più ricercato del Paese si è rintanato-
Un mormorio si diffuse tra gli astanti; qualcuno spalancò perfino la bocca. Fenwick ebbe uno scatto nervoso e i suoi occhi dardeggiarono in giro per la stanza; per qualche strano motivo, Sirius si sentì colpevole. Non poteva nemmeno immaginare cosa l’uomo stesse passando. Il solo pensare a cosa avrebbe provato lui se James fosse stato rapito bastava a fargli stringere lo stomaco in maniera molto poco piacevole.
-Aspetti. Vuole dire che Shacklebolt, l’Auror che ha tradito, è…?-
-Sì, Fabian. Amias Shacklebolt era la nostra spia- concluse Silente con uno sguardo desolato.
-È per questo che Kings era così sconvolto? Suo padre stava facendo la spia per l’Ordine ed è stato preso per un traditore?-
Elijah era sbiancato. Nessuno ebbe il cuore di rispondergli.
-Abbiamo sorvegliato la sua casa, da dopo l’attacco al Primo Ministro! Pensavo volessimo essere certi che non avesse più rapporti con la sua famiglia!- intervenne Dedalus Lux, rigirandosi tra le mani il suo assurdo copricapo con aria nervosa.
Silente annuì con aria grave.
-Come sapete, non rivelare il nome dell’infiltrato era un modo per proteggere lui quanto voi; a questo punto, però, ritengo non abbia più alcun senso continuare a mantenere il riserbo su questa particolare informazione. Alastor ha deciso, con il mio totale appoggio, che il rischio che la famiglia di Shacklebolt sta correndo in questi giorni è massimo; ha cercato di spingere il Ministero a trasferirli in un luogo sicuro, camuffando la richiesta dietro la necessità di assicurarsi che non abbiano contatti col traditore, ma Crouch…-
-Crouch ha deciso che sua moglie e suo figlio sarebbero una fantastica esca per attirare Shacklebolt- ringhiò Moody con una rabbia che Sirius non aveva mai sentito provenire da lui. Faceva davvero paura, e i più recenti acquisti dell’Ordine trasalirono evidentemente, terrorizzati da tutta quella furia. Sirius, dal canto suo, era nauseato. Dovette sforzarsi di concentrarsi sulla voce del preside quando questi riprese a parlare.
-L’abitazione della famiglia Shacklebolt è sotto il controllo degli Auror, ma comunque riteniamo più saggio continuare a dare il nostro contributo per due motivi essenziali: per prima cosa, catturare sua moglie e suo figlio potrebbe essere l’unico modo di riuscire a estorcere informazioni a Shacklebolt per i Mangiamorte, quindi i due corrono il massimo pericolo-
-In secondo luogo,- intervenne nuovamente Moody, e oltre il furore si distingueva benissimo l’amarezza nei suoi lineamenti, -Se davvero Shacklebolt fosse costretto a mettere piede in casa sua, ad esempio per attirare in trappola la sua famiglia, non sono poi tanto sicuro che ne uscirebbe vivo. Gli Auror lo ritengono un traditore. Potrebbero ucciderlo a vista-
-Questo è… Disgustoso!- sputò fuori Alice. Doveva essere terribile per un Auror sapere di far parte di un corpo che non avrebbe esitato a uccidere un uomo a sangue freddo, molto più terribile di quanto lo fosse per un civile. Sirius lanciò un’occhiata rapida a Charlus e notò che l’uomo aveva lo sguardo basso, esattamente come nell’unica volta in cui lui e James l’avevano visto vergognarsi del suo lavoro. Con la coda dell’occhio notò la mano di Lily andare a stringere il pugno serrato di James.
-Non avevamo una dichiarazione giurata che la spia stesse agendo nell’interesse del Ministero? Non ci eravamo assicurati un modo per scagionarlo, semmai ce ne fosse stato bisogno?-
-Sì, l’abbiamo ancora, Emmeline. Tuttavia al momento siamo un po’ restii a utilizzarla-
Dalle occhiate poco caute che Silente ricevette dopo quell’uscita, Sirius intuì che l’unico a essere restio fosse proprio lui. Nessuno emise un fiato, comunque, e ciò costrinse il preside a spiegare.
-Quella dichiarazione è stata redatta da Dorea, e potremmo giustificare la cosa come un favore personale fatto a un amico senza troppe conseguenze. I testimoni, tuttavia, sono persone viventi che dovrebbero rispondere agli ordini del Ministero. Se si venisse a sapere che hanno autorizzato un’operazione così pericolosa senza che nessuno gliel’avesse ordinato…-
-Come io e Alastor abbiamo già detto, non abbiamo alcun timore di quello che potrebbe accadere a noi due-
-Forse la cosa non spaventa voi, Charlus, ma preoccupa me. Non possiamo permetterci che veniate licenziati o estromessi dalle indagini più importanti, abbiamo bisogno di voi. Forse potremmo cavarcela con il Ministro, ma Crouch non la prenderebbe affatto bene se sapesse di essere stato scavalcato e questo lo sappiamo tutti. Se servisse a salvare la vita di Amias potrei persino capirvi, ma nelle condizioni in cui ci troviamo attualmente non ci porterebbe alcun beneficio far sapere la verità. Senza contare che il Ministero pullula di spie di Voldemort e sappiamo che siete già entrambi sulla sua lista nera; se si scoprisse che siete stati voi a mettere una spia sulle sue tracce, cosa pensate che vi accadrebbe?-
Charlus non perse la sua aria battagliera ma tacque. Moody, dal canto suo, sembrava sinceramente offeso col preside. Sirius aveva la sensazione che razionalmente fosse d’accordo con Silente, chiunque si intendesse un po’ di strategia in quella stanza lo era, ma che emotivamente non potesse sopportare di restarsene con le mani in mano. Il capo degli Auror era sempre pronto a rimbrottare gli altri per i sentimentalismi, ma ora che era un suo uomo a rischiare la vita non sembrava poi troppo propenso a usare lo stesso sangue freddo che pretendeva dagli altri.
Lo sguardo di Silente, che era stato deciso e freddo durante tutto il suo discorso, si addolcì un poco.
-Non possiamo fare nulla per salvare Shacklebolt. Non abbiamo né le informazioni né le capacità per farlo. Sapeva cosa stava rischiando quando ha deciso di assumere il ruolo di infiltrato, ha avuto più volte la possibilità di tirarsi indietro e non l’ha fatto. Il suo sacrificio non sarà vano, lo sappiamo tutti: ci ha permesso di salvare decine di vite, ci ha rivelato informazioni importanti e ha svolto un compito che pochi avrebbero avuto la forza di portare a termine. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per tenere al sicuro la sua famiglia e perché il suo lavoro non vada sprecato, ma non possiamo fare nulla per lui, ormai-
La tensione che già riempiva la stanza parve solidificarsi; Sirius ebbe la terribile sensazione che quella che era stata emessa fosse una condanna a morte.
 
-Tu sapevi?-
Sirius continuò a fissare la casa; ultimamente si ritrovava lì più spesso di quanto gli sarebbe piaciuto.
-Sapevo cosa?- sussurrò di rimando; la presenza degli Auror impediva loro di usare la magia se non in casi strettamente necessari, perché tramite quella sarebbero stati rintracciabili. Moody aveva fornito loro il suo Mantello dell’Invisibilità di riserva, che non poteva essere rilevato, e sapere esattamente in che posizione si trovasse la pattuglia gli consentiva di tenersi a una distanza sufficiente da non essere uditi, senza perdere la visuale migliore di casa Shacklebolt.
La villetta unifamiliare si trovava in una via piuttosto tranquilla di Swansea, nel bel mezzo del quartiere residenziale della città; in apparenza era del tutto simile a tutte le altre case di quella strada, col giardino perfettamente curato e le tende tirate sulle vetrate colorate delle finestre. Ogni volta che veniva assegnato a quel particolare turno Sirius sentiva un groppo formarglisi in gola, e il sollievo di sapere che Kingsley era ormai lontano, protetto dalle mura di Hogwarts, non faceva altro che peggiorare i suoi sensi di colpa.
Dorcas, comunque, gli rivolse un’occhiataccia.
-Lo sapevi, quindi. Non avrei mai creduto che Potter…-
-Non è stato Charlus. Kingsley ha avuto dei problemi a scuola, alcuni… Studenti… Lo minacciavano. Lo abbiamo scoperto così-
La donna non rispose e Sirius non la forzò. Aveva la sensazione che si sentisse in colpa per aver dubitato dell’integrità di un suo superiore.
-Non lo conoscevo. Sì, insomma, non ho mai avuto direttamente a che fare con lui. Ma quando si è scoperto… Che era un traditore… L’ho odiato-
Sirius era talmente sconcertato dal fatto che Dorcas si stesse in qualche modo confidando con lui che si voltò a guardarla; lei, invece, continuò a tenere lo sguardo duro puntato su quella che sapevano essere la finestra del soggiorno.
-Non intendo dire che mi sento in colpa per questo. Non potevo sapere che fosse tutta una montatura, la mia reazione era perfettamente normale. Il suo comportamento infangava tutto il corpo degli Auror, era una vergogna per noi. Dubito che ci sia qualcuno tra noi che non lo abbia odiato, a meno che non fosse stato a conoscenza della verità-
Non avendo assolutamente idea di quale filo di pensieri lei stesse seguendo, Sirius si limitò a osservarla in silenzio.
-Ha fatto più di tutti noi messi insieme. Ha rischiato tutto, ha sopportato di tutto. Dovrebbe ricevere tutti gli onori per questo, non essere trattato da criminale traditore-
Sirius sospirò, voltandosi verso la casa silenziosa; il cielo era ormai venato da qualche raggio rosato, segno che l’alba stava arrivando.
-Sono certo che Moody farà in modo di rendergli giustizia-
Dorcas non rispose. Sirius lasciò che il silenzio rendesse giustizia al momento, prima di scatenare il drago.
-James sa-
Aveva dovuto raccogliere buona parte della sua determinazione per dire quelle due parole; loro non ne parlavano, mai. Soprattutto non in servizio.
Se si era aspettato che la donna avrebbe reagito male, comunque, si era sbagliato di grosso; nemmeno questo parve smuovere la sua glaciale compostezza.
-Immaginavo che prima o poi l’avrebbe scoperto, ci vive anche lui in quella casa-
-Sono stato io a dirglielo-
Questa volta la testa di Dorcas si mosse nervosamente e Sirius avrebbe potuto giurare che un sorrisetto sarcastico fosse nato sulle sue labbra, nonostante non la stesse ancora guardando.
-Ma certo. E sentiamo, cosa ne pensa James?-
Questa domanda lo spiazzò.
-Perché dovrebbe pensare qualcosa a riguardo?-
Lei si voltò a fissarlo.
-Oh, sul serio, nessun commento? Nessun’opinione da esprimere?-
Sirius si rese conto che era molto più che sarcastica: voleva essere cattiva.
-Per quale motivo il mio migliore amico dovrebbe avere un’opinione sulla mia vita sessuale?- rispose con nonchalance. Dorcas sbatté le ciglia una volta di troppo per essere naturale quanto avrebbe voluto sembrare.
-E allora perché gliel’hai detto?-
-Perché è il mio migliore amico. E poi vive in casa con me, preferisco sia preparato nel caso in cui un giorno rientrasse in anticipo e ti beccasse a uscire dal bagno mezza nuda. Abbiamo concordato anche una specie di sistema per segnalare che siamo… “Impegnati”, così non rischiamo di sorprenderci a vicenda in momenti che vorremmo restassero privati-
L’ultima parte avrebbe dovuto strapparle almeno uno sbuffo, ma lei rimase impassibile.
-Pensavo avessi capito che volevo tenere la cosa per noi-
Sirius alzò gli occhi al cielo.
-James non lo dirà a nessuno. E comunque non abbiamo mai stabilito di trattare la cosa come un segreto di stato-
-Non voglio mischiare le cose, e non voglio che la gente si faccia un’idea diversa da ciò che è in realtà!-
Sull’ultima parte l’Auror aveva alzato un po’ troppo la voce, tanto che prese a guardarsi intorno freneticamente per assicurarsi che nessuno li avesse scoperti.
-Non ho alcuna intenzione di rivelare la cosa all’intero Ordine, e di sicuro non faremo uscite a quattro con James e Lily né sarai invitata al pranzo della domenica con Charlus. So come stanno le cose e sinceramente mi vanno benissimo così. Lo sa solo James, e continuerà a saperlo solo lui per quanto mi riguarda. Nessuno si sta creando aspettative, te lo posso assicurare, ma non ho intenzione di comportarmi da ladro in casa mia, come se stessi facendo qualcosa di male-
Dorcas gli rivolse uno sguardo penetrante ma non rispose. Rimasero in silenzio a sorvegliare la casa fino alla fine del loro turno, quando James e Caradoc arrivarono a sostituirli; a Sirius non era sfuggito che la donna si fosse irrigidita alla comparsa di Prongs, ma lui non la trattò diversamente dal solito e questo parve tranquillizzarla.
Affinché il suono della loro Smaterializzazione non venisse colto dagli Auror di guardia furono costretti a percorrere un tratto di strada a piedi, sotto il Mantello di Moody; quando furono abbastanza lontani, in un parco totalmente deserto a quell’ora del mattino, Dorcas rimosse il Mantello e se lo ficcò in tasca prima di voltarsi a guardare Sirius negli occhi.
-Devo sbrigarmi se voglio farmi una doccia prima di iniziare a lavorare-
Lui, che ormai conosceva piuttosto bene le dinamiche della loro strana relazione, le si avvicinò e le posò le mani sui fianchi; l’Auror sbatté di nuovo le ciglia una volta di troppo.
-Vuoi farla con me, quella doccia?-
Lei piegò leggermente la testa da un lato e ghignò.
-Solo se mi offri anche la colazione-
Sirius sorrise, rafforzando la presa attorno alla sua vita.
-Andata-
 
-Spiegami di nuovo, ti prego, per quale assurdo motivo nell’unica mattina della settimana in cui posso dormire hai avuto la geniale idea di svegliarmi all’alba-
-Non fare il melodrammatico, Pads, sono le nove. E oggi è l’unico giorno in cui possiamo vedere Remus e Peter, visto che siamo liberi tutti e quattro stamattina, quindi ora ti vestirai e andremo insieme a fare colazione al Paiolo e tu sorriderai e sarai felice-
Sirius sbuffò alzando gli occhi al cielo, ma in realtà non era davvero offeso, anzi. Facevano molta fatica a incontrarsi, l’ultima volta in cui si erano visti tutti e quattro risaliva alla settimana dopo la luna piena ed erano trascorsi ormai quasi quindici giorni. Se doveva sacrificare un paio delle sue ore di sonno per vedere i suoi amici l’avrebbe fatto senza alcun rimorso.
Aveva la testa impigliata nella maglietta che stava cercando di infilarsi quando avvertì una presenza nella stanza; prima ancora che riuscisse a districarsi tra i vestiti, comunque, sentì la colorita imprecazione di James e poi una voce familiare.
-Sto bene, lo giuro, ma abbiamo bisogno di voi a casa il prima possibile. Vi aspetto-
Per poco Sirius non ridusse a brandelli la dannata maglietta; fu James a salvarlo da quei tentacoli.
-Io metterei una camicia, se fossi in te-
Era evidente che stesse cercando di sdrammatizzare, ma Sirius notò comunque la preoccupazione nei suoi occhi. Certo, la voce di Charlus era parsa del tutto normale, ma questo non significava che potessero stare tranquilli.
-Usiamo la Metropolvere. Niente moto, ok?-
Sirius annuì e poi aprì l’anta dell’armadio, ne tirò fuori una camicia qualsiasi e se la infilò alla massima velocità consentita dalle sue braccia rigide. Quando lui e James lasciarono la sua stanza, la povera maglietta giaceva abbandonata sul pavimento.
 
-Stanotte il Ministero ha attaccato il pub nel Lincolnshire che avevamo identificato come luogo di ritrovo dei Mangiamorte. Dopo Brighton, Minchum voleva una prova di forza e Crouch è stato ben lieto di regalargliela. Hanno mandato all’aria tutto il piano di sorveglianza che avevamo ideato, stavamo seguendo alcuni tizi che avrebbero potuto darci informazioni importanti, ma loro volevano fare il botto!-
Sirius non aveva mai visto Alastor Moody perdere completamente il controllo, e si disse che avrebbe preferito non assistere a quella scena una seconda volta.
Erano riuniti a Casa Potter poiché non avevano trovato un altro luogo sicuro in cui radunarsi, ancora, e vista l’urgenza Charlus non aveva esitato a mettere a disposizione casa propria; erano presenti tutti i membri dell’Ordine disponibili a quell’ora del mattino, dunque erano circa la metà del solito gruppo. Milly era stato molto felice di rifocillarli tutti con bevande e dolcetti e Sirius aveva trangugiato due tazze di caffè prima di riuscire ad ascoltare chicchessia; si stava sforzando di attribuire il senso di vertigine che l’aveva colto a tutto quel roteare tra i camini di mezzo mondo magico, ma in realtà sapeva benissimo che era stato il sollievo per aver trovato Charlus sano e salvo ad accoglierli.
-Hanno fatto irruzione, qualcuno ha provato a tirare fuori le bacchette e si è scatenato l’inferno. È stata compiuta una strage, non sappiamo nemmeno se ci fossero effettivamente dei Mangiamorte ieri sera. Diciotto morti non ancora identificati-
Un lungo silenzio accolse le parole di Charlus. Per quanto l’uomo stesse bene fisicamente, era evidente quanto fosse moralmente provato. Sul tavolino da caffè del salone attorno a cui tutti loro erano seduti se ne stava abbandonata una copia della Gazzetta del Profeta di quella mattina: la foto di una catapecchia fumante occupava i tre quarti della prima pagina, sotto un enorme titolo: “Attacco in massa ai Mangiamorte: la ferita è mortale?”.
-Ma… Com’è possibile? Nessuno si è opposto?- domandò Juliet Felton, sconcertata. Quella notizia inaspettata aveva scosso tutti i presenti.
-Sì. Io mi sono opposto. E sono stato estromesso dal caso-
Moody sembrava così disgustato che le sue parole vennero fuori come sputate. Charlus, sedendosi stancamente su una poltrona, prese la parola.
-Quando mi sono permesso di sottolineare che il compito degli Auror è proteggere la popolazione, non rischiare di colpire gente innocente che si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, mi è stato educatamente chiesto di lasciare la sala operativa insieme a tutti quelli che la pensavano come me-
-Ma questo va contro ogni legge magica! Crouch non dovrebbe avere il potere di usare gli Auror come se fossero il suo esercito personale, inficia tutto il sistema democratico! Lui è il rappresentante del potere giudiziario!-
Daniel pareva il più scioccato da quella svolta negli eventi; Moody gli rispose con un sorriso amaro e terribile.
-Già. Crouch sta gestendo il Ministero come se fosse suo, come un tiranno, e Minchum è talmente stupido da non rendersi nemmeno conto che il potere, il vero potere non è più tra le sue mani. Sarà anche formalmente il Ministro, ma le decisioni che contano le prende tutte Crouch. Questa volta sono gli Auror, ma la prossima volta cosa gli regalerà? E cosa ne farà Crouch di tutta questa influenza?-
-Come possiamo limitarlo? Ci dovrà pur essere un modo per tenere sotto controllo Crouch-
Remus, come al solito, era arrivato al sodo prima di chiunque altro. Il Capo del Dipartimento Applicazione Legge Magica stava diventando un problema, e come tale andava trattato.
-Be’, se tutti questi poteri gli vengono dal Ministro, forse dovremmo cambiare il Ministro-
Nessuno rispose per un bel pezzo; le parole di Charlus sembravano occupare tutto lo spazio libero nella stanza, come se fossero una presenza corporea.
-Ma… Non dicevate che era pericoloso far cadere il Ministro? Non temevamo che Voldemort riuscisse a infiltrarsi con un suo candidato?-
Moody prese un respiro.
-Non abbiamo altra scelta, Minus. Crouch si sta rivelando troppo spietato, e potrebbe portare più guai di quelli che evita. Questa situazione non mi piace, non mi piace affatto. Noi non siamo i suoi assassini su commissione. Non possono usarci per i loro comodi, per farsi un po’ di pubblicità sui giornali mentre le nostre mani si sporcano di sangue. Non è così che si dovrebbe agire in uno stato di diritto, non è per questo che sono stati creati gli Auror-
-Senza contare,- intervenne Emmeline Vance indicando il quotidiano, -Che a Voi-Sapete-Chi non è mai piaciuto questo genere di cose. Quando il Ministero ha tentato di farsi buona pubblicità millantando di essere vicino a sconfiggerlo definitivamente, lui ha risposto dimostrando chiaramente che le cose non stanno propriamente così-
Un brivido percorse la schiena di Sirius.
-Intendi dire che dovremmo aspettarci una rappresaglia?-
La domanda di James cadde nel vuoto.
 
Note:
la frase di Gideon circa la scena già vissuta è un riferimento al capitolo 62, quando Sirius entra per la prima volta nel teatro e proprio come Sarah rimane stupito per la scelta delle misure di sicurezza;
credo di averlo già specificato in passato, ma il cappelo di Elphias Doge non è una mia creazione: quando Moody fa vedere la foto del primo Ordine a Harry, ne "l'Ordine della Fenice", dice che Doge portava sempre un copricapo strambo;
il pub nel Lincolnshire era stato nominato nel capitolo 110, quando Moody informa l'Ordine della presenza assidua di Mangiamorte in quel luogo.
Mi sembra di aver spiegato tutto, quindi non vi tedierò oltre! Per qualsiasi domanda o chiarimento sono a vostra disposizione, grazie mille per aver letto!


 
   
 
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