Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Emmastory    15/07/2019    4 recensioni
Dopo essersi unita al suo Christopher nel sacro vincolo del matrimonio, Kaleia è felice. La cerimonia è stata per lei un vero sogno, e ancora incredula, è ancora in viaggio verso un nuovo bosco. Lascia indietro la vecchia vita, per uscire nuovamente dalla propria crisalide ed evolvere, abituandosi lentamente a quella nuova. Memore delle tempeste che ha affrontato, sa che le ci vorrà tempo, e mentre il suo legame con l'amato protettore complica le cose, forse una speranza è nascosta nell'accogliente Giardino di Eltaria. Se avrà fortuna, la pace l'accompagnerà ancora, ma in ogni caso, seguitela nell'avventura che la condurrà alla libertà.
(Seguito di: Luce e ombra: Essere o non essere)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Luce e ombra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Luce-e-ombra-III-mod
 
Capitolo XIV
 
Memorie mai vissute
 
Ancora una volta, una nuova alba. L’ormai conosciuto e ripetitivo gioco astrale di sole e luna aveva avuto inizio e fine, e con essa, il re del cielo aveva ritrovato il suo posto in quel così vasto regno, oggi terso e per fortuna libero dalla pioggia. Dopo l’incontro con Amelie, degenerato quasi in scontro, Christopher ed io non c’eravamo arresi, e come noi, neanche i nostri amici. Il viaggio verso casa sembrava ora più lungo del solito, ma non ci importava. Il tempo scorreva lento, e con esso anche la strada che percorrevamo. Nulla di diverso da un semplice sentiero in terra battuta, probabile opera degli umani più curiosi di Eltaria, mossi dal desiderio di conoscere il mondo circostante, fatto da anni, secoli o forse millenni anche di creature magiche. Tranquilla, mi muovevo lentamente, e restando vicina a Christopher, osservavo il cielo sopra di noi. Chiare e leggere, alcune nuvole si lasciavano sospingere dal vento, e quasi senza volerlo, sorrisi. “Qualche pensiero, fatina?” mi chiese il mio amato, sfiorandomi appena la mano mentre camminava. “Un bel pensiero.” Risposi, sincera sia con lui che con me stessa. Alle mie parole, Christopher non ebbe reazione alcuna, eccezione fatta per un sorriso simile al mio, e in quel momento, forse a causa del sole che splendeva su di noi o della naturale bellezza che vantava ai miei occhi, appariva perfino più luminoso. “Ne sono felice.” Commentò soltanto, stringendosi a me con la noncuranza che i momenti insieme gli avevano insegnato a mostrare. La sua non voleva essere una mancanza di rispetto, ma ci amavamo, e loro ci conoscevano, ragion per cui, fermandosi a guardarci, Oberon e Isla annuirono, come a voler dare la loro approvazione. Incerta, mi voltai, avendo la fortuna e il piacere di notare che anche Sky non aveva nulla da ridire. Difatti, e a giudicare dalla serena espressione che aveva dipinta in volto, anche lei era felice per noi, tanto che fra un passo e l’altro intrecciò le dita a quelle del suo Noah. Nel silenzio, osservai anche Lucy, che sempre vicina a noi, ora ci trotterellava accanto. “Sono orgogliosa di te, di voi.” Disse, sorridendo e avvicinandosi per abbracciarmi. Lasciandola fare, ricambiai quel sorriso, e attimi più tardi, un suono squarciò l’aria. Colta alla sprovvista, alzai lo sguardo, e fu allora che lo vidi. Ranger, il falco di Noah, volava in cerchio proprio sopra le nostre teste, come a voler dare una sorta di avvertimento. Confusa, non seppi cosa dire né pensare, e voltandomi verso Sky, cercai aiuto. Era la sua fidanzata, a sua volta possedeva Midnight, un merlo, e benchè le due specie non fossero poi così simili, sperai che avesse delle spiegazioni. “Ne so quanto te.” Mi fece capire, muta e con il solo uso dello sguardo. “Sta calma, d’accordo, è solo qui per farci visita, e ti assicuro che è felice per voi quanto noi.” In quel momento, fu proprio la voce di Noah a distrarmi, e finalmente tranquilla, riuscii a rilassarmi. “Ha uno strano modo di dimostrarlo.” Commentai, ancora sorpresa e c’era da dirlo, anche spaventata. Stando ai miei ricordi, non vedevo quell’uccello solcare i cieli da molto, e lo stesso valeva per Midnight, ma mentre le lancette del tempo continuavano a muoversi senza sosta, mi divertivo a perdermi fra i miei pensieri e immaginare il loro futuro. Per quanto ne sapevo, Red era già padre, e anche Bucky aveva avuto una famiglia, ragion per cui era logico pensare che dopo la stagione degli amori, anche loro avessero avuto quella fortuna. Scuotendo la testa, tornai a concentrarmi sul presente e sul mio cammino, e proprio lì, a pochi metri da me, un dettaglio. A prima vista, un petalo di un fiore, e a una seconda occhiata, non certo uno qualsiasi. “Kaleia, guarda.” Mi pregò Sky, indicando quel preciso punto del sentiero colorato di un pallido rosa. Obbedendo a quella sorta di ordine, feci ciò che mi era stato chiesto, e in quell’istante, tutto mi fu chiaro. “Un fiore di ciliegio?” azzardai, meravigliata ma confusa da quella scoperta. “Sì, e pare che Ranger l’abbia pescato proprio per te.” Rispose subito Noah, fiero del suo compagno piumato, affidando un sorriso al cielo poco prima di richiamarlo a sé. Nello spazio di un momento, un fischio riunì falco e umano, e tutti insieme, continuammo per quella strada. Come sempre, il tempo scorreva, e di minuto in minuto, il viaggio sembrava allungarsi. Non avevo fretta di tornare a casa, e guardandomi intorno, dovevo ammettere di sentirmi davvero bene, forse per la prima volta nella mia vita. Era bello stare con i miei amici, scherzare con loro e lasciarmi prendere dall’euforia dei nostri momenti, che solo qualcuno più in alto di noi sapeva quanto sarebbero durati. Conoscendomi, sapevo bene che il pessimismo non era mai stato una parte di me, ma non potevo certo negare che il tempo passato al fianco di Christopher mi avesse insegnato qualcosa. Sentendomi parlare, in molti mi avrebbero dato dell’inguaribile romantica, o continuato a proteggere e far valere idee secondo le quali io e lui non avremmo neanche dovuto dare inizio a una relazione a loro dire sbagliata quanto la nostra, ma ci amavamo, e per noi quella era l’unica cosa a contare. Camminando, mi guardavo indietro anche metaforicamente, ed era allora che capivo. Non ero sola, io e Christopher non lo eravamo mai stati. Per tutto questo tempo non avevamo avuto altro che supporto da chi ci amava, e ora che anche la ninfa Amelie ci aveva accettato, io e lui potevamo dirci contenti e orgogliosi di noi stessi e di tutte le battaglie che avevamo combattuto. La sorta di profezia che avevo sentito da Aster era piena di incognite e mi lasciava piena di dubbi, ma almeno per ora non volevo pensarci. Passo dopo passo, Eltaria si avvicinava, e quando finalmente rimisi piede sull’acciottolato cittadino, conservando quel fiore di ciliegio nella tasca della veste, mi fermai, cercando per un attimo la mano di Christopher. La nostra meta era chiara, e presto saremmo arrivati a casa, ma se c’era una cosa che volevo fare era varcare quella soglia assieme a lui. Voltandomi a guardarlo, lo sentii stringermi la mano, e scossa da un brivido, non resistetti oltre, baciandolo. Di nuovo, e come sempre, dimentica di tutto e tutti. Tenera e adorabilmente appiccicosa, Lune ci era rimasta accanto, e separandosi dai genitori che ancora la cercavano, si fermò a guardarci, avendo per noi una sola domanda. “Scuola?” ci chiese, timida e triste all’idea di vederci andar via. Mantenendo il silenzio, sentii il cuore sciogliersi, e abbassandomi al suo livello, le parlai, posandole una mano sulla spalla. “Lunie, io non devo andare a scuola, ma alla tua età tu sì, e presto, fidati di me. Ti farai tanti amici, conoscerai elfi, folletti e fatine, e sarà come se io non ti avessi mai lasciato. Ora va dalla mamma, avanti.” Le dissi soltanto, rassicurandola e stringendola in un delicato abbraccio prima di lasciarla andare. Annuendo, la pixie ascoltò il mio consiglio, e correndo verso la madre, si lasciò sollevare, sentendo i piedini staccarsi da terra e guardando il mondo da un’altra prospettiva. Con le lacrime agli occhi, salutai i miei amici, e con loro anche Sky e mia madre, che ancora sprovviste di una casa nei dintorni, si ritrovarono costrette a tornare a Primedia. Non volevo, al solo pensiero mi piangeva il cuore, ma per quanto la detestassi, quella era la realtà. Così, in quel mattino ancora pieno di sole e prossimo a sfumare in pomeriggio, aprii la porta di casa con un solo giro della chiave e una lieve spinta, ed entrando, presi posto sul divano. “Sono a casa.” Pensai, non appena i miei muscoli si rilassarono. Felice quanto e forse più di me, Christopher non si fece attendere, e unendosi a me, mi abbracciò, tenendomi stretta e facendomi sentire al sicuro. “Allora, a cos’è che pensavi là fuori?” mi chiese poi, serio e dolce al tempo stesso, riuscendo a cogliermi impreparata. Tanto interdetta quanto imbarazzata, mantenni il silenzio, e con un leggero tremito a scuotermi il corpo, mi morsi un labbro. Eravamo sposati, ed era vero, ma anche se i dubbi che ancora avevo vertevano su altro, per un istante parlarne mi sembrò assurdo. Sempre sincera sia con lui che con me stessa, non volevo rovinare quel momento di quiete e calma fra di noi, ma quando la sua mano si posò sulla mia spalla, e l’altra si strinse alla mia infondendomi il coraggio che mi mancava, mi decisi. “A noi, Chris. A noi e al fatto che finalmente possiamo essere noi stessi.” Ammisi, calma e non più ansiosa e con il cuore e la mente liberi da un peso che trasportavo da ormai troppo tempo. “Finalmente è proprio la parola giusta, sai, fatina mia?” mi chiese lui in risposta, con un sorriso furbo  a increspargli le labbra. Annuendo, non dissi altro, e veloce, coprii le sue labbra con le mie, assaporando ogni secondo di quel contatto, avida dell’amore e delle attenzioni che la mia insicurezza mi aveva impedito di godermi davvero. Intuendo il mio volere, Christopher sorrise, e divertito, mi morse le labbra con malizia e gioco insieme. “Kaleia…” mi chiamò, quasi senza fiato. “Sì?” risposi appena, con il cuore in tumulto e il corpo di nuovo scosso dai tremiti. “Amore, sei fantastica.” Replicò, non riuscendo a smettere di sorridere e baciandomi ancora, mentre con mani abili mi accarezzava la schiena e i capelli. Rapita dal suo sguardo e da quel modo di fare, mi lasciavo amare e modellare come creta, e staccandomi quasi di malavoglia, respirai a fondo. “Ti amo, mio custode.” Gli sussurrai a fior di labbra, avvicinandomi pur senza toccarle davvero. “Ti amo anch’io, mia splendida fata. Tantissimo.” Quella sua unica risposta, preludio dell’ennesimo, dolce, caldo e tenero bacio che ci unì in quel pomeriggio di sole e speranze, e che giunte la sera e poi la notte, ci avvicinò come mai prima di allora. Di attimo in attimo, le nostre effusione si intensificarono, e completamente concentrati l’uno sull’altra, non avevamo intenzione di fermarci. Innamorata, lo lasciai fare senza sottrarmi, e all’improvviso, la sua prossima mossa mi tolse il respiro. Deciso, Christopher mi prese per mano, e convincendomi ad alzarmi, mi sollevò da terra. Sorpresa, lottai per dominare i tremori di quel momento, e fidandomi, attesi. Ad occhi chiusi come una bimba in attesa di un regalo, fremendo d’impazienza per quello che sarebbe accaduto nei momenti a venire. Quando li riaprii, felice ed eccitata, assistetti alla conferma delle mie speranze. Ancora fra le braccia di Christopher, mi stringevo a lui con la folle paura di cadere, ma quando questo non accadde e mi adagiò sulla fresca coperta, gli sorrisi. “Chris, no… aspetta.” Pregai, incerta e nervosa. Lo amavo, lo amavo davvero, e quelle effusioni avevano acceso in me desideri inequivocabili, ma ancora una volta, ecco che esitavo. Nel tentativo di calmarmi, portai la mano al petto, scoprendo solo allora la velocità con cui il mio cuore stesse battendo. Paziente e preoccupato al tempo stesso, il mio amato rimase a guardarmi, e conscio dei miei desideri, depose un solo bacio sulla mia guancia. “Non faremo nulla che non vorrai, tesoro.” Disse poi, rassicurandomi come solo lui sapeva fare. Rinfrancata da quelle parole, gli rivolsi un ennesimo sorriso, e chiudendo gli occhi, calmai la mente e il cuore, preparandomi a quello che sarebbe stato uno dei momenti più importanti della mia vita. Non l’unico, poiché ero certa che ce ne sarebbero stati altri, e da quella notte in poi, tutti al fianco dell’uomo che ero orgogliosa di poter chiamare mio marito. “Kia, no, non farlo.” Mi avvisò, serio. “C’è una cosa che devi vedere.” Aggiunse poco dopo, sorprendendomi come mai prima. Spinta dalla curiosità e dal mio amore per lui, tornai a guardarlo, e in quel preciso istante, qualcosa di totalmente inaspettato. Sempre lui, sempre il mio Christopher, ma quella notte sotto una luce diversa, e non solo a causa della fioca luce della lampada sullo scrittoio poco distante. Emozionata, non seppi cosa dire, e camminando lentamente, mi si avvicinò con la brama negli occhi. Appariva calmo, si sforzava di esserlo, ma gli ormai quasi tre anni al suo fianco mi avevano insegnato molte cose, e ora sapevo, sentivo che come anche lui non attendeva altro. Nel suo sguardo c’era malizia, ma non certo sadismo né perversione, e onorata del mio posto accanto a lui, sollevai una mano per accarezzargli il viso. Lenta, la mia mano si mosse sulla sua guancia, e per tutta risposta, le mie ali si mossero da sole, spargendo attorno a noi una luce argentata. “È uno dei tuoi poteri o sei soltanto felice di vedermi?” sussurrò appena, per poi scivolare nel silenzio in attesa di una mia risposta. Colta alla sprovvista, tacqui a mia volta, e sfiorandomi il mento con due dita, costrinse i nostri sguardi ad incrociarsi. Silenziosa, quasi non respiravo, e il mio cuore aveva ripreso a battere come impazzito, non volendo saperne di smetterla. Sopraffatta da quei sentimenti, boccheggiai alla ricerca d’aria e parole, e quando finalmente le trovai, queste fuggirono dalle mie labbra senza che potessi controllarle. “N-Non lo so, la mia magia…” balbettai, insicura. “Kia, tesoro, non ci hai mai pensato? È l’amore, è quella la vera magia. Tutto questo succede perché mi ami.” Spiegò, ricambiando la carezza che gli avevo regalato e facendo uso di una calma a dir poco mostruosa. “Quindi?” azzardai, confusa. “Guarda. Dammi la mano e guarda.” Rispose lui di rimando, più serio di prima e con un dolcissimo sorriso ancora sulle labbra. Annuendo, feci ciò che mi era stato chiesto, e in un attimo, la mia mano, al sicuro nella sua, si avventurò sulla sua nuda pelle. In silenzio, non avvertii altro che il suo calore, e all’improvviso, qualcosa di diverso. Aguzzando la vista, tentai di indagare, e guidata dai miei sentimenti, diedi voce a una sola domanda. “Chris… da quando?” parole che pronunciai senza il coraggio di finire quella frase, di fronte alle quali il mio amato sorrise con fare quasi paterno. “Da anni, piccola mia. Non tutti i protettori scelgono di averne uno, ma io sì.” Rispose infatti, dissipando ogni mio dubbio e zittendomi con un bacio. Calma, godetti del contatto delle nostre labbra per infiniti secondi, e soddisfatta, mi staccai da lui. “Amore, ma è… è meraviglioso, non credevo che…” soffiai, balbettando ancora e non provando altro che vergogna. “Sai una cosa, amore? Neanch’io. Non ne ero sicuro, ma sei stata tu. Tu mi hai aiutato a decidere.” Rivelò lui in quel momento, prendendomi la mano e portandosela alle labbra per baciarla con dolcezza. Sorpresa, lo lasciai fare, e ormai senza parole, non potei far altro che fissare quel tatuaggio. Piccolo eppure pieno di significato, era impresso proprio accanto al suo cuore, e raffigurava, insieme, una spada e una rosa. Ad essere sincera, ricordavo ancora un parallelismo simile, dove io ero la rosa e lui la spina, ma ora era tutto diverso, potevo vivere davvero senza nascondere i miei sentimenti, sicura che lui mi avrebbe protetta e sostenuta nelle mie debolezze, proprio come i due disegni lasciavano intendere. Accarezzando quel simbolo, indietreggiai, lasciandomi ricadere sul materasso. “Pronta, mia fata?” mi chiese allora Christopher, calmo e deciso al tempo stesso. “Pronta, custode.” Non tardai a rispondere, allargando le braccia per accoglierlo e vivere con lui il resto di quella magica notte. Non avendo occhi che per me, il mio amato non attese oltre, e di lì a poco, tutto accadde con disarmante lentezza. Una scia di roventi baci e lascive carezze si avventurarono prima sul mio collo e poi sul resto del mio corpo, e mentre il tempo sembrava fermo e il buio della notte era nostro compagno, io mi irrigidivo senza volerlo, dando voce e vita a gemiti di vero amore. Dapprima lievi, poi sempre più forti, in corrispondenza alle azioni del mio amato, che agendo con calma, si preparava a farmi sua nello stesso modo in cui mi baciava e stringeva a sé quando eravamo insieme, ossia in modo tenero e paziente, anche quando, ormai lungi dal cambiare idea, prese possesso di me per quella che sapevo essere la prima volta. Forse solo la mia, forse di entrambi, ma in ogni caso stupenda. Così, fra indecisioni e sentimenti, divenni sua, per poi addormentarmi al suo fianco e rifugiarmi fra le sue braccia, sussurrando prima di addormentarmi mille parole d’amore. “Ti amo.” Soffiai con dolcezza, ancora persa nella quiete di una veglia prossima a mutare in sonno. “Ti amo anch’io, Kaleia, anch’io.” Mi rispose il mio Christopher, stringendomi a sé e accarezzandomi i capelli, esausto dopo l’amore e le rivelazioni di quella notte. Sfinita, mi abbandonai infine fra le sue braccia, giungendo le mani in preghiera e sperando ardentemente che la forza  e la profondità del nostro amore mi restituisse il coraggio e la forza d’animo che credevo perse, così che potessi davvero concentrarmi sul mio avvenire e non su ciò che notavo grazie alla sempre spensierata infanzia delle mie amiche pixie, per me divisa in scorci di passato e memorie mai vissute.     
 
 
Saluto tutti i miei lettori in questa sera d'estate. Come avete visto, i nostri due innamoratissimi Christopher e Kaleia si sono abbandonati alla passione, per la prima volta,e insieme. Se ora lei ha abbandonato definitivamente le insicurezze, lui le ha rivelato il segreto di un tatuaggio dal significato profondo quanto il loro amore. Ci rivedremo nel prossimo capitolo, ma intanto grazie come sempre del vostro supporto, ed ecco una foto per i più curiosi fra voi,
 
Emmastory :)
 
 
Christopher-s-tattoo
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Emmastory