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Autore: Eilan21    07/10/2019    4 recensioni
Cosa vuol dire essere regina di un regno diviso, ambito da cristiani e infedeli e al centro di lotte per il potere e per le sue incommensurabili ricchezze? Cosa vuol dire sposare l'uomo più potente del mondo per salvare quel regno, un uomo geniale e intelligente, ma anche freddo e calcolatore? Regina a soli pochi giorni di vita, Imperatrice pochi anni più tardi, Yolande si trova ad essere la pedina di una lotta di potere più grande di lei. Questa è la storia di Isabella di Gerusalemme, moglie di Federico II di Svevia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
Capitoli:
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Yolande aveva percorso il tratto di mare tra Gerusalemme e Cipro più di una volta nella sua vita e non pativa particolarmente il mal di mare, certamente non come molte sue dame che, in balia delle onde, trascorrevano tutto il tempo sotto coperta, sdraiate e sofferenti nelle loro cabine.

Ma fu lo stesso segretamente grata quando avvistarono terra. Già da lontano i contorni dell’isola apparvero inconfondibili e familiari ai suoi occhi: il porto della grande città di Kyrenia, la capitale, su cui primeggiava l’imponente fortezza bizantina affacciata sul mare, dalle torri squadrate, puntellate di feritoie per gli arcieri, e dalla pianta a forma di ferro di cavallo. Il castello era situato in un punto strategico per respingere gli attacchi dei nemici, e infatti l'isola non era mai stata conquistata in tutta la sua storia. Cipro rappresentava un punto strategico per i commerci e gli scambi tra l’occidente e Outremer e aveva fatto gola a molti. Per questo ogni costa dell’isola era costellata di rocche e fortezze che ne difendevano il perimetro grazie alle loro mura alte, massicce e prive di appigli, e alle loro posizioni costiere, aiutate da torri che alle loro spalle svettavano sulla cima delle montagne, affidabili come sentinelle silenziose. A Yolande piaceva quell’isola, per certi aspetti molto diversa dal suo regno, per altri molto simile. Gerusalemme affacciava sul mare, ma era circondata dal deserto; il suo clima era perennemente torrido e le brezze che lo battevano aspre e calde. Cipro possedeva un clima più mite, costiero, attraversato da brezze marine, umide e salmastre. La sua vegetazione era ricca di boschi e l’entroterra quasi interamente montuoso, con le aspre rocce macchiate del verde degli alberi e dei cespugli in fiore.

La piccola Mariam, che non era mai stata sull’isola, aspirò a pieni polmoni. “Cos’è questo profumo?” esclamò eccitata.

Pino”, mormorò Yolande, socchiudendo appena gli occhi. “Pino e cipressi.”

E’ inconfondibile”, commentò Anais con un sorriso.

La flotta gettò le ancore al largo, mentre la nave maestra faceva il suo ingresso in porto fendendo le acque azzurre puntellate in lontananza di macchie più scure, laddove le rocce conferivano al mare un colore blu cobalto che sfumava nel turchese.

Yolande scese a terra con il suo seguito composto da nobili, dignitari, soldati e solo poche dame, tra cui la fedele cugina e Mariam, che non smetteva di guardarsi intorno rapita e le cui ciocche di capelli crespi stavano sfuggendo da sotto il velo.

La fortezza che dall’esterno appariva tanto minacciosa, austera e spoglia, all’interno era all’opposto: ampi cortili con grandi archi a decorarne le volte, palme che svettavano verso il cielo muovendosi dolcemente al vento e gelsomini che si arrampicavano sui muri. La regina Alix aveva portato con sé un pezzo di Gerusalemme - un pezzo di casa sua - quando aveva sposato il re ed era divenuta sovrana di Cipro.

Le porte della sala del trono si aprirono mentre un araldo annunciava solennemente: “Sua Grazia Isabella II, regina di Gerusalemme.”

Yolande avanzò nella stanza fino a fermarsi proprio ai piedi del trono, su cui sedeva la regina circondata dai suoi tre figli, simile a una chioccia che proteggeva i suoi pulcini. Sul trono più piccolo, accanto a lei, sedeva il suo nuovo marito con aria quasi smarrita, come se non facesse ancora parte di quel quadretto familiare e si sentisse lievemente a disagio.

La regina scese dal suo scranno e corse ad abbracciare la nipote con trasporto.

Mia cara”, le disse stringendola a sé. “Come sei cresciuta! Eri ancora una bambina l’ultima volta che ti ho vista ed ora sei sposata e in procinto di raggiungere tuo marito. Mi sento così vecchia!”

Tu mai, zia Alix. Sei sempre così bella e giovane”, rispose Yolande asciugandosi una piccola lacrima di commozione. Alix era quanto di più simile a una madre avesse mai conosciuto e l’affetto per lei era profondo e sincero, ricambiato da quella zia che l’aveva sempre trattata come una dei suoi figli.

Minore di tre anni di sua madre Marie, Alix era figlia di sua nonna Isabella e del suo terzo marito, il Conte di Champagne. Era andata in sposa al re di Cipro, che l’aveva lasciata vedova nel 1218. A trent’anni era davvero ancora giovane e molto bella, Yolande non lo aveva detto solo per cortesia.

I tre giovani cugini le andarono incontro e la salutarono a turno. Marie, la primogenita, aveva pressappoco la sua età e assomigliava a sua madre, con portamento fiero e sguardo attento. La sua omonima Isabelle aveva nove anni e la salutò con calore e senza timidezza. L’ultimogenito, Henri, di otto anni, era schivo e silenzioso, forse troppo grande per stare attaccato alle sottane della madre, come in effetti faceva. Ma era chiaro che Alix era molto protettiva nei confronti di questo unico figlio maschio, re di Cipro da quando era in fasce. Sua zia aveva combattuto molto per ottenere la reggenza del regno alla morte del marito, ma governava con successo e polso fermo da otto anni, affiancata da sempre dal cancelliere del regno, Philippe d’Ibelin.

Ti presento mio marito, Boemondo”, aggiunse Alix facendo un gesto verso il giovane che si era appena alzato e si chinava a baciarle la mano.

Vostra Grazia… è un onore.

Vi conosco di fama naturalmente, messere”, disse Yolande cortesemente. “Vostra sorella Marie è una delle mie più care amiche e una tra le mie più leali dame. Mi ha parlato tanto di voi e delle vostre imprese.”

Boemondo assomigliava molto alla sua altezzosa sorella minore e ne condivideva il bell’aspetto, ma Yolande non era sicura che avesse altrettanto carattere, nonostante fosse l’erede del principato di Antiochia e ora nuovo principe consorte di Cipro. In ogni caso da come sua zia guardava il suo nuovo marito, di qualche anno più giovane di lei, era evidente che ne fosse innamorata. La loro era più che una mera unione politica studiata a tavolino: si era trasformata in qualcosa di più, almeno da parte della regina.


Alix aveva organizzato un banchetto per dare il benvenuto a sua nipote e alla delegazione di Gerusalemme e di Sicilia che aveva messo piede sulle sue sponde, e non aveva badato a spese, invitando molti nobili del suo regno e ostentando tutta la ricchezza della sua piccola ma florida isola.

Yolande aveva avuto lo scranno d’onore accanto a sua zia e al suo consorte, affiancata dall’Arcivescovo di Capua e dagli altri suoi nobili e dignitari. A fianco di Boemondo sedeva il Cancellierie di Cipro, Philippe d’Ibelin, un uomo alto e magro dai capelli grigi. Yolande lo osservò per qualche momento, mentre sorseggiava una coppa di vino. L’uomo sembrava assente, lo sguardo adombrato e la fronte corrugata. Si chiese cosa passasse per i suoi pensieri, e perché in quell’occasione che tutti sembravano considerare festosa lui non si divertisse affatto, nonostante il cibo abbondante, il vino che scorreva a fiumi, le canzoni dei menestrelli e le buffonate dei giullari.

Tutto bene?”, le chiese Anais poggiandole una mano sul braccio e facendola trasalire. “Sembri assorta nei tuoi pensieri.”

Non è niente”, rispose lei con un sorriso rassicurante. Poi accettò l’invito di un nobile siciliano a ballare e non pensò più allo strano sguardo di Ibelin.


Ebbe la risposta alla sua tacita domanda quella sera, quando nel castello immerso nel silenzio, Yolande se ne stava in camera sua ed Eufemie la preparava per la notte. Sua zia Alix venne a trovarla nel bel mezzo della sua toeletta. Anche se non era ancora abbigliata per la notte, indossava una veste da camera morbida di colore verde scuro, che si intonava alla sua carnagione chiara e alla morbida treccia bionda che le scendeva elegantemente sulla spalla.

Sei molto stanca?” le chiese. “Non troppo per una partita a scacchi spero…”

Yolande sorrise. Era stata sua zia ad impratichirla in quel gioco che era la sua grande passione. In occasione del suo settimo compleanno le aveva fatto dono di una scacchiera d’ebano, i cui pezzi erano intagliati con le sembianze di Riccardo Cuor di Leone e i suoi crociati per i bianchi, e di Saladino e le sue schiere per i neri. Le sembrò di essere ritornata bambina mentre, seduta al tavolino davanti al camino spento, muoveva le pedine d’alabastro sulla scacchiera, chiacchierando e confidandosi con Alix come aveva sempre fatto.

Allora… sei preoccupata per questo matrimonio?”

Yolande sorrise nervosamente. “Sì”, ammise senza tanti giri di parole. “Mentirei se dicessi il contrario. D’altronde tutti sanno quali siano le inclinazioni di mio marito.”

Alix rimase in silenzio qualche momento, assorta. “Non sei una sciocca, nipote mia. Non ti ho mai mentito e non vedo la necessità di iniziare ora. Hai ragione su Federico, ma io confido che vedrà in te ciò che vedono coloro che ti amano. Me per prima.”

Allungò una mano attraverso la scacchiera e prese quella di Yolande. Lei ci si aggrappò come avrebbe voluto fare ogni giorno della sua vita, come se quella mano fosse l’ancora di salvezza di cui aveva avuto sempre bisogno e la bussola che l’avrebbe guidata attraverso il mare in tempesta che incombeva all’orizzonte.

Dimmi una cosa: cos’era quell’espressione sul volto di Ibelin stasera?”

L’hai notata vero? Immaginavo di non poterti nascondere a lungo le mie angustie e le nubi che si stanno addensando sul mio regno. Sei troppo sveglia, hai preso da me.”

E’ così grave, dunque?” chiese Yolande.

Alix alzò le spalle. “Spero di no. Ma Ibelin sta sfidando la mia autorità. Vuole la reggenza del regno che è mia fin dalla morte di mio marito. Vuole sfidarmi e la cosa mi sta facendo impazzire. Ma devo mantenere la calma, perché se lascio il timone di questa nave affonderà e non posso contare su nessun altro per la sopravvivenza di Cipro.”

E tuo marito?”

Alix sospirò e si passò le mani sul volto. “E’ per lui che sto affrontando il tradimento di Philippe. Per affidare la cancelleria del regno a Boemondo. Ecco quello che Philippe non mi perdona, ecco perché vuole prendersi tutto.”

Lo ami molto?”

Yolande si stupì nel vedere sua zia, normalmente misurata e dignitosa, arrossire come una ragazzina.

Il nostro è stato un matrimonio politico, come lo è stato quello con il mio primo marito, Hughes, ma è stato con Boemondo che ho scoperto il significato della parola amore. Mi ha chiesto di concedergli la cancelleria di Cipro e non posso dirgli di no.”

Yolande si chiese se sua zia non stesse mettendo in gioco troppo per Boemondo. Rischiava addirittura di perdere la reggenza per lui e per le sue ambizioni. Che l’amore la stesse spingendo a compiere mosse incaute e precipitose? Ed era poi un amore corrisposto o c’era solo del calcolo nelle mosse di Boemondo?

Credi che potrebbe accadere anche tra me e Federico?”, azzardò speranzosa Yolande. “Che possa nascere un sentimento sincero?”

Alix sembrò strappata alle sue riflessioni dalla voce della nipote. “Ma certo mia cara, come vedi il Signore riserva sorprese anche in matrimoni puramente dinastici”, la rassicurò distrattamente.


I giorni trascorsi a Cipro furono gioiosi e spensierati per Yolande, ma anche stranamente per le sue dame, in particolare per Anais, che sembrava improvvisamente meno entusiasta di lei di arrivare in Puglia. O forse, pensò Yolande, lo era sempre stata e lei era stata troppo presa dai suoi personali timori per rendersene conto.

Sua zia Alix aveva organizzato diversi intrattenimenti per lei e il suo seguito, e da perfetta sovrana qual’era non aveva mai manifestato in pubblico alcun segno della difficile situazione politica che animava la corte, tra i nobili schierati dalla parte della regina e di Boemondo, e quelli avversi allo straniero e fedeli a Philippe. Eppure Yolande era sicura che quello stato di incertezza doveva pesare molto sul suo cuore, più di quanto lei avesse dato a vedere quando avevano toccato l’argomento.

Chi dovrà prendere la decisione finale?” chiese Yolande ad Alix un giorno in cui, con poco seguito, si erano addentrati nei boschi a est di Kyrenia per una caccia con il falco.

La giovane regina di Gerusalemme era stata entusiasta di quell’occasione per far volare il suo girifalco, ma anche gli altri suoi falchi che erano rimasti fin troppo tempo nelle voliere. Il paggio saraceno le porse il grande falcone bianco, che passò da un guanto a un altro affondando gli artigli nel cuoio e sbattendo le grandi ali. Per evitare di venire inavvertitamente colpita in viso, Yolande si voltò e osservò Mariam: quella mattina l'aveva condotta con sé alla voliera e le aveva regalato uno dei suoi falchetti dal piumaggio lucente spruzzato di grigio e marrone, che la ragazzina teneva ora sul guanto di cuoio con infantile orgoglio. Anais invece sfoggiava un bellissimo sparviero, simile a quello che anche la regina Alix aveva con sé. Seguendo i falchi e i loro percorsi di caccia il gruppo si era inerpicato lungo il fianco della montagna fino a giungere in cima e aveva sostato alla torretta di guardia: da lassù la vista era splendida ed abbracciava gran parte del versante orientale dell’isola e del suo mare blu zaffiro.

Il Papa”, le rispose Alix con lo sguardo fisso nel cielo punteggiato di morbide nuvole bianche alla ricerca di un segno del ritorno del suo falcone. “La questione è nelle sue mani già da un mese. Sarà lui che dovrà esprimersi in mio favore o a favore di Philippe.”

Sei preoccupata per il suo giudizio? Vorrei tanto poterti aiutare in qualche modo…”

Forse puoi”, disse lei guardandola negli occhi.

Se intendi che dovrei rivolgermi a Federico, temo che speri invano. Lui è l’ultima persona che Onorio ascolterebbe. Non ha alcuna influenza sul Papa.”

Lo so bene nipote mia, non sono una sciocca. Conosco le posizioni anticlericali di tuo marito. Era a tuo padre che pensavo, lui è tenuto in gran considerazione da Sua Santità. Gli consegneresti una lettera da parte mia in cui gli spiego la situazione e chiedo il suo appoggio? Porta dalle mani della sua adorata figlia potrebbe forse avere più peso.”

Yolande sorrise, allungando una mano inguantata e poggiandola su quella di sua zia, che stringeva nervosamente le redini del cavallo.

Qualsiasi cosa posso fare per te, zia, sai che la farò.”

La regina sorrise di rimando, sospirando come se un po’ della tensione presente in lei si fosse allentata.

Ho visto che Anais ha scelto di essere al tuo fianco anche in questo viaggio…”, commentò dopo qualche minuto di silenzio.

Non mi avrebbe lasciata per niente al mondo”, rispose Yolande prendendo la preda che il suo falco le offriva e porgendola al suo paggio perché la riponesse nel carniere, senza dimenticare di dare all’animale il boccone migliore. “Mi fido di lei più di chiunque altro – insieme a te zia, s’intende.”

Se ha scelto di trovarsi faccia a faccia con il nemico della sua famiglia pur di starti vicina, puoi star certa che ti ama molto.”

Cosa intendi dire?”

Non ti hanno mai raccontato la storia della famiglia materna di Anais? La famiglia di Federico, gli Hoenstahufen, ha spodestato dal trono di Sicilia gli Altavilla. Enrico, il padre di tuo marito, usurpò il trono allo zio materno di Anais, Guglielmo, costringendo la sua famiglia alla prigionia e poi all'esilio in Francia, dove poi Albiria sposò tuo zio Gautier. E il giovane re Guglielmo fu castrato ed accecato per ordine di Enrico, un uomo a dir poco crudele, così che non potesse più generare eredi e reclamare quel trono ingiustamente sottrattogli.”

Yolande ascoltò inorrdita l'enumerazione di quel lungo elenco di atrocità che Anais doveva conoscere bene, ma che non aveva mai espresso di fronte a lei, tenendo tutto per sé fin dal momento in cui aveva saputo che lei era stata promessa a Federico. Se prima aveva attribuito grande importanza all’affetto e alla lealtà che Anais le dimostrava, ora acquisivano ancora più valore alla luce di quelle rivelazioni. Forse ora comprendeva in parte la ragione per cui sua cugina non aveva fretta di trovarsi faccia a faccia con l'imperatore.


Lasciare Cipro e sua zia Alix, all’alba di una settimana più tardi, fu forse ancora più difficile che lasciare Gerusalemme. Yolande stava lasciando l’unica madre che avesse mai conosciuto e non si vergognò di piangere a calde lacrime, con Anais che la teneva stretta mentre i singhiozzi la squassavano.



Nota dell'autrice: Ciao a tutti, spero che il capitolo, anche se di passaggio, vi sia piaciuto. Ci tenevo a raccontare la tappa, realmente avvenuta, di Yolande da sua zia Alix, personaggio che ritengo importante nella sua storia personale, in quanto il fatto che Yolande abbia lasciato l'isola in lacrime è storicamente vero; per cui ho immaginato che questa zia per lei fosse una figura fondamentale, forse una sostituta della madre mai conosciuta. È anche l'occasione per lei di scoprire qualcosa di più sui rapporti che intercorrono tra la famiglia di Anais e quella di Federico – un passato non facile (sul fatto che Enrico, padre di Federico, fosse un uomo estremamente crudele ne sono piene le pagine dei cronisti, come dimostra anche il suo trattamento della famiglia Altavilla – nonostante sua moglie Costanza fosse anche lei un'Altavilla). Nel prossimo finalmente i due sposi si conosceranno di persona... ci saranno sorprese?

Grazie a tutti coloro che recensiscono/seguono/leggono

Alla prossima

Eilan


   
 
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