Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
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Autore: Mary P_Stark    26/11/2019    1 recensioni
Una serie di OS dedicate ai personaggi della Trilogia della Luna. Qui raccoglierò le avventure, i segreti e le speranze di Brianna, Duncan, Alec e tutti gli altri personaggi facenti parte dell'universo di licantropi di cui vi ho narrato in "Figli della Luna", "Vendetta al chiaro di Luna", "All'ombra dell'eclissi" e "Avventura al chiaro di Luna" - AVVERTENZA: prima di leggere queste OS, è preferibile aver letto prima tutta la trilogia + lo Spin Off di Cecily
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'TRILOGIA DELLA LUNA'
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Epilogo.
 
 
 
 
Ingobbito e coperto da un cappello dei New York Yankees ben calato sulle onde castane, Tyler seguì dubbioso Elizabeth lungo un corridoio illuminato da luci a led e, forse per l’ennesima volta, borbottò: «Ma sei sicura che posso venire?»

«Non succederà niente. Anzi, onestamente, a te non spetterà neppure la millesima parte delle sorprese che sono spettate a me nell’ultima settimana a questa parte» sottolineò per contro Beth, sorridendo divertita di fronte alla sua ansia.

Dopo lo straordinario incontro avvenuto al Vigrond, Elizabeth aveva avuto modo di conoscere la völva – o veggente – del branco di Bradford, il marito berserkr e il loro apparentemente arcigno Fenrir.

Chissà come, dopo aver conosciuto il vero Fenrir in carne, ossa e pelo, la vista di un uomo-orso, per quanto affascinante e misterioso, l’aveva lasciata assai tiepida.

O la sua mente si era assuefatta a causa dei troppi traumi, e sarebbe esplosa entro il prossimo mese, oppure il contatto con una creatura mitica l’aveva sbloccata a livello inconscio.

Quale che fosse il motivo, aveva apprezzato moltissimo le parole di Thor e di Beverly, così come le laconiche parole di Fenrir di Bradford che, con una scrollata di spalle, si era dichiarato disposto a credere a William e Brianna.

Perché avessero deciso di chiamarli, non era stato spiegato a Elizabeth, ma lei aveva gradito la visita, poiché questo le aveva permesso di fare proprio un altro pezzettino del mondo di Tyler.

Più si addentrava all’interno della Tana del Biancolupo, come l’aveva ribattezzata simpaticamente tra sé, più trovava quel mondo affascinante e, tutto sommato, nelle sue corde.

Fu anche per questo che, quando infine bussò alla porta del suo capo-sezione, si sentì quasi spiacente per lui. Nessuno dei suoi ex compagni avrebbe mai potuto conoscere la bellezza insita in quel mondo che, altri prima di loro, avevano insegnato a odiare.

«Avanti» gorgogliò una voce al di là di una porta a vetri satinati.

Beth sorrise spontaneamente e Tyler, cercando di farsi piccolo piccolo – non che il suo metro e ottantasette lo permettesse molto – la seguì all’interno di uno studio ampio, dalle tinte tenui e ampie vetrate coperte da veneziane.

Dopo essersi chiusa la porta alle spalle, la ragazza esordì dicendo: «Spero non ti spiaccia se ho fatto venire anche lui.»

«Assolutamente no. Se ti sei fidata a parlargli di noi, merita anche la mia fiducia. So che sei sempre stata assennata, perciò va bene. Mi spiace soltanto che, questo incontro, coincida con il tuo ritiro, ma capisco che tu voglia aprirti nuove strade, che comprendono un brav’uomo e, forse in futuro, anche dei figli» chiosò l’uomo cinquantenne e dalla forte stempiatura che stava sorridendo a Beth da dietro un’ampia scrivania.

Ciò detto, allungò una mano verso Tyler, che lui strinse in fretta e il più delicatamente possibile. La sua temperatura corporea era più alta di un normale essere umano ma, essendo una giornata assai calda, sarebbe stato un particolare trascurabile. Forse.

Dopo averli invitati a sedersi, Johnatan Spengler – così si presentò l’uomo – disse con tono tranquillo: «Beth mi ha detto che intendete trasferirvi all’estero, una volta terminati gli studi. Immagino che essere dei giornalisti in erba complichi un po’ le cose.»

Tyler assentì e ammise: «L’idea era di fare i corrispondenti a Bruxelles per qualche testata minore. Tenere d’occhio il centro di potere della Comunità Europea e cose simili. Da lì in poi, vedremo. Per il momento, i contatti che abbiamo sembrano propendere per questo genere di progetto.»

L’uomo assentì soddisfatto, asserendo: «L’intraprendenza è il sale della vita, e mi fa piacere che la nostra Beth abbia trovato un compagno che voglia seguirla nella sua strada. Spero che ciò che ti ha detto riguardo a noi non ti abbia turbato troppo. Tendiamo a nascondere la verità per non far preoccupare inutilmente le persone.»

«Ho un retroterra che spaventerebbe più di un lupo, mi creda. Quando hai due genitori che si odiano a tal punto da distruggere la casa pur di ammazzare l’altro, ti abitui un po’ a tutto» mentì spudoratamente Tyler, attingendo ai racconti tragicomici di Puck riguardo a Oberon e Titania.

Vederlo a Walford House assieme a Syldar e a un carico di storie che avrebbero fatto accapponare la pelle anche all’uomo più coraggioso, lo aveva ispirato per creare dal nulla quella favella strappalacrime.

Gli occhi di Johnatan si fecero sinceramente spiacenti, e Tyler si ritrovò nella spiacevole situazione di sentirsi in colpa nei confronti di un Cacciatore. La vita poteva portarti di fronte a paradossi davvero assurdi.

«Conoscendo la situazione di Beth, speravo e pensavo non vi fosse di peggio, ma evidentemente mi fido troppo degli uomini. Capisco cosa intendi dire. A ben vedere, i licantropi possono davvero fare meno paura, visto che non li si ha in casa giorno dopo giorno» dichiarò spiacente l’uomo. «Se non altro, ti è capitata in sorte una gran brava ragazza. Credo compensi molto bene il vuoto creato dai tuoi genitori.»

«Assolutamente» annuì Tyler, grattandosi nervosamente una guancia di fronte allo sguardo pieno di comprensione dell’uomo.

«Non vi trattengo oltre, perché so che voi giovani amate essere attivi…» dichiarò a quel punto Johnatan, dandosi una pacchetta ironica sulla pancia prominente. «… ma ci tengo ad augurarvi tutta la fortuna del mondo. E’ stato un piacere lavorare con te, Beth. Fatti vedere, casomai dovessi ricapitare a Londra per lavoro, un domani.»

«Lo farò, se potrò» assentì Beth, stringendogli nuovamente la mano prima di uscire assieme a Tyler.

Nell’incamminarsi per uscire dallo stabile – un palazzo nel centro città pieno fino all’orlo di uffici di ogni declinazione e forma – Tyler sbuffò contrariato e borbottò: «Che schifo! Mi sento un verme per avergli mentito, il che è totalmente assurdo, se si pensa a chi è quel tizio in realtà!»

Scrollando le spalle con aria comprensiva, Beth replicò: «Era per questo che volevo tu lo conoscessi. John è una brava persona, al di là di quello che pensa di voi, ed è stato la figura maschile più vicina a un padre che io abbia mai avuto.»

Il giovane assentì, adombrandosi in viso al solo pensiero di cosa avesse dovuto passare la sua amata. Lui aveva mentito alla grande, ma Beth aveva davvero passato l’inferno, entro le mura domestiche, e questo l’aveva resa più forte per certi versi, ma anche più fragile.

Avvolgendole le spalle per riflesso, Tyler borbottò: «Beh, sono contento che tu abbia potuto appoggiarti a un uomo simile, anche se ti ha insegnato cose sbagliate. Si vedeva chiaramente quanto, la tua perdita, lo stesse toccando. Ti vuole veramente bene, al di là di tutto.»

Beth assentì e, mentre tornavano ad affogare nell’umidità dilagante della città – che, entro breve, si sarebbe trasformata in un forno a microonde – ammise: «So che Keath ha ragione nel dire che l’odio tra i due gruppi continuerà per sempre, ma persone come John, forse, potrebbero accettare un’altra realtà.»

«Con te è successo» ammiccò Tyler, dandole un bacio sulla tempia mentre camminavano tranquilli lungo il marciapiede. «Potrebbe succedere anche a qualcun altro, in futuro. Dopotutto, le sorprese sono sempre dietro l’angolo, no?»

Elizabeth non riuscì mai a rispondergli.

Non appena ebbero svoltato, Puck la abbracciò con veemenza, esclamando: «Ah! Non vedevo l’ora di vedervi uscire per sapere ogni cosa! Allora, com’è andato l’incontro? Hanno sospettato nulla? Devono…»

Letteralmente sballottata dal cugino elfo di William Darcy, Elizabeth riuscì in qualche modo a rispondere alle sue mille domande, mentre Cecily scuoteva il capo per l’esasperazione e William si scusava a più riprese.

Il tutto proseguì per diversi minuti, minuti intensi in cui la donna dovette familiarizzare anche con quella strana, curiosa parte della sua nuova famiglia allargata.

Mentre il gruppetto si allontanava per raggiungere la stazione – da cui sarebbero partiti per fare visita ai genitori di Tyler – Beth si ritrovò a pensare alle parole di Duncan McKalister.

Era proprio vero; quando conoscevi i licantropi, entravi a far parte di un’enorme, spettacolare famiglia. E lei non vedeva l’ora di conoscere tutti i suoi membri, strani o meno che fossero.







N.d.A.: ed ecco ciò che è successo ai nostri Tyler e Beth. A quanto pare, ci sono delle persone buone anche tra i Cacciatori, anche se queste sono state "deviate" contro i licantropi da false credenze. Come dice Tyler, se è successo a Beth di cambiare idea, potrà forse succedere ad altri in futuro. Staremo a vedere... per ora vi saluto e ringrazio! 
 
 
  
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