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Autore: Kim WinterNight    12/01/2020    13 recensioni
Dodici momenti, quattro musicisti.
A volte sono amici, altre volte si odiano.
A volte si scontrano, altre volte si amano.
L'unica costante è che non possono fare assolutamente a meno l'uno dell'altro.
- Raccolta nata per la sfida "12x12" lanciata da Soul Dolmayan qui su EFP.
- La prima storia, "La luna siamo noi", si è classificata SESTA a pari merito a "Il contest degli haiku" indetto da Juriaka sul forum di EFP.
- La seconda storia, "Il tasto rotto", si è classificata NONA a pari merito a "Il contest delle prime volte" indetto da Inzaghina.EFP sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Altri, Daron Malakian, John Dolmayan, Serj Tankian, Shavo Odadjian
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il flat notturno
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«Hayko, vieni qui!» strillò Shavo, mentre Sonia spiegava a Shavo Dylan che non poteva avere un altro sacchetto di caramelle gommose.
La famiglia Odadjian si trovava in giro per uno dei mercatini più belli di Los Angeles; i genitori avevano deciso di portare fuori i loro tre bambini durante quella tiepida domenica di aprile, nel tentativo di svagarsi e di scollare i due figli maggiori dai videogames.
Lia Rose se ne stava tranquilla al fianco della madre, mentre gli altri due correvano da una parte all’altra senza sosta.
Shavo sospirò. «Dylan, non toccare!» esclamò, notando che il figlio maggiore frugava tra le cianfrusaglie di una bancarella di antiquariato.
«E quella cos’è?» strillò d’improvviso Hayk, il mezzano, indicando un enorme oggetto.
Il padre gli si avvicinò e ne approfittò per prendergli la mano e impedirgli di scappare ancora. «Quella è una macchina da scrivere» spiegò.
Era una vecchia Underwood perfettamente conservata, ripulita e tirata a lucido. Il bassista si chinò per esaminarla meglio e si accorse che il tasto della lettera s era rotto.
«Che peccato» mormorò tra sé.
Un ricordo che credeva dimenticato riaffiorò alla sua mente e lo riportò indietro a quando anche lui era un bambino.
 
«Nonna Odadjian, dove siamo?» chiese il piccolo Shavo.
La donna sorrise e, tenendolo per mano, lo guidò lungo un corridoio formato da due scaffali stracolmi di oggetti. «In un negozio di antiquariato.»
«Cosa significa?»
«Qui si vendono le cose antiche che sono appartenute a delle persone molto importanti che ormai non ci sono più.»
«Non sono nuove?» domandò dubbioso il bambino.
«Esatto.»
«Io non ci sono mai stato, in Armenia non ci sono questi negozi!»
Continuarono a camminare, finché non si fermarono di fronte a una grande scrivania su cui troneggiava un’enorme e imponente reliquia.
«Hai mai visto una macchina da scrivere?» chiese la nonna dolcemente.
Shavo si avvicinò timoroso all’oggetto e lo scrutò per bene, allungando timidamente la manina per accarezzarlo. «No, in Armenia non ci sono neanche queste cose! Nonna Odadjian, qui a Los Angeles è pieno di cose bellissime!»
La donna rise. «Vuoi sapere come si usa?»
«Sì! Ti prego!» esultò Shavo.
«Vedi questi tasti? Ognuno ha una lettera o un simbolo disegnato sopra. Con questi si può scrivere senza usare la penna.»
Il bimbo la scrutò un po’ confuso e un po’ affascinato. «Davvero? E possiamo usarla?»
Nonna Odadjian sorrise e scosse il capo, afferrando di nuovo il nipote per la mano. «Questa no.»
«Nonna, c’è un problema!»
«Ovvero?»
Shavo indicò uno dei tasti. «È rotto, vedi? Non si può scrivere!»
«Ecco perché non possiamo comprarla, capisci?»
Il bimbo annuì e seguì la nonna, felice della sua prima volta in un negozio così bello.
 
«Papà!» strillò Shavo Dylan, riportando il bassista alla realtà.
«Si può sapere cos’hai da gridare ancora?»
«Voglio le caramelle!»
I genitori si scambiarono un’occhiata, poi il padre cedette e annuì.
«Evvai!»
«Shavo!» esclamò Sonia, battendosi una mano sulla fronte.
La giornata era ancora lunga e lei già non vedeva l’ora di tornare a casa.
 
 
 
 
 
 

 
Ed eccomi qui, carissimi lettori!
Questa flash, oltre a seguire il corso della “12x12” con il prompt “Mercatino” suggerito da alessandroago_94, partecipa anche a “Il contest delle prime volte” indetto da Inzaghina.EFP sul forum. Il prompt è segreto, perciò per il momento non lo specificherò!
Ho voluto raccontare la prima volta che i figli di Shavo e Sonia vedono una macchina da scrivere, e poi ho voluto partire da lì per fare un flashback nel passato del padre che, a sua volta, aveva visto per la prima volta una macchina da scrivere, mentre era – sempre per la prima volta – in un negozio di antiquariato.
Vi devo alcune spiegazioni importanti: Shavo, il bassista dei System, è davvero sposato con Sonia, e i due hanno realmente tre figli: Shavo Dylan (il maggiore), Hayk Victor (il mezzano) e Lia Rose (la piccolina di casa). A proposito, so che la foto per il banner (tratta dalla pagina facebook di Shavo) non è di gran qualità, ma mi piaceva troppo l’idea di inserire uno scatto della famiglia Odadjian al completo :3
Ho deciso di far comparire la nonna di Shavo nel flashback perché lui era veramente molto legato a sua nonna, perciò ho voluto immaginare che lei lo portasse a scoprire delle belle cose in quel di Los Angeles.
Quando il bambino parla dell’Armenia, lo fa perché è veramente nato lì, per poi trasferirsi in seguito a L.A. Tutti i componenti dei System hanno origini armene, nonostante Shavo sia l’unico a essere nato laggiù.
Infatti, Serj e John sono nati in Libano, mentre Daron è nato a Hollywood ^^
Per quanto riguarda la macchina da scrivere che ho citato, ho preso spunto per la marca Underwood dalla macchina da scrivere presente nel romanzo Il gioco dell’angelo di Carlos Ruiz Zafón, sia da delle piccole ricerche che ho fatto io stessa. Metto subito le mani avanti: non sono affatto un’esperta di macchine da scrivere e ne ho visto una solo una volta, quindi abbiate pietà se per caso ho scritto stupidaggini XD
Ringrazio Ale per il prompt, tutti gli altri partecipanti alla sfida e la giudice del contest :3
Ci sentiamo al prossimo aggiornamento ♥
  
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