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Autore: MusicAddicted    17/01/2020    13 recensioni
Aziraphale ha una missione di tutto rispetto: è determinato, anche se in fondo sa che non ce la potrà mai fare con le sue sole forze.
Ma sa anche che c’è qualcuno al quale chiedere aiuto… un certo demone da coinvolgere nel suo piccolo personale piano… ineffabile.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ehmmma da quanto non aggiorno?
Cosa dite? Persa in un altro fandom? Nuuu, ma chi, io?
 ^^’
Senza contare che prima o poi questi due fandom li faccio collidere …

Tornando a questa, mille milioni di grazie per il vostro splendido supporto <3
Spero di farmi perdonare la troppa attesa …



coverrbr


Capitolo V: Drastic solutions


“Intendi riprendere gli allenamenti con la sveglia all’alba e te vestito da soldato pazzoide?” si interessò Aziraphale.
“No, niente di tutto questo… in effetti sto pensando a una corsa mattutina, ma a un orario accettabile… e no, niente uniforme, non mi servirà per spronarti.” rivelò l’altro, ancora un po’ scosso dalle sensazioni di quell’abbraccio.

- Peccato, mi piaceva vestito così… ma chi prendo in giro? Lui mi piace, sempre! – fece le sue considerazioni l’angelo, mentre faceva sparire la bilancia con un violento schiocco di dita.


Era troppo foriera di cattive notizie per permetterle di restare lì nel suo bagno.

“E dovrò rinunciare anche all’aerobica?” chiese, con un tono fin troppo titubante, prima di lasciare la stanza.

- Non potrò più andare a casa sua così regolarmente! – si allarmò dentro di sé.

“Cosa?! Ngk! No davvero!” si agitò il demone, pronto a correre ai ripari, mentre lo seguiva in salotto.

“Secondo me è una delle cose che più hanno dato frutti in questa tua insensata caccia ai chili di troppo, che, ribadisco, per me non hai!” commentò lui, guardandolo serio in volto, ambra dorata che si tuffava in un celeste argenteo.

Per quanto profondo il suo sguardo, non bastò a smuovere le convinzioni dell’altro.

“Certo che li ho e questa caccia è tutto fuorché insensata!” si impuntò il biondo, coprendosi l’addome pronunciato con le braccia.

“Il punto è che le lezioni di aerobica restano!” riprese la parte fondamentale del discorso Crowley.

- Col cavolo che rinuncio a farti indossare quei completini così sssssssexy! – ponderò, così eccitato all’idea da sibilare nella sua stessa mente.

“Sono le barrette quelle che devi totalmente eliminare dal tuo nuovo stile di vita!” lo redarguì il demone.
“Queste?” replicò l’altro, facendosene comparire una fra le mani e scartandola fremente. “Non posso, non ci riesco, sono come una droga… ed è tutta colpa tua!” continuò perentorio, commettendo due azioni non molto consone ad un Principato Guardiano della Porta orientale come lui.

- Parlare di droghe. Semmai era Crowley l’unico che potesse dire qualcosa a riguardo. Lui Woodstock mica se l’era perso e ricordava ancora di non aver mai visto oscillare la sua mano così lentamente e in tutta quella miriade di colori.
- Incolpare altri della propria negligenza.

Per quanto gli dispiacesse non averlo avuto con sé nel primo caso, Crowley decise non solo di assumersi la sua parte di responsabilità nel secondo, ma anche di fare qualcosa per aiutarlo.
Due comportamenti che decisamente non figurano sulla lista ‘cose da fare’ di un Demone Serpente Tentatore come lui.

“Hai ragione, prima che te lo dicessi io, tu non sapevi nemmeno che esistessero,” riconobbe il rosso, schioccando le dita in contemporanea al morso che Aziraphale stava affondando nella barretta proteica. “Così però te le faccio dimenticare di sicuro!” gli promise, con un sorriso sghembo.

Giusto il tempo che il suo palato registrasse quel nuovo sapore e l’angelo sputò a terra schifato quel boccone così ambito fino a qualche secondo prima.
Si sentiva così offeso nella sua sfera del gusto che schiantò a terra anche il resto della barretta, ancora avvolta per tre quarti nel suo involucro dorato.

Vittoria su tutti i fronti per Crowley, che lo fissava con aria soddisfatta, appoggiato con la schiena contro uno scaffale dei libri.

“Ma è atroce… disgustoso, rivoltante!” si lamentò il biondo, passandosi più volte entrambe le mani sopra la lingua a penzoloni, quasi volesse rimuovere le papille gustative, una a una. “Che… che cosa hai fatto?” lo interrogò, una volta calmatosi.

“Te lo ricordi quel beverone che trovavi atroce, che all’inizio hai scambiato per il diserbante delle mie piante?” lo interrogò il demone, attendendo che l’altro annuisse. “Per te d’ora in poi quelle barrette sapranno esattamente di quello, non c’è tuo miracolo che possa annullare il mio; a meno che non scelga di farlo io stesso!” spiegò.

“Oh, Crowley!” esclamò Aziraphale.

In un primo momento non fu chiaro se fosse un’esclamazione di risentimento, di sollievo, dettata dall’esasperazione o chissà che altro ancora.

“Grazie, caro.” si addolcì in un sorriso pieno di riconoscenza, avendo finalmente capito la preziosità di quel gesto.

“Almeno non avrai più dipendenze che ti distolgano dall’obiettivo!” fece spallucce Crowley, con fare distaccato, anche se di quella gratitudine se ne era goduto ogni istante.

“Decisamente questo mi è d’aiuto.” annuì il bell’angelo, per poi mordersi il labbro inferiore, combattuto se dovesse o meno fare quella richiesta e alla fine si azzardò. “Certo che se ci fosse anche un contro-miracolo che faccia assumere al sedano, alle carote al vapore o al riso in bianco… che so il sapore delle crepes, della crema chantilly … della cioccolata calda o delle crostate?”

“Sì, certo… poi magari perché non praticarti anche un miracolino per non farti sentire più alcuna fatica fisica?” ribatté piccato Crowley. “Scusa, angelo, ma allora tanto valeva che praticassi su te stesso una stupidissima lipossssuzzione , no?” continuò imperterrito, alzando gli occhi al soffitto e incrociando le braccia all’altezza del petto, in un atteggiamento di chiusura.

“Hai ragione…” bofonchiò mesto l’altro, abbassando il capo verso il pavimento e vergognandosi delle sue esose pretese.

“Ho ragione sì, Aziraphale. Io ti ho solo smussato lievemente la cima, ma la scalata della benedetta montagna devi fartela tutta tu.” lo rincuorò, prima di infilarsi nuovamente gli occhiali scuri.

“Con la tua guida posso scalare anche l’Everest!” esultò l’angelo roteando in aria una mano chiusa a pugno.

“Direi che ora me ne posso andare, devo organizzare un piano di allenamento a prova di angelo ambizioso e motivato!” gli sorrise l’altro, lasciando il negozio di libri con la sua andatura sinuosa.

Aziraphale lo guardò da lontano finché di lui non restò che un puntino sbiadito, prima di andare verso la sua poltrona da riposo.
Se l’indomani, a giudicare da quello che aveva in mente Crowley – qualsiasi cosa essa fosse -, gli si prospettava una giornata intesa, era bene che facesse quanto possibile per mantenere le energie.

Si accovacciò comodamente sulla poltrona, tirando a sé il pupazzetto di cui gli aveva fatto dono il bel demone.
“Sai, l’originale non la ama molto come parola, quindi lo dico solo a te!” mormorò, giocherellando con il pupazzetto, mentre continuava a togliergli e rimettergli gli occhiali. “Quando vuoi, sai essere davvero carino!” sorrise a quella versione inanimata del suo demone, dandogli un prolungato bacio a stampo su una delle guanciotte, prima di stringerlo a sé e chiudere gli occhi.

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Crowey fu di parola, perché l’indomani si presentò al negozio di Aziraphale, in mattinata, sì, ma a un orario accettabile.
Sfortunatamente per lui lo trovò già in piedi e sveglio, senza pupazzetti compromettenti da abbracciare.

“Sono curioso di vedere cosa mi aspetta!” esclamò festoso l’angelo, scalpitando nell’ennesima tuta celeste.

“Seguimi fuori.” lo invitò Crowley, senza che l’angelo notasse un volume che aveva sgraffignato con tanta rapidità.
Aziraphale obbedì, ma una volta fuori fu stupito di vedere che non c’era alcun allestimento che facesse pensare a un allenamento: per strada c’erano solo le macchine che scorrevano, le vetrine dei negozi, i marciapiedi e i passanti.


“Hai cambiato idea, niente allenamento?” gli domandò.

Il demone scoppiò a ridere sprezzante.

“Al contrario, angelo, sarà uno dei più intensivi, solo che richiede davvero molta semplicità. Dovrai fare il giro dell’isolato, correndo, fino a quanti giri lo decido io.” gli annunciò, con tono calmo, fin troppo calmo.
“Sono già stanco solo al pensiero.” borbottò il biondo, tirandosi più vicino il cappuccio della felpa per ripararsi dal freddo di quella mattinata di fine Inverno.

“Lo immaginavo, ma ho capito che il segreto per farti fare le cose è darti degli incentivi.” gli svelò l’altro, con un sorriso furbetto.

Questo causò una serie di pericolose associazioni mentali all’angelo.

- Incentivi del tipo? Per ogni giro dell’isolato che faccio mi dà un bacio? – cominciò a fantasticare, guardando in un punto impreciso della strada.                   
 – Aziraphale, vecchio mio, cosa sono questi pensieri impuri? Gli angeli non baciano… non in quel modo che stai pensando almeno! – si redarguì da solo.  – Ecco sì, un bell’abbraccio per ogni giro, mi piace, un abbraccio morbido, caldo e prolungato, stringerlo a me, accarezzare il suo… -

“Angelo, che fai, dormi in piedi?” lo riportò sul pianeta terra la voce di Crowley , che di morbido non aveva niente.

Aziraphale tornò a rivolgergli l’attenzione, sussultando quando si accorse di che cosa teneva in mano.

“Se ben ricordo è uno dei tuoi preferiti, dico bene? Con tutte quelle volte che ti sei vantato di avere pure la sua dedica!” sbuffò Crowley, mentre sfogliava fin troppo velocemente e con poca cura il libro delle profezie di Nostradamus.

Aziraphale si sentiva già male così.

“No! Gira le pagine più lentamente, è delicato!” si raccomandò, portandosi le mani sulle tempie, in un gesto di disperazione.


“Hey! Non sei tu a dirmi cosa devo fare, semmai è il contrario. Diciamo che se non fai tre giri dell’isolato entro dieci minuti puoi anche dire addio a questo bel libretto, perché ne strapperò via una pagina per volta, finché non rimarrà che la copertina!” sogghignò malefico il demone.

Aziraphale gli rivolse il suo miglior sguardo deluso.

“Così è questo l’incentivo…”

“Privarti di una cosa a te molto cara se non fai quello che dico? Sì.” riassunse beffardo Crowley.

Aveva proprio l’aria di chi si stava divertendo un mondo e questo innervosiva ancora di più l’angelo, solitamente noto a tutti per la sua pacatezza.

“Crowley io…”

“Hop hop, hop, angelo… fossi in te farei andare quelle gambette… non te l’ho detto che i dieci minuti sono già scattati venti secondi fa? Ventuno, ventidue, ventitre… “ gli mostrò il cronometro Crowley, sempre più perfido.

“Cosa? Noooo…” si disperò Aziraphale, cominciando a correre a più non posso.

“Non toccare più quel libro!” gli impose, quando, circa tre minuti dopo gli ricomparì nella visuale, a primo giro compiuto.

Crowley fu sorpreso quando lo vide ricomparire la seconda volta, a distanza di due minuti e quarantacinque secondi.

Per il terzo e ultimo giro impiegò .. oltre tre minuti e Crowley cominciò a preoccuparsi, ma quando mancavano all’incirca dodici secondi, la figura stanca ma nitida di Aziraphale si palesò e, sudato come pochi, tagliò l’immaginario traguardo.

“Notevole, Azi, ce l’hai fatta ed entro i tempi stabiliti!” gli sorrise Crowley, fiero di lui, lanciandogli il prezioso e inestimabile volume che l’altro si affrettò a prendere con la dovuta cura.

“Ora ti lascio andare a fare il tuo bagno, te lo sei meritato.” aggiunse, stranamente senza alcuna malizia nel tono.

Quella pensò ad aggiungerla Aziraphale

- No caro, io sono stato così bravo che mi merito te nella vasca da bagno! – si stupì per i suoi stessi pensieri, cominciando a considerare che forse avrebbe dovuto dotarsi anche di una doccia. Che emettesse solo acqua fredda, gelida, se possibile.

“Ti ringrazio.” fu quello che realmente disse, con il massimo dell’affabilità. “Però, se mi riprendo, nel pomeriggio verrei a fare un po’ di aerobica da te, quella è divertente!” ammiccò.

“Ohh sì, progetto già di farti indossare un completino viola e blu che ti starà d’incanto!” ammiccò suadente l’altro, tornando verso la sua Bentley.

Tutto sommato, potevano ritenersi entrambi soddisfatti. Avevano un appuntamento. Più o meno.

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Il ‘regno del terrore’ di Crowley sembrava funzionare.
Ogni giorno metteva alla prova Aziraphale con un libro diverso.
Le profezie di Robert Nixon, quelle della Gipsy Martha, o ancora Delitto e Castigo , Gente di Dublino, Ragione e Sentimento, Ultime lettere di Jacopo Ortis, ll Giovane Holden.

Ogni giorno Crowley trovava un libro diverso, una prima edizione a cui Aziraphale teneva in modo quasi morboso, e lo sfidava a superare i suoi limiti.
E li superava.
Se prima i giri che a fatica portava a compimento erano tre, progressivamente erano diventati quattro e negli ultimi giorni era riuscito a compierne sei.
i pomeriggi che passava facendo aerobica erano quasi un relax, a confronto e poi era il momento preferito, sia dell’angelo, sia del demone, ma non se lo sarebbero mai detti.

Ineffabili impiastri, in materia di sentimenti. Il secondo perché era convinto di non poterne avere, il primo perché gli avevano sempre fatto credere di non avere che quelli.

“Angelo, ma se riprovi a salire sulla bilancia? A me sembra che quella tuta cominci ad andarti larga…” disse Crowley una mattina, additando i suoi morbidi pantaloni color crema che non sembravano più aderire tanto alle sue forme.
“Non è vero, è solo l’elastico che comincia a cedere…” fece spallucce il biondo. “Allora, cominciamo? Oggi voglio fare sette giri!” annunciò, ambizioso come poche volte.

“Sette? Sei sicuro? Proprio oggi che ho questo?” cercò di farlo desistere Crowley, mostrandogli la prima edizione de Il Paradiso Perduto, quella che più nascondeva gelosamente.

Aziraphale ebbe un attimo di esitazione, ma poi fu sopraffatto dall’orgoglio e da un senso di competizione contro se stesso.

“Premi il cronometro, ti dico che saranno sette giri!” gli intimò e l’altro eseguì.

Furono sì sette giri, ma il settimo lo portò a compimento quattordici secondi dopo lo scadere dei dieci minuti.

“Ngk… in fondo sono quasi dieci minuti netti, per me va bene così…” incespicò Crowley.

“No, non è vero, non farmi sconti. Dovevano essere dieci minuti e, fosse anche solo di un secondo, ho fallito.” rettificò Aziraphale, guardandolo con occhi colmi di lacrime. “Fa’ quello che devi fare…” lo esortò, con un tono e uno sguardo che non ammettevano repliche .


E a Crowley non restò che eseguire quella spietata condanna. Strappò la prima pagina, con movimenti lenti, che forse altro non facevano che causare più dolore al suo povero angelo. Infatti capì che doveva aumentare il ritmo, finché del libro non restò che un ammasso di fogli gettati sull’asfalto.

Aziraphale non parlava più, fissandoli con occhi vacui.
Fu solo allora che Crowley gli si avvicinò, schioccandogli le dita davanti al viso per svelargli come stavano davvero le cose.

“Angelo, guarda un po’ meglio…” lo esortò.

Aziraphale guardò di nuovo quei fogli, accorgendosi che avevano assunto tutto un altro contenuto… c’erano spartiti, molti, con parole sopra, che inneggiavano alle cose belle che tirano su l’umore, c’è n’erano altri con un trucchetto per imparare a memoria le note e combinarle fra loro, c’è n’era un altro con svariati tipi di saluti.

Aziraphale cambiò completamente espressione, non appena quella meravigliosa realizzazione lo colpì.

“Ma… questo.. questo è…” guardò Crowley, con la gioia che sfavillava di nuovo nei suoi occhi di cielo.

“Lo script di quello stupidissimo ‘Tutti insieme appassionatamente’? Sì. Erano i tuoi libri solo quando te li mostravo all’inizio… ma se avessi fallito, a rimetterci sarebbe stato solo e soltanto questo, travestito da volume diverso ogni volta, grazie a un mio piccolo miracolo demoniaco.” gli spiegò Crowley, fiero di sé e di essere l’artefice del ritorno di quel sorriso radioso sul volto del suo prezioso angelo.


“Awww, Crowley!”

“Volevo l’originale, ma quel bastardo del tuo capo deve custodirlo chissà dove con un’attenzione manicale e.. oh!”
Crowley non parlava più perché Aziraphale lo aveva stretto nel suo abbraccio.

“Ora che hai scoperto il trucco dovrò ricorrere a un altro metodo!” alzò gli occhi il rosso fingendo di esser stato infastidito da quel sentimentalismo e staccandosi da lui, ma questo solo per non tradirsi. “Piuttosto, vedi di farmi un favore e pesati!” insistette, schioccando le dita e facendo apparire la famigerata bilancia.


Aziraphale cominciò ad agitarsi.

“No, no, no , no, io non ci risalgo su quella spregevole invenzione demoniaca!” si intestardì Aziraphale, capriccioso come un bimbo di tre anni, tanto che Crowley lo dovette spintonare, senza comunque spostarlo di un centimetro, per la forza con cui si stava opponendo l’altro.

“Puoi scommetterci che è una nostra invenzione, alcuni miei colleghi si son dati un gran da fare. Io però ho inventato quel circolo vizioso che ti spinge a mangiare ancor di più per la frustrazione di non esser riuscito a perdere peso…” ridacchiò Crowley.
“Sei un mostro senza cuore!” lo insultò Aziraphale, che intanto però era salito.

Dovette solo attendere che l’ago della bilancia si collocasse nella giusta posizione, prima di saltare addosso a Crowley, per l’ennesimo abbraccio.

“Crowley, caro! Cinque chili, ho perso cinque chili!” esultò, combattendo l’impulso poco composto di mettersi a saltellare.
“Bravo angelo, il trucchetto dei libri ha funzionato. Finalmente hai raggiunto il tuo obiettivo!” si congratulò il demone.
“Scherzi? Non l’ho ancora raggiunto, questo è solo l’inizio!” lo corresse il biondo.


“Ma... cosa stai dicendo? Sei un figurino!” ritentò Crowley.
“Non mi prendere in giro… guarda qui!” insistette Aziraphale, alzandosi la felpa quel tanto che bastava a pizzicarsi fra le dita un rotolino di ciccetta per mostrarglielo.

- Fallo ancora e non rispondo più di me! – lo fissò imbambolato Crowley, tentato di prenderlo e far l’amore con lui sopra la bilancia, ma per fortuna o purtroppo Aziraphale si ricompose, prendendo le distanze.

“Capisci? Non mi basta ancora… mi aiuterai? Mi serve un’altra delle tue idee. Mi serve ancora il mio personal trainer preferito.” lo implorò e adulò l’angelo.

Giusto, concentrarsi su un nuovo programma di dimagrimento era quello che gli serviva per calmare i bollenti spiriti, perché stava andando a fuoco.

- Uhmm fuoco? Sì, può funzionare – si fece da solo i complimenti per l’idea che gli era appena venuta.

“Non ti preoccupare, sono pieno di risorse, solo che servirà qualcosa di efficace e forse so già cosa.” gli anticipò. “Però temo che ti servirà di nuovo la sveglia a forma di nuvoletta, ma stavolta programmala, alle cinque sarò da te.”

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Crowley fu puntuale come un orologio, ma trovò ad attenderlo un Aziraphale altrettanto puntuale.
Finalmente aveva capito come far funzionare correttamente la sveglia.

Sulle prime luci dell’alba furono a destinazione, di nuovo Hyde Park.
La zona era pressoché ancora deserta, i primi avventori probabilmente si sarebbero avvistati verso le sette.

Avevano tempo a sufficienza.
Crowley trovò un lungo sentiero di selciato, ben isolato dai fiori, dai prati e da tutto il verde circostante.

“Due cose sembra che abbiano funzionato: la corsa, quindi correrai e… gli incentivi. Prima erano i libri, ora… che ne diresti della tua vita?” commentò il rosso, con tono causale.

“La mia… cosa?!” si allarmò l’angelo.

“Intanto comincia a correre, sono ... quella parola che piace tanto a te, ti do un bel po’ di vantaggio!” lo informò, facendolo partire con una pacca sulla coscia quasi come se fosse un cavallo.

E Aziraphale scattò in avanti, mentre Crowley si godeva lo spettacolo di quel fagottino di crema – il colore che aveva indossato quel giorno – impaurito.

Poi vide comparire dietro di sé una lunga miccia.
Dopo qualche secondo la miccia si accese, partendo dall’estremità iniziale.
“È fuoco infernale… “ alzò la voce Crowley, perché lo sentisse. “Sì,  è vero che lo sto facendo andare lentissimo, ma non ti conviene farti raggiungere!”
“Tu… tu sei un pazzo sadico, immorale!” lo rimbeccò l’angelo, andando nel panico.
“E tu sei leeeeeeeento!” lo canzonò Crowley, spronandolo ad aumentare il ritmo.
“Se raggiungi quegli alberi in tempo ti salvi!” lo istruì e così fu. Il fuoco svanì così come era comparso.

Aziraphale raggiunse gli alberi indicati quando restavano ancora ben tre quarti di miccia da percorrere.
“Ottimo lavoro, angelo!” si complimentò il demone.
“Sarà…” commentò Aziraphale, faticando a respirare. “Ma a me è sembrato un po’ esagerato come metodo!”

“Dici? Vediamo che riesci a combinare domani…” lo guardò con sufficienza Crowley.

Ad Aziraphale per poco non schizzarono le orbite fuori dagli occhi, tanto li spalancò.

“Vuoi.. vuoi dire che intendi rifarlo?”

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Così fu, Crowley mandò avanti quell’allenamento estremo per almeno un paio di settimane.
Ogni volta aumentava gradualmente la lunghezza del percorso e ogni volta Aziraphale superava i suoi record.

Arrivò un giorno che, forse il percorso troppo lungo, forse lo scarso riposo della notte precedente, forse il troppo allenamento sostenuto, Aziraphale si ritrovò in evidente difficoltà.

Correndo mise giù male il piede, inciampando con l’altro e finì rovinosamente a terra.

Pensava che Crowley stoppasse il fuoco all’istante, ma non fu così.

“Crowley?” lo chiamò impaurito, la supplica evidente nel suo tono di voce.

Infatti Crowley quel messaggio fra le righe lo recepì benissimo, peccato avesse anche una risposta tagliente pronta.
“Sssspiacente, angelo, ma non faccio sssssssconti ai pappamolla!”

Aziraphale era a dir poco terrorizzato, anche perché era arrivato pure un crampo al ginocchio a complicargli le cose.

“Ma.. Crowley!” riprovò a smuoverlo a pietà.

Un tentativo inutile.

“Hop, hop, hop angioletto, se ti sbrighi fai ancora in tempo a rialzarti e sfuggirgli.” ribatté l’altro, privo di ogni sensibilità.

Aziraphale ci provò a rialzarsi, ci riuscì pure, ma dopo pochi metri di corsa il ginocchio gli chiedeva tregua e lui si fermò, incurante del suo destino… con Crowley ancora più incurante, evidentemente, visto che si limitava a fargli ciao ciao con la mano.

- In fondo ho vissuto seimila anni, una bella età… - si disse il biondo, pur profondamente deluso da quello che credeva un suo caro amico, prima di essere raggiunto dal fuoco.

Le fiamme lo attraversarono, lasciandogli solo un leggero pizzicorino, prima che si estinguessero del tutto.

Crowley gli trotterellò davanti.
“Ho forse detto fuoco infernale? Intendevo artificiale, scusa!” gli rivelò, col più innocente dei sorrisi.

“Tu! Tu…”

Crampo o no, Aziraphale gli fu addosso in un lampo, stavolta per cercare di strangolarlo “Brutto demone bugiardo, io.. ti discorporo!”
“Amo avere le tue mani addosso, in ogni modo, angelo!” tossì divertito Crowley e bastò questo per far fermare subito Aziraphale, che gli rimase a cavalcioni, imbambolato.

“Almeno ora sai pressappoco cos’ho provato nel 1941 quando ho camminato su quel suolo consacrato!”  gli ricordò, con tono più mellifluo, liberandosi dalla sua morsa.
“Oooohhh.” fu tutto quello che riuscì a dire l’angelo.

Quella notte e quello che Crowley aveva fatto per lui erano indelebili nella sua memoria millenaria.

“Fantastico, ora non funzionerà nemmeno questo di trucchetto… che altro posso inventarmi?” si arrovellò la mente il bel demone.

Aziraphale di sua spontanea volontà fece comparire una bilancia e ci salì.

“Oh, buon cielo! Dall’ultima volta ho perso altri sette chili e mezzo, per un totale di quasi quattordici!” esultò il biondo, fiero dei suoi progressi e da quel fisico che già da qualche giorno percepiva un po’ più asciutto.

“Fantastico…” mormorò poco entusiasta Crowley, che di quei chiletti in più aveva già un’infinita nostalgia, ma tutto sommato poteva abituarsi anche a quella versione un po’ più tonica.
“Io… io credo di essere soddisfatto così dei miei risultati raggiunti.” decise di concludere gli allenamenti Aziraphale. “Ora sarà solo questione di stare attento a quel che mangio, almeno fino alla partenza…” riflettè ad alta voce, mentre scrutava Crowley. “Piuttosto tu mi sembri un po’ troppo secco…” borbottò, muovendo qualche passo verso di lui.
“Non.. non abbiamo mai de…detto nulla riguardo a me!” balbettò l’altro, muovendone altrettanti indietro.
“Io credo che due o tre chiletti in più ti donerebbero!” decise Aziraphale per entrambi.

Crowley scappò via correndo, terrorizzato al pensiero di doversi mettere a mangiare così tanto.
Non aveva fatto i conti però con quell’Aziraphale che ora era molto più agile e allenato alla corsa, il ginocchio nemmeno gli doleva più.
Per l’angelo fu uno scherzo raggiungerlo ed acciuffarlo, tirandolo per il nastro argentato che era solito portare a mo’ di cravatta. “ Preso! E non provare a serpentare via!”

“A fare che?” borbottò confuso Crowley.

“Beh, direi ‘sgattaiolare', ma non mi sembra che tu sia un gatto!” lo fece sorridere l’angelo.
”Non serpenterò da nessuna parte,” si arrese il rosso “Allora, dove mi porti?”

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Qualche ora più tardi erano al Ritz, al loro tavolo che si era miracolosamente liberato.

Da una parte c’era Aziraphale che sospirava sulla sua insalata di verdure, rigorosamente scondita; dall’altra c’era Crowley che fissava con terrore tutte le portate che lo sovrastavano.

“Oh, andiamo , non fare il bambino. Puoi partire da quelle tartine al caviale, che sono buonissime!” lo spronò, prendendone una dal vassoio e avvicinandola alla bocca dell’altro, che si decise ad aprirla, lasciandosi imboccare.

L’angelo fu soddisfatto nel vederlo finalmente mangiare, questo prima di accorgersi di qualcos’altro che lo stava mettendo in istantanea difficoltà.

“Crowley! Caro… la tartina l’hai finita da un pezzo, quello è il mio dito!” lo avvisò, anche se dentro di sé non voleva che smettesse quello che stava facendo al suo pollice all’interno di quella bocca bollente, con la lingua biforcuta che ogni tanto entrava in gioco, avviluppandolo.

Quando credette di essere a tanto così dal discorporarsi per le vampate che lo stavano assalendo, Crowley liberò il pollice da quella sensuale prigionia, guardandolo con fare provocatorio.

“Oops, angelo, ma come sono sbadato!”

--


TBC

Un bel po’ sadico questo Crowley, vero? ;)

Riuscite a immaginarvelo Azi tonico? Io sinceramente no, ma l’importante è che sia contento lui XD
Finalmente ora sono pronti per la vacanza… la considererei la seconda parte della fanfiction ;)

Mi sono divertita un sacco a scrivere questa parte (okay, da amante di ‘Tutti insieme appassionatamente’ forse anche più di Gabriel ho sofferto per quello script, lol), l’avevo fra gli appunti da quando ho progettato questa storia, non vedevo l’ora di darle forma… spero di aver fatto un lavoro accettabile ^^’

le sensazioni di Crowley sulle sensazioni di Wooodstock si rifanno a una battuta che Spike fa nel suo primo episodio in BTVS quando parla della sua mano che ondeggiava XD … ma poi può anche darsi che in un’altra mia storia un certo qualcuno con un Tardis ce li porti davvero a Woodstock gli Ineffabili… ma io non vi ho detto nulla ;P

vedete perchè non devo postare nel cuore della notte? Perché poi mi dimentico le cose importantissime: parlando di aerobica, guardate che meraviglia mi ha regalato Marta/GladiaDelMarre <3 aawww grazie infinite, tesora, tu mi vizi <3
regalino-marta
Liberi di dirmi quel che più vi aggrada.

Se bazzicate Fright Night , il prossimo aggiornamento sarà lì… coi miei tempi biblici XD

‘notte
   
 
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