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Autore: AlbAM    15/04/2020    47 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 4

TRINITÀ DEI MONTI


Seduta sulla scalinata di Trinità dei Monti, Alba si godeva un po' del tepore regalato dal sole di un bel sabato mattina quasi primaverile, nonostante fosse ancora febbraio.

Intorno a lei salivano e scendevano lungo la scalinata, gruppi di studenti che avevano saltato le lezioni, turisti che si fermavano per farsi dei selfie, famigliole che si godevano il giorno festivo.

Aspettando la sua amica, quella che odiava i ragni, ripensava al suo sogno ricorrente. L'ultima volta, si era manifestato mentre riprendeva conoscenza nell'infermeria della sua ditta e questa volta Alba aveva scoperto che la ragazza inseguita dai contadini era scomparsa, ma dove era finita?

Ciao Arianna” disse senza voltarsi, rivolgendosi all'amica appena arrivata.

Arianna rimase per un secondo interdetta, poi rispose al saluto “Ciao Alba, scusa ma come hai fatto?”

A fare cosa?”

A vedermi arrivare senza voltarti!”

Alba ci pensò un attimo, non avrebbe saputo spiegare esattamente come, ma aveva chiaramente percepito l'amica alle sue spalle.

Non sapendo bene come giustificare la cosa, rispose con la prima spiegazione che le venne in mente “Ti ho visto arrivare dalla vetrina di Dior”.

Arianna osservò dubbiosa la vetrina ma non replicò.

Allora andiamo a prenderci qualcosa al Caffè Greco?” propose Alba.

Ok”.

Seduta nella accogliente sala dello storico Caffè, Alba cercava di seguire i racconti dell'amica che stava attraversando un momento difficile al lavoro. Ma la sua mente, assecondata dalla musica accattivante di Raul Paz, vagava perdendosi nei ricordi dei recenti avvenimenti.

Molinesi si era presentato al lavoro il giorno dopo l'incidente, perfettamente rasato sia in faccia che in testa, gli occhi grigi coperti da un paio di occhiali scuri e il solito completo Armani per il “manager di successo”.

A parte qualche livido, era del tutto in salute ed era evidente che le voci girate sulla gravità delle sue condizioni erano false.

La Direzione aveva riprogrammato la riunione per presentare il piano di lavoro concordato con Molinesi e lui aveva fatto il suo solito show, al termine del quale tutti i presenti, eccetto Alba e il baffuto collega dell'Ufficio progetti, erano scoppiati in un fragoroso, quanto ipocrita, applauso in un'atmosfera di falso entusiasmo che nascondeva i reali pensieri dei presenti.

O almeno questa era l'impressione che aveva avuto.

Alba! Mi stai ascoltando?” domandò all'improvviso Arianna un po' seccata.

Scusa” rispose Alba mortificata “è che anche da noi è un brutto periodo, questa storia della formazione a cascata mi preoccupa, a lavoro c'è molta tensione, ci sentiamo tutti sotto osservazione”.

Capisco” rispose Arianna, comprensiva “purtroppo è un momento così un po' dappertutto”.

Il cameriere arrivò con gli ordini delle due amiche, un caffè shakerato “con latte” per Alba e un caffè al ginseng per Arianna. Il cameriere posò il caffè shakerato rivolgendo ad Alba uno sguardo di rimprovero, lei fece finta di niente, era abituata alla disapprovazione silenziosa di baristi e camerieri quando specificava che voleva l'aggiunta di latte nel caffè shakerato.

E poi ho l'impressione che questo Molinesi... insomma mi sembra che stia cercando di flirtare con me!” confessò imbarazzata.

Beh, non sei contenta?" commentò Arianna allegramente “Almeno per ora vuol dire che non devi preoccuparti!”

Si, ma prima di tutto non è proprio il mio tipo, è troppo alto, esageratamente palestrato, rasato ed arrogante!"

Arianna alzò gli occhi al cielo "Alto, muscoloso, con gli occhi azzurri e a te non piace! Santo cielo Alba, io pagherei per avere un tipo così che ci prova con me!"

"Sono grigi, non azzurri" replicò Alba.

"Cosa?"

"Gli occhi di Molinesi, sono grigi non azzurri"

"Non ti piace, però il colore degli occhi l'hai notato!" ridacchiò Arianna.

Alba arrossì leggermente rendendosi conto di essere caduta nel bonario tranello dell'amica.

Sul serio Arianna, ho già notato sguardi di disapprovazione da parte di alcuni colleghi e ieri Paoletti, con cui sto collaborando per un nuovo progetto e che mi aveva sempre dimostrato simpatia, di punto in bianco è venuto nel mio ufficio e mi ha fatto una scenata.

Mi ha accusato di non supportarlo e di scaricare su di lui le mie responsabilità, era furibondo, mi ha letteralmente preso a urla, sembrava indemoniato!”

Esagerata!”

Te lo giuro, ero così sconvolta che stanotte non sono riuscita a dormire!”

Non devi prendertela così e soprattutto non dovresti permettere a nessuno di urlarti contro in quel modo, insomma chi diavolo crede di essere?”

Il fatto è che più cercavo di replicare e più urlava, alla fine ho pensato che fosse meglio lasciarlo sfogare!”.

In ogni modo, te lo ripeto, ormai è così dappertutto” cercò di consolarla Arianna “le aziende non assumono più, il lavoro è tanto e si accumula su poche persone sempre più stressate e alla fine ci si sfoga tra colleghi, facendo uscire il peggio di se!”

Già” considerò Alba “è come se questa crisi avesse contaminato anche le persone”

Comunque la questione Molinesi dovrebbe farti riflettere!” disse Arianna con tono scherzoso.

Cosa intendi?”.

Intendo, che se continui a non dare la minima chance ad ogni uomo che non risponde in tutto e per tutto al tuo ideale standard, finirai per restare single a vita!”

Scusa quale sarebbe il mio ideale standard?” replicò un po' infastidita Alba.

Marco se n'è andato e non ritorna più...” intonò Arianna ironicamente e finendo il suo caffè aggiunse “attenta che da giovane single a vecchia zitella acida, è un attimo!”

Bè, grazie per avermelo detto, adesso si che sto meglio!” commentò Alba risentita, era capitato altre volte di scherzare sulle reciproche disavventure sentimentali, ma questa volta aveva colto un sottofondo di malignità nella battuta dell'amica.

Improvvisamente le sembrò di percepire una presenza negativa incombere su Arianna e fu colta da una soffocante sensazione di malessere.

Non riuscendo più a sopportare di stare al chiuso, si alzò in piedi di scatto, pallida in volto.

Senti magari è meglio se ora vado, devo fare un po' di spesa e poi mi sono portata a casa del lavoro”

Arianna rendendosi conto del malessere dell'amica cercò di salvare la situazione “Aspetta, Alba, scusa, non so che mi ha preso, volevo scherzare... mi è uscita male”

Davvero Arianna, devo proprio andare. Ti chiamo stasera, così magari ci mettiamo d'accordo per domenica!”

Alba lasciò la sua parte del conto sul tavolo e si diresse, quasi di corsa, verso l'uscita.

Una volta fuori, riuscì nuovamente a respirare, aspirò un boccata d'aria a pieni polmoni e cominciò a riprendere colore.

Sentì una mano sul braccio, era Arianna che le era corsa dietro preoccupata “Alba, scusa mi dispiace tanto, davvero”

Alba osservò Arianna, l'amica era davvero dispiaciuta per quello che era successo e intorno a lei non incombeva più nulla di negativo.

Scusami tu, ho avuto una reazione esagerata. Andiamo a farci una passeggiata al Pincio, ho voglia di vedere Roma dall'alto!” propose rasserenata.

Arianna sorrise, prese sottobraccio Alba e insieme si diressero verso la scalinata di Trinità dei Monti.

#

Non potevi proprio farne a meno, eh? Hai rischiato di rovinare l'amicizia di quelle due ragazze solo per il gusto di farlo” disse Michele rivolto ad un demone stravaccato su una sedia e con i piedi poggiati sul tavolino occupato, fino ad un attimo prima, da Alba e Arianna.

Embè?” commentò quest'ultimo guardandolo con aria annoiata “è il mio lavoro no?”

No, non era affatto il tuo lavoro altrimenti le avresti seguite anche fuori!”

Quanto la fai lunga, che te ne importa, non sei mica il custode di quelle due no?” rispose il diavolo alzandosi dal tavolino.

A proposito, non hai qualche anima da recuperare? Va bene che da quello che ho sentito dire in giro, ultimamente tu e il tuo amico ricciolo non riuscite neanche più a svolgere un lavoro facile facile come quello!” continuò con aria di scherno dirigendosi verso un altro tavolino intorno al quale, un uomo sulla trentina vestito sportivamente e una giovane donna in tailleur, stavano chiacchierando sorseggiando del vino bianco e flirtando con eleganza, probabilmente si trattava di un primo appuntamento.

Michele evitò di replicare, in fondo non ne valeva la pena, grazie al suo intervento silenzioso Arianna era corsa fuori dal bar per scusarsi con Alba e le due amiche si erano rappacificate.

Ma sei impazzito?” gridò una donna, Michele si voltò e vide la giovane in tailleur vuotare il bicchiere di vino bianco in faccia al trentenne sportivo.

Che razza di cafone” aggiunse la giovane, abbandonando il tavolo infuriata.

Ma vattene affanc...” le urlò dietro lui “pure il conto da pagare mi ha lasciato 'sta stronza!” aggiunse.

Michele lanciò uno sguardo carico di biasimo al demone che, seduto al posto occupato della ragazza in tailleur, gli rispose con un sorriso di scherno.

Michele uscì dal Caffè domandandosi che fine avessero fatto i suoi colleghi, negli ultimi tempi aveva l'impressione che in giro per Roma gli elementi dell'altra fazione fossero molto più numerosi del solito.

Poi si diresse verso le due amiche che, nel frattempo, avevano già raggiunto la metà della scalinata.

Michele era piuttosto preoccupato, nell'ultima settimana era stato impegnato a farsi perdonare da Ysrafael, il suo supervisore, il casino nel quale lo aveva coinvolto Azaele e non aveva potuto controllare se l'amico si fosse invischiato in qualche nuovo pasticcio.

Malgrado quello che gli aveva detto, infatti, Michele non aveva affatto chiuso la sua amicizia con Azaele.

Era arrabbiato, questo era vero, e inizialmente era quasi convinto di voler interrompere per sempre i loro rapporti, ma erano bastati pochi giorni per fargli sbollire la rabbia e cominciare a preoccuparsi per l’amico.

Era certo infatti che Azaele, nel tentativo di farsi notare da Alba, avrebbe finito per cacciarsi nei guai.

Il problema era che non riusciva a trovarlo da nessuna parte.

Aveva chiesto in giro, ma nessuno dei suoi colleghi lo aveva visto e quanto a quelli dell'altra fazione, si limitavano a rispondergli con battute volgari o, nella migliore della ipotesi, a fare spallucce con aria indifferente.

Il fatto che nessuno sapesse dove fosse finito Azaele lo preoccupava enormemente.

Alla fine si era convinto che l'unico modo per trovarlo fosse trovare Alba.

Così quel sabato mattina aveva girato Roma in lungo e in largo e finalmente l'aveva trovata al Caffé Greco.

Era arrivato giusto in tempo per assistere al litigio, per cui non aveva idea di che cosa avessero parlato le due amiche fino a quel momento.

Avendo percepito immediatamente l'amicizia di vecchia data che legava le due ragazze, era sicuro che Alba si sarebbe confidata con l'amica se le fosse capitato qualcosa di strano.

Ma le ragazze avevano continuato a passeggiare fantasticando su quello che avrebbero potuto fare se avessero finalmente vinto un gratta e vinci milionario.

A dire il vero, Alba fantasticava e Arianna la prendeva in giro bonariamente, cercando di convincerla che, statisticamente, c'erano più probabilità che la terra fosse colpita da un meteorite!

Le ragazze arrivarono al Pincio e si sedettero su una panchina.

Michele si avvicinò sperando che cominciassero a scambiarsi delle confidenze utili.

Guarda chi si vede” disse una voce alle sue spalle.

Michele si girò e si ritrovò a fissare il rosso petto peloso di Razel.

Per quanto Michele fosse più alto di Azaele di una ventina di centimetri, neanche lui si avvicinava all'altezza dell'anziano e corpulento Diavolo.

Com'è che stai appresso a queste due gnocchette, ti hanno passato alle custodie speciali?”

Cosa? No!” rispose Michele.

Ah, me pareva infatti!” commentò Razel passando un braccio intorno alle spalle di Michele.

Stringendolo con fare a metà tra l'amichevole e il minaccioso aggiunse “Sai non so com'è, ma mi sa che saresti bravo nelle custodie speciali, biondino, e la cosa mi starebbe a infastidì parecchio, anche se mi sa tanto che se continui a far casini col piccoletto non avanzerai mai di grado!”

Si, beh, comunque non è un problema tuo, giusto?” rispose Michele seccato da quel fare confidenziale, ma anche piacevolmente sorpreso, Razel era pur sempre un “anziano” e quel complimento inaspettato lo aveva un po' inorgoglito.

Hai ragione, non è un problema mio, anzi mi fa piacere se rimani dove stai. Beh, s'è fatta 'na certa, mi sa che vado” tagliò corto Razel abbandonando le spalle di Michele e dandosi una grattata alle parti basse.

E comunque vedi di dare un occhio al regazzino, mi sa che sta combinando più casino del solito” aggiunse poi allontanandosi.

Cosa... aspetta!” tentò di fermarlo Michele, ma Razel aveva aperto le ali e si era alzato in volo “Razel aspetta... Razel lo hai visto? Dov'è?”

Razel si voltò e rimanendo fermò a qualche metro da terra, rispose “Non hai detto che non è un problema mio il tuo rapporto con Azaele? Arrangiati, no? Ma sbrigati a trovarlo perché la gnocchetta che stai seguendo l'ho riconosciuta pure io, non sono mica cieco, e Azaele non è uno che ragiona come noialtri, per questo finisce sempre nei casini”

Ma tu l'hai visto? Sai dov'è?” chiese ancora Michele.

Diciamo che sta dove non dovrebbe stare e che ci sta nonostante avessimo un accordo che ovviamente non ha rispettato, ma visto che la cosa mi sta divertendo non ho ancora deciso di andare a spezzargli il collo. E con questo ti saluto biondino, ti ho detto pure troppo!” concluse Razel sbattendo le ali e allontanandosi velocemente.

Michele, in preda a mille dubbi e preoccupazioni, lo osservò finché non diventò un puntino nero nel cielo di Roma.

   
 
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