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Autore: AlbAM    25/04/2020    44 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 5


NEI PANNI DELL'ALTRO


Davvero questo tipo è insopportabile!” pensò Azaele infastidito, buttò da parte gli appunti con gli schemi di lavoro di Molinesi, accese la TV e sorseggiò una birra affondando la mano sinistra dentro un sacchetto di patatine fritte.

Sprofondato nel costoso divano in pelle che troneggiava al centro del salone del lussuoso appartamento, il cui salato affitto era pagato dalla ditta di Alba, ripensò all'anima di Molinesi che ancora una volta aveva tentato di riprendere possesso del proprio corpo.

Ad Azaele erano bastati pochi istanti per ricacciare Molinesi nel limbo, ma come sempre l'anima furente aveva fatto in tempo a ricoprirlo di insulti.

Azaele non sapeva se fossero più fastidiosi gli insulti o la tensione nervosa che Molinesi riversava su di lui che, al contrario, tendeva ad essere un tipo allegro e rilassato.

A dire il vero Michele lo definiva “incosciente”, ma vabbèa parte che aveva un punto di vista da angelo, era anche decisamente ansioso!

Molinesi invece, era un uomo aggressivo e pieno di paure. Aveva paura di essere considerato un perdente, di non primeggiare, di non essere più considerato affascinante dalle donne, di perdere l'elevato stile di vita che aveva mantenuto fino ad allora.

Insomma, a dirla tutta, non sapeva godersi la vita.

Azaele non riusciva proprio a capire come non si potesse godere pienamente di cose quali starsene in mutande su un morbidissimo divano in pelle, con i piedi poggiati su un tavolino di cristallo da cinquemila euro a gustarsi la visione di Star wars - Episode IV, sul maxi schermo curvo “ultra HD” di una futuristica TV di marca coreana.

Che meraviglia, la definizione era talmente elevata che avrebbe potuto contare i peli di Chewbacca1 uno ad uno.

A pensarci bene, un tipo come Molinesi li avrebbe contati davvero per potersi vantare con i colleghi “Duemilionicinquecentrentatremila peli, li ho contati tutti! Prova a farlo con la tua TV!”.

Oh mamma, che stress!” sospirò Azaele, affaticato al solo pensiero di un tale inutile dispendio di energie.

L'unica cosa positiva al riguardo di Molinesi era che non ci sarebbe davvero voluto molto a portarlo sotto il controllo della sua schiera.

Merda!” esclamò, rendendosi improvvisamente conto che era passata già una settimana dall'accordo con Razel!

Era anche vero che, almeno per il momento, nessuno era venuto a cercarlo.

Probabilmente Razel, preso dai suoi impegni, non si era ancora informato riguardo alla consegna di Molinesi ai ragazzi delle "custodie speciali".

E poi chi poteva dimostrare che si era già risvegliato dal coma ed ogni volta che la sua anima tentava di ricongiungersi con il suo corpo, Azaele la rispediva nel limbo senza tanti complimenti.

Ma si, aveva tranquillamente il tempo di risolvere il suo problema con Alba prima che il troglodita dal pelo rosso venisse a reclamare l’anima di Molinesi per uno dei suoi scagnozzi.

Anzi nell’ordine, prima torcergli il collo e poi reclamare l’anima.

Azaele rabbrividì al pensiero del suo collo stretto di nuovo tra le enormi mani dell’anziano colosso.

Bevve un sorso di birra, emise un sonoro rutto liberatorio e si rilassò pensando che i problemi andavano affrontati e risolti uno alla volta e che, per il momento, il suo problema principale era che Alba non sembrava dimostragli alcuna simpatia, anzi malgrado i suoi sforzi per mostrarsi simpatico ed affascinante, nelle poche occasioni in cui era riuscito a parlarle, gli aveva dimostrato una educata antipatia.

Certo poteva capirla, oggettivamente Molinesi era un grosso imbecille, borioso ed arrogante e lui era costretto a mantenere fede al personaggio, oltretutto fisicamente era agli antipodi rispetto ad Azaele.

In definitiva non era proprio il tipo di uomo che poteva affascinarla, né sul piano mentale nè tantomeno su quello fisico.

Bisognava dire che il piano che aveva escogitato, al momento, non si stava dimostrando all'altezza delle sue aspettative.

Azaele sospirò, doveva trovare il modo di coinvolgere Alba in uno dei progetti formativi che era costretto a tenere al posto di Molinesi.


#


Era appena suonata la sirena delle nove quando Azaele, entrò nel parcheggio dello stabilimento, area E - “vista giardino”, altrimenti nota come area dell’E-lite aziendale. Uscendo dalla lussuosa ed ingombrante macchina presa a noleggio, ovviamente aveva scelto la macchina che riteneva più adatta alla personalità di un imbecille come Molinesi, notò una bella donna mai vista prima, sui cinquant'anni, con gli occhiali scuri e un look danaroso dal retrogusto vagamente volgare che si avviava con passo sicuro verso l’ascensore che dal parcheggio portava direttamente agli uffici. Era sicuramente stata una gran bella ragazza da giovane, ma con il passare degli anni, i bei tratti giovanili del suo volto stavano sfiorendo per cedere il posto ai tratti più duri e rozzi.

Le labbra eccessivamente sporgenti, sicuramente ritoccate negli anni del boom del silicone, contribuivano ad accentuarne la volgarità, piuttosto che la bellezza.

La signora entrò nell’ascensore del parcheggio, girandosi per schiacciare il bottone del suo piano lo notò e gli fece bruscamente cenno di muoversi.

Azaele esitò, uno degli effetti collaterali del far parte della “schiera infernale”, in particolare del secondo girone, era che le donne che nascondevano più o meno coscientemente qualcosa di oscuro nel profondo della loro anima lo trovavano irresistibilmente attraente, il che visto lo spazio notevolmente ristretto dell’ascensore, poteva dare luogo ad un situazione potenzialmente soddisfacente ma anche estremamente imbarazzante.

Allora, ti muovi o no?”

Azaele pensò che Molinesi non avrebbe certo fatto la figura dell’imbranato davanti ad una donna, perciò affrettò il passo ed entrò nell’ascensore.

Era ora, ma quanto volevi farmi aspettare?” gli domandò la donna con una ottava in meno nel tono della voce e un sorriso invitante inconfondibile.

Oh, no che palle, non è proprio il momento” pensò Azaele.

La donna allungò una mano continuando a sorridere. Azaele emise un sospiro di piacere.


#


Alba, ormai spazientita, schiacciava insistentemente il pulsante dell’ascensore che per due volte era salito al terzo piano, sceso al piano seminterrato e risalito al terzo, senza sostare a nessun altro piano.

Ma che diavolo ha oggi, l’ascensore?” domandò irritata voltandosi verso il gabbiotto della reception nella speranza di attirare l'attenzione del collega che, intento a seguire la battaglia finale tra Uomini ed Estranei da un tablet non particolarmente camuffato, non la degnò nemmeno di uno sguardo.

Alba alzò gli occhi al cielo, rivolse nuovamente l'attenzione all'ascensore e ordinò spazientita “Ora basta, fermati qui!”.

L’ascensore inaspettatamente si fermò al piano terra e finalmente le porte si aprirono.

Alba fece per entrare, ma subito rimase pietrificata sulla soglia.

All’interno dell’ascensore la Dott.ssa Beratti, Direttrice delle Risorse Umane e il Grosso Fesso Pelato la fissavano imbarazzati, lei con il rossetto sbiadito e la gonna mezzo alzata e lui con le labbra troppo rosse e la cintura dei pantaloni ancora slacciata tra le mani.

La dottoressa Beratti si riprese subito, tirò velocemente giù la gonna con gesto esperto e uscì dall’ascensore scoccando ad Alba uno sguardo gelido e carico di sottintesi minacciosi.

Molinesi belò un imbarazzato “A che piano va?”

Grazie, salgo a piedi” rispose lei, con lo stesso calore emesso dall’iceberg che aveva affondato il Titanic, voltandogli le spalle e dirigendosi verso le scale.

Azaele si appoggiò alla parete dell’ascensore “Bella mossa” pensò affranto “proprio una bella mossa!”.

#


È inutile che continui a mentire, Michele, tanto lo so che sai benissimo dove si nasconde il piccolo bastardo!sbottò infuriato Ariel.

Nella penombra di un vicolo cieco, Ariel e Michele litigavano nell’Antico Verbo.

Nessuno poteva vederli, tranne un gatto nero con una bianca stella sulla fronte che li fissava immobile come una statua.

Cerca di moderare il linguaggio, non mi pare che certe espressioni si addicano alla nostra schiera” rispose irritato Michele “ti ho già detto che non ho la più pallida idea di dove sia, non lo vedo da quasi due settimane, non sono mica il suo guardiano!”

Sei un maledetto bugiardo, non raccontarmi balle, non sono un cretino! Tu sai benissimo dov’è, sai cosa mi ha fatto e lo stai proteggendo perché sei invidioso dei miei successi, anzi scommetto che hai suggerito tu a quel piccolo stronzo di farmi questo scherzo, voi due fareste qualunque cosa per danneggiarmi. Guarda che lo so cosa c’è tra voi due, lo sanno tutti!”

Michele perse la pazienza, stufo degli insulti di Ariel lo afferrò per la bianca tunica e avvicinando il suo viso a quello dell'iroso angelo, gli rispose con tono basso e gelido “Ora basta, non sono disposto a sopportare oltre la tua volgarità, se non sei capace di proteggere le anime di tua competenza dai tranelli di un demone del secondo girone, fatti un esame di coscienza e chiediti se sei davvero idoneo a svolgere il lavoro che ti è stato assegnato!”

Ariel, che non sopportava di essere messo in discussione, si infuriò ancora di più.

Spinse via Michele, sguainò la spada angelica e gliela puntò al petto. Aveva il volto terreo e gli occhi quasi completamente rossi.

Michele era esterrefatto, come era possibile che un suo collega potesse avere una reazione così furiosa e incontrollata?

Eppure Ariel era un angelo come lui.

Che cosa gli stava succedendo, che diavolo stava succedendo a Roma, pensò sconvolto.

Ariel” tuonò una voce imperiosa “rinfodera la spada immediatamente!”.

Ariel si fermò e la sua espressione passò nel giro di un secondo, da furiosa a colpevole.

Ysrafael, uno degli anziani coordinatori delle schiere angeliche, lo fissava con aria profondamente contrariata.

Questo non è un comportamento degno di un angelo del Quinto Cielo, Ariel, vergognati”

Io… perdonami Ysrafael” farfugliò Ariel con aria contrita “il fatto è che Michele, continua a mentire, lui e il suo indegno amico stanno cercando di fregarmi un’altra volta, di farmi sfigurare davanti ai tuoi occhi e…”

Ma non è vero!” si difese Michele “continui ancora con questa storia che cerchiamo di fregarti perché non hai ancora digerito quella volta che Aza alle Termopili ti ha fatto perdere la tua stupida scommessa con gli Arcangeli!”

Non ci sarebbe riuscito se tu non ti fossi messo in mezzo!” ribatté Ariel infuriandosi nuovamente al ricordo di quella dolorosa sconfitta.

Che cosa avrei dovuto fare? Volevi trapassare Azaele con la tua spada angelica per impedirgli di portare Efialte all’inferno!”

Avresti dovuto lasciarmi fare quello che era giusto fare! Azaele non era neanche lontanamente assegnato a Efialte, lo aveva corrotto definitivamente solo per farmi un dispetto, perché mi odia da sempre!”

Tu sei completamente matto! Azaele è un demonio, ha solo agito secondo la sua natura! E non poteva certo sapere che tu avevi scommesso con gli Arcangeli mille anni di recuperi, se non fossi riuscito a salvare l’anima di quel furfante!”

Matto io? Ma ti senti quando parli, stai difendendo un demonio, sei una vergogna per le schiere angeliche!”

ORA BASTA!” tuonò Ysrafael.

I due angeli zittirono di colpo come due scolaretti ripresi dal maestro.

Ariel, per quanto tu possa avere le tue ragioni, ti stai avvicinando al limite, ricorda che le rabbia va gestita e incanalata in modo positivo, altrimenti può corromperti. E sai bene cosa succede ad un angelo che si lascia corrompere dalla rabbia! Calmati e torna al tuo lavoro, quella di Molinesi non è la sola anima di cui ti sia stata affidata la custodia, per litigare con Michele stai rischiando di perdere di vista altri utenti!”

Ariel abbassò il capo, rinfoderò la spada, spalancò le ali e si innalzò in volo senza proferire parola.

Ma mentre si allontanava scoccò a Michele un’ultima occhiata carica d’odio.

Michele lo notò ma evitò di farlo presente a Ysrafael, non aveva intenzione di continuare quella inutile polemica.

Michele, sai molto bene che Ariel non ha tutti i torti, non è così?” domandò con voce grave l’anziano angelo.

In effetti… per quanto riguarda la storia delle Termopili, Ariel potrebbe anche avere ragione, però...”.

Potrebbe? Se non ricordo male, prima hai fermato il fendente di Ariel con la tua spada e poi hai dato involontariamente una tale spinta ad Azaele da farlo rotolare, guarda caso insieme a Efialte, fino al bordo del cratere infernale. A quel punto era davvero impossibile per Ariel impedire che il tuo amico ci saltasse dentro portandosi dietro l'anima di Efialte

Il fatto è che… Ariel era talmente furioso che avrebbe ucciso Azaele. E io non potevo permetterlo, per Azaele ovviamente, ma anche per lo stesso Ariel, che sarebbe stato scacciato dal Paradiso per sempre. Non è consentito uccidere uno dell'altra schiera se non siamo stati aggrediti o se la nostra vita non è in pericolo!”

Questo è vero e io ti credo Michele, ma sappiamo entrambi che Azaele non aveva scelto Efialte solo per via della sua natura di demonio, non è vero? C’erano tanti altri umani da poter corrompere, posto che lui non era nemmeno lì con quell’incarico, non è così Michele?” domandò Ysrafael guardandolo dritto negli occhi.

Ecco, e... effettivamente...” balbettò Michele che non era capace di mentire “Aza, forse sapeva della scommessa…”.

E magari aveva scommesso anche lui con qualcunolo incalzò Ysrafael.

Ecco… credo… credo che avesse scommesso anche lui… con gli Arcangeli...” Ysrafael sollevò un sopraciglio “e con gli Arcidiavoli” ammise Michele in un sussurro.

Dunque era vera la voce che aveva messo in mezzo anche gli Arcidiavoli!” esclamò il coordinatore

Lo sai come è fatto Azaele, è un incosciente!cercò di giustificarlo Michele.

"In conclusione, tu lo hai aiutato a portarsi un anima all'inferno per evitargli la punizione degli Arcidiavoli!” concluse Ysrafael, sempre più severo.

Michele sbiancò e rivolse lo sguardo verso il basso senza riuscire ad aggiungere nemmeno una parola a sua discolpa. Sapeva bene che ai quei tempi Ysrafael non era il suo supervisore e dunque non poteva più punirlo per quanto era successo, ma era lo stesso estremamente mortificato, era stata una grave violazione aiutare Azaele, ma non avrebbe potuto permettere nemmeno per un attimo che quello stupido incosciente, finisse per subire le orribili torture a cui l'avrebbero sottoposto gli Arcidiavoli in caso avesse perso la scommessa.

E poi per quanto riguardava Efialte, in fondo era davvero un’orribile persona e anche se Azaele non ci avesse messo lo zampino non era affatto sicuro che Ariel sarebbe riuscito a riportarlo sulla retta via.

Ti sei mai chiesto perché nessuno si sia mai preoccupato di indagare più di tanto su questa storia?” gli domandò Ysrafael dopo un istante di silenzio.

Io pensavoche il fatto che Azaele in seguito mi avesse aiutato con San Giorgio, avesse pareggiato i conti”.

Michele ammutolì rendendosi conto che Ysrafael lo stava osservando esterrefatto.

Basta così, più parli e peggio è” tagliò corto l'anziano Angelo “preferisco non indagare oltre! Ma ti avverto, sappi che finora te la sei cavata solo perché i tuoi sentimenti d’amicizia, per quanto rivolti alla persona sbagliata, sono sinceri e perciò più importanti delle stupidaggini di Azaele che in fondo, questo te lo concedo, non è malvagio come i suoi colleghi. Ma tieni bene a mente che anche se in lui possono essere rimaste delle tracce di bontà, ha comunque scelto la schiera sbagliata perché la sua natura lo ha portato a fare quella scelta!"

"Lui… a quei tempi era solo un ragazzino e aveva iniziato a frequentare amicizie sbagliate, io sono certo che oggi non rifarebbe certi errori, se avesse la possibilità di dimostrarlo…"

Ysrafael lo interruppe "Eri un ragazzino anche tu, eppure hai fatto una scelta diversa! E non illuderti Michele, tu non solo non potrai mai riportarlo nella nostra schiera, ma prima o poi finirai per pagare amaramente questa amicizia. Te l’ho ripeto per l'ennesima volta, trova la forza di staccarti da Azaele, altrimenti un giorno o l'altro ti ritroverai a dover scegliere tra lui e la tua schiera e la scelta sarà in ogni caso amara e profondamente dolorosa! Pensaci bene!”

Ysrafael rivolse un ultimo sguardo colmo di rimprovero a Michele e poi si alzò in volo.

Il gatto con la stella nera in fronte finalmente si riscosse, si avvicinò a Michele e si strusciò contro le sue gambe.

L'angelo si accovacciò sorridendo “Ehi gatto, tu mi credi quando ti dico che in Azaele non sono rimaste solo “tracce” di bontà, non è vero?” domandò accarezzando il gatto sulla testa.

Meeeeeow!” rispose il gatto rivolgendogli uno sguardo enigmatico.

Di un po', ma noi ci conosciamo per caso?” domandò Michele osservando la stella sulla fronte del gatto che, per tutta gli risposta, gli graffiò una mano e scappò via.

L'angelo sorrise malinconico continuando a pensare che era abbastanza sicuro di aver già visto quel gatto... ma dove?


Nota 1: Azaele essendo un diavolo, conosce tutte le lingue degli umani, per cui guarda Star Wars in lingua originale, da cui Chuwebacca e non Chuwebecca che è la versione italiana del nome

   
 
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