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Autore: Lupoide    09/05/2020    9 recensioni
Cosa sarebbe successo se, poco prima della nascita di Harry Potter, Regulus Black fosse riuscito a sopravvivere in quell'incauta notte in cui scoprì dell'esistenza degli Horcrux? Come sarebbe andata la storia da lì in poi? Un bivio, un crocevia che porterà una famiglia a riunirsi? Tutto questo avrà risvolti sulla vita del prescelto?
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: I Malandrini, Regulus Black, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Più contesti
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- K-Kreacher… portami via da qui… portami da Sirius…

La gola gli bruciava come se gli stessero andando a fuoco i polmoni dentro il suo petto. Annaspava sui gomiti verso l’elfo mentre la vista diveniva ogni minuto più appannata, mentre sentiva che qualcuno stava tirando il sipario sulla sua breve vita. Aveva bevuto fino all’ultima goccia di quella pozione maledetta e ora bramava soltanto due cose: una coppa d’acqua oppure la morte. Le desiderava con la stessa intensità per via dei dolori che lo scuotevano da capo a piedi. Gli sarebbe importato poco se gli fosse stata data una piuttosto che l’altra.

- Ma padrone… il Signore Oscuro così vi troverà.

- Kreacher! Ti prego, aiutami! - il mago afferrò il cencio con cui era solito abbigliarsi, quella vecchia federa consunta che per l’elfo era divenuta un vestito.

- Sì, padron Regulus. - quelle tre parole erano intrise del loro rapporto, all’apparenza semplice ma che celava molto di più di ciò che si potesse vedere in superficie. L’uomo l’aveva protetto e ora stava a lui ricambiare al favore, anche se ciò voleva dire disubbidire ai suoi stessi ordini, anche se ciò voleva dire tradire Lord Voldemort.


La smaterializzazione fu rapida ma per niente indolore. Una volta giunti a Godric’s Hollow, di fronte alla dimora dei Potter, Regulus Black dovette chinarsi fino a toccare il suolo con la fronte. Il suo stomaco, in quel momento, attivò il più antico meccanismo di auto-difesa, lasciando che rimettesse proprio in quel momento, insozzandosi completamente la veste e il corpo.

Fu Kreacher a bussare alla porta in cerca d’aiuto. Il mago non riusciva neanche a muoversi e continuava a rotolare su sé stesso, peggiorando ogni volta le sue condizioni igieniche.

Per questo motivo, Sirius Black stentò a riconoscere la figura del fratello spasimante in quella pozza di bile.

- Padron Sirius, Kreacher vi ha portato Padron Regulus come da lui richiesto, anche se Kreacher avrebbe preferito portarlo alla padrona Walburga…

- C-cosa diavolo gli è successo?

In un attimo Sirius fu ai piedi del fratello e l’aiutò a rimettersi in piedi.

- Santo cielo, Regulus, chi ti ha conciato così?

- A-Acqua…

Boccheggiava ormai per gli effetti della pozione; non sapeva cosa avrebbe causato al suo corpo quando aveva cominciata a berla in quella vecchia grotta.

- LILY! JAMES! AIUTATEMI! - gridò per tutta risposta Sirius, indirizzando le proprie urla verso la casa che era avvolta nell’oscurità ormai già da diverse ore.

Quando finalmente Regulus fu fatto accomodare in cucina, l’effetto della pozione era quasi completamente svanito. La sete no, però.

Vuotò una coppa, colma d’acqua fino all’orlo, in un unico lunghissimo sorso. Sembrò star meglio all’istante.

- Ora va meglio… vi ringrazio.

Solo in quel momento s’accorse che le figure attorno a lui erano aumentate e che lo stavano fissando tutte insieme con una spiccata sfumatura di preoccupazione nelle loro espressioni.

- Cos’è successo, Regulus? Che ci fai qui? - sentì la voce di Sirius che si riavvicinava, come se qualcuno stesse percorrendo un lungo tunnel e nel frattempo si stesse rivolgendo direttamente a lui. Anche la vista piano piano torno a schiarirsi, togliendo quelle ombre che era sicuro ne stessero presagendo la morte. Fu allora che notò la bacchetta del fratello puntata direttamente alla gola.

- Confessa, fratellino, ti ha mandato il Signore Oscuro? - lo incalzò vedendo il senno che tornava a riempire il suo sguardo.

- No, Sirius. Datemi solo un attimo di tempo per darmi una sistemata e vi spiegherò tutto.

Prese la bacchetta e fece per muoverla così da potersi pulire per bene dagli eventi di quella notte ma sentì la punta di quella di Sirius puntellarsi più in profondità nel collo, tanto da farlo trasalire.

- Capisco. Ho bisogno di parlare con Silente, questo è possibile?

- Sputa il rospo, Regulus! Prima che io ti faccia saltare la testa dal corpo! - sbraitò il fratello a sottolineare quel temperamento Grifondoro che tanto li avevi allontanati negli anni.

- Sirius… calmati. - la mano di James afferrò saldamente la spalla di Sirius, per donare maggior empatia a quella frase – Finirai per spaventare Lily e io questo non posso permettertelo…

- A dire il vero ci vuole tutt’altro per spaventarmi, caro. Anzi, sono d’accordo con Sirius. Questo non è forse il fratello Mangiamorte di cui ci hai parlato così spesso? - ribatté la stessa donna con un punto di stizza nella voce. Si percepiva che sapeva e voleva difendersi da sola.

Una scintilla d’orgoglio s’accese nel petto di Regulus. Questo voleva dire che, nonostante tutti quegli anni divisi, ancora si ricordava e parlava di lui. Certo, con parole poco lusinghiere ma almeno non aveva fatto come i loro genitori, cercando di cancellare ogni suo passaggio in vita, arrivando addirittura a bruciare l’arazzo di famiglia proprio nel punto in cui avrebbe dovuto trovarsi Sirius. Lasciò che quel moto d’orgoglio gli si spegnesse dentro poi proferì con tono calmo:

- Sì, sono io. Senza dubbio voi dovete essere i Potter, immagino. Lasciate che mi presenti: Regulus Black, fratello minore di Sirius e Mangiamorte rinnegato. Almeno da questa notte.

- È uno stupido trucco, non ci credete! - esclamò il fratello non appena vide lo stupore per l’ultima frase affiorare sui volti dei suoi più cari amici – È anche da lui che mi avete nascosto finora! Proprio per colpa sua sono dovuto andar via da casa! Avanti, dillo fratellino, sei venuto a ucciderci tutti per ordine di Tu-Sai-Chi, non è così? Eh? Rispondi!

Il tono della sua voce crebbe fino a diventare un ruggito nelle ultime parole. La bacchetta di Sirius continuava ad affondare nella carne, tanto che se fosse stata anche solo leggermente appuntita l’avrebbe potuto trafiggere senza difficoltà.

- No, non sono qui per uccidervi. Anzi. Sono qui per chiedervi aiuto.

Il silenzio calò improvvisamente nella stanza, l’aria all’interno era talmente tesa che nessuno di loro si azzardò a muovere un muscolo finché Regulus non riprese a parlare:

- Stanotte ho toccato con mano cosa è disposto a fare Lord Voldemort per diventare il mago più potente di tutti i tempi e… ne ho le prove con me.

Tirò fuori da una tasca della veste un vecchio medaglione, i cui riflessi di smeraldo ballarono per un attimo sulle sue mani.

- Non vi chiedo tutto questo senza sapere a cosa potreste andare incontro. Ma sono sicuro di potervi offrire qualcosa che possa anche solo minimamente ripagare il vostro aiuto: una parte dell’anima del Signore Oscuro.

Lasciò che il medaglione danzasse ancora di fronte agli occhi dei presenti e solo allora si rese conto di un dettaglio che fino a quel momento non aveva colto. La ragazza che lo stava fissando con quei bellissimi occhi azzurri, era in uno stato avanzato di gravidanza.

Deglutì a fatica, sapendo quanto disturbo stava loro arrecando in quel frangente. E a quanto pericolo li stava esponendo.

Sirius approfittò di quel momento di distrazione per strappare il medaglione dalle mani di Regulus.

Non trovò molta resistenza sulla sua strada, probabilmente perché il fratello minore non vedeva l’ora di liberarsene. Difatti da che l’aveva raccolto dal bacile di pietra, percepiva distintamente l’atroce aura che sprigionava quell’oggetto e, al solo lasciarlo andare, gli parve di essersi liberato di un peso.

- Sirius… manda un gufo a Silente, presto! Dobbiamo parlare con lui quanto prima. Lily, tu invece torna a stenderti. Scopriremo subito se si tratta d’ un falso e se tuo fratello sta tentando di ingannarci. Intanto, Regulus, non me ne volere… Incarcifors! - un rapido movimento della bacchetta di James e da essa cominciarono a sgorgare catene che si avvilupparono attorno al corpo del Mangiamorte.

Dal canto suo, Regulus non apparve minimamente turbato. Comprendeva benissimo che tutto quello che gli stava succedendo in quella stanza non era altro che il frutto degli anni spesi all’ombra della veste del Signore Oscuro. Non poteva di certo aspettarsi che gli avrebbero creduto così, seduta stante, quando aveva detto loro che aveva rinnegato i valori di una vita in una sola notte. Gli sarebbe piaciuto che potessero vederlo dentro, che l’avessero sottoposto a un interrogatorio con il Veritaserum. Ma per la prima volta in vita sua si sentiva libero, un paradosso a pensarci bene, poiché era incatenato a terra. Quella notte gli aveva aperto gli occhi sulle nefandezze di cui era stato complice e non avrebbe passato un’ora di più in quello stato correo.

- Insomma, James. Dimostra un po’ di buone maniere. - nuovamente la voce di Lily ruppe il silenzio. Regulus si ritrovò a ringraziarla con gli occhi dopo ch’ella l’ebbe ripulito dal sudiciume di cui s’era cosparso da solo, con un semplice movimento della bacchetta. Sirius intanto era schizzato nella stanza confinante, troppo lontano dagli occhi del fratello per vedere con quali scattosi movimenti egli stava scrivendo la lettera per Silente. Si prese persino una beccata dal gufo dei Potter poiché era stato troppo indelicato nel consegnargli la lettera.

- Tesoro, vai a stenderti. Sono preoccupato per la tua condizione in questo momento. - James strinse a sé la moglie, pronunciando quelle parole con dolcezza mentre le carezzava le mani. Ella annuì silenziosamente, e senza proferire ulteriori parole s’allontanò per ritirarsi al piano superiore. Non mancò di lanciare un ultimo sguardo al prigioniero nel loro soggiorno, un’occhiata che racchiudeva in sé diffidenza e compassione. Un contrasto così nitido che quasi si riusciva a interpretare nei suoi occhi dove terminasse uno e iniziasse l’altro.

Fu allora che Regulus si ritrovò a doversi piegare all’indietro poiché James gli aveva afferrato i capelli dietro la nuca, tirando con forza in modo da fargli alzare il mento.

- Ascoltami bene ora – gli sibilò a un palmo dal viso – non so chi tu sia se non per i racconti di Sirius, sappi però che voglio vederci chiaro in questa faccenda. Osa soltanto pensare di ingannarci e ti giuro che quello che ti avrebbe fatto il Signore Oscuro sarà nulla in confronto a come ti ridurrò. Mi sono spiegato?

La rabbia che fuoriuscì da quelle parole ebbe l’effetto di un pugno in faccia, un chiaro monito che, comunque, Regulus non poteva dirsi ancora al sicuro neanche lì. Neanche dopo aver offerto loro una parte del suo Signore. Neanche ridotto a prigioniero dalle stesse persone che stava cercando di aiutare.

Annuì, cercando di richiamare a sé tutto il coraggio di cui disponeva. Non tremò neanche per un secondo e non distolse lo sguardo dagli occhi di James Potter neanche per un secondo.

Stava vivendo moltissime sfumature di sentimenti che neanche sapeva di poter provare e la paura era una di queste, eppure non ne provava per quell’uomo che stava solo cercando di proteggere la sua famiglia.

- Fatto. - Sirius tornò nel soggiorno, giusto in tempo per assistere a tutta la scena. Sorrise al suo migliore amico e questi lasciò immediatamente la presa sul fratello.

- Vado a vedere come sta Lily. Fintanto che Silente non si farà vivo, vi lascio soli. Sono sicuro che avrete più di qualcosa di cui parlare.

E così fece, accompagnando quelle parole con un cenno d’assenso verso Sirius, prima di salire anche lui al piano di sopra.

Fu solo in quel momento che Regulus si rese conto che erano rimasti effettivamente in due nella stanza. Dov’era finito Kreacher?

Non ebbe il tempo di pensarci oltre poiché si ritrovò il fratello maggiore seduto accanto a lui.

- Non so cosa ti abbia fatto pensare che ti avremmo protetto. A dire il vero, non capisco proprio cosa ci faccia tu qui… - furono le prime parole che gli rivolse dopo anni, senza contare le minacce di poco prima, ovviamente.

- Posso essere sincero, fratello? - gli costò parecchia fatica riuscire a girarsi per poterlo guardare negli occhi, ogni movimento in eccesso che produceva pareva che le catene s’avviluppassero di più intorno al suo corpo – Non lo so neanche io. Siamo sempre stati l’uno la nemesi dell’altro, pur essendo cresciuti sotto lo stesso tetto. Eppure sentivo che era la cosa giusta da fare. Che qui avrei trovato un rifugio sicuro. Probabilmente è stata la disperazione a farmelo pensare. Tuttavia, sento che finalmente abbiamo qualcosa che c’accomuna dopo tutti questi anni.

- Cosa?

- Ora siamo entrambi reietti, Sirius. Sulle nostre teste pende la stessa lama. È buffo pensarlo quando soltanto ieri ero io a impugnare questa stessa lama, ma è così. Comprendo perfettamente che, ora come ora, ti risulti impossibile fidarti di me. Ma se deciderai mai di farlo, sappi che mi troverai ad attenderti.

Fu strano per Regulus parlare al fratello in quel modo, a cuore aperto, dopo un’intera vita passata ad essere come cane e gatto. Ma non gli venne difficile, quelle parole gli caddero di bocca ancor prima che potesse pensarle. Lo sentiva davvero, proprio perché le gesta che aveva compiuto quella notte l’avevano portato sullo stesso piano di Sirius. In un certo senso aveva firmato la sua condanna a morte rubando quel medaglione. Ed era sicuro che questo il Signore Oscuro lo sapesse. Lo sentiva. E non potendo più tornare indietro, non poteva far altro che cercare aiuto e conforto in quella figura familiare così sconosciuta.

Ormai erano anni che portava sulla pelle il Marchio Nero, ma sapeva che, nonostante l’avesse rinnegato, per Sirius sarebbe rimasto marchiato a vita. E non sul braccio, in bella mostra. Dentro, nell’anima. Quello era un marchio che il fratello maggiore gli aveva impresso col fuoco, sin da quando erano bambini.

Silenzio. E poi:

- Hai ragione, Reg. Non mi fido di te…

  
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