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Autore: emmevic    07/06/2020    4 recensioni
Cit. Cas non è stato creato per avere paura, ma ha imparato lo stesso ad averla, perché quando il tuo centro è Dean Winchester, cacciatore professionista, Spada di Michele, Uomo Giusto e calamita di guai, alla fine ti ritrovi a convivere con un’ansia che un test online, fatto per scherzo in una notte annoiata, ti diagnostica come “cronica”.
⤷ Famiglia può essere un angelo che non è più un angelo, suo figlio adottivo (alias l’Anticristo) e l’uomo che ha “afferrato stretto e salvato dalla perdizione”. Raccolta di 4 capitoli ambientata dopo un’ipotetica ultima stagione, ma non considera né la 14esima né la 15esima. Quello che viene raccontato qui è un mondo fatto di quotidianità e di piccole crisi. Destiel.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Happily Ever After'
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I   C A N
S E E   C L E A R L Y
N O W


(“Non hai bisogno che ti dica cosa fare”)


Dal momento in cui ha strappato Dean Winchester dall’Inferno e l’ha riportato nella terra dei vivi, ci sono nozioni che Castiel ha assorbito un po’ per caso, un po’ per necessità e un po’ per amore. Perché camminare tra gli uomini fa questo: ti cambia in maniera indelebile, insegnandoti lungo la via a comportarti come uno di loro. Il fatto che adesso sia a sua volta umano è una testimonianza più che sufficiente a dimostrazione di ciò.
Così, quando ancora era un Angelo, Castiel ha imparato che Dean alla mattina deve bersi almeno una tazza di caffè o rimane di cattivo umore per tutto il giorno, anche “peggio di un orso” (caso); quando poi è diventato umano, ha imparato a sua volta a farsi il caffè perché, senza una buona dose di caffeina, l’ex-Angelo si è reso conto che la giornata non può iniziare nel verso giusto (necessità); ma soprattutto, da quando si sono trasferiti nella loro nuova casa di periferia e hanno comprato una moka degna di questo nome (quella nel bunker se l’è tenuta Sam, portandosela con sé a Stanford), Castiel ha imparato come fare a Dean il caffè perfetto (amore).
Lo vuole amaro, senza zucchero e non troppo caldo e, quando finisce di berlo, l’ex-cacciatore gli rivolge sempre un sorriso appena accennato che fa capire a Castiel che, sì, ne vale la pena alzarsi un po’ prima alla mattina per preparargli sto benedetto caffè.
E non ci sarebbe nemmeno bisogno che gli dica grazie, ma Dean lo ringrazia lo stesso, sia con gli occhi sia con la voce; la pensione e la mancanza di catastrofi incombenti gli stanno decisamente facendo bene, ed è in questo quadretto idilliaco che Cas una tazza alla volta cerca di migliorargli ulteriormente la vita.
Il Paradiso in Terra: quello è l’obiettivo che l’ex-Angelo si è prefissato per Dean.





“Ormai credo di aver capito quando una cosa è giusta e quando è sbagliata” così esordisce Jack, nel momento in cui raggiunge Dean in salotto e gli si siede accanto sul divano. “All’inizio ero un po’ confuso,” specifica il Nephilim “ma adesso mi è tutto chiaro, tu, Sam e Cas siete stati… esplicativi”. Al che il ragazzo guarda negli occhi uno dei suoi tre padri, l’unico che in questo momento è in casa, più precisamente in salotto, e imperterrito riprende la parola senza lasciare il tempo all’ex-cacciatore di capire dove voglia andare a parare.
Ma l’Uomo Giusto non deve aspettare così tanto per scoprirlo: “Non è che puoi spiegarmi come si fa a capire se ti piace qualcuno?” gli chiede Jack dal nulla e, se Dean è contento che abbia deciso di chiederlo proprio a lui e non a Cas o a Sam, è doveroso ricordare che, tuttavia, parlare di sentimenti non sia il suo forte. Né la sua cosa preferita.
Mmm-” mugugna Dean cercando di prendere tempo (questa è una di quelle volte che vorrebbe che Cas fosse ancora un Angelo, così potrebbe pregare a suo indirizzo e in un batter d’occhio sarebbe lì a spiegare lui stesso a Jack cos’è l’amore). “Quando ti piace qualcuno…” Dean guarda un po’ in aria e poi aggrotta le sopracciglia. “Quando ti piace qualcuno,” ricomincia con più decisione “senti che vorresti stare sempre con quella persona, perché rende anche la giornata più brutta degna di essere vissuta… tutto rimane uguale a prima, ma è allo stesso tempo diverso: più colorato”.
Dean vede l’esatto momento in cui le sue parole fanno click nella testa di Jack: “Oh” sussurra il ragazzo, spalancando gli occhi e a questo punto l’ex-cacciatore non può lasciarsi sfuggire l’opportunità.
“Ma mi chiedi questo perché hai in mente qualcuno in particolare?” domanda. “…Leslie, magari?” gli chiede già ridendo sotto i baffi (che non ha) e lo sapevo gli balena in mente, appena vede gli occhi del ragazzino cominciare a muoversi frenetici da un angolo all’altro della stanza, in cerca di non si sa bene cosa.
Jack alza una mano, il dito medio allungato verso il soffitto e le guance più rosse di qualche secondo prima. “Mi sembra che Cas mi stia chiamando” informa suo padre, ma prima che possa lanciarsi al piano di sopra o scomparire dal salotto, Dean gli afferra una spalla.
“Aspetta un attimo, Casanova, ancora una cosa.”
Il Nephilim si blocca.
“Fammi un piacere. Non volare più in giro per il quartiere, i nostri dirimpettai stanno iniziando a notarlo e a preoccuparsi” lo avvisa Dean.
Jack annuisce, le guance ancora rosse.





Se imparare a fare il caffè è stato relativamente semplice (alla fine è addirittura diventata routine), ci sono altrettante mansioni che invece si sono dimostrate spinose (cambiare la ruota anteriore della macchina, per dirne una).
Castiel in quell’occasione, mentre si trovava da solo su una provinciale sotto una pioggia torrenziale che non voleva saperne di smettere, per la prima volta aveva capito quanto potesse effettivamente fare schifo essere un semplice essere umano che prova freddo, fame e frustrazione. (Aveva smesso di essere un Angelo da poco meno di un mese e c’erano momenti in cui ancora faticava a capire l’entità di questo cambiamento: il freddo, assieme all’andare in bagno, era la cosa che forse lo infastidiva di più.)
Aveva passato così una buona manciata di minuti a fissare la ruota sgonfia (chissà come si era bucata), poi aveva cercato sul proprio cellulare cosa fare e l’aveva fatto. Non era stato appagante, non come fare il caffè per Dean e, in più di un’occasione, era stato tentato di chiamare Jack e farsi dare un passaggio in volo fino a casa, alla fine, però, aveva sistemato la ruota da solo ed era rientrato al bunker bagnato, ma vincente.
Quella sera stessa Dean gli aveva dato una pacca sulla spalla al racconto di come aveva cambiato la ruota (di come non aveva avuto bisogno di aiuto, che qualcuno gli dicesse cosa fare) e Cas, in risposta, l’aveva baciato.
Il loro primo bacio.
Che, poi, Castiel nemmeno più si ricorda (stupida memoria da essere umano) perché si fosse ritrovato proprio su quella provinciale a inzupparsi, ma una cosa che non può in nessun modo dimenticare non è tanto il fastidio dei vestiti bagnati appiccicati alla pelle o la frustrazione per tutta la situazione, quanto piuttosto, qualche ora dopo, come tutto fosse diventato perfettamente giusto.
Le labbra di Dean sulle sue. Le loro mani unite.
Il loro primo bacio (a cui subito era seguito il fatidico secondo).





Il sole del mezzogiorno illumina il viso di Castiel, mentre pota uno dei cespugli accanto alla staccionata verniciata pochi giorni prima. Dean, con le mani in mano e nessun impegno a portarlo altrove, si gode la vista e ammira gli occhi azzurri dell’altro, ancora più celesti sotto la luce calda del sole.
C’è da dire che, se tante cose sono cambiate tra loro, di sicuro i loro lunghi sguardi non sono una di queste. (Anche se stavolta Cas non lo sta guardando perché troppo concentrato sulla pianta di fronte a lui).
“Credo che Jack abbia una cotta” Dean si spiccia infine a dire, decidendosi a interrompere il silenzio, per poi correggere il “credo” con un “sono sicuro”.
Castiel, senza fermarsi, alza leggermente gli occhi e incrocia il suo sguardo.
Non è sorpreso, realizza Dean.
“E?” lo invita a continuare il giardiniere improvvisato. Che problema c’è? sembra dicano i suoi occhi.
“Non so, dici che dovremmo spiegargli la storia dell’ape e del fiore e… tutto quanto?”
“Credo l’abbia già fatto internet” lo tranquillizza Cas. “E Sam. Tuo fratello mi ha detto di aver avuto la Conversazione con Jack e di avergli dato dei libri da leggere per chiarirgli ogni dubbio”.
L’ex-cacciatore richiude la bocca. Questo non l’avrebbe mai detto, ma a posteriori è così da Sam che nemmeno può stupirsi. In silenzio, riprende quindi a guardare Castiel che tortura il cespuglio.
Trascorrono dieci minuti. Uno dei ragazzini del quartiere passa dalla loro via e saluta Castiel, che, in risposta, alza le cesoie a mo’ di saluto.
Una lampadina (mentale) si accende.
“Ah, Cas, ora che mi ricordo di dirtelo, abbiamo un problema. Ho dovuto dire a Jack di smetterla di svolazzare per il quartiere, perché i nostri vicini hanno iniziato a notare il suo scomparire e riapparire”.
Silenzio. A questo punto l’ex-Angelo si ferma. Una ruga gli divide la fronte in due metà esatte.
“Intendi Masina? È lei che l’ha visto?” domanda tranquillo.
“Masina chi?” chiede Dean, che sul vicinato è rimasto un po’ indietro. Troppi nomi.
Cas sospira. “Capelli bianchi, occhi neri, origini samoane e una settantina d’anni… Viene qui a bere il tè ogni mercoledì pomeriggio.”
“Ah, madame Siete una bella coppia” borbotta Dean a denti stretti, ricordando il commento che la donna ha rivolto loro appena si sono trasferiti nel quartiere. Non che si vergogni di quello che ha con Cas, ma al tempo non era ancora pronto per quel tipo di considerazione e, da quel giorno, non può fare a meno di pensare alla loro vicina e provare un leggero disagio. Li ha visti subito per quello che sono e questo, il mostrarsi per quello che è davvero (un uomo stanco e innamorato), dopo aver passato una vita a cercare di sembrare indistruttibile e invulnerabile, è qualcosa che fatica a viversi serenamente. (È anche per questo che non andrà mai a una festa di quartiere, riflette, ma, mentre lo pensa, sa già che ci andrà perché prima o poi Castiel lo trascinerà a forza).
Intanto, il suo interlocutore rotea gli occhi e Dean ci legge del disappunto.
, a Cas la vecchina, Masina, piace molto (e viceversa).
“Comunque no, Mani-di-forbici” chiarisce l’ex-cacciatore, alludendo al povero cespuglio sotto le mani dell’altro. “Intendo i nostri dirimpettai.”
“Ah, gli Smith.”
“Loro” conferma Dean, anche se non ricorda bene chi siano gli Smith. Ma se Cas dice che sono loro i dirimpettai, allora è così. In effetti dovrebbe cercare di integrarsi di più: cosa che all’ex-Angelo stranamente (ma neanche troppo) sta riuscendo alla grande. Tutti già lo amano, in pratica è la nuova mascotte del quartiere.
Castiel nel frattempo riprende a tagliare.
“Lo sai che Masina è la nonna di Leslie?”
“Non dirmi che hai conosciuto Leslie!” gli rinfaccia subito Dean, come se fosse l’affronto peggiore che l’altro gli abbia mai fatto.
“No, me l’ha detto Masina. In realtà è stata lei stessa a raccontarmi di Jack e Leslie”.
Lo sguardo accusatorio che l’ex-cacciatore gli rivolge urla lo sapevi e non me l’hai detto! (stronzo). Un vero sguardo da Dean Winchester.
“Visto che siete amici, perché non chiedi a lei, per sicurezza, di fare un discorsetto anche a sua nipote? Siamo troppo giovani per diventare nonni e Jack ha solo quattro anni, per giunta” lo rimbecca quindi Dean, aspro, ma Castiel scuote la testa e ride.





Lo spazio è un concetto relativo quando sei un’onda di intento celeste, non c’è quindi da stupirsi che una delle primissime cose che Dean abbia da subito fatto notare a Castiel sia stata la sua totale incomprensione dello spazio personale. Adesso, chiaramente, Cas sa bene qual è la giusta distanza da porre tra sé e un interlocutore: è umano da troppo tempo per non aver capito cosa bisogna fare e non fare quando qualcuno ti parla. (Invadere la bolla personale è una di queste cose).
C’è voluto del tempo ma alla fine ha imparato anche come si stringe una mano quando questa ti viene offerta, come si ricambia un abbraccio dopo che non hai visto qualcuno per tanto tempo e come bisogna sorridere nel momento in cui la nuova vicina, una vecchina adorabile con un gatto nero e una ragnatela di rughe che le segna l’intero viso, ti dice che “siete davvero una bella coppia, tu e il tuo compagno”. (E Dean al complimento si è subito dileguato: Dean, che, pur essendo umano dalla nascita, certe volte ha dei seri problemi a comportarsi come una persona normale. Come in questo caso, in cui avrebbe potuto evitare di lanciarsi in casa per evitare di prendere atto del commento).
Ma la vecchina, Masina, si è limitata a ridere di fronte alla reazione dell’ex-cacciatore (Santa Donna, pensa Castiel) e Cas ha quindi roteato gli occhi, come a scusarsi per il comportamento di Dean, e poi ha sorriso, offrendole quindi un tè perché no. (L’invito è stato accettato e il tè è stato accompagnato da dei biscotti).
L’interazione è stata più che naturale e Castiel, come non mai, si è sentito a tutti gli effetti umano: non è più un pesce fuor d’acqua e non ha più bisogno di fermarsi a pensare cosa farebbe una persona e non un’onda celeste. Ormai ha imparato e non è più necessario che segua le direttive di nessuno: è veramente libero per la prima volta nella sua lunga vita.
Libero di essere e di fare ciò che desidera, ma soprattutto di essere se stesso. E così Castiel sorride e continua a farlo, ed è quel tipo di sorriso che nasce dalla pancia e arriva su fino alle labbra.
E Masina è davvero una mente brillante.





Jack sta praticamente vibrando. Cammina da una parte all’altra del salotto come un tarantolato, stringendo tra le mani una scatolina azzurra.
Dean, che ha appena finito di cenare e con la pancia piena è particolarmente calmo, lo osserva incerto dalla cucina e, girandosi verso Castiel che sta preparando le carte sul tavolo, gli sussurra: “Secondo te dobbiamo preoccuparci?”
Lo chiede sinceramente impensierito, dal momento che, da quando questa mattina ha dato l’ok a Jack per uscire, il ragazzo sembra non potersi trattenere dal muoversi.
L’ex-Angelo scrolla le spalle. “È agitato” gli risponde, e l’Uomo Giusto vorrebbe fare una smorfia da ma no, dai? perché certe volte è davvero snervante dividere il letto con Capitan Ovvio. (Un Capitan Ovvio adorabile, certo, ma pur sempre un Capitan Ovvio).
Castiel si schiarisce la gola e gli si avvicina.
“Questo pomeriggio ho sentito Masina e mi ha raccontato che Jack ha chiesto a Leslie un appuntamento” gli confida l’ex-Angelo in un sussurro, un’espressione felice gli attraversa lo sguardo.
E se da una parte Dean pensa che oh, è emozionato per Jack, dall’altra riflette anche che Cas avrebbe pure potuto dirglielo dell’appuntamento, ma si limita a sbuffare e andare in salotto.
“Jack” dice Dean. “Tutto bene?”
Il ragazzo si ferma: lo fa per la prima volta da quando l’ex-cacciatore gli ha detto che può uscire.
“In effetti no, non va tutto bene” risponde accigliato.
“Ti serve un consiglio per qualcosa?”
Annuisce e abbassa gli occhi.
“Ti ricordi Leslie?” chiede con gli occhi bassi e la punta delle orecchie rosse. “Le ho preso una cosa, ma non so se le piacerà. L’ho comprata l’altro giorno, quando sono andato a Vancouver,” si confida, ancora immobile. “È per quello che mi ero distratto…”
Dean gli mette una mano sulla spalla, Cas, intanto, si è mosso accanto a loro.
“Posso?” chiede Castiel con riverenza a Jack, portando avanti la mano.
Il Nephilim gli allunga la scatolina. È azzurra e dentro c’è un braccialetto in argento con una pietra azzurra come la scatola.
Dean lancia un fischio, stupito. “Sono sicuro che le piacerà” dice quindi Castiel e Dean aggiunge velocemente un “Concordo”, a cui istantaneamente Jack si rilassa, sciogliendosi.
Addirittura sorride, il ragazzo.
Poi Dean vede il bigliettino dentro la scatolina e non può trattenersi. Lo prende.
DEAN” ringhia Castiel con uno sguardo che spaventerebbe chiunque (non Dean), ma l’ex-cacciatore lo sta già leggendo, mentre Jack appare gelato sul posto: sembra non sappia più cosa fare, nemmeno più respira (non che gli sia indispensabile).
“Alla strega più bella del mondo?!” legge Dean e dal biglietto alza gli occhi per puntarli in quelli di Jack, ma il ragazzo è ancora più veloce e gli strappa di mano biglietto, scatolina e bracciale e non è più nemmeno in salotto. Puff: se n’è andato.
È volato via il piccolo infame.
UNA STREGA!” urla Dean a Cas, che a quel punto è l’unico rimasto in casa e lo fissa come se fosse lui a essere in torto e non Jack. È uno sguardo secco, che non ammette repliche quello che Castiel gli rivolge. Non è arrabbiato, è semplicemente perentorio.
“Lo sospettavo in effetti, visto che anche Masina lo è” aggiunge con voce monocorde  l’ex-Angelo, mantenendo la stessa espressione da provaci a contraddirmi, Dean.
Ha anche assottigliato gli occhi e questo lo fa solo in rare occasioni, quando è pronto a fronteggiarlo in una sfuriata.
L’ex-cacciatore ha già la risposta pronta, ma sospira, perché le carte sono sul tavolo ad aspettarli e lui non ha voglia di passare tutta la serata a litigare con Cas perché Jack è un idiota.
“Nostro figlio esce con una strega” si limita quindi a commentare con un filo di voce, buttando fuori con quella frase tutto il suo astio verso le streghe.
L’espressione di Castiel si fa più dolce. Nemmeno lui ha voglia di litigare, ma un sassolino dalla scarpa vuole toglierselo ugualmente.
“Almeno è con qualcuno che può difenderlo. Ora non puoi proprio più preoccuparti, Dean” lo punzecchia con un sorriso che il Winchester può catalogare solo come strafottente, per poi schioccargli un bacio sulla guancia e andare a sedersi in cucina, di fronte alle carte.
Dean non può far altro che sbuffare.
Adorabile bastardo.




Mi sembra giusto finire una raccolta di questo tipo con bastardo, lmao. (Non odiatemi, per favore). Comunque. Ho fatto del mio meglio per questo capitolo e spero davvero che possa essere una "degna" conclusione e vi possa piacere, anche solo strappare un sorriso. Spero anche di poter tornare a scrivere in questo fandom (più prima che poi, incrociamo le dita). Intanto colgo l'occasione per ringraziare Ilarya che mi ha aiutato rileggendo ogni capitolo e dandomi delle dritte essenziali (tisivuoleunsaccobene, sappilo). Venendo al prompt, qui è “Non hai bisogno che ti dica cosa fare” (+ imparare). P.S. nel caso ci siano errori o refusi fatemi pure sapere! Temo che qualcuno sia sfuggito. E, ah, se volete parlare di Destiel o fare quattro chiacchiere, passate pure a farmi ciao sul mio FB o sul mio tumblr. P.P.S. Ringrazio strugatta, hiromioka e Joy per avermi accompagnato capitolo dopo capitolo: ho apprezzato ogni parola che mi avete rivolto.
   
 
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