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Autore: NPC_Stories    01/11/2020    3 recensioni
Una raccolta di flashfic e oneshot che attraverso una parodia quasi sempre comica di alcuni cliché letterari racconteranno frammenti di vita dei miei personaggi ricorrenti, o anche piccoli missing moments di altre storie.
Aggiornamento a random quando mi sento ispirata.
Genere: Fantasy, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1356 DR: You Say Tomato


Autunno inoltrato, in una locanda vicino a Secomber

L'elfo dei boschi poggiò una mano sul ventre gravido della sua compagna, cercando di sentire qualche movimento della creaturina all'interno. Ogni tanto il bambino tirava un calcio o si girava su se stesso, e allora si sentiva qualcosa. Sotto il suo palmo, la pancia della donna sobbalzò leggermente.
"Oh? E quello cos'era?"
"Uhm... Se dovesse ripetersi direi che era un singhiozzo."
I due rimasero perfettamente immobili, in attesa di una conferma o di una smentita. Dopo qualche secondo, un nuovo piccolo tremolio, identico al precedente.
"Ah! Avevo ragione, ha il singhiozzo" ridacchiò la drow.
"Non sapevo che i bambini potessero avere il singhiozzo anche prima di nascere!"
"Sì, è piuttosto comune" spiegò lei, che di gravidanze ne aveva già avute. "Significa che sta crescendo bene. Penso che sia ora di cominciare a pensare a un nome."
"Dici? Ma quanto mancherà alla nascita?"
Lei si strinse nelle spalle. "Con i bambini elfi non si può mai dire. A nove mesi il loro fisico è perfettamente formato, ma non tutti sono pronti a separarsi dalla madre così presto. Una gravidanza elfica può durare dai nove mesi ai due anni, e non c'è modo di sapere quando il bambino si deciderà a nascere. È raro che nascano prima di un anno completo."
L'elfo fece un rapido calcolo mentale e sbiancò.
"Quindi stai dicendo che potrebbe nascere fra una settimana oppure fra più di un anno?"
"Esatto" confermò lei con un sorriso. "Per questo non mi dispiacerebbe cominciare a pensare al nome."
"Se sarà maschio, mi piacerebbe chiamarlo Arrik. È il nome di un antico eroe della mia foresta natìa, un mezzumano che si guadagnò il titolo di Amico degli Elfi. A te andrebbe bene se lo chiamassi così, Krystel?"
La strega ci pensò un attimo.
"Non ho nulla in contrario, a patto che poi non debba anche lui guadagnarsi il tuo affetto come quell'altro Arrik dovette guadagnarsi l'affetto del tuo popolo."
"No, tranquilla" l'elfo sorrise con espressione sognante. "Il fatto stesso che sia mio figlio gli garantirà tutto il mio amore, incondizionato."
Krystel sorrise di rimando, soddisfatta per la risposta.
"E allora se sarà femmina, vorrei chiamarla Geyla. È il nome della più antica strega del mio lignaggio di cui la mia maestra avesse memoria. È un nome potente e benaugurante."
"Che cos'è un lignaggio?" Domandò l'elfo, che aveva sentito quella parola solo in contesto di famiglie nobiliari che discutevano di purezza del sangue.
"Il lignaggio è... da dove vieni. La catena di persone che ha creato e tramandato la tua tradizione. La mia maestra è il mio lignaggio, e anche la sua maestra, e la maestra della sua maestra, e via dicendo. Geyla Dufeinne è la più antica strega del nostro lignaggio di cui si sia tramandato il nome. È come se fosse una mia antenata, solo non di sangue."
"Jaylah... mi piace, come nome. Suona un po' come Johel, ma al femminile."
Geyla. Non sono convinta che tu lo stia pronunciando bene." Krystel sorrise, divertita, perché aveva capito che Johel stava storpiando la pronuncia apposta, per fare in modo che il nome di sua figlia somigliasse al suo.
"Tu dici Geyla, io sono elfo e lo pronuncio alla maniera elfica, Jaylah" tagliò corto Johel, con un sorriso da mascalzone.
Krystel non ribatté, perché in realtà trovava adorabile che il suo ultimo amante si sentisse così coinvolto nella nascita di quel bambino - o bambina. Johel sarebbe diventato padre per la prima volta ed era assolutamente elettrizzato all'idea. Krystel era davvero felice di quel suo entusiasmo e non le importava veramente del nome del bambino. Era sufficiente che quella nuova creaturina venisse al mondo in salute e circondata dall'amore della sua famiglia. Sarebbe stato già un dono, per nulla scontato.
"Mi piace la tua pronuncia elfica" concesse infine, strappando un sorriso soddisfatto a Johel. "Se sarà femmina la chiamerò Geyla, ma non ho nulla in contrario se tu e la tua famiglia la chiamerete Jaylah."



********************
Mi avete chiesto in tanti come mai Krystel pronunciasse il nome di sua figlia in modo diverso da Johel. Spero che questa storia lo spieghi chiaramente. Si basa sulla trope You Say Tomato, che indica come a volte la stessa parola abbia pronunce diverse ma ugualmente legittime. Nel caso del nome di questa bambina si scrive anche in modo diverso, ma è perché Johel comunque lo scriverebbe in caratteri elfici.
Quanto alle persone che ispirano i nomi scelti da Johel e Krystel, Arrik viene citato in uno degli ultimi capitoli di L'amicizia non genera debiti, mentre Geyla Dufeinne è citata in Antiche Contadi di Silverymoon: Casate A-D.

Ultima nota sulla gravidanza elfica: ho cercato di conciliare diverse informazioni sulla lore degli elfi. In AD&D (complete book of elves) è scritto che la gestazione dura due anni, in 3.0 (Dragon Magazine 279, articolo Leaf & Thorn) la gestazione elfica è data a 12 cicli lunari quindi un anno, mentre in 3.5 (races of the wild) viene detto che dura 9 mesi come quella umana. Il mio headcanon è che 9 mesi siano tecnicamente sufficienti, ma nonostante la maturità fisica, i bambini elfi generalmente non nascono così presto, nelle mie storie la norma è minimo 1 anno (un intero ciclo di stagioni) fino a un massimo di 2 anni. Alla fine il concetto di maturità psicologica per gli elfi è molto importante, ad esempio il loro corpo è pronto a procreare già a vent'anni (anche prima se si prende per buona la narrativa di RA Salvatore che vede un'elfa incinta a 12 anni, ma per me è un'aberrazione e quell'autore caga sul canon perché "lui può"); ciononostante di solito non hanno figli prima dei 120 anni, perché si sentono troppo giovani.
   
 
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