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Autore: Lady Lynx    23/08/2009    3 recensioni
Erano le tre e ventisette del 9 giugno 1998.
La ragazza che camminava lentamente sotto l’accecante luce del sole estivo sentiva il suo cuore oppresso dal peso del mondo.
Prese a pugni i ricordi, spezzò i legami con il passato, cancellò con ostinazione le tracce del tempo.
Pensò a un fuggevole bacio, senza volerlo, ma sapeva che era tutto finito.
Il vuoto avvolse il suo cuore, spinse la magia in un angolo dell’anima.
Game Over.
Lauren Silente non esisteva più.

POSTATO L'ULTIMO CAPITOLO.
Genere: Generale, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Memorie di una Silente'
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I personaggi dei libri di Harry Potter presenti in questa storia non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; i restanti personaggi sono frutto della mia immaginazione.
Questa fan-fiction non tiene conto del sesto e settimo libro e della fine del quinto. È stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Mi tirai le coperte sopra la testa, tentando di ignorare la luce del sole che filtrava dalla finestra tre metri più in alto. Sentii rivoli di sudore colarmi sulla fronte, mentre mi chiedevo se fosse meglio morire soffocata dal caldo o alzarmi a quell’ora improbabile della mattina. Approvai la morte per soffocamento, considerato che così avrei potuto dormire di più…molto di più, a guardare bene.
- Fossi in te mi alzerei! – una voce interruppe per la seconda volta il mio meraviglioso sogno in cui vagavo per il Polo Nord in bikini.
- Taci, stupido Cappello… - mormorai irritata, con la mente ancora annebbiata dal sonno.
- Dai, zuccherino del tuo nonno, è una giornata da non perdersi! – disse allegramente lo stesso scocciatore di prima.
Mi tirai seduta, scalciando le coperte in fondo al letto, asciugandomi il sudore con il lembo del lenzuolo.
- Quanto ti paga Mago Merlino per rendermi la vita difficile? –
- A dire il vero lo faccio gratis, è divertente! –
Nella stoffa nera e rattoppata del cappello apparve una piega che voleva assomigliare a un sorriso. Sbuffai indispettita, non era l’unico a divertirsi alle mie spalle.
- Ti dispiacerebbe voltarti verso il muro? Il fatto che mio nonno ti abbia autorizzato a farmi la guardia non significa che puoi vedere mentre mi cambio! –
La piega sul cappello si allargò, ma ruotò lentamente di 360 gradi. Non avrei mai avuto la certezza che quel coso non potesse vedermi, tanto valeva mettermi in una vetrina e fare lo spogliarello per chiunque.
- Ah, volevo ricordarti che oggi avrai l’esame di ammissione…- riprese la vocina, impregnata di soddisfazione personale.
Rapidamente mi sfilai la camicia da notte e indossai la prima veste che mi capitò sotto mano, inforcai gli occhiali e mi precipitai giù dalle scale a chiocciola di legno. L’ultima cosa che avrei voluto avere era un’altra conversazione di prima mattina con l’irritante Cappello Parlante, soprattutto prima della svolta più importante della mia vita. Avrei dovuto dire a mio nonno che era ora di cambiarlo, magari sarei riuscita a liberarmene senza troppa fatica.
“Ce la farò, l’importante è fare un po’ la sostenuta…”
Arrivai nella stanza circolare che tanto mi era familiare più sudata di prima, con la netta sensazione che i miei capelli cespugliosi fossero messi peggio del solito.
“Forse perché non li hai nemmeno pettinati?” mi dissi ironicamente.
Mio nonno, seduto come sempre con i gomiti sulla scrivania lucida e le punta delle dita intrecciate, mi squadrò con sorpresa.
- Lauren…come mai sveglia così presto? –
Gli lanciai un’occhiata piccata, sedendomi davanti a lui e cercando invano di dare una forma ai miei capelli.
- Mah, non saprei, nonno… - esordii con sarcasmo – forse mi sentivo abbastanza riposata da alzarmi all’alba dopo essere stata sveglia fino alle due di notte per cercare il dannato cane di qualcuno! –
Le mie parole grondanti veleno furono ricambiate da un sorriso luminoso che si estese agli occhi azzurro cielo. Occhi che ovviamente mi ero guardata bene dall’ereditare.
- Sono contenta per te, Lauren…proprio la giornata adatta, dato che tra poco dovrai sostenere gli esami per stabilire in quale anno potremo inserirti! –
- Ma dai? Me ne ero proprio dimenticata! – borbottai, tormentando senza pietà l’unghia del mio mignolo destro.
Mio nonno non rispose, ma potevo sentire il suo sguardo tentare di penetrare la mia mente per scoprire cosa mi stesse passando in mente e perché non avessi ancora chiesto uno straccio di colazione.
“Ah, è così? Non otterrai facilmente quello che vuoi…” mi dissi tra me e me, abbastanza forte da farmi sentire. Era quello che volevo, sentii mio nonno sobbalzare.
- Perdonami l’intrusione, Lauren, ma dato che i tentativi di dialogo tra di noi sembrano non funzionare volevo cercare un approccio migliore… -
Lo osservai con sguardo vacuo, come se fossi impermeabile alle sue parole. Odiavo la sua flemma, la sua calma innata, il suo essere pacato anche nelle situazioni peggiori. Come quando ero riuscita a farmi espellere da ben tre Scuole di Magia, non aveva fatto una piega. Insopportabile.
- Dimmi, Lauren, è questo che pensi di me? Che sono insopportabile? –
Sostenni con freddezza il suo sguardo gentile, era solo colpa sua se ero finita nella sua patetica scuola situata in un patetico posto con un patetico clima dotato di un’umidità alle stelle.
- Penso che non ho voglia di fare nessun esame e che se sono così fortunata come dici dovresti mettere una buona parola per me ed evitarmi questo strazio…anzi, per non fare favoritismi, perché non mi espelli anche te? –
- Credo tu sapessi l’importanza di una buona istruzione… -
- Certo, hai ragione… - cercai di ritrattare con classe – Senza esami non pretendo di essere messa al settimo anno, come invece dovrei, mi basterebbe anche il primo…nonostante la mia voglia di passare i prossimi sette anni al fianco di ragazzetti immaturi e petulanti non sia proprio la mia massima aspirazione! –
Dissi tutto con una sincerità disarmante che però non fece l’effetto desiderato. Mio nonno si alzò in piedi e si avvicinò per accarezzarmi con affetto i capelli. Anche questo era tremendamente disarmante.
- Lauren, capisco quello che senti…so quello che stai cercando di dirmi… -
Scattai in piedi, sottraendomi alle sue mani e riuscendo nella mirabolante impresa di strapparmi l’orlo della veste. Con un gesto di bacchetta me la riparò prima che potessi replicare, scossi la testa come si usa fare davanti ai casi disperati.
- Avanti, cosa sto cercando di dirti secondo te? –
Non avrebbe mai indovinato, ne ero praticamente certa.
- Mmm…forse mi stai consigliando di cambiare il Cappello Parlante perché ti sembra solo uno scocciatore inutile? –
Arrossii fugacemente, ma ripresi subito il controllo.
- Come ti è venuta in mente un’idea simile, nonno? Io sto cercando di dirti che sei Albus Percival Wulfric Brian Silente, Preside di questa Scuola, e non hai nemmeno lontanamente pensato di aiutare tua nipote ad evitare una sessione di esami prettamente inutile ammettendola come chiunque altro! –
“Salvata in corner” mi dissi.
Mio nonno allargò bonariamente il suo sorriso e mi scompigliò di nuovo i capelli.
- Bene, allora sono contento che tu e il Cappello abbiate fatto amicizia! Sono orgoglioso di voi! –
Un attimo…io e il Cappello? Amicizia? Mio nonno mi aveva forse fregato?
- Ma veramente… -
- Non riuscirò mai a indovinare quello che ti passa per la testa, eh, Laurie? Ora ti conviene scendere a fare colazione, tra poco dovrai conoscere i tuoi nuovi professori e far vedere quello che sai fare! –
Mi spinse con delicatezza fuori dalla stanza, dopo avermi infilato in mano la mia bacchetta e il mio manico di scopa. La porta si richiuse con un leggero clic dopo la mia uscita.
Sì, era riuscito a fregarmi per la prima volta.

  
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