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Autore: syila    04/07/2021    4 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Capitolo VIII
La colpa dell’ubriachezza non sta nel vino, ma in chi lo beve.

Nel passare davanti allo specchio del bagno l'attenzione del Maestro Leng Ye Feng fu catturata dalle vistose chiazze rosse che spiccavano sul pallore diafano del collo.
Di solito non amava soffermarsi sul suo aspetto oltre il necessario, ma era strano che la pelle manifestasse macchie o lesioni, perché come tutti gli immortali anche la sua stirpe aveva straordinarie capacità di rigenerazione.
La lunghissima pratica con erbe, pozioni e formule magiche lo aveva quindi portato a sospettare un avvelenamento o una maledizione, tuttavia a Serannian non aveva nemici e i maghi gli stavano alla larga da quando aveva preso sotto la sua tutela il giovane piantagrane francese.
Più tardi un pensiero malevolo lo infastidì durante la meditazione: poteva essere colpa di Alaric?
Il dubbio fu scacciato in seduta stante, lui non possedeva magie in grado di nuocergli.

“Sei allergico alla birra delle fate.” sentenziò l'apprendista dopo che aveva deciso di mostrargli le strane macchie.
“Davvero?”
“Succede. Le vostre nature si respingono, siete due poli opposti in pratica.” rispose l'interpellato facendo spallucce “Hai già bevuto o mangiato alimenti di origine fatata in precedenza?”
“Non mi pare.”
“Vedi? Allora è sicuramente allergia, se non mi credi e vuoi un parere professionale puoi andare al Laboratorio sulla cascata.” rispose l'altro, prima di tornare a lavorare ad uno dei suoi marchingegni.
La sicurezza che ostentava convinse il Signore degli Shen.
Doveva essere colpa dell'allergia anche il fatto che non ricordasse nulla della serata trascorsa alla locanda, però ammetterlo col ragazzo sarebbe stato piuttosto imbarazzante.
“Quindi possiamo considerare esaurito... l'argomento?” chiese prendendola alla lontana.
“In realtà ci siamo interrotti sul più bello, perché mancava poco al sorgere del sole e giustamente volevi andare a dormire...” Alaric terminò di avvitare un piccolo ingranaggio, poi si girò e gli rivolse un sorriso sornione “Ti ricordi, vero?”
“È ovvio!” lo rimbeccò Ye Feng, che a quel punto doveva reggere il gioco fino in fondo “Perciò domani sera torneremo alla locanda e finiremo il discorso davanti ad un buon bicchiere!”
“Magari evitiamo la birra, sia mai che la tua intolleranza peggiori.” suggerì premuroso l'apprendista.
“Conosco degli ottimi distillati cinesi, molto leggeri e delicati.”
Li conosci di nome... Pensò il giovane mago.
Da quello che aveva visto e dalla sua discreta esperienza in materia di bevute il mangiariso aveva pochissima tolleranza all'alcol; lo avrebbe fatto ubriacare e avrebbe goduto ancora una volta i piacevoli effetti collaterali.
“Perfetto! Sono impaziente di continuare la nostra conversazione.”



“Quante sono Maestro Leng?”
Le dita sfarfallavano davanti ai suoi occhi e rendevano difficile contare il numero esatto; nemmeno afferrare il polso di Alaric per tenerlo fermo migliorò di molto la situazione.
Siccome il ragazzo non poteva avere quindici dita in una sola mano optò per la risposta più sensata.
“Cinque! Sono cinque!” esclamò convinto.
La seconda uscita alla Lanterna Fatata si stava svolgendo come da copione: l'orientale aveva ordinato il Mijiu, un liquore cinese a base di riso, servito nelle caratteristiche canne di bambù.
Al primo giro ne erano seguiti altri due senza che vi fossero cambiamenti apprezzabili, ma il Mijiu era un alcolico subdolo: dolce e fresco al palato, troncava le gambe dei bevitori senza preavviso.
Così quando il Signore degli Shen smise all'improvviso di parlare e il suo sguardo si fece vacuo il giovane apprendista capì di aver raggiunto il suo scopo.
“Vieni è ora di rincasare.” disse, poi gli cinse il busto per aiutarlo ad alzarsi, senza incontrare resistenza.
Padron Dagfinn, che stava assistendo alla scena, li guardò con disapprovazione scuotendo il capo. “Hai dai ridire? Ti ho pagato in anticipo e non ho rotto niente!” lo apostrofò Alaric.
“Forse non sono affari miei, però il tuo maestro non merita di essere trattato così; sai benissimo che non regge l'alcol e hai trovato il modo di farlo bere ugualmente. Cosa ti ha fatto di male? Viene a prenderti quando sei ubriaco marcio, ha pagato i danni che hai fatto alla locanda senza battere ciglio, ha perfino saldato i tuoi vecchi conti!”
Il mago socchiuse le palpebre e sembrò sul punto di ribattere qualche cattiveria, invece si limitò a replicare sommesso “Hai ragione: non sono affari tuoi.”

“Andiamo a casa.” convenne il maestro Leng una volta usciti e dato che sembrava intenzionato ad usare il teletrasporto l'apprendista lo anticipò.
“È una bella serata, camminiamo, c'è il rischio di materializzarci dentro ad un muro da quanto sei sbronzo...”
“Io so quello che faccio!” dichiarò Ye Feng, che prese risoluto la strada alla sua destra.
“Come no, la torre è dalla parte opposta...”
Lungo il tragitto il Signore degli Shen si lasciò prendere per mano e condurre docilmente, poi una volta chiusa alle spalle la porta della bottega Alaric non perse tempo e lo portò subito in camera.
Da qualche parte nella sua testa ronzava una vocina che gli suggeriva quanto fosse deplorevole e immorale approfittare di qualcuno privo delle sue facoltà mentali, ma si sentiva tutt'altro che virtuoso in quel frangente e il desiderio di vendetta c'entrava poco o nulla.
Il suo persecutore gli piaceva con la stessa testarda ostinazione con cui piacciono le cose impossibili e inarrivabili; più lui costruiva muri per tenerlo lontano più Alaric s'ingegnava a trovare il modo di scavalcarli.
Adesso che aveva la possibilità di entrare dal portone principale doveva rinunciare dimostrando la sua nobiltà d'animo?
Se tutti lo additavano come una canaglia, un pessimo esempio e un fallito, perché non assecondarli prendendo davvero con l'inganno qualcosa a cui teneva?
“Ye Feng... Domani avrai di nuovo l'allergia.”
L'altro lo guardò in silenzio, non si oppose nemmeno quando gli sciolse i capelli e vi immerse il viso per aspirarne il delicato profumo di fiori e agrumi.
“Ti fa arrabbiare se ti chiamo per nome, eh?” chiese il ragazzo accortosi che il maestro lo fissava intensamente sotto le palpebre socchiuse “Ormai dovresti sapere cosa penso delle tue regole... Ye Feng.”
Sul viso dell'interpellato invece si dipinse un'espressione di beatitudine che sorprese il giovane francese e lo indusse a contemplarlo per qualche istante, come un devoto davanti alla grazia ultraterrena di una divinità.
“Forse non vivrò abbastanza per vantarmi di questo con gli amici...” gli disse, mentre si accingeva a spogliarlo usando la stessa cura che aveva nel maneggiare i suoi artefatti più delicati “Però è indubbiamente un'impresa degna di Alaric Lafayette!”
Avrebbe dovuto sentirsi in colpa lasciando cadere l'ultimo strato del suo hanfu, tuttavia l'unica cosa a cui riusciva a pensare, mentre l'impalpabile stoffa di lino scivolava dalle spalle del maestro, era quanto fosse armonioso e proporzionato il suo corpo e come la sua pelle somigliasse ad un foglio bianco.
“Guarda che allievo diligente hai...” mormorò dopo avergli impresso sul petto l'impronta rotonda di un morso “È un cerchio perfetto.”
Il Signore degli Shen si accigliò quando la bocca del ragazzo cominciò a scendere più in basso, seguendo la linea dello sterno fino a soffermarsi sull'incavo dell'ombelico.
“Sono io il maestro!” esclamò contrariato e Alaric si ritrovò steso sul letto senza capire come fosse stato possibile.
“V-va bene!” l'apprendista accennò un sorriso e lasciò che l'altro salisse sopra di lui “ Insegnami qualcosa allora, questo allievo è ansioso d'imparare.”
“Sei il mio allievo...” approvò contento Ye Feng e gli accarezzò il viso con tenerezza, un gesto affettuoso che toccò il giovane mago, perché sembrava impossibile che venisse da una persona tanto fredda e scostante.



L'orientale si svegliò insolitamente presto, oltre le persiane serrate riusciva a percepire la luce del giorno che cominciava a declinare.
Nell'oscurità vellutata della camera c'era una forma chiara appoggiata su di lui, che gli impediva in parte i movimenti ed emanava un piacevole tepore.
Intontito dal sonno impiegò qualche frazione di secondo per realizzare che si trattava di un corpo umano e che apparteneva ad Alaric.
L'uomo gridò e si scansò di lato svegliando di conseguenza anche l'apprendista, il quale cadde malamente sul pavimento di mattoni e cominciò ad imprecare come uno scaricatore di porto.
“Cazzo! Cazzo! Si può sapere che succede? Perché urli?” sbraitò a sua volta dimenticandosi per un attimo dov'era, con chi era e cosa aveva combinato la sera sera prima.
Ye Feng lo fissava incredulo e l'apprendista cominciò a realizzare le dimensioni del guaio in cui si era cacciato.
La stanchezza dopo la vivace nottata di sesso lo aveva sorpreso e si era addormentato abbracciato all'amante.
Proprio quello che non si doveva fare in certi casi.
Era una regola universale, valida per umani e creature sovrannaturali: se vuoi evitare conseguenze spiacevoli defilati prima che il partner si svegli.
Lui al contrario era crollato e aveva ronfato saporitamente tutto il giorno come un imbecille.
“Senti...”
Doveva provare a salvare la situazione o almeno la pellaccia.
“Perché sei in camera mia?”
Oh, adesso sono grandissimi cazzi acidi...
Il maestro Leng aveva l'aria sconvolta di una vergine dopo la prima notte di nozze, con l'aggravante di non ricordare nulla al di là del banchetto nuziale.
“Non è successo niente, ok?” disse col tono più rassicurante che riuscì a formulare.
“Sei... nudo.”
“Sono infagottato nel lenzuolo, quindi in teoria non sono nudo.”
“I-io sono nudo!”
“Beh prima avevi me come copertina...”
“Hai delle macchie su collo, sono uguali alle mie!”
Bingo!
“Questa allergia agli alcolici è proprio tremenda...”
“Alaric!” esclamò il Signore degli Shen, ma a quel punto l'interessato era già riuscito a guadagnare la porta del bagno e a barricarsi dentro.
Una strategia difensiva fallimentare dato che l'avversario era in grado di materializzarsi ovunque.
“Merda che casino!”
Il ragazzo in trappola si guardò attorno, nel piccolo ambiente l'unica via di fuga era rappresentata dalla finestrella che affacciava sul tetto del palazzo vicino; intanto dalla camera attigua sentiva un concitato calpestio e la voce del maestro Leng che cresceva di tono e si faceva più vicina e minacciosa.
“Alaric non costringermi a sfondare la porta!”
“Fanculo! Tanto la torre ce l'ho in usufrutto gratuito!”
“Apri, voglio solo parlare!”
“Magari con le mie budella in mano! Non è il tipo di conversazione che mette a proprio agio l'interlocutore!”
Ye Feng apparve in bagno in tempo per vedere le mani dell'apprendista appese allo stretto davanzale della finestra, mentre il resto del suo corpo penzolava nel vuoto.
“Per tutti i Jian* della valle maledetta, stai cercando di ucciderti forse?” chiese afferrandolo saldamente per tirarlo in salvo all'interno della stanza.
“Tanto c'è la Reincarnazione!”
“Allora chissà cos'hai combinato nella tua vita precedente.”
Il maestro lo mise a terra e lui ne approfittò per rintanarsi nell'angolo della doccia, ormai aveva appurato che non voleva ucciderlo, però i suoi pari erano raffinati conoscitori dell'arte della tortura e questo imponeva di mettere più distanza possibile tra loro.
“È stata colpa dell'alcol va bene?” chiarì subito prima ancora che arrivasse la prevedibile domanda “Eravamo alticci tutti e due!”
Ye Feng rimase dov'era, prese un lungo respiro e chiuse gli occhi.
“Che cosa è successo ieri sera?” chiese e nella sua voce vibrava lo sforzo di mantenere la calma.
“Siamo andati alla locanda a bere e sai com'è: un bicchiere tira l'altro...”
“E dopo il ritorno dalla locanda?”
“Beh, te l'ho detto eravamo piuttosto sbronzi e siamo saliti in camera.”
“Siamo saliti in camera e...?”
“Ti ho spogliato...”
“E poi?”
“Mi sono spogliato anche io...”
“E poi?”
“Cazzo! Abbiamo fatto sesso!” sbottò Alaric esasperato dallo stillicidio di domande.
Era preparato ad uno scoppio di rabbia, ma niente poteva prepararlo a ciò che accadde subito dopo: il Signore degli Shen si coprì il viso con le mani e crollò in ginocchio, come se quella rivelazione lo avesse annichilito.
Tremava, aveva il respiro accelerato, era pallido e un leggero velo di sudore gli imperlava la fronte.
L'apprendista riconobbe i sintomi di una crisi d'ansia e preoccupato si accucciò di fronte a lui.
“Se la prendi così male potrei offendermi e pensare che sono un amante molto scarso!”
Il maestro Leng lo guardò appena.
“Tu non capisci...”
“Allora aiutami a fare chiarezza sul perché questa notizia ti sconvolge tanto.”
“No, no” rispose “Devo andare da Xue Ge, lui sa cosa fare...”
“Hai bisogno dei consigli del maestro dopo aver scopato? Di solito si chiedono prima...”
“Non hai idea della gravità di quello che abbiamo fatto, delle conseguenze, della mia colpa...”
Ye Feng a quel punto non provava nemmeno più a dissimulare lo smarrimento; il suo corpo, avvolto nella stoffa sottile della sopravveste continua ad essere scosso da brividi e Alaric si convinse che aveva davvero paura.
“Hai infranto qualche cazzo di voto? Sei una specie di santone eremita che deve rimanere vergine per salvare il mondo? Bordel de merde parlami e guardami invece di balbettare!” esclamò, mentre gli teneva le braccia e lo scuoteva per indurlo a reagire.
“Mi dispiace, mi dispiace...”ripeté l'altro, poi s'inchinò e questo gesto finì col confondere del tutto il giovane francese.
A nulla valsero i suoi tentativi di farlo alzare, fu costretto ad accettare le sue scuse e a promettergli di non interferire durante il colloquio col suo maestro.
In cambio Alaric riuscì a strappargli l'impegno a portarlo con sé.
Ye Feng aveva l'aria solenne e rassegnata di chi era pronto all'inevitabile, ma siccome aveva taciuto su quali fossero queste misteriose conseguenze a cui stava andando incontro, l'apprendista fu autorizzato a pensare al peggio e decise di prepararsi in modo adeguato.



E bravo Lafayette... pensò tra sé mentre frugava tra le sue carabattole magiche Hai scelto il momento meno adatto per dimostrare che hai un cazzo di spina dorsale.

A suo modo di vedere finire a letto con qualcuno non era una colpa, semmai un divertimento, specie quando eri attratto dal soggetto in questione.
Ye Feng gli piaceva parecchio e l'interesse sembrava reciproco.
Non lo avrebbe lasciato nelle grinfie di quel fannullone millenario che viveva alla pagoda e trastullava il venerabile uccello col mentalista tutte le notti; lui era la persona meno adatta a criticare la condotta morale di qualcuno e se l'allievo non aveva le palle per contraddirlo...
Allora provvederò io.
Concluse con un ghigno soddisfatto, facendo scivolare in tasca un cilindretto metallico completamente decorato da rune celtiche.

Fine Ottava parte


⋆ La voce dell'intraprendenza ⋆

Carissimi la prima volta è stata così soddisfacente che il nostro diabolico apprendista mago ha pensato bene di rilanciare, tendendo una nuova trappola alcolica al suo spocchioso maestro, che ci è caduto con scarpe, hanfu, spada e tutto!
Peccato che il piano gli si sia rivoltato contro e il Signore degli Shen abbia avuto una reazione inattesa, che costringe Alaric a prendersi le sue responsabilità per averlo sedotto °-°
Cosa succederà adesso?
Quali sono le conseguenze che paventa Ye Feng?
Perché vuole a tutti i costi parlare col suo maestro?
Nel prossimo capitolo si chiarirà qualcosa del passato dei maestri Leng, ma soprattutto vedremo finalmente il lavativo francese passare all'azione!
Restate a bordo del cestone di vimini, il viaggio prosegue e per l'arrivo del caldo abbiamo provveduto ai generi di conforto: cocomeri freschi, ventagli, cappelli di paglia e birra fatata in abbondanza!
Come sempre grazie ai miei commentatori e ai "seguitori" silenziosi, ci rivedremo qui in tempi mediamente brevi :3

Curiosità:
Jian: nella mitologia cinese sono gli spettri che non riescono a reincarnarsi :)

   
 
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