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Autore: __eryn__    09/11/2021    4 recensioni
Edward è un diciassettenne attratto dagli stimoli e dall'adrenalina della vita. Questi ultimi li ricerca in una realtà spericolata composta da skate, uscite notturne, alcol e soprattutto... le droghe.
Edward è accecato da ogni tipo di droga, gli comportano la visione temporanea di un mondo alternativo fatto di desideri e pazzia.
I suoi genitori e gli amici hanno accettato il fatto che non possono più aiutarlo e che staranno solo guardare mentre ogni giorno si lascia morire...
Riuscirà a disintossicarsi e a riprendersi in mano la sua vita?
𝙎𝙏𝙊𝙍𝙄𝘼 𝘼𝙏𝙏𝙐𝘼𝙇𝙈𝙀𝙉𝙏𝙀 𝙄𝙉𝙏𝙀𝙍𝙍𝙊𝙏𝙏𝘼
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NON C'È CURA

Edward ha deciso di farsi una doccia prima di uscire fuori con il suo skate.
Poggia il corpo nudo e magro sulla parete e lascia che l'acqua calda scorra lentamente sui suoi capelli mossi e corvini.
Le estremità delle ciocche si arricciano sul collo e il trucco nero sugli occhi bagna le guance del ragazzo facendole sembrare divise da una linea nera verticale.
Abbassa lo sguardo guardando il suo torso rigato dalle costole come un demone che cerca disperatamente il modo di uscire dal suo petto, un demonio che resta lì da tempo ma che sembra al limite, diventa sempre più difficile controllarlo.
Quel mostro cresce, si rafforza mentre il suo corpo si indebolisce.
Non è altro che un groviglio di pulsazioni, di continui pensieri che si mescolano rapidamente.
Edward desidera che qualcuno si sieda vicino alle sue paure di perdere tutto nonostante sa che si sta distruggendo da solo, con le sue scelte.
Ha capito che tutti coloro che gli sono affianco hanno accettato il fatto che non possono più aiutarlo e che lo guarderanno mentre ogni giorno si lascia morire.
Tante volte hanno cercato di fargli cambiare idea ma senza successo.
Edward è accecato dalle droghe, dall'adrenalina e dalla pazzia che queste comportano.
Secondo il ragazzo ogni cosa è stata realizzata e finalizzata ad uno scopo, sono il mezzo, come ad esempio una macchina non è solo un oggetto ma è il mezzo per sentirsi liberi, o il gioco d'azzardo, il suo scopo è far sentire dentro l'agitazione di rischiare di vincere o di perdere.
Tutto ci crea sensazioni, che siano positive o negative, siamo annebbiati dalla percezione delle cose.
Tutti gli stimoli degli oggetti intorno a noi vengono filtrati nella nostra mente e ci spingono ad usarli.

Edward si insapona il corpo con il primo bagnoschiuma che trova e lo strofina fortemente sui polsi per coprire quelle cicatrici pallide e confusionarie e le croste di tagli orizzontali. Fa lo stesso sui fianchi e sulle cosce, odia quello che vede e vuole coprirlo, ma preferisce vedere quello piuttosto che pensare a com'è dentro.

Finito di farsi la doccia, si asciuga frettolosamente e poi si dirige in camera con l'accappatoio.

La sua stanza è piccola, con le luci colorate riciclate dall'albero natalizio appese alla parete che illuminano i suoi disegni e le scritte confusionarie realizzate ovunque.
"Non c'è cura"
Questa è una delle frasi ripetute sul muro, le altre sono parti di testi di canzoni, citazioni di film e poeti e altri sono suoi pensieri.
È un po' in disordine, non troppo.
Edward si siede sul letto e indossa l'intimo, si infila i pantaloni neri circondati da tasche in cui in una di esse fa scivolare l'accendino, poi si mette una cinta ornata di borchie e catenine che dondolano sulle sue gambe, indossa una maglia a maniche lunghe strette anch'essa nera con un disegno di una lattina che prende fuoco.
Scansa i quaderni disordinati sporchi di tabacco e le penne dal comodino per prendere la sua catenina in caucciù con il ciondolo di una croce. La porta al collo e poi indossa qualche braccialetto argentato, un polsino e i suoi dilatatori neri di cui non può farne a meno.
Si avvicina al letto e prende gli stivaletti in pelle nera e comincia ad allacciarseli.
Infine si avvicina alla porta per prendere il suo skate.

Cammina verso l'ingresso con i capelli ancora bagnati, lo zainetto sulle spalle e con lo skate sottobraccio.
Si gira verso le fotografie sopra il caminetto acceso, una di queste ritrae lui, era piccolo, probabilmente in quella foto aveva appena 6 anni.
Si ferma a guardarla per pochi minuti, fissa l'innocenza in quei grandi occhi verdi e inizia a pensare a quanto fosse incasinato adesso e se si troverà mai un piccolo grammo di ingenuità in lui, nascosta.
Chiude gli occhi e si avvicina alla porta.

<< Esco >> Dice secco mentre gira la chiave nella serratura.

<< A che ora pensi di rientrare? >> Domanda sua madre avvicinandosi per vedere l'orario: 21 e mezza.

<< Dormo da Phelipe >> Risponde.
Phelipe è un amico di Edward il cui vero nome è Lucas, ma tutti nella sua comitiva lo chiamano così per via della somiglianza con il protagonista di un film conosciuto il cui nome è Phelipe.

Edward esce e sale sul suo skate.
Gioca con il suo piercing al labbro ruotandolo con la lingua mentre sente il vento accarezzargli le guance.
Assenti i colori davanti a sé, poche le distrazioni intorno a lui, dopotutto siamo in autunno.
Le strade sono silenziose e vengono illuminate solo da alcuni lampioni e dalle insegne dei locali.
L'adolescente si gira verso i graffiti su un muretto e riesce a riconoscere il suo, gli è sempre piaciuto scarabocchiare con gli spray, spesso realizza scritte o mostri inquietanti, demoni ombrosi raffiguranti le ansie e le paure nella sua testa e le vibrazioni negative della città.
Si dà l'ultima spinta con il piede per entrare in quello che si può quasi definire un ampio garage all'aperto.
Stavolta non ci sono tante macchine parcheggiate, sopra alcune di esse ci sono dei ragazzi seduti a bere alcolici, altri gruppi di adolescenti sono per terra a fumare erba e probabilmente anche altro, e altri giocano con gli skate a fare acrobazie.

<< Ehi Ed, ti unisci a noi? >> Chiede una ragazza con i capelli castani pieni di dread con una bottiglia in mano mentre sta seduta con altre due ragazze.

<< Passo >> Dice con un piccolo sorriso e un gesto della mano aperta che muove da sopra a sotto ripetuto due volte con il palmo rivolto basso.
Il ragazzo si siede sul cofano di una macchina e canticchia sottovoce una canzone di un gruppo rock mentre si mette sopra le gambe lo zainetto per cercare le cartine per fumare.
Apre la tasca interna e prende un sacchetto di plastica con al suo interno filtri, tabacco e cartine, poi lascia cadere a terra lo zainetto.
Stende il tabacco e il filtro nella cartina che rolla con i pollici e gli indici premendo sulle estremità.
Gira accuratamente la cartina comprimendo ciò che c'è all'interno, successivamente lecca il bordo della cartina, la chiude con semplicità e attorciglia una delle due estremità per evitare che il tabacco fuoriesca.
Mette le sigaretta tra le labbra e l'accende con il suo accendino poi la prende tra l'indice e il medio per espirare il fumo dopo averlo trattenuto per qualche secondo.

Quel posto lo fa stare bene, vedere che c'è qualcuno come lui non lo fa sentire solo, quell'atmosfera di libertà in quella vita spericolata gli piaceva da matti, voleva continuare ad essere "sbagliato" con loro.

<< Ed ma ti ricordi le prime volte con il fumo? >> Domanda Ada, la ragazza con i dread.

<< Non ricordarmelo >>

<< Il povero Ed non riusciva mai a trattenere il fumo e di conseguenza tossiva in continuazione >> Racconta al gruppo.

<< Ada noo >> Dice in imbarazzo Edward cercando di nascondere il viso con le guance rosse.

<< Ovviamente non vi dico della prima cann- >> Viene fermata dal ragazzo che le lancia il suo accendino sul braccio.

<< Dai Edward ahah! Questa la devo raccontare >>

<< No no no >> Scende dalla macchina e si avvicina per prendere una bottiglia di birra a terra sedendosi con alcuni ragazzi che a turno si fumano una canna.

Edward fa un tiro con loro poi la passa a chi ha di fianco.

<< Ma Phelipe? >> Chiede espirando il fumo e guardandosi intorno.

<< Non c'è, mi sa che ti ha dato buca >> Risponde Oliver.

<< Dovrò dormire a casa mia >>

<< Dipende come ci arrivi ahah >> Dice Jacob.

<< Se ci arrivi ahah >> Ride un altro.

<< L'ultima volta si era talmente fatto che non riusciva a reggersi in piedi e ha dormito qui >>

<< Eh ma pure tu gliene avevi data un sacco di quella roba! >> Scherzano tra di loro invece nella testa di Edward gli assale il senso di colpa perché dovrà mentire ancora ai suoi genitori, lui vuole farsi e non può certo tornare a casa con gli occhi rossi e barcollando.
Il desiderio di sballarsi è più forte del senso di colpa.
Beve un altro sorso e poi finisce l'ultimo tiro della sua sigaretta.

<< Dai amico sparatene un po', devi rilassarti, ti vedo troppo teso >> Dice Jacob subito dopo aver fatto una sniffata alla cocaina.
Il ragazzo passa a Edward il foglietto arrotolato.

<< 'Fanculo >> Sussurra Ed e aspira la polverina bianca tramite il foglietto poggiato su una delle due narici.

Edward attende qualche minuto affinché faccia effetto e dopo ciò il ragazzo inizia a delirare.

<< Ada, Edward dice che vicino a te c'è un cerbiatto ahah >>

<< Ragazzi non me lo fate rimbambire troppo! Quanta gliene hai data? >> Domanda Ada.

<< Ada, il cerbiatto ti sta leccando la faccia ahah >> Ride Ed avendo l'allucinazione di un piccolo cerbiatto.

Il ragazzo si alza in piedi e cerca di rincorrere il cerbiatto invisibile da più di cinque minuti.

<< Controlliamo che non vada in mezzo alla strada >> Dice Ada guardandolo.

<< Ma stai tranquilla Ada! Ti senti di dargli protezione solo perché hai sei anni in più di lui ahah >> Scherza Jacob.

<< Così mi fai sembrare vecchia, ho solo ventitré anni! >>

<< Raga non riesco a prenderlo >> Sbuffa Ed dando un calcio ad una bottiglia vuota.

Si china e beve a sorsi un'altra birra.
Inizia a fissare un punto indefinito per qualche minuto.

<< Amico che stai vedendo? >> Si avvicina Jacob.

<< Sto facendo una gara di sguardi con un castoro, non mi distrarre >>

<< Ahah ragazzi sta proprio fatto! >>

Ada allontana Jacob da lui.

<< Jacob secondo me non dovresti farlo esagerare, lui è migliore di così >>

<< È lui che me l'ha chiesta >>

<< Non ti aveva chiesto niente, sei tu che- >> Ada viene interrotta.

<< Stai facendo così perché sei innamorata di lui andiamo >>

<< Cosa? No! Vuoi essere ragionevole?? >>

<< Ma sniffa e stai zitta, ormai è schiavo della droga e non per colpa mia >>

<< Zitta a me non me lo dici >> Gli sta per tirare un ceffone ma poi si ferma non appena non vede più Edward nei dintorni.

<< E io che perdo tempo con te >> Dice lei seccata cercando Edward.

Guarda tutti i ragazzi ma nessuno che corrisponde a lui, poi controlla dietro i pali e macchine e finalmente lo trova.
L'effetto della droga era finito e Edward sembra essere in uno stato di malessere, se ne sta rannicchiato e fa dei ghirigori con il dito sul pavimento.

<< Ada... me ne puoi dare ancora? Non posso stare così, mi serve >> Chiede sottovoce.

<< Lo sai che non voglio che ti lasci morire con queste cose >>

<< Preferisci che io stia così? Male? >> Si asciuga le lacrime con le maniche della maglia.

<< Non ci stavi così se non avessi sniffato >>

<< Mi stai facendo la predica ora? >> La guarda infastidito.

<< Ed, perché devi rovinarti così? Tu sei migliore di questo! >>

<< Vorrei tanto crederci come lo fai tu >> Fa un sorriso malinconico.

<< Non voglio svegliarmi con il pensiero che mi possano dire che ti sei ucciso con le tue stesse mani >> Singhiozza Ada portandosi le mani sugli occhi.

<< Ehi, Ada questo non succederà. Non preoccuparti. Fidati di me >>
Le dà un bacino sulla guancia e si alza da terra raggiungendo Jacob e gli altri mentre Ada lo guarda preoccupata.

 

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! Grazie per chiunque è arrivato alla fine di questo capitolo.
Che ne pensate di questo primo episodio? Siete curiosi di conoscere più Edward? Fatemi sapere i vostri pareri che mi motivano a continuare la storia 
Ho aggiunto delle gif per ogni capitolo per darvi più o meno una idea dei personaggi (il fisico e le emozioni), voglio precisare che non sto usando i personaggi originali delle gif ma i personaggi che descrivo nella storia sono frutto della mia immaginazione.
Buona lettura

   
 
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