Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: syila    24/11/2021    3 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
banner


Capitolo X
A profondi sentimenti, profonde conseguenze

Volano gli uccelli via, senza confine:
per tutto il monte torna l'autunnale splendore.
Salendo e discendendo per il colle Hua Tzu,
smarrito non più illuso, il cuore a quale meta va?
Il sole si posa, nei pini si leva il vento.
Tornando a casa, fra l'erba è poca rugiada.
Dalle nubi, il riflesso discende ne l'orme dei calzari,
dai monti, l'azzuro sfiora la mia veste.
Il colle di Hua Tzu - Wang Wei
“Alaric dove stai andando?”
L'interpellato, che aveva già la mano sul battente della porta, si fermò ed alzando gli occhi al cielo emise un rumoroso sospiro.
“Se ti dicessi che vado al bagno mi seguiresti anche lì?”
“Il bagno è al piano di sopra.”
“Brillante deduzione Watson, infatti io esco, vado alla bottega.”
“Perché?”
Il giovane sospirò ancora e cominciò a staccare in silenzio alcuni santi dal calendario; Ye Feng sapeva essere esasperante, specie quando gli doveva spiegare cose che per lui erano del tutto ovvie.
“Perché...” iniziò voltandosi “ho del lavoro da fare e non si finisce da solo!”
“Potresti aspettare domani mattina.”
“Decidi tu le priorità dei mie clienti? Padron Dagfin ha bisogno del samovar funzionante, i russi si sono lamentati che senza senza il tè è imbevibile! Ho passato tutto il giorno a fare da balia a Fiocco di Neve, ora tocca a te spupazzartelo!” protestò l'apprendista indicando con foga la sala.
Il Signore degli Shen scese i pochi gradini che lo separavano dall'atrio e seguì con la sguardo la direzione indicata dal ragazzo: i pannelli decorati della grande porta-finestra lasciavano intravedere il portico e la pallida figura del mentalista, seduto nella posizione del Loto.
“Sta meditando.” concluse Ye Feng.
“A mezzogiorno l'ho trovato già così, non si è mai mosso.” rispose il giovane facendo spallucce.
“Dovevi chiamarmi!” esclamò l'altro, allarmato dalla notizia.
“Ah si?”
“Una meditazione prolungata e troppo profonda può avere delle conseguenze sul fisico del praticante.”
“Come esperto della mente è abituato e comunque adesso sei sveglio sbroglialo tu il problema, voi avete un sacco di cose in comune!”
L'ultima affermazione lasciava trasparire una gelosia nemmeno tanto velata da parte di Alaric, che uscì sbattendo la porta con malagrazia e continuò a ruminare in francese finché la gondola volante non portò via lui e il suo carico di contumelie.

L'indisponente apprendista aveva ragione: aveva molti tratti in comune con Yun Bai, a cominciare dai modi educati, pacati, a volte addirittura troppo formali. Il fatto che il mago fosse stato cresciuto in un remoto tempio dello Yunnan praticando le arti marziali insieme agli studi di magia lo aveva spinto ad approfondire l'antica cultura cinese fino a farla propria.
Condividevano l'amore per l'abbigliamento tradizionale, coltivavano entrambi l'arte della calligrafia e amavano giocare a xiang-qi, gli scacchi cinesi.
Anche Ye Xue aveva notato questa “compatibilità” e più volte, scherzando, lo aveva definito un potenziale rivale in amore.
Tuttavia Ye Feng non aveva intenzione di entrare in competizione con lui; nonostante i battibecchi nutriva grande rispetto verso il mentore e sebbene giudicasse il mago molto attraente, una relazione basata su troppe similitudini sarebbe stata noiosa.
Il pianeta Lafayette era un luogo molto più divertente da esplorare.
Inoltre, dopo aver scoperto la vera natura di Yun Bai, l'equilibrio dei rapporti tra i due Signori degli Shen era cambiato; ora il più giovane considerava suo preciso dovere vegliare sulla reincarnazione di Jīn Yè.
Troppe volte infatti il mentore le era arrivato vicino per poi vedersela sfuggire dalle mani, come un fantasma o un'illusione.
Il Destino si era accanito con particolare ferocia su di lui e anche l'anima della concubina aveva subito le conseguenze in maniera indiretta: le sue reincarnazioni, prive del peso di ricordi orribili, erano state nobili e virtuose, ma erano terminate tutte in modo cruento, spesso un attimo prima che Ye Xue riuscisse a raggiungerla, come se il Fato avesse voluto tenerli intenzionalmente lontani.
Adesso che tutto sembrava andare per il verso giusto erano comprensibili le paure e le esitazioni del mentore, perfino quella fuga in solitaria al Palazzo d'Estate, dove erano andato a cercare risposte ad un quesito che aspettava da mille anni una soluzione.



Quanto al Maestro della Mente...
Ye Feng si accoccolò davanti lui in una posizione speculare; la luce dorata delle lanterne rischiarava il suo profilo contro il nero stellato della notte e gli ricordò quei santi mistici dipinti negli antichi manoscritti o una divinità scolpita nella roccia, messa a guardia degli impervi sentieri montani.
Il suo animo però doveva essere tutt'altro che tranquillo.
Ormai aveva maturato la consapevolezza che l'amante gli nascondeva qualcosa riguardo al suo lontano passato e probabilmente voleva provare a risolvere da solo il mistero della concubina.
Ecco perché stava meditando da ore.

Cosa combini Maestro Sheng?
L'allievo di Ye Xue non aveva le sue stesse remore quando si trattava di entrare nei pensieri altrui, perciò posò le mani su quelle del mago e una volta stabilito il contatto si lasciò attirare nel flusso di energia magica.
Sotto lo strato tumultuoso e incoerente dei pensieri superficiali la mente di Yun Bai aveva strutture molto più profonde e complesse.
Disorientato dal brusco passaggio il Signore degli Shen si trovò a volteggiare sopra un affollato mercato cittadino, leggero come una moneta votiva affidata al vento, fino a quando non venne afferrato e portato a terra.
“Cos'è successo? Xue Ge è tornato?” lo incalzò subito il mentalista, che lo aveva trascinato dietro una bancarella di frutta candita.
All'interpellato servirono alcuni istanti per rispondere, stavolta era lui ad essere in difficoltà, dentro un territorio in cui nulla era sotto il suo controllo.
Il mago sembrò capirlo e aspettò paziente che tornasse padrone di sé.
“No, ma stai praticando senza pause da mezza giornata ormai, volevo accertarmi che fosse tutto a posto.”
“Ti preoccupi per me?”
“È naturale.”
“Solo perché te lo ha chiesto il tuo mentore.”
“Queste parole sono ingiuste, ho davvero a cuore la tua salute e la tua serenità maestro Sheng.”
“Se fosse vero mi diresti perché Gege evita di affrontare quell'argomento con me!” replicò il mago stizzito, indicando un punto preciso tra le bancarelle dove una fanciulla vestita con sobria eleganza stava scegliendo delle pesche, aiutata da una cameriera.
Ye Xue ne aveva parlato così spesso che riconobbe subito i tratti familiari di Jīn Yè.
“Lei è...”
“Oh tu sai chi è, lo sai molto bene!”
Il sole si nascose dietro una grigia massa di nubi sospinte dal vento, che si incanalò nelle strette viuzze sollevando ondate di polvere e sterpi.
Non era un buon segno; il costrutto mentale poteva diventare instabile e crollare intrappolandoli al suo interno con effetti difficili da prevedere.
Subiva l'influenza del suo creatore e quell'intromissione lo aveva innervosito e distratto.
Serviva un diversivo.
“È vero, però questa è la prima volta che la incontro di persona e sembra così reale... Potrei presentarmi?”
Il Signore degli Shen non aspettò la risposta, si mosse veloce tra la gente che si affrettava agli ultimi acquisti prima del temporale e raggiunse le due donne costringendo Yun Bai a seguirlo.
“I miei rispetti nǚshì.”
Ye Feng la salutò portando le mani davanti al petto coi palmi rivolti all'interno, secondo un'antichissima formula che risaliva alla dinastia Zhou.
La fanciulla rimase interdetta dall'approccio formale che le rendeva quell'estraneo.
“Ci conosciamo?”
“Non di persona, ma dalla descrizione della Seconda Signora che mi ha fatto il nobile Leng Ye Xue è impossibile sbagliare; trovandomi a passare da qui per affari mi sono chiesto se non fosse opportuno fargli visita e presentare i miei omaggi ad entrambi. Il Sinong* è alla tenuta in questi giorni?”
Jīn Yè fece per parlare, però il suo sguardo cadde sul giovane uomo vestito di bianco, che procedeva di gran carriera nella loro direzione facendosi strada tra i banchi affollati e dalle sue labbra uscì solo una fioca esclamazione di stupore.
“Basta maesto Leng!” lo apostrofò Yun Bai, poi lo gli afferrò la manica e lo strattonò “Lei non può risponderti, i-io non posso risponderti! Ci stai mettendo in difficoltà!”
A conferma delle sue parole lo scenario cominciò a subire un progressivo deterioramento: il tempo rallentò lasciando sospese le vivaci contrattazioni e le chiacchiere del mercato.
Una palla di stracci, contesa da un gruppo di mocciosi rimase ferma a mezz'aria, come le bandiere e i teloni delle bancarelle.
I colori vivaci dell'estate impallidirono in toni di grigio e il silenzio assoluto evidenziò il respiro affannoso del mago.
Ye Feng ebbe la sensazione che la situazione terminasse lì e che non ci fosse altro dopo, nessuno sviluppo, nessun imprevisto, era un viaggio giunto al capolinea, un frammento di realtà fine a sé stesso.
“Questa simulazione non l'hai creata tu con la magia della Mente... Si tratta di...”
“Esatto, questo è un ricordo ed è incompleto.”



Ye Feng interruppe la condivisione mentale e si trovò a fissare l'espressione imbarazzata di Yun Bai, che sembrava sul punto di mettersi a piangere.
“Quando... lo hai capito?”
Anche lui era a disagio nell'affrontare l'argomento, doveva esserci Ye Xue al suo posto, invece quell'irresponsabile era nel Mondo degli Spiriti a rotolarsi nei sensi di colpa!
“Sono andato per esclusione.” rispose a bassa voce il mago “Una volta scartate le ipotesi più ovvie rimanevano solo quelle più improbabili...”
“Improbabile non vuol dire impossibile.” confermò il Signore degli Shen accennando un sorriso, poi aggiunse “Vorrei aiutarti, è evidente che questa situazione è fonte di angoscia e sofferenza per te.”
“Non posso farti carico dei miei pensieri! Hai già il giovane apprendista di cui occuparti.”
“Maestro Sheng le tue preoccupazioni sono anche le mie, conta su di me per qualsiasi cosa fino al ritorno di Xue Ge.”
“So che sei un uomo d'onore e terrai fede all'impegno, tuttavia sei leale al tuo mentore, quindi non mi dirai niente del legame tra lui e la concubina e di come è arrivato fino a me.”
“D-dipende!” balbettò l'altro colto alla sprovvista.
Stavolta fu il giovane mago a sorridere.
“Ah si? Com'è morta? Quante vite ha già vissuto e in quante Gege è riuscito a ritrovarla? Perché non ricordo niente di tutto ciò? Sono un mentalista, percorrere a ritroso le memorie delle mie reincarnazioni dovrebbe essere poco più di una passeggiata. Invece... Niente. Nemmeno un sospetto o un dubbio prima del viaggio al Palazzo d'Estate.”
Ye Feng inspirò profondamente pregando che insieme all'aria fresca della notte arrivassero le parole giuste.
“La tua magia non è in difetto, né devi reputarti un incantatore poco abile o disattento. È stato il Fato a disporre così; uomini e immortali posso provare ad ingannarlo o a manovrarlo, ma le conseguenze sono spesso tragiche.”
Come Signore degli Shen parlava con cognizione di causa; la loro immortalità era stata ottenuta ad altissimo prezzo ed era comunque una condizione precaria, piena di rischi e limitazioni.
“Un Tessitore del Caos ti direbbe che hai una visione limitata e parziale del Destino, mi rammarico di padroneggiare solo gli incantesimi più semplici di quel tipo di magia, potrei fare molto di più.”
“Hai già cominciato a ricordare, solo... evita di forzare i tuoi poteri su memorie tanto lontane nel tempo, parla con Xue Ge.”
“Se solo fosse qui.” mormorò l'interpellato con la voce incrinata dal pianto.
Ye Feng posò la mano destra su quella del mago, in un gesto di affettuosa comprensione.
“Tornerà presto, abbi fiducia, vuole essere certo di non rappresentare un pericolo per te.”
“Ha voluto fare tutto da solo, senza consultarmi, quando tornerà sarà lui ad essere in pericolo!”
I due si scambiarono un piccolo sorriso, poi Yun bai si asciugò gli occhi e disse “È tardi ormai, dov'è Alaric?”
“Alla torre, ha detto di avere del lavoro arretrato.”rispose Ye Feng contrariato “Preferisce le sue carabattole alla nostra compagnia.”
“Come dargli torto? Non siamo stati una buona compagnia negli ultimi giorni; cerca di ricordare com'eri tu a vent'anni e sforzati di capire le sue intemperanze.”
“A vent'anni il maestro mandava me quando chiedevano un consulto di medicina e avevo un giro di pazienti tutto mio...” bofonchiò l'altro.
“Anche il giovane apprendista gestisce da solo la sua bottega, forse è disorganizzato, distratto e disordinato, ma lui non ha un mentore a cui fare riferimento.”
“Adesso ha me!”
“Bene, allora cosa farebbe un buon maestro a quest'ora?”
“Gli direbbe di chiudere il negozio e venire a cena.”
“Esatto, va' da lui, io preparerò qualcosa e ve lo terrò in caldo.”
“Farò in fretta, te la senti di rimanere da solo?”
La fronte di Yun Bai si corrugò in piccole pieghe di perplessità.
“Chiedimelo ancora e prenderò possesso della tua mente per farti ballare la danza del tacchino ubriaco.”
“Xue Ge ha ragione: sei spaventosamente crudele, me ne vado subito!”
Il Signore degli Shen gli sorrise, poi lo salutò e scomparve.




Nonostante le rassicurazioni offerte a Ye Feng il mago continuava a rimuginare sulla concubina, o meglio su sé stesso, dato che lui era l'ultimo risultato di una serie di reincarnazioni di Jīn Yè.
Doveva smetterla di trattarla come una rivale e pensare a lei in termini più affettuosi, magari cominciare a chiamarla a-Jīn o Jīn-Jīn.
Inoltre come doveva porsi nei confronti dell'amante?
Cosa sarebbe cambiato?
Perché era fuori di dubbio che qualcosa tra loro sarebbe cambiato per sempre.
Era assorto in simili pensieri, fissando il muro di fronte con un cespo di pak-choi in una mano e la padella nell'altra, quando un fruscio furtivo alle sue spalle lo mise in allerta.
“Ehi! Diamine!” esclamò Ye Xue bloccando il polso e la mano del padrone di casa, che brandiva il pesante attrezzo da cucina diretto verso sua testa “Il tuo innamorato torna da un viaggio e tu lo accogli a padellate?”
“Gege!”
“Pensavo di farti una sorpresa, ma vista la tua reazione me ne guarderò bene in futuro!”
“Gege... Sei tornato...” mormorò Yun Bai.
“Non abbandonerei mai da solo il mio Yubi il Sabato sera!” esclamò l'interpellato con la baldanza di chi, sapendo di essere in torto marcio, sperava di cavarsela a buon mercato “Posso lasciare la presa? Tu non vuoi prendere questo vecchio e stanco Gege a padellate, vero?”

“Le meriteresti invece e sai anche il perché!” rispose il mago con veemenza, poi si liberò e gli diede le spalle incrociando le braccia al petto per rimarcare quanto fosse arrabbiato.
Alla sorpresa era subentrato il ricordo di ciò che aveva provocato la sua frettolosa partenza.
Gli aveva taciuto di Jīn Yè.
Non si era fidato delle sue capacità e della sua magia.
Non aveva voluto condividere il peso della verità con lui, forse per paura di perderlo o forse perché non lo reputava in grado di gestire la situazione.
Oh, aveva ben più di un motivo per prenderlo a padellate!
“Yubi...”
Nessuna risposta.
“Yubi, bǎo bèi, guardami, parlami...” lo implorò Ye Xue, ma l'altro rimase chiuso in un silenzio ostile.
“Mostra un po' di clemenza e di comprensione a questo stupido Signore degli Shen, che è andato nel lontano Mondo degli Spiriti a cercare di fare chiarezza dentro di sé, perché ti deve parlare di una cosa importante...”
“Avevi detto che era dietro l'angolo...” lo rimbeccò Yun Ban “E comunque risparmia il fiato, le tue parole arrivano troppo tardi, ho già scoperto ciò che mi tenevi nascosto con tanta cura!”
Leng Ye Xue aveva sottovalutato la sua determinazione e allo stesso tempo aveva sovrastimato la capacità del Fato di annullare i ricordi delle vite passate.
Era evidente che in sua assenza Yun Bai aveva usato la magia della Mente per evocare Jīn Yè.
Fino a che punto si era spinto?
Quanto aveva scoperto di lei?
“Se le mie parole arrivano tardi almeno guarda questa...”
Il mago sentì il rumore di un piccolo oggetto posato su piano di marmo accanto a lui e quando sbirciò in basso vide una scatola di legno laccato e decorato da una foglia dorata di Yin Xing*
“Cosa sarebbe?”
“Lì dentro ci sono le spiegazioni che ti devo, almeno in parte.”
L'oggetto gli era stranamente familiare, provava l'impulso di aprirlo, ma allo stesso tempo la collera e l'orgoglio gli impedivano di assecondare quel desiderio.
Era ovvio che fosse legato a Jīn Yè, la foglia d'oro incisa sul coperchio rappresentava letteralmente il suo nome.
Yun Bai infine la prese con una certa riluttanza consapevole che, una volta aperta, niente sarebbe più stato come prima.



“Oh dei!” esclamò sussultando alla vista del contenuto.
La scatola di legno cadde a terra, lasciando il tesoro che custodiva tra le sue mani incerte.
Dunque la spilla del sogno esisteva davvero ed aveva attraversato i secoli intatta.
La maestria del gioielliere aveva infine restituito al legittimo proprietario il piccolo capolavoro di perle e coralli.
Ye Xue poteva solo immaginare ciò che gli passava per la testa in quel momento; aveva provato a leggere i suoi pensieri, però era stato bruscamente respinto.
Poi il giovane mago fece un gesto che mai si sarebbe aspettato di rivedere: aprì il fermaglio e appuntò la spilla al nastro che fermava la sua acconciatura sulla sommità del capo, quindi si voltò verso di lui.
La faticosa eternità che aveva trascorso come Signore degli Shen in un attimo divenne polvere.
Per lui fu come giungere alla fine del viaggio, aprire la porta di casa e trovare la persona amata che lo stava aspettando.
Senza preoccuparsi della reazione lo afferrò e lo strinse forte a sé, con la gola troppo stretta per spiccare parola.
Era assurdamente, stupidamente felice e sapeva quanto fosse sbagliato.

Nel Palazzo d'Estate c'erano alcuni luoghi segreti dei quali Yun Bai ignorava l'esistenza.
Durante la sua visita gli era passato accanto, senza sospettare che dietro l'anonima porticina chiusa alla fine di uno stretto corridoio o al di là di un semplice muro divisorio vi fossero camere e giardini in cui il padrone di casa custodiva tesori arcani, armi letali e più spesso scomode testimonianze di un passato violento.
Lungi dal temere un furto da parte del mago della Terra si era piuttosto preoccupato di tenerlo al sicuro, influenzando con discrezione i suoi itinerari diurni.
Tuttavia uno degli ambienti aveva una funzione molto diversa dagli altri: era il suo personale spazio della meditazione, un minuscolo fazzoletto di verde con al centro un secolare albero di Yin Xing, le cui foglie vestivano perennemente i colori caldi dell'autunno.
Ye Xue non aveva una natura contemplativa come Ye Feng, di rado meditava e di solito lo faceva quando sentiva il bisogno di riconnettersi alla sua vita mortale, oppure quando la nostalgia di Jīn Yè si faceva più acuta.
Adesso era chiamato a prendere una decisione; come nel gioco della Torre doveva scegliere chi buttare e chi salvare tra il mago e la concubina.
In maniera miope ed egoista si era illuso di poter avere entrambi, ma il maestro Sheng era molto diverso dalla fanciulla che aveva conosciuto e amato mille anni prima.
Certo, avevano dei tratti in comune; i gusti e abitudini della sua amata Foglia d'Oro si presentavano identici ad ogni nuova reincarnazione e il Signore degli Shen ormai aveva imparato a riconoscerli, tuttavia i ricordi non erano affiorati spontaneamente col passare dei giorni come aveva calcolato.
I sogni di Yun Bai erano echi lontani, frammenti sparsi difficili da ricomporre, che rischiavano di fargli del male.
Forse era successo qualcosa durante l'ultima rinascita, un contrattempo aveva disturbato i piani del Fato o forse l'anima di Jīn Yè aveva provato a spezzare il ciclo di reincarnazioni e aveva smarrito sé stessa nel passaggio dai mondi superiori alla vita terrena.
Occorreva una chiave per sbloccare il meccanismo inceppato e portare con sé la spilla sembrava una buon piano.
A quell'oggetto era legato l'ultimo ricordo felice che avevano condiviso e affidarlo al mago avrebbe innescato una reazione.
Restava solo da capire quale.
Ye Xue non riusciva a pronosticare ciò che sarebbe potuto accadere; la sua parte più meschina contava sul fatto che Yun Bai risolvesse da solo le contraddizioni legate alla reincarnazione “difettosa” usando la magia della mente.
In caso contrario avrebbe dovuto parlargli, rievocare fatti tragici che a distanza di tanto tempo non aveva confidato a nessuno, neppure a Ye Feng.




“Ye Xue... Ye Xue mi stai soffocando, non riesco a respirare, lasciami!”
Le proteste del mago lo riportarono alla realtà, allentò la presa senza sciogliere l'abbraccio, quasi temesse di vederlo scappare via alla prima occasione.
Non accadde.
Il maestro Sheng non si allontanò e neppure lo respinse.
Invece lo fissò a lungo con un'espressione accigliata e infine mormorò “Io non sono lei, ti è chiaro?”
La sua voce tremava, nel tentativo mantenere il controllo, di formulare a parole qualcosa che neppure a lui era del tutto comprensibile.
L'interpellato indugiò un attimo, poi annuì.
“Io non sono Jīn Yè, però è inutile negare l'evidenza: porto la sua anima dentro di me, nonostante nel passato abbia trovato solo immagini slegate tra loro, come appunti di una vita scritti su foglietti affidati al vento.”
“Yubi non sei obbligato a ricordare...”
“Tu dici? Io invece mi rimprovero di aver cominciato tardi.”
Lo sguardo ferito e confuso di Yun Bai era di una dolorosa eloquenza.
“Ti stai chiedendo se fossi al corrente della reincarnazione al mio arrivo qui? Per pura coincidenza ero ospite del Maestro della Morte e la sua chiamata a Serannian è stata del tutto casuale, non immaginavo nemmeno lontanamente che ti avrei incontrato alla locanda, né i successivi sviluppi.”
“Quando lo hai capito hai comunque scelto di tacere... Lo hai fatto per il mio bene o per quello di Jīn Yè?”
“So dove vuoi arrivare, perciò fammi la vera domanda e ti risponderò in maniera sincera, senza fraintendimenti.”
Il maestro Leng era pronto a perderli entrambi se questo significava restituire all'amante un po' di serenità; come uomo aveva avuto molte mancanze, come immortale gli si potevano attribuire decine di difetti, ma non avrebbe agito da vigliacco, delegando a lui una sua precisa responsabilità.
Stavolta avrebbe aperto da solo la ferita che gli straziava l'anima ad ogni reincarnazione mancata.
Il mago non rispose subito, richiamò a sé la piccola scatola di legno e l'oggetto levitò planando docile nel palmo della sua mano. Yun bai rimase a contemplarlo per un tempo che parve infinito.
“Ricostruire questo ricordo è impossibile.” bisbigliò infine “Forse non riuscirò mai ad averne uno intero o rievocarli a mio piacimento.”
Il Signore degli Shen pensò che il Fato aveva architettato un nuovo tipo di beffa, forse più crudele delle altre: gli aveva dato la possibilità di incontrare Jīn Yè e allo stesso tempo gli aveva tolto ogni mezzo per influire su di lei.
“Eppure... Io riesco a sentirlo.”
“Cosa senti bǎo bèi?”
“Il dolore, la sofferenza che hai impresso su questo oggetto, così come toccando la spilla ho sentito il vostro amore. Non ho il diritto di criticare il tuo atteggiamento o di rimproverarti, cosa avrei fatto io dopo mille anni di dolore? Cosa avrebbe fatto Jīn Yè?”
Il giovane mago sospirò e fece per sfilare il gioiello dall'acconciatura, ma Ye Xue lo anticipò e prese le sue mani portandole alle labbra.
“È tuo adesso... è sempre stato tuo.” mormorò con la voce che tremava dall'emozione “Indossalo se ti fa felice, oppure distruggilo se la sua esistenza ti offende, darebbe comunque un senso al fatto che l'ho conservato finora.”
“Gege... Come potrei sbarazzarmi di un oggetto che significa così tanto per entrambi!” Yun Bai sorrise e gli accarezzò la guancia con un gesto pieno di tenerezza “Smettila di angustiarti, andrà tutto bene.”
Aveva finalmente visto l'uomo che si celava sotto la superficie del Signore degli Shen e l'emergere di quelle insicurezze aveva placato i dubbi e la rabbia nei suoi confronti.
All'improvviso le domande che voleva porgli non sembravano più tanto urgenti, inoltre non era sicuro di essere pronto per le risposte.



Forse Ye Feng aveva ragione: solo un mago cresciuto in un tempio dello Yunnan poteva accettare la reincarnazione con la serenità necessaria e magari, nel tempo, avrebbe riconosciuto Jīn Yè come parte di sé e non un fastidioso fardello che era obbligato a condividere con lui.
Perciò era giusto spaventarlo con gli orribili dettagli della morte dell'amata?
Rivelargli che stava aspettando un figlio?
Che la sua legittima consorte aveva inscenato l'attacco di un gruppo di banditi per tentare di coprire il suo assassinio?
Che lui non era stato in grado di proteggerla nonostante le belle promesse?
Il Signore degli Shen decise di non tentare la sorte.
Dopo un'eternità spesa a rincorrere un'illusione poteva infine fermarsi, riposare, appoggiare il capo sulle ginocchia di Yun Bai e ascoltarlo recitare gli antichi poemi, mentre astri e costellazioni danzavano sulla volta celeste.
Doveva smettere di commiserare il suo tragico passato e temere costantemente un futuro nebuloso, era il momento di apprezzare il presente; adesso era l'uomo più fortunato e felice del mondo.

Il giovane mago, al contrario, vedeva in maniera razionale le incognite che il futuro portava con sé.
Da mentalista aveva già chiari i pericoli a cui la loro relazione stava andando incontro: a cominciare dal fatto che lui era pur sempre una creatura mortale.
Anche se avesse imparato a padroneggiare le arti della Vita ai massimi livelli, prolungandola ben oltre i limiti imposti della natura, la realtà era che prima o poi sarebbe morto, innescando di nuovo il ciclo della reincarnazione.
Non poteva influire direttamente sulla prossima rinascita, stabilita da Fato secondo meccanismi imperscrutabili dall'uomo, però esisteva il modo di evitare che la sua anima andasse alla deriva nel mondo, legandola in maniera indissolubile a quella di Ye Xue.
Gli servivano un Tessitore del Caos e un consulto urgente con la sua maestra.
Trovare il primo era piuttosto facile a Serannian, parlare dei recenti accadimenti con la sua Dǎoshī* invece significava solo una cosa: problemi.
Tuttavia era presto per mettere a parte Gege del piano che stava architettando; lo avrebbe perfezionato di giorno quando l'amante riposava, poi lo avrebbe messo davanti al fatto compiuto.
Lui si era comportato allo stesso modo, ma in questo caso l'innocente ripicca poteva portare un grosso vantaggio ad entrambi.

Fine decima parte


⋆ La voce dell'onniscienza ⋆

Carissimi col classico quarto d'ora accademico di ritardo (minuto più , minuto meno! :) è finalmente pronto il terzo arco delle avventure sino-francesi sospese tra dimensioni spirituali e reami magici.
Riprendiamo le vicende di Yun Bai e Ye Xue là dove le avevamo lasciate coi due in procinto di separarsi per la necessità del Signore degli Shen di prendersi una... Pausa di riflessione, dettata dalla paura di rivelare al mago la verità sulla sua reincarnazione.
In questo capitolo scopriamo che durante la sua assenza l'intraprendente maghetto non è stato con le mani in mano e ha usato la magia della mente per rievocare i ricordi della concubina.
Sbalordito, ma sollevato il suo Gege può finalmente rilassarsi, perché a quanto pare le cose si sono sistemate...
Illuso! °-°
Per il momento diciamo che il chiarimento ha giovato alla coppia, ma le conseguenze resteranno a bruciare sotto la cenere.
Nel prossimo capitolo invece vedremo come si è evoluta la relazione tra l'irruento e sboccato apprendista francese e il compassato Signore degli Shen Junior, perché un'evoluzione c'è stata, ma in questo caso le conseguenze travolgeranno tutti quanti e detteranno la linea di questo nuovo arco temporale.
Conosceremo finalmente qualche personaggio di Serannian, faremo una gita mooooooooooolto movimentata nel Mondo degli Spiriti e forse Ye Feng alla fine comincerà a vedere Alaric sotto una luce diversa!

Salite a bordo del cestone di vimini, il viaggio riparte!

Termini e spiegazioni:
Nǚshì: Signora, in modo formale
Sinong: Nella Cina dell'era Tang era il termine per definire il Ministro di corte
Yin Xing: nome cinese del Ginko biloba
Dǎoshī: Mentore, maestro




   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: syila